Capitolo
XI
41
Wolridge St
Casa
di Cecilia
28/04/2019
Ore
10,47
Dopo la loro
chiacchiera al telefono, non aveva più sentito Lorenzo; il
ragazzo non l'aveva
più contattata e nemmeno lei lo aveva cercato nonostante la
sua coinquilina
Harriet avesse insistito più volte perché lo
facesse.
Aveva raccontato alle coinquiline l'accaduto la mattina successiva,
lasciandole
di stucco di fronte all'inspiegabile atteggiamento di Michael. "I was
lucky that Lorenzo was there" affermò al termine del
racconto.
"Isn't it a bit weird?" domandò retorica Camilla grattandosi
il capo
e Harriet annuì.
"He was there because of you" insistette la scozzese, e anche Camilla
mosse il capo a sostengo della tesi.
Era convinzione di entrambe le sue coinquiline che il ragazzo non si
fosse
trovato lì per caso, bensì che avesse deciso di
andare al The Blackbird con il
preciso intento di vederla.
"Well, we'll never know" provò a chiudere il discorso
Cecilia,
rispondendo al commento entusiasta di Harriet che suggeriva un vivo
interesse
del giovane nei suoi confronti.
Tuttavia, le due ragazze non vollero arrendersi iniziando le varie
"indagini" e cominciando proprio dai social.
"You published a story on Instagram, didn't you?" domandò
Harriet e
Cecilia annuì senza capire dove volesse andare a parare.
"Give me your phone" chiese alla coinquilina
stendendo la
mano perché posasse il cellulare sul palmo aperto.
Cecilia obbedì ma iniziò a protestare sostenendo
che Lorenzo non era fra i suoi
followers, o almeno così credeva.
Camilla e Harriet scorrevano la lista degli utenti che avevano
visualizzato la
foto pubblicata senza tuttavia individuare un nome che ricordasse
vagamente
quello di Lorenzo quando Camilla indicò con il pollice un
nome, facendo uno
strano sorriso.
"TheTom" esclamò con un'espressione vittoriosa dipinta sul
volto.
Cecilia e Harriet si guardarono un po' stranite, non sicure che fosse
effettivamente la persona giusta.
A quel punto, Harriet cliccò sul profilo del suddetto
'TheTom' notando
che era privato.
"This is a private profile" informò le due perdendo un po'
di
entusiasmo.
"Yes but this is definitely him" esclamò Camilla tirando
fuori una
foto che ritraeva il ragazzo insieme al suo coinquilino Matteo e
cliccando sul
simbolo del tag per mostrare il nome TheTom.
"Where did you find it?" chiese Harriet curiosa prima di
abbandonarsi ad un'esultazione alla 'te l'avevo detto'.
"On Matteo's profile" rispose senza pensarci molto e le altre due
ragazze la guardarono un po' stranite.
"And how do you know Matteo's profile?" fu infatti la domanda di
Cecilia facendo avvampare Camilla che si rese conto di aver detto
troppo.
"Oh my gosh! You're dating!" affermò Harriet puntandole
anche un dito
contro.
Camilla si morse il labbro inferiore e sospirò: l'avevano
scoperta.
"Yes, we're dating. I went to the restaurant some weeks later we've
been there,
and we spoke a bit more. He asked me out and I.."
lasciò in
sospeso il racconto, convinta che il resto della storia fosse ormai
chiara alle
altre due.
"Oh! That's great. Happy for you" commentò Cecilia
rivolgendole un
ampio sorriso.
"Me too" disse la scozzese prima di riportare la conversazione
sull'argomento principale: Lorenzo 'TheTom'.
"He was definitely there for you" affermò con tono troppo
sicuro di
sé che non avrebbe accettato alcun parere contrario.
Anche Camilla annuì sebbene dentro di sé sperava
che la coinquilina si
sbagliasse: il giovane romano la convinceva ancora ben poco.
