Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Hoshi_10000    08/06/2019    1 recensioni
Ogni scelta ha un prezzo, questo chiunque lo sa, ma quale può essere il prezzo per vivere nel segreto? Quali saranno le condizioni per continuare a vivere normalmente, quando un imprevisto entra nella tua vita? E Sinbad e Ja’far saranno pronti a pagare il prezzo delle loro decisioni?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Judal, Sinbad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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AIUTO

 

-Credevi davvero che scappare sarebbe bastato?-
Aveva una paura blu, mentre fissava l’uomo passeggiare davanti al borg. Per quanto fosse stato rapido ad alzare la barriera era rimasto ferito ad un braccio. Tremava come una foglia, e nel porto non c’era nessuno che potesse aiutarlo, e se anche avesse urlato nessuno lo avrebbe sentito.
L’unica cosa che poteva fare era pregare che qualcuno passasse di lì, lo vedesse e corresse a chiamare aiuto, ma se il poveretto fosse stato visto sarebbe stato probabilmente ucciso affinché tacesse.
-Pensavi che Sindria ti avrebbe fornito un valido aiuto?-
-Speravi che non ti avremmo trovato?-
-Non sai che abbiamo spie ovunque?-
-E dimmi, ricordi cosa facciamo ai traditori a Kou?- domandò Kouen guardandolo con ferocia e minaccia.
Aiuto fu l’unica cosa a cui pensò Judal percependo una presenza correre verso il palazzo, senza nemmeno sapere chi fosse.
-Mah, tutto sommato non abbiamo garanzie, uccidendoti perderemmo il nostro prezioso magi, per cui riceverai un trattamento di favore.-
Stava perdendo parecchio sangue, ma non era un vero pericolo per la sua vita, ed anzi era solo quel dolore a tenerlo presente a sé stesso, per cui strinse i denti e rafforzò la stretta sul braccio.
Ti prego, aiutami, e fa presto.
-Certo, a quanto abbiamo saputo quell’abominio ti sta indebolendo, per cui appena torneremo a palazzo la prima cosa che faremo sarà togliertelo.-
Judal sbiancò per il terrore, mentre il principe si limitò a continuare a girare attorno a lui.
-Se solo tu ti decidessi ad abbassare questa maledetta barriera…- per comprovare le sue parole sferrò un violento pugno al borg, che in relazione al terrore di Judal tremò.
-… ma sei libero di fare come vuoi.- gli diede le spalle, poi si girò con gli occhi colmi di cattiveria -Tanto è questione di minuti prima che arrivino Hakuei, Koumei e tutti gli altri.-
Gemette disperato, fissando il luogo dove prima aveva individuato la presenza di qualcuno.
-E no Judal, fossi in te non conterei in quel ragazzino Himchack, Kouha non gli lascerà raggiungere il palazzo.-
Il borg cedette e Judal cadde a terra. Tutto ciò a cui teneva era perduto.
 
 


******************
Kikiriku correva a perdifiato. Semplicemente correva. Non badava alle bancarelle che mise in disordine al mercato, non badava ai bambini che lo guardavano correre come un pazzo.
Non poteva concedersi questo lusso, perché il padre gli aveva insegnato che il coraggio è la prima dote necessaria ad un guerriero, e che però va combinata con la consapevolezza.
E lui era consapevole che per quanto fosse forte non poteva far nulla per Judal. Non lui.
Saltò un banchetto, ma cadde comunque a terra.
Poggiò le mani sul selciato, flettendo i gomiti per alzarsi incurante dell’affanno.
-Fossi in te non lo farei.-
La voce lo spaventò, facendogli girare lentamente il collo, complice il freddo del metallo che poggiava sulla nuca.
-Sei un giovane coraggioso. Andresti premiato.-
Valutò che l’uomo che lo bloccava a terra era ben più basso di lui, che aveva un aspetto efebico che dava un idea di debolezza, ma uno sguardo che parlava di pazzia, cancellando qualsiasi idea ci si fosse fatti su di lui per via dell’aspetto.
-Faremo così. Se attenderai pazientemente che vengono a chiamarmi non ti ucciderò. Passerò dei bei guai per questo, ma la gioventù va incoraggiata.-
Sorrise in modo a dir poco inquietante.
… e poi c’era la terza regola che distingueva i guerrieri. Non aver paura di nulla, riconosci i tuoi limiti, ma combatti fino allo stremo per ciò in cui credi.
-Non avrete Judal.- disse guardando con sfida il ragazzo sopra di lui, il quale sospirò teatralmente, sollevando la spada pronto a calarla sul suo collo.
-Poi hanno il coraggio di dire che sono spietato…-
 


