Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    29/05/2019    1 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Viva il re

 

Quando Ary si svegliò, ci mise un po' a capire dove fosse. Ancora stordito dal sonno, intravide Keros seduto davanti al grande specchio della camera infernale. Attorniato da servi che lo vestivano, il mezzodemone si preparava per la giornata da sostituto del re. Sorrise quando vide che il proprio amato si era svegliato.

“Sei magnifico" mormorò Ary, rimanendo steso a letto.

“Ti ringrazio" gli rispose Keros, lasciandosi pettinare i lunghi capelli rossi “Devo avere l'aspetto di un re".

“A me sembri un dio".

“Esagerato!”.

Con lo sguardo ambrato messo in risalto dal trucco, Keros osservò la propria immagine allo specchio. L’abito scuro, ricco di ricami e dettagli preziosi, scendeva lungo la schiena fino a formare uno strascico. Ogni bottone riportava il simbolo reale e brillava in modo ipnotico. Le stesse punte di luce continuavano fra i capelli ed i gioielli, assieme ad un lieve tintinnio. La corona argento, quella da principe ereditario, spiccava fra le due corna blu. Una volta pronto, Keros si alzò e si voltò verso Ary. Ridacchiò, congiungendo le mani sotto le ampie maniche, e mostrò la lingua.

“Le signorine ti aiuteranno a vestirti" indicò il mezzodemone, mentre Ary si voltava a fissarle “Poi sei libero di gironzolare dove vuoi. Fatti un bagno, fatti coccolare… Io oggi avrò un po' da fare, ma per pranzo potremmo mangiare assieme. Che dici?”.

Ary annuì, non sapendo che altro dire.

“Ti suggerisco la biblioteca" continuò il principe “Puoi accedervi anche da questo piano, ma ti consiglio di girare un pochino ed esplorare. Puoi raggiungere il corridoio centrale, quello che porta alla sala ricevimenti, e poi girare sulla destra. Poi prosegui fino alla quinta porta a sinistra. Tutto chiaro?”.

“Più o meno…”.

“Sono sicuro che te la caverai. Ora vado… A più tardi!”.

Il ticchettio regolare dei tacchi del sanguemisto si allontanò gradatamente ed Ary sospirò. Notò quanto fosse affollata quella stanza, fra servi e serve, e realizzò di essere nudo…

 

Mentre Keros era impegnato con le incombenze reali, Ary si era vestito e stava vagando per il castello. Camminava, guardandosi attorno, incuriosito. Era stupito da quanto quel luogo potesse essere bello, nonostante si trovasse al centro dell'Inferno.

Con un sorriso, intravide Lucifero in giardino. Sembrava di buon umore, ridacchiava assieme ad Asmodeo e discuteva animatamente. Il fulmine aveva lasciato qualche segno sul corpo del demone, che si intravedeva sotto alle vesti. In particolare, sul viso e sul collo, alcuni segni neri rassomigliavano a sottili radici che andavano svanendo. Si notava, dai suoi movimenti, che provava ancora dolore ma sorrideva, probabilmente rilassato dalla temporanea mancanza di lavoro. Fuori dal palazzo, molti demoni ancora osannavano il proprio signore con entusiasmo.

Ary continuò a camminare, deciso a raggiungere la biblioteca. Non fu facile trovare la porta, fra cunicoli e corridoi, ma quando finalmente intravide i libri della sala rimase senza parole. Il soffitto era altissimo, le entrate e le scalinate si inerpicavano su più piani ed i volumi riempivano gli scaffali lungo tutte le pareti. Il profumo della carta era inebriante. Consapevole di non capire buona parte della lingua scritta, Ary decise di dedicarsi allo studio della lingua ed aveva trovato i libri adatti. Stava studiando con diligenza, seduto su un tavolo in legno e chino su un grosso libro antico, quando udì un’incantevole voce espandersi per tutta la biblioteca. Cercò di capire da dove provenisse, guardandosi attorno. Poi una risata dal tono familiare. Nell'ombra, intravide Lilien assieme ad un’altra donna. Risero e poi si scambiarono un bacio, accorgendosi solo in quel momento della presenza dell'uomo.

