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Autore: karter    01/06/2019    0 recensioni
Sakura e Sasuke stavano insieme, erano felici o almeno questo credeva la giovane Haruno prima che il mondo le crollasse addosso. Con la sola compagnia di Shikamaru, Sakura abbandona Tokyo per tentare di voltare pagina.
Sulle note di "Laura non c'è" di Nek questa raccolta mostrerà, non in ordine cronologico, pensieri ed emozioni dell'ultimo Uchiha dopo la separazione dalla ragazza...
NB La storia è resent anche su Wattpad
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Karin, Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Team 7 | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Karin, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sakura non c'è

è andata via
 

La luna splendeva alta nel cielo quando il pesante portone di villa Uchiha si spalancò permettendo l'ingresso ad un gruppo di ragazzi che si reggeva a malapena sulle proprie gambe.
-Come ci siamo finiti a casa mia?- domandò un giovane dalla pelle diafana tentando di rimanere in equilibrio.
Non era da lui ubriacarsi a quella maniera, anzi, non era proprio da lui avvicinarsi all'alcool, eppure quella sera non si era limitato ad un solo bicchiere. Fortuna che nonostante tutto non si fosse ridotto nelle condizioni di quei deficienti che si ritrovava per amici.
-Era la più vicina!- gli rispose un ragazzo dalla pelle diafana e uno strano sorriso sul volto, aiutando un ragazzo paffuto con due strani tatuaggi a spirale sulle guance a sedersi a terra.
-Idioti!- commentò il padrone di casa muovendo qualche passo in direzione della cucina.
Aveva bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. Sentiva davvero una strana sensazione alla bocca dello stomaco e guardare quei tizi che si definivano suoi amici riversi in malo modo sul pavimento non l'aiutava di certo.
-Teme...- iniziò un biondino con due pozzi color del cielo al posto degli occhi tentando di mettersi in piedi e raggiungere l'amico -Hai un po' di ramen?- chiese inciampando sui suoi stessi piedi e ritrovandosi con il naso spalmato sul pavimento.
-Testa quadra!- lo prese in giro un ragazzo con degli strani tatuaggi a forma di zanne sulle guance, riemergendo a fatica dal bagno nel quale si era rinchiuso.
Era uno di quelli ridotti peggio, ma per sua fortuna aveva un fegato di piombo!
Il biondo, però, non badò a nulla di tutto ciò che stava accadendo in quella stanza.
Non sentiva le prese in giro di Kiba o le risate mal trattenute di Sai e Chouji, non riusciva a percepire i soliti grugniti di Sasuke o il russare di Lee che finalmente era caduto addormentato facendo tirare un respiro di sollievo a Neji e Shino ai quali era toccato l'arduo compito di riportarlo a casa.
Nulla di tutto ciò riusciva a raggiungere il figlio di Minato che, improvvisamente serio, osservava con sguardo assorto un oggetto indistinto sotto il divano.
Senza farsi notare allungò un braccio e le sue dita entrarono in contatto con qualcosa di freddo che prontamente si portò davanti al volto rimanendo a osservarlo.
Era una catenina con un ciondolo a forma di "S" in oro bianco con tanti piccoli brillantini.
Naruto la studiò attentamente non riuscendo ad impedire ad una lacrima di rigargli il volto. Conosceva bene quella collana. Per anni era stata legata al collo di quella che da quando ne aveva memoria era la sua migliore amica. Non se n'era mai separata, la portava sempre con sé. Era un piccolo tesoro che ora giaceva abbandonato sotto il divano di villa Uchiha con la catenina spezzata.
Sorrise amaramente realizzando il momento esatto in cui Sakura se l'era strappata via dal collo (anche se non era stato presente il giorno in cui la sua migliore amica aveva lasciato definitivamente Sasuke non ci voleva un genio a capire com'erano andate le cose). Poteva vedere davanti ai suoi occhi il volto dell'amica mentre con sguardo pieno di lacrime correva fuori da quella casa, mentre il suo cuore finiva in pezzi, ancora una volta a causa dell'unica persona che avesse mai amato.
E rimase così in silenzio, mentre gli altri continuavano a ridere senza una ragione precisa. Anche Neji e Shino che solitamente erano tra i più seri in quel momento non riuscivano a placare il riso incontrollato che li aveva presi alla sprovvista (quanto era micidiale l'alcool?). Solo Sasuke era serio. Non sapeva perché ma non riusciva a distogliere lo sguardo dalle spalle del suo migliore amico. Aveva un brutto presentimento ma non riusciva a spiegarselo o almeno non vi riuscì finché i suoi occhi non incontrarono un luccichio fin troppo noto.
Fu un secondo. Dalla cucina, il corvino raggiunse Naruto strappandogli di mano quella collana con un gesto rabbioso.
Non si era sbagliato. Era il ciondolo che aveva regalato a Sakura per i suoi diciotto anni. Era stato il primo regalo vero e proprio che le aveva fatto da quando, due anni prima, si erano messi assieme.
Una fitta al cuore lo trafisse nel momento esatto in cui rivide l'attimo in cui quelle dita sottili aprirono la scatolina che conteneva quel ciondolo e gli occhi color della speranza si riempivano di lacrime di gioia alla vista di quella che era la loro iniziale. Subito, però, a quegli occhi pieni di gioia se ne sovrapposero altri feriti, spenti e pieni di lacrime amare.
Scosse violentemente il capo a quel pensiero sotto lo sguardo attento di tutti i presenti (era bastato così poco a far passare loro la sbronza?).
-Sasuke...- iniziò Naruto non sapendo cosa dire per far calmare l'amico.
Sapeva che nella sua mente anche lui aveva rivisto quel momento, ma non sapeva come aiutarlo, si sentiva inutile.
Tuttavia il corvino non gli badò. Strinse forte quel ciondolo nella mano e si avviò su per le scale diretto nella sua stanza.
Non voleva sentire nessuno. Sapeva di aver sbagliato, di essere stato un vero idiota. Il vuoto al centro del petto non faceva altro che ricordargli tutti i suoi errori, ma nulla era paragonabile al rientrare in casa e non trovare più il suo sorriso ad accoglierlo, a svegliarsi al mattino in un letto troppo vuoto e freddo senza il suo caldo abbraccio.
Era stato uno sciocco e ne stava pagando tutte le conseguenze.
Lei se n'era andata e la collana che stringeva tra le mani stava a significare una cosa ben chiara: non sarebbe più tornata!
  
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