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Autore: The Rosablue91    08/06/2019    4 recensioni
Dal testo:
Gli spartani si distanziarono il principe guardava deliziato il fuoco che divorava tutto.
-Sarai contento, ora- chiese l’oracolo impotente e affranto.
-Questo è solo l’inizio- ghignò da sotto l’elmo.
[...]
-...e fino a che non verranno a riprendersi Lucy che nel frattempo sara nostra gradita ospite a Sparta, tu dovrai badare a lei-
-Cosa?! Devo fargli da balia? Ma io-
-Non discutere, Natsu! Obbedisci!- sentenzio il re al figlio ribelle.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Acqua

Avevano deciso d’ignorare le sue continue lamentele, Lucy si trovò a passare il resto del viaggio in solitudine eccezion fatta quando nell’ora dei pasti quando due marinai scendevano di sotto dove era tenuta prigioniera e prelevavano scorte di cibo e acqua per il rancio, con la coda nell’occhio notò che questa volta uno di loro era quel Natsu, l’altro  prese la cassa  di cibo non prima che  il ragazzo dai capelli rosa prelevasse un po’ di carne e la mise dentro una ciotola, Natsu fece cenno al compagno di avviarsi di sopra lasciandolo solo con  Lucy, abbassò la testa continuando ad ignorarlo.
Non aveva osato nemmeno toccare con un dito gli alimenti che c’era nella stiva per paura di essere punita, nonostante lo stomaco le brontolasse per la fame.
-Prendi-Lucy alzò il capo e fissò quello di un ragazzo, le porgeva una ciotola con della carne secca-se morirai di fame prima di arrivare a Sparta, sarà stato tutto inutile-
-G-grazie- ringraziò con un sorriso quel ragazzo e si mise in bocca un pezzo di carne che trovò duro da masticare  ma ugualmente le diede sollievo, quanto le mancava la cucina di Spetto, i panini d’orzo così morbidi che una volta addentati ti si scioglievano in bocca.
Quanto le mancava casa sua.
Persa in quei pensieri si accorse che quel ragazzo la stava ancora fissando-cosa c’è? Ho qualcosa che non va?-
Lui sospirò-senti non è che m’importi qualcosa di te, ma ti consiglio di dirmi la verità prima che sia troppo tardi-
E no! Non ne poteva più, si alzò in piedi, accantonando un momento la fame e si rivolse al suo interlocutore.
-Basta con questo interrogatorio! Ne ho fin sopra i capelli  di questa storia, l’ho detto e lo ripeto. Io non sono una spia!- gli gridò Lucy.
-Si lo so, saresti la principessa di Atene. Potevi trovarti una scusa migliore-la derise Natsu sorridendo sghembo.
Lucy gonfiò le guance, ma chi credeva di essere quel tipo?
-Ma perché non mi credi! Sto dicendo la verità. Per favore, sii ragionevole potresti invertire la rotta e riportarmi a casa mia? Se lo farai mio padre ti ricompenserà-propose disperata.
Le scoccò un’occhiata che la fece rabbrividire-Ti è andata male non mi faccio corrompere - disse laconico.
Lucy abbassò il capo abbattuta, l’ottusità doveva essere radicata in lui.
-Manca poco per arrivare a Sparta, ti consiglio caldamente di svelare quello che sai, altrimenti- la minaccia restò in sospeso per aria.
-Altrimenti?- chiese tremante.
-Ti aspetta un processo – soffiò in tono timoroso allo scopo di farle paura.
Come un processo? Aveva voglia di scherzare? Lei non era una criminale!
-Andiamo guardami bene in faccia. Ti sembro forse una spia?- indicandosi il viso.
Natsu si prese il mento e la guardò a lungo-in effetti sembri una pergamena aperta-
Si accese un barlume di speranza poteva ragionare con quello spartano-Visto è così! Non sono una spia-
-Tuttavia potrebbe essere un tranello il tuo-le speranze si spensero inutile ragionare con lui, era più testardo di un mulo.
-Senti forse esiste una spia, ma non sono io, te lo giuro-latrò Lucy.
