70
Viva
il
re
Quando
Ary si svegliò, ci mise un po' a capire dove fosse. Ancora
stordito dal sonno,
intravide Keros seduto davanti al grande specchio della camera
infernale.
Attorniato da servi che lo vestivano, il mezzodemone si preparava per
la
giornata da sostituto del re. Sorrise quando vide che il proprio amato
si era
svegliato.
“Sei
magnifico" mormorò Ary, rimanendo steso a letto.
“Ti
ringrazio" gli rispose Keros, lasciandosi pettinare i lunghi capelli
rossi
“Devo avere l'aspetto di un re".
“A
me
sembri un dio".
“Esagerato!”.
Con
lo
sguardo ambrato messo in risalto dal trucco, Keros osservò
la propria immagine
allo specchio. L’abito scuro, ricco di ricami e dettagli
preziosi, scendeva
lungo la schiena fino a formare uno strascico. Ogni bottone riportava
il
simbolo reale e brillava in modo ipnotico. Le stesse punte di luce
continuavano
fra i capelli ed i gioielli, assieme ad un lieve tintinnio. La corona
argento,
quella da principe ereditario, spiccava fra le due corna blu. Una volta
pronto,
Keros si alzò e si voltò verso Ary.
Ridacchiò, congiungendo le mani sotto le
ampie maniche, e mostrò la lingua.
“Le
signorine ti aiuteranno a vestirti" indicò il mezzodemone,
mentre Ary si
voltava a fissarle “Poi sei libero di gironzolare dove vuoi.
Fatti un bagno,
fatti coccolare… Io oggi avrò un po' da fare, ma
per pranzo potremmo mangiare
assieme. Che dici?”.
Ary
annuì, non sapendo che altro dire.
“Ti
suggerisco
la biblioteca" continuò il principe “Puoi
accedervi anche da questo piano,
ma ti consiglio di girare un pochino ed esplorare. Puoi raggiungere il
corridoio centrale, quello che porta alla sala ricevimenti, e poi
girare sulla
destra. Poi prosegui fino alla quinta porta a sinistra. Tutto
chiaro?”.
“Più
o
meno…”.
“Sono
sicuro che te la caverai. Ora vado… A più
tardi!”.
Il
ticchettio
regolare dei tacchi del sanguemisto si allontanò
gradatamente ed Ary sospirò.
Notò quanto fosse affollata quella stanza, fra servi e
serve, e realizzò di
essere nudo…
Mentre
Keros era impegnato con le incombenze reali, Ary si era vestito e stava
vagando
per il castello. Camminava, guardandosi attorno, incuriosito. Era
stupito da
quanto quel luogo potesse essere bello, nonostante si trovasse al
centro
dell'Inferno.
Con
un
sorriso, intravide Lucifero in giardino. Sembrava di buon umore,
ridacchiava
assieme ad Asmodeo e discuteva animatamente. Il fulmine aveva lasciato
qualche
segno sul corpo del demone, che si intravedeva sotto alle vesti. In
particolare, sul viso e sul collo, alcuni segni neri rassomigliavano a
sottili
radici che andavano svanendo. Si notava, dai suoi movimenti, che
provava ancora
dolore ma sorrideva, probabilmente rilassato dalla temporanea mancanza
di
lavoro. Fuori dal palazzo, molti demoni ancora osannavano il proprio
signore
con entusiasmo.
Ary
continuò a camminare, deciso a raggiungere la biblioteca.
Non fu facile trovare
la porta, fra cunicoli e corridoi, ma quando finalmente intravide i
libri della
sala rimase senza parole. Il soffitto era altissimo, le entrate e le
scalinate
si inerpicavano su più piani ed i volumi riempivano gli
scaffali lungo tutte le
pareti. Il profumo della carta era inebriante. Consapevole di non
capire buona
parte della lingua scritta, Ary decise di dedicarsi allo studio della
lingua ed
aveva trovato i libri adatti. Stava studiando con diligenza, seduto su
un
tavolo in legno e chino su un grosso libro antico, quando
udì un’incantevole
voce espandersi per tutta la biblioteca. Cercò di capire da
dove provenisse,
guardandosi attorno. Poi una risata dal tono familiare. Nell'ombra,
intravide
Lilien assieme ad un’altra donna. Risero e poi si scambiarono
un bacio,
accorgendosi solo in quel momento della presenza dell'uomo.
