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Autore: Celtica    11/06/2019    6 recensioni
Jon/Sansa | Post ottava stagione | link video nei vari capitoli
Sansa regna in solitudine sul nord quando riceve la visita di Jon Snow, venuto a renderle omaggio. Rivederlo la fa sentire ancora più sola, così decide di chiedergli di restare. Lui rifiuta, ma torna a Grande Inverno quando Sansa viene colpita da una freccia. Chi ha attentato alla sua vita?
Per scoprirlo, Jon, Arya e Brienne tornano a Grande Inverno.
Dal capitolo 7:
“«Ti hanno picchiata?»
La voce di Jon è dura come il granito della fortezza, fredda come il nord.
«No.» A quella domanda, a quel tono, quella di Sansa si riscalda invece come le sorgenti sotterranee che danno calore all’intero castello. Insieme, sono la voce dell’inverno, un intreccio di ghiaccio e fuoco, di calore e gelo. Perché uno non può esistere senza l’altro.”

Dai prossimi capitoli:
«Non mi è permesso prendere moglie.»
«Bene. Perché io non voglio più essere la moglie di nessuno.»

Jon/Sansa | Arya/Gendry | Brienne/Tormund
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Brienne di Tarth, Gendry Waters, Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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1. Il peso della Corona

Video su Daenerys (e Jon)

 

1

Il peso della Corona




n

 

È

notte, e Sansa lascia che l’ancella stringa i lacci dietro la sua schiena. Non ha l’impazienza di Joffrey mentre nota la lentezza della ragazza, né la crudele ironia di Cersei. La lascia fare, mentre osserva la corona sul cuscino accanto a sé.
Ancora non ci crede. Bran: Re dei Sei Regni. Arya: avventuriera, esploratrice? Jon alla Barriera… come quando è partita per Approdo del Re, anni prima. Ma non era lei, non poteva essere davvero lei.
Era una ragazzina sciocca, incapace di mentire. E lui era solo il bastardo di suo padre.

Cosa direbbe ora Eddard Stark, sapendola Regina del Nord?
E sua madre? Come avrebbe reagito vedendo prima Jon – il bambino odiato – e poi lei a regnare sul Nord? Sull’intero nord.
Sette Regni sotto gli Stark. Una cosa impensabile prima di allora.

«Altezza?»
L’ancella la guarda attraverso lo specchio. Sembra spaventata. Avrà capito di averci messo troppo?
«Che c’è?»
«Posso fare altro per te?» Ha le mani che tremano, gli occhi bassi.
«No, puoi andare.»

Oltre il suo riflesso, Sansa guarda la ragazza aprire la porta e richiuderla. Sospira, si alza e accarezza la tiara. Quando sente bussare, raddrizza le spalle, raggiunge la finestra e, con voce decisa, dice: «Avanti.»

«Altezza,» È Ronald, il Maestro di Grande Inverno, «nella Sala Grande chiedono di te.»
«Possono aspettare.»
L’uomo resta immobile, lo sguardo a terra. «Perdonami.»
Sansa si chiede perché sia ancora lì. Fa un cenno di assenso per congedarlo, ma lui non si muove. «Cosa c’è?»
«Alcuni membri dei Guardiani della Notte sono venuti a renderti omaggio.»

 

Le porte della Sala Grande sono di legno di quercia e ferro, e ci vogliono due guardie per aprirle per la loro Regina. Mura grigie, stendardi con il metalupo ovunque, torce a illuminare il cortile esterno.
Ci sono otto fila di tavoli all’interno, e ogni cosa – dalla pietra alle pareti ai calici abbandonati sui tavoli – è sua. Mentre attraversa la sala, ogni uomo, donna e bambino piega le ginocchia al suo cospetto.
«La Regina del Nord!» prende a gridare qualcuno.
«La Lupa Baciata dal Fuoco!»

Dov’è lui?
È venuto? O è rimasto nel suo castello, a regnare su bastardi, ladri e assassini?

Quando raggiunge la piattaforma rialzata in fondo – il fuoco di un camino a scaldarle la schiena – Sansa siede al centro e ogni persona intorno a lei prende posto.
È allora che il Maestro la raggiunge, indicandole alcuni uomini vestiti di nero. Sollevano i calici verso di lei, e Sansa risponde abbassando il mento.

Lui non c’è. Non è venuto.

Non sa perché, ma quando ha sentito nominare i Guardiani della Notte il suo cuore ha preso a battere più veloce. Ha percepito un fremito dentro di sé, ed è uscita di corsa dalla sua stanza – la stanza dei suoi genitori – per raggiungere la Sala Grande.
Ora c’è solo vuoto nel petto. Come se il frullo d’ali che ha sentito fosse svanito.
A poco a poco, man a mano che le portate vengono servite e lord e cavalieri arrivano a renderle omaggio, il vuoto si riempie.
Sansa si sente pesante. Vuole solo alzarsi e lasciare la sala. Ha bisogno di restare sola.

Quando allontana la sedia dal tavolo, maestro Ronald è subito al suo fianco. «Altezza?»
«Non mi sento bene. Scusami tu con i lord.»