Natsu si fece vicino e Lucy arretrò fino a toccare con la schiena la parete di legno, il ragazzo le arrivò faccia a faccia a pochi centimetri dal viso e Lucy deglutì vedendo colmi d’ira quegli occhi verdi-è inutile fare scena, per poco voi ateniesi non avete ucciso il nostro re, non lo posso perdonare, ho saputo da una fonte sicura che il mandante fosse in qualche modo connesso col tuo oracolo di Delfi ma per qualche motivo l’indovina ha mandato te ad incontrarlo-
-Per essere un soldato tieni molto alla vita del tuo re e-non finì la frase che il ragazzo batté la mano sulla parete di legno facendola sussultare di paura le si avvicinò all’orecchio sussurrando-tu non sai quanto-
La nave cominciò a dondolare, barili e casse si sparsero sulla superficie di legno, rotolarono cibo e armi Lucy si aggrappò al ragazzo cercando equilibrio, Natsu l’avvolse le braccia al busto e Lucy si  ritrovò di nuovo in quella stretta calda e pregò che non notasse il suo imbarazzo, quando alzò gli occhi lo sentì dire irritato- Cosa sta facendo quell’idiota di Gray?-
Natsu mollò la presa e si precipitò di sopra ma nel farlo lasciò lo sportello aperto, Lucy lo seguì senza pensarci due volte, curiosa di sapere cosa stava succedendo, Lucy si parò il volto col braccio investito da burrascose raffiche di vento, vide i marinai tenere ben saldi i remi, il mare si stava ingrossando per non parlare delle nuvole grigie come fumo che avevano ricoperto il cielo e  del vento  che impetuoso impediva alla nave di proseguire verso la sua rotta.
-Coraggio! Mantenete le posizioni!-urlava Gray.
-Gray ! Che sta succedendo?- urlò Natsu in direzione del moro.
-Vieni a darci una mano con le vele! Se non facciamo qualcosa verranno strappate dal vento!- e mentre Natsu e Gray e altri due uomini, ammainarono le vele, Lucy si tenne forte alla balaustra, fu allora che lo vide, spalancando gli occhi dal terrore.
Una tromba d’aria che si stava avvicinando pericolosamente verso la nave, poteva essere opera solo di Zefiro il dio dei venti, doveva essere infuriato per aver creato un simile flagello.
Tremava di paura Lucy e non era la sola anche gli uomini gridavano persi nel panico.
-Che facciamo?!-
-Non possiamo fare nulla!-
-Il mare sarà il nostro luogo di riposo-
Lucy cominciava a perdere le speranze.
-Non abbattetevi-ruggì una voce fuori dal coro, Lucy puntò lo sguardo dalla parte opposta alla sua, verso Natsu, che ora teneva tentavano di tenere fermo il timone insieme a Gray con non poche difficoltà, sembrava animato era come se i due tentassero di calmare un cavallo imbizzarrito,-siamo spartani! Dimostrate di essere veri guerrieri! Non arrendetevi!- li incoraggiò il ragazzo.
Quelle poche parole riuscirono a ridare vigore alla ciurma, per essere uno spartano sapeva come tirare su il morale ai suoi uomini nonostante la situazione non fosse delle più rosee.
Doveva fare anche lei la sua parte, non importava se erano nemici in quel momento si trattava di sopravvivere, abbandonò la sua posizione e si diresse in corsa verso il timone sfidando il vento.
Natsu si accorse che quella Lucy  stava venendo incontro-Che fai? Torna indietro!- urlò  alla ragazza che ignorò i suoi ordini.
-Ti aiuto!- gridò in risposta la bionda piena di determinazione, stringendo la presa sul timone.
-Vuoi morire? Torna nella stiva, non ci serve il tuo aiuto!- fissandola negli occhi, Lucy ribatté-Ma sta zitto! Siamo sulla stessa barca, non ci tengo a morire! O sei troppo orgoglioso da non chiedere l’aiuto di una donna?-
-Senti tu-non finì la frase che un’onda d’acqua si riversò su loro, colse Lucy di sorpresa che mollò la presa al timone facendola sbattere sulla balaustra, si rialzò stordita e bagnata dalla testa ai piedi.
-Stai bene?-le gridò Natsu preoccupato, tossì facendo un cenno di sì con la testa, la nave prese un altro scossone e Lucy perse l’equilibrio cadendo all’indietro, prima di schiantarsi nell’acqua gelida le parve di vedere Natsu sporto dalla balaustra con un braccio verso di lei urlando un -Nooo- mentre Lucy venne inghiottita dal mare, lottò per tornare in superficie ma riusciva soltanto a tenersi a galla, e quando riemerse la corrente l’aveva trascinata a metri di distanza, scorse un momento Natsu sempre sulla balaustra ma bloccato da uno dei suoi uomini per impedire che si buttasse in mare.
Sputando acqua salata cercò di gridare-sono qui! Aiuto!- ma le grida venivano tappate dal vento, non ce l’avrebbe fatta a stare a galla ancora a lungo se non faceva qualcosa  la corrente l’avrebbe trascinata in fondo al mare, fu allora che vide un tronco di un ramo, poco distante da lei, facendo appello alle sue forze nuotò verso di esso con grande fatica e si aggrappò, avvolgendo le braccia e tenendosi a galla vide la nave diventare un puntino indefinito.
 
                                                                               ***
 
La ragazza scrutò il mare con i suoi occhi blu ora calmo e piatto, il ciclone di alcune ore prima aveva lasciato spazio  un cielo limpido e azzurro, armatasi di un arpione e di una rete che gettò dentro la barca la sospinse in mare, sarebbe stato un suicidio avventurarsi in mare con un tempo del genere.
