Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: Mr Lavottino    12/06/2019    2 recensioni
Duncan è stato accusato di aver otto una finestra a scuola e rischia di essere espulso. Lui si proclama innocente, ma nessuno gli crede.
In suo soccorso arriverà Courtney, pronta a fargli da avvocato.
Dal testo:
- Ripetimi ancora un volta perché siamo qui.- la voce di Duncan, svogliata e tutt'altro che felice, rimbombò all'interno dell'aula di Arte, ormai quasi completamente vuota.
- Perché sei stato accusato di aver rotto la finestra della palestra.- spiegò Courtney, mentre sistemava una pila di fogli nuovi pronti ad essere usati. Il moro roteò gli occhi, parecchio infastidito dalla situazione.
- Vi ho già detto che non sono stato io. - sbuffò, per poi appoggiare il mento sul banco con fare esasperato. Era tutto il giorno che gli insegnanti lo stavano tartassando con quella storia della finestra, al punto che si era categoricamente rifiutato di parlare di quell'argomento.
- Questo io lo so, sono loro che non ci credono.- la castana prese il suo astuccio dalla cartella ed estrasse una penna, un lapis ed un gomma.
- Se tu lo sai, allora perché siamo qui?- Duncan allungò le braccia sul tavolo e sospirò.
- Perché devo provare la tua innocenza e, soprattutto, perché me l'ha chiesto Gwen. -
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chef Hatchet, Courtney, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Ripetimi ancora un volta perché siamo qui.- la voce di Duncan, svogliata e tutt'altro che felice, rimbombò all'interno dell'aula di Arte, ormai quasi completamente vuota.
- Perché sei stato accusato di aver rotto la finestra della palestra.- spiegò Courtney, mentre sistemava una pila di fogli nuovi pronti ad essere usati. Il moro roteò gli occhi, parecchio infastidito dalla situazione.
- Vi ho già detto che non sono stato io. - sbuffò, per poi appoggiare il mento sul banco con fare esasperato. Era tutto il giorno che gli insegnanti lo stavano tartassando con quella storia della finestra, al punto che si era categoricamente rifiutato di parlare di quell'argomento.
- Questo io lo so, sono loro che non ci credono.- la castana prese il suo astuccio dalla cartella ed estrasse una penna, un lapis ed un gomma.
- Se tu lo sai, allora perché siamo qui?- Duncan allungò le braccia sul tavolo e sospirò.
- Perché devo provare la tua innocenza e, soprattutto, perché me l'ha chiesto Gwen. - l'atteggiamento del punk indispettì leggermente Courtney, che lo guardò assottigliando lo sguardo in maniera poco amichevole.
- Andiamo, che sarà mai. Al massimo mi sospenderanno di nuovo.- il moro alzò le spalle, dopodiché si gettò indietro così da appoggiare la schiena contro la sedia.
- Duncan, questa sarebbe la terza sospensione.- controbatté lei, con un'espressione esasperata in volto.
- E quindi?- il punk non sembrava essere conscio della situazione in cui si trovava.
- Il regolamento dice che alla terza sospensione si viene espulsi! Capisci cosa intendo?- alzò leggermente il tono, sentendosi male solo al nominare tale regola.
- Non mi sembra un grosso problema.- sminuì il moro. Ormai per lui non era una grossa novità, per colpa del suo comportamento tutti gli insegnanti lo avevano preso di mira e, in un modo o nell'altro, cercavano sempre di farlo sospendere.
- Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Ti va bene essere costretto ad andare in un'altra scuola proprio in terza media?- Courtney scattò in piedi e, appoggiando le mani sul tavolo, iniziò ad urlare.
- Tanto ormai è già deciso, gli insegnanti possono fare come vogliono.- Duncan appoggiò la fronte contro il banco, così da non doverla più guardare.
- E gliela lascerai vinta in questa maniera?- chiese lei, ottenendo un cenno di assenso da parte dell'altro. Rimase in silenzio per qualche secondo, poi un sorriso si impresse sul suo volto - Va bene, vorrà dire che verrai sconfitto da quegli idioti patentati.- lo guardò con la coda dell'occhio, notando come, al sentir pronunciare quelle parole, fece scattare la testa in su.
- Io verrò... sconfitto da loro?- domandò, indicandosi - Mai e poi mai! Su, iniziamo a lavorare.- disse, sollevandosi la maniche della maglietta.
