Capitolo
XII
Stazione di Leicester Square
30/04/2019
Ore 22,26
Il treno
sfrecciò lasciandosi dietro la solita folata di vento e
facendo gonfiare i
capelli di Cecilia, che finirono per ricaderle lungo le spalle
nuovamente, le
persone scese dal treno si avviarono verso l'uscita più
vicina, e altre
arrivarono, disponendosi lungo il binario in attesa della metro
successiva.
Tutto si mosse attorno a Cecilia, a parte lei.
Se qualcuno le
avesse scattato una foto in quell'istante, avrebbe potuto
immortalare il suo sorriso da ebete e le guance ancora rosse per
l'imbarazzo. Si
sentiva infatti un po' accaldata, nonostante non fosse nemmeno vicina
l'estate.
Esattamente
come la prima volta, si portò le dita sulle labbra.
Le labbra di
Lorenzo avevano un sapore un po' dolciastro, o almeno quella fu la
sensazione che lasciarono su quelle di Cecilia. Stava rivivendo
mentalmente il
loro bacio quando fu interrotta dall'arrivo di una donna con il
passeggino che
provava a salire sul treno appena arrivato.
"Sorry" le disse
mentre provava a spingere il passeggino per salire,
Cecilia si scusò facendosi subito di lato e la
lasciò passare.
A quel punto, si
ricordò che anche lei avrebbe dovuto prendere su un treno e
si
avviò lungo i corridoi di Leicester Square station per
raggiungere la linea
Piccadilly.
Cercò
le cuffie nelle tasche del jeans e le attaccò al dispositivo
decisa ad
ascoltare un po' di musica lungo il viaggio, come
d’abitudine. Solo quando
sbloccò lo schermo per aprire l'applicazione di Spotify, si
rese conto di aver
ricevuto un messaggio.
"In tutto questo, non
c'è mai stato
un vero e proprio 'primo' appuntamento quindi direi: usciamo
venerdì?"
Al leggere
quelle parole, Cecilia s'illuminò di nuovo. Le aveva scritto
quasi immediatamente quindi poteva essere davvero interessato
e non solo
aver risposto ad un semplice impulso del momento. Tuttavia, non volle
dargliela
subito vinta, decidendo di tirarsela un po' e quindi di non accettare
l'invito
per quel venerdì.
"Hai ragione! Dobbiamo
sicuramente
recuperare ma purtroppo non ci sono questo venerdì" rispose e
aspettò
per vedere la sua reazione.
Non stava del
tutto mentendo, aveva davvero un impegno con le sue amiche ma
avrebbe potuto rimandarlo senza problemi, se necessario.
"Sei fortunata,
Cecilia Contini! Io
non ho alcun impegno questo weekend, quindi facciamo sabato?" fece la
sua controproposta.
Se avesse
rifiutato ancora, Lorenzo avrebbe potuto pensare che non era
interessata pienamente, perciò accettò quella
seconda proposta.
"Sabato potrebbe andare"
rispose infatti senza molti giri di parole. "Che
hai in mente? Ci vediamo per cena?" gli domandò
pensando di anticipare
la proposta di Lorenzo ma il ragazzo ancora una volta la
sorprese.
"In
realtà, ti direi per le 11/11,30
di mattina. Andiamo a fare brunch" le propose e Cecilia
sollevò un
sopracciglio un po' sorpresa. Brunch? Un incontro di giorno non era
esattamente
ciò che si aspettava.
"Non ho mai fatto
il brunch a
Londra"
confessò e Lorenzo rispose con uno smile dall'espressione
sconvolta.
"Davvero? Allora
è mio dovere
introdurti a quest'esperienza" affermò
difatti. "Ora
me la studio per bene" continuò
suggerendo che si
sarebbe impegnato per regalarle un'esperienza unica.
"Perfetto" rispose lei
aggiungendo uno smile alla fine della frase. "Sarò in
trepidante attesa"
"E comunque non
c'è due senza
tre"
aggiunse lui lasciando Cecilia un po' perplessa. Cosa intendeva
con quella frase?
"Che vuoi dire?" chiese
difatti.