“Non volevo disturbarvi…” arrossì Ary.

“Non essere in imbarazzo" ridacchiò Lilien “Non volevamo interrompere il tuo studio…”.

“Ah… no… io…”.

La messaggera si avvicinò, seguita dall'altra giovane demone.

“Come ti trovi a palazzo?” domandò, salendo sul tavolo ed accavallando le gambe.

“Non male…”.

“Pensavi peggio?”.

“Già…”.

Rimasero in silenzio, lui decisamente in imbarazzo e lei divertita dalla situazione.

“Dunque…” borbottò poi Ary “Era lei a cantare?”.

“Sì. È una nuova serva, le sto spiegando un po' come funzionano le cose. È la figlia di Lorelai, una delle concubine del re".

“Lorelai? La sirena del Reno? Ecco perché una voce così bella!”.

“Esatto! Si chiama Undinnè. Coraggio… canta ancora un po' per noi!”.

La giovane ricominciò a cantare.  Ary sospirò, incantato.

“Questa voce è in grado di ammaliare uomini e demoni" sorrise Lilien.

“Semplicemente divina. Senza offesa, ovviamente” riuscì a dire Ary.

Undinnè arrossì.

“Ora ti lasciamo studiare" si alzò Lilien.

“Ma… potete anche restare, se volete…”.

Il canto ricominciò. Era una melodia sensuale, simile a quella che spingeva i marinai fra le braccia delle sirene e li portava alla perdizione ed alla morte. Appannava i sensi, offuscava la mente. Ary ascoltava, con attenzione, e si perdeva ad osservare la fanciulla che gli stava di fronte. Era minuta, dai lunghi capelli color del mare ed un abito che ricordava l'oriente. Non era particolarmente formosa o sensuale, ma possedeva una bellezza particolare che suscitava di certo interesse.

“So che cosa provi" sussurrò Lilien “E non te ne devi vergognare. Siamo entrambe ricettive, in questi giorni. Per questo ci eravamo nascoste qui. Per schivare i demoni più insistenti e per… sfogare i nostri istinti fra noi”.

Ary ricordava vagamente qualcosa, riguardo all'essere “ricettivi", e tentò di dire qualcosa. Ma reprimere l'istinto di demone era estremamente complesso, specie per chi lo era da poco.

“Non è irresistibile?” stuzzicò ancora Lilien “Canta per te. Dovresti darle qualcosa in cambio".

“Qualcosa in cambio…?” mormorò, piuttosto confuso, l'uomo.

“Sei ancora troppo umano" lo derise la messaggera “Fai quasi tenerezza".

Ary si sentì punto nell'orgoglio. Si alzò, per ribattere, ma non trovò parole convincenti e rimase in silenzio. Undinnè si era avvicinata, smettendo di cantare, e Lilien l'aveva baciata di nuovo sulle labbra. Poi la melodia era ricominciata e lo sguardo della demone si era posato sull'uomo. Si era avvicinata ulteriormente ed Ary l'aveva costretta a rimanere in silenzio, stringendola di scatto a sé  e facendola sobbalzare.

“Che cosa vuoi da me, sirena?” domandò lui.

Lei, stupita da quella reazione, dopo qualche istante di smarrimento si rilassò con un sorriso. L'uomo rispose a quel sorriso, maliziosamente.

 

Keros raggiunse la biblioteca tramite un passaggio che lo collegava direttamente dalla sala ricevimenti reale. Percepì subito Lilien, che poi vide appoggiata con la schiena contro un tavolo. Sorrideva, soddisfatta. Poco più in là, Ary ed Undinnè erano uniti in un atto sessuale quasi violento, fra graffi e gremiti.

