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Autore: Scaramouch_e    24/05/2019    2 recensioni
[Maylor, Jim x Fred altre varie ed eventuali]
Dicembre 2014: quando in Inghilterra entra in vigore la legge per la quale le coppie gay si possono sposare, Freddie Mercury e Jim Hutton, tramite rito civile convolano a nozze.
Brian May e Roger Taylor partecipano al matrimonio anche se adesso, per ragioni sconosciute ai più, si odiano.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Jim Hutton, Roger Taylor
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Wedding Queen

Disclaimer: Dichiaro che i Queen non mi appartengo, appartengono solo a loro stessi, e che le cose descritte all'interno della fanfic sono di pura fantasia. 
Ringraziamenti:  Ci sono due persone che devo ringraziare se questo capitolo è venuto  così, come lo state per leggere: evelyn80 e ninfetta, ormai entrambe mie personali correttrici di bozze. Grazie mille a entrambe per tutto quello che fate. 
Buona lettura. (: 


Capitolo IV

Un raggio di sole illuminò la stanza che Freddie aveva dato a Roger e Brian.
Roger aprì gli occhi infastidito, ma sorrise subito dopo quando notò che si trovava completamente schiacciato dalle braccia di Brian: il riccio lo aveva circondato in un confuso abbraccio. Roger si avvicinò ancor di più a lui, premendo il viso sul suo petto magro e sentendo il cuore battere. Sorrise intenerito, prendendo in mano i lunghi capelli ricci del moro mentre pensava alla notte appena trascorsa. Dopo l’improvvisato concerto, lui e Brian si erano trovati a baciarsi e a volersi nuovamente dopo anni. Quando erano andati in stanza non avevano perso tempo: avevano fatto l’amore, ed era stato bello essere legato nuovamente al professore, nonostante gli sbagli e i ricordi dolorosi che si portavano entrambi sulla coscienza. Avevano fatto l’amore in modo prima selvaggio e poi più lentamente per tutto il resto della nottata, e solo intorno alle cinque si erano addormentati stretti l’uno nelle braccia dell’altro.
Si stiracchiò piano per non svegliare Brian, pensando a quanto stesse bene. Quando sentì la stretta del moro disfarsi un broncio adorabile gli apparve sul viso.
“Buongiorno, amore mio” sussurrò Brian sedendosi nel letto, sbattendo gli occhi e osservando il suo biondino.
Roger sbatté le palpebre fissando stupito Brian, il cuore a mille e il volto rosso dall’emozione.
“C-come mi hai chiamato, Bri?” domandò portandosi la mano destra al petto, sentendo il cuore in tumulto battere nella cassa toracica: si stava comportando come un ragazzino alla prima cotta, non come uno di quarantanove anni. Ma, cazzo, con Brian che lo chiamava ‘amore mio’ dopo anni di litigi ed essere andati ognuno per la propria strada, era normale essere spaventati e impauriti dal nuovo sentimento che, evidentemente, Brian provava per lui.
“Ti amo, Rog. So che probabilmente è troppo presto per dirlo e che non sentirai lo stesso per me, ma ti amo.”
Roger sentiva quel sentimento da quando era andato a letto con Brian vent’anni prima. Lo amava da un sacco di tempo, da una vita, e non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile continuare a provare, giorno dopo giorno, un sentimento tanto forte. “N-no, Bri, ti… ti amo anch’io” rispose Roger, con gli occhi colmi di lacrime. Lo baciò, ridendo contro le sue labbra. “Quindi adesso cosa siamo?” chiese piano il batterista, tenendosi ancora allacciato a Brian con il cuore in tumulto nel petto. 
“Non lo so, Rog. Ma dobbiamo proprio dare una definizione a tutto? Non possiamo vivere semplicemente il momento come abbiamo sempre fatto?” Roger pensò che l’uomo alto aveva ragione: era meglio non definire il loro rapporto, non ancora almeno. 
“Potrei rimanere sempre qui” mormorò Roger, sentendosi definitivamente come un’eroina da romanzo rosa.
“Potresti, ma mi è venuta un’idea e ne voglio parlare con Freddie: quindi forza, alzati dal letto” ordinò Brian e Roger mugolò infastidito. “No. Prima voglio un bacio.” Abbracciò ancor di più Brian, e il riccio sospirò.
“Roger, sei testardo.”
“Non sai quanto” confermò il biondino, e Brian alzò gli occhi al cielo, ma sorrise e unì le labbra un’altra volta a quelle di Roger in un bacio dolce e romantico.
Subito dopo, Roger si scostò dall’abbraccio di Brian e si alzò sentendosi dolorante nella zona lombare. “Mi hai proprio ucciso stanotte, Doc” protestò.
Brian sghignazzò avvicinandosi a lui e notando i due enormi succhiotti che gli aveva fatto alla base del collo. “Ti ho anche marchiato. Ti dovresti mettere quella bella maglia a righe a collo alto” gli consigliò, gli occhi più scuri del solito.
Roger scosse il viso sul quale campeggiava un sorriso impertinente. “Li voglio far vedere.”
“Idiota.”
“Stronzo. E mi faccio la doccia per primo!” urlò divertito, fiondandosi nel bagno e chiudendo la porta a chiave, escludendo il povero Brian che sbuffò improperi.

