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Autore: AntoGoesToLondon    25/05/2019    1 recensioni
"Cecilia, ventottenne alle prese con il suo primo lavoro in una multinazionale, trascorre un'esistenza particolarmente piatta, in cui tutti i giorni cominciava a somigliarsi.
Perennemente alla ricerca dell'amore a prima volta, finisce sempre per fantasticare sulla persona sbagliata, rimanendo inevitabilmente.
Sembra ormai che nessuna novità si prospetti per lei quando all'improvviso un'occasione la porterà nella grigia Londra"
PS: per questioni pratiche, ogni tanto qualche dialogo della storia sarà riportato in inglese!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo XI

41 Wolridge St

Casa di Cecilia

28/04/2019

Ore 10,47

 

Dopo la loro chiacchiera al telefono, non aveva più sentito Lorenzo; il ragazzo non l'aveva più contattata e nemmeno lei lo aveva cercato nonostante la sua coinquilina Harriet avesse insistito più volte perché lo facesse.
Aveva raccontato alle coinquiline l'accaduto la mattina successiva, lasciandole di stucco di fronte all'inspiegabile atteggiamento di Michael. "I was lucky that Lorenzo was there" affermò al termine del racconto. 
"Isn't it a bit weird?" domandò retorica Camilla grattandosi il capo e Harriet annuì.
"He was there because of you" insistette la scozzese, e anche Camilla mosse il capo a sostengo della tesi. 
Era convinzione di entrambe le sue coinquiline che il ragazzo non si fosse trovato lì per caso, bensì che avesse deciso di andare al The Blackbird con il preciso intento di vederla.
"Well, we'll never know" provò a chiudere il discorso Cecilia, rispondendo al commento entusiasta di Harriet che suggeriva un vivo interesse del giovane nei suoi confronti.
Tuttavia, le due ragazze non vollero arrendersi iniziando le varie "indagini" e cominciando proprio dai social.
"You published a story on Instagram, didn't you?" domandò Harriet e Cecilia annuì senza capire dove volesse andare a parare. "Give me your phone" chiese alla coinquilina stendendo la mano perché posasse il cellulare sul palmo aperto.
Cecilia obbedì ma iniziò a protestare sostenendo che Lorenzo non era fra i suoi followers, o almeno così credeva.
Camilla e Harriet scorrevano la lista degli utenti che avevano visualizzato la foto pubblicata senza tuttavia individuare un nome che ricordasse vagamente quello di Lorenzo quando Camilla indicò con il pollice un nome, facendo uno strano sorriso.
"TheTom" esclamò con un'espressione vittoriosa dipinta sul volto. Cecilia e Harriet si guardarono un po' stranite, non sicure che fosse effettivamente la persona giusta.
A quel punto, Harriet cliccò sul profilo del suddetto 'TheTom'  notando che era privato.
"This is a private profile" informò le due perdendo un po' di entusiasmo.
"Yes but this is definitely him" esclamò Camilla tirando fuori una foto che ritraeva il ragazzo insieme al suo coinquilino Matteo e cliccando sul simbolo del tag per mostrare il nome TheTom.
"Where did you find it?" chiese Harriet curiosa prima di abbandonarsi ad un'esultazione alla 'te l'avevo detto'.
"On Matteo's profile" rispose senza pensarci molto e le altre due ragazze la guardarono un po' stranite.
"And how do you know Matteo's profile?" fu infatti la domanda di Cecilia facendo avvampare Camilla che si rese conto di aver detto troppo.
"Oh my gosh! You're dating!" affermò Harriet puntandole anche un dito contro.
Camilla si morse il labbro inferiore e sospirò: l'avevano scoperta. 
"Yes, we're dating. I went to the restaurant some weeks later we've been there, and we spoke a bit more. He asked me out and I.." lasciò in sospeso il racconto, convinta che il resto della storia fosse ormai chiara alle altre due.
"Oh! That's great. Happy for you" commentò Cecilia rivolgendole un ampio sorriso.
"Me too" disse la scozzese prima di riportare la conversazione sull'argomento principale: Lorenzo 'TheTom'.
"He was definitely there for you" affermò con tono troppo sicuro di sé che non avrebbe accettato alcun parere contrario.
Anche Camilla annuì sebbene dentro di sé sperava che la coinquilina si sbagliasse: il giovane romano la convinceva ancora ben poco.
"Do you believe that he could be into me?" domandò abbassando lo sguardo verso la foto che lo ritraeva insieme a Matteo ed altri delle comitiva.
Era fuori da ogni discussione che a lei interessasse: esteticamente rispecchiava tutti i canoni di bellezza che cercava in un uomo e anche caratterialmente riconobbe che ci poteva essere un'intesa.
Avevano imparato a conoscersi un po' meglio durante quei due mesi di lavoro, dovuto allo stretto rapporto cliente-agenzia che avevano. Tuttavia, l'amaro ricordo del modo in cui si era sentita era ancora vivo in lei per fidarsi facilmente di nuovo.
"Just wait. He'll do something for sure" la consigliò Harriet per voltarsi verso Camilla che pensava di aver evitato tutte le domande scomode su Matteo.
"Soo.. Matteo, uh?"  domandò tutta maliziosa facendo l'occhiolino a Cecilia perché si unisse al torchio.
D'altronde, tutte le domande devono essere risposte e i dettagli devono essere svelati.