“Come lo hai convinto?” domandò il principe alla messaggera.

“È stato facile" ghignò lei “Fa bene ad entrambi".

“Chi è lei? Non mi sembra di conoscerla".

“La figlia di Lorelai. È qui per imparare a fare la serva. La sua famiglia risulta fra i sovversivi che il re ha sconfitto e sottomesso”.

“Una elementale d'acqua, dal canto ammaliatore come la madre?”.

“Esatto…”.

“Non so se mi aggrada sia una semplice serva…”.

“Era quello che speravo…” ghignò ancora Lilien.

 

Nel frattempo, i due amanti si erano divisi, soddisfatti e lievemente imbarazzati. L'imbarazzo salì notevolmente di livello quando entrambi notarono la presenza di Keros ed il suo sguardo interessato.

“Vi siete divertiti?” ridacchiò il principe.

Ancora ridacchiando, il mezzodemone invitò la demone ad avvicinarsi. Mezza svestita, la osservò mentre si faceva ammirare e girava su se stessa.

“Ma sei deliziosa!” commentò poi Keros “Semplicemente deliziosa!”.

Lei arrossì.

“Lucifero non deve averti ancora vista, altrimenti ti avrebbe di certo aggiunta alla schiera delle sue concubine. Non ti piacerebbe?”.

“Oh… mi piacerebbe. Mi piacerebbe molto!” ammise Undinnè.

“E se invece divenissi una mia concubina? Lilien, cosa ne pensi?”.

“Lei a me piace" ammise la messaggera “In tutti i sensi. E non credo piaccia solo a me…”.

L'ultima frase l'accompagnò con un ghigno divertito ed un cenno rivolto ad Ary, che ancora non capiva del tutto quel che aveva fatto.

“Però, se vuoi essere mia concubina…” mormorò Keros, camminando attorno alla ragazza “…devi dimostrarmi di esserne all'altezza. Pensi di essere adatta?”.

“Lasciate che vi mostri quel che so fare, mio principe".

Undinnè cominciò a cantare. Ary tornò in uno strano stato d'intorpidimento, mentre Lilien e Keros ascoltavano con attenzione la sirena. Il principe non era immune al potere di quel canto e sorrise, con approvazione.

“Deliziosa" ripeté “Semplicemente deliziosa!”.

Lei ridacchiò, arrossendo di nuovo.

“Tu cosa dici, Ary? Non è deliziosa? Cosa dici? La assaggio?”.

Non ricevette alcuna risposta, come si aspettava, e tirò a sé la ragazza. Le diede un piccolo morso sul collo, facendole emettere un piccolo gemito.

“Sai…” sussurrò Lilien, raggiungendo Ary “…ora si accoppieranno di sicuro”.

“Non mi sembra una cosa negativa…”.

“E tu?”.

“Io che cosa?”.

“Vorresti assaggiarmi?”.

“I…io…”.

Non era stato in grado di rispondere. L'istinto lo aveva reso incapace di compiere scelte consapevoli.

 

Quando riprese lucidità, Ary si accorse di essere steso sul pavimento della biblioteca. Osservava il soffitto, affrescato con intricati disegni neri ed argento. Rimase qualche istante a fissare il lampadario pendente, che era enorme e risplendeva con bagliori intensi. Keros rise e lo riportò del tutto alla realtà. Anche le due donne risero, senza però alzarsi dal pavimento.

“Benvenuto all'Inferno!” commentò il principe “Non è tanto brutto, non trovi?”.

Erano tutti e quattro nudi, più o meno lucidi.

“Mi sono giocato la pausa pranzo" commentò Keros “Ma ne è valsa la pena!”.

“Ma… che…” tentò invano di dire Ary, borbottando cose senza connessione e ributtandosi sul pavimento scuro con un mezzo sorriso.