- Oh, no, ormai è andata. Tanto avevo altro da fare.- Courtney fece per alzarsi, ma Duncan la prese per un braccio e, con un sorriso abbattuto in volto, le chiese di non andarsene.
- Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto.- vedendolo in quella condizioni provò un irrefrenabile senso di gioia e di soddisfazione.
- Va bene, ma solo perché non ho altro da fare.- disse, contraddicendosi.
- Ma non avevi detto...- il ragazzo provò a farle notare la cosa, ma venne prontamente zittito.
- Silenzio, dobbiamo iniziare a lavorare.- si portò l'indice davanti alla bocca, poi prese in mano la penna ed iniziò a scrivere su un foglio bianco - Allora, dimmi cosa hai fatto questa mattina.- portò gli occhi color cioccolato verso di lui, in attesa che iniziasse a parlare.
- Da dove comincio...- si prese qualche istante per pensare - Mi sono alzato dal letto al solito orario, mi sono vestito, ho fatto colazione...- iniziò ad elencare diverse cose, ma la castana lo costrinse a fermarsi.
- Solo le cose rilevanti.- detto ciò, si zittì e tornò ad ascoltarlo.
- Sono venuto a scuola, come al solito, a piedi.- notò che, non appena finì di parlare, la ragazza scrisse qualcos'altro sul foglio - Alla prima ora avevo Matematica, quindi ho deciso di non entrare nell'aula. - spiegò, con una tranquillità disarmante.
- E poi?- lo incitò lei.
- Poi... ho camminato un po' per i corridoi ed ho visto il distributore automatico.- venne nuovamente interrotto.
- Hai comprato qualcosa da mangiare?- domandò, accorgendosi subito dell'espressione furba che si dipinse sul suo volto.
- "Comprato" non è il termine adatto. Diciamo che l'ho sgraffignato.- si lasciò andare ad una risatina totalmente fuori contesto.
- Come hai fatto?- chiese, visibilmente colpita.
- È piuttosto semplice, basta dare un colpo bello forte al distributore e, contemporaneamente, premere il numero della merendina che si vuole.- le disse - Questo serve per risolvere il caso?- la guardò con un sopracciglio alzato, non del tutto cosciente del perché gli avesse posto una domanda del genere.
- No, mi serve solo per dirlo ai professori.- sentendo quelle parole, il viso di Duncan divenne bianco. Courtney era nota per essere la preferita degli insegnati, perché prendeva ottimi voti ed era anche solita fare la spia per qualunque cosa accadesse.
- Maledetta...- sussurrò, conscio che di lì a poco avrebbero cambiato il distributore. La castana sembrava avere fin troppa importanza all'interno della scuola, tanto che, come in quel caso, era stato chiesto a lei di verificare la colpevolezza del punk.
- Continua, per piacere.- Duncan sospirò. Non aveva la minima idea di cosa la ragazza volesse fare, ma se voleva evitare di venir deriso dai suoi professori doveva affidarsi a lei.
- Ho preso una barretta di cioccolato e mi sono diretto in palestra.- prese un attimo di pausa, così da dare il tempo alla ragazza di scrivere tutto - Lì ho incontrato Scott Wallis, quel ragazzino di seconda, che stava fumando una sigaretta.- spiegò, mimando il gesto.
- Quel maledetto Wallis, gli ho detto un sacco di volte di non fumare a scuola! - Courtney strinse un pugno, infastidita dalla presenza di tutti quei bulletti all'interno dell'istituto.
- Abbiamo parlato un po', fino a quando me ne sono andato verso il cortile e lì, all'ombra del pesco, mi sono addormentato per circa dieci minuti.- concluse.
- Tutto qui?- domandò lei, stranita dalla carenza di dettagli nella sua spiegazione.
- Esatto tutto qui. Quando mi sono svegliato, ho sentito il rumore della finestra rotta, quindi mi sono avvicinato. Il signor Hatchet mi ha visto lì e ha dato subito la colpa a me. - disse quelle parole con odio, mentre ripensava al volto del loro insegnante di ginnastica, con cui per ben tre anni aveva avuto una relazione prettamente negativa.
- Capisco.- finì di scrivere, poi prese una busta ed estrasse delle fotografie. Il moro la guardò riluttante, senza riuscire a capire dove volesse andare a parare - Queste sono alcune foto che ho fatto io stessa sul luogo dell'incidente.- gliene passò una, dove era ben visibile la finestra spaccata.
