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Autore: Manga_9000    06/06/2019    0 recensioni
In un periodo apparentemente tranquillo ad Asgard giunge Fay, una midgardiana un po' speciale che si è guadagnata la fiducia di Odino, padre degli dei, combattendo per il suo popolo.
Ma il vecchio re non è l'unico ad essere rimasto affascinato dalla ragazza: Thor e Loki infatti sono delle sue vecchie conoscenze con le quali ha vissuto varie avventure e soprattutto disavventure.
Cosa le aspetterà di nuovo ad Asgard?
~~Dal capitolo 1~~
"Niente è buono o cattivo se non è tale nel nostro pensiero." disse con tono convinto.
Loki si girò a guardarla confuso, lei alzò il libro mostrandogli la copertina.
"Amleto."
"Si lo avevo capito ma... Perché proprio quella frase?" chiese guardandola negli occhi.
"Per farti capire che in fondo siamo solo soggetti al giudizio altrui. Chi dice chi è buono e chi è cattivo? Ognuno giudica secondo ciò che crede. Talvolta in molti se non tutti sono d'accordo con un unico giudizio ma è tutto soggettivo. Anche il più spietato dei tiranni ai suoi occhi è un buono e anche il più puro degli eroi agli occhi di qualcuno può essere un cattivo."
"E tu cosa sei?"
"Tu come mi vedi?"
[Questa storia verrà pubblicata anche su Wattpad]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La Landa Di Ghiaccio 

 

Passati pochi minuti dall'accesa discussione nella sala del trono i due avventurieri erano finalmente pronti per cominciare quell'impresa che pareva essere più complicata del previsto, il dio dell'inganno lo sapeva bene ma la sua compagna era ignara del pericolo.
Lo sguardo di lui fissava l'orizzonte mentre camminavano alla volta dell'enorme portone per Helheim e rifletteva perdendosi nella sua mente analizzando e cercando al suo interno le conoscenze magiche per poter accertarsi della riuscita della missione. Sembrava strano ma stavolta pareva aver preso seriamente la situazione e per questo motivo si stava preparando, forse poiché sapeva che la midgardiana, essendo semplicemente una mortale, non sarebbe potuta durare tanto in quell'inferno. Forse la stava solo sottovalutando, o era lui che si stava sopravvalutando?
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dalla voce di Fay che con tono scherzoso voleva smorzare l'evidente tensione. 
"Fammi indovinare, ti sei offerto volontario solo perché in questo modo potrai dire di aver salvato Asgard da una tragedia imminente e quindi poter finalmente esserne il suo 'Salvatore' non è così?"
Il dio dell'inganno accennò un sorriso mentre adeguava il suo passo a quello della ragazza che pareva essere più lungo e deciso del suo.
"Diciamo di sì. E poi non avrei sopportato vedere Balder pavoneggiarsi anche per quest'altro successo anche se dubito che ne sarebbe uscito vivo."
Fay abbassò lo sguardo udendo quelle parole, sentì un nodo cominciare a stringersi alla gola opprimendola, se neanche un dio aveva possibilità di cavarsela allora Hel doveva essere davvero un luogo impossibile ma non si lasciò sconfortare.
"Loki, che posto è Hel?" chiese non lasciando trapelare il suo timore e le sue insicurezze, lui non era certo la persona più affidabile alla quale mostrare le proprie debolezze. 
Il dio sospirò prima di rispondere, neanche lui sembrava molto calmo. 
"Hel non è un luogo, Hel è un'entità, è viva. È un'enorme distesa di ghiaccio completamente deserta dove governa il silenzio più totale, dove persino le anime per paura di diventare prede di quel luogo si nascondono nei pilastri ghiacciati. Nessuno è mai riuscito ad uscirne, Hel non lo permette. Ti scruta dall'interno tirando fuori tutte le tue paure e i tuoi rimorsi facendoli divenire illusioni che ti incatenano in quel luogo." La voce del dio era seria come mai lo era stata ma non lasciò che tremasse, infondo sapeva che con la sua astuzia se la sarebbe cavata, alla fine lui era Loki, il dio dell'inganno, delle malefatte, delle illusioni, il caos in persona, cosa poteva fare Hel contro di lui? 
Fay tentò di sdrammatizzare la situazione lasciandosi scappare una lieve e melodiosa risata. 
"Così non sei proprio di aiuto Loki. Andrà bene. Troveremo la fonte di calore, la distruggeremo e torneremo indietro. Niente distrazioni. Niente illusioni. Solo tu ed io." 
