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Where Should I Sleep?
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- La
sua lingua sfiorò la mia per poi
intrecciarvisi in modo peccaminoso. Dischiuse le labbra per convincermi
a fare
altrettanto e approfondire quel bacio datomi alla sprovvista, ma
l’unica cosa
che riuscii a fare fu rimanere immobile, le spalle premute contro il
muro e gli
occhi spalancati per lo shock.
- Jungkook
fece un passo in avanti e il suo
ciuffo bagnato mi sfiorò la fronte mentre posava entrambe le
mani sulle mie
guance per attirarmi a sé ed esplorare ancora una volta la
mia bocca, stavolta
con maggiore ingordigia. Mi mancava il fiato. Interdetta, posai i palmi
sui
suoi pettorali e cercai di spingerlo via per costringerlo a staccarsi
da me.
Era strano. Era fottutamente strano. La sua lingua cercava la mia, che
se ne
stava immobile al suo posto, scioccata quanto la sottoscritta.
- Baciare
faceva davvero così schifo? Okay che
era il mio primo bacio, ma pensavo fosse diverso. Piacevole.
Invece avevo la viscida sensazione di avere in bocca una
fottuta sanguisuga che stava per risucchiarmi la lingua.
- Magari
perché avevo sempre immaginato di
baciare Jongin?
- Arrivai
al limite, soprattutto quando mi
ricordai che quello appiccicato alle mie labbra era nientemeno che Jeon
Jungkook, il ragazzo dall’aspetto innocente che invece non
aveva perso l’occasione
per saltarmi addosso. Ripresi il controllo e lo spinsi nuovamente
all’indietro,
facendolo indietreggiare senza alcuna fatica. Il maknae
sollevò finalmente le
palpebre e mi guardò negli occhi, ma il mio schiaffo gli
fece deviare subito lo
sguardo.
- «Jeon
Jungkook, che cazzo stai facendo?» gli
domandai ricolma di rabbia. «Ti sei forse bevuto il
cervello?»
- Il
moro rimase con la testa girata e lo
sguardo perso nel vuoto. A giudicare dal rossore sulla sua guancia
sinistra,
doveva pizzicargli un sacco. E pensare che mi ero persino trattenuta.
Si voltò
nuovamente verso di me e non potei fare a meno di notare il suo sguardo
confuso. Mi stava prendendo in giro? Quella confusa dovevo essere io.
- «Io
non ti capisco, Yorin,» mi disse senza
troppi giri di parole. Le sue sopracciglia erano aggrottate.
«È una tattica per
confondermi oppure mi hai raccontato solo un mucchio di
balle?»
- Deglutii.
«A… A cosa ti riferisci?»
- «Lo
sai benissimo!» mi urlò dritto in faccia.
Cavolo, non lo avevo mai visto così arrabbiato.
«Smettila di farmi ingelosire
con Yoongi. Ho recepito il messaggio, quindi vedi di darci un
taglio.»
- Mi
veniva voglia di prendere il primo aereo e
andare a strozzare Ji Woo. Si può sapere cosa diamine gli
aveva raccontato per
farlo scaldare in questo modo? La mia migliore amica mi aveva davvero
rivelato
ogni cosa oppure si era lasciata sfuggire qualche dettaglio importante,
tipo
che la loro relazione era più intima di quanto pensassi?
- Jungkook
mi guardava dritto negli occhi e io
non sapevo cosa rispondergli. Avrei potuto dirgli la verità,
ma forse avrei
finito per peggiorare le cose. Era come camminare sull’orlo
di un precipizio
senza sapere cosa ci fosse sul fondo. Un solo passo falso e le
probabilità di
peggiorare la situazione sarebbero aumentate a dismisura. Non volevo
più far
soffrire nessuno. Era questo il mio difetto.
- «Non
ti seguo,» risposi con una faccia da
poker. Stavo cercando di rimanere impassibile dato che non sapevo di
cosa
stesse parlando. «Potresti spiegarmi?»
- «Faccio
di meglio. Te lo mostro.» Si
allontanò per recuperare il suo cellulare.
Picchiettò le dita sullo schermo
finché non lo girò verso di me per farmi leggere
la conversazione. «Magari ti
rinfresca un po’ la memoria.»
- Presi
il cellulare dalle sue mani per poter
leggere in tutta tranquillità la discussione tra lui e Ji
Woo che era nata con
l’unico scopo di conoscersi l’un l’altro.
Tornai persino indietro,
approfittando di quell’occasione per riempire il vuoto che la
mia migliore
amica non si era preoccupata di riempire.
- Gli
occhi stavano per uscirmi fuori dalle
orbite, ma riuscii comunque a mantenere la mia imperscrutabile faccia
da poker.
Cavolo, dovevo proprio fare l’attrice. Sollevai lo sguardo su
Jungkook mentre
stringevo il telefono come se avessi voluto stritolarlo.
- Ji
Woo. Quella ragazza era forse impazzita?
Cosa diavolo le era venuto in mente? Non lo sapeva che dicendo quelle
cose mi
aveva messo in una posizione ancora più difficile? Forse si
era dimenticata che
Jungkook si ricordava a malapena della sua esistenza? Tutto
ciò che gli diceva,
si rifletteva sulla sottoscritta.
- «Ti
sei innamorata di Yoongi-hyung?» mi
domandò il maknae con occhi tristi. La sua collera era
scomparsa. «Per questo
ultimamente sembrate così affiatati?»
- La
sua espressione scoraggiata mi provocò un
dolore nel petto. Jungkook stava soffrendo per colpa mia, per una bugia
che
avevo raccontato senza riflettere. Mi ero ripromessa di non far
soffrire più
nessuno, ma continuavo a commettere sempre lo stesso errore. Quanto
potevo
essere stupida?