La palestra era un edificio piuttosto grande, altro circa dieci metri, la cui struttura era fatta principalmente di mattoni, eccezion fatta per i due metri superiori dove erano presenti numerose vetrate. Ad essersi rotta era la vetrata centrale.
- Sì, l'ho visto dal vivo. Il luogo dell'incidente, intendo.- disse, sfogliando anche le altre. Ce n'era una che rappresentava un sasso, ovvero l'oggetto usato per rompere la vetrata, una con i vari frammenti sparsi per terra ed altre con gli stessi soggetti delle precedenti, ma da diverse angolature.
- Era così quando l'hai visto tu?- chiese, riprendendo subito in mano la matita.
- Ehm...- ci pensò un po' su e approfittò di quel tempo per osservare bene tutte le immagini - Credo di sì, non ho ben chiaro lo scenario, anche perché Hatchet mi ha subito portato dal preside.- spiegò il punk.
- Capisco.- la castana segnò su carta ciò che aveva appena detto - Hai detto di aver parlato con Scott Wallis, giusto?- chiese, ottenendo un cenno positivo con la testa - Cosa vi siete detti?- Duncan sapeva che, prima o poi, sarebbe giunto il momento, di parlare di ciò. Deglutì con forza e ciò portò la ragazza a capire dove sarebbero andati a parare.
- Beh... gli ho offerto la mia cioccolata in cambio di una sigaretta.- decise di essere il più schietto possibile. Courtney roteò gli occhi, scocciata dal sentire quelle parole.
- E lui?- sorvolò la faccenda, lanciandogli comunque un'occhiata, dalla quale intuì che, prima o poi, sarebbero ritornati nell'argomento.
- Ha accettato.- Duncan accompagnò la risposta con una leggera risatina.
- Ecco perché sentivo puzzo di fumo. - scosse la testa, infastidita dall'odore presente nella stanza.
- Ognuno ha i suoi vizi. - replicò lui, venendo istantaneamente fulminato da un'occhiata da parte della castana.
- Hai quattordici anni, smettila di dire queste cavolate.- il punk, messo alle strette, non poté dire altro - Che tipo di barretta era?- fece un altro segno sul foglio.
- Una Choco-Shock, di quelle al latte.- specificò.
- Wow, avrei scommesso per una fondente.- lo sbeffeggiò lei, con un sorrisetto.
- Erano finite.- si difese lui, per poi incrociare le dita e distogliere lo sguardo con espressione contrariata.
- Sì, sì, certo.- gli fece cenno con una mano di lasciar perdere - Dove hai fumato la sigaretta?- chiese successivamente.
- Sotto l'albero.- si ricordava anche il punto in cui aveva gettato il mozzicone, ma decise di non rivelarle troppo per paura che potesse farlo mettere ancora di più nei guai.
- C'era qualcuno lì vicino?- il punk ci pensò. Ricordava vagamente la presenza di qualcuno, nonostante di solito il Giovedì mattina quel luogo sarebbe dovuto essere deserto.
- Sì, c'era Gwen. - sentendo quel nome, Courtney rizzò le antenne.
- E cosa ci stava facendo lì?- effettivamente quel giorno la gotica, nonché sua migliore amica, era entrata alla seconda ora senza dirle nulla.
- Non credo che tu voglia saperlo.- tagliò corto lui, poco voglioso di vederla ancora più furente.
- Dimmelo. Ora.- il punk era un temerario, ma sapeva bene che contro di lei aveva poche chance. Si spaventò non appena guardò i suoi occhi furenti e le confessò tutta la verità.
- Stava fumando sullo scivolo.- si mise istintivamente le mani in faccia, conscio che sapere quella cosa avrebbe fatto fomentare ancora di più la castana.
- Lei stava facendo cosa?!- urlò, con tutta la voce che aveva. Duncan roteò gli occhi, infastidito dal rumore. Si grattò un orecchio e le parlò con voce sarcastica.
- Tesoro mio, era palese che fumasse. Solo tu non te n'eri accorta.- il punk scrollò le spalle, conscio che, se anche si fosse salvato dall'espulsione, Gwen lo avrebbe ucciso non appena sarebbe venuta a sapere di ciò che aveva detto a Courtney.