"Mi riferisco al
bacio. Non c'è due
senza tre" chiarì
facendola arrossire di colpo.
"Beh, non
è comunque scontato"
gli disse di proposito per sfidarlo.
"Vedremo.." rispose
accettando implicitamente la sfida. "Solitamente
il terzo arriva sempre"
La ragazza lesse
il messaggio ed esitò un secondo a rispondere volendo
trovare
una risposta per le rime che però non arrivò.
"Ne parliamo
sabato.. vediamo se
questo terzo arriva così facilmente o meno" provò a
chiudere quel breve
scambio e spostò l'argomento su altro.
Esattamente come
di persona, anche per messaggio le conversazioni non finivano
mai.
Si scambiarono
messaggi, quasi ininterrottamente, per il resto della settimana,
mandandosi anche audio e selfie di tanto in tanto. Sembravano una
coppia anche
se in concreto non erano mai usciti insieme davvero e quindi non
potevano
considerarsi in una frequentazione.
Arrivati a
venerdì, l'ansia per Cecilia era diventata quasi
ingestibile,
nonostante non fosse di certo il primo appuntamento a cui andava.
Tuttavia, il
fatto di sentirsi quotidianamente le dava un senso di sicurezza, sapeva
che non
ci sarebbero stati momenti di silenzio o d'imbarazzo, si trovavano
abbastanza
in sintonia.
Tutti ormai
erano al corrente del suo appuntamento, anche se non tutti sapevano
chi era il 'fortunato'. Cecilia aveva difatti raccontato soltanto a
Kate e Sara
di chi si trattasse dato che erano legati da un rapporto lavorativo,
sebbene
non potessero definirsi propriamente colleghi.
"Ma poi domani
che vi raccontate se state coprendo qualsiasi argomento per
messaggio?" chiese la sua collega Sara vedendola incollata al suo
smartphone durante la pausa pranzo.
"Non so qualcosa
ce la inventiamo" rispose sorridente e l'altra fece
una smorfia disgustata.
"Dio mio! Ma sei
già cotta!" l'accusò e Cecilia fece spallucce
senza
controbattere. La verità è che probabilmente era
cotta da sempre quindi c'era
poco da negare.
Quel
venerdì le sembrò lunghissimo: passò
gran parte della giornata a
ripercorrere i vestiti del suo armadio cercando di capire cosa
indossare per
l'appuntamento all'indomani.
Per sua fortuna,
quella sera, come stabilito, era fuori con le sue amiche
quindi riuscì a distrarsi dal suo pensiero fisso e a
staccarsi per un po' dal
telefono.
***
Anche Lorenzo
uscì quella sera decidendo di unirsi ai suoi amici, che
avrebbero
trascorso la serata in un pub.
Stranamente
quella sera nessuno aveva particolarmente voglia di fare tardi,
ragion per cui optarono per qualcosa di più tranquillo,
finendo in uno dei
tanti pub, dove giochi da tavola erano a disposizione dei consumatori.
Scelsero il
classico Monopoli che puntualmente non furono in grado di finire, e
trascorsero la serata bevendo una quantità indefinita di
birra.
"Quindi domani
esci 'ufficialmente' con Cecilia?" domandò Matteo
mentre tornavano verso casa e facendo finte virgolette in aria alla
parola
"ufficialmente".
"Così
sembra, se non mi dà buca" disse l'altro e Matteo rise.
"Non credo che
ti darà buca" lo rassicurò. Era infatti sicuro
che
Cecilia fosse entusiasta all'idea di uscire con Lorenzo, Camilla
infatti aveva
accennato al loro appuntamento, minacciando il ragazzo
perché si assicurasse
che il suo amico non facesse scherzi.
"Dove la porti?"
chiese poi. Lorenzo sollevò lo sguardo verso di lui
e sorrise sornione.
"Ho chiesto ad
Adam se mi presta casa di sua nonna" raccontò e Matteo
mosse il mento mimando un "wow".
Adam era un
amico di Lorenzo, londinese fin dalla nascita e di famiglia
alquanto facoltosa; il giovane aveva ereditato da sua nonna un piccolo
appartamento
in zona Southwark, che sebbene non fosse ad un piano particolarmente
alto,
offriva una bellissima vista sul Tamigi e una piuttosto discreta sul
famoso
Tower Bridge.