“Non
volevo disturbarvi…” arrossì Ary.
“Non
essere in imbarazzo" ridacchiò Lilien “Non
volevamo interrompere il tuo
studio…”.
“Ah…
no…
io…”.
La
messaggera si avvicinò, seguita dall'altra giovane demone.
“Come
ti
trovi a palazzo?” domandò, salendo sul tavolo ed
accavallando le gambe.
“Non
male…”.
“Pensavi
peggio?”.
“Già…”.
Rimasero
in silenzio, lui decisamente in imbarazzo e lei divertita dalla
situazione.
“Dunque…”
borbottò poi Ary “Era lei a cantare?”.
“Sì.
È
una nuova serva, le sto spiegando un po' come funzionano le cose.
È la figlia
di Lorelai, una delle concubine del re".
“Lorelai?
La sirena del Reno? Ecco perché una voce così
bella!”.
“Esatto!
Si chiama Undinnè. Coraggio… canta ancora un po'
per noi!”.
La
giovane ricominciò a cantare.
Ary
sospirò, incantato.
“Questa
voce è in grado di ammaliare uomini e demoni" sorrise Lilien.
“Semplicemente
divina. Senza offesa, ovviamente” riuscì a dire
Ary.
Undinnè
arrossì.
“Ora
ti
lasciamo studiare" si alzò Lilien.
“Ma…
potete anche restare, se volete…”.
Il
canto
ricominciò. Era una melodia sensuale, simile a quella che
spingeva i marinai
fra le braccia delle sirene e li portava alla perdizione ed alla morte.
Appannava i sensi, offuscava la mente. Ary ascoltava, con attenzione, e
si
perdeva ad osservare la fanciulla che gli stava di fronte. Era minuta,
dai
lunghi capelli color del mare ed un abito che ricordava l'oriente. Non
era
particolarmente formosa o sensuale, ma possedeva una bellezza
particolare che
suscitava di certo interesse.
“So
che
cosa provi" sussurrò Lilien “E non te ne devi
vergognare. Siamo entrambe
ricettive, in questi giorni. Per questo ci eravamo nascoste qui. Per
schivare i
demoni più insistenti e per… sfogare i nostri
istinti fra noi”.
Ary
ricordava vagamente qualcosa, riguardo all'essere
“ricettivi", e tentò di
dire qualcosa. Ma reprimere l'istinto di demone era estremamente
complesso,
specie per chi lo era da poco.
“Non
è
irresistibile?” stuzzicò ancora Lilien
“Canta per te. Dovresti darle qualcosa
in cambio".
“Qualcosa
in cambio…?” mormorò, piuttosto
confuso, l'uomo.
“Sei
ancora troppo umano" lo derise la messaggera “Fai quasi
tenerezza".
Ary
si
sentì punto nell'orgoglio. Si alzò, per
ribattere, ma non trovò parole convincenti
e rimase in silenzio. Undinnè si era avvicinata, smettendo
di cantare, e Lilien
l'aveva baciata di nuovo sulle labbra. Poi la melodia era ricominciata
e lo
sguardo della demone si era posato sull'uomo. Si era avvicinata
ulteriormente
ed Ary l'aveva costretta a rimanere in silenzio, stringendola di scatto
a
sé e
facendola sobbalzare.
“Che
cosa
vuoi da me, sirena?” domandò lui.
Lei,
stupita da quella reazione, dopo qualche istante di smarrimento si
rilassò con
un sorriso. L'uomo rispose a quel sorriso, maliziosamente.
Keros
raggiunse la biblioteca tramite un passaggio che lo collegava
direttamente
dalla sala ricevimenti reale. Percepì subito Lilien, che poi
vide appoggiata
con la schiena contro un tavolo. Sorrideva, soddisfatta. Poco
più in là, Ary ed
Undinnè erano uniti in un atto sessuale quasi violento, fra
graffi e gremiti.