 
******************
-Sinbad! Sinbad! SINBAD!-
-Ehi ehi, che succede?-
Le gemelle scansarono la guardia. Erano grandi. Ad appena dodici anni erano alte quanto molti uomini adulti, ma piangevano disperate, il terrore nei loro occhi.
Come non aver paura? Avevano seguito Judal per chiedergli di andare a fare un giro ai frutteti con loro, quando Kikiriku le aveva bloccate, e dando uno sguardo alla strada avevano capito perché.
-Correte a palazzo, io prenderò la via principale, voi passate dai vicoli. Per nessun motivo, non vi fermate. Qualsiasi cosa accada. Correte, andate ad avvisare tutti!-
Era scappata loro una lacrima, ma il fratello l’aveva ignorata, spingendole a correre. Quando a un certo punto si girarono capirono perché il fratello maggiore, sempre tanto premuroso con loro, avesse voluto che si separassero: sui tetti correva una persona. Un possessore di djin.
Corsero al massimo delle loro possibilità per arrivare il più in fretta possibile alla terrazza, e ora che erano arrivate non riuscivano a farsi sentire.
Crollarono in ginocchio, e partirono i singhiozzi.
-Papà- lamentarono quasi in coro, e una mano si abbassò di fronte a loro -Che succede?-
Spiattellarono tutto fra i singhiozzi, senza nemmeno far caso a chi stessero parlando. Due secondi Robin e Sofocle vennero lasciati in braccio alle guardie, mentre Sinbad e Ja’far in testa, i generali  al seguito, tutti correvano al porto.
 


