Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    05/06/2019    0 recensioni
Storia ambientata trent'anni dopo la fine dell'anime, che vede come protagonisti gli eredi dei precedenti predestinati.
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Un drago, una duellante misteriosa ed una canzone che stordisce chiunque l'ascolti.
Cosa sta succedendo a Nuova Domino? Toccherà a quattro ragazzi ed un pappagallo venire a capo del mistero e scoprire se Stelle Cadenti può essere considerata un'alleata od un temibile nemico.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Livello 1

Riunione

 

Ancora confuso dall'incontro, montò in sella alla Duel Runner, controllò un indirizzo sul cellulare e partì, alla volta della casa indicatavi sopra.
Durante il tragitto si guardò intorno intorno con curiosità; non aveva mai abitato in quella città, ma aveva comunque ricordi piacevoli di essa, dato che ogni tanto, per assistere alle gare di Jack Atlas, tutta la famiglia lo seguiva.

Aveva anche un amico lì, figlio di un conoscente del padre. Si era sempre tenuto in contatto con lui perché era un ragazzo simpatico... infatti fu proprio quella persona ad invitarlo a Nuova Domino, conoscendone il vasto interesse per Stelle Cadenti.
Ci mise più di venti minuti ad arrivare a casa sua, la quale si trovava in periferia, un po' per il traffico e un po' per la poca conoscenza del luogo, ma ebbe comunque modo di ripensare all'incontro con la duellante, chiedendosi che diavolo volessero dire le sue parole e, soprattutto, in che lingua fossero.
Sbuffò sfilandosi il casco e scese dalla moto, dirigendosi verso l'entrata dell'abitazione.