- «Jungkook,
io…»
- «Perché
ti comporti così? Io davvero non
riesco a capire…» disse amareggiato.
«Prima dici che sono la persona più
importante della tua vita, poi vengo a sapere da Jimin che sei rimasta
da sola
con Yoongi nel camerino a fare chissà cosa. Subito dopo vi
becco nel corridoio,
a scherzare come due fidanzatini alla prima cotta.» Era
partito, ormai non lo
fermava più nessuno. «Anche il fatto
dell’erezione… pensavo che lo avessi fatto
per vendicarti di lui, per questo non ci ho dato tanto peso. Poi
messaggi con
me tutta la notte e mi confidi che semmai fossimo rimasti da soli,
avresti
voluto che ti baciassi.»
- Deglutii.
Quella conversazione stava
degenerando. «Jungkook-»
- «Eppure
sull’aereo ti sei fatta consolare da
lui…» m’interruppe senza troppe
cerimonie. «Magari è stata anche colpa mia, che
non ho avuto il coraggio di alzarmi e abbracciarti come invece ha fatto
Yoongi,
ma quando hai detto che volevi dormire insieme a me… ammetto
di essermi
tranquillizzato. Finalmente eri tornata la ragazza che mi aveva scritto
tutti quei
messaggi, quelle parole che ai miei occhi sono sempre state sincere.
Eppure,
nonostante fossimo finalmente da soli, sei andata da Yoongi,»
mi rinfacciò come
se fosse stato il peggiore dei tradimenti. «Perché
devi andare da Yoongi ogni
volta che siamo insieme? Davvero lo usi per farmi ingelosire?»
- «No,
Jungkook!» riuscii finalmente a dire.
«Non lo uso per farti ingelosire.»
- «Allora
perché lo fai? Perché mi hai respinto
in quel modo quando ti ho baciato?! Sei stata tu a dirmi che lo
volevi!»
- «Perché
mi piace Yoongi!»
- Mi
morsi la lingua non appena pronunciai
quella frase che mai avrei pensato potesse uscirmi di bocca.
Onestamente, il
discorso di Jungkook mi aveva fatto capire quanta rabbia avesse nel
cuore. Cosa
sarebbe successo se avessi scelto di dirgli la verità
tirando di mezzo Ji Woo?
L’avrebbe odiata. L’avrebbe odiata a morte per
averlo preso in giro. Avrebbe odiato
sia lei che me, senza offrirci alcuna possibilità di
redenzione.
- Jungkook
aveva un animo buono, ma proprio per
questo non ci avrebbe pensato due volte a portarci rancore. Se volevo
tenere Ji
Woo lontana dai guai, dovevo dare al maknae una ragione valida per
lasciarmi in
pace. Dovevo fare in modo che mi odiasse. Yoongi era stato il mio primo
pensiero, la scusa perfetta per allontanarlo. Suga era uno dei suoi
migliori
amici e di certo Jungkook non avrebbe osato fargli un torto. Non se ero
io ad ammettere
il mio interesse per lui.
- «Che
cosa hai detto…?» mi domandò sottovoce,
l’espressione completamente sconvolta.
«Yoongi… ti piace?»
- «C’è
una netta differenza tra l’idolatrare il
proprio bias e provare interesse per qualcuno. Io ti ho sempre ripetuto
di
essere una tua fan. Tu sei il mio idolo ed è ovvio che provi
dei sentimenti affettuosi
nei tuoi confronti, ma…» Mi leccai le labbra prima
di dischiuderle nuovamente.
«Questo è solo un amore platonico, e tale
dovrà rimanere.»
- Jungkook
assottigliò gli occhi. «Platonico?»
- «Sì,»
confermai. «Platonico. L’amore di un
fan verso il suo cantante preferito. Nulla di più.»
- «Volevi
che ti baciassi,» tornò all’attacco.
«Non c’è nulla di platonico nel voler
baciare qualcuno!»
- «Era
una semplice supposizione, Jungkook!»
urlai. Urlai per far valere le mie ragioni, ma anche per consolidare
quella marea
di stronzate che gli stavo propinando solo per far sì che
cominciasse ad
odiarmi. «Non tutti i sogni sono fatti per avverarsi. Alcuni
è meglio che restino
delle fantasie.»
- «Hai
paura che possa deludere le tue
aspettative?» ci provò ancora. «Hai
paura che una volta tolta la maschera da
idol potrei non piacerti più? Io mi sono già
confidato con te, Yorin. Ti ho
detto tutto ciò che mi passava per la testa. Ti ho
raccontato ogni mia più
piccola paura perché pensavo fossimo uguali. E dopo tutto
quello che ci siamo
detti, te ne esci con “È un amore
platonico”? Ma fai sul serio?»
- «Pensavo
lo avessi capito,» risposi fredda
nonostante sentissi le lacrime pizzicarmi gli occhi. «Quello
che provo per te
non è amore, Jungkook. È solo
adorazione.»
- Quello
fu il colpo di grazia. Lo capii dalla
scintilla che abbandonò gli occhi del maknae. Ero stata
cattiva, tagliente. Volevo
che Jungkook si liberasse di questa strana idea che si era fatto di me
e farla
crollare come un castello di carte. Io non ero la persona di cui si era
infatuato. Non ero Ji Woo, la ragazza che gli era entrata nel cuore
senza
alcuno sforzo. Stavo solo cercando di fargli vedere la vera Kang Yorin,
la tipa
stronza che non sapeva capirlo e che non si meritava tutte le sue
attenzioni.
La sua falsa anima gemella.
- «Ti
credevo una persona diversa,» disse con
rammarico ed evidente delusione. «A quanto pare mi
sbagliavo.»