Essendo
però poco interessato alla vita in città e
più attratto dalla
tranquillità e dal verde della campagna inglese, viveva
fuori Londra recandosi
nell'ex appartamento di sua nonna di tanto in tanto.
Dato il rapporto
confidenziale fra i due, Adam non ebbe problemi a prestare la
casa all'amico, consentendogli così di organizzare un primo
appuntamento
alquanto unico nel suo genere.
"Prenderò
un po' di roba da Gail's e preparerò dei pancakes"
raccontò
piuttosto fiero. Era sicuro che sarebbe riuscito a lasciare Cecilia
senza
parole, dall'altra parte.
Matteo si
lasciò sfuggire un secondo 'wow'. "Addirittura i pancakes"
commentò. Era un grande fan dei suoi pancakes, l'unica
pietanza che, a detta
del nostro chef, era capace di cucinare.
"Quindi insomma,
la fai rimpinzare ben bene e poi?" chiese con
sincera curiosità.
Era la prima
volta che lo vedeva organizzare un appuntamento in anni.
"Mmm.. penso:
passeggiata per Southwark, e poi si vede"
Non aveva
organizzato tutto nei minimi dettagli, avrebbe improvvisato.
Nonostante a
lavoro fosse abituato a pianificare fino all'ultimo secondo della
sua giornata lavorativa, la verità era che nella sua vita
privata, Lorenzo era
un disastro.
Non ne andava
particolarmente fiero ma era purtroppo un dato di fatto. Come
amava dire lui stesso, impiegava così tante energie per
tenere tutte le
scadenze per consegne, riunioni e attività varie che il suo
cervello non
riusciva a fare spazio ad altro.
"Sì
infatti, tanto a Londra non ci si annoia di certo" chiuse il
discorso Matteo.
Dopodiché
l'argomento fu spostato su altro finché non arrivarono a
casa dove
senza perdere altro tempo si fiondarono a letto, essendo abbastanza
provati
dalla settimana appena trascorsa.
Tuttavia, nel
momento in cui toccò il letto, a Lorenzo il sonno
passò
completamente.
Il suo cervello
si attivò improvvisamente, e uno strano stato ansiogeno si
fece
strada dentro di lui senza che potesse impedirlo.
Diverse memorie
riaffiorarono, e alcune fecero male, rendendogli evidente che
nonostante il tempo fosse passato, ancora quel dolore non lo aveva
superato del
tutto, ma soprattutto ancora non aveva superato lei, Veronica, la
persona che
aveva causato quelle ferite che sembravano non rimarginare mai.
D'impulso
andò sul profilo Facebook di lei per cercare qualcosa: un
indizio, un
piccolo segnale che confermasse che anche Veronica non aveva superato
lui ma
non trovò nulla.
La vita della
sua ex fidanzata sembrava trascorrere in serenità e la
maledisse
per quello. Non riusciva a capire perché lui fosse ancora
bloccato mentre lei era
riuscita ad andare avanti senza apparentemente mai guardarsi indietro.
Dopo la loro
rottura, Veronica infatti non provò mai più a
chiamarlo, né a
cercarlo in alcun modo, nemmeno tramite messaggio. Agevolata dal
trasferimento
di Lorenzo nella capitale inglese, la giovane semplicemente
sparì. Nemmeno
nelle rare volte in cui era rientrato a Roma l'aveva mai incrociata,
nonostante
vivessero molto vicino.
Tutto
ciò che venne a sapere di lei, lo seppe dai profili social o
da
conversazioni con amici in comune, che continuavano a frequentare la
ragazza.
Il suo umore
stava per peggiorare inevitabilmente, come ogni volta che pensava
a lei quando, per sua fortuna, l'arrivo di un messaggio lo distrasse,
interrompendo provvidenzialmente quel flusso di pensieri.
"Ok va benissimo, ci
vediamo a
London Bridge station"
Ad inviare quel
messaggio fu appunto Cecilia che aveva ripreso il cellulare
soltanto in quel momento, e stava rispondendo al messaggio di Lorenzo
in cui le
chiedeva se potesse venire a London Bridge dato che purtroppo passare a
prenderla in macchina sarebbe stato piuttosto problematico.
