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Autore: Frulli_    09/06/2019    1 recensioni
3019 T.E. Sauron è sconfitto, e Aragorn è stato incoronato Re di Gondor. I nobili si radunano a Edoras, per i funerali di Theoden e l'incoronazione del nuovo Re di Rohan, Eomer. Tra amici e alleati, Eomer dovrà affrontare i propri demoni e le proprie paure per trovare la pace nel suo cuore e per il suo popolo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Faramir, Imrahil
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Back in the war

Il giorno successivo, come promesso, Eomer condusse Lothiriel a passeggio per la campagna circostante, illustrando alla Principessa di Dol Amroth le pianure verdi e lussureggianti, i pascoli a disposizione per gli animali, e i piccoli campi che lentamente avrebbero ridato una forte agricoltura a Rohan.
Dama Lothiriel aveva lasciato Zoccofuoco al Re, optando per una cavalcatura più facile. Una Mearas bianca, Luna, docile ma agile. Cavalcava come un uomo, indossando morbidi pantaloni e comodi stivali sotto ad un abito verde, a richiamare con rispetto i colori del Regno che la stava ospitando. Una piccola "furbizia" suggerita dal padre, che conosceva bene l'orgoglio dei Rohirrim: un orgoglio che tutti gli ospiti, volenti o nolenti, dovevano rispettare. Nello stivale sinistro aveva infilato un pugnale elfico ereditato dal padre: una sicurezza che portava sempre con sè, nonostante Eomer e Faramir fossero armati.
«Il Regno di Rohan è un territorio ancora arido e aspro. Le battaglie, gli scontri e gli orchi che hanno depredato non hanno lasciato molto. Ci vorrà tempo per ricostruire le case bruciate, i campi distrutti...i boschi eliminati. Con il nostro aiuto e quello della natura, se tutto andrà bene, Rohan tornerà splendente e rigogliosa come un tempo» spiegò Eomer, alzando la voce per farsi sentire al di sopra degli animali e del vento, che soffiava allegramente quella mattina.
«Sono sicuro che sarà così, Re Eomer!» esclamò Faramir di rimando, prima di sorridere ad Eowyn che cavalcava al suo fianco.
«Sono d'accordo con mio cugino, Re Eomer, sono sicura che ce la farete» aggiunse Lothiriel, sorridente.
Eomer si volse verso di lei, perplesso «Cugino?»
Lothiriel sorrise ancor di più, poi annuì. «La defunta madre di Faramir e Boromir si chiamava Findulias...era la sorella maggiore di mio padre. Quindi io e Faramir siamo cugini» spiegò, avvicinandosi poco al suo cavallo.
«Non lo sapevo...o forse non lo ricordavo, sono sicuro che Imrahil me ne avesse parlato. Dimentico molte cose, ultimamente, e molto in fretta»
«Sono i sintomi della vecchiaia, Re Eomer» precisò Lothiriel, ridendo e allontanandosi di poco.
«Ragazzina impertinente...» brontolò Eomer, ridendo per la prima volta dopo tanto tempo. Un gesto che ad Eowyn e Faramir non sfuggì. «Ti faccio vedere io chi è vecchio!» esclamò il Re, lanciando Zoccofuoco al galoppo. Luna venne aizzata a fare altrettanto, e così i due giovani inscenarono una spontanea corsa al cavallo più veloce e agile di evitare massi, buche e piccole dune di quelle colline e pianure selvagge. Le risate di Lothiriel ed Eomer si mescolavano insieme nelle folate di vento, raggiungendo la coppia rimasta indietro.
«Non avevo mai visto Eomer ridere...» ammise Faramir, quasi confuso.
«Nemmeno io» confessò Eowyn, mesta «la vita non è stata clemente col mio povero fratello. Ha dovuto sopportare troppo, persino per un uomo fiero come lui. Ha solo bisogno...di vivere serenamente, e di respirare...di sorridere, di innamorarsi...»
«Dici che l'amore riuscì a scalfire la sua armatura?» chiese Faramir, affiancola.
Eowyn sorrise all'uomo. «Ha scalfito la mia...scalfirà anche la sua» rispose dolcemente, andando a cercare la sua mano.
L'ennesima folata di vento fece girare entrambi di scatto. Un odore. Fetido, putrido, che non sentivano da mesi. Ma che avevano sentito per troppo tempo, per dimenticarlo così facilmente.
«Non può essere...» mormorò Faramir, estrando la spada. «Corri, va ad avvisare Eomer!» gridò verso Eowyn, lanciata al galoppo. Pochi secondi dopo, da un piccolo boschetto, apparve una banda di quattro orchi, magri e affamati, che gridavano e si lamentavano. Non sembravano affatto pericolosi, ma la fame e la rabbia rende un uomo folle e criminale...figuriamoci un orco.