“Come
lo
hai convinto?” domandò il principe alla messaggera.
“È
stato
facile" ghignò lei “Fa bene ad entrambi".
“Chi
è
lei? Non mi sembra di conoscerla".
“La
figlia di Lorelai. È qui per imparare a fare la serva. La
sua famiglia risulta
fra i sovversivi che il re ha sconfitto e sottomesso”.
“Una
elementale d'acqua, dal canto ammaliatore come la madre?”.
“Esatto…”.
“Non
so
se mi aggrada sia una semplice serva…”.
“Era
quello che speravo…” ghignò ancora
Lilien.
Nel
frattempo, i due amanti si erano divisi, soddisfatti e lievemente
imbarazzati.
L'imbarazzo salì notevolmente di livello quando entrambi
notarono la presenza
di Keros ed il suo sguardo interessato.
“Vi
siete
divertiti?” ridacchiò il principe.
Ancora
ridacchiando, il mezzodemone invitò la demone ad
avvicinarsi. Mezza svestita,
la osservò mentre si faceva ammirare e girava su se stessa.
“Ma
sei
deliziosa!” commentò poi Keros
“Semplicemente deliziosa!”.
Lei
arrossì.
“Lucifero
non deve averti ancora vista, altrimenti ti avrebbe di certo aggiunta
alla
schiera delle sue concubine. Non ti piacerebbe?”.
“Oh…
mi
piacerebbe. Mi piacerebbe molto!” ammise Undinnè.
“E
se
invece divenissi una mia concubina? Lilien, cosa ne pensi?”.
“Lei
a me
piace" ammise la messaggera “In tutti i sensi. E non credo
piaccia solo a
me…”.
L'ultima
frase l'accompagnò con un ghigno divertito ed un cenno
rivolto ad Ary, che
ancora non capiva del tutto quel che aveva fatto.
“Però,
se
vuoi essere mia concubina…” mormorò
Keros, camminando attorno alla ragazza “…devi
dimostrarmi di esserne all'altezza. Pensi di essere adatta?”.
“Lasciate
che vi mostri quel che so fare, mio principe".
Undinnè
cominciò a cantare. Ary tornò in uno strano stato
d'intorpidimento, mentre
Lilien e Keros ascoltavano con attenzione la sirena. Il principe non
era immune
al potere di quel canto e sorrise, con approvazione.
“Deliziosa"
ripeté “Semplicemente deliziosa!”.
Lei
ridacchiò, arrossendo di nuovo.
“Tu
cosa
dici, Ary? Non è deliziosa? Cosa dici? La
assaggio?”.
Non
ricevette alcuna risposta, come si aspettava, e tirò a
sé la ragazza. Le diede
un piccolo morso sul collo, facendole emettere un piccolo gemito.
“Sai…”
sussurrò Lilien, raggiungendo Ary “…ora
si accoppieranno di sicuro”.
“Non
mi
sembra una cosa negativa…”.
“E
tu?”.
“Io
che
cosa?”.
“Vorresti
assaggiarmi?”.
“I…io…”.
Non
era
stato in grado di rispondere. L'istinto lo aveva reso incapace di
compiere
scelte consapevoli.
Quando
riprese lucidità, Ary si accorse di essere steso sul
pavimento della
biblioteca. Osservava il soffitto, affrescato con intricati disegni
neri ed
argento. Rimase qualche istante a fissare il lampadario pendente, che
era
enorme e risplendeva con bagliori intensi. Keros rise e lo
riportò del tutto
alla realtà. Anche le due donne risero, senza
però alzarsi dal pavimento.
“Benvenuto
all'Inferno!” commentò il principe “Non
è tanto brutto, non trovi?”.
Erano
tutti e quattro nudi, più o meno lucidi.
“Mi
sono
giocato la pausa pranzo" commentò Keros “Ma ne
è valsa la pena!”.
“Ma…
che…” tentò invano di dire Ary,
borbottando cose senza connessione e
ributtandosi sul pavimento scuro con un mezzo sorriso.