“Oh, tesori.” Freddie si alzò dal divano, dove era acciambellato come un gran gatto, con un sorriso sul volto quando vide arrivare Brian e Roger mano nella mano nel grande salotto principale della casa: era tutto ordinato e pulito, quasi come se non ci fosse stata la festa in perfetto stile Freddie Mercury. “Sono in estasi, completamente in estasi, cari. Ci siete riusciti: avete chiarito alla grande!” cinguettò il cantante dando un bacio sulle guance a Roger e una pacca sul culo di Brian, che fece una finta faccia indignata prima di vedere il cantante sculettare verso il portavivande. “Ci vuole qualcosa di forte per festeggiare questa unione perfetta. Oggi è proprio la giornata dell’amore” annunciò Freddie, cercando pensieroso una bottiglia e mettendo in mostra il suo culo perfetto che sia Brian che Roger osservarono per un paio di minuti.
“Peccato non ci sia Deaky” si rabbuiò un po’ il cantante. 
“È già tornato a casa?” domandò Brian, staccando gli occhi dal fondoschiena di Freddie. 
“Sì, tesoro. Ha detto che doveva andare a casa con Veronica: sai, i bambini” sbuffò piano il cantante alzando piano gli occhi al cielo, poi prese in mano la bottiglia e versò in tre bicchieri il liquore ambrato.
Ne porse uno a Roger e uno a Brian ed esclamò con un sorriso che questa volta non coprì: “A noi, tesoro. Alla famiglia, a Jim, a John. Per farla breve: ai Queen.” Freddie fece tintinnare il bicchiere con gli altri due e bevve tutto d’un fiato il liquido contenuto, imitato da Roger e Brian.
“Solo tu mi puoi far bere alle dieci del mattino” borbottò Brian sentendo la bocca impastata. Roger scosse la testa e si appoggiò contro il riccio. “Non è adorabile quando fa così, Fred? Come se non avesse mai bevuto di prima mattina?” domandò divertito Roger. “Il mio Doc.” Si allungò per dare un bacio alle labbra del riccio che ricambiò con passione portandosi più vicino il corpo del batterista.
Fred finse di vomitare, ma in realtà si vedeva che era felicissimo mentre osservava con gli occhi ammalianti i due ragazzi finire di baciarsi. “Tesori, prima che scopiate sulla mia sedia – non che non sarebbe un bello spettacolo, per carità, ma non vorrei che entrasse Jim – vorrei sapere da Brian cosa mi voleva dire.”
“Dovremmo essere tutti, però” rispose Brian, dopo essersi staccato a malincuore dalle labbra di Roger e posando una mano possessiva sul ginocchio del biondino.
“Possiamo chiamare Deaky, impostando una videochiamata” propose Roger mettendo le sue mani su quelle di Brian che annuì, il forte desiderio di baciarlo che si impossessava nuovamente di lui.