 
******************
-Judal.-
Non alzò neppure lo sguardo. Per sommi capi immaginava ciò che avrebbe trovato.
Hakuei avrebbe fatto tutto il possibile per evitare il suo sguardo, Kougyoku avrebbe avuto un’aria oltraggiata, che comunque non era nulla rispetto a quello che c’era sotto la superficie, Hakuryuu furioso e carico di sdegno, Koumei si sarebbe mostrato distante, come sempre, sebbene fosse alterato.
Kouen non gli lasciò il beneficio del dubbio, triandolo su per il braccio sano senza la minima grazia, costringendolo a guardare tutti. 4 su 4, punteggio pieno.
Quello che non si era spettato era lo schiaffo da Koumei, ma non reagì neppure.
-Io mi fidavo di te.-
In un’altra situazione avrebbe riso, invece chiuse gli occhi, attendendo il resto.
Oh, perché non lo avrebbero ucciso, quello no, ma ne avrebbe prese parecchie. Forse in effetti per quando fosse arrivato a Kou non avrebbero nemmeno avuto il problema di farlo abortire, con buona probabilità gli sarebbe bastato far rimuovere la placenta.
Come si era aspettato in tempo zero arrivò un secondo schiaffo, questa volta da parte di Kougyoku, ma neppure la guardò: oh, finché erano loro due neppure li sentiva, il problema sarebbe arrivato con Kouen. E arrivò prestò.
Nonostante la vista appannata dalle lacrime, vide chiaramente Kouen caricare il colpo, ma non ebbe le forze per reagire o forse non ne ebbe il coraggio, perché se avesse cercato di difendersi non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione, così incassò il pugno al costato senza tentare di scappare, sentendosi mancare il fiato e indietreggiando a più riprese quando ne arrivarono altri, finché non finì accasciato sul selciato.
Guardò il principe che aveva lungamente conosciuto con occhi vitrei, e non prestò attenzione al calcio diretto al suo volto, pronto a quell’ennesima sofferenza, ma Hakuei si avvicinò a Kouen e poggiandogli una mano sul braccio lo guardò supplicandogli di fermarsi.
Per un secondo ci credette davvero, che Kouen avesse scelto di seguire la richiesta di Hakuei, se non che intravide il bagliore negli occhi del principe, e senza neppure pensare si portò le braccia al ventre, parando almeno in parte un poderoso calcio. Quando si accorse di ciò che aveva appena fatto tremò brevemente di paura, ricordandosi di come qualunque cosa tentasse di fare sarebbe stata vana, e pure non riuscì a scoprirsi pentito: nonostante tutto, quello era suo figlio, e lo avrebbe difeso a costo della vita, o almeno ci avrebbe provato.
Il calcio in viso fu violento ed inaspettato, ma non lo portò ad allontanare la braccia della pancia, e il ringhio di Kouen chiarì quanto ne fu infastidito. Batté velocemente le palpebre, sentendo di avere quantomeno il naso rotto e la bocca piena di sangue, chiedendosi quanto ancora Kouen avrebbe continuato, e dopo aver ingoiato sangue e saliva si preparò ai calci successivi.
Che non arrivarono. Sì sentì stringere il torace da qualcosa di sottile simile a corde e venne sollevato in aria.
Quando riaprì gli occhi era su un tetto, Sinbad che lo stringeva a sé con un braccio mentre con l’altro brandiva la spada, Ja’far che ritirava le sue lame, concentrato sull’attacco, e ciò nonostante notò il sospirò che gli sfuggì.
Quando scivolò cautamente via dall’abbraccio di Sinbad, timoroso che le sue gambe non lo reggessero, vide Yamuraiha su un tetto alla destra, Sharrkan alla loro sinistra, mentre di fronte a loro stavano Pisti, Spaltos e Masrur.
Tutti sembravano congelati, entrambe le parti schiumanti di rabbia, nessuno che sembrava volersi muovere.
A rompere il silenzio fu infine Judal, con un bisbiglio appena udibile riservato a Sinbad e Ja’far, le lacrime che gli bagnavano le guance mischiandosi al sangue. -Posso restare?-
-Dopo tutto ciò che è successo?- chiese Sinbad senza guardarlo.
-E ce lo chiedi pure?- replicò Ja’far, una punta d’ironia nella voce che rassicurò Judal.
-Sai Judal- disse Pisti dal tetto di fronte, continuando a guardare i principi di Kou ai suoi piedi, la voce con una simulata nota di allegria per nascondere la paura e la rabbia di vederlo ferito -dopo lo spavento che ci hai fatto prendere oggi penso che non ti concederemmo di andartene nemmeno se ce lo dovessi chiedere.-.
Sorrise.
Per quanto la situazione fosse orribile, con Kouha che si riuniva al gruppo e tutti i principi di Kou che attivavano le proprie magie mutaforme, per Judal fu naturale sentirsi a casa guardando Dracoon, Hinahoho e Kikiriku raggiungere i compagni e attivare ognuno il proprio strumento del seguace.
Restò un secondo ad osservare la lotta spostarsi in aria e tutti i generali organizzarsi in vari modi per poter prendere parte allo scontro, poi scese a terra, andando ad abbracciare Kikiriku avvolgendolo in un borg con sé.
Gli doveva la vita.
Anzi, per la verità la doveva in qualche modo a tutta l’isola. Estese la barriera.
E per quanto non fosse tempo e luogo, senza che potesse controllarsi, iniziò a fare le fusa, per la prima volta in vita sua senza premeditazione o secondi fini.
 