 

 

***



24 Percy Street, London

Sede centrale di Zenith Media

30/04/2019

Ore 10,03

 

 

Il martedì successivo Cecilia andò a lavorare di ottimo umore, senza riuscire bene a spiegarsi il perché.
Forse sarebbe più giusto dire che era consapevole del perché ma non voleva riconoscerlo.
Sarebbe andata direttamente nell'ufficio di Lorenzo poiché il meeting si sarebbe tenuto al mattino presto. Si trattava di un lungo meeting in cui si sarebbero ridiscusse tutte le strategie per la seconda metà dall'anno dato che alcuni obiettivi erano cambiati in seguito alle ricerche di post campagna, condotte sulle principali campagne a sostegno dei prodotti centrali del loro portfolio aziendale.
Sarebbe stata dunque una riunione piuttosto faticosa e sicuramente tutto il team sarebbe stato messo sotto pressione, sia lato cliente che agenzia, ma faceva parte del gioco.
In qualità di Media manager, Cecilia avrebbe giocato un ruolo fondamentale per la buona riuscita delle strategie e degli approcci che sarebbero venuti dalle conversazioni di quella mattina. Medesimo compito avrebbe avuto Lorenzo che sarebbe stato il principale responsabile della loro concreta esecuzione.
Appena giunta in ufficio, si diresse verso la reception per registrarsi. Non era lì da nemmeno cinque minuti quando sentì una persona chiamare il suo nome.
"Hey, Cecilia!" la salutò Lorenzo avvicinandosi per darle un bacio sulla guancia.
Inevitabilmente Cecilia arrossì, non ce la faceva. Era sempre più forte di lei, per quanto ci provasse il suo corpo reagiva sempre così di fronte alla visione del ragazzo.
"Hey" ricambiò il saluto non appena si riprese.
"Vieni che ti offro un caffè" le propose avviandosi verso il piano di sopra.
Giunti in cucina, il giovane iniziò ad armeggiare con gli sportelli tirando fuori le capsule. "Quale preferisci?" le domandò mostrandole tre diverse tipologie di espresso.
"È uguale" farfugliò Cecilia ancora in imbarazzo. Non capiva perché lei dovesse essere così impacciata mentre lui sembrava a perfetto suo agio. Poteva essere perché non era effettivamente interessato?
Lorenzo sorrise e prese due capsule di Arpeggio, una delle varietà preferite dal giovane, e servì il caffè ad entrambi.
"Zucchero?" chiese stendendo un piccolo recipiente con diverse bustine al suo interno. Cecilia annuì e allungò prendendo lo zucchero di canna.
Dopodiché, il ragazzo ripose il recipiente nello scaffale dando un sorso alla bevanda nera.
Cecilia lo guardò un po' disgustata. "Ma lo prendi amaro?" gli chiese fissando la sua tazzina.
Probabilmente l'espressione di Cecilia era piuttosto teatrale al punto che Lorenzo si lasciò sfuggire una risata.
"Sì, a me fa schifo zuccherato" ribadì e diede un ultimo sorso al suo espresso.
"Sei pazzo" osservò Cecilia a sua volta finendo a sua volta il caffè.
"Dai, andiamo nella saletta, fra poco arrivano tutti" suggerì il giovane facendole strada.
Cecilia lo seguiva in silenzio, avrebbe voluto dirgli mille cose: chiedergli come mai si fosse trovato nel suo stesso pub, se fosse arrivato facilmente a casa quel giorno, come avesse trascorso il resto del fine settimana.
