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Autore: Btsuga_D    27/05/2019    8 recensioni
[COMPLETA] Nello slang giovanile, "Hook-up" é il famoso rimorchio senza impegno. L'accordo riguarda la possibilità di fare sesso senza che ci sia un sentimento sottostante. Suga, famoso Idol e rapper del gruppo BTS, è conosciuto per le sue "scappatelle di una notte" con le sue fan. La sua regola numero uno: tutto è concesso, tranne i baci sulla bocca. Per delle sfortunate circostanze, Kang Yorin è costretta a dover andare ad un fan-sign dei BTS al posto della sua migliore amica, venendo subito notata dal bel rapper. Yorin accetterà la sua offerta o resterà fedele alla sua regola numero uno, donarsi solo all'uomo che ama?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hook-Up
❖ Where Should I Sleep?



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La sua lingua sfiorò la mia per poi intrecciarvisi in modo peccaminoso. Dischiuse le labbra per convincermi a fare altrettanto e approfondire quel bacio datomi alla sprovvista, ma l’unica cosa che riuscii a fare fu rimanere immobile, le spalle premute contro il muro e gli occhi spalancati per lo shock.
 
Jungkook fece un passo in avanti e il suo ciuffo bagnato mi sfiorò la fronte mentre posava entrambe le mani sulle mie guance per attirarmi a sé ed esplorare ancora una volta la mia bocca, stavolta con maggiore ingordigia. Mi mancava il fiato. Interdetta, posai i palmi sui suoi pettorali e cercai di spingerlo via per costringerlo a staccarsi da me. Era strano. Era fottutamente strano. La sua lingua cercava la mia, che se ne stava immobile al suo posto, scioccata quanto la sottoscritta.
 
Baciare faceva davvero così schifo? Okay che era il mio primo bacio, ma pensavo fosse diverso. Piacevole. Invece avevo la viscida sensazione di avere in bocca una fottuta sanguisuga che stava per risucchiarmi la lingua.
 
Magari perché avevo sempre immaginato di baciare Jongin?
 
Arrivai al limite, soprattutto quando mi ricordai che quello appiccicato alle mie labbra era nientemeno che Jeon Jungkook, il ragazzo dall’aspetto innocente che invece non aveva perso l’occasione per saltarmi addosso. Ripresi il controllo e lo spinsi nuovamente all’indietro, facendolo indietreggiare senza alcuna fatica. Il maknae sollevò finalmente le palpebre e mi guardò negli occhi, ma il mio schiaffo gli fece deviare subito lo sguardo.
 
«Jeon Jungkook, che cazzo stai facendo?» gli domandai ricolma di rabbia. «Ti sei forse bevuto il cervello?»
 
Il moro rimase con la testa girata e lo sguardo perso nel vuoto. A giudicare dal rossore sulla sua guancia sinistra, doveva pizzicargli un sacco. E pensare che mi ero persino trattenuta. Si voltò nuovamente verso di me e non potei fare a meno di notare il suo sguardo confuso. Mi stava prendendo in giro? Quella confusa dovevo essere io.
 
«Io non ti capisco, Yorin,» mi disse senza troppi giri di parole. Le sue sopracciglia erano aggrottate. «È una tattica per confondermi oppure mi hai raccontato solo un mucchio di balle?»
 
Deglutii. «A… A cosa ti riferisci?»
 
«Lo sai benissimo!» mi urlò dritto in faccia. Cavolo, non lo avevo mai visto così arrabbiato. «Smettila di farmi ingelosire con Yoongi. Ho recepito il messaggio, quindi vedi di darci un taglio.»
 
Mi veniva voglia di prendere il primo aereo e andare a strozzare Ji Woo. Si può sapere cosa diamine gli aveva raccontato per farlo scaldare in questo modo? La mia migliore amica mi aveva davvero rivelato ogni cosa oppure si era lasciata sfuggire qualche dettaglio importante, tipo che la loro relazione era più intima di quanto pensassi?
 
Jungkook mi guardava dritto negli occhi e io non sapevo cosa rispondergli. Avrei potuto dirgli la verità, ma forse avrei finito per peggiorare le cose. Era come camminare sull’orlo di un precipizio senza sapere cosa ci fosse sul fondo. Un solo passo falso e le probabilità di peggiorare la situazione sarebbero aumentate a dismisura. Non volevo più far soffrire nessuno. Era questo il mio difetto.
 
«Non ti seguo,» risposi con una faccia da poker. Stavo cercando di rimanere impassibile dato che non sapevo di cosa stesse parlando. «Potresti spiegarmi?»
 
«Faccio di meglio. Te lo mostro.» Si allontanò per recuperare il suo cellulare. Picchiettò le dita sullo schermo finché non lo girò verso di me per farmi leggere la conversazione. «Magari ti rinfresca un po’ la memoria.»
 
Presi il cellulare dalle sue mani per poter leggere in tutta tranquillità la discussione tra lui e Ji Woo che era nata con l’unico scopo di conoscersi l’un l’altro. Tornai persino indietro, approfittando di quell’occasione per riempire il vuoto che la mia migliore amica non si era preoccupata di riempire.
 








 
Gli occhi stavano per uscirmi fuori dalle orbite, ma riuscii comunque a mantenere la mia imperscrutabile faccia da poker. Cavolo, dovevo proprio fare l’attrice. Sollevai lo sguardo su Jungkook mentre stringevo il telefono come se avessi voluto stritolarlo.
 