- Comunque sia, adesso questo non ci interessa.- sbuffò, per poi riprendere compostezza - C'era qualcun altro?- trasse un grosso respiro e riprese a fare le domande.
- Vicino no, però dall'albero sono riuscito a vedere la rossa che va in prima. Come si chiama?- chiese, schioccando le dita nella speranza di ricordarsi il nome.
- Scarlett Friday?- propose Courtney.
- Sì, lei. Era appoggiata allo stipite della porta e stava guardando verso la palestra.- aggiunse, scuotendo la testa.
- Questo però prima che ti addormentassi, giusto?- il punk le fece un cenno di assenso - E quando ti sei svegliato la situazione com'era?­­ -
- Non c'era nessuno, per un istante ho visto Tyler correre verso la porta, poi anche lui è sparito e sono rimasto da solo.- disse, riflettendoci anche a lungo.
- Quindi potrebbe essere stato lui?- propose lei. Duncan la guardò con uno sguardo dubbioso.
- No, non penso. Mi ero appena svegliato quando l'ho visto, quindi o ha corso come Bolt, oppure non può essere stato lui.- si tirò indietro con la schiena e la appoggiò contro lo schienale.
- Siamo ancora in alto mare, però ci stiamo pian piano avvicinando alla risposta.- iniziò a disegnare una piccola mappa e poi gliela passò - Segna qui tutti i movimenti che ti ricordi.-
Il moro prese il lapis in mano, seppur con fare riluttante, poi incominciò a fare diversi punti sulla "cartina" improvvisata da Courtney.
- Allora, qui c'era Gwen, qui Scarlett Friday, di qua Scott Wallis e questa è la strada che ha percorso Tyler quando mi sono svegliato.- disse, per poi riconsegnarle il foglio.
- Capisco, quindi mi stai dicendo che Tyler ha fatto uno scatto dalla palestra fino all'entrate e, solo dopo, la finestra si è rotta?- ormai la castana si era impuntata contro il povero ragazzo, reo di essersi trovato nel punto sbagliato al momento sbagliato.
- Sì, una cosa del genere.- Duncan si grattò la testa, annoiato da tutti quei discorsi.
- In effetti potrebbe starci, lui è molto scarso negli sport, quindi potrebbe aver erroneamente tirato un sasso conto la finestra mentre si stava allenando a baseball.- iniziò a progettare una tesi che vedeva Tyler come possibile colpevole, il tutto sotto lo sguardo perso del punk.
- Che senso ha, scusami? Per prima cosa: lui è un membro del club di rugby. Seconda: poteva benissimo allenarsi con delle palline vere. È un idiota, su questo non c'è nulla da dire, però non credo sia talmente deficiente da fare una cosa del genere.- controbatté, mandando in frantumi tutte le sue ipotesi.
- Allora chi altro potrebbe essere stato? Scott?- tirò un nome tanto per, ed iniziò subito a formulare un'ipotesi. Guardò per un istante una delle foto e, dopo essersi accorta di un leggero dettaglio, spagliò - Guarda!- urlò e portò la foto davanti alla faccia del moro, che la scostò bruscamente.
- Cosa?- domandò, mettendo a fuoco l'immagine.
- Guarda qua.- con l'indice indicò una piccola carta viola presente nell'estrema destra dell'inquadratura.
- Questa è...- accennò, venendo però anticipato.
- Una cartaccia di Choco-Shock! Ah, scacco matto, Wallis!- gridò, per poi iniziare a festeggiare. Duncan la guardò con fare scettico, senza sapere cosa dirle. Sembrava essere tutt'altro che felice di ciò, nonostante in quel modo lui si sarebbe salvato dalla fantomatica espulsione.
- Non mi convince. Scott è un tipo scontroso e problematico, ma non mi sembra il tipo da spaccare le finestre in quella maniera.- nuovamente, Duncan le dette contro, facendola innervosire sempre di più.
- Oh, che cavolo! Sto cercando di aiutarti, non essere così poco collaborativo.- sbottò lei, innervosita da tutte quelle contraddizioni.
- Lui non è stato, ne sono sicuro.- sentendo quella frase, Courtney sbuffò sonoramente.
