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Autore: SuperCorpKL    06/06/2019    3 recensioni
"Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America. Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione."
Con il peso del mondo libero sulle spalle,Lena Luthor dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. In particolare una bionda dagli occhi magnetici, Kara Danvers, sin dall'inizio l'attrazione tra le due donne è palpabile. Tanti segreti ruotano attorno alle due donne, segreti in grado di...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Erano passate ore dall'ultima visita di Jack e Lena era sempre più preoccupata, aveva visto passare qualche guardia ma nessuno le aveva rivolto la parola. Le lacrime erano sparite da un'ora circa, stava cercando in tutti i modi di trovare una soluzione senza far insospettire gli agenti e non era riuscita a concludere nulla e questo faceva crescere in lei un senso di impotenza. La notte era ormai calata e sicuramente la mezzanotte era passata da un paio di ore, Lena si era lasciata cadere sul pavimento rassegnata. Alzò lo sguardo quando sentì un rumore e delle voci soprattutto una voce che conosceva molto bene, si alzò e raggiunse le barre della sua cella e sbarrò gli occhi quando vide Kara ridotta molto male.

"Kara!" la chiamò e un Jack compiaciuto la guardò.

"E' troppo debole per parlare, le ultime parole le ha sprecate qualche minuto fa." rise.

"Lasciala andare, verme!" 

"E se non  lo facessi?" rise ancora.

"Te la faccio pagare, Jack! E sai che posso farlo." lo minacciò.

"Se ti uccido non potrai far nulla, ti conviene star zitta."

"N...o, no...n puoi fa...rle del m...ah" disse accasciandosi a terra Kara, le forze le mancavano sempre di più e Lena sentì un dolore forte al petto. "...male." terminò la frase nonostante il poco fiato.

"Siete ridicole." scosse la testa lui.

"Questo è l'amore, Jack. Quello che non hai mai ricevuto tu." disse con disprezzo. "Mi dispiace aver perso del tempo, tornassi indietro non rifarei lo stesso errore."

"Stai zitta." urlò, puntandole la pistola.

"Fallo, dai. Ma sono certa che ti hanno ordinato di non uccidermi."

Jack scosse la testa, sbuffò e abbassò l'arma come Lena aveva immaginato.

"Un piccolo uomo come te sa solo stare dietro gli altri." lo provocò lei.

"Non provocarmi, Luthor." disse sfiorando la pistola.

"Non mi fai paura, quante volte devo dirtelo?" 

Jack la guardò con aria di sfida e si voltò verso la bionda, le prese i capelli e li tirò indietro. Kara si lasciò sfuggire un gemito di dolore.

"Potrei ucciderla con un solo colpo."  le disse.

"Lasciala stare." alzò la voce.

"Perchè?" strinse ancora di più i capelli e la fece prima inginocchiare e poi le assestò un calcio alla pancia, Kara si contorse dal dolore e poi svenne. "Debole la ragazza, tutti questi superpoteri e poi?" 

"Sei un bastardo." strinse i pugni Lena.

"Mettetela nella cella." disse sorridendo.

Gli agenti annuirono. "Sarò sotto gli ordini di qualcuno, è vero, ma tu qui non vali nulla presidente." disse con tono beffardo.

Lena provó un senso forte di odio nei confronti di quell'uomo, se avesse avuto la possibilità l'avrebbe steso con dei pugni. Jack finalmente decise di andar via e Lena si avvicinò alle barre della sua cella e guardó Kara, le lacrime iniziarono a scenderle copiose. Era ridotta male, davvero molto male. Kara era stesa sul pavimento con diverse ferite sul volto, sulle braccia e tutto il resto del corpo e sicuramente per riprendere i sensi ci sarebbero volute delle ore ma Lena sarebbe stata lì ad attenderla.

Qualche ora dopo, come previsto, Kara iniziò a muoversi.

"Kara!" la chiamò Lena. "Ehi Kara."

"Lena..." sussurrò piano.

"Sono io, amore mio." disse allungando la mano come a volerla toccare ma ovviamente non era possibile, la cella della bionda era di fronte la sua e ovviamente il corridoio le divideva. "Non dovresti essere qui." disse trattenendo a stento un singhiozzo.

"N... O, sono nel posto giusto." disse a fatica. "Non... devi piangere, ti prego." disse guardandola e alzando leggermente la testa.

"Come faccio a non piangere vedendoti cosi?" chiese.

"Se crolli anche tu da qui non usciamo vive." deglutì.

"Allora non crolleró." le disse asciugandosi le lacrime. 
Kara sorrise e cercó di tirarsi su a fatica e dopo mille peripezie sotto lo sguardo attento di Lena. 