Ji Woo. Quella ragazza era forse impazzita? Cosa diavolo le era venuto in mente? Non lo sapeva che dicendo quelle cose mi aveva messo in una posizione ancora più difficile? Forse si era dimenticata che Jungkook si ricordava a malapena della sua esistenza? Tutto ciò che gli diceva, si rifletteva sulla sottoscritta.
 
«Ti sei innamorata di Yoongi-hyung?» mi domandò il maknae con occhi tristi. La sua collera era scomparsa. «Per questo ultimamente sembrate così affiatati?»
 
La sua espressione scoraggiata mi provocò un dolore nel petto. Jungkook stava soffrendo per colpa mia, per una bugia che avevo raccontato senza riflettere. Mi ero ripromessa di non far soffrire più nessuno, ma continuavo a commettere sempre lo stesso errore. Quanto potevo essere stupida?
 
«Jungkook, io…»
 
«Perché ti comporti così? Io davvero non riesco a capire…» disse amareggiato. «Prima dici che sono la persona più importante della tua vita, poi vengo a sapere da Jimin che sei rimasta da sola con Yoongi nel camerino a fare chissà cosa. Subito dopo vi becco nel corridoio, a scherzare come due fidanzatini alla prima cotta.» Era partito, ormai non lo fermava più nessuno. «Anche il fatto dell’erezione… pensavo che lo avessi fatto per vendicarti di lui, per questo non ci ho dato tanto peso. Poi messaggi con me tutta la notte e mi confidi che semmai fossimo rimasti da soli, avresti voluto che ti baciassi.»
 
Deglutii. Quella conversazione stava degenerando. «Jungkook-»
 
«Eppure sull’aereo ti sei fatta consolare da lui…» m’interruppe senza troppe cerimonie. «Magari è stata anche colpa mia, che non ho avuto il coraggio di alzarmi e abbracciarti come invece ha fatto Yoongi, ma quando hai detto che volevi dormire insieme a me… ammetto di essermi tranquillizzato. Finalmente eri tornata la ragazza che mi aveva scritto tutti quei messaggi, quelle parole che ai miei occhi sono sempre state sincere. Eppure, nonostante fossimo finalmente da soli, sei andata da Yoongi,» mi rinfacciò come se fosse stato il peggiore dei tradimenti. «Perché devi andare da Yoongi ogni volta che siamo insieme? Davvero lo usi per farmi ingelosire?»
 
«No, Jungkook!» riuscii finalmente a dire. «Non lo uso per farti ingelosire.»
 
«Allora perché lo fai? Perché mi hai respinto in quel modo quando ti ho baciato?! Sei stata tu a dirmi che lo volevi!»
 
«Perché mi piace Yoongi!»
 
Mi morsi la lingua non appena pronunciai quella frase che mai avrei pensato potesse uscirmi di bocca. Onestamente, il discorso di Jungkook mi aveva fatto capire quanta rabbia avesse nel cuore. Cosa sarebbe successo se avessi scelto di dirgli la verità tirando di mezzo Ji Woo? L’avrebbe odiata. L’avrebbe odiata a morte per averlo preso in giro. Avrebbe odiato sia lei che me, senza offrirci alcuna possibilità di redenzione.
 
Jungkook aveva un animo buono, ma proprio per questo non ci avrebbe pensato due volte a portarci rancore. Se volevo tenere Ji Woo lontana dai guai, dovevo dare al maknae una ragione valida per lasciarmi in pace. Dovevo fare in modo che mi odiasse. Yoongi era stato il mio primo pensiero, la scusa perfetta per allontanarlo. Suga era uno dei suoi migliori amici e di certo Jungkook non avrebbe osato fargli un torto. Non se ero io ad ammettere il mio interesse per lui.
 
«Che cosa hai detto…?» mi domandò sottovoce, l’espressione completamente sconvolta. «Yoongi… ti piace?»
 
«C’è una netta differenza tra l’idolatrare il proprio bias e provare interesse per qualcuno. Io ti ho sempre ripetuto di essere una tua fan. Tu sei il mio idolo ed è ovvio che provi dei sentimenti affettuosi nei tuoi confronti, ma…» Mi leccai le labbra prima di dischiuderle nuovamente. «Questo è solo un amore platonico, e tale dovrà rimanere.»
 
Jungkook assottigliò gli occhi. «Platonico?»
 
«Sì,» confermai. «Platonico. L’amore di un fan verso il suo cantante preferito. Nulla di più.»
 
«Volevi che ti baciassi,» tornò all’attacco. «Non c’è nulla di platonico nel voler baciare qualcuno!»
 
«Era una semplice supposizione, Jungkook!» urlai. Urlai per far valere le mie ragioni, ma anche per consolidare quella marea di stronzate che gli stavo propinando solo per far sì che cominciasse ad odiarmi. «Non tutti i sogni sono fatti per avverarsi. Alcuni è meglio che restino delle fantasie.»
 
«Hai paura che possa deludere le tue aspettative?» ci provò ancora. «Hai paura che una volta tolta la maschera da idol potrei non piacerti più? Io mi sono già confidato con te, Yorin. Ti ho detto tutto ciò che mi passava per la testa. Ti ho raccontato ogni mia più piccola paura perché pensavo fossimo uguali. E dopo tutto quello che ci siamo detti, te ne esci con “È un amore platonico”? Ma fai sul serio?»
 
