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Autore: Emanuela84    04/06/2019    1 recensioni
Ryo e Kaori si separano, è lui che prende l'ennesima decisione per lei. Ma il destino e qualche canzone li faranno riavvicinare presto.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Capitolo XIII: Visita notturna

 
Ryo guardò l’orologio, segnava le due e un quarto. Era rimasto quasi un’ora sdraiato sul letto a chiedersi se avesse dovuto andare oppure no. Certo, se non l’avesse fatto probabilmente Kaori sarebbe rimasta delusa… così si decise.
 
“Ok Ryo… coraggio… è quello che desideri fare da tanto tempo…” si disse rinfilandosi la camicia.
 
Aprì la porta ed ascoltò. La casa era avvolta dal silenzio, si udiva solo il ticchettio dell’orologio del soggiorno. Chiuse la porta dietro di sé senza far rumore e si avvicinò alla camera di Kaori. Nessun suono proveniva dall’interno. Posò la mano sulla maniglia, gli sembrò che scottasse. Prese un bel respiro ed aprì. La stanza era al buio ma dalla porta–finestra aperta filtrava la luce della luna. Ryo guardò il letto e fu sorpreso. Era vuoto. Allora capì che Kaori doveva trovarsi sul terrazzo. Si avvicinò lentamente alla porta e guardò fuori. Kaori era lì, appoggiata alla balaustra, e guardava il cielo limpido e stellato. A Ryo si mozzò il fiato.
 
“Dio, com’è bella…” pensò.
 
Anche sei lui non aveva fatto il minimo rumore, Kaori aveva percepito la sua presenza.
 
– Pensavo che non saresti più venuto – gli disse senza muoversi.
 
– Eh? Hai ragione… stavo per addormentarmi – mentì lui.
 
– Bugiardo… –
 
Ryo sorrise pensando che lei ormai lo conoscesse fin troppo bene. Si avvicinò e le si mise a fianco.
 
– Ho una domanda da farti – gli disse Kaori voltandosi verso di lui.
 
– Falla –
 
– Perché sei venuto? –
 
Era una domanda a cui lui non sapeva rispondere…
 
– E’ una domanda da un milione di dollari… – rispose.
 
– Significa che non lo sai? –
 
– Non proprio… è solo che è difficile da spiegare –
 
– Abbiamo tutto il tempo che vuoi… –
 
Ryo la guardò e gli sembrò diversa, più sicura di sé.
 
– Io torno dentro, quando ti senti pronto a parlare fammi un fischio… – aggiunse lei.
 
Solo quando lei si mosse, Ryo notò il suo pigiama, se così si poteva chiamare… Kaori indossava un paio di shorts azzurri attillati e un top nero senza reggiseno. Ryo sentì un familiare formicolio tra le gambe.
 
“Mamma mia…” si disse grattandosi nervosamente la testa.
 
Kaori si era seduta sul bordo del letto e guardava il socio. Ryo non sapeva cosa fare. Prese un bel respiro e rientrò.
 
– Allora? – domandò Kaori.
 
– Non c’è un motivo solo… – rispose.
 
– Fai una bella lista – ribatté Kaori ironica.
 
– Intanto è per quello che hai detto in giardino –
 
– Ah… sei stato un po’ presuntuoso! Chi ti dice che mi riferivo a te? –
 
– Cosa?! Ma… ma… –
 
Kaori scoppiò a ridere.
 
– Non c’è niente da ridere… – disse Ryo offeso.
 
– Dai, stavo scherzando… beh, mi fa piacere che tu sia d’accordo… – ribatté lei.
 
Lui non disse niente e le accarezzò una guancia. Kaori chiuse gli occhi per meglio apprezzare il calore della sua mano sul proprio viso. Ryo le si avvicinò e l’abbracciò.
 
– Mi perdoni per quello che ho fatto? – le chiese sottovoce.
 
– Sapevo che me lo avresti chiesto… – rispose Kaori.
 
