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Autore: Altair13Sirio    08/06/2019    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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La mattina dopo i Titans furono molto cauti a parlare dei loro piani in presenza di Luna; non che credessero che la bambina potesse fare storie se avesse sentito della loro imminente missione, ma si trattava di una faccenda complicata in cui era meglio non portarla. E poi la bambina aveva già i suoi problemi da affrontare…
Robin si assicurò che Luna sapesse cosa avrebbe dovuto fare: non doveva per forza tornare ad essere amica con Emily, nessuno le chiese di fare pace con lei, ma di chiederle scusa per averla picchiata; ovviamente avrebbe dovuto aspettarsi delle scuse di risposta per le brutte parole che si era sentita rivolgere, ma questo non dipendeva da lei. Le dissero comunque di mostrare superiorità e maturità nel chiedere scusa per prima, anche se l’origine di tutta quella storia risiedeva nelle offese di Emily.
Luna aveva ascoltato tutte quelle indicazioni in silenzio, annuendo di tanto in tanto, e quando aveva finito la sua colazione era andata a prepararsi per uscire. Non sembrava essersi ancora ripresa, ma Corvina sembrava fiduciosa nelle proprie parole e Robin e gli altri non avrebbero avuto motivo di non crederle. Quando furono rimasti da soli, i Titans cominciarono a parlare di “lavoro”.
<< Il segnale non si è spostato da ieri. >> Disse Cyborg. Aveva controllato prima che arrivassero tutti in sala, ma aveva detto di aver controllato anche durante la notte dal suo studio, non riuscendo a prendere sonno.
<< Questo significa che sono ancora là, oppure che hanno deciso di liberarsi del trasmettitore. >> Disse disfattista Corvina.
<< Ma a che scopo? Non sapevano che sarebbero stati rilevati, se lo avessero spostato? >> Chiese BB allungando le mani sul tavolo.
<< Potrebbe essere una trappola. >> Continuò la donna sollevando la propria tazza di latte e prendendo un sorso. Vide che Cyborg era della sua stessa idea quando incrociò il suo sguardo con aria estremamente seria.
<< Quindi la domanda ora è: che cosa facciamo? >> Disse atono l’omone facendo girare lo sguardo tra i volti dei Titans. Stella Rubia era completamente stranita dalla discussione, quindi non lo notò nemmeno; BB lo guardava con aria distratta, incerto su come rispondere. Gli unici che sembravano veramente coinvolti nella discussione erano Robin e Corvina.
<< Quello che abbiamo detto ieri. >> Rispose impaziente Robin. << Andiamo a intercettarli e scopriamo dove si nascondono! >>
<< Potrebbe essere una trappola. >> Ripeté Corvina con sguardo basso. Robin le lanciò un’occhiataccia; sembrava che lei stesse cercando in ogni modo di impedire che quell’indagine andasse avanti. << Però è l’unica cosa che possiamo fare. >> Disse dopo, poggiando la tazza sul tavolo.
Lo sguardo di Robin si fece più sereno ora che aveva visto che la maga fosse dalla sua parte. La voce di Cyborg lo fece voltare:<< E che cosa facciamo con Luna? Anche se le abbiamo permesso di nuovo di tornare a casa da sola, non possiamo aspettarci che ritorni alla torre a piedi. >>
L’idea che la missione potesse impegnarli per tutta la mattinata e oltre non era neanche stata contemplata da Robin, che si mise a riflettere. << Dovremmo lasciare qualcuno indietro… >>
<< Senza contare che, anche se saremo impegnati con Maschera Nera, le persone che sembrano essere interessate direttamente a Luna, ovvero gli H.I.V.E. Five, saranno ancora a piede libero. Se dovessero attivarsi e noi fossimo tutti quanti fuori, non potremmo difenderla. >> Aggiunse Corvina sporgendosi in avanti. A quelle parole Robin sentì la gola seccarsi improvvisamente.
