Fandom:
MacGyver
(2016)
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
MacDalton,
Jim/Blair
Tipologia:
One-shot
Genere:
Sentimentale
Avvertimenti:
Slash,
Sentinel!AU
Disclaimer:
Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da
cui ho elaborato
la seguente storia, non mi appartengono.
Note:
Dedicata a
Mairasophia.
STAND
BY ME – VISITA DA CASA
L’ultima
volta che qualcuno aveva
suonato alla sua porta come stavano facendo in quel momento, solo una
settimana
prima, Mac si era ritrovato rapito dal suo pazzo con tendenze sadiche
personale
che rispondeva al nome di Murdoc; non aveva sentito nulla,
probabilmente i suoi
sgherri portavano con loro dei generatori di rumore bianco per
ingannare il suo
udito, ma stavolta l’agente era pronto, i suoi sensi in
allerta e pronto a
difendersi: Jack sarebbe tornato più tardi, e comunque la
sua Guida aveva le
chiavi, Bozer era alla Fondazione e lui era ancora a riposo forzato
dopo l’aggressione
di Murdoc.
Ancora
risentiva del cocktail di
droghe che gli era stato iniettato, perciò Matty –
in collaborazione con il
dottor Lancelot, il primario del Nido – aveva deciso di
tenerlo fuori dall’azione
ancora per qualche giorno.
La
cosa lo frustrava non poco ma
razionalmente sapeva che poteva essere un pericolo per sé
stesso e per gli
altri in caso di una zone in mezzo alla missione, indotta dalla
spazzatura di
Murdoc.
Mac
tese l’orecchio,
concentrandosi sulla presenza al di là della porta chiusa,
sul suo odore e
sulla sua impronta spirituale: una sensazione di lancinante nostalgia e
bisogno
lo avvolse come un abbraccio caldo e, istintivamente, tremò
mentre spalancava
la porta con forse troppa violenza.
Era
l’impronta spirituale di una
Guida, ma non di una Guida qualunque: era l’impronta di una
Guida potente,
molto più potente di Jack, che tutte le Sentinelle del Paese
conoscevano e
rispettavano, la Guida a cui tutte le Guide rispondevano.
Sotto
il porticato, con un paio
di spessi occhiali da vista tondi sul naso e i riccioli scuri a
circondargli il
viso, c’era la Guida Alpha Prime del Nord America, che gli
sorrideva come se fosse
stato un vecchio amico venuto a fargli una sorpresa.
E,
in un certo senso, lo era.
Con
il sorriso a cui nessuno
poteva dire di no, sia che fossero mondani o Sentinelle o altre Guide,
Blair
Sandburg alzò il bracco in un cenno di saluto e
offrì a Mac una tazza da asporto
di Starbuck’s: “Spero non stessi dormendo,
Mac.” disse lui, sempre mantenendo
il sorriso, “Ho pensato di passare a farti un
saluto.”.
Mac
si accorse di avere ancora
indosso il pigiama leggero di lino azzurro che Jack gli aveva fatto
indossare
la sera prima, puzzava anche un po’ e probabilmente avrebbe
dovuto farsi una
doccia, ma sembrava che a Blair tutto questo non importasse; anzi, il
suo
sorriso divenne ancora più supportivo mentre questi pensieri
gli balenavano nel
cervello e Angus si ricordò di un particolare che, tra le
Sentinelle e le
Guide, era qualcosa di dominio pubblico: Blair Sandburg era un
Empatico, le
emozioni delle persone attorno a lui erano un libro aperto.
Frettolosamente,
Mac si spostò
per farlo entrare e restò a osservarlo mentre si guardava
attorno con
espressione tranquilla: “So che sei ancora a riposo per
quello che ti è
accaduto, Angus,” stranamente, il suo nome non era un
fastidio sulle labbra di
Blair, “e Jim ha assecondato i miei capricci accompagnandomi
qui.”
Al
nome della Sentinella Alpha Prime
pronunciato con amore e riverenza dalla sua Guida, il cuore di Mac ebbe
un
sobbalzo mentre i suoi sensi istintivamente scattavano alla ricerca
dell’impronta
spirituale di Jim Ellison.
La
trovò a poca distanza, che si
allontanava a velocità sostenuta, diretta verso il confine
sud di Hollywood
Hills: “Avrebbe voluto restare, ma temeva di causarti
problemi in una
situazione ancora fragile. Ha detto però che, nel caso te la
sentissi, sarebbe
molto onorato di incontrare te e la tua Guida.” di nuovo la
voce di Blair,
divertita e al tempo stesso fonte di serena tranquillità,
come quella di un
fratello.
