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Autore: lunadivergente21dw    06/06/2019    2 recensioni
In seguito agli avvenimenti di Vienna Tony crea la sua squadra e nel farlo opta per nuovi membri, uno ovviamente è Peter Parker.
Poi c'è Amelia, che Tony vede come una figlia.
Amelia ha dei poteri particolari e quando Tony chiede il suo aiuto lei non si tira indietro.
Avrebbe aiutato Tony a qualunque costo, o almeno così credeva, perchè quando degli occhi di un azzurro ipnotico cominciano a tormentarla qualcosa dentro di lei scatta.
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quattro anni dopo
Tic
Tac
Tic
Tac
Tic
Tac…
Amelia sospirò e si rigirò nel letto per l'ennesima volta.
Tic
Tac
Tic
Tac
Tic…
A volte il ticchettio dell'orologio le dava fastidio, ma l'idea di sentire il silenzio assoluto la spaventava.
Cercò a tastoni l'interruttore della lampada finchè non lo trovò e guardò l'ora.
Le 04:36.
Sbuffò infastidita e sprofondo il viso nel cuscino.
Mancavano ancora tre ore al suono della sveglia ma il suo sonno era stato disturbato ancora una volta da uno di quei sogni.
Ogni singola notte negli ultimi due anni era sempre la stessa.
Prese il suo orsetto di peluche tra le mani e lo guardo dritto negli occhi.
-Lo so Biscotto, di nuovo. E pensare che una volta dormivo tranquilla… Ma ora devo sognare sempre lui…- sussurrò piano mentre le si inumidivano gli occhi.
Esatto, ogni notte sognava Tony.
A volte le urlava contro, altre non la vedeva nemmeno, oppure litigava con Bucky e Steve mentre lei era bloccata in una gabbia di ghiaccio.
Certo sarebbe stato più semplice se dopo gli avvenimenti all'aeroporto avessero parlato.
Ma c'era stato solo silenzio.
A parte una misteriosa borsa di studio da parte di una prestigiosa università alla quale lei non aveva nemmeno fatto domanda.
Finita la scuola le era arrivata questa mail dall'università di una città lontana, le avevano offerto una generosa borsa di studio per una facoltà a scelta.
L'aveva letta almeno una cinquantina di volte prima di decidersi a chiamare Tony. 
Ma come succedeva sempre dopo Berlino, il telefono continuava a squillare finchè non partiva la segreteria.
Aveva deciso che se voleva proprio regalarle una borsa di studio, doveva almeno parlarle, così cancellò definitivamente la mail, alla quale ne seguirono altre.
Dopo la mail numero 34 si decise a rispondere all'università e declinare l'offerta.
Sapeva perfettamente che era opera di Tony, come sapeva perfettamente che il suo rifiuto era stato molto stupido.
Ormai era diventato un gioco d'orgoglio.
Si alzò e andò in salotto dove si sdraiò a pancia in giù sul tappeto, sorrise quando il gatto le si acciambellò sulla schiena.
-Buongiorno anche a te Freddie- mormorò per poi accendere il computer.
Aveva ascoltato mezza discografia di Florence and the machine e letto una fan fiction da una cinquantina di capitoli quando si accorse che erano ormai le sette, così si alzò guadagnandosi un miagolio infastidito da Freddie e andò in cucina.
Raccolse i capelli in una coda disordinata, si lavò le mani e cominciò a preparare le crêpes.
Quando cominciò a cuocerle suo padre entrò in cucina e la guardò meravigliato.
-Clara, tesoro… Chiama il pronto soccorso- esclamò.
-Cosa??- sua madre corse in cucina con un'espressione preoccupatissima.
-Nostra figlia sta male, sta preparando la colazione…- rispose suo padre, guadagnandosi una sberla sul braccio.
-Non osare più farmi preoccupare così!-
Amelia rise mentre serviva la colazione a tavola. -Buongiorno miei cari genitori, il sole splende, gli uccellini cantano e la vita è meravigliosa- così dicendo prese posto a tavola e cominciò a spalmare più nutella del dovuto sulle sue crêpes, ne aveva estremamente bisogno, sì.
I suoi genitori si accomodarono ancora perplessi.
-Amelia, cara stai bene?- domandò sua madre dolcemente.
Lei sorrise e annuì. -Oggi arrivano dei nuovi ricci al negozio e devo occuparmene io, lo sapete quanto amo i ricci?? Non riuscivo a dormire da quanto ero eccitata!- esclamò con il sorriso più convincente di cui era capace.