Cyborg, apparentemente calmo, si guardò intorno. << Bene… Allora, chi è di turno oggi? >>
Il “turno” era quello che toccava a ognuno di loro per portare Luna a scuola e andare a prenderla all’orario di uscita. Gli sguardi dei Titans conversero dopo qualche secondo sulla faccia di Beast Boy, che sembrò allarmato.
<< Un momento, perché dovrei restare indietro io? >> Chiese contrariato, evidentemente ansioso di unirsi alla battaglia.
<< Sei tu quello che deve accompagnare Luna a scuola oggi, e poi dovrai andare a prenderla. Se vede arrivare qualcun altro potrebbe insospettirsi e pensare che stia succedendo qualcosa. >> Rispose Robin con calma.
<< Ma si insospettirà comunque vedendo la casa completamente vuota! >> Protestò l’omino verde. << Fatelo fare a Cyborg: ieri toccava a lui! >>
Con un gesto di stizza BB puntò il braccio verso il suo amico cyborg, ma nessuno disse niente. Ignorando il suo ultimo commento, Corvina si girò verso Beast Boy e cominciò a parlare con calma. << BB, abbiamo bisogno di qualcuno che sia abbastanza forte per affrontare un gruppo di nemici e all’occorrenza scappare con Luna se le cose dovessero mettersi male. >> Disse guardandolo negli occhi. << Non ti stiamo scaricando, sai bene quanto tu sia importante per la squadra, ma abbiamo bisogno di poter contare su di te per questa occasione! >>
<< Io non…! >> BB si interruppe non appena ebbe cominciato a parlare. Stava per dire qualcosa con molta veemenza, ma la comparsa di Luna Bianca, vestita e pronta ad uscire, sulla porta lo fece bloccare.
L'omino verde si alzò con un movimento talmente fluente che sembrò quasi recitare e avanzò verso la bambina. Batté le mani e con un largo sorriso disse:<< Allora, siamo pronti? >>
<< Perché urlavi, zio? >> Chiese con una voce poco entusiasta la bambina.
Beast Boy rispose con naturalezza. << Lo zio Cyborg non voleva seguire il suo turno per andare a prendere la pizza, questa sera. Ma io l'ho convinto! >> E aggiunse uno sguardo che nascondeva tutta la sua irritazione voltandosi a ghignare contro Cyborg, mentre con una mano dava qualche spintarella a Luna per farla andare avanti.
Luna Bianca non sembrò bersi quella risposta, ma non indagò a fondo. Non sembrava dell'umore giusto per liberare tutta la sua curiosità.
Anche Cyborg e Robin si alzarono, seguiti poi da Corvina e Stella. Robin volle andare a parlare con Luna per assicurarsi che avesse chiaro quello che avrebbe dovuto fare e nel frattempo Corvina e Cyborg si avvicinarono a Beast Boy.
<< Grazie, Garfield! >> Sussurrò lei con un sorriso che non sembrava appartenere a quella donna. Si stavano comportando come se avesse già accettato, anche se non aveva detto niente; sapevano però che il suo silenzio era già una risposta, non potendo contestare di fronte a Luna.
BB riuscì solo a mandare una smorfia sofferente alla maga mentre questa gli sfilava accanto, poi fu avvicinato da Cyborg, che poggiandogli un braccio sulla spalla gli porse le chiavi della sua T-Mobile. << Vedi di non graffiarmela. >> Gli disse con un sorrisetto divertito. << Tu prendi la solita vegetariana, giusto? >>
<< Vai al diavolo, Vic! >> Rispose acido BB, afferrando con forza il mazzetto di chiavi e voltandosi verso l'uscita per raggiungere Luna Bianca.
Dopo che BB ebbe raggiunto Luna ed ebbe salutato gli altri assieme alla bambina, Corvina tornò indietro per parlare con Cyborg. Il tono della conversazione era quasi sussurrato, come se si stessero scambiando dei segreti.