Decise di sospingersi più in là conosceva le zone ricche di pesci quei luoghi non avevano segreti per lei, lanciò la rete in acqua e una volta tirata su trovò un mucchio di pesce, ripeté l’azione un paio di volte e vide che aveva fatto una pesca grossa, aveva catturato delle orate e delle aringhe, poteva scambiarle con del pane e del formaggio al villaggio.
Ringraziò Poseidone per la pesca proficua di quel giorno.
Stava per tornare a riva quando sentì i garriti dei gabbiani poco più in là dalla barca li vide svolazzare attorno ad un ramo alla deriva, si avvicinò remando  e la lasciò non appena vide aggrappato sopra qualcuno.
-O dei!-gridò , pagaiò verso il naufragò si sporse fuori dalla barca e afferrò il naufrago svenuto e lo issò con fatica sulla barca, lo voltò e si accorse che si trattava di una ragazza dai lunghi capelli biondi, non dava segni di vita pallida come un cencio, lei la scosse-riesci a sentire Juvia!- poggiò l’orecchio al petto della naufraga e captò il battito cardiaco seppur lieve.
Quanto tempo era rimasta in acqua quella poveretta?
Il suo corpo era freddo e le labbra violacee quasi blu doveva assolutamente aiutarla o altrimenti non ci sarebbe voluto tanto prima che il suo spirito raggiungesse il regno dell’Ade.
 
                                                                                    ***
Tepore, Lucy avvertiva una sensazione di tepore, In quel momento sognava di trovarsi ancora tra le braccia di Natsu lo spartano  quando il profumino di pesce le invase le narici, aprì gli occhi e si tirò su col busto, non era più a bordo di quella nave, si trovava vicino ad un camino acceso  e sul fuoco vi era una pentola dove bolliva della zuppa di pesce.
Si mise la coperta sulle spalle ancora tremante dal freddo.
‘’Già, sono caduta dalla nave’’- pensò, si accorse che qualcuno l’aveva cambiata e ora indossava un chitone di cotone grezzo, si guardò intorno, trovandosi in una modesta casetta.
Qualcuno aprì il telo in cui fungeva da porta e Lucy vide che vi entrò una  ragazza dai chiari capelli blu e gli occhi di una tonalità scura, la sua pelle era lattea e teneva dei ciottoli di legna in braccio.
-Meno male ti sei svegliata, Juvia era in pena per te-poggiò la legna a terra e ravvivò il fuoco e dette una mestolata al pentolone in cui bolliva della zuppa.
-Ju…coff, coff?-domandò  ma s’interruppe tossendo aveva la gola secca, la ragazza mise da una parte i ciottoli prese un mestolo lo imbevve d’acqua da un secchio di legno e lo porse a Lucy che bevve avidamente.
-Do…dove sono?- chiese Lucy con un fil di voce, titubante se potesse fidarsi o meno.
-Sei a casa di Juvia, nell’isola di Hydra la terra dei Driopi-
-L’isola di Hydra- ripeté Lucy.
La ragazza la scrutò curiosa-Che ci facevi in mare? Sei naufragata? È stata una fortuna che Juvia ti abbia trovata-
Lucy le rivolse un sorriso di gratitudine-Se è così che stanno le cose ti ringrazio infinitamente, se non fosse stato per te sarei morta - l’ateniese si portò una mano sulla fronte –in un certo senso sono naufragata- e chissà qual era stata la sorte degli spartani nonostante l’avessero rapita sperava che fossero sopravvissuti.
-Juvia vorrebbe sapere come ti chiami- disse la ragazza scostandola dai suoi pensieri.
-Oh che sciocca, mi chiamo Lucy piacere di conoscerti-si presentò.
Juvia prese due ciotole e ne riempì della zuppa, ne dette una a Lucy che era affamata e la trangugiò tutto dalla fame che aveva.
-Grazie- disse commossa.
-Da dove vieni? -
- Da Atene-
-E come mai ti sei spinta lontano da casa?-
-È una storia lunga- così raccontò a quella ragazza della sua avventura tralasciando la posizione del suo stato sociale, dall’incontro con Wendy, il misterioso incendio avvenuto a casa sua quella notte, il suo rapimento per mano di Natsu e infine del suo naufragio, Juvia rimase col fiato sospeso fino alla fine.
-Però che storia-
-Infatti sembra un racconto greco- posando la ciotola per terra, Lucy si portò la mano sulla spilla ma non trovò niente.
-Dov’è la mia spilla?-domandò ad alta voce, sperava soltanto di non averla persa in mare.