Lavorava in un negozio di animali da ormai tre anni e mezzo, il che la rendeva estremamente felice e la aiutava a non pensare ad un certo uomo di latta.
I suoi scossero la testa sorridendo e attaccarono la loro colazione.
Era tutto tranquillo finché suo padre non accese la tv sul telegiornale, dove ovviamente passavano l'ennesimo servizio sugli Avengers.
C'era un video dove Tony e gli altri mettevano all'angolo degli uomini armati.
Amelia guardò le immagini dei vendicatori con una stretta al cuore. Non poteva più sentirlo ma il pensiero che avesse risolto tutto con gli altri la tranquillizzava… Anche se c'era sempre la faccenda Bucky che la preoccupava, non aveva idea di dove fosse e questa cosa la faceva impazzire.
-Ancora niente da Tony?- domandò con cautela suo padre.
Lei spostò lo sguardo sui genitori, entrambi la guardavano con preoccupazione, così sorrise.
-No, ma sapete com'è… Con gli avengers e il lavoro sarà impegnatissimo- 
-Pensavo che ti avrebbe invitata almeno per il matrimonio- continuò lui guadagnandosi una gomitata dalla madre.
Amelia sorrise e si alzò. -Meglio così, avrei dovuto mettere un vestito e restare in mezzo ad una folla di gente, sapete come sono io con le cose formali… Ma sono felice che lui e Pepper si siano finalmente sposati.- poi corse in camera.
Si lasciò cadere sulla sedia davanti alla scrivania e osservò il suo riflesso nello specchio davanti a lei: aveva delle enormi occhiaie nere sotto gli occhi rossi e umidi, si sciolse la coda lasciando i capelli castani completamente spettinati.
Rimase immobile a guardarsi finché non arrivarono i complessi esistenziali. Era lei nello specchio o il suo riflesso aveva preso il suo posto senza che se ne fosse accorta?
Gli altri la vedevano esattamente come si vedeva lei?
I suoi riflessi erano tutti uguali o ogni specchio ne mostrava uno diverso? Magari ogni specchio portava ad un altro mondo e c'erano tante Amy che si guardavano allo specchio quando lo faceva lei.
-Toc toc- 
Amelia si girò e vide sua madre sulla soglia della porta, si accorse che una lacrima le stava scivolando lungo la guancia così si girò per asciugarsi il viso.
Due secondi dopo sentì la madre dietro di sé, le stava pettinando i capelli.
La guardò attraverso lo specchio e sorrise leggermente.
I capelli biondo cenere raccolti in uno chignon perfetto.
-Non capisco come riesci a tenere i capelli sempre in ordine- mormorò lei. -Poi sei sempre composta, hai sempre una parola gentile per tutti e sei intelligentissima- fece una pausa per sorridere. -Scommetto che a papà sono bastati due millesimi di secondo per innamorarsi di te-
Il viso della madre si incupì per mezzo secondo, ma poi le sorrise con dolcezza e Amelia pensò di esserselo immaginato.
-Stiamo parlando di problemi di cuore ora? Ti piace qualcuno?- domandò con un po' di eccitazione.
Amelia ridacchiò e scosse la testa mentre cercava di scacciare degli occhi azzurri che le avevano attraversato i pensieri senza il suo permesso.
-Nessuno mamma.-
Alla risposta lei sospirò teatralmente. -Tu hai molte più doti di me bambina mia e non lo dico solo perché sono tua madre- sorrise mentre cominciava a dividerle i capelli in tre ciocche uguali. -Sei molto più forte e intelligente di quel che credi, poi sei la ragazza più dolce e carina dell'intero universo-
Amelia sorrise, chiuse gli occhi e si rilassò mentre la madre le intrecciava i capelli.
-Tornerà tutto normale tra te e Tony, sei come una figlia per lui- disse piano sua madre.
Lei si limitò ad annuire, anche se sapeva che le cose non sarebbero tornate come prima così facilmente.
Tony aveva perdonato tutti.
Tutti tranne lei.
-Sai... Papà ha organizzato una piccola gita per il fine settimana…-
La ragazza aprì subito gli occhi e vide che la madre stava sorridendo.
-Per dove?-
-Mh… vediamo… Forse rivedrai i tuoi quadri preferiti…-
Amelia la guardò confusa per qualche secondo poi spalancò gli occhi. -OH SANTO CIELO. BOTTICELLI!! ANDIAMO A FIRENZE???- urlò.