Tuttavia, nessuna di queste domande veniva fuori nonostante ci provasse. Per sua fortuna, Lorenzo era molto meno in imbarazzo di lei e introdusse lui il discorso.
"Hai più sentito al coglione?" chiese difatti risolvendo ogni problema a Cecilia.
"Onestamente l'ho bloccato" confessò incontrando il consenso del ragazzo.
"Hai fatto benissimo" confermò lui mentre collegava il PC per prepararsi alla proiezione.
Cecilia era sul punto di chiedergli del suo weekend avendo finalmente trovato il coraggio di continuare la conversazione quando nella saletta entrò il capo di Lorenzo seguito da Nicky, la sua collega.
"Amazing! You're already here" esclamò l'uomo rivolgendosi a Lorenzo.
"Yes, and also ready to present" aggiunse il giovane romano indicando lo schermo alle sue spalle che proiettava la slide iniziale della loro presentazione.
"One of our best resources" disse l'altro rivolgendosi alle due donne.
"Yes, indeed" confermò Nicky dopodiché richiamò l'attenzione di Cecilia facendole notare una delle email ricevute e la ragazza, consapevole che non ci sarebbe stata più occasione di parlare con Lorenzo, prese posto vicino alla donna accendendo il suo laptop.
Dopo circa una decina di minuti, il restante team di Softender fece il suo ingresso e la riunione ebbe inizio, al termine dei classici convenevoli del rapporto cliente-agenzia, dominato dal binomio strette di mano-caffè.
Come previsto, fu una riunione alquanto lunga, spezzata da due pause, per la gioia dei partecipanti che, a parte la necessità di riposare la mente per affrontare i diversi argomenti, avevano bisogno di recuperare un po' di energie, per cui fu servito il pranzo durante la seconda pausa.
Cecilia sperava di riuscire a parlare con Lorenzo durante il pranzo ma il ragazzo fu trattenuto dal suo capo e dovette allontanarsi per gran parte del tempo, finendo per consumare un misero panino nei cinque minuti rimasti prima dell'inizio della seconda parte della riunione.
Al termine di questa seconda parte e, a percezione di tutti i presenti, più lunga, Lorenzo scappò fuori alludendo ad una chiamata urgente, lasciando la ragazza con l'amaro in bocca. Non sarebbe riuscita a parlare nemmeno in quell'occasione.
"Ceci, are you staying here? We've got a room in case" le domandò il suo capo distraendola dai suoi pensieri.
Cecilia guardò l'orario e notò che erano circa le 15,45, non avrebbe avuto molto senso rientrare in ufficio e se fosse tornata a casa, non avrebbe combinato granché, per cui annuì.
"Yes, if I can, I'd prefer to stay" rispose alla domanda e cominciò a raccogliere le sue cose.
"Of course, you can! We've got room 4.5" la informò e si avviarono insieme.
Come al solito, ci fu un momento di scambio di opinioni relativamente alla riunione appena conclusa, per ritornare ad immergersi nel lavoro quotidiano. Cecilia aveva difatti ricevuto una 50ina di mail durante quella giornata e molte richiedevano una risposta entro fine giornata, per cui fu completamente assorbita dal lavoro senza badare molto a quello che succedeva attorno a lei, finché il suo capo non richiamò la sua attenzione.