«Pensavo lo avessi capito,» risposi fredda nonostante sentissi le lacrime pizzicarmi gli occhi. «Quello che provo per te non è amore, Jungkook. È solo adorazione.»
Quello fu il colpo di grazia. Lo capii dalla scintilla che abbandonò gli occhi del maknae. Ero stata cattiva, tagliente. Volevo che Jungkook si liberasse di questa strana idea che si era fatto di me e farla crollare come un castello di carte. Io non ero la persona di cui si era infatuato. Non ero Ji Woo, la ragazza che gli era entrata nel cuore senza alcuno sforzo. Stavo solo cercando di fargli vedere la vera Kang Yorin, la tipa stronza che non sapeva capirlo e che non si meritava tutte le sue attenzioni. La sua falsa anima gemella.
 
«Ti credevo una persona diversa,» disse con rammarico ed evidente delusione. «A quanto pare mi sbagliavo.»
 
Mi voltò le spalle e si chiuse nel bagno, uscendo qualche minuto dopo con indosso una felpa e un paio di pantaloni della tuta. Aveva ancora i capelli bagnati. Si avvicinò nuovamente a me, che ero rimasta immobile contro la porta, incapace di spostarmi.
 
«Vado a prendere una boccata d’aria,» mi disse senza guardarmi in faccia, facendomi capire che dovevo spostarmi per lasciarlo passare. «Non aspettarmi alzata.»
 
Annuii e mi spostai leggermente per permettergli di aprire la porta. Neanche io avevo il coraggio di guardarlo negli occhi. Nel momento in cui stava per richiudersi la porta alle spalle, improvvisamente parlò.
 
«Non innamorarti di Yoongi-hyung.» La sua voce ricolma di amarezza mi vibrò nelle orecchie. «Non farlo mai. Lui vuole solo portarti a letto e poi abbandonarti per cercare la sua prossima preda, ma sono sicuro che te ne sei già accorta.» Lo sentii sospirare. «Quello che c’è tra noi sarà anche un amore platonico, ma quello con Suga è solo un amore a senso unico. Pensaci bene prima di fare qualcosa di cui potresti pentirti.»
 
Sbatté la porta senza lasciarmi il tempo di replicare. Mi ritrovai da sola in quella camera d’albergo, con mille pensieri per la testa e il dubbio di aver fatto la cosa giusta. Certo, ero riuscita a farmi odiare da Jungkook, ma ne era valsa la pena?
 
Quello sguardo deluso negli occhi del maknae aveva fatto davvero male, ma perlomeno ero riuscita ad evitare che lo rivolgesse anche a Ji Woo. Il moro non mi avrebbe perdonato facilmente, ma ero sicura che avrebbe dato una possibilità alla mia amica. Perché nonostante tutto, Jungkook non era come Yoongi. Nonostante le delusioni, il maknae dei BTS credeva ancora nell’amore.
 
Scivolai a terra stringendomi le ginocchia. Perché non volevo far soffrire Ji Woo? Forse perché mi ricordava troppo mia sorella, la persona a cui avevo fatto del male senza neanche rendermene conto. Non volevo ripetere lo stesso errore, per questo stavo cercando di tenerla fuori da quella situazione che le avrebbe fatto ottenere solo odio e rancore. La rabbia che Jungkook avrebbe rivolto a Ji Woo, l’avevo semplicemente deviata su me stessa. Solo su me stessa.
 
Non potevo dormire in quella camera con la situazione che si era venuta a creare. Mi alzai in piedi e afferrai la valigia, recuperando anche il cellulare che avevo tenuto nascosto a Jungkook. Era zeppo di chiamate da parte di Jongin. Cavolo, è vero che avevamo deciso di incontrarci nel nostro posto in riva al fiume, ma in quel momento ero troppo stanca per riuscire a sostenere una conversazione con lui. Lo avrei richiamato il giorno dopo.
 
Aprii la porta e mi ritrovai nel corridoio illuminato dalle piccole luci sul soffitto. Quasi mi scontrai con Jimin, che si fermò dal salutarmi quando vide la mia espressione triste.
 
«Yorin, cosa-»
 
«Che c’è? Vuoi saltarmi addosso anche tu?» domandai con finta ilarità. Non riuscivo neanche più ad arrabbiarmi. «Dovresti sapere che non c’è due senza tre. Tu hai problemi solo a capire cosa viene dopo, giusto?»
 
Stranamente, Jimin non se la prese per quella frecciatina sul numero che ultimamente lo stava perseguitando. Anzi, la sua preoccupazione crebbe a dismisura. «S-Saltarti addosso? Perché mai dovrei…?» Abbassò lo sguardo. «E dove stai andando con quella valigia?»
 
«A dormire.»
 
Non aggiunsi altro e me lo lasciai alle spalle. Percorsi il corridoio finché non arrivai alla camera che m’interessava. Per fortuna avevo memorizzato i numeri delle loro stanze. Bussai finché la porta non si aprì, rivelando il volto assonnato di Kim Seokjin che stringeva a sé il povero RJ.
 
«Yorin?» domandò strofinandosi gli occhi gonfi. «Ma lo sai che ore sono? Hai interrotto il mio sonnellino di bellezza.»
 
«Scusa, scusa. Potresti andare a dormire nella camera di Jungkook? Io mi trasferisco qui.»
 
Il sonno abbandonò velocemente il suo viso. «C-Cosa? Perché?» domandò con gli occhi spalancati. «Quel teppista ti ha fatto qualcosa? Io glielo avevo detto che-!»
 
«No, semplicemente non mi va di stare in stanza con un ragazzo che se ne va in giro con solo un asciugamano legato in vita. Mi mette a disagio,» mentii. «Quindi dormo con Kim Namjoon.»
 