-Ti riferisci a questa?- Juvia prese qualcosa dal tavolo di legno e la porse a Lucy, era la sua spilla-Juvia ha dovuto cambiarti, il peplo  di Lucy-san è ad asciugare-
 -Non trovo le parole per ringraziarti-
La ragazza disse imbarazzata-Quello che ha fatto Juvia l’avrebbe fatto chiunque-
Lucy si asciugò una lacrima e domandò-senti Juvia, in quest’isola non c’è una nave che mi possa riportare ad Atene?-
Lei scosse il capo – Purtroppo no, possediamo solamente barche per la pesca, non reggerebbero un viaggio così lungo-
Lucy abbassò lo sguardo abbattuta-oh, capisco-
-Però non devi preoccuparti, una volta la settimana viene una nave mercantile attracca a Hydra per fare scambi commerciali, Juvia è sicura che possono darti un passaggio, Lucy-
-Una nave mercantile?-il sorriso di Lucy si accese.
-Lucy-san è fortunata la nave arriverà domani al villaggio, Juvia ti accompagnerà lì e chiederà aiuto al capo- villaggio di Hydra, sta a qualche ora di cammino dalla casa di Juvia-
- Vivi qui tutta sola?- domandò la ragazza guardandosi attorno, notò che non c’era altra traccia di vita a parte Juvia, segno che doveva vivere da sola.
La ragazza dai capelli blu annuì mestamente- Juvia è cresciuta qui. Anche dopo la morte dei genitori  avvenuta cinque anni fa, questa è la casa di Juvia-doveva essere molto legata a quel posto li c’erano i ricordi legati dei suoi genitori.
Poteva capirla  in parte-Mi dispiace tanto, anch’io ho perso mia madre da bambina, so come ci si sente-
-Comunque non preoccuparti! Domani tornerai a casa dai tuoi cari e questo rimarrà soltanto un brutto ricordo-
Lucy d’istinto l’abbracciò-sei una vera amica Juvia ti ringrazio tanto e non usare quel tono formale con me, chiamami semplicemente Lucy adesso siamo amiche-
Juvia sorrise e rispose all’abbraccio-va bene…Lucy-
 
Lucy aveva ripreso le forze e la mattina dopo si era ritrovata bella carica, come promesso Juvia si offrì di accompagnarla al villaggio lontano a qualche ora dalla casa, la pescatrice le prestò dei sandali dato che Lucy non ne aveva, almeno non avrebbe inciampato e Juvia aveva con se del pesce che poteva scambiare.
Durante la strada Juvia raccontò di come vivevano gli isolani ogni giorno i pastori portavano il bestiame a pascolare e i contadini lavoravano i campi solo che quando passarono davanti a dei campi notò che erano inariditi, le piante completamente secche, non cresceva niente. E degli animali come buoi o capre non ce n’era neanche l’ombra.
-Non vi occupate solo di pesca- disse Lucy guardandosi attorno.
-Lucy ha ragione, noi driopi ci occupiamo sia di pastorizia che di agricoltura- spiegò orgogliosa ma il volto si rabbuiò nell’istante dopo-purtroppo con la siccità abbiamo avuto grossi problemi e praticamente Hydra vive solo con la pesca- alzò un braccio e indicò i campi-un tempo questi erano campi rigogliosi e adesso non  cresce un filo d’erba-
Doveva essere dura per loro Lucy si dispiacque moltissimo, voleva fare qualcosa per aiutare la sua nuova amica, quando sarebbe tornata ad Atene avrebbe chiesto a suo padre di aiutare il popolo di Hydra per la gentilezza che aveva dimostrato Juvia nei suoi confronti.
Superata la collina si affacciò il villaggio sulla costa, Juvia indicò una piazzetta gremita di gente-Come mai c’è tutta questa  gente?-domandò Lucy, l’amica scosse le spalle.
- Deve essere successo qualcosa-
-Forse hanno indetto un’assemblea- ponderò Lucy, chissà di cosa stavano parlando.
- Everlue-sama! Evarlue-sama! Juvia vorrebbe parlarti- si fece sentire la pescatrice, Lucy vide la folla aprirsi in un varco e un uomo col chitone basso e grassoccio caratterizzato da braccia e gambe magre, due baffi arricciati che gli spuntavano dalle narici e un cespuglio di capelli mossi sulla testa rotonda.
-Juvia! Cara ragazza! Proprio di te stavo parlando- sfoggiando un ghigno che mise in allerta Lucy,  Everlue spostò lo sguardo alla biondina-chi è la tua amica? Non l’ho mai vista-solo che il suo interesse era puntato sulla spilla d’oro di Lucy.
Juvia spiegò sinteticamente la situazione -Lei è Lucy, è naufragata, ha bisogno di aiuto per tornare ad Atene-
-Certo, certo-annuì distratto dal luccichio della spilla.
S’intromise Lucy richiamando la sua attenzione-Se potessimo parlare  con i mercanti–
-Siamo qui- tra la folla si fece avanti degli uomini, uno di loro, più giovane del capo villaggio, alto e magro e con i capelli di un blu scuro rispetto a quello di Juvia leggermente appuntiti e una lunga frangia che pendeva dalla parte sinistra del viso che era leggermente rettangolare, con lineamenti affilati, occhi scuri e sopracciglia sottili, aveva uno strano tatuaggio a fora di ‘’x’’ e Lucy non le piaceva il modo in cui le fissava, aveva un brutto presentimento.