 
******************
La battaglia scoppiò subito molto violenta, ma con un certo sgomento dei principi di Kou piuttosto paritaria.
Koen aveva immediatamente ingaggiato un violento scontro con Sinbad, seguito da Kouha aveva attaccato Hinahoho deciso a finire lo scontro che avevano iniziato in precedenza, combattendo lungo la spiaggia convinto di avere comunque un abbondante vantaggio sul suo avversario.
Dracoon appoggiò Spaltos nella lotta contro Hakuryuu, notando quando le piante del ragazzo costituissero un problema, mentre Yamuraiha si trovò ad affrontare la gracile principessa Kougyoku aiutata da Pisti, con Masrur che combatteva contro Hakuei con il supporto di Sharrkan.
In tutto ciò il principe-burocrate Koumei cercò di tenersi fuori dallo scontro facendo più che altro da supporto, se non che Ja’far si affrettò ad andare a porgli i bastoni fra le ruote.
Non si poteva definire lo scontro paritario, perché buona parte dei principi per evitare gli attacchi fluttuavano a mezz’aria, ma ciò nonostante i generali si abituarono rapidamente, trovando modi alternativi di attaccare, come Masrur che o saltava per raggiungere Hakuei o lanciava in aria Sharrkan, piuttosto che Pisti che volava in groppa ad uno degli uccelli di Altemyula e Yamuraiha che per lo più lanciava incantesimi levitando a mezz’aria.
Ma la parità in battaglia fu una parentesi iniziale: quando Judal si fu vagamente ripreso, iniziò a dar man forte a tutti i generali, rendendo chiaro ai principi di Kou che non c’erano le condizione per la vittoria, e ciò nonostante ci provarono.
-Kouen!- trovatasi con le spalle contro una roccia e una spada alla gola alla fine Hakuei rinunciò alla lotta, distraendo il fratello che venne prontamente bloccato da Dracoon.
Osservando la disfatta Kouen riappoggiò i piedi a terra abbandonando la magia mutaforma, seguito a breve distanza dal resto dei principi.
Quando anche tutti i generali ebbero riappoggiato i piedi sulla spiaggia dell’isola, pur senza abbandonare un lecito atteggiamento difensivo, Kouen prese la parola.
-Rivogliamo il nostro magi.- disse abbastanza seccamente allontanando la spada di Sharrkan dalla gola di Hakuei, incurante dei tagli che si procurò.
-Judal- disse Sinbad marcando bene il nome -non vuole venire però.-
I generali annuirono. Non lo avrebbero lasciato andare.
Kouen alzò lo sguardo sopra le loro teste, fissando Judal con determinazione, lasciando che Hakuei lo stringesse.
-Avete tre giorni per decidere, sappiate solo che se non riavremo il nostro magi  nulla ci fermerà dal muovere guerra a Sindria.-
La minaccia fu udita chiaramente, ma per tutta risposta Pisti, Spaltos, Hinahoho e Sharrkan fecero un passo avanti.
-Ritenetevi liberi di fare ciò che preferite, ma non ci faremo problemi a convocare l’alleanza dei sette mari. Non vi daremo Judal senza combattere.- dichiarò Hinahoho.
-Lui è un nostro amico, e noi difendiamo gli amici.- rincarò Pisti.
Per tutta risposta Kouen e Kouha ringhiarono con ferocia, così che Koumei ripeté l’ultimatum e con il suo djin aprì un portale che riportasse lui e gli altri principi a casa.
Tirarono tutti un sospiro di sollievo, Judal per primo, incurante del dolore alle costole, levitando fino alla spiaggia, dove prima di poter aprire bocca finì in un caloroso abbraccio.
-Ricordatelo, dopo questa non lasceremo tu vada via.- lo minacciarono tutti, con sguardo affettuoso, scompigliandogli i capelli con delicatezza e informandosi sulle sue ferite.
Quando riuscì a farsi mollare dai generali si avvicinò a Sinbad, la testa china, colpevole di aver rovinato la festa di Robin, averli fatti preoccupare, aver messo in pericolo il popolo… non riuscì a pensarci troppo a lungo quando Sinbad lo tirò a sé poggiandogli una mano sulla schiena per evitare le molteplici ferite, arrabbiandosi con la pancia che gli impediva di stringerlo quando avrebbe voluto. E dal nulla lo baciò. Con foga, possessione, desiderio e paura.
Judal per un secondo scollegò il cervello, poi si accorse della situazione e si allontanò. C’era ancora un punto molto importante da sistemare se voleva restare a Sindria.
-Ja’far, io- non poté terminare la frase, perché questa volta fu Ja’far a baciarlo, con un nugolo di emozioni simili a quelle provate da Sinbad.
Quando Ja’far si staccò Judal lo guardò sorpreso, poi si tuffò fra le sue braccia piangendo nell’incavo del suo collo. Ja’far gli accarezzò la schiena paziente, sotto gli sguardi maliziosi dei generali. Li mandò espressamente al diavolo.
Quando Judal si fu un po’ calmato lo staccò da sé quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi. Sorrise.
-A questo punto direi che è giunta l’ora tu torni a casa, ora che abbiamo stabilito che resterai dovrai pur far abituare Robin alla tua presenza.-
Alzò una mano ad accarezzare un livido violaceo che iniziava ad intravedersi sulla guancia. -E sarà anche ora che ci spieghi un po’ perché a Kou ti rivogliono assolutamente… ho come l’idea che non sia solo perché eri- disse la parola con un certo orgoglio -il loro magi.-
Judal annuì. Non era la più allegra delle storie, ma neppure era triste. Era solo una storia passata.
-A una condizione però!- disse in un tono che non ammetteva repliche, la faccia che tradiva l’imminente boiata.
I generali, che avevano di comune accordo deciso che sarebbe stato carino sentire la storia tutti assieme, annuirono in attesa di sentire la richiesta.
-Sapete, raccontare storie è impegnativo, bisogna organizzare i ricordi in modo coerente, badare a-
-Vieni al dunque, cosa vuoi?-Judal non fece caso ai modi talvolta un po’ bruschi di Spaltos, ormai lo conosceva.
-Pesche.- disse con un sorriso a 32 denti, guardando Pisti esultare e saltargli al collo e in generale i generali festeggiare: era tornato.
E al diavolo l’ultimatum, nessuno lo avrebbe strappato da lì, mai più.










