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Autore: Myriru    28/05/2019    5 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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«Credevo che non tollerassi più neanche vedermi… »
Ammise Oscar in un sussurro, stringendo le gambe verso il petto. Si erano seduti sulle scalinate vicino la Senna, sicuri di non essere disturbati e Oscar aveva aspettato che lui aprisse bocca, ma fu lei a rompere alla fine il ghiaccio. Lo guardava di nascosto, cercava di capire i suoi pensieri ma il suo sguardo le sfuggiva. André teneva il capo basso e il braccio poggiato sul ginocchio piegato, non riusciva a guardarla in volto.
«Quando ti ho vista uscire di fretta da quel palazzo ho pensato per qualche istante di fingere di non averti visto… cosa ci facevi lì? »
«E’ una locanda, ho dormito lì in queste notti. Non sono stata bene la prima notte e il proprietario ha insistito che rimanessi fin quando non avessi recuperato le forze. Mi ha visitato il medico e mi ha consigliato di prendere un po’ di aria fresca »
Oscar accennò un sorriso e strinse le spalle. Si erano seduti sullo stesso gradino ma evitavano qualsiasi forma di contatto, anche involontaria.
«Cos’hai avuto? »
Chiese preoccupato, volgendo un po’ il capo verso di lei.
«Sono svenuta… il medico ha detto che è colpa della mia alimentazione »
André annuì lentamente e alzò lo sguardo verso il cielo plumbeo, forse tra poco la pioggia sarebbe tornata a bagnare le strade di Parigi.
«Lo so che sei furioso con me… »
«Non è vero, non sono arrabbiato »
«André ti prego… »
«Sono semplicemente deluso e confuso allo stesso tempo. Per quanto cerchi di capire il perché delle tue azioni mi sembra di allontanarmi sempre di più dalla soluzione »
Oscar tacque, sistemò i polsini della camicia bianca. André sospirò amaramente, guardò la punta delle sue scarpe.
«Se li avessi aiutati sarei scappata con loro »
«Vero. Ma perché ti sei inventata la storia del sogno? »
«Avevo paura che se te l’avessi detto ti sarebbe accaduto qualcosa… anzi ne ero certa. Non ti ho mentito perché non avevo fiducia in te, volevo solo proteggere le persone a me più care »
«Anche a costo di perderle? »
«Sì… io vi amo. Amo te, Renée… non potevo permettere che vi accadesse qualcosa… »
Ammise la donna con la voce spezzata, provò a non piangere. André si voltò verso di lei e notò nel suo sguardo la sicurezza con la quale gli aveva parlato, nonostante la forte emozione. Gli venne da sorridere, finalmente riusciva a vedere in lei la Oscar del passato.
«Ti ringrazio per questo. L’hai più rivisto? »
«Chi? »
Chiese lei distrattamente, girandosi a guardarlo.
«Il conte Beauharnais »
«E’ stato lui a soccorrermi, ma non ci siamo detti altro se non formalità »
«Avrei voluto sentire questa domanda anche l’altro giorno. Mi ha imbestialito la tua sicurezza nell’affermare di non averlo visto »
André assottigliò lo sguardo e osservò il suo viso attentamente.
«Mi dispiace, ma a chi potevi riferirti se non a lui? »
Oscar accennò un debole sorriso e lui alzò le spalle.
«Al conte Fersen, non lo so… »
«Lo svedese… certo »
André non rispose, distolse di nuovo lo sguardo e sentì alcune gocce di pioggia bagnargli la camicia e il capo. Prese il suo polso e la invitò a seguirlo sotto il ponte per ripararsi dall’imminente pioggia. Oscar lo seguì muta, godendosi quel piccolo contatto con la sua pelle.
«Il problema… non è la fuga dei reali, non è il conte… »
André sbuffò e si allontanò da lei, Oscar si avvicinò a lui e poggiò la mano sulla spalla, costringendolo a voltarsi. 
«E allora qual è? »
I due si guardarono per alcuni istanti, André la guardava con sguardo grave e Oscar si sentiva terribilmente debole. Poggiò la spalla sul muro, cercando un appoggio e lo guardò dritto negli occhi.
«Noi due »
La donna sgranò gli occhi sorpresa e schiuse le labbra, come a voler dire qualcosa, ma lui l’anticipò.
«Ti ho visto piangere più in quest’ultimo periodo che in tutta la tua vita, Oscar. Mi sono sentito impotente. Non riuscivo ad entrare nel tuo mondo e tu non mi permettevi di farlo. Quando stavamo insieme… ti sentivo lontana. Ti toccavo, ti accarezzavo ma la tua mente era lontana, i tuoi pensieri rivolti altrove. Anche quand’è nato François hai pianto, ma dubito fortemente per la felicità perché non sorridevi neanche un po’ »
Disse con un sorriso forzato e la donna abbassò le spalle.
«Mi dispiace… »
Oscar abbassò il capo e ricordò, per un attimo, il piccolo perduto. Sentì un brivido lungo la schiena, André mosse qualche passo verso di lei.
«Oscar io non riesco proprio a riconoscerti… »
Ammise a voce bassa ma i suoi pensieri furono bloccati dalle parole inaspettate di Oscar.
«Ho avuto un aborto »
Disse lentamente, tornando a sedersi sul pavimento umido. André impallidì di colpo, Oscar stese le gambe sul pavimento freddo e poggiò la schiena lentamente, lasciandosi sfuggire un sospiro. L’uomo mosse alcuni passi verso di lei e si inginocchiò al suo fianco.
«C-Cosa? »
«Ho perso un bambino. Quando vivevo con i coniugi Beauharnais ho sentito una loro conversazione su di me. Parlavano proprio di questo… il giorno stesso dell’incidente e della mia perdita della memoria io… ho perso un bambino. Non ci ho dato mai peso, forse perché la mia mente non riusciva ad elaborare la cosa ma non appena Rosalie mi ha rivelato la sua gravidanza… mi si è aperto un mondo. Mi sono resa conto di quello che avevo appena perso ed è stato… difficile accettarlo. Dovevo trovare solo la forza per parlarne. Solo Rosalie lo sa; lei mi ha capito, ha capito quello che sento dentro e solo lei poteva farlo »
Respirava regolarmente, le labbra le tremavano e il suo sguardo era fisso sulla Senna che scorreva poco distante. Tremò e alzò un po’ il petto, deglutì a vuoto.
«Oscar io… »
«Non potevo più nascondertelo, dovevi saperlo. Per questo io »
«No, non capirò mai quello che tu stai provando. Ma ti prego, non scusarti per questo… come se fosse colpa tua »
André prese le mani della donna tra le sue e le strinse dolcemente. Le baciò il polso e avvicinò la fronte, si lasciò sfuggire un sospiro. Oscar sorrise timidamente, voltò lentamente il capo nella sua direzione. I capelli neri gli coprivano il volto e le risultava impossibile vedere l’espressione del suo viso. Allontanò la mano e lui sussultò, spalancò gli occhi e rivelò lacrime silenziose. La donna intrecciò le loro dita con lentezza sotto il suo sguardo e poggiò la mano sul ventre. André ebbe un fremito, deglutì a vuoto e non riuscì a distogliere lo sguardo dalla sua mano sul suo ventre. Come aveva fatto a non accorgersene? Avvertì chiaramente una piccola rotondità, alzò lo sguardo verso di lei interrogativo.
«Il dottore crede sia da Aprile… ha detto che devo correggere la mia alimentazione e di evitare come la peste di affaticarmi. I primi mesi sono quelli con il rischio più alto di aborto e… visto che ho già perso un figlio… non è improbabile che possa accadere di nuovo »
Spiegò lei con dolcezza, guardando con sguardo carezzevole la sua mano.
«Perché… non me l’hai detto subito? »
Chiese con voce strozzata e lei alzò le spalle.
«Perché volevo parlarti prima di quello che era successo, come due persone normali e non… come la madre di tuo figlio »
Rimasero un po’ in silenzio, la pioggia sembrò iniziare ad aumentare d’intensità e André aiutò Oscar ad alzarsi. L’uomo le lasciò una rapida carezza sulla guancia e lei chiuse gli occhi.
«Sono stata una pessima compagna… ti ho procurato solo dispiaceri… mi perdoni, André? »
Chiese incredula e felice allo stesso tempo. L’espressione di André era diventata più rilassata e aveva chiuso gli occhi.
«Sono io che ti chiedo perdono, Oscar... sono io che ti chiedo perdono... »
Gli occhi della donna si riempirono di lacrime, chinò il capo e strinse le spalle. André l’abbracciò e lei si aggrappò alla sua schiena, sentì le sue braccia stringerla forte e sperò che non la lasciasse più andare via.
«Torna a casa… »
 