«Eeh? Con Kim Namj-»
 
Prima che potesse concludere la domanda, m’intrufolai nella stanza e lo spinsi in corridoio, chiudendogli la porta in faccia. Abbandonai lì la valigia e mi lanciai sul letto senza nemmeno chiedere il permesso. Sprofondai con il viso nel cuscino, ma mi convinsi a rialzarlo quando sentii due occhi marchiarmi a fuoco la pelle.
 
«La smetti di fissarmi? Non riesco a dormire,» mi lamentai osservando gli occhi increduli del Leader. Indossava un pigiama con degli animaletti blu stampati sopra. Per poco non gli scoppiai a ridere in faccia. Prima Jin con quella specie di pecora bianca e ora lui con l’allevamento di koala sulla maglietta. Però dovevo ammettere che quei BT21 erano adorabili. Ovviamente li conoscevo grazie a Ji Woo, che aveva tempestato la casa di penne, ciabatte e peluche di quel brand.
 
«Dov’è finito Seokjin?» domandò mettendosi a sedere sul materasso. «E tu che diavolo ci fai qui? Non mi pare di averti invitato ad entrare,» disse coprendosi il petto con il lenzuolo, come se fosse in imbarazzo.
 
«Che c’è? Hai paura che ti salti addosso?» ridacchiai per poi tornare subito seria. Mi sistemai contro il cuscino e socchiusi gli occhi. «Vai a dirlo ai tuoi adorabili compagni di avventure. Due di loro mi hanno già fatto un agguato. Spero che non ce ne sia un terzo oppure stanotte sbotto sul serio. Giuro che vado a dormire sul tetto insieme ai gatti.»
 
Namjoon sembrò rilassarsi. Lasciò cadere il lenzuolo e poggiò la schiena contro il cuscino, continuando a guardarmi negli occhi. «Uno è di sicuro Yoongi,» disse con convinzione. «Ma l’altro?»
 
«C’è bisogno che te lo dica?»
 
«Jungkook,» rispose subito sollevando gli occhi al cielo. «Maledizione! Lo sapevo…»
 
Le mie labbra si stirarono verso l’alto. «Allora sei davvero perspicace come dicono. Pensavo fosse solo una trovata pubblicitaria per dare più visibilità al tuo personaggio. Finalmente qualcosa di vero.»
 
«Cosa stai insinuando?» domandò infastidito. «Che siamo… falsi? Tu non dovresti proprio parlare visto quello che stai facendo a Jungkook. Devo forse ricordarti perché ti è saltato addosso?»
 
Sbuffai. «Ma chi sei, il compagno di pettegolezzi di Yoongi? Perché ti racconta sempre tutto?»
 
«Perché io sono il Leader ed è compito dei miei compagni informarmi riguardo tutto ciò che accade nel gruppo,» spiegò con severità. «Risolvere i problemi fa parte del mio ruolo e dei miei doveri,» aggiunse squadrandomi dalla testa ai piedi. Era ovvio che si stesse riferendo a me.
 
«Sta’ tranquillo. Ora Jungkook mi odia.»
 
«In che senso ti odia?» chiese aggrottando le sopracciglia. «Gli hai detto la verità?»
 
«No, ho semplicemente gonfiato la bugia fino a farla scoppiare. Sono ancora d’accordo con il piano di Yoongi di presentargli Ji Woo. Quando quei due s’incontreranno, tutto tornerà al proprio posto. Jungkook sarà di nuovo felice con la persona che lo comprende più di chiunque altro… e io continuerò a ricevere il suo odio, com’è giusto che sia.»
 
Restammo in silenzio per parecchi minuti, così tanti che quasi mi addormentai. Poi la voce di Namjoon mi ripescò dal mondo dei sogni. «Io non ti odio,» sussurrò, quasi come se lo stesse dicendo a se stesso. «Magari qualche volta ti do questa impressione, ma non ti odio.»
 
«Dici sul serio?» domandai in dormiveglia. «Allora perché sei sempre sulla difensiva?»
 
«Perché per me sei un pericolo. Un pericolo per i BTS e soprattutto per Yoongi.» Non appena udii quel nome, raddrizzai la schiena. «Sono sicuro che sai già come funzionano le cose nel mondo dello spettacolo. Yoongi è completamente assuefatto da te, Yorin. Non sei un semplice passatempo, e questo non va bene. Sono contento che sei riuscita ad allontanare Jungkook, ma cerca di farlo anche con Yoongi. Te ne sarei grato.»
 
«Non sono io che devo allontanarmi da Yoongi. È Yoongi che deve allontanarsi da me.» Sospirai e sprofondai nuovamente nel cuscino. «Io ho già chi mi fa battere il cuore, e posso assicurarti che non è nessuno dei tuoi membri.»
 
Namjoon si massaggiò il retro del collo. «Non ti ho mai ringraziato per non aver portato quelle foto alla polizia,» mi sorprese. «Yoongi deve esserti sembrato un pervertito, ma ti assicuro che non asservirebbe mai una donna per soddisfare il proprio piacere. Magari a volte ha degli atteggiamenti un po’ eccessivi, ma non si spingerebbe mai oltre il suo limite.» Sospirò platealmente. «Ma tu gli dai del filo da torcere.»
 
«Lo sappiamo tutti e due che vuole solo portarmi a letto,» affermai ricordandomi le parole di Jungkook. «È solo una fissazione momentanea. Gli passerà quando troverà di meglio.»
 
