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Autore: Suzerain    13/06/2019    0 recensioni
[Bungou to Alchemist]
«… Credevo non le piacessero i bagni. Così impiegheremo il doppio del tempo.»
{#ficweek | akutagawa/dazai}
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Forelsket.
Autrice: Suzerain.
Fandom: Bungou to Alchemist (文豪とアルケミスト)

Rating: Verde.
Pairing: Osamu Dazai, Akutagawa Ryuunosuke.
Personaggi: Dazai/Akutagawa.
Desclaimer: I personaggi di Bungou to Alchemist (文豪とアルケミス) non mi appartengono, essendo sotto il copyright della DMM.com.
Il qui presente scritto non ha fini di lucro. Le situazioni narratevi sono di mia proprietà, così come l'icon utilizzata nelle note autore.
Forelsket è una parola di origine danese, il cui significato è purtroppo intraducibile in italiano. Sta ad indicare "l'euforia che si sperimenta durante l'innamoramento", e la trovavo assai adatta per quella che è a conti fatti una scena dolce di vita quotidiana.
Ambientazione: Non specificata all'interno della serie.
Note dell'autrice: Questa settimana è iniziata la #ficweek, e nel mio piccolo ho pensato che fosse una bella cosa partecipare. Non avevo la benché minima idea di cosa scrivere, tuttavia - troppe idee e poco tempo, ed al tempo stesso consapevolezza di come il mio mancare del dono della sintesi si riveli spesso e volentieri un'arma a doppio taglio.
Pare che sia riuscita, tuttavia, a tirare fuori qualcosa di breve e dolce su una ship che a distanza di anni ancora amo con tutta me stessa. Mi piacerebbe tornare a scrivere di bunal con maggiore assiduità, piuttosto che limitarmi ad una storiella ogni tanto, ma spero che mi si perdonerà.

 

Dalla finestra aperta s'intravedono i fiori di ciliegio. Tinteggiano di pallido rosato quei giardini che avevano sino a poc'anzi vestito i colori dell'inverno – un candore di cui sente a tratti la mancanza, nostalgico quanto le memorie che porta con sé; il dolce profumo di cui l'aria è intrisa è piacevole, d’altra parte. S'insinua nella stanza dalla finestra aperta, mescolandosi a poco a poco all'odore di tabacco che brucia e di cui, per abitudine, si riempie i polmoni.
E' una strana combinazione. Non saprebbe come definirla, a pensarci – ed invero l'idea lo frustra, perché nella sua costante ricerca della perfezione ammetterlo equivarrebbe all'accettare una sconfitta che non crede sarebbe in grado gestire. S'imbroncia persino, perso in fantasticherie alle quali lo strappa solo un leggero ridacchiare pochi attimi a seguire, e che porta l'espressione a mutare in un ingenuo imbarazzo – un morbido rossore gli colora le guance e la pelle chiara persino, regalandogli un aspetto ancor più giovane di quanto l'attuale corpo faccia. Non lo ferma dallo sporgersi con il corpo il necessario a guardarlo in volto, tuttavia – né porta ad interrompere il movimento delle proprie mani, ancora impegnate a tingere i capelli altrui di unguenti profumati; osa qualcosa che un tempo non si sarebbe permesso mai, un gesto semplice eppure così significativo per la sua persona. 
Osa guardarlo, lui che della perfezione è il simbolo, la concreta realizzazione. Osa guardarlo, e toccarlo addirittura.
Ryuunosuke ancor ridacchia, allungando la mano a sfiorargli la guancia. Lo bagna, eppur da parte di Dazai non v'è rimprovero alcuno. Solo s'acuisce il suo essere imbronciato, che l'altro apprezza forse più di quanto in genere non dimostri con le parole.
«Non mi prenda in giro, sensei.» dice, e torna a sedersi composto sulla sedia posta accanto alla vasca. La risposta di Akutagawa non è immediata. Ritrae la mano e con la schiena s'appoggia contro il marmo bianco, aspirando ancora del fumo che tutt'intorno si diffonde a poco a poco – Osamu si convince che sia un tacito invito a riprendere la sua attività, e così fa senza esitazioni di alcun tipo, attento nel suo passare le dita tra i lunghi capelli corvini. Ma quando infine parla, pronunciando un «Non è colpa mia se Dazai-kun è così carino.», arrossisce con consapevolezza e s'arresta nell'immediato; ed è naturale allora per Ryuunosuke ridere di nuovo almeno quanto il voltarsi a guardarlo – perché mai avrebbe accettato il perdere uno spettacolo tanto bello.
«… Credevo non le piacessero i bagni. Così impiegheremo il doppio del tempo.»
Il suo broncio è ancora lì. Timidamente, prende il posto d'un rossore che permane ancora nell'aria. Spegne la cicca nel posacenere lì accanto ed è stavolta lui a sporgersi, sollevando una mano ed avvicinando il suo volto al proprio; gocce d'acqua scivolano qua e là, tra i capelli rossi di lui e sui vestiti un tempo asciutti.
«Forse non mi spiacciono poi così tanto.»
Altro non dice né gli concede il tempo necessario a rispondere. L’attira solo a sé, e con la lingua gli viola la bocca – c’è una resistenza poco convinta e dalla durata breve, prima che Osamu gli si faccia più vicino e ricambi come se volesse privarlo dell’aria. E lo fa. Lo fanno entrambi, un’apnea che dura a lungo e che s’interrompe soltanto quand’è lui a deciderlo; e la saliva ancora li unisce per qualche istante, mentre s’allontana e con il pollice gli accarezza il labbro inferiore.
«… Si rimetta composto, sensei.» un sussurro tra volti ancor troppo vicini, prima che il più grande obbedisca, e sollevando appena le mani a mo' d'arresa si volti dandogli la schiena.
Le mani altrui tornano ad occuparsi della cura dei suoi capelli. Ma prima, per un istante soltanto, con la punta dell'indice Dazai osa sfiorarsi le labbra.
E col cuore che ancora batte, sorride anche lui.

 
   
 
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