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Autore: Lady Cassidy    24/07/2009    1 recensioni
Joice una giovane donna che scopre in un attimo il suo passato ed il suo destino. Mercus giovane cavaliere e Michael un principe da 18 anni ventenne, in dura lotta tra loro. Kravel il conte e Morgan il re. Cosa unisce questi personaggi? uno stemma, un' aquila forse sarà la chiave di tutto ...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Joice si guardava intorno, come se avesse già visto quel posto, come se avesse già assistito a quella scena. Non riusciva a rendersi conto di trovarsi immersa in un sonno profondo, tanto da non riuscire a svegliarsi. Il prato era stranamente di un colore simile al giallo ed il cielo era di un arancio che piano cadeva immerso in un azzurro. Erano colori che non si accostavano alla realtà che conosceva; sembrava caduta in un quadro di un espressionista. Camminava spaesata, senza sapere il motivo di quel moto, ne dove il suo vagare involontario la stesse portando, sapeva solo di non potersi fermare. I suoi occhi erano vuoti, i movimenti lenti ed indecisi, la sua mente priva di ogni pensiero: era incapace di riflettere, ricordare, immagazzinare. Tutt' intorno a dov'era c'erano solo campi, prati, alberi e strani piccoli sentieri che congiungevano altri campi, come se si passasse da una città all' altra ma senza alcuna abitazione, senza incontare anima viva. Imperterrita continuava il suo cammino senza interruzione, monotono, lento...
In lontananza il paesaggio cambiava: il celo tendeva a mischiare vari colori scuri, che venivano assorbiti da un enorme macchia nera ed alcune luci, simili ad enormi finestre, cominciavano ad illuminare il paesaggio. Un uomo apparve in lontananza: la sagoma nera, simile ad un ombra, sembrava portare i lineamenti di un alto cavaliere che posava i suoi passi pesanti e stanchi sul terreno. Da come oziava i suoi occhi in destra e poi in sinistra si intuiva cercasse qualcuno, e che aveva passato forse il resto della giornata a cercarlo. Nello scontrarsi con quest'uomo Joice non interruppe il suo passo monotono ne girò i suoi occhi per sforzarsi di parlare; era imprigionata all'interno del suo inconscio, dal quale non riusciva a fare ritorno. Il cavaliere intanto aveva affondato i suoi piedi fissi in una zona del sentiero e sembrava non voler riprendere il cammino. Guardava fisso quella donna, come se fosse il centro di ogni suo desiderio. Senza spiccare un passo e muovendo i soli muscoli delle braccia afferrò Joice per un arto e questa arrestò il suo passo, come se avesse trovato dinnanzi ai suoi piedi un ostacolo insommortabile. Gli occhi del giovane cambiarono emozioni: divenero di un blu intenso e misterioso e non portavano più i segni di fatica. Avrebbero spento una fiamma se l'avessero trovata sul loro cammino; avrebbero incantato una fata se questa li avesse guardati a fondo. Joice non ebbe reazione a questo sguardo, ed intanto il cielo divenne nero, e nulla fu più riconoscibile. In quegli attimi di puro silenzio, quelle che erano le due figure divenenro dell sagome immerse nell'oscurità. Per il cavaliere, tutto perse significato nell' istante nel quale Joice si fece specchio con i suoi occhi. Da quell' immenso blu si passò rapidamente ad un grigiastro che non trasmetteva più neanche un grido di aiuto. Il cavaliere sciolse Joice dalla sua presa e cadde in terra come sprofondato in un sonno profondo. Solo qualche istante dopo, Joice, riprese il suo monotono cammino.   
Non riusciva più a veder nulla, eppure non temeva di muovere un piede dopo l'altro sul fresco terreno, nè risentiva della fatica posta sulle sue spalle del giorno appena morto. Cominciava a nascere dentro la prigione della mente una certa anzia proveniente dalla sua anima seduta in un angolo impotente. Voleva fermamente riprendere i sensi; avrebbe voluto chiamare aiuto, ma anima viva non girava di sera in quello strano paesaggio, nè potè chiedere aiuto al cavaliere incontrato qualche ora prima; era stato anch'esso vittima del suo inconscio. Il fruscio delle foglie appuntite annunciava la fresca breccia che popolava i villaggi di sera,  e man mano che la notte si faceva avanti più le foglie solcavano la sua pelle. Joice non cennava a spostarsi, ma lasciava che quelle punte lasciassero spazio al suo sangue di gocciolare. Distrutta arrivò alla fine del sentiero alberato e la scia di sangue avrebbe portato una qualsiasi belva feroce da lei, se in quel bosco ce ne fosse stata almeno una. La quantità di liquido rosso persa era troppa, e finalmente interruppe il suo moto cadendo in terra. La notte trascorse in modo veloce, senza alcun movimento da parte di Joice. Il vento asciugava le sue ferite ancora gocciolanti, finchè il sangue non smise di gocciolare con le prime luci dell' alba. Il fruscio smise di farsi sentire, le foglie del bosco tornavano immobili ed il silenzio calava nella radura. Un grosso cerchio di colore rosso, riprendeva il suo dominio del cielo ed ora anche la temperatura cominciava a farsi più calda. I campi tornavano silenziosi e vuoti, Joice sembrava essere arrivata col suo moto continuo molto vicina ad una città, ma ora che il suo moto era terminato niente aveva più un senso. Col continuo fluire del tempo, l' enorme sfera rossa perdeva potenza e si apprestava pian piano a nascondersi dietro le enormi valli. Nulla era cambiato all'interno del paesaggio, l' unica cosa che rendeva il tutto meno monotono erano i passi veloci di un cavaliere che sul suo cavallo si avvicinava sempre di più al corpo di Joice.






PICCOLO ANGOLO AUTORE
Gradirei un vostro commento per capire cosa ne pensate del primo capitolo della mia storia... ce ne saranno degli altri... non abbiate paura di criticare, queste sono ben accette se costruttive
Ps: non fate caso ai piccoli errori di scrittura, la storia deve essere ancora rivista ...
  
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