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Autore: Emanuela84    31/05/2019    0 recensioni
Ryo e Kaori si separano, è lui che prende l'ennesima decisione per lei. Ma il destino e qualche canzone li faranno riavvicinare presto.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Capitolo II: Nuova vita, vecchie abitudini

 
L’estate era iniziata da più di un mese e le strade della città erano affollate di studenti in vacanza. Anche al bar Cat’s Eye iniziava a farsi sentire il cambio di stagione, i clienti erano più numerosi del solito e Miki era ogni giorno più indaffarata.
Anche quel giorno, la prima persona a fare la sua entrata nel bar fu Kaori.
 
– Buongiorno Miki, buongiorno Umi –
 
– Buongiorno a te Kaori. Come va oggi? – domandò Miki posando sul bancone la tazza di caffè destinata alla sua amica.
 
– Tutto bene. Ho preso una settimana di ferie dal lavoro e fino a lunedì prossimo sarò libera –
 
– Sono contenta, almeno avremo un po’ di tempo da passare insieme –
 
– Miki, voglio ricordarti che il bar non va avanti da solo – disse Umi con aria di rimprovero.
 
– Oh, tesoro, lo so, ma almeno Kaori sarà libera di venirmi a trovare e potremo sempre trascorrere qualche serata insieme – ribatté la donna facendo arrossire il marito che se ne andò sul retro borbottando frasi incomprensibili.
Le due amiche scoppiarono in una risata argentina.
 
– Sono proprio felice di vedere che hai ritrovato il tuo buonumore – disse Miki.
 
– Già, non valeva proprio la pena di continuare a soffrire – ribatté Kaori soffiando sul caffè – A proposito, l’hai più visto? –
 
– Si, due giorni fa. E’ passato di qui prima della chiusura –
 
– E come ti è sembrato? –
 
– Mah, come al solito ma sai meglio di me che è difficile capire cosa gli passa per la testa. Tu invece? Non vi siete più incontrati? –
 
– Non lo vedo da quando sono andata a prendere i miei mobili e sinceramente non muoio proprio dalla voglia di rivederlo –
 
– Sicura? –
 
Kaori esitò a rispondere e per un attimo la tazzina le tremò fra le mani.
 
– Certo. Non ci tengo proprio –
 
– Il lavoro come va? I tuoi colleghi sono simpatici? – chiese Miki cambiando discorso.
 
– Mi trovo benissimo con tutti, sia con le ragazze che con gli uomini. Il call center non è molto grande, siamo in quindici e ormai ci conosciamo tutti –
 
– E dimmi un po’, come sono i tuoi colleghi uomini? –
 
– Eh? Ah… simpatici… perché questa domanda? –
 
– Non so, il mio istinto mi dice che c’è qualcosa nell’aria e poi oggi indossi un abito nuovo… –
 
– Ah, questo? L’ho comprato il mese scorso e non l’avevo ancora messo, tutto qui… –
 
– Bugiarda, io non ci casco. Si vede chiaramente che aspetti qualcuno. Chi è? –
 
– Non sono brava a mentire, vero? Ebbene sì, ho un appuntamento con un mio collega, si chiama Hideaki Arima, ha 38 anni e… –
 
– Hai detto Arima? Ma non sarà per caso parente del proprietario delle Arima Industries? –
 
– Beh, è il figlio… –
 
–COSA?? Lo sai che è il miglior partito di tutta la città, se non della nazione intera? E perché lavora in un call center? Con i soldi che ha… –
 
– E’ il direttore, il call center è di una ditta affiliata delle Arima Industries –
 
– Mmmh, e così esci con il tuo capo… non ti sembra una situazione scomoda? –
 
– No, affatto. I miei colleghi ne sono al corrente e approvano in pieno –
 
– Ah, se le cose stanno così… –
 
– Lo sapevo, è in ritardo, non riesce mai ad essere puntuale… –
 
Su queste ultime parole si aprì la porta del bar.
 
– Buongiorno! – esclamò una voce conosciuta da entrambe le donne.
 
Kaori sentì il sangue gelarsi nelle vene. Quella voce, erano mesi che non la sentiva. Rimase immobile a fissare la tazzina di caffè ormai vuota.
 