- Mi
voltò le spalle e si chiuse nel bagno,
uscendo qualche minuto dopo con indosso una felpa e un paio di
pantaloni della
tuta. Aveva ancora i capelli bagnati. Si avvicinò nuovamente
a me, che ero
rimasta immobile contro la porta, incapace di spostarmi.
- «Vado
a prendere una boccata d’aria,» mi
disse senza guardarmi in faccia, facendomi capire che dovevo spostarmi
per
lasciarlo passare. «Non aspettarmi alzata.»
- Annuii
e mi spostai leggermente per
permettergli di aprire la porta. Neanche io avevo il coraggio di
guardarlo
negli occhi. Nel momento in cui stava per richiudersi la porta alle
spalle,
improvvisamente parlò.
- «Non
innamorarti di Yoongi-hyung.» La sua
voce ricolma di amarezza mi vibrò nelle orecchie.
«Non farlo mai. Lui vuole
solo portarti a letto e
poi abbandonarti per cercare la sua prossima preda, ma sono sicuro che
te ne
sei già accorta.» Lo sentii sospirare.
«Quello che c’è tra noi sarà
anche un
amore platonico, ma quello con Suga è solo un amore a senso unico. Pensaci bene prima di fare
qualcosa di cui potresti
pentirti.»
- Sbatté
la porta senza lasciarmi il tempo di
replicare. Mi ritrovai da sola in quella camera d’albergo,
con mille pensieri
per la testa e il dubbio di aver fatto la cosa giusta. Certo, ero
riuscita a
farmi odiare da Jungkook, ma ne era valsa la pena?
- Quello
sguardo deluso negli occhi del maknae aveva
fatto davvero male, ma perlomeno ero riuscita ad evitare che lo
rivolgesse
anche a Ji Woo. Il moro non mi avrebbe perdonato facilmente, ma ero
sicura che
avrebbe dato una possibilità alla mia amica.
Perché nonostante tutto, Jungkook
non era come Yoongi. Nonostante le delusioni, il maknae dei BTS credeva
ancora
nell’amore.
- Scivolai
a terra stringendomi le ginocchia.
Perché non volevo far soffrire Ji Woo? Forse
perché mi ricordava troppo mia
sorella, la persona a cui avevo fatto del male senza neanche rendermene
conto.
Non volevo ripetere lo stesso errore, per questo stavo cercando di
tenerla
fuori da quella situazione che le avrebbe fatto ottenere solo odio e
rancore.
La rabbia che Jungkook avrebbe rivolto a Ji Woo, l’avevo
semplicemente deviata
su me stessa. Solo su me stessa.
- Non
potevo dormire in quella camera con la
situazione che si era venuta a creare. Mi alzai in piedi e afferrai la
valigia,
recuperando anche il cellulare che avevo tenuto nascosto a Jungkook.
Era zeppo
di chiamate da parte di Jongin. Cavolo, è vero che avevamo
deciso di
incontrarci nel nostro posto in riva al fiume, ma in quel momento ero
troppo
stanca per riuscire a sostenere una conversazione con lui. Lo avrei
richiamato
il giorno dopo.
- Aprii
la porta e mi ritrovai nel corridoio
illuminato dalle piccole luci sul soffitto. Quasi mi scontrai con
Jimin, che si
fermò dal salutarmi quando vide la mia espressione triste.
- «Yorin,
cosa-»
- «Che
c’è? Vuoi saltarmi addosso anche tu?»
domandai con finta ilarità. Non riuscivo neanche
più ad arrabbiarmi. «Dovresti
sapere che non c’è due senza tre. Tu hai problemi
solo a capire cosa viene
dopo, giusto?»
- Stranamente,
Jimin non se la prese per quella
frecciatina sul numero che ultimamente lo stava perseguitando. Anzi, la
sua
preoccupazione crebbe a dismisura. «S-Saltarti addosso?
Perché mai dovrei…?»
Abbassò lo sguardo. «E dove stai andando con
quella valigia?»
- «A
dormire.»
- Non
aggiunsi altro e me lo lasciai alle
spalle. Percorsi il corridoio finché non arrivai alla camera
che m’interessava.
Per fortuna avevo memorizzato i numeri delle loro stanze. Bussai
finché la
porta non si aprì, rivelando il volto assonnato di Kim
Seokjin che stringeva a
sé il povero RJ.
- «Yorin?»
domandò strofinandosi gli occhi
gonfi. «Ma lo sai che ore sono? Hai interrotto il mio
sonnellino di bellezza.»
- «Scusa,
scusa. Potresti andare a dormire
nella camera di Jungkook? Io mi trasferisco qui.»
- Il
sonno abbandonò velocemente il suo viso.
«C-Cosa? Perché?» domandò con
gli occhi spalancati. «Quel teppista ti ha fatto
qualcosa? Io glielo avevo detto che-!»
- «No,
semplicemente non mi va di stare in
stanza con un ragazzo che se ne va in giro con solo un asciugamano
legato in
vita. Mi mette a disagio,» mentii. «Quindi dormo
con Kim Namjoon.»
- «Eeh?
Con Kim Namj-»
- Prima
che potesse concludere la domanda,
m’intrufolai nella stanza e lo spinsi in corridoio,
chiudendogli la porta in
faccia. Abbandonai lì la valigia e mi lanciai sul letto
senza nemmeno chiedere
il permesso. Sprofondai con il viso nel cuscino, ma mi convinsi a
rialzarlo quando
sentii due occhi marchiarmi a fuoco la pelle.