"Perché i tuoi superpoteri non funzionano adesso? Dovresti essere indistruttibile. " osservò. 

"Vedi questa?" disse indicando una pietra verde legata alla sua caviglia. "È kriptonite, il mio punto debole. Mi rende umana." 
Lena osservò la caviglia della bionda e sospirò. 

"Dobbiamo trovare un modo per andare via o ci uccideranno entrambe." 

"Posso... Provare a toglierla." disse allungando le mani verso la bellissima cavigliera contornata di kriptonite, appena poggiò le mani il viso si riempì di linee verdi e una forte scossa le colpì le mani. 

"Sta ferma, Kara. Non puoi toccarla, ti fai solo del male, se provi a toccarla il suo potere si accentua." osservò. 

"È vero." abbassò lo sguardo la bionda. 

Lena si fermò un attimo a riflettere e poi alzò lo sguardo. 

"Ha una chiusura questo aggegio?" le chiese. 

"Sì, serve una chiave... Immagino." 

"Riesci a muoverti verso di me? Voglio vedere meglio." 

Kara annuì e spostò la gamba più vicina alle sbarre mostrandole la chiusura. 

"Se la forziamo con qualcosa potremmo aprirla." disse estraendo una forcina dai suoi capelli, Kara la guardò innarcando un sopracciglio. "Ho provato a forzare già la serratura della cella, è impossibile forzarla. Con quella serratura, invece, potremmo riuscirci. Non sono poi così astuti." le spiegò Lena. 

"Proviamoci. Mi fido di te." 

"Anche io mi fido di te." disse guardandola intensamente negli occhi, l'aveva perdonata questo era certo e un'altra cosa certa era che entrambe si amavano alla follia e avrebbero rischiato la vita l'una per l'altra. 

"Io controllo il movimento delle guardie." disse Kara. 

"Passano ogni quarantacinque minuti. In teoria dovrebbero ripassare tra ventidue minuti e conto di essere già fuori di qui." disse avvicinandosi al letto. 

Kara sorrise stupita, quella donna era un genio. 

"E le telecamere?" chiese poi alzando lo sguardo. 

"La spia rossa è spenta, in questo momento sono disattivate e conoscendo quel paranoico di Jack starà facendo un resoconto dettagliato al suo grande capo." 

"Edge." strinse i pugni Kara. 

Lena si voltó a guardarla. 

"Ci occuperemo anche di lui, dobbiamo solo uscire." 

Kara annuì e Lena si mise a lavoro con quello che nella cella trovava. 

Diciassette minuti dopo Kara aveva tra le mani l'oggetto che poteva liberarle entrambe. 

"Abbiamo tre minuti per scappare." la informò Lena dopo essersi assicurata che le telecamere fossero ancora spente. 

"Posso farcela." 

"Ne sono certa." 
Kara prese la forza necessaria guardando gli occhi di Lena, annuì e si concentrò sulla serratura dell'oggetto che conteneva la kriptonite, togliendosela dal piede avrebbe riacquisto parte dei suoi poteri e seppur debole sarebbero potute scappare. 
I minuti scorrevano veloci e la debolezza di Kara non aiutava. 

"Ehi, puoi farcela. L'hai detto tu stessa e io credo in te." 

"Non sono più sicura." disse con le lacrime. 

"Amore, guardami un attimo. Tu puoi farcela." disse cercandole di trasmettere la sua forza, Kara la fisso un momento poi annuì. 

"Usciremo di qui." mosse con più forza la forcina all'interno della serratura e con uno scatto si aprì, Kara si alzò a fatica in piedi e con un calcio allontanò la kriptonite. 

"Visto?" disse felice la mora. 

"Si." sorrise. "adesso devo aprire la porta." 

"Sono sicura che ce la farai, abbiamo ancora un minuto e mezzo." 

Kara annuì, sentiva già la forza crescere, si avvicinó alle sbarre e provó a forzare ma nulla, si concentrò e provó più volte e quando stava per rassegnarsi un rumore sotto le sue mani le fece acquisire fiducia e concentrandosi riuscì ad aprire la sua cella. 

"Ci sei riuscita." sorrise entusiasta Lena. 

"Adesso ti libero." si avvicinò alla sua cella. 

"Hai poca forza ancora, Kara. Non sprecarla adesso." 

"No, se tu non vieni con me io non vado via." 

Si concentrò nuovamente e provò di nuovo. 

"Stanno arrivando, scappa." 

"No!" e con rabbia forzó ancora la barre e riuscì ad aprirla. 

  - Stanno scappando!! - 
  

"Andiamo." Lena le afferrò la mano e inizió a correre verso la parte opposta delle guardie ma di lì a breve quel posto ne sarebbe stato pieno.
   
 
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