-Juvia non vi ha mai visto, siete nuovi?-
-Be diciamo che trattiamo di altri affari- sghignazzò qualcuno.
-Ci hai risparmiato la fatica di venire a prenderti mia cara- le disse il grasso capo-villaggio.
-Come?- l’uomo che aveva tatuato il segno x sulla fronte fece un cenno ai suoi che afferrarono un’incredula Juvia per le braccia e il cesto del pesce le cadde di mano, sotto lo sguardo attonito di Lucy.
-Cosa le state facendo? Lasciatela andare!-gridò Lucy cercando d’intervenire in aiuto dell’amica ma venne bloccata da quell’uomo dai capelli blu che le rispose semplicemente-Si tratta solo di affari-
-Esatto! Ho concesso al mio amico Bora, la dolce Juvia in cambio di una cospicua somma di denaro e otto barili d’acqua-spiegò capo villaggio.
-Everlue-sama…-boccheggiò Juvia con le lacrime agli occhi.
Lucy esclamò inorridita-ma è orribile! Come puoi farle una cosa del genere?-
Everlue scrollò le spalle-sarebbe toccato a lei o a un’altra ragazza del villaggio e i miei amabili cittadini hanno preferito sacrificare Juvia dato che non ha legami di sangue con nessuno di noi- Lucy notò le facce colpevoli degli abitanti puntati a terra non avevano il coraggio né di guardare né d’intervenire.
-Ma perché?- latrò Juvia.
Il capo villaggio la scimmiottò -Ma perché? Non piove da giorni e i nostri pozzi sono a secco, dovresti essere contenta Juvia, grazie a te il villaggio prospererà-
-Ve lo proibisco!- cercò di ribellarsi Lucy, Bora le afferrò il mento e la rimirò-nemmeno questa è male, potremo farci un sacco di grana, caro Everlue ci  concederesti anche questa ragazza?-
-Lasciate stare Lucy! Lei non c’entra niente!- gridò Juvia.
-Quando ha messo piede sull’isola è diventata di mia proprietà-si rivolse a Bora-Si può anche fare, ma il pagamento?-
-Già è vero ti ho dato tutto quello che avevo per Juvia e per ora sono rimasto senza l’ombra della più misera moneta di bronzo-
Everlue si avvicinò a Lucy e le strappò il gioiello.
-La mia spilla!-
-Facciamo in questa maniera, io mi tengo il gioiello e voi vi terrete il denaro, siamo d’accordo?- fissandola al chitone in bella mostra.
-Affare fatto-
Sancirono i due uomini.
 
Lucy e Juvia furono condotte a forza nella stiva dove vennero incatenate ai piedi come degli animali.
Per la seconda volta in poche ore Lucy si ritrovò prigioniera e stavolta incatenata.
-Maledetti! Liberateci!-
Le lasciarono sole, Juvia scivolò a terra e si portò le mani al volto-è finita. Cosa ne sarà di noi?-lei si voltò per vedere Lucy completamente affranta-Juvia è  dispiaciuta che abbiano coinvolto anche te Lucy-
La ragazza bionda si sedette accanto a lei e le sorrise e le mise un braccio attorno alle spalle-se c’è qualcuno che dovrebbe vergognarsi quello è il capo villaggio, io non ti do la colpa Juvia-
-Chi è? C’è qualcuno-disse a quel punto una voce facendo sussultare le ragazze che non erano sole, da un angolo buio della stiva si alzò una figura minuta, una ragazza dai capelli turchini legati da una fascia arancio tramonto e le sue forme non troppo generose.
La ragazza fissò a lungo le due nuove compagne di cella-a quanto pare siete cadute nella rete di Bora lo schiavista-
-Bora lo schiavista?-
La ragazzina annuì-si occupa di schiavi soprattutto del commercio di giovani ragazze come noi-
-V-vuoi dire che ci venderanno come schiave?-
-Infatti, ho sentito che ci porteranno al porto di Ermione e lì ci venderanno al miglior offerente-
-Juvia non vuole diventare una schiava-latrò la ragazza, purtroppo la schiavitù era una realtà molto crudele, persino ad Atene i nobili tenevano schiavi, e lo schiavo era proprietà del padrone, la cosa non gli era mai piaciuta, suo padre era uno dei pochi che trattava con il dovuto rispetto, i servi della casa di Lucy erano stati schiavi ma suo padre li aveva affrancati e gli aveva dato lavoro, salario e alloggio in condizioni umane. Ma la fuori c’era gente senza scrupoli.
-Non lo permetterò! Dobbiamo fuggire di qui, pensare a un piano- disse Lucy, non aveva nessuna intenzione di essere comprata.