Aspettarono, e dopo solo pochi minuti furono di nuovo tutti e quattro insieme: John si trovava nel suo salotto a Putney e fissava lo schermo del computer notando come Roger e Brian sembrassero uniti.
“Cosa succede? Vi siete chiariti?” domandò, sorridendo contento per la connessione che vedeva anche attraverso lo schermo.

“Diciamo che un bella, intensa, notte di sesso è riuscita a...”
“Roger, contieniti caro!” sbottò Freddie, dando uno scappellotto sulla nuca del batterista che si voltò fulminando il cantante. “Ehi” protestò il biondino mettendosi una mano dietro il collo.
“Bambini.” Brian richiamò calmo l’attenzione su di sé.
Tre paia di occhi lo fissarono e il professore buttò giù la sua proposta senza un attimo di esitazione: “Ragazzi, i commenti sui social sono tutti sbalorditivi riguardo la nostra esibizione di stanotte, e mi sono detto... ecco... perché non facciamo un tour, come ai vecchi tempi?”
“Oh, tesoro, sarebbe fantastico! Ma John ha famiglia, e voi fra un po’ vorrete farne una. Per me, figurati, andrei subito in tour con voi, cari.” Stranamente, fu Freddie quello più razionale, mentre dall’altra parte John esclamò: “Lo voglio fare! Dio, stanotte è stato bellissimo e mi sono divertito un sacco. Quindi perché no? Fred, se il tour rimane in Europa posso portarmi dietro Veronica e i ragazzi, e non c’è problema.”
“E per noi non sarà un problema fare progetti anche durante il tour, Freddie” aggiunse Roger, sorridendo divertito all’espressione adorante che Brian gli aveva rivolto.
Freddie singhiozzò teatralmente: “Allora è deciso: i Queen annunceranno delle nuove date.”

-Parigi -
Camerini del Theatre National de Chaillot
un anno dopo

“Sei nervoso, tesoro?” Freddie guardò il suo amato compagno di band mentre si vestiva con la tutina argentata che, doveva ammettere, gli stava per fortuna ancora divinamente.
Brian osservò Freddie e si leccò le labbra. “Fred, e se non lo volesse?” domandò nervoso. “Sai… stare insieme per tutta la vita è complicato... e io ho paura…. che lui non voglia. Che voglia essere comunque più libero, anche perché stiamo insieme da un anno…. e se fosse troppo poco?” continuò Brian, mentre osservava la scatolina di velluto blu che aveva in mano pieno di paura. 
Freddie si avvicinò a lui e gli prese le mani. “Ascoltami bene, Brian May: Roger ti ama. Ti ama così tanto che vuole passare la vita con te. Quindi, quando fra poche ore sarà qui, tu glielo dirai, chiaro?” pronunciò il cantante con sguardo duro, e Brian annuì non trovando nulla da rinfacciargli. “Poi, comunque c’è sempre la possibilità di divorziare, nel caso in cui non vi sopportiate più. Nulla dura per sempre, solo la morte: tu da scienziato dovresti saperlo bene” concluse il cantante, con un sorrisino divertito nel vedere la faccia scandalizzata che fece Brian. “Ma adesso andiamo a spaccare i culi a questi Francesi. Dai, su, alzati vecchio mio.”
Vecchio mio? Senti chi parla!” borbottò Brian, ma un sorriso gli aleggiò sul viso. Si alzò da terra, nascondendo la preziosa scatola nella tasca, e prendendo la Red Special in mano seguì il cantante. Roger e John si unirono ai due, uscendo dal camerino che il teatro aveva loro riservato. 