///@///
 
Oscar passò un panno tra i capelli bagnati e li tamponò delicatamente, tentando di togliere l’acqua in eccesso. Erano tornati a casa rapidamente ma era troppo tardi, il temporale li aveva colti quasi alla sprovvista e fu impossibile tornare a casa con i vestiti asciutti. Sorrise debolmente e si sedette sul bordo del letto, strinse la coperta tiepida sulle spalle e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. André aveva finito di pagare il pernottamento di Oscar nella locanda e l’aveva fatta tornare a casa, silenzioso, come se nulla fosse successo. Iniziò a giocare un po’ con i capelli e li intrecciò malamente. Rise del risultato appena si specchiò e le sue guance si colorarono di un velo di rosa. Scosse il capo e si coprì meglio il petto, indossò una camicia da notte pulita e si avvicinò verso il letto. Sulle coperte trovò due rose fresche. Si sedette sul letto e accarezzò con la punta delle dita i petali morbidi, chiedendosi come avesse fatto a trovarle. Una rosa era gialla, l’altra bianca. Sorrise all’accostamento dei due colori, poi ricordò il loro significato e comprese il motivo della sua scelta1.
«Dormirò sul divano… se ti serve qualcosa non esitare a chiederlo »
“Non dormirà con me… ma mi ha fatto capire tanto… grazie André…”
Sorrise timidamente, strinse la camicia di lui al corpo e si lasciò avvolgere dal profumo di casa. Pianse silenziosamente, questa volta di felicità. Poggiò la mano sul ventre insieme alle due rose e sorrise.
“Figlio mio, ti prometto che non ti accadrà nulla…”
 
1= il significato della rosa gialla sta nel comunicare, regalandolo alla persona amata, che i suoi dubbi e gelosie (del mittente) devono essere dimenticati perché non hanno senso di esistere. Nella rosa bianca, invece, non c’è sensualità bensì un messaggio di affetto e di stima, di amore puro, pulito e intatto.
   
 
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