Levy scosse il capo dette loro le spalle e si scoprì la schiena, Lucy e Juvia videro attonite la schiena di quella ragazza martoriata da brutti segni di frusta.
-Sono degli animali! Come hanno potuto farti questo?- domandò Lucy una volta che la ragazza si ricoprì la schiena.
Spiegò amara-Il risultato della loro punizione per essermi data alla fuga quando  mi hanno riacciuffata hanno usato la frusta-
-Deve essere stato tremendo- mormorò Lucy non sapendo che altro dire.
-Non immagini quanto-
Dopo qualche minuto di silenzio la sconosciuta si presentò-comunque io sono Levy-
-Noi invece siamo Lucy e Juvia- disse la biondina indicando lei e l’amica, Juvia la salutò timidamente e Levy accennò un sorriso.
 
                                                                                   ***
 
Il ciclone non si era avvicinato più ma la sua forza benché distante  dall’imbarcazione degli spartani li aveva trascinati fuori rotta, poi dopo ore che parvero un’eternità si era allontanato. Natsu e i suoi uomini erano rimasti illesi tuttavia, la nave non aveva subito danni, c’era un unico disperso, quella ragazza dai capelli dorati come il grano maturo.
Natsu non trovava pace, aveva ordinato ai suoi uomini di riprendere la rotta nella speranza di ritrovarla, scrutava il mare come se da un momento all’altro potesse apparire il corpo di Lucy.
Erano ore che la cercavano ma di lei nessuna traccia.
-Natsu è inutile cercarla, il mare l’ha inghiottita- disse Gray obiettivo era impossibile che si fosse salvata, se solo fosse riuscito ad afferrarla in tempo non sarebbe successo.
Lui strinse i pugni e gli occhi divennero scuri-non può essere morta, ti ripeto che è viva lo sento e se sarà necessario perlustrerò il mar Egeo pur di ritrovarla-
-Abbiamo un altro problema-intervenne Gajeel.
-Cosa c’è ancora?-
-Stanno finendo le scorte d’acqua e durante mare mosso  due barili si sono rotti  dobbiamo rifornirci non saranno sufficienti per arrivare a Sparta-
Natsu rimase in silenzio e Gray riprese la parola -L’isola di Hydra è poco lontano da qui, potremo chiedere ai driopi un po’ d’acqua- propose Gray.
Natsu sospirò -d’accordo, ma poi riprenderemo le ricerche- disse testardo.
 
Il porto di Hydra non era molto più ridimensionato rispetto a quelli di Atene ma Natsu non vi badò, lui, Gray, Gajeel e altri scesero dalla nave e chiesero informazioni ad un uomo che stava rientrando dalla pesca.
-Se volete dell’acqua, sarà difficile ottenerla-
-Portaci dal tuo capo-villaggio, voglio parlare con lui magari riusciamo ad ottenerne un po’- disse Natsu.
Quell’uomo li condusse verso la casa del capo-villaggio, la più grande di tutte.
-La situazione è disperata?- s’interessò Gray, l’uomo sospirò chinando la testa e  confessò una verità-siamo stati obbligati a vendere una ragazza per non morire di sete, è stata una vergogna ma che altro potevamo fare? Per non parlare di quell’altra ragazza dai capelli biondi che- Natsu si precipitò su di lui e lo afferrò per il bavero, Gray e Gajeel si scambiarono uno sguardo, non era possibile che stesse parlando della spia.
Natsu però lo sperava-Capelli biondi?-
-S-sì e-
Everlue uscì in quel momento dalla porta di casa sua con due uomini dietro di lui, dovevano essere i suoi servitori, uno teneva in mano una padella e il più massiccio aveva una strana acconciatura, il capo-villaggio  squadrò i nuovi venuti-Kaby chi sono loro? Altri mercanti?-Natsu e gli altri si voltarono verso quell’uomo grassoccio ai fianchi altri due uomini.
-Ecco…Everlue-sama, sono dei viaggiatori che chiedono dell’acqua- spiegò l’uomo.
Li fissò con occhio critico e scosse la testa sventolando la  mano-Tsk, via via purtroppo per voi non c’è niente-
-Se è una questione di denaro, possiamo pagarti- disse Gray sfoggiando un borsello tintinnante.
Si accese lo scintillio dell’avidità-Oh in questo caso potete prendervi tutta l’acqua che volete-
Kabye obiettò-Ma Everlue-sama e tutti i discorsi di prima sul razionare l’acqua?-
-Taci sciocco non è più un problema-
Natsu spalancò gli occhi non appena notò la spilla su Everlue, l’avrebbe riconosciuta tra mille, il capo villaggio non fece in tempo a dire altro che lo spartano si parò di fronte a lui-dove hai preso questa spilla?-
-Come osi rivolgerti in questo modo a Everlue-sama!- Ribatterono all’unisono i due che misero le mani sull’elsa delle spade ma vennero bloccati sul nascere da Gray e Gajeel che più svelti di loro puntarono contro i loro petti le loro armi.