- Di Scarlett che mi dici? Ho saputo che spesso ha dato di matto nella sua classe, quindi è ritenuta un soggetto poco affidabile.- si portò il lapis vicino alla labbra - Magari, in un attacco di rabbia, potrebbe aver lanciato la pietra contro la vetrata.- tirò in su l'indice, domandandosi come potesse essere così intelligente.
- Questa teoria fa acqua da tutte le parti.- la sminuì il punk e lei non poté far altro che appoggiare la testa contro il banco, completamente esausta.
- L'ultima rimasta è Gwen, ma lei non può essere stata, è entrata in classe per la seconda ora.- la castana fece un cerchio sul puntino che rappresentava la gotica.
- Sì, se n'è andata addirittura prima che io mi addormentassi. Ha fumato una cicca e via.- spiegò lui, senza entrare troppo nel dettaglio.
- Quindi le opzioni che restano sono loro tre...- Courtney rimase in silenzio per qualche secondo, fino a quando non ebbe pensato a come risolvere la questione - Ci sono!- esclamò, battendo con forza le mani sul tavolo.
- Cosa?- domandò Duncan, roteando gli occhi.
- Ricordi quello che è successo la settimana scorsa?- chiese, con le stelle al posto delle pupille.
- No. - tagliò corto lui, senza sapere dove volesse arrivare.
- Scott Wallis ha preso una nota durante l'ora di ginnastica perché ha insultato violentemente una compagna di classe.- schioccò le dita, sicura di essere ad un passo dalla risoluzione del mistero.
- Questa me l'ero persa.- commentò, svogliatamente, il punk.
- Conosci Dakota Milton?- il moro ci pensò su per qualche secondo.
- Sì, quella tipa sexy di seconda.- mimò le forme della ragazza con le mani, facendo indispettire ed inorridire l'altra.
- Ecco, lei ha fatto perdere la sua squadra a palla prigioniera, così lui le ha lanciato una bottiglietta d'acqua in testa.- spiegò.
- Un tipetto rozzo questo Wallis, eh?- disse lui, ironicamente. Era perfettamente conscio della competitività del rosso, al punto che si divertiva ad andarlo a vedere quando giocava a calcio solo per guardarsi le risse che causava ogni tre per due con gli avversarsi.
- Ecco, per vendicarsi di ciò ha rotto la finestra della palestra, poi ha dato la colpa a te mettendo la cartaccia lì vicino.- la castana disse quelle parole con una convinzione tale che lui non poté che scoppiare a ridere - Cosa ci trovi di divertente?- lo guardò assottigliando gli occhi, stufa di essere presa in giro.
- Ma di che diavolo stai parlando?- fu costretto ad interrompersi, troppo preso dalle risate - Perché avrebbe dovuto provare ad incastrarmi, nessuno mi aveva visto prendere la barretta. È una cosa che sai solo tu, perché te l'ho detta io. -
- Ah, dannazione! Allora... torno a dire che il colpevole sia Tyler.- ormai Courtney era completamente alterata, al punto che a malapena riusciva a pensare lucidamente, e tutto ciò non fece che far divertire ancora di più il punk.
- Dimmi, Court, perché mi stai aiutando?- le chiese poi, tornando serio. La castana ci pensò per qualche secondo, senza sapergli dare una risposta precisa. Di certo non poteva dirgli che lo stava facendo perché non voleva che lui venisse espulso, ne sarebbe valso del suo orgoglio.
- Perché...me l'ha chiesto Gwen. - disse la prima cosa che le venne in mente.
- Ah, quindi di me non te ne frega nulla?- ribatté lui, alzando leggermente un sopracciglio.
- No, cioè... non è questo che... ah, lasciamo stare, continuiamo.- il volto della ragazza si tinse di rosso per l'imbarazzo, poi decise di sorvolare la questione.
- Court.- la chiamò, senza però venire ascoltato.
- Tyler ha lanciato il sasso, poi, da vigliacco qual è, è scappato via.- ormai la castana era persa nei suoi pensieri da detective.
- Court.- ripeté, senza però ottenere nessun risultato.
- Oppure Scott, che, per vendetta, ha deciso di inscenare un complotto per rompere la vetrata e poi farla franca.- si batté un pugno sulla mano, convinta di essere ad un passo dall'epilogo della faccenda.
- Court.- anche quella volta non venne minimamente calcato, così comprese di dover optare per qualcosa di diverso.
