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Autore: HarrynHermione    05/05/2005    12 recensioni
Una song-fic un po'...lacrimogena ma anche tanto dolce."..Era rimasta davanti a me, stoica, con i piedi inchiodati a terra. Il suo orgoglio e la sua fierezza la sostenevano.La mia Hermione..." Punto di vista di Harry. E'la prima che pubblico,quindi siate clementi e soprattutto recensite,recensite,recensite!Così magari avrò il coraggio di pubblicare altro...;)
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(col testo della canzone 'You Needed Me' dei Boyzone)

You needed me...

Si sedette per terra, di fronte a me.

Allungò lentamente una mano.

I suoi occhi, gonfi per le molte lacrime, non avevano perso quella luce e quella dolcezza che non mi sarei mai stancato di fissare.

Posò dolcemente la sua mano sulla mia guancia, e asciugò la lacrima che la stava attraversando.

Sentii un brivido lungo tutto il corpo. La sua pelle, soffice, a contatto con il mio viso. Socchiusi gli occhi, lasciando scivolare giù altre lacrime e abbandonandomi ai violenti singhiozzi che avevo invano tentato di trattenere.

Quando riaprii gli occhi, lei sorrideva leggermente.

Non c’era rabbia, non c’era rancore sul suo viso.

Non mi odiava. Era sempre lei. E mi stava ancora proteggendo, consolando. Restituendomi fiducia, tranquillità. Di nuovo.

I cried a tear
You wiped it dry
I was confused
You cleared my mind
I sold my soul
You bought it back for me
And held me up
And gave me dignity
Somehow you needed me

Non riuscivo a capire. Dopo tutto quello che le avevo detto.

Dopo averla allontanata da me, averle urlato in faccia che non avevo bisogno del suo aiuto, della sua insopportabile presenza...

Insopportabile presenza...come avevo potuto essere così crudele...

Avevo tentato di non lasciare trasparire alcuna emozione. Avevo tentato di essere freddo, cattivo.

Per riuscirci, non l’avevo mai guardata negli occhi.

Sapevo che se l’avessi fatto, vi avrebbe letto la verità.

Così l’avevo insultata, senza mai degnarla di uno sguardo.

Se avessi intravisto i suoi occhi velarsi di lacrime, se avessi scorto anche solo una minima ombra del dolore che le stavo provocando, sarei crollato, e non avrei potuto trattenermi dallo stringerla forte a me, e dirle che lei era tutto ciò di cui avevo bisogno, lei era la sola cosa che riusciva a farmi sentire vivo...

Quindi l’avevo mortificata, trattata male, ferita, colpo dopo colpo, coltellata dopo coltellata, infierendo in tutti quelli che sapevo essere i suoi punti deboli.

Ero stato subdolo.

Feroce.

Volevo restare solo.

Volevo essere l’unico a correre il rischio.

Volevo essere l’unico.

L’unico a rischiare di morire.

Non loro.

Non me lo sarei mai perdonato, non avrei mai potuto reggere il peso di un’altra morte sulle mie spalle.

Nessuno doveva più morire per colpa mia.

Solo Lui.

Lui, perchè solo Io ero in grado di ucciderlo.

Ma dovevo farlo da solo.

Con Ron era stato semplice. Ron è sempre stato impulsivo. Avrebbe fatto di tutto per me, ma non avrebbe mai smesso di ritenersi inferiore, di essere geloso di me.

E così gli avevo gridato contro parole che non pensavo, gli avevo ritorto contro ogni suo minimo difetto, l’avevo fatto sentire inutile, vile, stupido, ingrato.

Non aveva tentato di fermarmi, di replicare. Se n’era andato, rosso in viso, uno sguardo carico d’odio negli occhi.

Avevo mormorato debolmente “perdonami, Ron”, ma quando ormai era troppo lontano per sentirmi. Non volevo mi perdonasse. Questa era la mia scelta, e l’unico modo per metterla a punto era farmi odiare. Per non trascinarli nel mio destino, nell’orrore della battaglia finale.