- «La
smetti di fissarmi? Non riesco a
dormire,» mi lamentai osservando gli occhi increduli del
Leader. Indossava un
pigiama con degli animaletti blu stampati sopra. Per poco non gli
scoppiai a
ridere in faccia. Prima Jin con quella specie di pecora bianca e ora
lui con
l’allevamento di koala sulla maglietta. Però
dovevo ammettere che quei BT21
erano adorabili. Ovviamente li conoscevo grazie a Ji Woo, che aveva
tempestato
la casa di penne, ciabatte e peluche di quel brand.
- «Dov’è
finito Seokjin?» domandò mettendosi a
sedere sul materasso. «E tu che diavolo ci fai qui? Non mi
pare di averti
invitato ad entrare,» disse coprendosi il petto con il
lenzuolo, come se fosse
in imbarazzo.
- «Che
c’è? Hai paura che ti salti addosso?»
ridacchiai
per poi tornare subito seria. Mi sistemai contro il cuscino e socchiusi
gli
occhi. «Vai a dirlo ai tuoi adorabili
compagni
di avventure. Due di loro mi hanno già fatto un agguato.
Spero che non ce ne
sia un terzo oppure stanotte sbotto sul serio. Giuro che vado a dormire
sul
tetto insieme ai gatti.»
- Namjoon
sembrò rilassarsi. Lasciò cadere il
lenzuolo e poggiò la schiena contro il cuscino, continuando
a guardarmi negli
occhi. «Uno è di sicuro Yoongi,» disse
con convinzione. «Ma l’altro?»
- «C’è
bisogno che te lo dica?»
- «Jungkook,»
rispose subito sollevando gli
occhi al cielo. «Maledizione! Lo sapevo…»
- Le
mie labbra si stirarono verso l’alto. «Allora
sei davvero perspicace come dicono. Pensavo fosse solo una trovata
pubblicitaria per dare più visibilità al tuo
personaggio. Finalmente qualcosa
di vero.»
- «Cosa
stai insinuando?» domandò infastidito.
«Che
siamo… falsi? Tu non dovresti proprio parlare visto quello
che stai facendo a
Jungkook. Devo forse ricordarti perché ti è
saltato addosso?»
- Sbuffai.
«Ma chi sei, il compagno di
pettegolezzi di Yoongi? Perché ti racconta sempre
tutto?»
- «Perché
io sono il Leader ed è compito dei
miei compagni informarmi riguardo tutto ciò che accade nel
gruppo,» spiegò con
severità. «Risolvere i problemi fa parte del mio
ruolo e dei miei doveri,»
aggiunse squadrandomi dalla testa ai piedi. Era ovvio che si stesse
riferendo a
me.
- «Sta’
tranquillo. Ora Jungkook mi odia.»
- «In
che senso ti odia?» chiese aggrottando le
sopracciglia. «Gli hai detto la verità?»
- «No,
ho semplicemente gonfiato la bugia fino
a farla scoppiare. Sono ancora d’accordo con il piano di
Yoongi di presentargli
Ji Woo. Quando quei due s’incontreranno, tutto
tornerà al proprio posto.
Jungkook sarà di nuovo felice con la persona che lo
comprende più di chiunque
altro… e io continuerò a ricevere il suo odio,
com’è giusto che sia.»
- Restammo
in silenzio per parecchi minuti,
così tanti che quasi mi addormentai. Poi la voce di Namjoon
mi ripescò dal
mondo dei sogni. «Io non ti odio,»
sussurrò, quasi come se lo stesse dicendo a
se stesso. «Magari qualche volta ti do questa impressione, ma
non ti odio.»
- «Dici
sul serio?» domandai in dormiveglia. «Allora
perché sei sempre sulla difensiva?»
- «Perché
per me sei un pericolo. Un pericolo
per i BTS e soprattutto per Yoongi.» Non appena udii quel
nome, raddrizzai la
schiena. «Sono sicuro che sai già come funzionano
le cose nel mondo dello
spettacolo. Yoongi è completamente assuefatto da te, Yorin.
Non sei un semplice
passatempo, e questo non va bene. Sono contento che sei riuscita ad
allontanare
Jungkook, ma cerca di farlo anche con Yoongi. Te ne sarei
grato.»
- «Non
sono io che devo allontanarmi da Yoongi.
È Yoongi che deve allontanarsi da me.» Sospirai e
sprofondai nuovamente nel
cuscino. «Io ho già chi mi fa battere il cuore, e
posso assicurarti che non è nessuno
dei tuoi membri.»
- Namjoon
si massaggiò il retro del collo. «Non
ti ho mai ringraziato per non aver portato quelle foto alla
polizia,» mi
sorprese. «Yoongi deve esserti sembrato un pervertito, ma ti
assicuro che non asservirebbe
mai una donna per soddisfare il proprio piacere. Magari a volte ha
degli
atteggiamenti un po’ eccessivi, ma non si spingerebbe mai
oltre il suo limite.»
Sospirò platealmente. «Ma tu gli dai del filo da
torcere.»
- «Lo
sappiamo tutti e due che vuole solo
portarmi a letto,» affermai ricordandomi le parole di
Jungkook. «È solo una
fissazione momentanea. Gli passerà quando troverà
di meglio.»
- «Spero
davvero che sia così.»
- La
porta si spalancò all’improvviso e
dall’oscurità apparvero Jimin e Hoseok. E ora che
diavolo volevano quei due? Ma
cosa più importante, come diavolo avevano fatto ad aprire la
porta?
- «Yorin!»
urlò J-Hope avvicinandosi per controllare
che fossi tutta intera. «Jimin mi ha detto che ti ha vista
entrare in camera di
Jin e Namjoon. Perché stai qui a dormire con questo
pervertito?!»
- Spalancai
gli occhi. «Pervertito?» domandai
voltandomi verso Namjoon. Perché era diventato tutto rosso?
