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Autore: bridgetvonblanche    12/06/2019    3 recensioni
[zombie apocalypse!AU]
Things really change when the undead pick a side in a war.
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[Till the world ends trailer]




Vita
 

 

— consiglio la lettura del capitolo con la canzone di questo video in sottofondo, non lo rimpiangerete —


 

"Fidati, tu per lei sei molto più importante"

Non aveva voluto prestare ascolto ed attenzione a quelle parole. Come un vero sciocco, aveva pensato che il suo capitano le avesse pronunciate solo per costringerlo a guardare avanti senza avere rimpianti, provare pena o risentimento proprio verso di lui che Jungkook aveva solo potuto osservare impotente spirare poco dopo tra le proprie braccia, senza nemmeno dargli il tempo di ribattere a quella stupida constatazione.

— Hyeseon ha bisogno di una trasfusione di sangue, altrimenti rischia di-, —

Non avrebbe mai perdonato Taehyung per essersi sacrificato al posto suo, nè se stesso per non aver impedito in ogni modo che questo accadesse. Eppure, se in quel momento si trovava proprio lì, accanto ad Hyeseon con la concreta possibilità di poterle salvare la vita, Jeon Jungkook lo doveva ancora una volta solo ed esclusivamente al coraggio e al sacrificio del suo più amico più caro.

— Dimmi cosa devo fare hyung, —

Non aveva nemmeno lasciato che Seokjin finisse di parlare, invitandolo con un cenno della testa a procedere con tutto ciò che fosse stato in suo potere e nelle sue conoscenze per cercare di salvare quella ragazza per cui, ormai da tempo, Jungkook aveva iniziato a provare del sentimento sincero.

Aveva dunque posto accanto a lei, sostenendo con un braccio il trascurabile peso del bambino di Hyeseon, mentre l'altro era invece stato prontamente disteso verso il suo più anziano compagno, che non aveva esitato a conficcare nella sua vena più vistosa una nuova flebo il cui tubicino, seppur sottile, si era presto colorato di un rosso vivido e particolarmente acceso.

Jungkook non aveva fiatato o fatto domande durante tutto il processo di trasfusione: nemmeno una smorfia di dolore o fastidio si era dipinta sul suo volto serio e concentrato, nonostante sapesse benissimo che la quantità di sangue che Seokjin stava prelevando dal suo corpo fosse decisamente superiore a quella normalmente richiesta.

Per qualche assurda ed inspiegabile ragione, Kim Taehyung era riuscito a prevedere anche questa eventualità e si era ben guardato dal rivelargli le sue conoscenze in merito, perchè evidentemente, se solo Jungkook avesse saputo, probabilmente lo avrebbe costretto a rimanere accanto ad Hyeseon a costo di doverlo legare ad una sedia.

Ma forse proprio perchè Taehyung era entrato a conoscenza di qualche particolare che Jungkook ancora ingnorava, anche di fronte alla concreta possibilità di salvarsi, per quello stesso, incommensurabile amore verso Hyeseon, il capitano di Hiraeth aveva preferito rinunciare alla propria vita per cercare di salvaguardare quella del suo compagno più giovane.

— Jungkook, —

Venne riscosso dalle sue angosce proprio dalla flebile anche se maledettamente rassicurante voce di Hyeseon. La sua mano, più fredda di quanto Jungkook avesse osato immaginare, era infatti riuscita a sfiorare il suo braccio, ancora impedito nei movimenti a causa dell'ago.

— Hyeseon sono qui, — non aveva fatto altro che risponderle, cogliendo l'occasione per stringere quella mano sottile nella sua e poi portarla alla bocca solo per sfiorarla con le labbra, tentando in qualche modo di infonderle calore.

— Jung-kook, —

— Vedrai, andrà tutto bene, — rispose poi a quell'accorato appello. E ci credeva davvero alle quelle parole, Jeon Jungkook. Vi si stava aggrappando con tutta la forza, con quella assurda convinzione che finalmente le cose sarebbero andate nel verso giusto, almeno questa volta. Non era riuscito a salvare Taehyung, ma non avrebbe commesso lo stesso, madornale errore con Hyeseon.