- Rimane poi Scarlett che... ho capito! Si è messa in combutta con Scott e Tyler per rompere la vetrata. Dobbiamo solo capire perché Tyler abbia accettato di unirsi a loro.- portò una mano sotto al mento, talmente concentrata nelle speculazioni da essersi dimenticata dove si trovasse.
- E dai, Court.- il punk sospirò, afflitta da quella situazione.
- Ci sono! Lo hanno minacciato. Poi tu hai dato la merendina a Scott ed hanno deciso di incastrare te!- disse, tutta soddisfatta - Ci hanno provato, però non sono riusciti a fregare la super avvocatessa Courtney Barlow, il gioiello della...- il suo, lungo, discorso venne interrotto da Duncan.
- Ti amo. - disse, tenendo un gomito appoggiato sul tavolo ed il mento sul pugno. Subito la castana si irrigidì e diventò rossa dalla testa ai piedi.
- Come... cosa... perché... tu...- stoppò immediatamente la sua parlantina e guardò il ragazzo davanti a se come se fosse un fantasma.
- Oh, finalmente ti sei fermata. Sono stato io a rompere la finestra.- ammise, grattandosi la testa. Courtney batté gli occhi per un po', fino a quando non metabolizzò correttamente l'informazione.
- Cosa?!- gridò, per poi scattare in piedi alla velocità della luce.
- Hai capito bene, ho lanciato io il sasso. La verità è che non ho nemmeno scambiato la barretta con Scott, volevo crearmi un alibi, ma così facendo avrei messo nei guai lui.- abbassò la testa, conscio di essere arrivato alla fine del percorso.
- Quindi tu continuavi a smentire le mie ipotesi per... salvare gli altri?- rimase immobile, con la bocca aperta ed un'espressione sconvolta in volto.
- Salvare mi sembra un parolone, diciamo che, se la verità venisse a galla, avrei ancora più problemi.- alzò le spalle, nella speranza di passare come un bad boy che si preoccupava solo di se stesso.
- Capisco...- sussurrò Courtney. Stette ferma con il lapis in mano per due minuti interi poi, come se presa un colpo di genio, incominciò a scrivere su un foglio completamente bianco fino a riempirlo.
- Che stai facendo?- Duncan guardò la mano della ragazza che, con estrema velocità, scriveva parole su parole senza fermarsi per un istante.
- Quando ti sei svegliato hai visto un tipo incappucciato che, con fare furtivo, si stava dirigendo verso la palestra. Lo hai seguito e lì hai assistito alla rottura della finestra. Hai provato a fermarlo, ma lui era troppo veloce e tu se rimasto immobile davanti al luogo del delitto.- disse, con un sorrisetto in volto - Dico bene?- sulle prime, il punk non sembrò capire, poi, finalmente, intuì cosa la castana stesse cercando di fare.
- Ah... sì, vero, vero.- asserì, con un mezzo sorriso.
- Perfetto, allora il caso è risolto. Ci penserò io a parlare con i professori e a convincerli.- detto ciò, rimise tutto nel suo zaino e si preparò ad andarsene.
- Court...- Duncan, con la testa bassa, la chiamò - Grazie per tutto.- disse, senza riuscire a nascondere l'imbarazzo. Non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere, corse via alla massima velocità, facendole un ultimo saluto con la mano prima di sparire al di là della porta.
- Che idiota...- sospirò e, soddisfatta, se ne andò con tranquillità dall'aula di arte.
Si diresse fino all'entrata dove, appoggiata al cancello, c'era Gwen, la sua migliore amica. La mora la guardò sorridendo e le andò incontro.
- Com'è andata?- chiese.
- Molto bene, sono riuscita a capire la dinamica dell'incidente, anche se non so ancora chi sia stato.- mentì spudoratamente - Piuttosto, sono venuta a sapere una cosa su di te...- ripensando a ciò che le aveva detto Duncan, serrò i pugni.
- Cosa?- domandò la gotica, senza la minima idea di cosa stesse per accadere.
- Fumi, eh?- sentendo quelle parole, Gwen deglutì istintivamente, conscia del pericolo che stava per affrontare. Maledì mentalmente il punk, che era l'unico a saperlo e quindi doveva essere stato lui a dirlo alla castana.
- Sì, beh... io...- cercò di giustificarsi, ma non né trovo il modo.