Everlue inventò una scusa-questa? Ecco è un ricordo del mio defunto  nonnino- sorridendo plastico.
Natsu gli strappò la spilla e ringhiò-da chi l’hai avuta?-
-Dal mio caro nonnino- pigolò Everlue ma Kaby lo smentì-Ma se l’avete presa a quell’altra ragazza di nome Lucy- rivelò il pescatore.
Natsu strinse il bavero ancora più forte -dov’è?-domandò minaccioso.
Everlue divenne pallido non solo per la mancanza d’aria, ma anche per la paura-E….Ermione, la porteranno al porto di Ermione-tremante.
-Li c’è il mercato di schiavi-disse Gajeel tetro.
Natsu spintonò Everlue e ordinò ad due dei suoi uomini-Nab, Max andate nella casa di quest’uomo a prendere due barili d’acqua ripartiremo subito-
-Agli ordini signore- entrando in casa.
-No! No aspettate!-tentò di fermarli il capo-villaggio, intanto quel trambusto aveva fatto uscire gli abitanti dalle case che curiosi si accalcarono a cerchio intorno a loro.
-Vi prego non portateci via l’acqua, i nostri figli moriranno di sete-disse una donna che teneva in braccio il suo bambino.
-Signore!-disse Nab in quel momento, Natsu rivolse l’attenzione a lui- abbiamo trovato i barili ma l’acqua non c’è nemmeno una goccia-
Max fece rotolare un barile aperto e completamente asciutto.
Il mormorio degli abitanti si fece sommesso.
Kaby si fece avanti-come sarebbe a dire che non c’è acqua? Tutto questo a dell’incredibile! Quegli uomini hanno trasportato loro stessi i barili d’acqua direttamente alla casa del capo-villaggio-
-Forse sono stati loro a disperdere la nostra acqua!- gridò qualcuno indicando gli spartani  ma Natsu ripuntò gli occhi su Everlue che stava sudando quanto un maiale- o forse i barili non contenevano acqua sin dall’inizio-
-Everlue-sama credo che arrivati a questo punto, dovremo confessare-  alzò un dito il suo servitore capelluto zittito con una padellata dall’altro-taci fratello!-
-Che cosa state nascondendo?- domandò Natsu intimidatorio, Everlue scoppiò a piangere confessando la verità-Lo ammetto! I barili sono sempre stati vuoti era tutto un piano architettato da me-
Gli abitanti si guardarono confusi mentre il capo-villaggio continuava a parlare-ho ordinato ai miei uomini di otturare la fonte del pozzo in modo che non arrivasse più acqua e così avrei potuto vendere una delle ragazze a Bora e ai suoi compagni, così da guadagnarmi un mucchio di denaro, gli abitanti non mi avrebbero negato questa azione che serviva a salvare i loro figli, successivamente avrei liberato la fonte e mi sarei tenuto i soldi-
-Ci hai mentito!-
-Vergognati!-
-Che imbroglione!-
Lo insultarono gli abitanti del villaggio, Everlue si buttò in ginocchio ai piedi di Natsu e lo scongiurò di avere pietà-perdono!-
Natsu gli sferrò un calcio allo stomaco-Sarà il popolo di Hydra a decretare la tua punizione, andiamo!- richiamò i suoi uomini-non c’è un secondo da perdere-
-Che cosa vuoi fare?- domandò Gray affiancandosi a Natsu.
-Faremo una deviazione ad Ermione- si rivolse a Kaby-quando hanno lasciato l’isola quei mercanti di schiavi?-
-Circa un paio d’ore fa-
-Dobbiamo raggiungerli. Ripartiamo-
 
                                                                              ***
 
Nonostante la nave fosse ferma, segno che erano attraccati al porto, ancora non erano venute a prenderle, Lucy voltò la testa verso le ragazze, Juvia si era chiusa in un mutismo e ora piangeva, Levy si era rassegnata.
Poi la porta si spalancò mettendo in allerta le ragazze gli uomini di Bora entrarono nella stiva e uno si rivolse a Levy-Chissà se è la volta buona che ti vendiamo una volta per tutte, Levy-
La turchina tentò di buttarla sul ridere- non è colpa mia se i vostri clienti vogliono ragazze prosperose-
Uno si leccò le labbra-Questa è la terza asta in cui tentiamo di venderla, se anche stavolta non riusciremo a trovarle un compratore Bora ha detto che possiamo prenderla noi-
-Non è granché ma è sempre meglio di niente-
-Hehehehe, personalmente preferisco questa qui-disse uno di loro indicando Lucy che lo guardò sfidandolo con lo sguardo, Bora entrò lì dentro e disse ai suoi uomini-muovetevi razza di buoni a nulla l’asta inizia tra poco, portate la merce fuori-
Il porto di Ermione era assediato da viaggiatori di ogni dove, le ragazze vennero trascinate fuori dalla nave e condotte sopra un ballatoio dove vennero esposte agli occhi della gente, Bora richiamò la folla-popolo di Ermione, io, Bora sono tornato da un lungo viaggio e ho trovato dei fiori di rara bellezza e solo per oggi farò un buon prezzo-uomini guardavano con interesse le ragazze e Lucy cominciava a sentirsi a disagio di quelle attenzioni indesiderate, aveva paura, ma non trovava vie d’uscita.