Dover fare lo stesso con Hermione mi terrorizzava.

Ero già sul limite del crollo dopo aver umiliato Ron a quel modo, mi sentivo male, mi sentivo mancare.

Il pensiero di far del male ad Hermione mi contorceva le interiora, mi dava il voltastomaco.

Mi facevo schifo.

Ma avevo scelto.

Dovevo eliminare ogni scrupolo, dovevo rinnegare ogni sentimento e cancellare ogni ricordo.

Dovevo cancellare tutto dalla mia mente per riuscire a farmi odiare da lei. Cancellare, finchè non fosse rimasto più nulla.

Perchè Hermione era stata accanto a me in ogni istante, era stata la mia costante, in tutti quegli anni.

Mi aveva dato forza, fiducia.

Aveva rinunciato a se stessa per esserci. Esserci per me.

La saputella Hermione Granger, l’insopportabile topo da biblioteca Hermione Granger, la mia migliore amica Hermione Granger, non mi aveva mai abbandonato.

Con un solo sguardo leggeva il mio cuore, con un sorriso liberava la mia mente dagli orrori più spaventosi che l’abitavano.

Si preoccupava per me, a volte in modo materno e maniacale, tanto da attirarsi le mie esplosioni di rabbia e fastidio.

Ma non avrei potuto farne a meno.

Senza di lei io non ero nulla.

You gave me strength
To stand alone again
To face the world
Out on my own again
You put me high
Upon a pedestal
So high that I could almost see eternity
You needed me
You needed me

Ma proprio per questo, non potevo correre il rischio di perderla.

Lei non avrebbe mai dovuto soffrire. Doveva rimanermi lontana.

Sapevo che non si sarebbe rassegnata, che avrebbe fatto di tutto per non lasciarmi andare.

Sapevo che non mi avrebbe creduto.

Lei riusciva sempre a capirmi. Mi leggeva dentro.

Avrei dovuto essere spietato. Sino a che non fosse più riuscita a sostenere la mia presenza.

Invece non se n’era andata. Aveva ascoltato fino in fondo ogni cattiveria uscita dalla mia bocca, in un silenzio lacerante.

Non l’avevo mai guardata per non cedere, ma percepivo i suoi occhi su di me.

Era rimasta davanti a me, stoica, con i piedi inchiodati a terra. Il suo orgoglio e la sua fierezza la sostenevano.

La mia Hermione...

La sentivo piangere, vedevo le sue mani strette a pugno, le nocche quasi bianche.

L’immaginavo sussultare ad ogni mia parola.

Il suo corpo tremava.

Sicuramente si stata mordendo il labbro inferiore, tentando di trattenere le lacrime.

Dio, quanto mi odiavo per quello che stavo facendo...

Avevo dovuto gridarle di uscire dalla mia stanza, di lasciarmi in pace.

L’avevo quasi trascinata fuori.

“Tu non pensi queste cose...io non ti credo...io non ti lascio Harry...non ti lascio...”

Aveva ripetuto queste parole, tra i singhiozzi, la voce rotta.

Finchè l’avevo chiusa fuori dalla camera e la pesante porta di legno mi aveva reso sordo alla sua disperazione.

E a quel punto avevo ceduto.

Ero crollato a terra, le forze di colpo mi avevano abbandonato.

Sentivo solo un forte senso di nausea, e le lacrime spingere agli angoli dei miei occhi.

E fu allora che piansi.

Disperatamente, sbattendo i pugni a terra, la testa contro il baule.

Ero solo.

Definitivamente solo.

Invece lei era tornata.

Non saprei dopo quanto tempo, ne avevo perso la cognizione.

L’avevo trattata come il peggiore dei miei nemici, l’avevo cacciata fuori con violenza, ma ora era di nuovo accanto a me.