Nessuno sembra accorgersi di lei quando passa tra i tavoli ed esce. Due guardie le arrivano alle spalle, ma si fermano quando la sua mano si alza intimando loro di restare dove sono.
Non sa perché si aspettasse tanto di vederlo. Non sa nemmeno perché ci sperasse.
Attraversa il cortile e sente la mancanza del calore. Quello delle mura di Grande Inverno e delle sue sorgenti. Quello di una famiglia. Della sua famiglia.

Di Bran. Di Arya. Di Jon.

Si era illusa di potersi abituare alla solitudine. Aveva creduto che il potere, la corona e la libertà sarebbero stati sufficienti. Che non avrebbe sentito troppo la mancanza degli altri.
Di Theon, che è saltato con lei da quelle stesse mura, fuggendo da casa.
Di sua madre, che amava spazzolarle i capelli, darle l’esempio.
Sansa ripensa a tutte le persone importanti della sua vita. Le ha perse tutte. Non è rimasto più nessuno.

Cammina verso la Serra di vetro e ricorda il piccolo castello di neve costruito con Ditocorto. Lui sarebbe rimasto al suo fianco. Se non l’avesse tradita. Se lei non lo avesse ucciso.
Arya lo ha ucciso.
Ma è stata lei a dare l’ordine.

Di quelli ancora in vita, Jon è il più vicino. E per un istante, Sansa ha sentito la speranza nascere e crescere dentro di sé. Rivederlo. Riabbracciarlo. Il suo sorriso, la sua risata. I capelli neri di nuovo sciolti, la barba incolta.
Sansa lo ricorda al fianco di Daenerys e qualcosa di simile alla gelosia le brucia i polmoni. Fatica a respirare.
Quando la Regina dei Draghi sorrideva a Jon, Sansa vedeva quel mondo di ghiaccio – il suo mondo – sgretolarsi. Eppure, quando aveva saputo del pugnale nel cuore, non si era sentita meglio.
Non ne conosceva il motivo, ma avrebbe preferito non accorgersi mai di quei sorrisi, non capire mai cosa provassero l’uno per l’altra.

“Amo tuo fratello”, aveva detto Daenerys Nata dalla Tempesta.
Lo amo anch’io. E da più tempo di te.

Quando lo aveva rivisto alla Barriera si era sentita finalmente a casa. Non a Grande Inverno con i Bolton. Ma con Jon. Ovunque lui fosse. Ovunque.

Sansa entra nella serra, il luogo più caldo del castello. Anche quel luogo è riscaldato dalle sorgenti sotterranee. Lì, gli uomini hanno coltivato frutta e fiori, come nel pieno dell’estate.
Vede il suo respiro condensarsi nell’aria e socchiude gli occhi. Si sente sola.
È circondata da soldati, lord e ancelle, eppure non c’è nessuno più solo di lei a Grande Inverno.
D’improvviso, il caldo la investe, il ricordo di tutti gli abbracci che ha dato, di tutte le persone che ha perso. Ne basterebbe una, una sola, e la fanciulla che è stata tornerebbe a vivere dentro di lei.

Torna nel cortile. La notte la avvolge e non è il gelo a sconvolgerla, non è l’inverno, ma solo la cupa certezza di essere sola.
Si volta e, come nelle ballate, lui è lì. Jon è tornato a Grande Inverno.
Non gli corre incontro – come potrebbe? È una Regina – ma sente gli occhi inumidirsi.
«Vostra Grazia.»
Jon si inchina con un sorriso divertito – era lui il Re del Nord, il Lupo Bianco – e Sansa nota i fiocchi di neve sui suoi capelli, sul suo mantello. Sulle sue ciglia.
Quando è arrivato così vicino?

«Credevo che il Comandante dei Guardiani della Notte non potesse lasciare il Castello Nero.»
«Anche Lord Mormont l’ha fatto. È andato oltre la Barriera. Ero con lui.»
«E oltre la Barriera è stato ucciso.»
«Sei sempre ottimista, vedo.»

Sotto la notte cupa e senza stelle, Sansa riconosce il suo sorriso. Fa un passo verso di lui. «Non voglio che ti accada nulla.»
«Sai, dopo la partenza di Tormund, al Castello Nero c’era poco da fare.»
Sansa ride – è sempre stata così la sua risata? – e fa un altro passo. «Così hai pensato di cercare guai, Lord Comandante.»
«Nemmeno oltre la Barriera c’era molto da fare.»
«E Spettro?» domanda Sansa.

«È rimasto con Tormund. Lo rivedrò presto.»

Quel “presto” la fa vacillare. Non lo credeva possibile. Non dopo Ramsay, non dopo Ditocorto. Non dopo la morte della Regina dei Draghi e l’indipendenza del nord.
E di colpo, la persona che regna sul nord e possiede ogni cosa a Grande Inverno, desidera una cosa sola. Una cosa che non può avere.



n

N.d.A.:

Ciao a tutti! Vorrei ringraziare le persone che hanno dato fiducia al prologo di questa storia. Grazie mille! E vorrei dire un paio di cose.
Intanto: maestro Ronald nel Trono non esiste (indovinate un po’ il perché di questo nome. C’entra un altro fandom!), e dato che i Re del nord del passato hanno avuto nomi legati ai lupi, nella mia testa anche Sansa doveva averne uno.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi farete sapere cosa ne pensate. A presto!

Celtica


   
 
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