“Siete stati grandi, ma d’altra parte siete i Queen.” Dicendo queste parole, Jim baciò Freddie sulle labbra e quest’ultimo ricambiò il bacio uscendo dal palcoscenico, sudato e felicissimo dell’accoglienza ricevuta per quell’ultima serata del gran tour: Dio, era stato fantastico suonare nuovamente insieme agli altri.
“Grazie tesoro” bisbigliò il cantate, staccandosi dalle labbra del marito per osservare Roger, Brian e John con un sorriso giocoso sulle labbra. “Cazzo, lo puoi dire forte, Jim. Anzi, direi di più: altro che grandi, abbiamo proprio spaccato!” disse Roger con la solita euforia e sorridendo a tutti loro. “Adesso cosa facciamo? Dove si va a celebrare il nostro ultimo giorno?” domandò con un sorriso enorme, mentre percorrevano il corridoio che li avrebbe portati nei camerini. “Ehm… Io e Jim avevamo in progetto di fare un po’ di sano sesso sai, tesoro?” mormorò il cantante stringendo la mano del marito. 
“E io… devo… Devo rintracciare Veronica. Scusami Rog” borbottò John, dopo aver scambiato uno sguardo con il cantante. Avendo capito che il piano era di far stare soli Roger e Brian, se la squagliò andando effettivamente alla ricerca della moglie. “Buona fortuna” aveva bisbigliato Freddie a Brian facendogli l’occhiolino, poco prima di essere trascinato da Jim nel camerino. 
“Bene, a quanto pare siamo rimasti io e te da soli, Rog” disse Brian saltellando da un piede all’altro come faceva sempre quando era nervoso. “Bri, c’è qualcosa che mi devi dire?” domandò Roger, capendo che qualcosa turbava il compagno. “Andiamo in camerino” borbottò Brian, vedendo già le persone che lasciavano il teatro venendo verso di loro.

“Rog, chiudi gli occhi.”
“Bri, ma...
“Ti fidi di me, amore?”
“Sì, certo!”
“Allora chiudi gli occhi.” Roger ubbidì serrando finalmente gli occhi celesti. Brian sorrise soddisfatto e prese la mano del biondino fra le sue, vi appoggiò sopra la piccola scatolina e la aprì. Sentendo il click della scatola, Roger aprì gli occhi e vide una piccola fede color argento molto semplice.
Il cuore del batterista scoppiò capendo dove l’altro volesse andare a parare.
Cazzo.
“Mi ero preparato un discorso complesso, a dir la verità. Uno di quelli da film“ continuò Brian, sorridendo nervoso.
Roger ancora non rispose tenendo in mano la scatolina aperta. “Ma al diavolo tutto: Rog, mi vuoi sposare?”

“C-cazzo Bri…” borbottò il batterista e per un istante Brian temette un rifiuto. La delusione cominciò a dipingersi sul suo volto. Ma Roger gli buttò le braccia al collo e tutto si dissipò nell’istante in cui sentì bisbigliare un tenero “sì” all’orecchio.
“Ti amo così tanto, Brian..” sussurrò il biondo fra le lacrime baciando tutto il viso del chitarrista e tenendosi stretto al collo dell’uomo.

Poi si staccò e prese tremante la piccola fede nuziale. “Me la vuoi mettere o vuoi che faccia tutto da solo?” domandò, e Brian annuì prendendo con mani altrettanto tremanti il piccolo anello, mettendoglielo al dito.
Era perfetto. Erano perfetti.
Erano Brian e Roger e lo sarebbero stati per sempre.


Note. 
come vi avevo anticipato già, questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo. E' strano dare addio a una storia, che è importante per me. 
Spero che questa incurisone in questo universo alternativo, dei Queen vi si sia piaciuto. Un forte bacio a chi ha seguito questa storia. 


 

   
 
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