Hermione.

E asciugava le mie lacrime, e io non riuscivo a smettere di piangere, non riuscivo a credere che fosse lì per me, nonostante tutto.

Avevo cercato di oppormi, di dirle di andarsene.

Ma avevo dovuto arrendermi.

Non riuscivo più a trattenere tutto il male che avevo dentro, tutta la paura, l’orrore che mi stavano opprimendo.

Lei era lì, con me, e io ero al sicuro. Davanti a lei potevo piangere. Lei non avrebbe avuto paura di affrontare la mia debolezza.

Come avevo potuto pensare di allontanarla da me...? Come avrei potuto resistere alla sensazione di vuoto che lei avrebbe lasciato?

Appena mi ero reso conto di averla persa, appena avevo creduto di averla persa, il mondo era crollato sotto i miei piedi.

Che stupido ero stato.

Non ero capace di stare solo.

Soprattutto, non ero in grado di restare senza di lei.


And I can't believe it's you
I can't believe it's true
I needed you
And you were there
And I'll never leave, why should I leave?
I'd be a fool 'cause I finally found someone who really cares

Aveva gli occhi ancora arrossati, ma ogni traccia di lacrime e tristezza erano scomparse dal suo viso.

Tentai di guardarla, ma non riuscivo a sostenere la fierezza e la tranquillità dei suoi profondi occhi color cioccolato.

Cercai di riprendere fiato e soffocare i singhiozzi che continuavano a scuotere il mio corpo. Volevo essere quello forte e spietato, volevo fare tutto da solo, volevo affrontare il mio destino senza l’intervento di nessuno, e ora invece piangevo come un bambino, davanti a lei, lei che avevo trattato in modo vergognoso.

L’imbarazzo che cresceva in me fece posto ad una rabbia incredibile. Ce l’avevo con me stesso, con il mondo, con quello che ero, con quello che gli altri si aspettavano che fossi.

E ce l’avevo con lei, con la sua maledetta disponibilità, con la dipendenza che ormai provavo nei suoi confronti. Ce l’avevo con lei perchè ancora una volta aveva ragione, come sempre, perchè mi aveva di nuovo battuto, perchè era qui accanto a me e mi aveva impedito di portare a termine la mia decisione. Perchè, ancora una volta, lei era migliore di me, era più forte.

Asciugai goffamente le lacrime sul mio viso e mi alzai di scatto.

Lei si alzò con me, e le rivolsi uno sguardo gelido, rabbioso.

Con voce sottile, bassa, quasi sussurrata le dissi: “Non ho bisogno di te”.

Ma le parole non suonarono come avrei voluto. Era più un sospiro strozzato, incerto. La vista dei suoi occhi, così determinati, così fissi nei miei, aveva spogliato le mie parole di ogni convinzione, di ogni sicurezza. Ero il primo a non credere e a non provare quello che avevo detto.

Hermione infatti non si scompose. Invece aggrottò le sopracciglia, nella modalità-rimprovero che conoscevo così bene...

“Smettila, Harry. Smettila con questo tuo atteggiamento da eroe, smettila di reprimere le tue emozioni. Smettila...di mentire a te stesso.”

La sua voce era posata, calma, rassicurante.

Allungò il braccio fino a prendere la mia mano nella sua.

“Nessuno ti abbandonerà, nessuno ti lascerà solo. Io non ti lascerò combattere da solo. Potrai usare ogni risorsa, qualsiasi soluzione estrema che ti venga in mente, potrai continuare a fingere di non aver bisogno di nessuno, scaricarmi addosso le parole più crudeli che riuscirai a trovare...ma non potrai tradire questo...”

Sollevò la mia mano che continuava a stringere e la premette sul mio petto, per farmi sentire il battito del mio cuore.

Non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi. La sua convinzione, le sue parole, mi paralizzavano.