"I think I am heading home" affermò verso le 18,10, mentre richiudeva il suo laptop.
"Are you staying much longer?" le domandò subito dopo notando che la ragazza non si era mossa.
"A few mails more and then I'll go home" rispose Cecilia notando che la sua casella segnalava ancora qualche messaggio non letto.
"Don't stay too late" si raccomandò il suo capo e uscì dalla stanza, lasciando la ragazza da sola.
Come previsto, non si fermò molto di più e circa una ventina di minuti dopo si avviò verso casa. 
Stava camminando verso la metro al ritmo di musica, con le cuffie inforcate e sintonizzate sulla sua playlist personale di Spotify, quando qualcuno l'affiancò. 
Una mano infatti sbucò dal nulla davanti al suo viso per richiamare la sua attenzione, facendola sussultare.
"Non volevo spaventarti" disse Lorenzo una volta che Cecilia si voltò verso di lui.
La ragazza scosse la testa e sorrise. "Ero semplicemente sovrappensiero" lo rassicurò e Lorenzo sorrise a sua volta.
"Ho una fame che sto morendo" disse poi toccandosi lo stomaco che brontolava.
"Ci credo! Non hai mangiato nulla prima" osservò lei.
Lorenzo assottigliò gli occhi. "Esatto! Ultimamente hanno deciso che il mio pranzo è sacrificabile" si sfogò senza curarsi molto che la sua interlocutrice fosse anche la sua cliente. "Fai questo, quello.. entro oggi, entro domani mattina, entro un'ora al massimo" continuò e Cecilia scoppiò a ridere.
"Mi dispiace se siamo così" si scusò difatti e l'altro scosse la testa.
"Non siete voi, onestamente. Ma il team non è al completo ancora e giustamente questo non deve impattare sulla qualità di quello che vi diamo quindi.." lasciò in sospeso la frase e la ragazza annuì. Era tipico delle aziende chiedere il 200% alle persone senza però concedere più tempo.
"Potevi mangiare i biscotti" commentò la ragazza e Lorenzo la guardò torvo.
"Io odio quei maledetti biscotti e voi vi siete mangiati tutta la frutta!" esclamò additandola. Era vero: nemmeno una banana avevano lasciato.
Cecilia rise di nuovo e gli diede una leggera spinta sfiorando il braccio sinistro. 
A quel punto Lorenzo si voltò verso di lei, con una strana espressione in volto. Stava sicuramente macchinando qualcosa.
"C'è un posto qui vicino che fa degli hamburger buonissimi" buttò lì e Cecilia si morse il labbro inferiore. Aveva capito dove voleva andare a parare: si trattava sicuramente di un invito, nonostante non potesse essere considerato un appuntamento. "Ti va se ci andiamo?" le domando difatti a conferma che la stesse invitando.
"Ma non sono nemmeno le sette" osservò Cecilia. "Ceniamo all'inglese?" chiese e Lorenzo fece spallucce.
"Io mangerei ora perché sto a morì ma tu sentiti libera di magnà quando te pare" le rispose infilando qualche parola in 'romano'. Quando era in confidenza con qualcuno, non badava molto a parlare scorretto o a nascondere la cadenza.
Cecilia annuì farfugliando un 'ok'  e Lorenzo s'illuminò, o almeno così sembrò alla giovane.
"Quindi è un sì?" chiese conferma lui e la ragazza annuì di nuovo. A quel punto, Lorenzo la prese a braccetto e cambiò completamente direzione.