Lorenzo aveva
portato la sua macchina da circa un anno con l'intento di
sostituirla agli abbonamenti della rete di trasporti londinesi ma
finì per
limitarne l'utilizzo alle uscite serali o nei weekend, così
da riuscire a
muoversi più liberamente.
Provare ad
usarla per andare al lavoro gli aveva difatti causato soltanto dei
grandi mal di testa fra parcheggi introvabili e infinite code nel
traffico di
punta, e dunque decise di affidarsi nuovamente ai mezzi pubblici per
recarsi in
ufficio, anche se erano sempre pieni di persone e, per certi versi,
più lenti.
Aveva pensato di
passare a prendere Cecilia a casa sua ma purtroppo temeva che
avrebbero impiegato tantissimo tempo, dovendo arrivare in pieno centro,
per cui
decise di accompagnarla al ritorno e di chiederle di incontrarsi alla
stazione
metropolitana London Bridge.
"Scusami se non ti
passo a prendere,
spero che non ti dispiaccia venire con la tube" si scusò
infatti e
Cecilia rispose immediatamente di non preoccuparsi. Era abituata a
muoversi con
i mezzi pubblici, quindi prenderli ancora una volta non sarebbe stato
di certo
un problema.
In quel momento
Lorenzo si rese conto che aveva cambiato foto profilo
nell'applicazione di WhatsApp e la aprì per guardarla meglio.
Nella foto stava
facendo la linguetta e l'occhiolino, aveva un'espressione
divertita e anche un po' pazzarella. Si capiva che fosse una foto
scattata per
caso e la cosa piacque a Lorenzo: preferiva infatti ragazze poco
costruite, che
non passavano ore a scattarsi e a ri-scattarsi foto finché
non ritenevano di
essere perfette.
Al di
là dell'espressione, anche lei piacque al ragazzo: se
qualcuno gli avesse
chiesto perché la giovane Media manager gli piacesse, non
avrebbe saputo dirlo.
Poteva essere
per i suoi, a detta di Lorenzo, enormi e un po' scintillanti
occhi verdi, per il suo ampio e caldo sorriso, o per il suono
cristallino della
sua risata.
Anche
fisicamente la trovava molto carina sebbene non fosse la classica donna
dal fisico da urlo con cui era solito provarci.
Dalla folta e
lunga chioma, Cecilia era abbastanza alta e con le curve, sempre
a parere del giovane romano, al punto giusto, nonostante il seno fosse
un po'
più piccolo rispetto ai suoi soliti standard.
Ma al di
là dell'aspetto esteriore e della mera estetica, Cecilia
aveva
carattere da vendere.
Focalizzata sui
propri obiettivi, si percepiva che fosse una persona fiera e
determinata; tuttavia, era convinto che fosse anche molto dolce con chi
meritava il suo affetto e di sicuro, non poteva considerarsi fredda
ripensando
al loro secondo bacio.
Anche se
difficile da ammettere, si sarebbe potuto innamorare di lei ed era
probabilmente proprio questo a spaventarlo: la consapevolezza che
sarebbe
bastato davvero poco perché quella infatuazione si
trasformasse in qualcosa di
più profondo.
A quel punto, la
ragazza lo salutò augurandogli la buonanotte. "A domani!" aggiunse infine.
"A domani" rispose lui
chiudendo la chat e posando il telefono sul comodino.
Inutile
continuare a pensarci, Matteo aveva ragione: tutte le sue
preoccupazioni potevano essere completamente infondate se Cecilia non
avesse
voluto stare con lui.
Con questo
pensiero, e ormai vinto dalla stanchezza, si girò di lato e
in poco
tempo si addormentò.
Angolo dell'autrice
Ciaoo! Mi dispiace, ho deciso di tenervi un altro po' sulle spine, insomma ci aspettavamo che Lorenzo e Cecilia uscissero e invece, dovremmo aspettare un altro po' :DMa l'uscita sta arrivando, non temete!
Grazie ancora per seguirmi,
Anto