«Spero davvero che sia così.»
 
La porta si spalancò all’improvviso e dall’oscurità apparvero Jimin e Hoseok. E ora che diavolo volevano quei due? Ma cosa più importante, come diavolo avevano fatto ad aprire la porta?
 
«Yorin!» urlò J-Hope avvicinandosi per controllare che fossi tutta intera. «Jimin mi ha detto che ti ha vista entrare in camera di Jin e Namjoon. Perché stai qui a dormire con questo pervertito?!»
 
Spalancai gli occhi. «Pervertito?» domandai voltandomi verso Namjoon. Perché era diventato tutto rosso? «Stai parlando di Namjoon?»
 
«Certo che sto parlando di Namjoon!» affermò indispettito puntandogli il dito contro. «Non lo sai che questo tipo non fa altro che guardare porno?! Piuttosto, vieni a dormire con me e Jimin!»
 
«Ma la vuoi chiudere quella bocca?!» tuonò Namjoon alzandosi in piedi sul materasso. «Io non guardo nessun porno!»
 
«Sì, e io sono alto un metro e ottantadue,» ribatté Jimin. «Secondo te perché il tuo computer è pieno zeppo di virus? Non fai in tempo ad accenderlo che hai già il desktop tempestato di donne mezze nude! Neanche Suga-hyung è arrivato a quei livelli!»
 
«Io almeno me lo tengo nei pantaloni!»
 
Mi alzai senza dire niente e mi diressi verso la porta. Giuro, ne avevo abbastanza. Ogni camera sembrava la tana di un lupo, e in questa si erano aggiunte anche le due iene scassapalle.
 
«Yorin?» mi chiamò Hoseok mentre cercava di soffocare Namjoon. Ovviamente lo stava facendo per gioco. Credo. «Dove stai andando?»
 
«A cercare una persona normale con cui poter dormire. Voi due fate un chiasso allucinante. Mi avete fatto venire il mal di testa.»
 
Mi sbattei la porta alle spalle e camminai fin quando i miei piedi non mi portarono sulla gigantesca terrazza riservata ai VIP. Era al coperto e c’erano anche delle panchine. Potevo sdraiarmi lì e concedermi qualche ora di sonno. Peccato che il posto fosse già occupato.
 
«Yorin?» mi chiamò una voce profonda. Diamine, quasi quasi preferivo quando nessuno conosceva il mio nome. Stavo cominciando ad odiarlo. «Cosa ci fai qui? Non stavi dormendo con Jungkook?»
 
«Taehyung,» dissi con voce assonnata. «Piccolo cambio di programma. Tu non stavi dormendo con Yoongi?»
 
«Sì, ma continuava a sbuffare e rigirarsi nel letto, così mi sono alzato per cercare un po’ di pace.» Picchiettò il posto accanto a sé. «Mi fai compagnia?»
 
Annuii. Non so perché, Taehyung mi aveva sempre fatto una buona impressione. Mi sedetti accanto a lui e il moro mi sistemò una coperta sulle gambe. «Cosa stavi facendo?» gli domandai accoccolandomi contro lo schienale della panchina.
 
«Guardavo le stelle,» fece spallucce osservando il cielo. «Speravo di vedere qualche ufo.»
 
«Ufo?» domandai con gli occhi chiusi. «Ci credi davvero?»
 
«Certo. Sai che noia se fossimo gli unici nell’universo? Io sto ancora aspettando che uno di loro venga a rapirmi. Magari mi sentirei meno incompreso,» ridacchiò, ma nella sua voce percepii una nota amara che mi fece risollevare le palpebre. «Io per te sono strano?»
 
«Se per strano intendi che non salti addosso alle ragazze come i tuoi amici al piano di sotto, allora sì, sei strano.» Poggiai la testa contro il suo braccio. «Ma non credere. A volte strano è sinonimo di normalità.»
 
«Lo pensi davvero?»
 
«Al cento per cento,» dichiarai. «Dopotutto, questo mondo funziona al contrario.»
 
Lo sentii ridacchiare. «È vero. A volte bisogna fare l’opposto di ciò che si vuole per farsi piacere dalla gente.» Sospirò. «Noi lo sappiamo fin troppo bene.»
 
«Taehyung… Posso farti una domanda?»
 
«Certo. È su Yoongi?»
 
Wow, come diavolo faceva a saperlo? Annuii. «Quando eravamo in aereo… hai detto che Yoongi non bacia nessuno,» affermai sottovoce. Avevo paura che potesse essere un argomento tabù visto che Namjoon gli aveva impedito di continuare. «Potresti spiegarmi cosa significa?»
 
 
Mi svegliai di soprassalto quando sentii il cellulare squillare sul comodino al mio fianco. Sbuffai per la frustrazione e mi massaggiai gli occhi gonfi, risultato di una notte passata in bianco. Le truccatrici avrebbero dovuto fare miracoli per risistemarmi la faccia. Avevo la netta sensazione di assomigliare ad uno zombie.
 
Allungai un braccio per prendere il telefono e risposi senza neanche guardare chi mi stesse chiamando.
 
«Chi è che rompe il cazzo di prima mattina?» mi lamentai con voce roca mentre passavo le dita tra i ciuffi neri che mi solleticavano la fronte, assicurandomi che il rompiscatole potesse sentire quanto fossi infastidito dalla sua chiamata.
 
«Buongiorno anche a te.»
 
Mi bloccai non appena udii quella voce. Allontanai il telefono per leggere il nome sul display e confermare ciò che le mie orecchie avevano appena sentito. Riavvicinai il ricevitore all’orecchio. «Che cosa vuoi?»
 