- Oggi è stata una giornata faticosa, quindi farò finta di nulla. Faremo i conti domani.- disse Courtney, sospirando con forza. La gotica non poté far altro che fare un cenno con la testa - Piuttosto, sei sporca qui.- indicò un il labbro dell'amica, subito si pulì.
- Ah, sì, Duncan mi ha dato una barretta di Choco-Shock. - lì per lì Courtney non fece caso a quell'informazione, ma, dopo averci riflettuto attentamente, riuscì ad arrivare al fantomatico epilogo sulla faccenda e soprattutto capì come mai Gwen le avesse chiesto di aiutare il punk ad uscire da quella situazione.
- Quel maledetto...- sussurrò, per poi dare un colpo conto una staccionata lì vicino, rischiando seriamente di romperla. Duncan gliel'aveva fatta di nuovo e, visto come si erano messe le cose, non poteva far altro che confermare la tesi che avevano elaborato insieme.
 
- Ehi, Gwen, anche tu salti la prima ora?- Duncan le si avvicinò di soppiatto e si appoggiò alle scalette dello scivolo.
- Sì, odio fare Letteratura, quindi entrerò alla seconda.- la gotica scese dallo scivolo e gli andò vicino, dandogli il cinque come erano soliti fare.
- Ci hai preso gusto, eh?- il ragazzo indicò la sigaretta presente nella mano della mora, che si limitò a sbuffare.
- La colpa è solo tua.- rispose, dando un colpo a ciò che rimaneva della cicca. La guardò mentre smetteva di emettere fumo e poi la calpestò con cattiveria.
- Ehi, ehi, ehi, non sbolognare tutta la colpa su di me. Ti ricordo che sei stata tu a chiedermi di provare.- si giustificò Duncan, per poi avviarsi verso il grosso pesco infondo al cortile assieme alla ragazza.
- Non avresti dovuto farmelo fare.- sbottò lei.
- Sì, sì, come no. Piuttosto, me ne dai una?- indicò il suo zaino, perfettamente al corrente della presenza di un pacchetto al suo interno.
- Mi spiace, ma è l'ultima.- scosse la testa, facendolo sbuffare.
- In cambio ti do questa.- estrasse dallo zaino una barretta di Choco-Shock e gliela porse - L'ho offerta anche a Wallis in cambio di una cicca, ma non l'ha voluta.- spiegò, per poi portarla a qualche centimetro dal suo volto.
- E va bene.- sbuffò la gotica. Aprì lo tasca davanti dello zaino e prese un pacchetto grigiastro, al cui interno c'era solo una singola sigaretta. Seppur tremante, la passò al ragazzo, ed in cambio lui le lanciò la barretta, che iniziò subito a mangiare.
- Fantastico, ero in astinenza da nicotina. Ehm, hai da accendere?- la gotica, con riluttanza, gli passò l'accendino ed il punk accese la sigaretta. Incominciò a fumare con calma e si appoggiò alla corteccia dell'albero con la schiena.
- Scarlett Friday è sempre lì, incredibile.- gli occhi di Gwen caddero sulla rossa che, come ogni mattina, era ferma nel solito punto con gli occhi rivolti verso la palestra.
- E che ci vuoi fare? Sai che è una schizzata.- alzò le spalle, per poi prendere un altro tiro.
- Dicono che sia davvero svitata, secondo alcune voci avrebbe spesso degli attacchi di rabbia durante le lezioni.- spiegò lei.
- Queste "voci" sarebbero Courtney?- chiese il punk, accennando ad un leggero sorriso.
- Beh, sai che lei è sempre informatissima.- la gotica si mise accanto a lui ed appoggiò la testa contro la corteccia con fare esausto - Me lo lasci un tiro?- chiese poi, notando subito il ghigno che si formò sul volto del punk.
- Facciamo così: lancia un sasso più lontano di me e ti lascio tutta la sigaretta.- indicò la cicca, ancora a metà, e poi due pietre lì vicino. La gotica alzò un sopracciglio, quasi offesa da quella proposta.
- Mi stai prendendo in giro? Ti batterò senza problemi.- Duncan, sentendo quella provocazione, rise e si alzò.
- Chi va per prima?- chiese, tenendo la sigaretta ben stretta fra i denti.
- Prima le signore.- Gwen gli fece cenno di iniziare e lui, ridendo, prese un sasso da terra. Si concentrò profondamente, poi, prendendo una leggera rincorsa, lanciò la pietra, che finì ben oltre la palestra.