"Do you believe that he could be into me?" domandò
abbassando lo
sguardo verso la foto che lo ritraeva insieme a Matteo ed altri delle
comitiva.
Era fuori da ogni discussione che a lei interessasse: esteticamente
rispecchiava tutti i canoni di bellezza che cercava in un uomo e anche
caratterialmente riconobbe che ci poteva essere un'intesa.
Avevano imparato a conoscersi un po' meglio durante quei due mesi di
lavoro,
dovuto allo stretto rapporto cliente-agenzia che avevano. Tuttavia,
l'amaro
ricordo del modo in cui si era sentita era ancora vivo in lei per
fidarsi
facilmente di nuovo.
"Just wait. He'll do something for sure" la consigliò
Harriet per
voltarsi verso Camilla che pensava di aver evitato tutte le domande
scomode su
Matteo.
"Soo.. Matteo, uh?" domandò tutta maliziosa
facendo
l'occhiolino a Cecilia perché si unisse al torchio.
D'altronde, tutte le domande devono essere risposte e i dettagli devono
essere
svelati.
***
24
Percy
Street, London
Sede
centrale di Zenith Media
30/04/2019
Ore
10,03
Il martedì
successivo Cecilia andò a lavorare di ottimo umore, senza
riuscire bene a
spiegarsi il perché.
Forse sarebbe più giusto dire che era consapevole del
perché ma non voleva
riconoscerlo.
Sarebbe andata direttamente nell'ufficio di Lorenzo poiché
il meeting si
sarebbe tenuto al mattino presto. Si trattava di un lungo meeting in
cui si
sarebbero ridiscusse tutte le strategie per la seconda metà
dall'anno dato che
alcuni obiettivi erano cambiati in seguito alle ricerche di post
campagna,
condotte sulle principali campagne a sostegno dei prodotti centrali del
loro
portfolio aziendale.
Sarebbe stata dunque una riunione piuttosto faticosa e sicuramente
tutto il
team sarebbe stato messo sotto pressione, sia lato cliente che agenzia,
ma
faceva parte del gioco.
In qualità di Media manager, Cecilia avrebbe giocato un
ruolo fondamentale per
la buona riuscita delle strategie e degli approcci che sarebbero venuti
dalle
conversazioni di quella mattina. Medesimo compito avrebbe avuto Lorenzo
che
sarebbe stato il principale responsabile della loro concreta esecuzione.
Appena giunta in ufficio, si diresse verso la reception per
registrarsi. Non
era lì da nemmeno cinque minuti quando sentì una
persona chiamare il suo nome.
"Hey, Cecilia!" la salutò Lorenzo avvicinandosi per darle un
bacio
sulla guancia.
Inevitabilmente Cecilia arrossì, non ce la faceva. Era
sempre più forte di lei,
per quanto ci provasse il suo corpo reagiva sempre così di
fronte alla visione
del ragazzo.
"Hey" ricambiò il saluto non appena si riprese.
"Vieni che ti offro un caffè" le propose avviandosi verso il
piano di
sopra.
Giunti in cucina, il giovane iniziò ad armeggiare con gli
sportelli tirando
fuori le capsule. "Quale preferisci?" le domandò mostrandole
tre
diverse tipologie di espresso.
"È uguale" farfugliò Cecilia ancora in imbarazzo.
Non capiva perché
lei dovesse essere così impacciata mentre lui sembrava a
perfetto suo agio.
Poteva essere perché non era effettivamente interessato?
Lorenzo sorrise e prese due capsule di Arpeggio, una delle
varietà preferite
dal giovane, e servì il caffè ad entrambi.
"Zucchero?" chiese stendendo un piccolo recipiente con diverse
bustine al suo interno. Cecilia annuì e allungò
prendendo lo zucchero di canna.
Dopodiché, il ragazzo ripose il recipiente nello scaffale
dando un sorso alla
bevanda nera.
Cecilia lo guardò un po' disgustata. "Ma lo prendi amaro?"
gli chiese
fissando la sua tazzina.