Piccoli scleri di cui (volenti o nolenti) finirete per far parte:
bene, abbiamo scoperto chi è in grado di terrorizzare Judal, e già che c’ero ho voluto inserire un po’ Kikiriku perché un po’ di riferimenti al passato dei personaggi ci stanno sempre bene.
E ora, un tuffo nel passato! Ricordate quando Judal al capitolo 3 dice
Io e lui non abbiamo nulla più che un po’ di scarso sesso occasionale, non ho il minimo obbligo nei suoi confronti, così come lui non né ha nei miei, ragion per cui solitamente sfrutto gli alpha o alla peggio i beta della famiglia, […]
Ecco, vi anticipo che si ripartirà da lì.
Ma intanto, studenti tutti (?) festeggiamo la fine della scuola!

E ora subito una nota triste: questa storia nasce da un'idea venutami dopo aver letto una fanfiction Omegaverse su yuri on ice (non è citata all'inizio perchè mi ha dato sì l'idea ma non hanno praticamente nulla in comune) e ovviamente la scrivo sì per me, ma anche per condividerla, e se da un lato è vero che sopravvivo anche con poche recensioni dall'altro mi piacciono da morire, e qui sorge un problema. Non sto cercando di farvi sentire in colpa, giuro, ma siccome durante l'estate non avrò modo di consultare la mia beta (o almeno non vis-a-vis) non mi sento di pubblicare granchè, sicchè pubblicherò ancora per un po' avendo pronti un'altro paio di capitoli già betati, ma poi sparirò fino a settembre. Ad ogni modo, se qualcuno seguiva Come maritare un generale, sappia che penso di riprenderla un po' in mano, perchè le idee le ho ancora solo che la mia priorità si è spostata su questa storia che incarna di più i gusti.
Nulla, basta, giuro, a presto
Hoshi
   
 
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