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Autore: carachiel    27/05/2019    2 recensioni
Quattro anni dopo la fine del WDC, i fantasmi del passato dovrebbero essere ormai ben lontani. Ma per Hart Tenjo, sono ben più vividi che per chiunque altro.
Eppure è disposto ad andare contro tutto, compresa la Sorte beffarda, pur di recuperare quel che resta. E, in un mondo dove i Numeri sono diventati reali, non sarà semplice.
____________
Heartland City era un posto ormai pressochè in rovina. Vista dall’alto essa appariva come spenta, priva delle illuminazioni che un tempo l’avevano resa una vera e propria luminaria, tanto che di notte sembrava esserci ancora la luce del sole.
Ora, beh, ora c’erano solo macerie.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Arclight/ Five, Haruto Tenjo/Hart Tenjo, Misael/Mizaeru, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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7 – …A riveder le stelle
 
 
Tre anni prima…
 
Hart stava frugando senza sosta nei cassetti della stanza del fratello maggiore, cercando disperatamente qualcosa che lo aiutasse a capire perché Kite fosse scomparso. Che l’operazione andasse avanti da ore, lo si capiva dai molti faldoni che ricoprivano il pavimento attorno al ragazzino.
“Niente, niente, niente…” mormorò mordendosi un labbro e scostandosi dalla fronte la lunga frangia.
Emise un basso sospiro di frustrazione chiudendo il cassetto e mettendosi a sedere con la schiena appoggiata al muro. Aveva rivoltato la camera da cima a fondo e più cercava più gli sembrava di non essere venuto a capo di nulla: molti di essi erano incartamenti riguardanti gli anni in cui il fratello aveva iniziato il percorso di Cacciatore di Numeri o rapporti pieni di dati tecnici.
Nulla che riuscisse a spiegargli dove potesse essere finito Kite o perché l’avesse fatto, ma solo faldoni che, al pensiero che potesse aver passato tutto ciò, gli facevano contorcere lo stomaco per i sensi di colpa.
Serrò i pugni, ricordando la promessa che aveva fatto quando aveva scoperto tutto: l’avrebbe trovato. Non importa in quanti universi noti o sconosciuti avrebbe dovuto cercarlo.
 
Qualche ora dopo, la pila di carte attorno a lui era cresciuta esponenzialmente, al punto che minacciava di crollargli addosso, e un mal di testa assurdo gli martellava le tempie ma se non altro aveva le idee più chiare e teneva tra le mani un fascicoletto che pareva promettente. Richiuse il cassetto e si rimise accanto al muro sfogliandolo attentamente: parlava di una carta Numero recentemente scoperta che, secondo il rapporto – secondo Hart stilato direttamente da suo padre, considerando la grafia -  era assai bizzarra e pareva avere collegamenti con una profezia che citava …dei draghi?
A leggere quelle parole il cuore di Hart ebbe un fremito, continuando a leggere con maggior avidità, ma il rapporto ad un certo punto si interrompeva, come se mancassero delle parti.
Convinto di aver trascurato qualche altro fascicolo che poteva essergli sfuggito, ricontrollò il cassetto trovandolo perfettamente vuoto e con il fondo polveroso per tutti i faldoni che vi erano precedentemente appoggiati.
Represse un ringhio, era l’ultimo che egli restava da controllare.
“Cazzo… Finalmente sono ad un passo dalla risposta e giustamente non c’è.” pensò gettando indietro la testa e cercando di reprimere le lacrime di frustrazione.
Si rimise in piedi e di malavoglia iniziò a risistemare tutto finché non giunse all’ultimo, incerto su che farne.
Il rumore di passi nell’ampio silenzio della torre lo gettò nel panico, nascondendo il dossier sotto il mobile e contando di recuperarlo in un secondo momento per poi uscire precipitosamente dalla stanza e sperare che sembrasse là per puro caso.

“Hart.”
Digrignò i denti sentendo il proprio nome pronunciato da suo padre. Soprattutto in quel frangente.
Aveva solo che da sperare che non sapesse nulla di tutto ciò.
Quando gli arrivò vicino, Faker capì immediatamente l’aria che tirava. Sapeva quello che stava cercando, e il fatto che fosse appena uscito dalla stanza con quell’espressione non faceva che alimentare i suoi timori. I suoi peggiori timori.
“Lo hai letto, non è vero?”
La domanda irritò ancor di più Hart, sicuro che quell’uomo sapesse più di quanto non dicesse.
“Sì.”
Il tono, tanto gelido da sembrare siberiano, gli procurò un fremito. Aveva dimenticato quanto odio potessero esprimere gli occhi del figlio minore e ciò gli fece stringere il cuore. Era troppo giovane per tutto quell’odio.
Abbassò lo sguardo, aspettando la domanda successiva come si aspetta una coltellata.
“Dimmi che non lo sapevi. Dimmi che eri ignaro di tutto. Dimmi che non hai scritto tu quel rapporto…”
Faker sbarrò gli occhi guardando con sgomento le lacrime uscire dagli occhi dorati del figlio, non aspettandosi una reazione del genere.
“Ti prego… Ho bisogno di saperlo.”
“Non posso. Insulterei la tua intelligenza.”
Lo guardò non senza rammarico piegarsi sotto il peso della verità appena proferita. Gli aveva già detto troppe falsità per permettersi il lusso di raccontargliene un’altra.