 

 

***

 

Tommi’s Burger Joint

37 Berwick Street

Stesso giorno

Ore 18,53




"Ti piacerà un sacco questo posto. Io ci vado spesso, soprattutto quando faccio tardi" le raccontò mentre camminavano verso il pub. Cecilia gli lanciava uno sguardo di tanto in tanto, si aspettava di diventare nervosa, d'imbarazzarsi al tocco di lui ma in verità si sentì a perfetto suo agio.
Quasi come se fossero amici da sempre, o abituati ad uscire insieme, ogni loro gesto era stranamente naturale.
Arrivati al pub, Lorenzo aprì la porta spostandosi di lato per lasciarla passare.
"Grazie!" gli disse voltandosi verso di lui e Lorenzo fece spallucce, sussurrando che non era niente.
Diedero un rapido sguardo alla sala individuando un tavolo vicino alle finestre e si sedettero.
Avrebbero dovuto ordinare al bancone, ma Lorenzo suggerì di consultare bene il menù dato che alcuni degli hamburger erano piuttosto particolari quindi voleva la pena esplorare le varie opzioni.
Dopo circa cinque minuti, Cecilia abbassò il menù e si guardò intorno per individuare il bancone. 
"Hai deciso?" le chiese lui e la ragazza annuì.
"Prendo il quinoa burger" lo informò e Lorenzo aprì la bocca per controbattere ma la richiuse immediatamente scuotendo la testa.
Cecilia scoppiò a ridere, era chiaro che la sua scelta non incontrasse l'approvazione del suo interlocutore. "Che c'è?" gli chiese difatti.
"Niente, ti porto a mangiare un hamburger e te ne esci con la roba vegana. Ma mica sei vegetariana o vegana?" domandò stressando l'ultima parola, dal tono utilizzato era chiaro che la dieta vegana non era di suo gradimento, anzi!
Cecilia rise di nuovo. "No, assolutamente. Ma mi andava di provarlo: c'è uno strano mix di ingredienti!" spiegò. "Melograno, zucca, feta" elencò alcuni degli ingredienti e Lorenzo annuì perplesso.
"Oook!" farfugliò. "Allora deciso?" chiese posando anche lui il menù.
Cecilia annuì e si avviarono insieme verso il bancone.
"Tu cosa prendi?" gli domandò essendo curiosa della scelta del suo accompagnatore.
"La specialità della casa: un burger grasso e soprattutto non vegano" disse facendo l'occhiolino e Cecilia roteò gli occhi.
Ordinarono i rispettivi hamburger e si accomodarono di nuovo al loro tavolo con due birre artigianali; come al loro solito, cominciarono a chiacchierare del più e del meno senza fermarsi un attimo se non quando arrivarono le ordinazioni al tavolo.
L'espressione di Cecilia si illuminò quando addentò il suo panino: Lorenzo aveva ragione, era ottimo e forse addirittura uno dei migliori che avesse mai mangiato.
"Visto? È troppo buono" affermò il ragazzo con gli occhi sognanti.
Non contenti ancora alla fine del pasto, decisero di dividersi una fetta di torta al cioccolato e di concludere la loro serata con altre due birre.
"Beh, direi che n'è valsa la pena" affermò Cecilia quando furono fuori dal pub.
Lorenzo annuì. "Ovvio" 
"Ma come torni?" le domandò poi sperando che facessero un po' di strada insieme.
"Metro fino ad Leicester e poi cambio con la Piccadilly" spiegò brevemente.
"Perfetto, andiamo insieme allora ma io scendo dopo" rispose e Cecilia sorrise. Anche a lei faceva piacere passare un altro po' di tempo insieme.
Erano quasi arrivati sul binario quando sentirono il suono del treno avvicinarsi, Lorenzo prese a correre afferrando la mano di Cecilia d'istinto e anche la ragazza cominciò a correre a sua volta seguendolo. Saltarono sul treno poco prima che gli sportelli si chiudessero, senza riuscire ad afferrarsi tuttavia ad alcuna presa e finendo inevitabilmente per scontrarsi quando il treno ripartì.