Probabilmente l'espressione di Cecilia era piuttosto teatrale al punto
che
Lorenzo si lasciò sfuggire una risata.
"Sì, a me fa schifo zuccherato"
ribadì e diede un ultimo
sorso al suo espresso.
"Sei pazzo" osservò Cecilia a sua volta finendo a sua volta
il caffè.
"Dai, andiamo nella saletta, fra poco arrivano tutti"
suggerì il
giovane facendole strada.
Cecilia lo seguiva in silenzio, avrebbe voluto dirgli mille cose:
chiedergli
come mai si fosse trovato nel suo stesso pub, se fosse arrivato
facilmente a
casa quel giorno, come avesse trascorso il resto del fine settimana.
Tuttavia, nessuna di queste domande veniva fuori nonostante ci
provasse. Per
sua fortuna, Lorenzo era molto meno in imbarazzo di lei e introdusse
lui il
discorso.
"Hai più sentito al coglione?" chiese difatti risolvendo
ogni
problema a Cecilia.
"Onestamente l'ho bloccato" confessò incontrando il consenso
del
ragazzo.
"Hai fatto benissimo" confermò lui mentre collegava il PC
per
prepararsi alla proiezione.
Cecilia era sul punto di chiedergli del suo weekend avendo finalmente
trovato
il coraggio di continuare la conversazione quando nella saletta
entrò il capo
di Lorenzo seguito da Nicky, la sua collega.
"Amazing! You're already here" esclamò l'uomo rivolgendosi a
Lorenzo.
"Yes, and also ready to present" aggiunse il giovane romano indicando
lo schermo alle sue spalle che proiettava la slide iniziale della loro
presentazione.
"One of our best resources" disse l'altro rivolgendosi alle due
donne.
"Yes, indeed" confermò Nicky dopodiché
richiamò l'attenzione di
Cecilia facendole notare una delle email ricevute e la ragazza,
consapevole che
non ci sarebbe stata più occasione di parlare con Lorenzo,
prese posto vicino
alla donna accendendo il suo laptop.
Dopo circa una decina di minuti, il restante team di Softender fece il
suo
ingresso e la riunione ebbe inizio, al termine dei classici convenevoli
del
rapporto cliente-agenzia, dominato dal binomio strette di
mano-caffè.
Come previsto, fu una riunione alquanto lunga, spezzata da due pause,
per la
gioia dei partecipanti che, a parte la necessità di riposare
la mente per
affrontare i diversi argomenti, avevano bisogno di recuperare un po' di
energie, per cui fu servito il pranzo durante la seconda pausa.
Cecilia sperava di riuscire a parlare con Lorenzo durante il pranzo ma
il
ragazzo fu trattenuto dal suo capo e dovette allontanarsi per gran
parte del
tempo, finendo per consumare un misero panino nei cinque minuti rimasti
prima
dell'inizio della seconda parte della riunione.
Al termine di questa seconda parte e, a percezione di tutti i presenti,
più
lunga, Lorenzo scappò fuori alludendo ad una chiamata
urgente, lasciando la
ragazza con l'amaro in bocca. Non sarebbe riuscita a parlare nemmeno in
quell'occasione.
"Ceci, are you staying here? We've got a room in case" le
domandò il
suo capo distraendola dai suoi pensieri.
Cecilia guardò l'orario e notò che erano circa
le 15,45, non avrebbe avuto
molto senso rientrare in ufficio e se fosse tornata a casa, non avrebbe
combinato granché, per cui annuì.
"Yes, if I can, I'd prefer to stay" rispose alla domanda e
cominciò a
raccogliere le sue cose.
"Of course, you can! We've got room 4.5" la informò e si
avviarono
insieme.
Come al solito, ci fu un momento di scambio di opinioni relativamente
alla
riunione appena conclusa, per ritornare ad immergersi nel lavoro
quotidiano.