— Dov'è Taehyung? Io devo dirgli che, devo dirgli-, —

La mano della ragazza lasciò quella di Jungkook solo per avere l'occasione di raggiungere il suo petto, già proteso verso di lei, avendo così la possibilità di tornare a stringere tra le mani una delle due targhette al collo del ragazzo, percorrendo poi con l'impronta del proprio pollice i contorni e quelle maledette iniziali, incise a ferro e fuoco su quel sottile foglio di metallo, fin troppo note al suo tocco delicato.

Nonostante avesse smesso di tremare grazie alla dose di morfina somministratale da Seokjin, quel corpo gracile non potè controllare gli spasmi e i singhiozzi dovuti al pianto che lei stessa non riuscì più a trattenere di fronte a quella scoperta. Non era stato necessario che Jungkook aprisse bocca, perchè Hyeseon lo aveva percepito ben prima che lui rientrasse insieme a Jimin alla gilda. Solo che nè il suo cuore nè la sua mente sembravano essere disposti ad arrendersi ed accogliere quella sensazione maledettamente spiacevolo.

— Hyeseon! —

Non avvertì quindi le grida di Jungkook che seguirono il suo pianto, nè tantomeno il rumore sinistro proveniente dall'elettrocardiogramma accanto al suo lettino, ma solo il freddo di quella piastrina ancora stretta nella sua mano.

— Hyung perchè il sangue non smette di-, —

Fu nuovamente Jungkook a interrompere quel silenzio riempito solo dai singhiozzi sommessi di della ragazza, chiamando poi a raccolta anche Jimin e Hoseok che, fino a quel momento, non avevano potuto fare altro che rimanere impotenti ad osservare i gesti rapidi e precisi di Seokjin.

— Non lo so, tutti i parametri sembrano essere ok, ma è come se.. — prese quindi la parola il primario della gilda, avvicinandosi nuovamente al corpo così inspiegabilmente calmo di Hyeseon.

— Come se cosa? —

— Come se il suo corpo stesse rifiutando la cura, — manifestò solo allora i propri timori il giovane medico, asciugandosi poi la fronte completamente sudata con la manica del suo riconoscibilissimo camice bianco senza scostare lo sguardo dal volto sofferente di Hyeseon, ancora distesa accanto a loro.

— Taehyung, —

Tutti i presenti udirono quel nome uscire flebile dalle labbra ancora così belle e carnose della ragazza, nonostante tutta la sofferenza e il tormento di quegli attimi infiniti.

— Hyeseon devi farti forza adesso, — provò ad incoraggiarla nuovamente Jungkook, tornando a stringere la sua mano grande e calda attorno alla sua, più debole e fredda, ancora disperatamente aggrappata alla targhetta del suo ormai defunto compagno.

— Jungkook, — lo richiamò all'attenzione poco dopo, indugiando per un istante sul calore di quel corpo tanto nobile e gentile,  — Lasciami andare, —

Quelle parole lasciarono flebili le sue labbra come in un sussurro, ma riuscirono comunque a trafiggere il giovane soldato in pieno petto. Lo colpirono come la lama di un coltello sapientemente affilato, ferendolo proprio nel punto più debole, in quello maggiormente sensibile, in quello fatale.

Un uomo non può sopravvivere, se pugnalato al cuore. E allora perchè stava ancora respirando? Perchè non vedeva sangue sgorgare dal proprio petto?

— Hyeseon non puoi chiedermi questo, — fu tutto ciò che la sua mente fu in grado di elaborare, gli occhi ora fissi sulla donna che, riversa sul lettino, nonostante tutti i loro sforzi, stava ancora perdendo troppo sangue.

La vide poi passare la mano bianchissima sulla sua guancia accaldata, portando via con una semplice carezza quella stupida lacrima che aveva vinto la sua battaglia contro il suo strenuo tentativo di resistere al dolore. 

— So che potrai prenderti cura di lui, —

Una mano delicata quella di Hyeseon, che percorse imperterrita il suo volto tirato, soffermandosi per un istante sulla morbidezza di quella morbida chioma corvina per poi finalmente scendere e arrestare così i propri movimenti sulla piccola testa di quella innocente creatura, incredibilmente calma tra le braccia del più giovane soldato della gilda.

