parte terza
L'orologio
aveva battuto da poco
le dieci e mezza quando arrivarono in camera. Avevano dovuto
attraversare i corridoi e la hall, vuoti come la sala da
pranzo, ma nessuno degli ospiti li aveva degnati di più di uno sguardo
nonostante le braccia piene di cibo. Loki si levò le scarpe
passandole a Bucky, Steve aveva già ai piedi l'altro paio. Con un
ultimo saluto
anche loro se ne andarono.
«Bruce,
tira fuori due federe
dall'armadio.»
Il bambino ubbidì immediatamente. Almeno uno collaborativo c’era
altrimenti
avrebbe potuto garantire che sarebbe impazzito entro fine giornata.
Thor si
arrampicò sul letto e si sedette con le gambe a ciondoloni oltre il
bordo.
«Cos'hai intenzione di fare, fratello?»
Loki sbuffò sollevando gli occhi al soffitto.
«Non ho intenzione di portarmi in mano i panini finché non li finiamo.»
Tony si era
arrampicato sul letto
aggrappandosi alle caviglie di Thor e ora si stava dondolando. Ogni
tanto il
mormorio continuo che usciva dalle sue labbra assumeva il significato
di
qualche parola comprensibile, ma Loki lo ignorò. Stese la prima federa
sul
letto e Bruce accanto a lui lo imitò, le piegarono a metà e legarono le
due
coppie di angoli tra loro lasciando l’apertura verso l’alto. Creata una
specie
di sacca prese circa la metà dei panini e li inserì nel taglio della
federa.
Allungò l'improvvisato zainetto a Bruce che provò a inserire le braccia
nei due
anelli creati legando gli angoli tra di loro. Annuendo una volta e
mugugnando
un assenso, il bambino si tolse la federa dalle spalle riallungandola
al ragazzo.
«Brillante
idea, fratello!» tuonò
Thor.
Tony lasciò
andare le caviglie
del biondo a favore di esaminare il lavoro di Loki più da vicino.
Inserita
anche la seconda metà dei panini nella sacca creata da Bruce, si
sedette sul
letto. Avevano abbastanza cibo per almeno due giorni, quattro se lo
avessero
razionato bene. Dodici panini di cui cinque ben imbottiti con salumi e
formaggi, sei farciti con marmellata e burro e uno con uova e
prosciutto, tre
mele, due banane, un'arancia e varie bustine di miele e zucchero,
ottime per
recuperare velocemente energie. Bruce voleva prendere anche un po' di
muesli e
cereali, ma non erano riusciti a trovare un modo per impacchettarli; in
compenso gli avevano permesso di prendere un vasetto di yogurt alla
vaniglia.
Il bambino avrebbe dovuto mangiarlo nelle prossime ventiquattrore per
non farlo
andare a male, ma Loki dubitava fosse un problema. I panini sarebbero
durati
non più di due giorni prima di iniziare a puzzare, soprattutto quelli
con le
uova o gli affettati. Frutta, zucchero e miele potevano durare molto
più a
lungo, ma dubitava fortemente sarebbero rimasti intoccati oltre i
cinque
giorni. Raggiunta una soluzione soddisfacente al problema razioni, finì
di
dividere nelle due federe il cibo rimasto in parti più o meno
uguali.
«Posso
portarne uno?»
Loki ruotò gli occhi al cielo con un accenno di sorriso sulle labbra,
Tony era
sempre così attivo.
«Bruce» chiamò il bambino allungandogli lo "zaino" con lo yogurt.
«Posso
fidarmi di te?» chiese al piccolo genio. Tony allargò
gli occhi in un’espressione comica prima di diventare serio e annuire
fermamente.
«Bene. Ecco il tuo zaino, mi raccomando non perderlo mai di vista.»
Il bambino si infilò la federa sulle spalle, contento della
responsabilità
affidatagli. Fuori dalla finestra il cielo grigio incombeva sulla
città.
Sperava vivamente che non venisse a piovere, potevano sopravvivere a un
po' di
nuvole e al freddo, ma se fosse piovuto tutto si sarebbe complicato.
«Vuoi
uscire, fratello? Con gli altri ci vedremo al parco
più tardi.»
Scosse la testa girandosi verso il biondo.
«Nessuno arriverà prima di pranzo, non Natasha e Clint, di sicuro. E
dubito che
Steve e Bucky si faranno vedere prima di sera, a meno che non trovino
una casa.
Cosa alquanto improbabile.»
Thor saltò giù dal letto avvicinandosi alla finestra.
«Aye, staremo qui fino al tempo fissato dalla sovraintendente, quindi?»