-Era una sorpresa!- sentì dire suo padre dalla cucina.
-Oh andiamo Giam, facciamola felice!-
Suo padre le raggiunse nella camera con il gatto in braccio. -È già eccitata per i ricci, ora non dormirà più fino a venerdì- poi ridacchiò.
Amelia si alzò subito per abbracciarli. -Siete i migliori, assolutamente i migliori.- Aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
-Puoi invitare anche Ilenia e il suo ragazzo- disse sua madre e il sorriso della ragazza si allargò ancor di più per quanto fosse possibile, poi cominciò a saltellare qui e lì come una bambina di cinque anni.
-Farò loro un sacco di foto, così le metto insieme in un video per il loro matrimonio!!!-
I suoi genitori alzarono gli occhi al cielo per poi scoppiare a ridere.
 
 
***

 
Amelia uscì dal negozio per la sua pausa, andò a sedersi sulla panchina sotto ad un albero e attaccò il suo pacchetto di biscotti sorridendo.
Stava già immaginando i quadri di Botticelli davanti a sé quando una voce irruppe nei suoi pensieri.
"Ho grandi notizie per te, ma devo assolutamente vedere la tua faccia."
Amy sorrise. "Ahww Peter, come sei dolce… Ti manco così tanto?"
"Certo, certo… Rispondimi subito"
Lei alzò gli occhi al cielo e due secondi dopo vide la faccia di Peter sul telefono.
-Potresti almeno fingere di sentire la mia mancanza-
Ma Peter non la ascoltò, aveva un sorrisetto stampato in faccia, il che preoccupò Amelia. -Non indovinerai mai, sono andato al quartier generale degli Avengers e..."
Amelia trattenne il respiro. -Come... Come sta Tony?-
-Beh... sembrava tranquillo. Ma non sai con chi stavano parlando lui e Steve!-
La ragazza sospirò. -Leonardo Di Caprio?- poi vide spuntare la testa di qualcuno accanto a quella di Peter. -Oh, hey Ned! Era Ned che parlava con "Capitan incrino le costole alle persone innocenti" e Tony?- ormai in ogni telefonata con Peter c'era anche Ned e Amelia non era riuscita a non affezionarsi anche a lui.
Quei due erano i suoi idioti preferiti ormai.
-Ciao Amy! No, non ero io purtroppo-
-Ohw, capiterà anche a te prima o poi- Amelia gli fece l'occhiolino e lui rise.
-In un futuro utopico probabilmente-
-Va bene Ned, ora lasciami parlare. Ascoltami be…-
-Come sta May?-
-Bene. Ma Amelia… Sono fiondato senza preavviso nel loro quartier generale e...-
-E ti sei beccato il martello di Thor in testa, ma li capisco, sei un vero rompiscat…-
-AMY!! In giardino c'erano Tony, Steve e... Bucky. Con una valigia.-
Ad Amelia andò di traverso un biscotto e guardò Peter confusa. -Bucky?-
-Sì e non ci crederai mai ma... Stavano ridendo! Tutti e tre! Sembravano vecchi amici!-
-Come stava?-
Peter sogghignò. -Oh bene, sai… Quando mi ha visto ha alzato gli occhi al cielo, poi mi ha chiesto subito di te.-
Lei arrossì visibilmente. -E cosa gli hai detto?-
Il ghigno di Peter si ingrandì. -Visto Ned? Sta arrossendo, te lo avevo detto.-
-Oh sì, è rossa come una fragola.- i due ragazzi cominciarono a ridere e Amelia alzò gli occhi al cielo.
Peter la prendeva in giro per aver aiutato Bucky praticamente ogni giorno, ormai ci aveva fatto l'abitudine.
-È perché sono stata un po' al sole…- 
-Ceeeeerto…- dissero contemporaneamente.
-Se fossi lì vi prenderei a sberle.-
Con questo commento fece ridere i due ancor di più e Amelia si ritrovò a trattenere le risate. -Avanti, cosa gli hai detto?- 
-Beh...- cominciò Peter. -Tony era lì quindi l'ho guardato e lui gli ha detto che stavi bene-
-Sì, alla grande…- mormorò lei.
-Poi quando Tony si è allontanato gli ho detto che mi chiedi sempre di lui-
-TU COSA??? Ma non è vero!- Amelia arrossì ancor di più mentre Peter e Ned scoppiavano di nuovo a ridere.