«Stai parlando di
Namjoon?»
- «Certo
che sto parlando di Namjoon!» affermò
indispettito puntandogli il dito contro. «Non lo sai che
questo tipo non fa
altro che guardare porno?! Piuttosto, vieni a dormire con me e
Jimin!»
- «Ma
la vuoi chiudere quella bocca?!» tuonò
Namjoon alzandosi in piedi sul materasso. «Io non guardo
nessun porno!»
- «Sì,
e io sono alto un metro e ottantadue,»
ribatté Jimin. «Secondo te perché il
tuo computer è pieno zeppo di virus? Non
fai in tempo ad accenderlo che hai già il desktop tempestato
di donne mezze nude!
Neanche Suga-hyung è arrivato a quei livelli!»
- «Io
almeno me lo tengo nei pantaloni!»
- Mi
alzai senza dire niente e mi diressi verso
la porta. Giuro, ne avevo abbastanza. Ogni camera sembrava la tana di
un lupo,
e in questa si erano aggiunte anche le due iene scassapalle.
- «Yorin?»
mi chiamò Hoseok mentre cercava di
soffocare Namjoon. Ovviamente lo stava facendo per gioco. Credo.
«Dove stai
andando?»
- «A
cercare una persona normale con cui poter
dormire. Voi due fate un chiasso allucinante. Mi avete fatto venire il
mal di
testa.»
- Mi
sbattei la porta alle spalle e camminai
fin quando i miei piedi non mi portarono sulla gigantesca terrazza
riservata ai
VIP. Era al coperto e c’erano anche delle panchine. Potevo
sdraiarmi lì e concedermi
qualche ora di sonno. Peccato che il posto fosse già
occupato.
- «Yorin?»
mi chiamò una voce profonda.
Diamine, quasi quasi preferivo quando nessuno conosceva il mio nome.
Stavo
cominciando ad odiarlo. «Cosa ci fai qui? Non stavi dormendo
con Jungkook?»
- «Taehyung,»
dissi con voce assonnata. «Piccolo
cambio di programma. Tu non stavi dormendo con Yoongi?»
- «Sì,
ma continuava a sbuffare e rigirarsi nel
letto, così mi sono alzato per cercare un po’ di
pace.» Picchiettò il posto
accanto a sé. «Mi fai compagnia?»
- Annuii.
Non so perché, Taehyung mi aveva
sempre fatto una buona impressione. Mi sedetti accanto a lui e il moro
mi
sistemò una coperta sulle gambe. «Cosa stavi
facendo?» gli domandai
accoccolandomi contro lo schienale della panchina.
- «Guardavo
le stelle,» fece spallucce
osservando il cielo. «Speravo di vedere qualche
ufo.»
- «Ufo?»
domandai con gli occhi chiusi. «Ci
credi davvero?»
- «Certo.
Sai che noia se fossimo gli unici nell’universo?
Io sto ancora aspettando che uno di loro venga a rapirmi. Magari mi
sentirei
meno incompreso,» ridacchiò, ma nella sua voce
percepii una nota amara che mi
fece risollevare le palpebre. «Io per te sono
strano?»
- «Se
per strano intendi che non salti addosso
alle ragazze come i tuoi amici al piano di sotto, allora sì,
sei strano.»
Poggiai la testa contro il suo braccio. «Ma non credere. A
volte strano è
sinonimo di normalità.»
- «Lo
pensi davvero?»
- «Al
cento per cento,» dichiarai. «Dopotutto,
questo mondo funziona al contrario.»
- Lo
sentii ridacchiare. «È vero. A volte
bisogna fare l’opposto di ciò che si vuole per
farsi piacere dalla gente.»
Sospirò. «Noi lo sappiamo fin troppo
bene.»
- «Taehyung…
Posso farti una domanda?»
- «Certo.
È su Yoongi?»
- Wow,
come diavolo faceva a saperlo? Annuii. «Quando
eravamo in aereo… hai detto che Yoongi non bacia
nessuno,» affermai sottovoce.
Avevo paura che potesse essere un argomento tabù visto che
Namjoon gli aveva
impedito di continuare. «Potresti spiegarmi cosa
significa?»
- Mi
svegliai di soprassalto quando sentii il cellulare
squillare sul comodino al mio fianco. Sbuffai per la frustrazione e mi
massaggiai gli occhi gonfi, risultato di una notte passata in bianco.
Le
truccatrici avrebbero dovuto fare miracoli per risistemarmi la faccia.
Avevo la
netta sensazione di assomigliare ad uno zombie.
- Allungai
un braccio per prendere il telefono
e risposi senza neanche guardare chi mi stesse chiamando.
- «Chi
è che rompe il cazzo di prima mattina?» mi
lamentai con voce roca mentre passavo le dita tra i ciuffi neri che mi
solleticavano la fronte, assicurandomi che il rompiscatole potesse
sentire
quanto fossi infastidito dalla sua chiamata.
- «Buongiorno
anche a te.»
- Mi
bloccai non appena udii quella voce.
Allontanai il telefono per leggere il nome sul display e confermare
ciò che le
mie orecchie avevano appena sentito. Riavvicinai il ricevitore
all’orecchio.
«Che cosa vuoi?»
- «Oh,
andiamo… Non ci sentiamo da un po’ e mi
tratti in questo modo?»
- «Taglia
corto, Soo Jin. Non sono dell’umore,»
la bloccai mettendomi a sedere. «Ho passato una nottata di
merda.»
- «Vuoi
che ti faccia ritornare il buon umore?»
mi domandò con quella sua solita voce sexy con cui cercava
sempre di corrompermi.