<< Non prenderlo in giro… Muore letteralmente dalla voglia di entrare in azione. >> Disse lei continuando a guardare la porta che si era chiusa con l'uscita di Beast Boy e Luna Bianca.
<< E' divertente scherzare con lui, e poi lo sai che BB non è uno che se la prende… >> Rispose lui con i pugni piantati nei fianchi.
Corvina abbassò lo sguardo un secondo, pensando a quella cosa. Forse Cyborg aveva ragione, ma lei ricordava un Garfield che, molti anni addietro, aveva mostrato un atteggiamento veramente ribelle e scontroso contro tutti coloro che osavano trattarlo come una persona inferiore. Ripensandoci, per tutta la vita il suo amico aveva dovuto dimostrare di essere degno del nome che portava facendo sempre di più… Forse era proprio per via di questo che alla fine si era ritrovato a non poter restare senza far niente per troppo tempo.
<< Comunque non farglielo pesare troppo… >> Disse infine lei voltandosi dall'altra parte.
Cyborg si girò e sorrise mentre lei se ne andava. << Sembra che qualcuno sia preoccupato… >>
Lei non tornò a guardarlo. << Creare tensione prima di una missione così importante è controproducente. >> Disse. Ma Cyborg credeva che ci fosse qualcosa di più sotto all'eccessiva preoccupazione della maga per il loro amico.
 
*
 
Luna alzò lo sguardo verso l’imponente edificio grigio che si stagliava sopra la sua testa. Era ancora una volta lì, dove tutto quanto aveva cominciato a creparsi.
Crack.
<< D’accordo… >> Sospirò BB richiudendo il cofano della T-Mobile e porgendo lo zainetto colorato alla bambina. << Adesso comportati bene a scuola. Prenditela con calma e se qualcuno ti dà fastidio, avverti subito la maestra, d’accordo? >>
Luna ricevette lo zaino senza dire niente. Si limitò a fissare il cortile della scuola con occhi delusi, privi di vitalità.
Crack.
BB fece una smorfia di disappunto e si abbassò poggiando una mano sulla spalla di Luna. << Sai, Luna… Non sempre le cose vanno come speriamo. >> Disse imbronciandosi leggermente. << Un giorno pensi che vada tutto bene, fai progetti per il futuro e all’improvviso qualcosa scoppia… E tu non sai nemmeno perché. La vita funziona così, e ci saranno tanti altri momenti come questo che ti renderanno debole, che ti faranno domandare se ne valga davvero la pena… Ma, Luna… >> La stretta dell’omino verde si fece un po’ più vigorosa e BB si mise proprio al centro del campo visivo della bambina. << Se lasci che queste cose ti abbattano, se ti rifiuti di rialzarti e combattere… Gliela darai vinta e basta! >>
Luna sostenne lo sguardo di BB, ma controvoglia. Non capiva ancora perché abbassarsi a chiedere scusa a quella traditrice sarebbe stato come continuare a combattere.
Crack.
BB tolse la mano dalla spalla di Luna e andò a farle distendere le labbra. << Quindi ora sfodererai un bel sorriso, entrerai in quella classe e farai vedere a tutti chi è veramente Nirihs'Oūm, la figlia di Robin e Stella Rubia…! Anzi, no! >> Mollò di colpo le labbra di Luna e lei lo guardò con un sopracciglio inarcato, per niente divertita da quel giochetto che stava facendo con lei. Lui alzò un dito verso l’alto. << Nirihs'Oūm, l’eroina. >> Disse con la voce di chi sembrava star presentando qualcuno a una folla in festa. 
Luna continuava a non capire: non solo era stata trattata come se non avesse nessuna colpa, adesso le si stava dicendo di far credere anche a tutti gli altri che fosse così. Lo zio BB non capiva come aveva ridotto Emily quel giorno, non avrebbe potuto parlare a quel modo se avesse assistito alla scena; nessuno dei grandi capiva, perché loro non avevano visto veramente quello che aveva fatto Luna Bianca.