-Sono felice di essere dall'altra parte del mondo- disse Peter tra le risate.
La ragazza sbuffò.
-E non è tutto, lui era così felice di sapere che pensi così tanto a lui… Ha sorriso e ha chiesto quando saresti arrivata perché vuole ringraziarti di persona- Peter fece una pausa. -Gli ho detto che un giorno, magari, avresti fatto un giro. Poi stavo per dargli il tuo numero quando Steve e Tony sono tornati con gli altri…-
Amelia rise. -Stavi per dargli il mio numero? Per fortuna che arriva sempre qualcuno a impedirti di fare stupidaggini-
-Oh lo avrebbe accettato volentieri, credimi… Magari la prossima volta che lo vedo…-
Lei rise di nuovo. -Sono contenta che stia bene e che voi due siate sempre i soliti idioti-
-Due idioti che ami alla follia- aggiunse Ned.
-Non sai quanto.- Amelia sorrise. -Vorrei essere lì per fare una maratona del signore degli anelli con voi…-
-Dobbiamo organizzarci, magari questa estate veniamo da te, mi manchi così tanto!-
-Ma se non l'hai mai vista!- esclamò Peter, al che Ned alzò le spalle.
-Sei solo geloso perché vuole più bene a me-
Amelia rise. -Infatti Peter, sei solo geloso.-
Peter mise il broncio.
-Ohw… Ned, dagli un bacino sulla guancia da parte mia-
-Ehw!- commentarono entrambi facendola ridere di nuovo.
-Allora aspetterò che sia Michelle a farlo- accompagnò questa frase con un occhiolino rivolto a Peter, facendolo arrossire. -Ora vado, fate i bravi e non date il mio numero a nessuno.- così dicendo sorrise e terminò la chiamata.
Si alzò sempre sorridendo.
"Lo rivedrai presto, tranquilla"
"Stai zitto Peter"
"Ti voglio bene"
"Io no"
"Ouch, il mio cuore…"
Amelia rise e fece per entrare nel negozio quando sentì una strana sensazione.
Si girò per vedere se qualcuno la stesse osservando ma non c'era nessuno, solo una coppia che passeggiava lì davanti con una carrozzina e un ragazzino che portava a spasso il cane.
Le succedeva spesso ultimamente ma pensava di essere solo più paranoica del solito, così alzò le spalle e rientrò.
La giornata passò in fretta tra scleri per quanto fossero carini e coccolosi i ricci e la solita routine, in men che non si dica la ragazza stava già salutando ogni singolo animale del negozio (inclusi tutti i pesciolini) come era solita fare ogni sera.
Uscita prese la biciletta e cominciò a pedalare verso un bar dove aveva appuntamento con Ilenia e Eddy.
Parcheggiò la bici e corse subito al tavolino dove i due la aspettavano per sentire la grande notizia che aveva promesso.
Dopo tanti scleri sulla gita imminente decisero che era ora di mangiare, così cominciarono ad addentare le loro bruschette.
-Vefrete tufte le fosftre foto fmagnifiche al fostro maftrifonio- mormorò Amy sorridendo tra un boccone e l'altro.
Ilenia alzò gli occhi al cielo.
-Quante volte devo dirti che non siamo nemmeno vicini a parlare di matrimonio?-
-Beh, ora… se ne può parlare- disse Eddy guadagnandosi una gomitata dalla ragazza.
Amelia si illuminò ancor di più ma prima che potesse dire qualcosa sul commento del ragazzo Ilenia la anticipò.
-Ne parleremo quando anche la signorina qui presente si troverà il ragazzo.-
Eddy le lanciò uno sguardo. -Capito? Quindi muoviti, puoi anche inventartelo per me-
-No, non se lo può inventare. Deve portarci qualcuno in carne ed ossa. Insomma… Puoi provare a portarci anche Captain America se vuoi- propose Ilenia ricordando le loro conversazioni sulle loro crush adolescenziali, Rogers per Amy e Stark per lei.
-HEY! A me non piace capitan cost…- si interruppe. -Insomma... Era solo una fase. Vado a scegliere una canzone al juke-box!- disse alla fine, stanca dell'argomento.
-Non abbiamo finito la discussione! E poi i tuoi pigiami di Cap dicono il contrario!- le urlò dietro l'amica, così alzò gli occhi al cielo.
Sembrava che oggi tutti volessero organizzare la sua vita sentimentale: prima sua madre, ora Ilenia… Oh e come dimenticare Peter che voleva dare il suo numero a Barnes, come se lui e lei…
Amelia scosse la testa ridacchiando per l'assurdità di quei pensieri mentre cercava tra le canzoni.