«Oh, andiamo… Non ci sentiamo da un po’ e mi tratti in questo modo?»
 
«Taglia corto, Soo Jin. Non sono dell’umore,» la bloccai mettendomi a sedere. «Ho passato una nottata di merda.»
 
«Vuoi che ti faccia ritornare il buon umore?» mi domandò con quella sua solita voce sexy con cui cercava sempre di corrompermi. Dovevo ammettere che funzionava. «Ti va? Ho un po’ di tempo libero prima di girare la prossima scena.»
 
Sesso telefonico. Io e Soo Jin avevamo fatto anche quello. Ogni volta che partivo per l’estero o per un tour, lei telefonava per farmi cadere dritto nella sua trappola. Certo, preferivo toccare con mano ciò che mi faceva eccitare, ma non ero il tipo che si tirava indietro di fronte a proposte del genere. Si trattava pur sempre di sesso, e in quel momento ne avevo un disperato bisogno. Sentivo ancora la pelle di Yorin sotto le mie dita. Al solo pensiero, buttai la testa all’indietro, sprofondando nel cuscino oltre le mie spalle. Non riuscii a trattenere un gemito soffocato, che raschiò subito le pareti della mia gola.
 
«Quello era un sì?» mi prese in giro Soo Jin. «Sai dove mi sto toccando in questo momento?» sussurrò nel ricevitore.
 
Chiusi gli occhi e la mia mano scivolò verso l’orlo dei pantaloni. «No, dove ti stai toccando?»
 
«Vuoi che ti mandi un video?»
 
Sospirai. «Anche due.»
 
Cazzo, come avevo fatto a ridurmi in quel modo? Ero proprio disperato. Le mie dita presero ad accarezzare la stoffa che ricopriva la mia intimità mentre chiudevo gli occhi, abbandonandomi al piacere che per ora ero costretto a darmi da solo, peccato che la mia testa focalizzò il volto di Yorin al posto di quello di Soo Jin.
 
Il mio cuore mi stava mettendo ancora una volta nei casini. Perché era così difficile togliermela dalla testa? Che cos’aveva Yorin più delle altre? Stavo cominciando a pensare che mi eccitava il fatto che a letto potesse essere attiva, ma allora non si spiegava perché avevo provato quella profonda gelosia nei confronti di Jungkook. Non ero mai stato geloso dei miei compagni, neanche quando avevano mostrato un certo interesse per qualche ragazza che mi ero portato a letto. Se non fosse stato per i rimproveri di Namjoon, avrei potuto benissimo condividerle con loro.
 
Eppure, il solo pensiero che lei e Jungkook fossero nello stesso letto… mi aveva tenuto sveglio tutta la notte. Chissà cosa diavolo avevano fatto quei due? Conoscevo bene Jungkook e di certo non era il ragazzino ingenuo che voleva far credere. In passato, spesso e volentieri aveva bussato alla porta della mia stanza per chiedermi dei consigli o qualche preservativo, altro che lezioni di musica. Questo è quello che aveva raccontato a Jin.
 
Avevo passato la notte ad immaginare i peggio scenari. Nonostante Yorin fosse restìa, dovevo ammettere che Jungkook ci sapeva fare con le donne, e poi lei aveva deciso spontaneamente di dormire con lui. Mi ero ripromesso di allontanarmi da lei, ma più cercavo di distanziarmene, più aumentava l’attrazione che provavo per quella fottuta ragazzina. Yorin sarebbe stata la mia rovina, soprattutto perché mi era balenato in testa il pensiero che forse avrei potuto dedicarle più di una notte. A me, che non concedevo delle seconde occasioni a nessuno.
 
Ora che era finalmente mattina, dovevo scoprire che cosa diavolo era successo in quella stanza, a costo di buttare giù la porta. Ero anche intenzionato a scoprire chi avesse mandato a puttane la prenotazione che avevo fatto. L’avrei preso a calci nel culo fino alla mattina successiva.
 
«Soo Jin, ferma,» la bloccai aprendo gli occhi di scatto. «Non mandarmi niente. Mi è passata la voglia,» l’avvisai alzandomi dal letto.
 
«C-Cosa? Perché?!» domandò incredula. La sua voce da gallina diventò sempre più insopportabile mentre m’infilavo una maglietta a casaccio e dei jeans strappati sul ginocchio.
 
«Perché ho voglia di vedere qualcun altro.»
 
Le chiusi il telefono in faccia e proprio in quel momento mi resi conto che Taehyung non c’era. Si era alzato prima di me? Probabile visto che ero sempre l’ultimo a svegliarmi. Aprii la porta e mi diressi a passo spedito verso la camera di Jungkook. Era dalla sera precedente che avevo una voglia matta di fiondarmi in quella stanza e trascinare via Yorin. Almeno ora avevo la scusa che doveva prepararsi per il lavoro. Era pur sempre la mia assistente.
 
Bussai, ma venne ad aprirmi l’ultima persona che pensavo di trovare là dentro. «Seokjin-hyung?» dissi incredulo. «Che ci fai nella stanza di Jungkook? Dov’è Yorin?»
 