«Eomer! Eomer!»
Il Re e Dama Lothiriel videro Eowyn correre loro incontro e si fermarono di colpo, accaldati e allarmati.
«Orchi! Quattro orchi! Faramir!» Eowyn era senza fiato, per l'urgenza e la corsa a cavallo, ma quelle quattro parole bastarono a trasformare Eomer: il sorriso svanì, il volto duro d'un tempo tornò fiero, e la mano destra già imbracciava la spada.
«Porta Lothiriel indietro, in salvo! Va, avvisa Aragorn!» gridò Eomer già andando in soccorso a Faramir.
«Presto, venite!» esclamò Eowyn, lanciando il cavallo al galoppo.
Orchi, pensò spaventata Lothiriel? Com'era possibile, la guerra era finita? Suo padre le aveva detto che ormai Orchi e Uruk-hai erano solo un lontano ricordo. Eppure la paura di Eowyn ed Eomer era più che reale...era tangibile. Un brivido le scivolò lungo la schiena mentre lanciava Luna ancora di più al galoppo.
Un urlo acuto le fece girare di colpo durante la cavalcata: altri tre orchi le stavano assalendo a destra, sinistra e davanti a loro. Erano circondante.
«Vai, li attirerò su di me!» esclamò Eowyn, fermando di colpo il cavallo ed estraendo la spada.
«Eowyn!» gridò spaventata Lothiriel, ma Luna ormai era irrefrenabile. Correva, spaventata dalle grida degli orchi, e non riuscì a fermarla se non una volta arrivata in un piccolo bosco, quello da cui erano arrivati gli orchi.
«Calma, calma bella...» mormorò Lothiriel, rallentando e smontando finalmente da cavallo. Estrasse il pugnale elfico dallo stivale, prese le redini di Luna e prese a circondare la foresta, proprio al suo limitare. Luna era stanca, non era capace di portare il suo peso. Avrebbero camminato finchè gli orchi non sarebbero morti. Sentiva le urla di dolore e le armi cozzare l'un l'altro. E sentì qualcosa, nel cuore.
Paura. Era terrorizzata. Si guardava continuamente intorno, assottigliando lo sguardo nella fitta e buia foresta. Poteva sentire l'alito della morte soffiarle sul collo, dispettosa.
Poi un odore, forte. Sembrava l'odore degli animali putrefatti, o del cibo rancido...si girò per l'ennesima volta, e vide un orco avvicinarsi lentamente a lei, con un pugnale in mano. Sogghignava, non parlava nemmeno. Poi prese a urlare, rincorrendola.
Luna, spaventata dall'urlo, sfuggì alla presa della Dama e scappò via lontano, spaventata.
«Luna!» gridò Lothiriel, correndo a perdifiato. Poi di colpo si sentì volare in aria, afferrata da qualcosa di freddo alla caviglia, e cadde rovinosamente a terra a faccia in giù. Sentì come una fitta attraversarle la testa, ma rimase immobile, il pugnale stretto in mano. L'orco si fermò, stolto e in dubbio: stava cercando di capire se la preda era morta.
Funziona, pensò Lothiriel. Fingersi morta era la trappola che molti animali usavano per difendersi...o per attaccare.
Sentiva l'odore fetido del male, le veniva da vomitare ma rimase impassibile, immobile. L'orco le afferrò un braccio e la girò di colpo. Fu in quel momento che Lothiriel, ancora ad occhi chiusi per non vedere quell'immonda creatura, sollevò di scatto il pugnale, fendendo l'aria e infilzando l'orco al collo, con un taglio laterale e netto. La creatura si alzò di scatto e urlò di dolore, contorcendosi. Non ebbe tempo di reagire o contrattaccare, la lama elfica stava facendo velocemente effetto. Dopo pochi secondi, morì dissanguato.
Lothiriel rimase stesa qualche secondo sul terrone muschiato del bosco, terrorizzata. Poi lentamente si alzò, evitando anche solo di guardare l'orco morto. Si allontanò, rimpiangendo il suo pugnale ma senza nessuna intenzione di andarlo a recuperare. Camminò fuori dal bosco, confusa. La testa duoleva terribilmente, ed il sole ed il caldo, e quell'odore fetido non aiutavano.
«Lothiriel!»
Sollevò lo sguardo, confusa, avanti a sè. Il viso di Eomer era una maschera di terrore. Scese veloce da cavallo, il viso schizzato di sangue di orco.
«Lothiriel! Stai bene» chiese Eomer prendendola per entrambe le braccia «Hai un bernoccolo in testa, sei caduta?»
«Ho...ho ucciso un orco...» mormorò, confusa. Faramir ed Eowyn arrivarono proprio in quel momento, e vide il Ramingo andare a controllare. «Luna è scappata, mi dispiace...si è spaventata delle grida, ed è fuggita via...ero scesa perchè pensavo di essere al sicuro»
Eomer la condusse vicino Zoccofuoco quindi la fece montare sulla bestia, seguendola a ruota.