Con un po' di agitazione bussò alla porta che si aprì dopo pochi secondi; aspettandosi fosse l'amico ad aprirla, alzò subito la voce:
-Hey, Yu...u--
Davanti a lui comparve una ragazza, la quale lo stava folgorando con lo sguardo. Era più piccola di lui, bassa statura e capelli magenta tendenti al rosso, con qualche ciocca nera pece. La frangia era tirata indietro da un fermaglio bianco ed aveva due codini che le ricadevano sulle spalle.
Indossava una maglietta a righe e dei jeans larghissimi tenuti su da bretelle; la scambiò per una barbona.
Dopo aver fatto al malcapitato una lastra con gli enormi occhi blu, tuonò:
-Paaaapààà, c'è uno snob biondo platinato con una treccina da fighetta e gli occhi strani alla porta. Che faccio, gliela chiudo in faccia?-
Håkan non fece in tempo a ribattere che il garage accanto si aprì, rivelando la presenza di un'officina; ne uscì un uomo.
Lo riconobbe subito, non era cambiato quasi per nulla dalle foto che aveva visto, possedeva capelli neri abbastanza lunghi, carnagione ambrata ed occhi blu, sulla guancia sinistra spiccava un marchio dorato che rendeva inconfondibile il suo viso.
Lo salutò, ma non porse la mano: erano entrambe unte di olio motore.
-Ryoko... non trattare male gli ospiti, è un amico di tuo fratello, sii più cortese.-
La ragazza tentò di ribattere, ma lui riuscì a placarla con il solo sguardo, severo ma giusto, facendola rientrare in casa.
Il biondo rimase sorpreso, perchè in quei pochi secondi in cui aveva avuto il non piacere di conoscerla, ai suoi occhi era sembrata una furia inarrestabile.
Successivamente Yusei sospirò, rivolgendosi di nuovo a lui:
-Spero tu possa scusarmi per il suo comportamento, non è una cattiva ragazza, ha solo un atteggiamento un po' burbero.-
Gli rivolse un minuscolo sorriso e continuò con il discorso.
-Ti vedo cresciuto, Håkan, come sta Jack?-
-Beh... è da un po' che non lo vedo, ma conoscendolo starà sicuramente bene, gli bastano i duelli...- E lei, signor Fu--
L'uomo lo interruppe, mostrando un'espressione imbarazzata.
-Per favore, chiamami Yusei, sentirmi dare del lei mi fa sembrare vecchio, eh...-
Non che fosse ancora così giovane... ma il ragazzo aveva sempre portato un grande rispetto per un duellante del suo calibro, dopotutto era grazie a lui se non si trovavano tutti all'altro mondo.
O almeno erano queste le storie che gli avevano raccontato da bambino.
-Oh, mi spiace, d'ora in poi ti darò del tu.-
Yusei parlò di nuovo.
-Se vuoi, puoi aspettare Yuichi in casa, sarà di ritorno tra un po' di tempo. Avrai anche la possibilità di fare amicizia con Ryoko, se sarai fortunato.-
-Quel "se sarai fortunato" mi preoccupa un po', a dire il vero. Non sembrava un atteggiamento così amichevole, il suo--
Il corvino non lasciò finire la frase all'altro che era già tornato a lavorare su una Duel Runner. Era sempre stato una persona di poche parole, per quel poco che sapeva di lui.
Decise che forse sarebbe stato meglio non disturbarlo, quindi rimaneva la seconda opzione: entrare; la porta era rimasta socchiusa.
Appoggiò la mano sulla maniglia e lentamente la aprì.
Nulla.
Tirò un sospiro di sollievo.
Si chiese se stava davvero avendo paura di una ragazzina che probabilmente aveva il ciclo.
Non era da lui, affatto.
Una voce che trovava estremamente fastidiosa lo interruppe dal sostare come un ebete sull'uscio.
-Senti, ti decidi a chiudere quella porta? Che tu sia dentro o fuori non m'interessa, ma sarebbe meglio fuori.-
Pensò se fosse così divertente provocarlo.
Gliel'avrebbe fatta pagare.
Chiuse la porta e si diresse verso il punto della casa da cui proveniva la voce della ragazza, scoprendo che si trattava della cucina. La trovò seduta su una delle sedie, con le ginocchia appoggiate al tavolo e, tra le mani, una coppa di ramen istantaneo; lo stava mangiando con delle bacchette.
Lo ignorò bellamente.
Il biondo, con l'orgoglio spezzato, decise di sedersi di fronte a lei, per poi iniziare a fissarla finché non gli avrebbe parlato, o meglio, insultato.
Continuò a non curarsi della sua presenza fino a ché non finì di mangiare, poggiò il bicchiere vuoto sul tavolo e si mise a sedere in un modo normale, sporgendosi verso di lui.
-... Quindi, che vuoi? Un pugno sul naso?-
Sorrise, ma questo sembrò irritarla ancor di più. Lo trovò divertente.
-Che ti ho fatto di male, per essere trattato così? Sono un autentico principe, io!-
-Si, il principe delle fighette!-
-Disappointed, but not surprised. Sei prevedibile, ragazzina. Inventatene una migliore.-
-Non ne servono di migliori, quando sono rivolte a qualcuno di livello così infimo.-
A quel punto, non ne poteva quasi più di lei, ma non avrebbe ceduto, non gliel'avrebbe data vinta.
-Sentiamo... come mai, secondo la tua logica, sarei di "livello infimo"? Mh?-
Lei indietreggiò, poggiandosi con violenza sullo schienale della sedia sulla quale era seduta. Fece un leggero dondolio.
-Ma che domande fai? Sei biondo, hai una treccina ridicola e sei pure alto come un grattacielo. Chiunque capirebbe che non vali nulla.-
Improvvisamente, sul suo volto si delineò un sorrisetto inquietante. Si sporse di nuovo in avanti e allungò velocemente la mano in direzione di quella treccina bionda che partiva dalla tempia e pendeva fino all'altezza del mento, ma, preparato, fece in tempo ad afferrarle il polso ed a spiaccicare il suo braccio sul legno del tavolo. Lei, di tutto punto, sfoderò l'altra mano e, alla velocità della luce, riuscì ad afferrarla e tirarla, ridendo fragorosamente, come una scema. La mano di prima era un'esca e ci era cascato bellamente... pensò che lo scemo, effettivamente, fosse lui.
...
Di certo non lo avrebbe mai ammesso davanti a lei.
