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Autore: nattini1    29/05/2019    7 recensioni
Sam Winchester è il primo personaggio che ho amato in Supernatural; questa è una raccolta di brevi flashfic incentrate su di lui ispirate da varie parole chiave; ho scritto un capitolo per ogni stagione (più uno ambientato prima dell’inizio), composto da un numero variabile di flashfic con cui ripercorrere la strada che ci ha portato ad attendere con trepidazione la quindicesima e (purtroppo) ultima stagione.
Scritta per la 1FraseFic Challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 




#ciuccio

In quel caos di luci blu occhieggianti, rosse lingue di fuoco danzanti, ombre indistinte in movimento, nessuno faceva caso al pianto disperato del neonato che il fratellino maggiore, seduto sul cofano di una macchina nera, cullava tra le braccia; lo aveva portato fuori dalla casa avvolto nella coperta, senza avere il tempo di prendere il suo pupazzo con cui dormiva e il ciuccio con cui si calmava sempre; con dolcezza il bambino più grande mise il mignolo sulle labbra del piccolo che subito le schiuse succhiandolo.

 

#sacrificio

Dean gli porge l’unico hamburger e al suo sguardo interrogativo risponde che aveva troppa fame e ha mangiato per strada, ma Sam non gli crede; gli butta le braccia al collo e per un momento, sapendo di avere un fratello che è disposto a fare di tutto per lui, non sente la mancanza di un padre.
 

#paura

La stanza rigurgita risate e coriandoli colorati, una turba di bambini sconosciuti si scatena in un girotondo destabilizzante; quando un mostro con la faccia bianca e un grosso naso rosso gli viene incontro con un sorriso inquietante, Sam, con il cuore che batte sempre più forte, corre verso la porta d’uscita trovando riparo tra le braccia di Dean che, finalmente, lo è venuto a prendere.

 

#bolledisapone

Il professore diceva che le bolle di sapone erano un metodo divertente con cui studiare riflessione, rifrazione, capillarità e pressione, argomenti che sarebbero stati, a suo dire, di vitale importanza per qualsiasi carriera; seduto imbronciato nel suo banco, Sam dubitava che gli sarebbero stati utili per gli affari di famiglia, l’unico futuro che si dava per scontato lo aspettasse: si sentiva come una di quelle bolle di sapone, piena di sogni e di riflessi di cielo, ma destinata presto a dissolversi nel nulla; una mano bonaria sulla spalla lo strappò ai suoi pensieri e una voce allegra chiese: «E a te, Sam, cosa piacerebbe fare da grande?».

 

#compagni

Era facile per gli altri bambini prendere in giro quello nuovo: indossava abiti troppo larghi per lui, stava sempre con il naso infilato nei libri, portava i capelli troppo lunghi e viveva in un motel di infimo ordine; si divertivano a spingerlo e farlo cadere, ridendo della sua espressione irritata; ma quando il ragazzo più grande lo veniva a prendere e gli metteva la mano sopra le spalle non potevano che invidiare il sorriso sincero che sbocciava sul suo viso e la sicurezza con cui se ne andavano insieme.

 

#abbassalingua

Il bambino tossiva già da un paio di giorni, quindi John prese una forchetta e disse al figlio di aprire la bocca: prendendola per le punte, usò la posata per tenergli giù la lingua, poi gli sorrise e gli disse: «Hai solo la gola un po’ rossa, Sammy; resteremo in questo motel un paio di giorni e ti darò del latte con il miele, vedrai che presto starai meglio».
 

#cielo

Papà non glielo avrebbe mai permesso, ma era a centinaia di chilometri di distanza, non avrebbe mai scoperto il loro piccolo segreto, per cui per una volta Sam si stava lasciando andare come un normale quattordicenne, con il viso estasiato rivolto verso i fuochi d’artificio che esplodevano in strisce d’oro, cerchi rossi e scintille argentee, del tutto inconsapevole che Dean, invece, guardava il riflesso del cielo nei suoi occhi.

 

#correre

Si sciolse dall’abbraccio di Dean e si avviò verso l’autobus in partenza, accelerando sempre più ad ogni metro, ben sapendo che in realtà il solo posto che il suo cuore voleva davvero raggiungere non era Stanford, ma era quello che si stava lasciando alle spalle.

 

#febbre

Sam si svegliò nel letto della sua stanza al campus dopo una notte trascorsa tra brividi e sudore; strinse tra le mani una coperta che credeva fosse ripiegata sul sedile di un’Impala del ’67 in viaggio verso chissà dove e ricordò vagamente, come in un sogno, una mano callosa che gli carezzava i capelli mentre una voce burbera gli sussurrava: «Guarisci presto, figlio mio».

 

NdA

 

Ciao a tutti!

Supernatural ci ha regalato tanti flashback di Sam da piccolo e ci ha lasciato intravedere piccoli indizi del suo passato; una delle cose che mi diverte di più è colmare i vuoti o immaginare come sia stato duro per lui crescere senza una madre e proiettato in un mondo pieno di cose da cui avrebbe voluto tenersi lontano. Spero che vi piaccia e, se avete tempo di lasciarmi un pensiero, è molto gradito!

Alla prossima settimana!

 

PS: Questa raccolta è dedicata a Veronica, fanfriend dalla grande capacità di ascolto!

   
 
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