Cecilia aveva difatti ricevuto una 50ina di mail durante quella
giornata e
molte richiedevano una risposta entro fine giornata, per cui fu
completamente
assorbita dal lavoro senza badare molto a quello che succedeva attorno
a lei,
finché il suo capo non richiamò la sua attenzione.
"I think I am heading home" affermò verso le 18,10, mentre
richiudeva
il suo laptop.
"Are you staying much longer?" le domandò subito dopo
notando che la
ragazza non si era mossa.
"A few mails more and then I'll go home" rispose Cecilia notando che
la sua casella segnalava ancora qualche messaggio non letto.
"Don't stay too late" si raccomandò il suo capo e
uscì dalla stanza,
lasciando la ragazza da sola.
Come previsto, non si fermò molto di più e circa
una ventina di minuti dopo si
avviò verso casa.
Stava camminando verso la metro al ritmo di musica, con le cuffie
inforcate e
sintonizzate sulla sua playlist personale di Spotify, quando qualcuno
l'affiancò.
Una mano infatti sbucò dal nulla davanti al suo viso per
richiamare la sua
attenzione, facendola sussultare.
"Non volevo spaventarti" disse Lorenzo una volta che Cecilia si
voltò
verso di lui.
La ragazza scosse la testa e sorrise. "Ero semplicemente
sovrappensiero" lo rassicurò e Lorenzo sorrise a sua volta.
"Ho una fame che sto morendo" disse poi toccandosi lo stomaco che
brontolava.
"Ci credo! Non hai mangiato nulla prima" osservò lei.
Lorenzo assottigliò gli occhi. "Esatto! Ultimamente hanno
deciso che il
mio pranzo è sacrificabile" si sfogò senza
curarsi molto che la sua
interlocutrice fosse anche la sua cliente. "Fai questo, quello.. entro
oggi, entro domani mattina, entro un'ora al massimo"
continuò e Cecilia
scoppiò a ridere.
"Mi dispiace se siamo così" si scusò difatti e
l'altro scosse la
testa.
"Non siete voi, onestamente. Ma il team non è al completo
ancora e giustamente
questo non deve impattare sulla qualità di quello che vi
diamo quindi.."
lasciò in sospeso la frase e la ragazza annuì.
Era tipico delle aziende
chiedere il 200% alle persone senza però concedere
più tempo.
"Potevi mangiare i biscotti" commentò la ragazza e Lorenzo
la guardò
torvo.
"Io odio quei maledetti biscotti e voi vi siete mangiati tutta la
frutta!" esclamò additandola. Era vero: nemmeno una banana
avevano
lasciato.
Cecilia rise di nuovo e gli diede una leggera spinta sfiorando il
braccio sinistro.
A quel punto Lorenzo si voltò verso di lei, con una
strana espressione in
volto. Stava sicuramente macchinando qualcosa.
"C'è un posto qui vicino che fa degli hamburger buonissimi"
buttò lì
e Cecilia si morse il labbro inferiore. Aveva capito dove voleva andare
a
parare: si trattava sicuramente di un invito, nonostante non potesse
essere
considerato un appuntamento. "Ti va se ci andiamo?" le domando
difatti a conferma che la stesse invitando.
"Ma non sono nemmeno le sette" osservò Cecilia. "Ceniamo
all'inglese?"
chiese e Lorenzo fece spallucce.
"Io mangerei ora perché sto a morì ma tu sentiti
libera di magnà quando te
pare" le rispose infilando qualche parola in 'romano'. Quando era in
confidenza con qualcuno, non badava molto a parlare scorretto o a
nascondere la
cadenza.
Cecilia annuì farfugliando un 'ok' e
Lorenzo s'illuminò, o almeno così
sembrò alla giovane.
"Quindi è un sì?" chiese conferma lui e la
ragazza annuì di nuovo. A
quel punto, Lorenzo la prese a braccetto e cambiò
completamente direzione.
***
Tommi’s Burger Joint
37 Berwick Street
Stesso giorno
Ore 18,53
"Ti
piacerà un sacco questo posto. Io ci vado spesso,
soprattutto quando
faccio tardi" le raccontò mentre camminavano verso il pub.