Dovevo ammettere che funzionava. «Ti va? Ho un po’
di tempo libero prima di
girare la prossima scena.»
- Sesso
telefonico. Io e Soo Jin avevamo fatto
anche quello. Ogni volta che partivo per l’estero o per un
tour, lei telefonava
per farmi cadere dritto nella sua trappola. Certo, preferivo toccare
con mano
ciò che mi faceva eccitare, ma non ero il tipo che si tirava
indietro di fronte
a proposte del genere. Si trattava pur sempre di sesso, e in quel
momento ne
avevo un disperato bisogno. Sentivo ancora la pelle di Yorin sotto le
mie dita.
Al solo pensiero, buttai la testa all’indietro, sprofondando
nel cuscino oltre le
mie spalle. Non riuscii a trattenere un gemito soffocato, che
raschiò subito le
pareti della mia gola.
- «Quello
era un sì?» mi prese in giro Soo Jin.
«Sai dove mi sto toccando in questo momento?»
sussurrò nel ricevitore.
- Chiusi
gli occhi e la mia mano scivolò verso
l’orlo dei pantaloni. «No, dove ti stai
toccando?»
- «Vuoi
che ti mandi un video?»
- Sospirai.
«Anche due.»
- Cazzo,
come avevo fatto a ridurmi in quel
modo? Ero proprio disperato. Le mie dita presero ad accarezzare la
stoffa che
ricopriva la mia intimità mentre chiudevo gli occhi,
abbandonandomi al piacere
che per ora ero costretto a darmi da solo, peccato che la mia testa
focalizzò
il volto di Yorin al posto di quello di Soo Jin.
- Il
mio cuore mi stava mettendo ancora una
volta nei casini. Perché era così difficile
togliermela dalla testa? Che
cos’aveva Yorin più delle altre? Stavo cominciando
a pensare che mi eccitava il
fatto che a letto potesse essere attiva, ma allora non si spiegava
perché avevo
provato quella profonda gelosia nei confronti di Jungkook. Non ero mai
stato
geloso dei miei compagni, neanche quando avevano mostrato un certo
interesse
per qualche ragazza che mi ero portato a letto. Se non fosse stato per
i
rimproveri di Namjoon, avrei potuto benissimo condividerle con loro.
- Eppure,
il solo pensiero che lei e Jungkook
fossero nello stesso letto… mi aveva tenuto sveglio tutta la
notte. Chissà cosa
diavolo avevano fatto quei due? Conoscevo bene Jungkook e di certo non
era il
ragazzino ingenuo che voleva far credere. In passato, spesso e
volentieri aveva
bussato alla porta della mia stanza per chiedermi dei consigli o
qualche preservativo,
altro che lezioni di musica. Questo è quello che aveva
raccontato a Jin.
- Avevo
passato la notte ad immaginare i peggio
scenari. Nonostante Yorin fosse restìa, dovevo ammettere che
Jungkook ci sapeva
fare con le donne, e poi lei aveva deciso spontaneamente di dormire con
lui. Mi
ero ripromesso di allontanarmi da lei, ma più cercavo di
distanziarmene, più
aumentava l’attrazione che provavo per quella fottuta
ragazzina. Yorin sarebbe
stata la mia rovina, soprattutto perché mi era balenato in
testa il pensiero
che forse avrei potuto dedicarle più di una notte. A me, che
non concedevo
delle seconde occasioni a nessuno.
- Ora
che era finalmente mattina, dovevo
scoprire che cosa diavolo era successo in quella stanza, a costo di
buttare giù
la porta. Ero anche intenzionato a scoprire chi avesse mandato a
puttane la
prenotazione che avevo fatto. L’avrei preso a calci nel culo
fino alla mattina
successiva.
- «Soo
Jin, ferma,» la bloccai aprendo gli
occhi di scatto. «Non mandarmi niente. Mi è
passata la voglia,» l’avvisai
alzandomi dal letto.
- «C-Cosa?
Perché?!» domandò incredula. La sua
voce da gallina diventò sempre più insopportabile
mentre m’infilavo una
maglietta a casaccio e dei jeans strappati sul ginocchio.
- «Perché
ho voglia di vedere qualcun altro.»
- Le
chiusi il telefono in faccia e proprio in
quel momento mi resi conto che Taehyung non c’era. Si era
alzato prima di me?
Probabile visto che ero sempre l’ultimo a svegliarmi. Aprii
la porta e mi
diressi a passo spedito verso la camera di Jungkook. Era dalla sera
precedente
che avevo una voglia matta di fiondarmi in quella stanza e trascinare
via Yorin.
Almeno ora avevo la scusa che doveva prepararsi per il lavoro. Era pur
sempre
la mia assistente.
- Bussai,
ma venne ad aprirmi l’ultima persona
che pensavo di trovare là dentro.
«Seokjin-hyung?» dissi incredulo. «Che ci
fai
nella stanza di Jungkook? Dov’è Yorin?»
- «Secondo
te?» domandò indispettito. «Yorin mi
ha fatto fare cambio perché questo ragazzino se ne andava in
giro mezzo nudo.»
Spostai lo sguardo oltre le spalle di Seokjin e incrociai gli occhi con
quelli
del maknae ancora disteso nel letto. Il più giovane si
voltò subito dall’altra
parte, evitando il mio sguardo. «Sul serio, i giovani
d’oggi non hanno un
minimo di pudore. Comunque quella ragazza non sa cosa sia il rispetto
per i più
grandi! Mi ha cacciato dalla mia stanza dicendo che avrebbe dormito con
Namjoon. Ci credi che mi ha disturbato mentre ero nel pieno del mio
sonnellino
di bellezz-»
- Mi
voltai e lo lasciai lì mentre alle mie spalle
riecheggiava un: «Stavo parlando con te, delinquente! Ora
capisco perché
t’intendi così bene con quella ragazzina! Siete
entrambi dei maleducati!»