«Mi dispiace...» mormorò la Dama di Dol Amroth, prima che Zoccofuoco partisse all'impazzata.




«E' impossibile che siano ancora vivi. Sauron...»
«E' stato sconfitto, lo so Merry. Eravamo tutti lì quando è successo. Ma oggi abbiamo ucciso sette orchi. Malnutriti, in fin di vita...ma pur sempre vivi»
«Deve esserci un motivo, Eomer. Dobbiamo indagare»
«Molti orchi sono scappati dopo la sconfitta di Sauron, Aragorn. Forse molti si sono nascosti molto bene»
Lothiriel aprì lentamente gli occhi, seppur negli ultimi istanti avesse ascoltato i discorsi dei presenti intorno a lei. La testa duoleva ancora, ma meno rispetto a prima.
Mise a fuoco la sala di Edoras, i volti conosciuti, l'aria preoccupata di suo padre, quella severa di Eomer.
«Padre...»
«Lothiriel! Oh cara...sei stata così coraggiosa. Se ti fosse successo qualcosa...» Imrahil si inginocchiò vicino a lei, baciandole la fronte.
«Sto bene padre, davvero...solo un piccolo bernoccolo in testa» mormorò la giovane, sorridendo appena. Sollevò gli occhi dove prima v'era Eomer: era sparito. Sentì le porte della sala aprirsi e poi chiudersi. Era andato via.
«Il mio pugnale...» mormorò, alzandosi lentamente.
«L'ho recuperato io, Dama Lothiriel, non temete. Pulito e sistemato» precisò Faramir, sorridendole gentile.
«Luna?»
«E' tornata poco fa, spaventata ma bene. Non datevi pena Dama Lothiriel» precisò Eowyn, coprendole le spalle «riposate, la vostra testa è ancora dolorante»
«No, sto bene» mentì, sentendo ancora dolore. Ma in quella Sala c'erano gli eroi della Terra di Mezzo, e lei si preoccupava per un bernoccolo e un orchetto malnutrito? Si alzò lentamente e osservò i presenti.
«E' possibile, allora, che gli Orchi siano semplicemente fuggiti?»
«Certo, si» precisò Aragorn «dopo la battaglia abbiamo sorvegliato le terre in lungo e in largo. Deve esserci sfuggito qualcosa. Re Eomer ha mandato i suoi cavalieri in avanscoperta, per bruciare i corpi di quelli uccisi e sorvegliare la zona. Non vogliamo brutte scoperte questa notte»
La riunione si sciolse alle ultime parole di Re Elessar, e Lothiriel rimase col padre.
«Sicura che stai bene?» chiese l'uomo, apprensivo.
«Sicura padre, davvero...dov'è Sire Eomer?» chiese poi.
«Sarà andato a controllare i suoi cavalli. Ti consiglio di lasciarlo stare, figlia: quando è preoccupato è intrattabile»
Lothiriel annuì ed Imrahi uscì dalla Sala. La Dama attese di essere sola, prima di sgattaiolare fuori dal Palazzo, diretta alle stalle.


Aveva ragione suo padre. Eomer era nelle stalle, di spalle all'ingresso, che pettinava il manto bianco di Luna, accarezzandola ogni tanto sul muso.
Richiuse lentamente la porta, ma non abbastanza in silenzio.
«Non vi è bastata l'avventura di oggi?» chiese infatti la voce severa di Eomer.
«Sono venuta solo a chiedervi scusa, Re Eomer. Non avrei dovuto scendere dalla groppa di Luna. Avrei dovuto continuare dritta verso Edoras»
«Si, avreste dovuto» precisò secco Eomer.
Lothiriel deglutì a vuoto ma non demorse. Si avvicinò a lui, affiancandolo.
«Sta bene?»
«Stava meglio prima»
«Mi dispiace...» ripetè di nuovo Lothiriel, triste «posso fare qualcosa per aiutare?»
«Si» rispose Eomer senza guardarla «partite per Dol Amroth al più presto. Voi, e tutti gli altri ospiti. Rohan è un Regno inospitale, pericoloso, insicuro. Non posso proteggere me stesso, figuriamoci una ragazzina inesperta come voi»
Lothiriel si sentì pizzicare nell'orgoglio, al sentirsi offesa e scacciata. Drizzò le spalle, fiera, e fissò il profilo del giovane, che si ostinava a non guardarla.