Cecilia gli
lanciava uno sguardo di tanto in tanto, si aspettava di diventare
nervosa,
d'imbarazzarsi al tocco di lui ma in verità si
sentì a perfetto suo agio.
Quasi come se
fossero amici da sempre, o abituati ad uscire insieme, ogni loro
gesto era stranamente naturale.
Arrivati al pub,
Lorenzo aprì la porta spostandosi di lato per lasciarla
passare.
"Grazie!" gli
disse voltandosi verso di lui e Lorenzo fece spallucce,
sussurrando che non era niente.
Diedero un
rapido sguardo alla sala individuando un tavolo vicino alle finestre
e si sedettero.
Avrebbero dovuto
ordinare al bancone, ma Lorenzo suggerì di consultare bene
il
menù dato che alcuni degli hamburger erano piuttosto
particolari quindi voleva
la pena esplorare le varie opzioni.
Dopo circa
cinque minuti, Cecilia abbassò il menù e si
guardò intorno per
individuare il bancone.
"Hai deciso?" le
chiese lui e la ragazza annuì.
"Prendo il
quinoa burger" lo informò e Lorenzo aprì la bocca
per
controbattere ma la richiuse immediatamente scuotendo la testa.
Cecilia
scoppiò a ridere, era chiaro che la sua scelta non
incontrasse
l'approvazione del suo interlocutore. "Che c'è?" gli chiese
difatti.
"Niente, ti
porto a mangiare un hamburger e te ne esci con la roba vegana.
Ma mica sei vegetariana o vegana?" domandò stressando
l'ultima parola, dal
tono utilizzato era chiaro che la dieta vegana non era di suo
gradimento, anzi!
Cecilia rise di
nuovo. "No, assolutamente. Ma mi andava di provarlo: c'è
uno strano mix di ingredienti!" spiegò. "Melograno, zucca,
feta"
elencò alcuni degli ingredienti e Lorenzo annuì
perplesso.
"Oook!"
farfugliò. "Allora deciso?" chiese posando anche
lui il menù.
Cecilia
annuì e si avviarono insieme verso il bancone.
"Tu cosa
prendi?" gli domandò essendo curiosa della scelta del suo
accompagnatore.
"La
specialità della casa: un burger grasso e soprattutto non
vegano"
disse facendo l'occhiolino e Cecilia roteò gli occhi.
Ordinarono i
rispettivi hamburger e si accomodarono di nuovo al loro tavolo con
due birre artigianali; come al loro solito, cominciarono a
chiacchierare del
più e del meno senza fermarsi un attimo se non quando
arrivarono le ordinazioni
al tavolo.
L'espressione di
Cecilia si illuminò quando addentò il suo panino:
Lorenzo
aveva ragione, era ottimo e forse addirittura uno dei migliori che
avesse mai
mangiato.
"Visto?
È
troppo buono" affermò il ragazzo con gli occhi sognanti.
Non contenti
ancora alla fine del pasto, decisero di dividersi una fetta di
torta al cioccolato e di concludere la loro serata con altre due birre.
"Beh, direi che
n'è valsa la pena" affermò Cecilia quando furono
fuori dal pub.
Lorenzo
annuì. "Ovvio"
"Ma come torni?"
le domandò poi sperando che facessero un po' di
strada insieme.
"Metro fino ad
Leicester e poi cambio con la Piccadilly" spiegò
brevemente.
"Perfetto,
andiamo insieme allora ma io scendo dopo" rispose e
Cecilia sorrise. Anche a lei faceva piacere passare un altro po' di
tempo
insieme.
Erano quasi
arrivati sul binario quando sentirono il suono del treno
avvicinarsi, Lorenzo prese a correre afferrando la mano di Cecilia
d'istinto e
anche la ragazza cominciò a correre a sua volta seguendolo.