Cecilia infatti si sbilanciò in avanti e Lorenzo l'afferrò, utilizzando uno dei poggiamano alle sue spalle per sostenersi.
"Oddio, scusa!" disse la ragazza, ancora con il fiato corto per la corsa. Lorenzo sorrise rispondendo con un 'figurati' ma senza lasciare la presa.
"Mmm.. ho ripreso l'equilibrio" osservò lei senza però provare a liberarsi.
"Lo so" fu la risposta di Lorenzo e si avvicinò ancora di più al viso della ragazza che sgranò gli occhi deglutendo.
Era perfettamente consapevole di quello che sarebbe successo negli istanti immediatamente successivi, e sebbene il suo cervello urlasse che si trattava di una pessima idea, le sue labbra, volontariamente o involontariamente, si schiusero. 
Le mani di Lorenzo si mossero velocemente verso il viso della giovane, infilandosi fra i suoi capelli, e liberando così i suoi fianchi ma lasciandola senza difese in ogni caso.
Non avrebbe saputo impedirgli di baciarla, non che lo volesse particolarmente dopotutto.
Tuttavia, quella parte di lei, la sua parte razionale, rimasta un po' annebbiata dalla sequenza degli eventi, si risvegliò all'improvviso con l'annuncio dell'arrivo a Leicester Square.
Fu così che si allontanò interrompendo il contatto. "È la mia fermata" informò il suo interlocutore che la guardò perplesso.
Non capiva cosa stesse succedendo, era convinto che avrebbe avuto il suo bacio e per queste motivazioni, quando la ragazza si avvicinò agli sportelli, non esitò un secondo a seguirla.
Gli sportelli si aprirono nuovamente e scesero entrambi ma solo allora Cecilia si rese conto che Lorenzo l'aveva seguita.
"Che fai? Non dovresti andare a..?" non fece in tempo a completare la frase che si trovò le labbra di Lorenzo incollate alle sue.
Dopo un breve momento di esitazione, rispose al bacio, circondando il collo di lui con le sue braccia, e cercando di avvicinarlo di più a sé, quasi a voler rimarcare che questa volta non sarebbe scappato.
"Guarda che non vado da nessuna parte" le disse infatti Lorenzo riprendendo un attimo il fiato. 
"Lo so" fu il turno di Cecilia di pronunciare quella frase, e riprese il contatto senza trovare alcuna opposizione dall'altro lato. Probabilmente quel loro secondo bacio, arrivato a distanza di mesi ma dallo stesso sapore del primo, sarebbe durato ancora di più se non fosse stato per i passanti che iniziarono a lamentarsi del fatto che stavano ostruendo il passaggio.
"Mi sa che ti tocca andare" gli consigliò Cecilia quando gli sportelli dell'ennesimo treno si aprirono di nuovo. "Non ho fretta" rispose lui avvicinandosi di nuovo ma scontrandosi con la mano di Cecilia. "Vai, Lo" 
Il tono fermo di lei rese piuttosto chiaro che non ci sarebbe stato alcun seguito a quel secondo bacio e Lorenzo scosse la testa.
"Ok" rispose poco convinto e salì sulla metro. "Ci sentiamo dopo?" le domandò fiducioso e le labbra di Cecilia si allargarono in un sorriso. 
"Certo, a dopo!" confermò con lo stesso tono fiducioso.

 

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Angolo dell'autrice

Salveee! E niente, immagino che ormai eravate consapevoli che sarebbe successo, era questione solo di capire quando! E Lorenzo ovviamente non ha perso questa volta :D
E ora? Cosa succederà? 

Non mi dilungo molto e alla prossima :) 

Anto


 
   
 
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