— No tu non puoi lasciarci, non puoi lasciarmi, — provò a dissentire, il tono di chi, anche davanti all'evidenza, non si sarebbe dato per vinto così facilmente.

La vide sorridere serena, accarezzando il volto del suo stesso figlio e, per un solo, maledetto istante, Jungkook credette di essere riuscito a convincerla a rimanere e a lottare, per se stessa e per ciascuno di loro. Ma quando quello sguardo, finalmente pacato e disteso, incrociò i suoi grandi occhi a nocciola, Jeon Jungkook capì di non essere mai stato così lontano e distante dalla realtà delle cose.

— Permettimi di essere egoista e di decidere di cosa fare della mia vita almeno questa volta, non hai motivo di salvarmi ancora, —  la sentì implorare, quasi come se davvero lo stesse pregando, gli stesse chiedendo il "via libera" per lasciarsi andare.

— Ce l'ho invece! Io gliel'ho promesso! E poi-, —

Venne interrotto nuovamente nel suo flusso di pensieri da quella mano candida che, inaspettatamente, si poggiò proprio sul suo petto, proprio su quel cuore che, nonostante tutto, non aveva mai smesso di battere, per lei.

— Jungkook, — la sentì pronunciare il suo nome nello stesso modo in cui, poco prima, l'aveva udita sussurrare quello di Taehyung e questo gesto fu sufficiente per fargli salire un pesante nodo alla gola che, già sapeva, non sarebbe più riuscito a trattenere, — Kamsahamnida, —

Al dolce suono di quelle parole, Jeon Jungkook potè solo rimanere immobile e con gli occhi sbarrati ad osservare una volta ancora, per l'ultima volta, quella mano sottile abbandonare lentamente il suo petto ed accasciarsi inerme sul corpicino del bambino che, ancora inconsapevole, stava riposando beatamente tra le braccia del soldato.

— No, no, no, — ripetè più e più volte alzando sempre di più il tono della propria voce, in un perfetto climax,  — Ti amo Hyeseon, —

Non aveva più motivo per nasconderlo, per sottrarsi  ad un sentimento che, per quanto lo avesse desiderato con tutto se stesso, non era riuscito in alcun modo a controllare, a combattere, a vincere.

Taehyung lo aveva sempre saputo e probabilmente anche tutti gli altri, ad Hireath. Forse solo lui non ne aveva mai preso consapevolezza o, più probabilmente, aveva cercato in ogni modo di non ammettere a se stesso di essere innamorato di lei e di provare quindi a combattere per il suo amore.

— Ti amo maledizione, ti amo! —

Forse, se avesse insistito, se avesse lottato per lei anche contro il suo migliore amico, Hyeseon non avrebbe scelto di lasciarlo, di lasciarli tutti per raggiungere Taehyung dove nessun altro avrebbe potuto raggiungerli, non in questa vita almeno.

Rimase impassibile ad osservare Seokjin sottrargli dalle braccia il bambino per riporlo invece in quelle meno tremanti di Hoseok e poi mettergli una mano sulla spalla, tentando così di infondergli quella poca forza che gli era rimasta in corpo. Ma Jungkook evitò di prolungare quel contatto, scattando in piedi e trappandosi quella flebo dal braccio solo per potersi meglio avvicinare al corpo di Hyeseon ed appoggiare così entrambe le sue mani su quel petto inerme, iniziando ad applicare un massaggio cardiaco.

Ritentò quella manovra chissà quante volte, ricevendo come unica risposta il fastidioso ed incessante rumore di un fischio prolungato dell'elelettrocardiogramma.

— Jungkook basta, è finita, — provò a farlo ragionare il medico della gilda, tentando nuovamente di avvicinarsi a lui per cercare di frenare i suoi impeti e quella comprensibile veemenza.

— No hyung, prendi, prendi tutto il sangue che vuoi, ti prego prendilo! — lo supplicò con foga, sollevando per il colletto del camice, indicandogli poi il braccio ancora disponibile per una nuova trasfusione.

Seokjin lo lasciò fare, permettendogli di sfogarsi contro di lui piuttosto che avventarsi come un'anima di pena sul corpo ormai immobile di Hyeseon.