-Oggi vi farò un buon prezzo prendi due paghi una-Bora indicò un’intimorita Juvia-ammirate questa affascinante naiade, non è bella? Il prezzo di partenza è cento monete d’argento e potete portarvi a quest’altra ragazza-spostando il dito su Levy che lo fissava in cagnesco- ripeto, senza sborsare una moneta in più, due paghi uno, fatevi avanti chi offre cento monete?-
Partirono le offerte
-Centocinquanta-
-Duecento!-
-Trecento!-
-Quattrocento!-Bora non sentì altro-aggiudicate al signore e adesso il pezzo forte dell’asta-era arrivato il turno di Lucy che si artiglio nervosa il vestito, da lontano parve che qualcuno stesse venendo verso il ballatoio a tutta velocità e la folla apriva il passaggio ma Bora continuò- guardate questa ragazza, splendida come una principessa chi offre…-qualcuno disse.
-Mille monete d’oro-la folla si zittì, rimanendo a bocca aperta e Lucy fissò attonita il ragazzo che credeva di non rivedere più.
-Natsu-sussurrò, lui sorrise trionfale verso di lei stavolta portava sulle spalle un mantello rosso sangue, gambali e bracciali e pantaloncini in pelle il busto scoperto  con lui c’erano un plotone di spartani  con lo stesso vestiario.
-Wow non lo avrei mai creduto è sopravvissuta-commentò Gray, dal ballatoio Juvia s’incantò ad ammirare quel ragazzo dai capelli mori, non appena posò lo sguardo su di lui la freccia dell’amore di Cupido la colpì in pieno facendola innamorare dell’ignaro ragazzo.
-Ghi,ghi, ghi, tosta la biondina-
-Spartani?-
-Che ci fanno qui?-
-Molto bene mio signore, avete fatto un affare che-
-Bora-san-chiamò un uomo, lui voltò la testa seccato.
-Cosa c’è non vedi che sto concludendo affare!-
-Bo…Bora-san, tu non sai chi è lui-
-Eh?-
-Lui….lui è sua altezza Natsu Dragneel, il terzo principe di Sparta-riconoscendo il ragazzo.
Lucy spalancò la bocca. Natsu era un principe? Non poteva crederci.
La folla arretrò e tutti abbassarono la testa di fronte alla presenza di Natsu, Bora profuse inchini su inchini-quale onore avervi qui, vostra altezza-
-Basta parlare, voglio la ragazza- disse stoico.
-Ma certo….anzi ve la cederò gratuitamente consideratelo un regalo da parte mia-
-Ma Bora-san-obiettò uno dei suoi il capo lo zittì-taci! Se è un regalo per sua altezza devi chiudere la bocca- liberarono Lucy dalle catene e la consegnarono a Natsu.
-Finalmente ti ho ritrovata-
-Per fortuna state bene-disse sincera, poi non appena vide che Bora aveva agguantato Levy e Juvia per portarle dal loro padrone si rivolse a Natsu-ascoltami, devi farmi un favore-
-Se vuoi chiedermi di lasciarti andare allora scordatelo-
-Non è per me è per le mie amiche, salvale da quell’uomo, ti prego!-lo scongiurò Lucy, il principe si rivolse a Bora nascondendo un ghigno-quanto vuoi per quelle due?-domandò Natsu.
-Mi…mi dispiace altezza sono già state vendute –
-Quanto?-ripeté con un tono che non ammetteva repliche.
-Consideratelo un altro omaggio dal vostro fedele servitore sono perfette sia per voi che per i vostri uomini-
-Gray, Gajeel occupatevi di loro, verranno con noi-chiamò i suoi due uomini indicando le fanciulle, Lucy sbatté le palpebre e si diresse verso Natsu-ma avevi detto che-
-Che le avrei salvate da Bora, non che le avrei liberate-ghignò malandrino e mentre Lucy discuteva col principe, Gray si avvicinò a Juvia dicendole-forza vieni con me-disse il ragazzo.
Juvia sproloquiò-Juvia ti seguirà oltre le colonne d’Ercole e anche più il là-
-Sentito gamberetto, muovi quelle gambette-fece rude Gajeel a Levy che gonfiò le guance, non sarebbe mai andata d’accordo con quel tipo.
   
 
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