«Fino a mezzogiorno, sì.»
«Un sacco di tempo per studiare fisica!» esclamò Tony incrociando le
gambe sul
letto.
Loki sbuffò una risata volgendo l'attenzione ai due bambini di fronte a
lui.
«Qualcosa che vi interessa? Un argomento specifico che ha attirato la
vostra
attenzione?»
Thor si sedette sul letto opposto a osservarli interessato, Tony lo
guardò
confuso inclinando la testa di lato e arricciando le sopracciglia.
«Fisica?»
Loki ci pensò un po’ prima di annuire e mormorare fra sé e sé un paio
di parole
incomprensibili.
«Seiðr eðlisfræði.»
Thor corrucciò la fronte confuso.
«Fratello, stai insinuando che Bruce e Tony siano dei seiðmaðr?»
«Nae. A meno che tu non ammetta che anche Miðgarð ha la possibilità di
ottenere
fjölkungi.» affermò arricciando il naso in disgusto.
«Sarebbe bello capire cosa state dicendo visto che ci riguarda!» li
interruppe
stizzito Tony. Bruce si limitava ad osservarli curioso dal suo posto
contro la
testiera del letto.
Loki scosse la mano davanti al viso del bambino.
«Nulla di cui tu debba preoccuparti. Si è trattato di una semplice
incomprensione.»
Si girò
verso il fratello lanciandogli uno sguardo di sfida.
«Ora, se il
sovrano lo permette, vorremmo cominciare la
lezione.»
Thor con uno sguardo ferito arricciò il naso all'appellativo
affibbiatogli dal
fratello e alzò le mani al soffitto in segno di sconfitta.
«Cosa
significa sed... sedri...»
«Seiðmaðr?» aiutò e Bruce annuì timidamente.
Loki sospirò passandosi una mano tra i capelli.
«Non significa nulla»
«Se non significa nulla perché Thor era…?» Tony incespico evidentemente
non
trovando la parola che cercava e Bruce sussurrò un “Disgustato”.
Tony sollevò le spalle optando per un altro pensiero «Tutte le parole
significano qualcosa!»
Il biondo si sporse in avanti poggiando una mano sul letto vicino a
Loki, ma
fissando Bruce negli occhi.
«Non ne ero disgustato. Non potrei mai essere disgustato da un
seiðmaðr, né da
quello che rappresenta. Preferirei che Loki mi sconfigga sul campo di
battaglia piuttosto che arrivare a pensare qualcosa del genere.»
Tony fissò il ragazzo negli occhi e Loki borbottò contrariato
dall'accorato
discorso del fratello incrociando le braccia al petto.
«Pare qualcosa di importante» mormorò Bruce.
«Non lo è» interruppe Loki scuotendo la testa e sbuffando nuovamente.
«Cominciamo la nostra lezione?»
I due bambini tentennarono qualche secondo passando lo sguardo tra i
due fratelli,
ma alla fine Tony distolse lo sguardo da Thor annuendo.
«Volevo sapere come fanno gli aerei a volare.»
Bruce si sedette meglio sul materasso e Loki iniziò a spiegare.
Thor perse
velocemente il filo
del discorso. Suo fratello parlava di forze, gravità, angoli di
incidenza e i
due bambini lo ascoltavano appassionati. Mormorando una scusa si alzò
uscendo
dalla camera. In fondo al corridoio c'erano due porte massicce a
indicare i
bagni, sospirò entrando in quello degli uomini.
Era qualcosa che non sarebbe mai riuscito a capire, la determinata
ossessione
con cui i miðgarðiani separavano tutto in due categorie: maschi e
femmine. Che
si trattasse di vestiti, colori, bevande o stanze tutto era sempre
diviso. Si
trattava di un concetto così familiare, ma al contempo così straniero,
e ogni
volta che Loki provava a spiegarglielo finiva solamente per confonderlo
ulteriormente. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era come avessero
ragione
i sui precettori e i guerrieri quando dicevano che oltre le mura di
Asgarð si
trovavano solo barbarie e insensatezza.
Chiuse una
delle cabine
spogliandosi e aprendo il rubinetto della doccia.
Che
differenza c'era tra una
donna con la spada o un uomo con un’ascia? In cosa differiva un
ragazzo
che ricuciva una ferita da una guaritrice che fasciava ossa rotte? No,
non
c'era differenza tra i due sessi, né aveva ragione di esserci! Non
erano le
caratteristiche fisiche a determinare il ruolo sociale, quanto più le
abilità
con cui si nasceva. Lui e Loki ne erano una dimostrazione più che
evidente, lui
era un guerriero e suo fratello un seiðmaðr. Certo, la maggioranza di
coloro
che praticavano il seiðr era donna e i guerrieri più forti e valorosi
erano
uomini, ma questo non definiva nulla.