- Wow, il lanciatore Nelson manda in fumo le speranze della streghetta!- esultò, dandole un'occhiata.
- Smettila di agitarti, farai cadere la cicca. Adesso ti faccio vedere come si fa. - la gotica finì la barretta in un sol boccone e prese in mano una pietra di notevoli dimensioni.
- Sei sicura di voler lanciare quella?- indicò l'oggetto, decisamente più grande di quello che aveva tirato lui.
- Non sono una femminuccia come te. - detto ciò, trasse un grosso respiro e poi, facendo una mezza roteazione, lanciò la pietra.
Entrambi si resero subito conto che quel lancio non era stato ben eseguito, ma il rumore di vetro in frantumi fece capire loro di essere nei guai più di quanto pensassero. Videro Tyler, della sezione accanto alla loro, correre disperatamente verso l'entrata.
- Aiuto! Qualcuno ci bombarda!- gridò, allungando notevolmente le vocali alla fine delle parole. I due, non del tutto sicuri di cosa fare, si guardarono negli occhi.
- Andiamo a controllare.- incitò Gwen, avviandosi subito.
- Ma sei matta? Se Hatchet ci trova siamo finiti.- ribatté il punk, conscio di non essere molto simpatico al professore.
- Dai, su. - la mora prese a corsa, costringendo l'altro a seguirla.
Giunsero nel luogo del delitto e lì videro ciò che la gotica aveva combinato. La vetrata centrale era completamente a pezzi ed i frammenti di vetro erano sparsi per terra.
- O mio Dio...- Gwen, consapevole di aver fatto un danno irreparabile, lasciò cadere la cartaccia di Choco-Shock nella sua mano senza pensarci. Duncan deglutì con forza, anche lui allarmato per quella situazione.
- Chi diavolo è stato!?- l'urlo di Hatchet fu udibile per tutto l'Ontario. L'insegnante si avviò con passo da militare verso il luogo dell'incidente, mandando ancora di più nel panico di due.
- Che cosa facciamo?- chiese Gwen, completamente nel panico. Duncan guardò la mora e, sospirando, le si avvicinò.
- Scappa più lontano che puoi.- disse, per poi darle una leggera spinta.
- Ma così tu...- il ragazzo non le permise di finire.
- Non preoccuparti, fa come ti dico.- le fece gesto con la mano di allontanarsi da lì - Al massimo mi offrirai un pacchetto di sigarette.- cercò di rendere la situazione meno ansiogena, senza però riuscirci.
Gwen lo guardò, con le lacrime agli occhi, poi iniziò a correre verso l'interno della scuola senza voltarsi.
- Nelson, lo sapevo! Sei stato tu. - Hatchet era ormai giunto nel luogo dell'incidente e si era adirato ancora di più non appena aveva visto Duncan lì. Non riuscì a nascondere un sorrisetto, conscio che, con un'altra sospensione, quel ragazzaccio sarebbe stato espulso definitivamente.
- Ehm... posso spiegare.- non riuscì a dire altro, perché venne preso di peso dal professore e portato in presidenza dove, sicuramente, avrebbe ricevuto un trattamento tutt'altro che positivo.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Lo so, l'avevo annunciata come Duncney, ma non so se si possa seriamente definire così. È più che altro... una bozza di un mini progetto che vorrei portare avanti, sempre se il tempo a disposizione me lo permetterà.
Vorrei scrivere una serie di One Shot sconnesse l'una dall'altra, ma ambientate tutte in una fantomatica scuola media in cui sono presenti tutti i personaggi di Total Drama.
Diciamo che per adesso rimanere una singola storiella su come Courtney cerchi, fallendo, di risolvere un caso, venendo però fregata da Duncan, una vera e propria vecchia volpe.
Con questo credo di aver detto tutto, ci vediamo, forse, in una prossima OS flash, oppure a settembre con qualche progetto nuovo, perché, ahimè, il mio tempo è scaduto, quindi posso solo portare avanti Care Project e The Getaway, che fra l'altro vi informo essere entrambe finite.
Sto anche provano a scrivere una storiella a più capitoli, giusto 4 o 5, ma non so se ce la farò. Così facendo potrei rimanere attivo anche durante Agosto.
Arrivederci e buone vacanze!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Mr Lavottino