– Ah, buongiorno Ryo… come mai da queste parti? –  domandò Miki.
 
– Passavo di qua e così ho pensato di venire a… – cominciò Ryo ma si bloccò di netto. Il suo sguardo si era posato su una figura molto familiare seduta di spalle al bancone.
 
– Ah, ciao – disse poi sedendosi sul suo solito sgabello, quello alla sinistra di Kaori.
 
– Ciao – rispose lei tagliente alzandosi – Miki vado a sedermi al tavolo, puoi portarmi un bicchier d’acqua con ghiaccio? – chiese poi all’amica.
 
Miki annuì gettandole uno sguardo interrogativo. Le versò l’acqua e gliela servì senza dire nulla. Umi intanto era riapparso nel locale subito dopo aver sentito la voce di Ryo. I due stavano discutendo come al solito quando la porta si aprì, lasciando entrare un uomo sulla trentina, alto circa 1 e 80, dai capelli neri e dagli occhi color nocciola. Miki intuì che si doveva trattare dell’amico di Kaori.
 
– Buongiorno signore, benvenuto – lo salutò Miki sorridendo.
 
– Buongiorno a lei, signora. Mi scusi, sto cercando una persona, la signorina Kaori Makimura – disse Arima ricambiando il sorriso.
 
– Certo, l’accompagno al tavolo –
 
Kaori era seduta di spalle alla porta e quando aveva sentito la voce di Arima si era voltata sorridendo. Per una frazione di secondo aveva incrociato lo sguardo di Ryo e le era apparso sorpreso.
 
– Prego, signore – disse Miki indicando il tavolo.
 
– Grazie. Può portarmi un caffè? –
 
– Con piacere –
 
Miki si allontanò lasciando Kaori ed Arima da soli.
 
– Buongiorno Kaori. Scusa per il ritardo ma proprio mentre stavo per uscire ho ricevuto una telefonata – disse Arima sorridendo.
 
– Ciao Hide. Era una cosa importante? –
 
– No, era Asaba. Voleva solo ricordarmi della festa di compleanno –
 
– Te l’avrà ripetuto mille volte in tutta la settimana. Non lo capisce proprio che è ovvio che ci sarai visto che sei il festeggiato –
 
– Che ci vuoi fare? E’ sempre stato così fin dal liceo, non mi mollava un secondo –
 
Miki tornò con il caffè.
 
– Ecco a lei – disse ad Arima porgendogli la tazzina.
 
– Grazie. Lei è un’amica di Kaori, vero? E’ un piacere conoscerla, io sono Hideaki Arima –
 
– Il piacere è mio, io sono Miki Isyuin. Quell' uomo dietro al bancone è mio marito Hayato, ma tutti lo chiamano Umibozu, mentre l’altro uomo che legge il giornale è un nostro vecchio amico, si chiama Ryo Saeba – disse Miki indicando i due uomini al bancone.
 
– E’ un piacere per me conoscere gli amici di Kaori… in realtà mi ha talmente tanto parlato di voi che mi sembra di conoscervi da una vita…. –
 
Kaori arrossì come suo solito.
 
– Spero solo che abbia parlato bene…– disse Miki ridendo.
 
– Ovviamente! Ha detto che fate il miglior caffè di tutta la città –
 
– Per sapere se è la verità non le resta che provare, signor Arima –
 
– Niente signore, siamo coetanei, mi chiami pure Hideaki e io sarei lieto di chiamarla Miki –
 
– Con piacere, Hideaki. Bene, il lavoro mi aspetta –
 
– Il piacere è stato mio, Miki. Sicuramente avremo l’occasione di incontrarci ancora –
 
Miki si allontanò sorridendo. Oltre che affascinante, Hideaki era anche gentile ed educato e si disse che Kaori aveva avuto fortuna ad incontrarlo.
 
– Allora? Cosa vogliamo fare? – domandò Hideaki a Kaori sorseggiando il caffè.
 