Tornando al fatto che gli avesse tirato i capelli... il dolore che provò fu allucinante, a quanto pare non scherzava la ragazza.
Approfittando del fatto che lo tenesse in pugno, afferrò uno dei suoi codini magenta, esibendo un sorriso compiaciuto.
Erano entrambi in trappola.
-Senti... uhm... Ryoko, o come ti chiami.
Giuro che se mi lasci, anche io lascio te, senza farti del male.-
Lei smise di ridere -quando le aveva preso i capelli, sembrò non farci nemmeno caso-, iniziando a fissarlo con quegli enormi occhi blu.
Si sporse ancor di più verso di lui, avvicinandosi pericolosamente al suo viso, così tanto che poteva sentire il suo respiro sulla pelle.
Era pietrificato, sicuro che volesse baciarlo.
Dischiuse le labbra rosee e, senza mai venire meno al contatto visivo...
Gli morse il naso con una tale forza da costringerlo a lasciarla all'istante ed indietreggiare. Sentiva il setto nasale pulsare, il dolore era così acuto che nemmeno si accorse delle lacrime che solcavano le sue guance arrossate.
Subito mise entrambe le mani a proteggere la parte interessata da quella pazza; mentre tastava la pelle, si potevano sentire i segni dei denti in profondità e il sangue fuoriuscire.
Lei scattò in piedi, puntandogli il dito contro:
-Ryoko 1, Fighetta 0!-
Urlò, scoppiando a ridere.
Håkan ignorò totalmente quell'insulto gratuito, il suo morso era stato così forte da averlo totalmente frastornato.
-SEI SCEMA?! MI HAI QUASI STACCATO IL NASO!-
-Ma che sta succedendo, qui?-
Entrambi sentirono una voce femminile, preoccupata e più matura. Quando il biondo si voltò, vide che apparteneva ad una donna, molto somigliante alla pazza che sicuramente gli aveva sfigurato, a detta sua, lo splendido viso, dietro di lei spuntò anche Yuichi, che faticò a riconoscere:
Nei suoi ricordi era la copia sputata del padre, soprattutto nei capelli e nella carnagione ambrata, si differenziavano solamente nel colore degli occhi, i quali erano nocciola, li trovò... spenti, se così si potevano definire; più del solito, almeno. In quel momento, la sua chioma corvina era tenuta a bada da un codino basso, per quello non sembrava nemmeno lui.
Sua madre, vedendogli la mano sanguinante, accorse subito in suo aiuto. Da quel che disse, non era poi così grave, fortunatamente sarebbe guarito in pochi giorni, quindi disinfettò la ferita e ci mise un cerotto.
Finito di medicare il naso del principino, la donna si rivolse alla figlia con tono severo; dalla sua espressione adirata, Håkan capì che non era la prima volta che combinava qualcosa.
-Ryoko, che ti è saltato in mente? Chiedigli scusa immediatamente.-
-Ma mamma, mi ha tirato i capelli!-
In quel momento intervenne il fratello, che le diede un pugno in testa.
-Sappiamo tutti fin troppo bene che hai iniziato tu a tirargli i capelli, lo fai sempre.-
-Perchè anche tu sei contro di me, Yuichi?!-
-Hai esagerato, stavolta.
Håkan rimarrà qui per qualche giorno, se in mezz'ora gli hai quasi staccato il naso, entro una settimana lo avresti ucciso. Devi essere meno impulsiva, mi spiace dirtelo, ma se lo sto facendo è perchè ti voglio bene.-
Nel momento stesso in cui le disse che l'amico sarebbe rimasto lì, vide la rossa infiammarsi, ma trattenere la rabbia.
Si alzò bruscamente in piedi, causando il ribaltamento della sedia, poi corse al piano di sopra. Per un secondo poté vederla stringere i denti.
Poco dopo si sentì un boato, dovuto allo sbattimento della porta della sua camera.
-Penso sia evidente che non le piaccio, forse sarebbe il caso che andassi in hotel...-
Gli doleva dirlo, ma piuttosto che farsi ammazzare da quella, qualche notte in albergo l'avrebbe passata volentieri.
-Non ce n'è bisogno, farò io in modo che si plachi e che non venga ad accoltellarti nel cuore della notte.-
Lo vide fare un sorriso tirato, non ricordava l'avesse mai fatto.
-...Così mi fai desiderare ancor più la fuga.-
-Ma stavo scherzando.-
Lo guardò veramente male. Con quello che aveva fatto in pochi minuti, non si sarebbe minimamente stupito se avesse tentato di ucciderlo.
-Mi spiace che mia figlia si sia comportata così, purtroppo ha un carattere molto difficile da tenere a bada, spero che con il tempo possiate essere amici...-
Aggiunse Aki, sospirando, mentre andava verso l'uscita che portava al garage, probabilmente avrebbe raccontato l'accaduto anche al marito.
-Ti va di uscire fuori? Così possiamo parlare, non ci vediamo da anni.-
-Per me va bene.-
I due uscirono fuori dall'abitazione e il più alto si avvicinò alla sua moto, afferrando il casco.
-Prendi la tua, possiamo andare più lont--
Si voltò a guardarlo, aveva la schiena appiccicata alla porta, osservava la Duel Runner con uno sguardo terrorizzato.
-Ma che hai?-
-...-
-Ohi.-
-...-
-Parla, Yuichi.-
-È che...-
-Cosa.-
-...
Ho paura della velocità, quindi di salire su una moto. Non se ne parla che io salga su qualcosa di più veloce di una bici!-
Il biondo non riuscì a non scoppiare a ridere. Ricordava Yuichi sempre come una persona estremamente seria, calma e composta, vederlo agitarsi così era esilarante.
-E va bene, possiamo andare a piedi.-
Finalmente si ricompose e, come se niente fosse, fece cenno all'amico di seguirlo, voleva portarlo in un parco non molto lontano, che al tramonto era spesso vuoto.
Arrivati, si sedettero entrambi su una panchina e Håkan ne approfittò per accendersi una sigaretta. Ne aveva estremo bisogno, dopo tutto il casino successo.
-Non pensavo fumassi.-
-E invece. Ne vuoi una?-
Scosse il capo, socchiudendo gli occhi chiari.
-Non mi piace l'odore del fumo...-
Rimasero lì finché non fu ora di cena, parlarono di tutti i fatti accaduti negli anni, del futuro... il più grande ci rimase un po' male quando dovettero andarsene, ma continuarono comunque i loro discorsi anche durante il tragitto di ritorno.