Alla fine ne scelse una di David Bowie.
Mentre tornava al tavolino dei ragazzini la guardarono male.
Lei rivolse ai tre un sorriso. -Che c'è? Non potete ascoltare sempre musica latino-americana e trap, sto dando una tregua alle vostre orecchie.- poi andò a sedersi cantando la canzone che risuonava per tutto il locale, guadagnandosi dei sorrisi divertiti dai suoi amici e dai proprietari che avevano acquistato quel juke-box per motivi validi.
Dopo altri lunghi discorsi sui preparativi, Amelia decise che era ora di tornare.
-Ti portiamo noi, avanti!- i due continuavano ad insistere.
Lei sorrise, non voleva rubare altro tempo ai due piccioncini. -Se trovo qualche mostro per strada se la dovrà vedere con me, ve lo prometto.- così abbracciò forte l'amica.
-Vedi di stare attenta, o chiamo gli Avengers.-
Amelia ridacchiò leggermente. -Lo faresti solo per vedere Iron Man-
-E per tenerti al sicuro!-
-Oh ma come sei carina- mormorò lei mentre continuava ad abbracciarla, la stava stringendo più del dovuto, lo sapeva.
Ma era uno di quei momenti in cui sentiva di dover mostrarle tutto l'affetto che provava per lei.
-Tutto bene Amy?- sussurrò Ilenia nell'abbraccio.
Lei annuì sorridendo. -È solo che ti voglio così tanto bene…- 
-Ti voglio tantissimo bene anch'io- rispose l'altra.
Ad un certo punto Amy sciolse l'abbraccio. -Ora vi lascio soli piccioncini!- poi montò in sella e cominciò a pedalare, l'amica le stava urlando dietro qualcosa e lei scoppiò a ridere anche se non aveva capito quel che aveva detto, il tono di voce era tra il divertito e l'infastidito.
Chiuse gli occhi mentre si godeva la brezza sul viso, era una serata di fine aprile e l'aria cominciava a riscaldarsi, imboccò una strada affiancata da campi e sorrise, inebriata dal profumo di fiori e dalla melodia dei grilli.
In quel momento sembrava tutto così perfetto…
Avrebbe rivisto i quadri di Botticelli dopo tanti anni, la sua migliore amica era felice, Bucky era finalmente con gli Avengers…
Qualcosa dentro di lei le diceva che Tony si sarebbe fatto sentire presto e sorrise ancor di più, voleva fidarsi di quella sensazione, le cose stavano andando di nuovo per il verso giusto.
In lontananza vide che i lampioni del suo quartiere erano spenti ma non ci badò più di tanto, nelle ultime settimane succedeva spesso e il vicinato si era lamentato con il comune più volte.
Stava per imboccare la via di casa quando sentì un colpo alle ruote, che sembrarono sgonfiarsi all'improvviso, facendole così perdere l'equilibrio e cadere a terra.
-Ouch…- era finita a terra di faccia e l'asfalto le aveva scorticato i palmi delle mani.
"Spero che nessuno mi abbia ripresa perché sono appena caduta a terra come un sacco di patate."
Si mise a sedere accanto alla bicicletta per osservare le ruote.
Dopo qualche secondo la voce di Peter echeggiò nella sua testa. "Avrei voluto vederti! Com'è successo?-
Ma Amy non rispose.
Aveva notato dei movimenti con la coda dell'occhio.
C'era qualcuno dietro ai cassonetti della spazzatura.
Stava per rialzarsi quando notò qualcos'altro: entrambe le ruote avevano delle mini-frecce impiantate ai lati.
"Amy? Scusa, non ti ho nemmeno chiesto se ti sei fatta male, tutto bene?"
"Peter, qualcosa non va. Hanno manomesso la mia bici e qualcuno si sta nascondendo dietro a dei cassonetti"
"Fai finta di niente, prendi la bici e torna a casa, se ti attaccano puoi stenderli facilmente. Sei distante?- sapeva che Peter stava cercando di tranquillizzarla ma in quegli anni aveva imparato a riconoscere le sue emozioni attraverso il loro legame ed era certa che in quel momento fosse spaventato quanto lei.
"No..." Amelia si alzò, riprese la bici e fece per girare i tacchi quando sentì un fastidio al collo.
Si tastò il punto che le doleva e corrucciò lo sguardo.