— Jungkook guardami, — asserì poi, con le lacrime agli occhi, trattenendolo a sua volta per il polso.

— Guardami, — ribadì poco dopo, osservandolo abbassare la testa e fissare il pavimento sporco di quella stanza, mai così silenziosa.

— Devi essere forte, ora più che mai, — disse, accarezzando con fare quasi paterno quella massa di capelli ora scomposta e informe, — E devi farlo per Taehyung, per Hyeseon e per il loro bambino, —  aggiunse poco dopo con un pesante nodo alla gola, avvicinandosi al corpo ormai inerme della giovane solo per poterle sollevare un candido lenzuolo sopra la testa.

— Non toccarla, — lo intimò il più giovane, allontanandosi improvvisamente da quel corpo stranamente calmo, ancora riverso sul lettino.

— Jungk-, —

— No, non lo accetto, —

Il primario della gilda non potè che rimanere impassibile e seguire i movimenti del suo più giovane compagno con lo sguardo finchè non lo vide scomparire di corsa oltre il laboratorio, lungo gli oscuri corridoi di una Hireath ancora sotto attacco. Non passò che qualche istante prima di poter udire chiaramente le sue urla di rabbia e di dolore sovrastare i gorgoglii sinistri degli ultimi zombie rimasti che, Jin sapeva, avrebbero avuto vita breve.

Poi i suoi occhi si mossero nuovamente lungo il corpo ed il viso, ora finalmente disteso e sereno, della bella Hyeseon e il suo cuore non riuscì più a reggere: per la seconda volta quel giorno, Kim Seokjin si accasciò a terra, inginocchiandosi ai piedi di quel letto e cominciando a sbattere violentemente i pugni contro il pavimento, maledicendosi per aver fallito nell'unico e più importante compito che Taehyung gli aveva affidato dopo la morte di Namjoon.

Non riuscì quindi ad udire più le urla disperate e furenti di Jungkook; non percepì altro che non fossero le sue stesse lacrime e i propri singhiozzi uniti presto a quelli di ciascuno dei altri membri presenti all'interno di quella piccola stanza. Non ebbe nemmeno la forza ed il coraggio di sollevare lo sguardo, ma Seokjin avrebbe saputo distinguere anche ad occhi chiusi i continui tentativi di trattenere le lacrime di Hoseok, o i singhiozzi discontinui di Jimin. Persino i vani tentativi della piccola Lily di tirare su col naso erano ormai ben noti al suo orecchio allenato. Decise comunque di rivolgere a lei le proprie attenzioni, sorprendendosi d'un tratto di quanto fosse cresciuta: nonostante tutto il dolore, la disperazione e la paura di quegli anni assurdi, Min Lily era rimasta per tutto il tempo accanto ad un ancora frebbriciante Yoongi e, anche se tra le lacrime, le sue braccia non avevano mai smesso di cercare di infondergli un pò di sollievo, continuando a rinfrescare quell'unico panno a sua disposizione solo nella speranza di poter riassaporare un giorno il calore di un suo abbraccio o di una sua parola di conforto, qualora lei ne avesse sentito il bisogno.

Vedere quella sua ineluttabile determinazione lo convinse quindi a rimettersi in piedi solo per avvicinarsi a lei e avere così l'occasione di stringerla a sè.

— Non trattenerti principessa, sei stata fin troppo coraggiosa, ci sono qui io adesso, — furono le sole parole che dovette pronunciare per vederla finalmente sciogliersi in un angosciante pianto liberatorio, aggrappandosi al suo camice e lasciando così che i suoi singhiozzi si perpetrassero attraverso ogni muro, ogni stanza, ogni corridoio di quella Hireath ormai decaduta fino a ricongiungersi con le urla furenti del soldato Jeon.
 