Buttò la
testa sotto l'acqua
appena troppo fredda senza pensarci troppo.
Se fossero
stati a casa, Thor non
avrebbe avuto dubbi che la maggioranza di loro sarebbe stata
indirizzata all'arena
degli allenamenti per iniziare la loro istruzione. Probabilmente
Natasha
sarebbe anche diventata una valorosa valchiria! Piuttosto temeva che
Bruce e
Tony sarebbero stati avviati nello studio del seiðr. La loro
corporatura minuta
unita alla continua ricerca di risposte e alla mente brillante lasciava
pochi
dubbi.
Tirò
indietro il capo scuotendo
la testa e sfregandosi vigorosamente la faccia.
Non aveva
mentito, non c'era
nulla di disgustoso nell'arte del seiðr, ma sarebbe stato un bugiardo
se avesse
affermato che non si era mai vergognato di avere un fratello seiðmaðr.
Per
tutti gli Asi! Odino aveva addirittura insistito per far addestrare
Loki
insieme a Thor nonostante il bambino avesse più che evidentemente
dimostrato di
non essere un guerriero! E la cosa aveva inevitabilmente portato al
malcontento
e alle chiacchere dietro alle spalle del bambino. Un seiðmaðr non più
essere un
guerriero, tutti lo sapevano. Thor lo sapeva.
Odino lo
sapeva.
Chi studia
il seiðr è destinato a
diventare un guaritore, un sacerdote, un insegnante. Loki avrebbe
dovuto essere
spronato a studiare fino a quando Odino non avesse trovato una giusta
consorte
per lui. Probabilmente qualche liósálfar considerato la difficile
situazione di
ribellione ad Álfheimr negli ultimi tempi. Invece loro padre aveva
continuato
testardamente per la sua strada fino a quando non era intervenuta Madre.
Sfregò le
mani bagnate sul corpo
cercando si eliminare la sporcizia e il sudore accumulatisi.
Loki non
era un guerriero e
presumibilmente neanche Bruce e Tony. E, anche se non era disgustoso,
Thor
poteva capire la vergogna delle loro famiglie.
Scosse la
testa infilandosi
nuovamente sotto il getto dell’acqua.
Voleva solo
tornare a casa dove
tutto aveva un senso. Voleva solo tornare a casa.
__________
Quando il
biondo ritornò in
camera con i capelli bagnati che gocciolavano sui vestiti ancora
sporchi, Loki
decise che era tempo di chiudere la lezione. Finì in poche frasi la
spiegazione
in corso e si alzò dal letto.
«Ma io ho
ancora un sacco di
domande!»
Ruotò gli
occhi al cielo,
ovviamente il moccioso non era d’accordo.
«Potrai farle la prossima volta. Adesso andiamo a lavarci»
Incrociando
le braccia al petto e
con un paio di borbottii, più di scena che per reale necessità, Tony
scese dal
letto raggiungendo Bruce già in attesa accanto alla porta. Loki poteva
sentire
l'unto dei capelli sulla cute e nelle ciocche che gli si appiccicavano
al viso.
La polvere e la cenere, nonostante la breve sciacquata alla fontana la
mattina
precedente, gli si erano appiccicati addosso insieme al sudore. Era
sporco e si
faceva schifo. Sapeva che anche i due bambini dovevano sentirsi così,
soprattutto considerato come Tony praticamente corse verso il bagno
appena
uscirono in corridoio. Una parte della sua mente chiese perché non si
fosse
lavato la sera prima e Loki seppellì la domanda insieme alla risposta.
Perché non
volevi allontanarti da Thor.
Perché
avevi paura.
Perché non
importa quanto ognuno di voi possa
fare finta che sta andando tutto bene, nulla sta andando bene.
Si tolse i
vestiti stizzito
appendendoli all'attaccapanni sulla porta, aprì l'acqua fredda
buttandosi sotto
il getto della doccia.
Infondo tu
ti sei svegliato ogni volta.
Il bagno
era diverso da qualunque
altra stanza simile avesse mai visto.
A ogni
sussulto di Thor, sopra di te.
A casa
avevano due stanze da
bagno. Quella che gli era permesso usare, insieme a sua Madre, aveva i
muri
finemente decorati da incisioni e bassorilievi dai colori dolci e
rilassanti.
A ogni
mugugno di Clint nel sonno.