«Secondo te?» domandò indispettito. «Yorin mi ha fatto fare cambio perché questo ragazzino se ne andava in giro mezzo nudo.» Spostai lo sguardo oltre le spalle di Seokjin e incrociai gli occhi con quelli del maknae ancora disteso nel letto. Il più giovane si voltò subito dall’altra parte, evitando il mio sguardo. «Sul serio, i giovani d’oggi non hanno un minimo di pudore. Comunque quella ragazza non sa cosa sia il rispetto per i più grandi! Mi ha cacciato dalla mia stanza dicendo che avrebbe dormito con Namjoon. Ci credi che mi ha disturbato mentre ero nel pieno del mio sonnellino di bellezz-»
 
Mi voltai e lo lasciai lì mentre alle mie spalle riecheggiava un: «Stavo parlando con te, delinquente! Ora capisco perché t’intendi così bene con quella ragazzina! Siete entrambi dei maleducati!»
 
«Da che pulpito,» rispose Jungkook. «Tu sei il primo che non mi fa mai finire di parlar-»
 
«Tu taci, teppista!» lo zittì Jin senza dargli alcuna possibilità di continuare. «La ramanzina di stanotte non ti è bastata?»
 
«Eccome se mi è bastat-»
 
«Bene! Andiamo a fare colazione. Ho saputo che ci sono i pancake.»
 
Non avrei voluto essere nei panni di Jungkook. Quando Jin entrava in modalità Golden Hyung, non lo fermava più nessuno. Altro che Super Sayan. Forse per questo avevo avuto la sensazione che il maknae mi stesse guardando male. Seokjin doveva avergli rovinato l’umore.
 
Mi venne da ridere al pensiero che Yorin fosse scappata dalla stanza dopo aver visto Jungkook mezzo nudo. Si trattava davvero della stessa ragazza che era rimasta di fronte a me in reggiseno? La stessa che aveva avuto la faccia tosta di dire che era la stessa cosa che stare in costume da bagno? Quella volta non mi aveva dato l’impressione di essere così timida. Che cos’altro mi stava nascondendo? Il mio buon umore sparì quando mi ricordai che Yorin aveva dormito con Namjoon. Davvero aveva scelto il Leader dipendente dai porno? Cazzo!
 
Cominciai a correre e bussai più volte alla porta, ma nessuno venne ad aprirmi. Preso dal panico, la spalancai senza preoccuparmi di ciò che avrei potuto trovare all’interno della stanza. Namjoon non chiudeva mai la porta a chiave, un difetto che Seijin continuava a fargli presente. Cosa sarebbe successo se qualche sasaeng fosse riuscita ad eludere la sicurezza e avvicinarsi alla sua camera?
 
Mi fermai sulla soglia mentre i miei occhi cercavano di adattarsi all’oscurità. Allo stesso tempo, le mie orecchie catturarono un leggero ronfare che di certo non apparteneva a Yorin. Accesi la luce e senza volerlo accecai i tre soggetti che stavano dormendo nel letto a due piazze. Ci misi un po’ per realizzare la situazione.
 
Namjoon era nel mezzo, con Hoseok alla sua destra che teneva le braccia spalancate e una mano spiaccicata sulla faccia del Leader. Dall’altra parte, Jimin teneva poggiata una gamba sul lungo busto di RM, la testa rivolta dall’altra parte e la bocca spalancata insieme alla maglietta del pigiama leggermente sollevata. Il suo stomaco aveva ancora qualche accenno di addominale.
 
«Che diavolo state facendo?» domandai incredulo. «Non ditemi che Yorin è sepolta lì sotto?» chiesi ancora indicando lo spazio che s’intravedeva sotto il mucchio di lenzuola sgualcite. Stavo per ribaltarli con tutto il letto.
 
«Sepolta? Perché sepolta?» ribatté Jimin con gli occhi chiusi. Mi sa che stava ancora dormendo. «È morta?»
 
«Chi è morto?» J-Hope raddrizzò di scatto la schiena, mostrando la sua faccia assonnata e i capelli disordinati che sparavano verso l’alto. «Giuro che ieri ho solo fatto finta di soffocare Namjoon. Quando ho controllato respirava ancora.»
 
«Fate silenzio. Voglio dormire,» si lamentò RM voltandosi e nascondendo la testa sotto il cuscino. «Stanotte russavate come delle mietitrebbie. Avrei dovuto uccidervi nel sonno.»
 
«Le mietitrebbie non russano,» sottolineò Jimin con la voce impastata dal sonno e un leggero broncio. «Al massimo grugniscono.»
 
J-Hope si massaggiò il retro della testa con un occhio aperto e l’altro serrato. «Ma che diavolo sta blaterando?»
 
«Che ne so io,» rispose Namjoon da sotto il cuscino. «Lo sai che appena sveglio non riesce a connettere. Sembra strafatto.»
 
«Ragazzi,» li chiamò Jimin rotolando pigramente sul materasso e finendo contro la schiena di Namjoon. Si grattò lo stomaco scoperto con la mano destra. «Se non russano o grugniscono… allora come fanno le mietitrebbie?»
 
Hoseok sollevò gli occhi al cielo. «Eccolo che ricomincia con le domande fuori luogo.»
 
«Una volta ne ho vista una in un campo che stava-»
 
«Scusate!» interruppi il più piccolo. «Mi dite dove cazzo è Yorin? Non me ne frega un fottuto accidente di come fanno le mietitrebbie!»
 
«Hai provato nella tua stanza?» mi domandò Hoseok gettando nuovamente la testa sul cuscino. «Ieri se n’è andata dicendo che facevamo troppo casino. Stava cercando qualcuno con cui dormire.»
 