– Se non lo fai ti capisco, mi sono comportato in modo orrendo… se fossi al posto tuo mi odierei… –
 
Kaori si staccò dal suo abbraccio e lo schiaffeggiò. Ryo si portò una mano alla guancia, sorpreso.
 
– Dovevo dartelo sei mesi fa – spiegò Kaori ma nella sua voce non c’era rabbia.
 
– Meno male che non l’hai fatto, mi avresti rotto la mascella! – 
 
Kaori sorrise anche se ripensare a quel giorno le faceva ancora male.
 
– Non puoi neanche immaginare come mi sono sentita. E’ stato come morire… per un mese sono rimasta chiusa in casa, senza vedere nessuno perché tutti mi ricordavano te e quello che avevamo vissuto insieme. Poi un giorno Mick è venuto a trovarmi, abbiamo parlato e mi ha fatto capire che non ne valeva la pena, che auto–distruggersi non serviva a niente e così sono tornata a vivere, o quasi… – raccontò.
 
– Mi dispiace… – disse Ryo.
 
– Già… sempre dopo, sempre troppo tardi… –
 
– Cosa vuoi dire? – Ryo iniziò a preoccuparsi.
 
– Voglio dire che non sarà come prima, che non mi lascerò sopraffare dai miei sentimenti per te, che penserò un po’ più a me stessa –
 
– E’ giusto che sia così –
 
– Per ora non posso perdonarti perché fa ancora male ma spero di poterci riuscire presto –
 
Ryo l’abbracciò di nuovo.
 
– Sono felice di averti ritrovata. Non credere che per me sia stato facile, ho solo vissuto giorno per giorno, cercando di pensarci il meno possibile… solo che la notte, quando andavo a dormire, tutto tornava a tormentarmi e mi facevo schifo… –
 
Kaori lo fissò.
 
– Vuoi dormire qui? – gli chiese poi senza alcun imbarazzo.
 
– Tu vuoi davvero che io dorma con te? – Ryo invece era un po’ imbarazzato.
 
– Mi farebbe piacere ma se non ti va non importa –
 
– Il fatto è che domattina devo alzarmi presto per tornare a Shinjuku… non vorrei disturbarti –
 
Kaori sorrise.
 
– Inventane un’altra! La verità è che hai paura… – gli disse.
 
– Paura? Sì, forse… ho paura di non riuscire a controllarmi, questi due giorni sono stati duri… –
 
– Di solito corri rischi peggiori di questo… –
 
– Per me invece il rischio peggiore è proprio quello di perdere il controllo… –
 
– Sta a te decidere se correrlo o no… –
 
– Non è per niente facile –
 
– Se al mio posto ci fosse stata un’altra non ti saresti fatto pregare – il tono di Kaori era quasi di rimprovero.
 
– Ti sbagli, con le altre non perdo mai il controllo, non sono mai me stesso –
 
La ragazza lo guardò un po’ sorpresa. Non era da lui confessare certe cose.
 
– Insomma, cosa vuoi fare? Rimani o no? Sono le due e mezzo passate, io vorrei anche dormire… – tagliò corto poi.
 
Ryo la fissò come per cercare un’ultima conferma, poi sospirò.
 
– Va bene, rimango. Però non provarci con me, intesi? –
 
Kaori non gli rispose. Si alzò e chiuse la porta–finestra.
 
– Da che lato vuoi stare? – gli domandò.
 
– Per me è lo stesso –
 
– Ok, io sto a destra – decise lei.
 
– Ti dispiace se dormo in boxer? –
 
– Va bene. Io vado in bagno –
 
Kaori lo lasciò da solo. Lui ne approfittò per togliersi pantaloni e camicia e si infilò sotto il lenzuolo. Dopo un paio di minuti Kaori uscì dal bagno e raggiunse il partner sul letto.
Ryo le passò un braccio sotto le spalle e l’attirò a sé. Kaori appoggiò la testa sulla sua spalla e gli posò una mano sul petto.
Il sonno li avvolse lentamente ed entrambi si addormentarono con il sorriso sulle labbra.
   
 
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