Arrivati, si trovarono accolti da Aki, che nel frattempo aveva preparato una cena abbondante e soprattutto buonissima. A tavola c'erano tutti, tranne Ryoko.
Yusei riferì che non aveva voluto mangiare e che il fratello avrebbe dovuto portarle un po' di cibo, più tardi.
Un po' al biondo dispiaceva che non fosse venuta per la sua presenza, ma d'altro canto aveva fatto tutto lei, quindi decise di non preoccuparsene più di tanto.

***

Yuichi mangiò tutto in fretta, poi prese un piatto, lo riempí e si diresse verso il piano di sopra; Håkan lo seguì.
Mentre salivano le scale, il corvino disse all'amico di stare un po' in disparte, dopo averle parlato si sarebbe potuto mostrare, per non subire le ire della rossa.
Arrivati davanti alla porta della stanza, la sentiva parlare a bassa voce, sembrava felice.
Che fosse al telefono con qualcuno?
Nel momento stesso in cui Yuichi bussò, smise di sentirla.
-Posso entrare? Ti ho portato da mangiare.-
-So benissimo che c'è anche quel tipo con te, mandalo via.-
-E va bene.-
Il corvino lo guardò, sospirando. Il biondo scrollò le spalle.
-Ho capito, me ne vado.-
Nel momento in cui aprì la porta, la vide posare una carta, ma nessun cellulare.
Pensò che, se stesse parlando da sola, allora era pazza al cento per cento.
Lo fulminò con lo sguardo, quindi fu costretto a tornare in soggiorno, onde evitare tentasse di ucciderlo.
Passò il resto della serata a guardare la televisione sul divano-letto, addormentandosi abbastanza tardi.
Il giorno dopo avrebbe assistito ad un'altra gara di Stelle Cadenti, quindi dopotutto era contento di essere lì.
Ryoko non sarebbe stata un problema.


Eed eccoci qui al primo capitolo, dato che lo avevo già scritto tempo fa, ho deciso di metterlo subito.
Battiamo tutti una F per il naso di Håkan. :')
Come avrete notato, Ryoko è un po' una piantagrane, ma prendendo come vere le parole di Yusei, infondo è una brava ragazza, lo scoprirete presto.

Jigokuko

   
 
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