«In camera mia non c’era! Me ne sarei accorto. Il letto era vuoto e-»
 
Mi bloccai. Taehyung e Yorin erano gli unici che mancavano all’appello. Mi colse un fastidio improvviso che mi accarezzò la bocca dello stomaco e mi obbligò a deglutire nella mia gola secca. Corsi via dalla stanza con Namjoon che mi urlava dietro di farmi trovare pronto entro mezz’ora perché dovevamo provare per i Billboard Music Awards. Attraversai il corridoio finché non arrivai alle scale, diligentemente sorvegliate da due bodyguard.
 
Dove diavolo erano finiti quei due? Le altre stanze sul piano erano occupate dai Manager e dal resto dello Staff. Non potevano essere spariti nel nulla. Mi voltai indietro e quasi sobbalzai quando vidi Taehyung appoggiato comodamente contro una colonna, le braccia conserte e un sorrisetto stampato sul viso.
 
«Hai perso qualcosa?» mi prese in giro.
 
«Hai visto Yorin?»
 
Non sembrò sorpreso dalla domanda. Piegò un braccio e indicò il soffitto sopra la sua testa. Sorrise di nuovo. «Stava dormendo sulla terrazza.»
 
Razza di stupida. Passai davanti a Tae e mi fiondai nell’ascensore mentre il minore continuava a guardarmi con quel sorrisetto soddisfatto di chi la sapeva lunga. Raggiunsi in fretta l’ultimo piano e i miei occhi ispezionarono velocemente il luogo prima di posarsi sulla piccola figura distesa sulla panchina in posizione fetale.
 
Quel posto era al coperto ma faceva comunque freddo. Sul serio preferiva dormire su una sporca panchina piuttosto che entrare nel mio letto? Mi avvicinai, ma arrestai i miei passi non appena le fui a qualche centimetro di distanza, gli occhi fissi sulle sue palpebre abbassate, le ciglia scure e le labbra dolcemente dischiuse. Quel bruciore allo stomaco si presentò più forte di prima e non riuscii a trattenere una smorfia che mi fece arricciare il naso.
 
M’incantai. Rimasi lì a fissarla come se mi trovassi di fronte ad un’opera d’arte esposta in qualche famoso museo. I suoi lunghi capelli mori le facevano da cuscino mentre il suo respiro le sollevava il seno piccolo e perfetto. Senza sapere come o perché, mi ritrovai in ginocchio. Le mie dita si appoggiarono al bordo della panchina, sfiorando la pelle del suo braccio su cui aveva appoggiato la testa.
 
La sovrastavo, eppure, per qualche strana ragione, era lei a sovrastare me.
 
Di fronte a Yorin, mi sentivo nudo. Indifeso. Quasi come se rendesse inefficace ogni mio tentativo di restarle lontano. Era come una calamita, un uragano che m’imprigionava al centro del suo occhio. Anche se riuscivo a liberarmi, la sua forza continuava ad attrarmi verso di lei. O forse era semplicemente lei che continuava ad attrarmi.
 
Le mie labbra erano a un centimetro dalle sue. Proprio come l’ultima volta, assaporavo già la sensazione della sua lingua, il calore del suo respiro che si fondeva con il mio. Immaginai di farla mia su quella panchina mentre il bruciore allo stomaco diventava sempre più insopportabile. Avevo la pelle d’oca e il respiro pesante, un mix di emozioni che mi stava pregando di fiondarmi sulle sue labbra minuscole e rosate.
 
Eppure, mi ritrovai con gli occhi nei suoi. Aveva appena sollevato le palpebre e mi osservava con una profondità e una confusione tale da farmi annegare in quelle pozze castano-dorate. Non riuscivo a staccarmene. Sollevai una mano e le accarezzai dolcemente una guancia, spostando poi il pollice sul suo labbro inferiore. Lei non fece nulla per fermarmi. Mi guardava con la stessa intensità con cui la stavo guardando io. Le sue iridi erano ricolme di mille pensieri, riflessioni che non riuscivo a decifrare nonostante avvertissi che fossero profondi quanto il suo sguardo.
 
Mi chinai su di lei, sovrastandola ancora di più. I nostri nasi si sfiorarono e diressi gli occhi sulle sue labbra che stavano per toccare le mie. La mia mano scivolò lungo il suo viso e le passai due dita sotto il mento per sollevarle il volto e catturare ciò che desideravo.
 
«Taehyung mi ha detto che stai ancora aspettando il bacio di una donna che non esiste più,» sussurrò sulle mie labbra. Mi bloccai di colpo e tornai a guardarla negli occhi. «Yoongi, mi stai davvero confondendo con mia sorella?»
 
“Ti ricordi la prima volta che abbiamo fatto l’amore? In quel momento, mi sono reso conto che il bruciore all’altezza dello stomaco non era semplice eccitazione, ma le ali svolazzanti di centinaia di farfalle che mi stavano portando dritto in paradiso.” –Min Yoongi.
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ᗩngolo.ᗩutore
Lo so, sono in ritardissimo ma spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto ❤ Ho inserito anche un po' di quel disagio che non fa mai male (Ormai me la sono presa con il povero Jimin. E' diventato la mia vittima preferita 😂)

Riassumendo, Yorin ha rifiutato Jungkook e si è fatta un mezzo tour delle stanze, finendo per dormire con Taehyung sulla terrazza ahaha Ma cosa si saranno detti veramente quei due? E perché Tae continuava a fare quel sorrisetto a Yoongi? 👀

Se il capitolo vi è piaciuto, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate ^^ Ovviamente accetto anche le critiche!

Instagram: btsuga_d   

   
 
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