Keros
si
sistemò alla bene e meglio e lasciò la sala, per
tornare al lavoro. Lilien si
alzò, porgendo poi la mano ad Undinnè. Le due
donne si alzarono e si
rivestirono.
“Attento”
rise Lilien, girandosi verso Ary e facendo l'occhiolino
“Potrebbe entrare
qualcuno!”.
Quella
sera, Ary attese l'arrivo di Keros nella grande sala da pranzo. Era
solo, e
provava un certo imbarazzo. Fissava uno dei candelabri che decoravano
la sala
ed annusò l'aria, percependo un piacevole profumo di
pietanze che non riusciva
a riconoscere. Il principe lo raggiunse dopo più di
mezz'ora, scusandosi.
“Il
lavoro è lavoro" gli sorrise Ary “Ora
però ho una gran fame. Mangiamo!”.
Sorseggiando
vino, iniziarono a consumare il pasto portato dai servitori. Risero,
ripensando
a quanto successo nella biblioteca. Poi la porta si aprì e
Keros si alzò di
scatto, vedendo entrare Lucifero assieme a Leonore.
“Non
alzarti" sorrise il re “Sei tu il sovrano adesso, anche se
solo
temporaneamente!”.
Lucifero
prese posto e Leonore fece altrettanto.
“Cosa
ne
pensi nel mio palazzo, Arikien?” fu la prima domanda del re,
dopo aver
assaggiato la prima portata.
“Lo
trovo
estremamente bello. È… pittoresco"
“Inquietante?”.
“A
volte.
Ma nel complesso lo trovo maestoso oltre ogni aspettativa".
“E
non ti
manca casa tua?”.
“Mi
mancano alcune cose, lo ammetto".
“La
luce
del sole, suppongo".
“Anche…”.
“Tranquillo.
Tra poco sarò di nuovo il sovrano a tempo a pieno e tu e
Keros sarete liberi di
scorrazzare dove più vi aggrada. Penso fra qualche
mese…”.
“E
i
bambini?”.
“I
bastardelli discendenti dei sovversivi? Stanno qua a palazzo".
“Ho
notato. Però nessuno provvede alla loro istruzione o
addestramento".
“E
che
cosa pretendi? Sono orfani e non di famiglia prestigiosa. Per tutti gli
orfani
dell'Inferno funziona così. O imparano a sopravvivere da
soli oppure crepano
lungo il cammino".
“Che
cosa
triste…”.
“È
la
legge della natura. Vale per tutti così. Anche per gli
animali o per gli esseri
umani".
“Io
sono
un orfano ed ho avuto un’istruzione!”.
“Perché
qualcuno si è preso la briga di impartirtela. Vuoi quei
piccoli? Sono tutti
tuoi. Però sappi che il percorso è in salita e
difficilmente troveranno un modo
per vivere in modo decente, se arrivano all'età adulta".
“Però…
forse io avrei una possibile diversa soluzione".
Il
re
sorseggiò un po' di vino, gustandosi degli stuzzichini che
anticipavano la
seconda portata.
“Sentiamo…”
mormorò, poco convinto.
“Prima
volevo sapere se il nostro debito è estinto".
“Hai
salvato la vita di mio figlio, hai aiutato Keros a credere veramente in
sé e,
grazie alla tua anima speciale, ho conosciuto Leonore. Il nostro debito
non
potrà mai essere estinto, mi sa…”.
“In
questo caso, ho una proposta per annullare il debito!”.
“Parliamo
in privato di questo. Va bene? Ora vorrei discutere con il principe di
Gran
Balli e tornei”.
“Pensavo
di aspettare di vederti del tutto guarito” ammise Keros.
“Sto
sempre bene quando si tratta di andare a caccia di femmine.
Sarà un ballo
grandioso! Sempre che tu non abbia cambiato idea riguardo alle
concubine…”.
“No,
affatto. Anzi, ti dirò… ho trovato una concubina
proprio oggi!”.
“Notizia
splendida. Raccontami tutto, adesso che arriva il dolce!”.
Scusate
il mostruoso ritardo d’aggiornamento!! Vi
mando tanti bacini Kerososi per farmi perdonare (o Lilithiosi, se
preferite!)