Crack.
BB si rialzò. << E’ ricordati di scusarti con la tua amica, a patto che lei chieda scusa per le brutte cose che ti ha detto. >> Si mise una mano al fianco mentre con l’altra accarezzava vigorosamente la testa di Luna. << Mi raccomando: testa alta! >>
Luna rimase a testa bassa. Non credeva di potercela fare. Non sentiva niente, se non qualcosa che credeva di essersi lasciata dietro quel giorno, in cortile, dopo essere stata strappata via dal corpo tumefatto di Emily. Era una rabbia profonda, infida, molto più forte di quella che le brutte parole o i tradimenti potessero suscitare; era qualcosa di più antico, più alieno, che si era risvegliato all’interno del suo cuore. C’era dell’odio puro e pronto ad esplodere contro la persona che l’aveva spinta oltre il limite.
Crack.
BB fu attirato dal suono di sirene che arrivò all’improvviso da un incrocio, quando due volanti della polizia svoltarono rapidamente all’inseguimento di un furgoncino che sfrecciava a tutta velocità. Oltre al rumore delle sirene e al rombo dei motori, BB udì anche suoni di spari, poi vide delle teste che si sporgevano dai finestrini del furgone e delle armi puntate verso la polizia.
Le automobili passarono di fronte alla scuola in un attimo e subito si allontanarono, portando via con sé il frastuono delle sirene, armi e motori. << Accidenti… >> Commentò sorpreso e un po’ preoccupato, anche se a dire il vero fremeva dalla voglia di entrare in azione. Si voltò di scatto verso Luna e con un gesto rapido le indicò il cortile. << Tu entra a scuola e vedrai che andrà tutto bene, Luna! >> Disse cominciando già a correre. << Io devo andare! >> Concluse prima di trasformarsi in un ghepardo e lanciarsi all’inseguimento dei criminali.
Luna rimase davanti al cortile a fissare la sagoma verde dello zio che si faceva sempre più piccola fino a sparire tra le macchine; poi vide un’altra sagoma più grande levarsi in volo e capì che Beast Boy si era trasformato in un grosso pterodattilo. L’aveva lasciata lì, sola. Non aveva nemmeno controllato che entrasse a scuola.
Crack.
Luna aveva paura. Non di Emily, né dei suoi compagni o chiunque avrebbe provato a prenderla in giro: sapevano che non conveniva farla arrabbiare. La sua paura era per qualcos’altro: quella stessa cosa che aveva sentito dentro di sé e che ora stava prendendo piede nel suo animo, nuovamente.
Luna sapeva perfettamente di che cosa avesse paura: a lei era piaciuto fare del male a Emily. Sentiva che quella traditrice se lo era meritato. Aveva paura di sé stessa e temeva che se fosse entrata a scuola in quello stato qualcosa sarebbe scattato e lei non avrebbe più risposto delle sue azioni.
Il graffio che si era fatta nello scontro con Emily cominciò improvvisamente a bruciare, come se stesse tornando ad aprirsi con la semplice forza della sua rabbia. Non voleva rivedere la faccia di Emily, l’avrebbe fatta andare su tutte le furie. Non voleva evitarla, avrebbe sistemato quella faccenda; ma non quel giorno.
Un’idea le balenò in mente. Un’idea abbastanza folle da poter essere geniale: lei era da sola lì, nessuno sapeva dove fosse a parte BB, che credeva di averla lasciata mentre si apprestava ad entrare. Se Luna Bianca si fosse voltata e avesse camminato nella direzione opposta alla scuola nessuno l’avrebbe notato.
Sì, non stava scappando perché in tutta onestà sarebbero dovuti essere gli altri a scappare da lei. Lei era quel mostro che faceva male agli altri bambini, e non doveva stare lì. Non voleva stare lì.
Crash!
Qualcosa si era spezzato all’interno di Luna Bianca.
   
 
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