Avevano
un'enorme vasca interrata
che prendeva tutta la parete in fondo della stanza. Sopra di essa una
finestra
era l'unico punto di luce. Lungo il muro destro una panca ricavata nel
muro
stesso permetteva di sedersi per poter applicare con calma oli, creme
ed
essenze.
Ad ogni
urlo bloccato in gola e soffocato nel cuscino da
Steve, nella speranza di non far rumore.
Riusciva
ancora a richiamare alla
mente il misto di profumi inebrianti e fumi che riempivano la stanza.
Opposti
alla panca una serie di mobili e tavolini facevano mostra di boccette,
pestelli, fiale, pietre e fasci di erbe, coltelli e ogni altro
strumento che
poteva servire.
Ogni
brivido di Tony.
Ogni sobbalzo di Bruce.
Era così
diversa dal bagno che
avevano nell'appartamento. Spoglio e minimale, senza neanche il lusso
dell'acqua corrente.
Ogni
mormorio,
ogni supplica,
ogni gemito soffocato dal sonno, generato dagli incubi.
Questa
volta, invece, ad
accoglierli era stata una stanza dal bianco più grigio di quanto
comunemente
accettato. Una fila di lavandini sulla destra e una di gabinetti sulla
sinistra. In fondo alla stanza le docce, divise da una parete in
plastica e con
una porta cigolante a chiudere il cubicolo.
Ogni
ricordo marchiato nella vostra mente, una memoria
indelebile che vi manda scariche di adrenalina lungo le vene e brividi
di
terrore a scuotervi la schiena.
L'acqua,
almeno, poteva essere
miscelata e Loki aveva optato per tenerla più calda possibile.
Tu li
conosci perché ti sei svegliato ogni volta.
«Thor!»
Si costrinse a rilassare i pugni e sbatté il tallone a terra. Sentì il
contraccolpo della botta risalirgli dalla caviglia lungo la gamba e
offuscargli
per un secondo la mente, ma non se ne curò.
«Loki?» il suo nome tinto da una vena di preoccupazione. Scosse la
testa.
«Assicurati che la porta principale dei bagni sia chiusa.»
La porta
non aveva una serratura,
ma si apriva verso l'interno, quindi a Thor bastò appoggiarsi ad essa
per
bloccarla. Il moro uscì dal box doccia pochi secondi dopo dirigendosi
ai
lavandini. Appesi equidistanti al muro, poco sotto lo specchio, si
trovavano
tre dispenser di sapone. Tutti desolatamente vuoti. Loki optò quindi
per il
flacone colorato mezzo vuoto che si trovava abbandonato sul marmo.
A volte la pigrizia umana lo lasciava sconvolto.
Svitò il tappo tornando velocemente verso le docce, l'aria fredda gli
mandava
brividi lungo la spina dorsale.
«Tony, aprì
la porta.»
Il bambino cessò il mormorio continuo e Loki poteva quasi vederlo
temporeggiare
dondolando sui piedi.
«Non ho ancora finito di lavarmi» protestò.
Sollevò gli occhi al cielo -stupido
pudore immotivato, come se non lo
avesse già visto nudo. Cosa avesse da vergognarsi poi doveva ancora
capirlo
e dubitava lo avrebbe mai compreso.
«Apri la porta moccioso.»
Con un click il bambino sbloccò la serratura e infilò fuori la testa,
il resto
del corpo nascosto dietro la porta.
«Sapone» spiegò mostrandogli la bottiglietta. Tony sorrise sfregando le
mani
per creare una schiuma bianca. Bruce si limitò ad allungare la mano
alla cieca
fuori dalla porta e Loki gli versò una generosa dose di liquido sul
palmo.
«E pensare che io ho fatto senza sapone.»
Loki sbuffò una risata chiudendo la porta del box dietro di sé.
«Perché sei un idiota.»
La risata di Thor scomparve quando mise la testa sotto getto bollente
della
doccia. Loki sciacquò il sapone dai capelli. Stavano tornando lunghi e
doveva
tagliarli. Chiuse gli occhi godendosi la sensazione dell'acqua che
lavava via
il freddo e lo sporco.
A
proposito, chissà se gli altri
si erano fatti una doccia. Era abbastanza certo di aver visto Natasha
con i
capelli umidi la sera prima, dopo cena. Bucky e Steve? Il biondo odiava
essere
sporco, ma non ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Non ricordava di
aver visto
né loro né Clint con i capelli bagnati. Probabilmente avevano preferito
non
bagnarsi la testa per evitare di ammalarsi. Non che fosse un problema
suo.
«Thor?»
«Tutto bene?»