• 
 

Era rientrato nel laboratorio dopo quelle che avrebbero dovuto essere solo un paio d'ore, ma che a ciascuno dei membri di Hiraeth erano invece sembrate un'eternità. Matido di sangue, la bocca completamente asciutta e lo sguardo mai così pungente, mai così afflitto, mai così addolorato, Jeon Jungkook si era quindi incamminato in totale e rispettoso silenzio verso un punto ben preciso della stanza, liberandosi immediatamente delle due pistole che, fino a quel momento, aveva tenuto strette tra le mani e che gli erano servite per sterminare qualsiasi tipo di minaccia zombie rimasta. Aveva quindi superato il corpo ancora debole di Yoongi, la piccola Lily ancora stretta tra le braccia di Seokjin, un impassibile Jimin. Non si era fermato nemmeno davanti ad Hoseok, accasciato a terra ed in lacrime davanti a quell'assurda pozza di sangue con il bambino di Hyeseon ancora stretto tra le braccia.

Non aveva pronunciato una sola parola Jeon Jungkook, trovando difficile persino provare a respirare davanti alla visione di quel corpo ormai immobile e freddo sotto il suo sguardo annebbiato dalle lacrime e da un dolore difficilmente sanabile. Si limitò quindi a sollevare una Hyeseon ora completamente indifesa prima di incamminarsi nuovamente verso l'uscita del bunker, non aspettandosi di certo domande o richieste di spiegazioni da parte dei suoi compagni che invece, quasi come se richiamati da quell'aura solenne, ritrovarono improvvisamente la forza nelle gambe per seguirlo fino all'esterno delle mura del bunker, dove tutti si accorsero che persino il cielo stava per piangere la prematura scomparsa della giovane.

Sempre in quell'atmosfera di rispettoso silenzio, Jeon Jungkook si limitò quindi ad adagiare quel corpo leggero su un letto di foglie ancora secche, proprio accanto a quello di Taehyung. Rimase così, immobile, per un tempo non definito ad osservare con occhi gonfi e ricolmi di lacrime e risentimento per la propria sconfitta quei due corpi innaturalmente calmi, soffermandosi prima sulla fascia che ancora copriva la ferita alla gamba del suo capitano per poi passare al ventre ancora gonfio della ragazza ora finalmente distesa accanto a lui.

Si inginocchiò poi proprio vicino al corpo di Hyeseon, vestita di quella stessa tunica bianca e leggerissima che aveva indossato in occasione del parto e le accarezzò delicatamente la guancia, cercando di portare via con sè quelle lacrime che avevano reso troppo a lungo umido il suo bel volto, indugiando poi anche sulla chioma corvina che lui stesso aveva scelto di accorciare, per salvarle la vita. Ma a cosa erano valsi i suoi sforzi? A cosa era servito quel taglio drastico per cui lei tanto si era risentita? Cosa aveva potuto fare veramente per lei?

Sarebbe rimasta con lui, se solo fosse riuscito a confessarle prima i suoi sentimenti?

Pensò a tutto questo e molto altro Jeon Jungkook, risollevandosi a fatica. Pensò che Taehyung ed Hyeseon si meritavano più di questo, molto di più. Avrebbero dovuto vivere insieme e crescere quel bambino, frutto del loro amore, in una bella casa nel centro di una città ricostruita e rimodernizzata. Avrebbero dovuto avere la possibilità di vederlo crescere e diventare grande, guardarlo gioire per i suoi traguardi e stargli accanto nei momenti difficili. Avrebbero dovuto poter godere di una felicità meritata, raggiunta attraverso una guerra che invece, seppur vinta, li aveva trascinati con sè nell'oblio della morte.

Si morse ripetutamente le labbra di fronte a quei cupi pensieri e strinse poi le proprie mani in un pugno fino a farle quasi sanguinare pur di cercare di trattere gli spasmi che ormai da svariati minuti stavano percorrendo il suo corpo martoriato e stanco. Non ebbe il coraggio nè la forza per guardarsi indietro, per affrontare i volti distrutti dei suoi compagni di squadra: non voleva vedere gli occhi arrossati di Seokjin, nè il volto coperto dalla manica della giacca di Hoseok, nè tantomeno quello di Jimin, inginocchiato a terra ed intento a sbattere ripetutamente i pugni contro un terreno sordo alle sue preghiere.

Decise che era arrivato il momento di separarsi da loro e lasciarli andare solo quando le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere su quel terreno arido e asciutto. Sollevò quindi da terra un banale pezzo di legno, avendo cura che non fosse già umido, per poi mettersi a cercare nelle tasche dei suoi pantaloni uno specifico oggetto.