L'altro scosse la testa. 
"Quanto ottimismo. Non sarà una passeggiata, mia cara Frjósa. Ci sono molte probabilità di non tornare più tra i vivi." Nonostante il tono del dio fosse scherzoso dopo le sue parole vi fu un momento di silenzio denso e intenso che venne spezzato nuovamente dalla voce della ragazza che stavolta portava con sé un tono serioso. 
"Sono andata incontro alla morte più volte, Kaós, questa sarà solo una delle tante." 
Ed eccola qui, Fay. 
Fino ad ora il dio non era stato capace di riconoscerla, così allegra, ottimista, ubbidiente, lei non era così. La vena d'ira che si poteva sentire nelle sue ultime parole era la prova che in realtà non era cambiata ma che stava solo fingendo per riuscire a farsi accettare dagli asgardiani. "Patetica" pensò, proprio lei che sin da giovanissima aveva compreso la sua discussa e traballante etica poiché in un certo senso la sentiva vicina alla sua. 
"Ipocrita" pensò ancora. Ma doveva aspettarselo, era solo un'insulsa midgardiana, anzi, stolto lui ad aver creduto che lei lo capisse. 
Eppure no, si sbagliava, non c'era nulla di diverso da lui nel comportamento della giovane, gli doleva ammetterlo, erano entrambi alla ricerca disperata di qualcuno che li accettasse e li accogliesse come esseri normali ma erano solo due mostri dei quali la gente aveva timore e si teneva alla larga. 
Alla fine non vi fu risposta alla coraggiosa affermazione della guerriera e entrambi si ammutolirono camminando fianco a fianco meditando sul pericoloso viaggio che stavano per affrontare. 
In lontananza, pian piano che si avvicinavano alla grande montagna, emergeva l'enorme portone d'ottone che portava ad Helheim, rigorosamente spalancato per permettere alle anime dei morti senza gloria di entrare. 
Vi erano incise parecchie rune di vari tipi, sconosciute però a Fay, e dei bassorilievi che raffiguravano diverse scene note alla mitologia norrena, come la nascita di Hela, dea della morte, oppure il Ragnarok, l'apocalisse, durante il quale le anime di Hel sarebbero risorte per combattere la loro ultima battaglia e magari guadagnarsi quel po' di onore che serviva per entrare nel tanto ambito Valhalla. 
I due avventurieri si fermarono osservando da fuori i chilometri e chilometri di ghiaccio estendersi all'infinito dall'altro lato della soglia e la ragazza notò subito il problema di cui parlava Ragnvall. 
"L'aria è fredda ma non è gelida come ci si aspetterebbe." disse quasi pensando ad alta voce, Loki annuì tirando fuori uno dei suoi pugnali e avviandosi dall'altro lato del portone, verso il regno dei morti. 
Quando il suo piede sprofondò nella neve sentì quasi un tonfo al cuore, si girò guardando Fay. 
"Andiamo. Quanto prima ci sbrighiamo meglio sarà." lei lo seguì a ruota senza farselo ripetere. 
L'aria fredda l'avvolse come una coperta facendola rabbrividire ma sembrava non fermarsi alla sua pelle, quel freddo infatti pareva penetrare nella sua carne invadendole vene, muscoli, ossa e anima, era quasi terrificante.
Il ghiaccio che era presente lì era decisamente diverso rispetto al suo o alla norma, aveva un colorito quasi verdastro e anche gli strati più sottili non lasciavano intravedere nulla dall'altro lato, come se non fossero fatti d'acqua. Poggiò la sua mano su uno di questi convinta di poterlo manipolare come faceva di solito ma non accadde nulla, si guardò il palmo notando i polpastrelli rossi a causa del freddo. Era da tempo ormai che una cosa del genere non le accadeva e non poté nascondere il suo stupore, le punte delle dita le pizzicavano come quando era piccola e si divertiva a giocare nella neve con suo padre. 
I ricordi di quei giorni cominciarono a riaffiorarle nella mente come flash fino ad arrivare al giorno dell'incidente, il giorno in cui la sua vita era diventata una ripida discesa negli abissi più oscuri e profondi, il giorno in cui aveva perso entrambi i suoi genitori. Era così giovane, quanti anni aveva? 16? 17? Non lo ricordava bene, da quel momento in poi tutto era cambiato e la sua routine quotidiana fu sconvolta, devastata e la sua mente, insieme alla sua lucidità, vennero distrutte e ancora oggi sapeva di starne recuperando i pezzi. Il silenzio più totale che governava quel posto sembrava starla inghiottendo lasciandola vagare trai suoi travagliati ricordi. Il respiro si faceva pesante ed affannato, il cuore batteva all'impazzata, le ginocchia stavano per cedere sotto il peso del dolore e le guance percepirono il calore delle lacrime che scorrevano lente circondandole il viso.