Provai una profonda agitazione quando mi accorsi del mio cuore che batteva all’impazzata. Lei l’avrebbe sentito...chissà cosa avrebbe pensato...

“E non potrai mai rompere facilmente...questo”

Questa volta, appoggiò le nostre mani sul suo cuore. Il contatto con il suo corpo m’invase di una profonda serenità e di un tepore dolcissimo. Anche il suo cuore batteva , i suoi occhi ardevano.

Non ero mai stato bravo con le parole, e questa tensione mi stava dando alla testa. Aprii e chiusi la bocca, ma non ne uscì nessun suono. Aspettai ancora, quasi a non voler infrangere quel silenzio sacro, quella tacita promessa che i nostri occhi si stavano scambiando.

Mi sorrise, un sorriso splendido, un sorriso che profumava di speranza, di casa. Era lei la mia speranza, la mia casa. Lo sarebbe sempre stata. La mia amica, la mia migliore amica, e l’unica persona che non mi avrebbe mai lasciato. Hermione.

You held my hand
when it was cold
When I was lost
You took me home
You gave me hope
When I was at the end
And turned my lies
Back into truth again
You even called me 'friend'

Cercai di riprendere il controllo di me stesso. Ero agitato, confuso. Imbarazzato. Non avevo mai provato una sensazione simile. Mi ero esposto come mai prima, avevo permesso alle mie emozioni di sopraffarmi. Nel bene e nel male. Eppure Hermione era ancora dalla mia parte. Nel bene e nel male. E questo inspiegabilmente mi dava una forza inaudita, una sicurezza mai provata prima. Ero sicuro che ce l’avrei fatta. Ero sicuro, solo adesso, che nessuno avrebbe corso altri pericoli, che avrei potuto affrontare qualsiasi cosa. Solo guardandola, solo percependo la sua presenza, il suo coraggio, io avvertivo un potere nuovo, devastante.

“Perdonami”

Un sussurro, gli occhi bassi.

“Non pensavo una sola parola di quello che ti ho detto. Ti prego, perdonami. Sono stato un perfetto idiota”

L’imbarazzo cresceva e mi passai una mano tra i capelli, un modo per stemperare la tensione.

Vidi la sua mano avvicinarsi al mio viso, posarsi sui miei capelli, per attirare la mia attenzione.

Alzai gli occhi.

“Lo so. Sapevo che non potevi pensare quelle cose. Sul momento ero stupita, non riuscivo a pensare lucidamente. Ma poi ho capito. Ho capito che avevi evitato il mio sguardo tutto il tempo, e quindi non potevi essere sincero –sorrise debolmente- per questo sono tornata. Perchè sentivo che avevi bisogno di me...e io...anch’io avevo bisogno di te. E’ così che funziona, tra me e te. Un bisogno reciproco. Non m’interessavano le sciocchezze che avevi tirato fuori. Io dovevo essere qui con te. Ora. E sempre. Fino in fondo.”

Sorrisi. Non mi capitava di sorridere da molto tempo, ormai. Ma come avrei potuto non farlo. Lei era tutto ciò che mi avrebbe permesso di vivere.

Senza preavviso, mi avvicinai e la strinsi forte a me, fino a toglierle il respiro. Lei sussultò, ma poi ricambiò l’abbraccio, in silenzio. Solo i nostri cuori che battevano, i nostri respiri un po’affannati.

Mi nascosi tra i suoi capelli, assaporandone il dolce profumo, cannella. Non avevo il coraggio di guardarla, non volevo che ridesse della mia faccia terribilmente imbarazzata. Avvicinai la bocca al suo orecchio, e sottovoce dissi:

“Sei tutto ciò di cui ho bisogno. E voglio essere tutto ciò di cui hai bisogno.”



You gave me strength
To stand alone again
To face the world
O
ut on my own again
You put me high
Upon a pedestal
So high that I could almost see eternity
You needed me
You needed me

  
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