Ma la sua mente e i suoi occhi erano così ottenebrati dal dispiacere da non riuscire a farlo concentrare come invece Jungkook avrebbe dovuto. Ed era già pronto a desistere da ogni suo intento se non fosse che, inaspettatamente, i suoi occhi notarono una piccola mano porgli un accendino bianco. Si sorprese quindi di quel gesto improvviso, ed i suoi occhi non poterono che muoversi veloci in direzione di quell'innocente ed inatteso aiuto. Lo raccolse tra le mani leggermente sudate, ringraziando quella bambina solo con un sorriso spento, per poi accendere quel bastoncino sottile e lanciarlo proprio tra quei due corpi, finalmente vicini.

Prese poi per mano la piccola Lily Jeon Jungkook, restituendole quell'accedino che entrambi sapevano appartenere a Yoongi, rimanendo poi insieme a lei a guardare quella fiamma farsi sempre più ampia, fino ad avvolgere completamente e portare via con il suo calore ogni traccia dell'esistenza di Taehyung e Hyeseon. In quelle lingue di fuoco rossastre e danzanti, Jungkook giurò di riuscire a rivedere il suo primo incontro con Taehyung e quello concitato con Hyeseon. Rivide i loro sorrisi e le loro speranze, la loro incredibile volontà di voler cambiare le sorti del mondo. Insieme, l'uno accanto all'altra.

E, come lui, anche tutti gli altri dovevano aver visto quelle stesse immagini, perchè nessuno dei presenti potè a trattenersi da prosciugare il proprio corpo con le ultime lacrime rimaste da spendere.

Le fiamme si spensero solo quando non riuscirono più a trovare nulla che potesse alimentarle, lasciando nuovamente Jungkook e Lily da soli, i loro corpi leggermente umidi a causa della pioggia sempre più incessante e infreddoliti perchè lontani dal calore di quel fuoco ormai spento.

Il giovane soldato si massaggiò un poco le palpebre stanche con i palmi delle mani, prima di avvertire quella piccola presenza tirare leggermente il lembo dei suoi pantaloni, richiamandolo nuovamente all'attenzione. I suoi occhi scurissimi passarono dunque dal cielo ancora grigio sopra le loro teste al volto arrossato della piccola Lily.

— Forza, torniamo a vedere come sta papà, — le disse quindi dolcemente, invitandola poi a riafferrare e stringere nuovamente la sua mano, dieci volte più grande, prima di ricondurla all'interno delle spesse mura della gilda, lasciandosi alle spalle i volti ancora incredibilmente scossi ed affranti di Seokjin, Hoseok e Jimin senza proferire parola.

— Jungkook-oppa, diventerai per quel bambino quello che Yoongi è sempre stato per me? — chiese ad un tratto la piccola, il tono forse un pò troppo ingenuo, ma non per questo meno serio. 

Jungkook interruppe la sua camminata pesante e stanca, costringendo quindi la bambina a fermarsi a sua volta solo dopo pochi passi. La sollevò quindi da terra, accogliendola tra le sue braccia robuste e lasciando poi che passasse le piccole e delicate dita sul suo volto affranto e ancora incredulo per tutto ciò che era appena accaduto.

— Solo se mi prometti che tu sarai la sua futura noona, — si limitò a risponderle, prima di baciare quelle manine gentili e tanto premurose, vedendola annuire con convinzione.

Il destino ora gli aveva dato una nuova missione da portare a termine, ben più importante di tutte quelle che l'avevano preceduta. Avrebbe messo definitivamente la parola fine a questa assurda guerra e avrebbe riportato il genere umano al proprio posto, ribaltando ancora una volta le sorti di un mondo che finora era rimasto impassibile ad osservare i morti camminare su prati rigogliosi e i vivi nascondersi sotto terra.

E solo allora, sulla quella terra nuovamente fertile ed accogliente, Jeon Jungkook avrebbe cresciuto il piccolo Namhyung.


 

Please, just once more
If I could see you again
I don't care if I lose my everything
I wish I could meet you in my dreams
And love you again
Just like this
— Untitled, 2014




 

a/n 

vi voglio bene 3000.

bvb

 

 

  
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