Saltarono sul treno
poco prima che gli sportelli si chiudessero, senza riuscire ad
afferrarsi
tuttavia ad alcuna presa e finendo inevitabilmente per scontrarsi
quando il
treno ripartì.
Cecilia infatti
si sbilanciò in avanti e Lorenzo l'afferrò,
utilizzando uno dei
poggiamano alle sue spalle per sostenersi.
"Oddio, scusa!"
disse la ragazza, ancora con il fiato corto per la
corsa. Lorenzo sorrise rispondendo con un 'figurati' ma senza lasciare
la
presa.
"Mmm.. ho
ripreso l'equilibrio" osservò lei senza però
provare a
liberarsi.
"Lo so" fu la
risposta di Lorenzo e si avvicinò ancora di più
al viso
della ragazza che sgranò gli occhi deglutendo.
Era
perfettamente consapevole di quello che sarebbe successo negli istanti
immediatamente successivi, e sebbene il suo cervello urlasse che si
trattava di
una pessima idea, le sue labbra, volontariamente o involontariamente,
si
schiusero.
Le mani di
Lorenzo si mossero velocemente verso il viso della giovane,
infilandosi fra i suoi capelli, e liberando così i suoi
fianchi ma lasciandola
senza difese in ogni caso.
Non avrebbe
saputo impedirgli di baciarla, non che lo volesse particolarmente
dopotutto.
Tuttavia, quella
parte di lei, la sua parte razionale, rimasta un po'
annebbiata dalla sequenza degli eventi, si risvegliò
all'improvviso con
l'annuncio dell'arrivo a Leicester Square.
Fu
così che si allontanò interrompendo il contatto.
"È la mia
fermata" informò il suo interlocutore che la
guardò perplesso.
Non capiva cosa
stesse succedendo, era convinto che avrebbe avuto il suo bacio
e per queste motivazioni, quando la ragazza si avvicinò agli
sportelli, non
esitò un secondo a seguirla.
Gli sportelli si
aprirono nuovamente e scesero entrambi ma solo allora Cecilia
si rese conto che Lorenzo l'aveva seguita.
"Che fai? Non
dovresti andare a..?" non fece in tempo a completare la
frase che si trovò le labbra di Lorenzo incollate alle sue.
Dopo un breve
momento di esitazione, rispose al bacio, circondando il collo di
lui con le sue braccia, e cercando di avvicinarlo di più a
sé, quasi a voler
rimarcare che questa volta non sarebbe scappato.
"Guarda che non
vado da nessuna parte" le disse infatti Lorenzo
riprendendo un attimo il fiato.
"Lo so" fu il
turno di Cecilia di pronunciare quella frase, e riprese
il contatto senza trovare alcuna opposizione dall'altro lato.
Probabilmente
quel loro secondo bacio, arrivato a distanza di mesi ma dallo stesso
sapore del
primo, sarebbe durato ancora di più se non fosse stato per i
passanti che
iniziarono a lamentarsi del fatto che stavano ostruendo il passaggio.
"Mi sa che ti
tocca andare" gli consigliò Cecilia quando gli
sportelli dell'ennesimo treno si aprirono di nuovo. "Non ho fretta"
rispose lui avvicinandosi di nuovo ma scontrandosi con la mano di
Cecilia. "Vai,
Lo"
Il tono fermo di
lei rese piuttosto chiaro che non ci sarebbe stato alcun
seguito a quel secondo bacio e Lorenzo scosse la testa.
"Ok" rispose
poco convinto e salì sulla metro. "Ci sentiamo
dopo?" le domandò fiducioso e le labbra di Cecilia si
allargarono in un
sorriso.
"Certo, a dopo!"
confermò con lo stesso tono fiducioso.
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Angolo dell'autrice
Salveee! E niente, immagino che ormai eravate consapevoli che sarebbe successo, era questione solo di capire quando! E Lorenzo ovviamente non ha perso questa volta :D
E ora? Cosa succederà?
Non mi dilungo molto e alla prossima :)
Anto