C'era qualcosa attaccato al suo collo, lo estrasse con un gemito di dolore e guardò l'oggetto con occhi spalancati.
Aveva davvero appena tolto una siringa con uno strano liquido nero dal proprio collo?
"Amy? Sei ancora lì??"
Nel buio vide qualcuno avvicinarsi e mollò la presa sulla bici, spedendola di nuovo a terra, con il colpo il campanello risuonò in modo inquietante in quel silenzio di tomba.
-Chi è là?-
Due figure le si pararono davanti e lei indietreggiò, andando a sbattere contro qualcosa che prima non c'era.
Si girò e vide qualcuno vestito completamente di nero, indietreggiò spaventata e senza pensarci due volte tese le mani per scaraventarlo all'indietro con i suoi poteri ma non accadde nulla.
"Amelia... Sto per chiamare il signor Stark, lo sai?"
Ma lei era ancora impegnata a cercare di usare i suoi poteri per ascoltarlo.
Nel frattempo arrivarono altri uomini, stavano parlando tra loro in una lingua che non conosceva e la circondarono.
Stava rivivendo un incubo, non poteva permettere che la catturassero di nuovo.
"I miei poteri non funzionano."
"Cosa?? Com'è possibile? Amy, Tony non risponde."
-Cosa volete?-
Nessuno le rispose ma uno di loro si avvicinò per afferrarle il braccio, la ragazza fu più veloce e gli tirò un calcio allo stomaco, un altro si avvicinò e la bloccò in tempo per poi imbavagliarla.
Provò di nuovo a richiamare i suoi poteri, riuscì solo a colpire uno dei suoi rapitori mandandolo a terra senza gravi conseguenze, poi più niente, era come se le avessero tolto qualcosa, si stava svuotando lentamente.
Amy cercò di opporsi in tutti i modi ma senza i suoi poteri non aveva speranze.
Continuavano a sussurrare cose tra loro in quella lingua dura.
"Sto andando da Tony, tieni duro."
"Russo"
"Russo?"
"Parlano in russo. O almeno credo." stava cercando di non sembrare spaventata per non preoccuparlo ancora di più, quando si è lontani ci si sente impotenti e ci si preoccupa più del dovuto, lei lo sapeva bene.
Continuava a scalciare e quando provarono a fermarle le gambe tirò un calcio dritto in faccia a qualcuno.
"Amy… Cosa sta succedendo? Ti prego continua a parlarmi…" la sua voce era sempre più lontana, come se stesse per svanire insieme ai suoi poteri.
"Andrà tutto bene Peter"
"Amelia, dimmi cosa sta succedendo, per favore." 
La avevano bloccata totalmente, qualcuno le spostò la testa di lato per iniettarle qualcosa con un'altra siringa, tentò di urlare ma la avevano imbavagliata troppo stretta.
La sdraiarono su qualcosa di freddo, immaginò di essere dentro un furgone ma non ne poteva essere sicura perché la vista le si stava annebbiando.
"Sto perdendo conoscenza, mi hanno iniettato qualcosa di strano..."
La voce di Peter era puro panico nella sua testa. "Vedrai che ti aiuteremo Amy, sono quasi arrivato al quartier generale, rimani con me per favore"
Amelia chiuse gli occhi, aveva solo voglia di dormire.
"Non preoccup…"
Era troppo stanca persino per terminare la frase.






 
 
 
_Angolo autrice
È passato troppo dall'ultimo aggiornamento? 
Sì.
Questo capitolo mi soddisfa?
Non del tutto.
Sono una persona orribile?
Certo che sì.
Ho riscritto il capitolo in fretta perché ero arrabbiata con me stessa per aver procrastinato fino ad ora, quindi mi scuso in anticipo per eventuali errori.
È passato qualche anno, Amy è cresciuta e incombe in qualche guaio.
Ritroveremo i nostri eroi preferiti nel prossimo capitolo? 
Probabilmente sì.
Ma per saperlo dovrete aspettare la prossima settimana (questa volta sul serio, ve lo prometto.)
Come ogni volta ringrazio di cuore tutti coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate e chi ha lasciato un commento veloce, siete magnifici. Vi voglio bene 3000.
Se ne avete voglia lasciatemene un altro qui sotto, voglio sapere cosa ne pensate :3
Grazie anche a voi lettori invisibili, non vi vedo ma vi voglio bene comunque.
Alla prossima settimana!
   
 
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