– Non so, non ho niente in programma. Tu invece? –
 
– Hai proprio ragione, questo caffè è ottimo. Nemmeno io ho programmato qualcosa. Se vuoi possiamo andare al mare o alle terme –
 
–  Non mi sembra il caso di andare alle terme con questo caldo. Meglio il mare –
 
– Aggiudicato. Ce l’hai un costume da bagno? –
 
– No ma possiamo passare da casa mia a prenderne uno –
 
– Faremo tardi se dobbiamo attraversare mezza città in auto. Te lo regalo io, andiamo in un negozio che conosco –
 
– Ma Hide sei sicuro? – domandò Kaori un po’ stupita.
 
– Certo. Non posso farti un regalo? – rispose Hideaki fissandola negli occhi.
 
 
Intanto dall’altra parte del bar, Miki parlava di Hideaki a Ryo e Umi.
 
– E’ proprio un uomo affascinante. E da quel che vedo, lui e Kaori vanno molto d’accordo –
 
– Tsè, affascinante quello? Sembra solo un ricco figlio di papà – disse Ryo da dietro il giornale.
 
– Perché è un ricco figlio di papà. Ma non sapete chi è? E’ Hideaki Arima, il figlio di Tsutomu Arima, proprietario delle Arima Industries – precisò Miki asciugando un vassoio.
 
Ryo abbassò il giornale stupito.
 
– Davvero? Mai sentito nominare – disse poi.
 
Miki e Umi caddero all’indietro.
 
– Non è possibile, è lo scapolo d’oro di tutto il Paese. Decine di donne darebbero chissà cosa per essere al posto di Kaori – disse Miki
 
– Non ti sembra di esagerare, Miki? Non so se lo sai ma l’uomo più desiderato del Paese è il sottoscritto. Quel tipo non arriva neanche alla caviglia del grande e unico Stallone di Shinjuku – ribatté Ryo ridendo come un idiota.
 
Sentendo quella risata, Kaori si voltò borbottando parole incomprensibili.
 
– Il caffè era proprio buono. Andiamo? – disse Arima.
 
– Certo – rispose Kaori prendendo la borsa dalla sedia a fianco.
 
Nel momento stesso in cui i due si alzarono, un’auto accostò al marciapiede di fronte al bar. Ryo e Umi percepirono subito il pericolo e gridarono di gettarsi a terra. Kaori si lanciò su Arima, facendogli da protezione. Un attimo dopo una pioggia di proiettili si riversò sul bar, distruggendo praticamente tutto. Ryo e Umi avrebbero voluto intervenire ma muoversi era impossibile. Quando le mitragliette finirono i colpi, l’auto partì sgommando.
 
– Accidenti che casino! – esclamò Ryo alzandosi.
 
– Altro che casino, è un vero e proprio disastro. Chissà quanti soldi ci vorranno per rimettere tutto in ordine – disse Miki guardandosi attorno sconsolata.
 
Kaori e Arima si rialzarono e raggiunsero gli altri.
 
– Tutto bene ragazzi? – domandò Kaori.
 
– Sì, voi piuttosto state bene? – rispose Miki guardando i due.
 
– Io sto bene ma Hide è sconvolto –
 
– Sto bene, non preoccupatevi –
 
Kaori lanciò un’occhiata a Ryo che stava raccogliendo dei proiettili da terra.
 
– Hanno usato delle Uzi, non sono dei dilettanti. Rimane da scoprire con chi ce l’avevano –
 
– E’ ovvio che ce l’hanno con te, io sono uscito dal giro da quasi sei mesi. Cos’hai combinato, eh Saeba? – domandò Umi spazzando i vetri da terra.
 
– Io non ho fatto nulla! Sono due settimane che non lavoro… e se invece ce l’avessero con lui? – ribatté Ryo indicando Arima.
 
A quelle parole Kaori si voltò e lo guardò con aria interrogativa.
 
– Non dirai sul serio, spero – disse poi.
 
– E tu che ne sai? Magari Mister Perfezione non è poi così perfetto… –
 
– Ah, Ryo, smettila! Perché devi essere sempre così sospettoso? –
 
– Cerca di ragionare… se non colpa né mia né di Umi rimanete solo lui e te… –
 
Kaori doveva ammettere che aveva ragione. Guardò Hide e gli chiese:
 
– Hide, è come dice lui? –

 
   
 
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