Keros si sistemò alla bene e meglio e lasciò la sala, per tornare al lavoro. Lilien si alzò, porgendo poi la mano ad Undinnè. Le due donne si alzarono e si rivestirono.

“Attento” rise Lilien, girandosi verso Ary e facendo l'occhiolino “Potrebbe entrare qualcuno!”.

 

Quella sera, Ary attese l'arrivo di Keros nella grande sala da pranzo. Era solo, e provava un certo imbarazzo. Fissava uno dei candelabri che decoravano la sala ed annusò l'aria, percependo un piacevole profumo di pietanze che non riusciva a riconoscere. Il principe lo raggiunse dopo più di mezz'ora, scusandosi.

“Il lavoro è lavoro" gli sorrise Ary “Ora però ho una gran fame. Mangiamo!”.

Sorseggiando vino, iniziarono a consumare il pasto portato dai servitori. Risero, ripensando a quanto successo nella biblioteca. Poi la porta si aprì e Keros si alzò di scatto, vedendo entrare Lucifero assieme a Leonore.

“Non alzarti" sorrise il re “Sei tu il sovrano adesso, anche se solo temporaneamente!”.

Lucifero prese posto e Leonore fece altrettanto.

“Cosa ne pensi nel mio palazzo, Arikien?” fu la prima domanda del re, dopo aver assaggiato la prima portata.

“Lo trovo estremamente bello. È… pittoresco"

“Inquietante?”.

“A volte. Ma nel complesso lo trovo maestoso oltre ogni aspettativa".

“E non ti manca casa tua?”.

“Mi mancano alcune cose, lo ammetto".

“La luce del sole, suppongo".

“Anche…”.

“Tranquillo. Tra poco sarò di nuovo il sovrano a tempo a pieno e tu e Keros sarete liberi di scorrazzare dove più vi aggrada. Penso fra qualche mese…”.

“E i bambini?”.

“I bastardelli discendenti dei sovversivi? Stanno qua a palazzo".

“Ho notato. Però nessuno provvede alla loro istruzione o addestramento".

“E che cosa pretendi? Sono orfani e non di famiglia prestigiosa. Per tutti gli orfani dell'Inferno funziona così. O imparano a sopravvivere da soli oppure crepano lungo il cammino".

“Che cosa triste…”.

“È la legge della natura. Vale per tutti così. Anche per gli animali o per gli esseri umani".

“Io sono un orfano ed ho avuto un’istruzione!”.

“Perché qualcuno si è preso la briga di impartirtela. Vuoi quei piccoli? Sono tutti tuoi. Però sappi che il percorso è in salita e difficilmente troveranno un modo per vivere in modo decente, se arrivano all'età adulta".

“Però… forse io avrei una possibile diversa soluzione".

Il re sorseggiò un po' di vino, gustandosi degli stuzzichini che anticipavano la seconda portata.

“Sentiamo…” mormorò, poco convinto.

“Prima volevo sapere se il nostro debito è estinto".

“Hai salvato la vita di mio figlio, hai aiutato Keros a credere veramente in sé e, grazie alla tua anima speciale, ho conosciuto Leonore. Il nostro debito non potrà mai essere estinto, mi sa…”.

“In questo caso, ho una proposta per annullare il debito!”.

“Parliamo in privato di questo. Va bene? Ora vorrei discutere con il principe di Gran Balli e tornei”.

“Pensavo di aspettare di vederti del tutto guarito” ammise Keros.

“Sto sempre bene quando si tratta di andare a caccia di femmine. Sarà un ballo grandioso! Sempre che tu non abbia cambiato idea riguardo alle concubine…”.

“No, affatto. Anzi, ti dirò… ho trovato una concubina proprio oggi!”.

“Notizia splendida. Raccontami tutto, adesso che arriva il dolce!”.

 

Scusate il mostruoso ritardo d’aggiornamento!! Vi mando tanti bacini Kerososi per farmi perdonare (o Lilithiosi, se preferite!)

   
 
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