«Rimanete pure a piangervi addosso, Re Eomer...così non sarete mai un Re saggio e buono. Un vero Re, adesso, non si nasconderebbe nella stalla, a piangersi addosso. Ma chiederebbe aiuto ai suoi amici e alleati, sistemando e proteggendo i confini e l'interno del Regno. Non dovete prendervela con me, se siete uno stolto»
«Andate via!» esclamò Eomer, offeso, girandosi di scatto verso di lei. Si scambiarono uno sguardo profondo: rabbia lui, delusione lei. Le lacrime velarono gli occhi verdi, rendendoli ancora più chiari.
Dama Lothiriel uscì senza fretta e senza piangere dalle stalle, come una vera e fiera Principessa.
Il silenzio risucchiò di colpo il Re, che si appoggiò al dorso di Luna. Capì in un secondo che l'aveva persa, per sempre.




Due giorni dopo, per via dello scontro con gli orchi e data la fine dei festeggiamenti, molti nobili ripartirono per le loro dimore. E così fece anche Imrahil e sua figlia Lothiriel, insieme alla scorta di cavalieri di Dol Amroth che li avrebbero difesi dagli attacchi di eventuali orchi.
«A presto amico mio» annunciò serio Imrahil, abbracciando Eomer. Il giovane ricambiò l'abbraccio, socchiudendo gli occhi. «Spero di rivederti presto. Mandami tue notizie, e se hai bisogno di qualcosa...»
«Posso contare su di te, lo so. Grazie Principe Imrahil. Che i Valar vi proteggano sempre» rispose serio Eomer, prima di guardare Lothiriel. Il bel viso della Dama era una maschera di pietra.
«Dama Lothiriel...»
«Re Eomer...» rispose secca la giovane, chinando appena il capo. Ad Imrahil non sfuggì il tono e gli sguardi della figlia, e sospirò appena, salendo poi a cavallo.
Eomer si girò verso Eowyn, che salutava Faramir stringendosi le mani e mormorandosi parole dolci e promesse. Deglutì, in ansia. Poi si volse verso Aragorn, che si avvicina a lui.
Si abbracciarono a lungo, dandosi pacche sulla schiena. Gli occhi di entrambi si velarono di lacrime: si erano ormai abituati l'uno alla compagnia dell'altra, separarsi per rivedersi solo dopo un anno, sarebbe stato difficile.
«Che i Valar ti proteggano, amico mio...» mormorò Eomer, stringendogli appena una spalla.
«Che proteggano anche te...fratello» rispose Aragorn, facendo altrettanto e sorridendo. Eomer ricambiò appena il sorriso, in silenzio «E se posso darti un consiglio...lascia stare l'orgoglio, o la perderai» mormorò, per non farsi udire. Eomer sollevò istintivamene gli occhi verso Lothiriel, che fredda e seria si allontanava da Meduseld, a cavallo, a passo lento.
Non rispose all'amico, che lo salutò e montò a cavallo, recuperando le prime file accanto ad Imrahil e Faramir. Il lungo corte impiegò qualche minuto per uscire da Edoras, poi sentì i cancelli chiudersi.
Eowyn gli si avvicinò, abbracciandolo. Eomer le sorrise dolcemente, baciandole la fronte.
«Sei contenta?»
«Molto Eomer, grazie per averlo accettato»
«Non avrei potuto chiedere di meglio per te, Eowyn...Faramir è un degno cognato»
«Vorrei che fossi tu a sposarci...»
«Ma sai che non posso. L'Ithilien è una regione di Gondor. Sarà Aragorn a sposarvi»
Eowyn chinò il capo, arrossendo.
«Lo so cosa stai pensando, Eowyn...ma non è così. Aragorn è felice per te, e tu devi esserlo per te stessa. Aragorn non avrebbe mai potuto..»
«Lo so» rispose subito Eowyn, sorridendo «Cosa ti ha detto, prima? Vi ho visto...»
«Niente»
«Non è che riguarda...Dama Lothiriel?»
«Niente riguarda lei»
«Oh avanti Eomer...lo vedrebbe anche un cieco che ti piace!» mormorò Eowyn, rientrando con lui nel palazzo.
«No, tutt'altro. E' solo una ragazzina viziata, che pensa che tutto le sia dovuto»
«Compreso il tuo perdono. Ed Eomer non perdona facilmente, vero?»
«Non è questo il punto» precisò Eomer, fermandosi di colpo. Fissò la sorella, deglutendo a vuoto. «E' troppo diversa da noi. E' troppo...raffinata. Non può diventare una Rohirrim. Questo Regno è ancora pericoloso, e acerbo, aspro...inospitale»
«Rendilo allora ospitale. So ad esempio che le piacciono molto i fiori...» precisò Eowyn, sorridendogli. Eomer scosse il capo, serio, e la sorella lo fissò qualche istante.
«La vita va avanti, fratello. Non permettere che il dolore ti distragga dalla felicità» mormorò Eowyn, prima di andare via.
  
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