"Fay." Sentì la voce di Loki che la chiamava quasi ovattata, distante, sgranò gli occhi quasi come si fosse appena svegliata ancora scossa dall'accaduto.
Il dio le poggiò una mano sulla spalla sinistra scuotendola dolcemente e continuando a chiamare il suo nome, il suo sguardo era ancora perso nel vuoto ma durò pochi istanti, la luce degli occhi azzurri della ragazza tornò a splendere e subito dopo il suo pianto si fermò. Loki tirò un sospiro di sollievo mentre lei, imbarazzata, si asciugò le lacrime col dorso della sua mano.
Il suo compagno si allontanò da lei sfoderando il suo pugnale e avvicinandosi ad uno dei grandi ammassi di ghiaccio.
"C'era... C'era davvero troppo silenzio. Era come se le mie orecchie non potessero sopportarlo e poi... non lo so, è successo quel che è successo." Tentò di giustificarsi Fay balbettando ancora scossa.
"E' come ti ho detto, Hel ti scruta, tira fuori i tuoi ricordi peggiori. Cerca sempre di tenerti occupata, non perderti nella tua mente." Mentre parlava incideva con la punta della sua lama uno strano simbolo a forma di "M" sulla parete di ghiaccio, una volta finito brillò di una luce verde.
"Cos'è quello?"
"E' una runa per viaggiatori, ci aiuterà a ritrovare la strada una volta finito tutto." Spiegò per poi rinfoderare l'arma e rimettersi in cammino.
A differenza di prima stavolta lui non camminava avanti ma si teneva di fianco alla ragazza in modo tale che entrambi fossero abbastanza vicini all'altro in caso di problemi.
Si era sentito in colpa per l'accaduto poco prima, forse avrebbe dovuto avvertirla all'inizio, assicurarsi che fosse in grado di difendersi. Non voleva si facesse del male, doveva accertarsi che lei tornasse sana e salva indietro cosa che sapeva anche lei stava facendo per lui come meglio poteva nonostante non conoscesse quel posto ne i suoi pericoli.
"Cosa hai ricordato?" Chiese curioso il dio cercando con i suoi occhi le iridi della ragazza, lei sorrise lievemente.
"Tempi felici." Rispose tagliando a corto, sembrava non voler condividere quei momenti con lui, forse per non dargli altri pensieri o forse perché non aveva intenzione di fidarsi di lui al 100%, ma non si perse d'animo.
"Tipo tempi con me?"  Disse scherzoso, quasi stuzzicandola, lei rise ciondolando di fianco a lui. 
"Oh si, certamente." rispose in modo sarcastico facendo comparire un sorrisino sul viso del vichingo mentre l'espressione di Fay divenne più seria decidendo di aprirsi.
"Intendevo tempi in cui non ero così, piena di rimorsi e con le mani sporche del sangue delle mie vittime."
Loki abbassò il capo arricciando le labbra, non era esattamente quello che si sarebbe aspettato di sentirsi dire, percepì l'umore della ragazza finirgli sotto i piedi. Doveva essere stato difficile per lei quel cambiamento così repentino nella sua natura in un'età così giovane e complicata per i midgardiani.
Era strano come lui riuscisse ad empatizzare così tanto con lei, un essere così meschino, egoista ed egocentrico come solo il Dio delle Malefatte poteva essere, ma anche Fay non era stata da meno nei suoi anni peggiori.
L'uomo preferì non risponderle direttamente, le poggiò una mano sulla spalla dandole delle pacche affettuose quasi a dire "Tranquilla, lo capisco." e poi voltò lo sguardo in lontananza quasi per distaccarsi da quel momento così intimo.
Fay non proferì parola, sapeva che quello era il massimo della compassione e dell'incoraggiamento che il dio poteva darle poichè lui stesso non ne aveva mai ricevuti prima d'ora e così cominciò a riprendersi da quel momento di sconforto. E poi d'improvviso, nel silenzio più totale, rimase spiazzata da alcune parole che sentì appena sussurrate dal suo compagno.
"Io non ti do colpe, non l'ho mai fatto."
Sorrise, quasi emozionata, riconoscendo la frase.
   
 
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