“…Perché?”
“Hart, io…”
“No, non dirlo. Non dire che hai cercato di fermarlo prima che si lanciasse in una cazzo di missione suicida. Non dirmi che hai sofferto vedendolo andarsene, perché non ci crederesti nemmeno tu!” la voce di Hart riecheggiò per i corridoi vuoti della torre per poi incrinarsi “Io… Io… ti odio! TI ODIO!”
“Hart… Non dirlo. Potrei chiamarti ingrato.”
Il figlio lo fissò senza pietà alcuna, le lacrime improvvisamente asciutte “Ti sei rimangiato l’unico sentimento buono che avessi mai potuto provare nei miei confronti già molto tempo fa, troppo per chiamarmi ingrato.”
 

“Non avrei mai immaginato che non l’avrei più rivisto.”
“Non potevi fermarlo.”
Faker scosse il capo “No, neanche a volerlo.”
“Probabilmente pensa che hai fatto troppi danni per riuscire a redimerti… Almeno ai suoi occhi.” considerò ad alta voce, quasi più a sé stesso
“Mi credi se ti dico che vorrei almeno provarci?”
“Io non credo nulla.” rispose Byron con un’aria di noncuranza che gli aleggiava attorno
Il tono del collega lo indispettì. Per una volta che voleva solo essere compatito.
“Dimmi che dovevo accorgermene, che potevo… Dannazione!” si morse la lingua per cercare di placare i nervi che vibravano come corde tese allo stremo.
“Non potevi.” replicò “Ascoltami, non voglio mettermi tra te ed Hart, neppure per dirti quello che potevi fare.”
“So che cosa ti lega a lui, ma….” si alzò in piedi per cercare di spiegarsi
“Appunto!” Byron si voltò, il viso esangue “Se sai che ho portato quel ragazzino a un passo dalla morte puoi capire perché!”
 “Byron…”
“No.” sibilò contro quello sguardo perso “Smettila di chiedermelo.”
“D’accordo…” alzò le mani quasi a volersi proteggere dal tono duro dell’altro, per poi lasciarle ricadere in grembo.

“Perché non hai mai detto ad Hart delle tue ricerche?” mormorò gettandogli uno sguardo.
“Non voglio dargli false speranze… La possibilità è così flebile.”
“Damn’it, Dio solo sa quanto quel ragazzino possa averne bisogno!”
Faker scoppiò in una risatina forzata “Quanto tempo che non ti sentivo dire qualcosa in inglese… Quando sei arrivato in Giappone ci capivamo a malapena.”
“Già, e io mi ricordo che il tuo inglese era terribile.” replicò, fintamente seccato, per poi continuare “Seriamente, dovresti dirgli la verità.”
“Non posso. Non riuscirei a guardarlo mentre mi fissa, sperando che io abbia una risposta, senza sapere che sono quanto più lontano da essa di quanto non lo sia mai stato…” proseguì, la voce spezzata.
Byron sospirò, e allungando le braccia lo strinse a sé, parlando con voce calma “Dimmi: una risposta serve più a lui o a te?”
“N-Non lo so…” replicò lasciandosi andare contro la spalla dell’amico
 
Passò qualche istante prima che continuasse la frase lasciata a metà, la voce leggermente meno incerta “Sarebbe peggio un padre che abusa della fiducia dei propri figli per un fine più grande o un padre che abbandona il proprio figlio, garantendogli una morte orribile?”
Sentendo che Byron si irrigidiva, a disagio, continuò “Non dirlo. Non negare.”
“Non… volevo.” Fece un sospiro per poi scostarsi dall’altro “La fine non sarebbe pietosa per nessuno dei due.”
“Non lo sarà neanche per me.”
“Pregherò che ti sbagli.”
 
 

Angolo Autrice: Tralasciando il trionfo di una delle ship meno probabili e più strane… Niente, non rimane niente ^^” mi scuso per il ritardo pazzesco e per il capitolo indecentemente corto.

 
   
 
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