- «Da
che pulpito,» rispose Jungkook. «Tu sei
il primo che non mi fa mai finire di parlar-»
- «Tu
taci, teppista!» lo zittì Jin senza
dargli alcuna possibilità di continuare. «La
ramanzina di stanotte non ti è
bastata?»
- «Eccome
se mi è bastat-»
- «Bene!
Andiamo a fare colazione. Ho saputo
che ci sono i pancake.»
- Non
avrei voluto essere nei panni di
Jungkook. Quando Jin entrava in modalità Golden Hyung, non
lo fermava più
nessuno. Altro che Super Sayan. Forse per questo avevo avuto la
sensazione che
il maknae mi stesse guardando male. Seokjin doveva avergli rovinato
l’umore.
- Mi
venne da ridere al pensiero che Yorin
fosse scappata dalla stanza dopo aver visto Jungkook mezzo nudo. Si
trattava
davvero della stessa ragazza che era rimasta di fronte a me in
reggiseno? La
stessa che aveva avuto la faccia tosta di dire che era la stessa cosa
che stare
in costume da bagno? Quella volta non mi aveva dato
l’impressione di essere
così timida. Che cos’altro mi stava nascondendo?
Il mio buon umore sparì quando
mi ricordai che Yorin aveva dormito con Namjoon. Davvero aveva scelto
il Leader
dipendente dai porno? Cazzo!
- Cominciai
a correre e bussai più volte alla
porta, ma nessuno venne ad aprirmi. Preso dal panico, la spalancai
senza
preoccuparmi di ciò che avrei potuto trovare
all’interno della stanza. Namjoon
non chiudeva mai la porta a chiave, un difetto che Seijin continuava a
fargli
presente. Cosa sarebbe successo se qualche sasaeng fosse riuscita ad
eludere la
sicurezza e avvicinarsi alla sua camera?
- Mi
fermai sulla soglia mentre i miei occhi
cercavano di adattarsi all’oscurità. Allo stesso
tempo, le mie orecchie
catturarono un leggero ronfare che di certo non apparteneva a Yorin.
Accesi la
luce e senza volerlo accecai i tre soggetti che stavano dormendo nel
letto a
due piazze. Ci misi un po’ per realizzare la situazione.
- Namjoon
era nel mezzo, con Hoseok alla sua
destra che teneva le braccia spalancate e una mano spiaccicata sulla
faccia del
Leader. Dall’altra parte, Jimin teneva poggiata una gamba sul
lungo busto di
RM, la testa rivolta dall’altra parte e la bocca spalancata
insieme alla
maglietta del pigiama leggermente sollevata. Il suo stomaco aveva
ancora
qualche accenno di addominale.
- «Che
diavolo state facendo?» domandai
incredulo. «Non ditemi che Yorin è sepolta
lì sotto?» chiesi ancora indicando
lo spazio che s’intravedeva sotto il mucchio di lenzuola
sgualcite. Stavo per
ribaltarli con tutto il letto.
- «Sepolta?
Perché sepolta?» ribatté Jimin con
gli occhi chiusi. Mi sa che stava ancora dormendo.
«È morta?»
- «Chi
è morto?» J-Hope raddrizzò di scatto la
schiena, mostrando la sua faccia assonnata e i capelli disordinati che
sparavano verso l’alto. «Giuro che ieri ho solo
fatto finta di soffocare
Namjoon. Quando ho controllato respirava ancora.»
- «Fate
silenzio. Voglio dormire,» si lamentò
RM voltandosi e nascondendo la testa sotto il cuscino.
«Stanotte russavate come
delle mietitrebbie. Avrei dovuto uccidervi nel sonno.»
- «Le
mietitrebbie non russano,» sottolineò
Jimin con la voce impastata dal sonno e un leggero broncio.
«Al massimo grugniscono.»
- J-Hope
si massaggiò il retro della testa con
un occhio aperto e l’altro serrato. «Ma che diavolo
sta blaterando?»
- «Che
ne so io,» rispose Namjoon da sotto il
cuscino. «Lo sai che appena sveglio non riesce a connettere.
Sembra strafatto.»
- «Ragazzi,»
li chiamò Jimin rotolando
pigramente sul materasso e finendo contro la schiena di Namjoon. Si
grattò lo
stomaco scoperto con la mano destra. «Se non russano o
grugniscono… allora come
fanno le mietitrebbie?»
- Hoseok
sollevò gli occhi al cielo. «Eccolo
che ricomincia con le domande fuori luogo.»
- «Una
volta ne ho vista una in un campo che
stava-»
- «Scusate!»
interruppi il più piccolo. «Mi
dite dove cazzo è Yorin? Non me ne frega un fottuto
accidente di come fanno le
mietitrebbie!»
- «Hai
provato nella tua stanza?» mi domandò
Hoseok gettando nuovamente la testa sul cuscino. «Ieri se
n’è andata dicendo
che facevamo troppo casino. Stava cercando qualcuno con cui
dormire.»
- «In
camera mia non c’era! Me ne sarei
accorto. Il letto era vuoto e-»
- Mi
bloccai. Taehyung e Yorin erano gli unici
che mancavano all’appello. Mi colse un fastidio improvviso
che mi accarezzò la
bocca dello stomaco e mi obbligò a deglutire nella mia gola
secca. Corsi via
dalla stanza con Namjoon che mi urlava dietro di farmi trovare pronto
entro
mezz’ora perché dovevamo provare per i Billboard
Music Awards. Attraversai il
corridoio finché non arrivai alle scale, diligentemente
sorvegliate da due
bodyguard.