Spense l'acqua uscendo dal box doccia. Il fratello era ancora
appoggiato alla
porta, un'espressione confusa sul viso e i capelli ancora umidi.
«Non ti sei asciugato i capelli» sbuffò come spiegazione. L'idiota
sbatté le
palpebre un paio di volte, lentamente, mentre si passava la mano tra i
capelli
umidi.
«Mh, no. Non vedo perché sia un problema.»
Gli tirò alla cieca un paio di salviette di carta e con il resto iniziò
ad
asciugarsi.
«Perché potresti ammalarti.»
Thor si tamponò i capelli senza muoversi dalla porta. Sarebbe stato
imbarazzante spiegare il tutto se qualcuno fosse entrato in quel
momento e
avesse visto Loki nudo in mezzo al bagno. Il diverso senso di pudore
era
un'altra di quelle cose insensate a cui aveva dovuto arrendersi.
Il moro
svuotò il restante sapone
in uno dei dispenser buttando via il flacone. Si vestì e, riacquistato
un
aspetto decente, si lasciò andare tra le braccia già aperte del
fratello.
Thor prese
a tamponargli i
capelli con uno dei tovaglioli di carta e Loki chiuse gli occhi
rilassandosi.
Lasciò scorrere il rumore dell'acqua e i mormorii di Tony in sottofondo
concentrandosi solamente sul fratello, sul ritmo del suo respiro, sul
battito
regolare del cuore, sul calore della sua pelle. Thor era sempre stato
caldo, un
focolare vivente. Non ardeva come i giganti di Musphellheimr, ma il
dolce
tepore che emanava era sempre stato tranquillizzante e familiare. Anche
adesso,
nonostante tutto ciò che gli era successo, nonostante l'improvvisa
svolta che
avevano preso le loro vite, questo non era cambiato.
«Si stanno
allungando» mormorò
passandogli una mano tra i capelli, poteva sentire il sorriso nella sua
voce.
Si mosse poggiando la guancia sul suo petto, poco sotto la spalla per
poterlo
vedere in viso.
«Dovrei tagliarli.»
Thor passò la mano in un'altra ruvida carezza storcendo la bocca.
«Nae. Mi piaci con i capelli lunghi. Sono...» tentennò «Sono tuoi»
Sorrise tornando a chiudere gli occhi. Sono
miei, era un pensiero così dolceamaro.
«Miei» sollevò la testa sopprimendo una risata.
Il biondo strinse le labbra in una linea dura, ma gli occhi si
ammorbidirono.
Tony uscì
dal box doccia dandosi
un'occhiata attorno. La temperatura dell'acqua si era gradualmente
abbassata
fino a diventare fredda e lui aveva dovuto arrendersi all'idea che la
doccia
era finita.
Sbuffò.
«Bruce!» cercò di fare la voce più lamentosa possibile nel tentativo di
commuovere il più grande. «L'acqua calda è finita.»
Il bambino tirò la testa fuori dalla porta.
«Non so che farci. È finita anche a me.»
Incrociò le braccia al petto spostandosi per lasciargli spazio per
uscire. Ruotò sui talloni dandogli le spalle, Loki e Thor erano
all'ingresso appoggiati contro la porta. Abbracciati. Corrucciò la
fronte, il
moro non era una persona affettuosa ed era strano. Negli ultimi due
giorni
aveva dato più contatto fisico di quanto Tony gliene avesse mai visto
dare.
Partendo da Thor -a cui era appiccicato
come una cozza- passando per lui -non
che gli dispiacesse ricevere qualche abbraccio in più- arrivando a
Bruce.
Era...
strano.
«-ony,
Tony!»
«Sì, Brucie bear?» chiese senza perdere un colpo.
Il bambino arrossì e borbotto scuotendo la testa.
«Loki!»
I due fratelli si separarono e il moro si avvicinò a loro con una pila
di
tovaglioli di carta tra le mani
«Asciugatevi forza, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che vi
ammaliate.»
Passando ad altro, tenetevi stretti perchè la parte introduttiva di Jotunheimr è finita e dal prossimo capitolo si passerà all'azione con un sacco di colpi di scena e la storia arriverànel vivo della trama. Emozionati? Io sì, hahahaha.
Spero di non aver reso Loki troppo Occ, è sempre un dramma indovinare il suo carattere! ditemi cosa ne pensate nei commenti e fatevi sentire, mi piace sapere cosa pensate della trama, e ovviamente segnalatemi tutto ciò che trovate (errori, imprecisazioni).
Ci sentiamo Mercoledì con il prossimo aggiornamento!
Imoto ;*