- Dove
diavolo erano finiti quei due? Le altre
stanze sul piano erano occupate dai Manager e dal resto dello Staff.
Non
potevano essere spariti nel nulla. Mi voltai indietro e quasi sobbalzai
quando
vidi Taehyung appoggiato comodamente contro una colonna, le braccia
conserte e
un sorrisetto stampato sul viso.
- «Hai
perso qualcosa?» mi prese in giro.
- «Hai
visto Yorin?»
- Non
sembrò sorpreso dalla domanda. Piegò un
braccio e indicò il soffitto sopra la sua testa. Sorrise di
nuovo. «Stava
dormendo sulla terrazza.»
- Razza
di stupida. Passai davanti a Tae e mi
fiondai nell’ascensore mentre il minore continuava a
guardarmi con quel
sorrisetto soddisfatto di chi la sapeva lunga. Raggiunsi in fretta
l’ultimo
piano e i miei occhi ispezionarono velocemente il luogo prima di
posarsi sulla
piccola figura distesa sulla panchina in posizione fetale.
- Quel
posto era al coperto ma faceva comunque
freddo. Sul serio preferiva dormire su una sporca panchina piuttosto
che
entrare nel mio letto? Mi avvicinai, ma arrestai i miei passi non
appena le fui
a qualche centimetro di distanza, gli occhi fissi sulle sue palpebre
abbassate,
le ciglia scure e le labbra dolcemente dischiuse. Quel bruciore allo
stomaco si
presentò più forte di prima e non riuscii a
trattenere una smorfia che mi fece
arricciare il naso.
- M’incantai.
Rimasi lì a fissarla come se mi
trovassi di fronte ad un’opera d’arte esposta in
qualche famoso museo. I suoi
lunghi capelli mori le facevano da cuscino mentre il suo respiro le
sollevava
il seno piccolo e perfetto. Senza sapere come o perché, mi
ritrovai in
ginocchio. Le mie dita si appoggiarono al bordo della panchina,
sfiorando la
pelle del suo braccio su cui aveva appoggiato la testa.
- La
sovrastavo, eppure, per qualche strana
ragione, era lei a sovrastare me.
- Di
fronte a Yorin, mi sentivo nudo. Indifeso.
Quasi come se rendesse
inefficace ogni mio tentativo di restarle lontano. Era come una
calamita, un
uragano che m’imprigionava al centro del suo occhio. Anche se
riuscivo a
liberarmi, la sua forza continuava ad attrarmi verso di lei. O forse
era
semplicemente lei che continuava ad attrarmi.
- Le
mie labbra erano a un centimetro dalle sue.
Proprio come l’ultima volta, assaporavo già la
sensazione della sua lingua, il
calore del suo respiro che si fondeva con il mio. Immaginai di farla
mia su
quella panchina mentre il bruciore allo stomaco diventava sempre
più insopportabile.
Avevo la pelle d’oca e il respiro pesante, un mix di emozioni
che mi stava
pregando di fiondarmi sulle sue labbra minuscole e rosate.
- Eppure,
mi ritrovai con gli occhi nei suoi.
Aveva appena sollevato le palpebre e mi osservava con una
profondità e una
confusione tale da farmi annegare in quelle pozze castano-dorate. Non
riuscivo
a staccarmene. Sollevai una mano e le accarezzai dolcemente una
guancia,
spostando poi il pollice sul suo labbro inferiore. Lei non fece nulla
per
fermarmi. Mi guardava con la stessa intensità con cui la
stavo guardando io. Le
sue iridi erano ricolme di mille pensieri, riflessioni che non riuscivo
a
decifrare nonostante avvertissi che fossero profondi quanto il suo
sguardo.
- Mi
chinai su di lei, sovrastandola ancora di
più. I nostri nasi si sfiorarono e diressi gli occhi sulle
sue labbra che
stavano per toccare le mie. La mia mano scivolò lungo il suo
viso e le passai
due dita sotto il mento per sollevarle il volto e catturare
ciò che desideravo.
- «Taehyung
mi ha detto che stai ancora
aspettando il bacio di una donna che non esiste
più,» sussurrò sulle mie
labbra. Mi bloccai di colpo e tornai a guardarla negli occhi.
«Yoongi, mi stai
davvero confondendo con mia sorella?»
- “Ti ricordi la
prima volta che abbiamo fatto
l’amore? In quel momento, mi sono reso conto che il bruciore
all’altezza dello
stomaco non era semplice eccitazione, ma le ali svolazzanti di
centinaia di
farfalle che mi stavano portando dritto in paradiso.”
–Min Yoongi.
🔼🔼🔼
- ᗩngolo.ᗩutore
Lo so, sono in
ritardissimo ma spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto ❤ Ho
inserito anche un po' di quel disagio che non fa mai male (Ormai me la
sono presa con il povero Jimin. E' diventato la mia vittima preferita
😂)
Riassumendo, Yorin ha rifiutato Jungkook e si è fatta un mezzo tour delle stanze, finendo per dormire con Taehyung sulla terrazza ahaha Ma cosa si saranno detti veramente quei due? E perché Tae continuava a fare quel sorrisetto a Yoongi? 👀
Se il capitolo vi è piaciuto, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate ^^ Ovviamente accetto anche le critiche!
Instagram: btsuga_d
Riassumendo, Yorin ha rifiutato Jungkook e si è fatta un mezzo tour delle stanze, finendo per dormire con Taehyung sulla terrazza ahaha Ma cosa si saranno detti veramente quei due? E perché Tae continuava a fare quel sorrisetto a Yoongi? 👀
Se il capitolo vi è piaciuto, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate ^^ Ovviamente accetto anche le critiche!
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