Mac
alzò lo sguardo su di lui e
lo vide sorridergli: “Se hai un po’ di tempo,
vorrei scambiare quattro
chiacchiere con te.”.
§§§
“Ehi,
Mac! Ho portato i bagel e i
saluti di Francesca della caffetteria all’angolo!”
Quando
Jack Dalton entrò in casa
della sua Sentinella con un sacchetto ancora fumante tra le mani, lo
fece
aprendo la porta con la propria chiave ma non fu soltanto Mac ad
accoglierlo
nell’ingresso: con gli occhi sgranati, l’ex Delta
focalizzò il proprio sguardo
sull’espressione gentile di Blair Sandburg in piedi accanto a
Mac, completamente
rilassato nonostante – lo sentiva –
l’emicrania che lo tormentava da alcuni
giorni.
Con
un tonfo morbido, i bagel
caddero sul parquet e Jack restò a bocca aperta mentre un
vago sorriso
compariva sulle labbra di Mac: “Spero ti sia ricordato di
prendere quelli al
formaggio.” gli disse la Sentinella con tono divertito,
“Per il caffè, ti
perdono soltanto perché ci ha già pensato il
nostro visitatore.”
Ancora
sconvolto, Jack guardava
Blair che, malgrado fosse molto più basso di lui, era
decisamente più imponente
dal punto di vista spirituale, lo sentiva come un rifugio sicuro e una
persona
di cui fidarsi in ogni aspetto.
Era
la Guida Alpha Prime del Nord
America, ed era a casa di Mac.
“Abbiamo
saputo quello che è
accaduto con la Sentinella Murdoc e siamo venuti il prima
possibile.” spiegò Blair,
sistemandosi gli occhiali.
“S-Siamo? C’è
anche…?”
“Già,
la Sentinella Alpha Prime
vorrebbe incontrarci più tardi.” intervenne Mac,
posando una mano sul braccio
di Jack prima di nascondere il volto contro la sua spalla.
Blair
annuì e restò a distanza,
ben attento a non occupare il loro spazio e lasciar loro il tempo di
riconnettersi: “Ma solo se Mac se la sente.”
aggiunse la Guida Alpha Prime, “Non se la
prenderà, in caso contrario.” dichiarò
prima di allontanarsi verso l’open space
e lasciarli soli, senza però smettere un attimo di emettere
onde spirituali
tranquillizzanti.
Tra
le braccia di Jack, Mac si
sentì protetto e al sicuro – in maniera diversa
rispetto alla presenza di Blair
-, amato e conscio di essere nel posto in cui sarebbe dovuto sempre
stare: il
loro legame era ancora fresco e quella mattina era stata la prima in
cui si
erano trovati separati dal giorno in cui avevano completato il bonding.
Jack
avrebbe voluto restare lì,
al fianco di Mac, occuparsi di lui come aveva fatto per tutta la
settimana, ma
doveva terminare alcune pratiche burocratiche per Matty da inoltrare
all’SGC e
non poteva tardare oltre; ringraziò silenziosamente Blair
per essersi
presentato a casa di Angus e avergli tenuto compagnia ma ora toccava a
lui.
“Sentinella…
Di cosa hai bisogno?”
“Lasciami
stare così ancora per
un po’, Guida… È tutto quello di cui ho
bisogno al momento.”
“Mi
dispiace averti lasciato solo
stamattina.”
“Ci
sono cose che vanno fatte,
Jack. E non potevo ancora uscire senza un generatore di rumore bianco
addosso,
sai che detesto quelle cuffie. Ma ora sei qui e per me è
sufficiente.”
Tutti
i sensi di Mac erano
focalizzati su Jack: l’udito sul suo battito cardiaco,
l’odorato sul suo odore
di caffè e polvere da sparo, il tatto sulla sua pelle ispida
e cosparsa di
cicatrici come piccole stelle che formavano la costellazione Jack
Dalton, la
più importante del cielo che era la vita di Angus MacGyver,
la vista sui suoi
occhi scuri e pieni di amore e protezione nei suoi confronti e il gusto
sulle
sue labbra secche per il sole californiano.
Protetti
dal mantello empatico di
Blair, seduto in terrazza con la tazza di caffè ormai
tiepido, Guida e Sentinella
si riappropriarono l’uno dell’altro, donando
ulteriore stabilità al loro legame
ancora caldo e irrequieto sotto la loro pelle.
Dopo,
sarebbero stati pronti a
darsi al mondo esterno ma, in quel momento, tutto quello che potevano
dare era
dell’altro.
E
Jack si ripromise una volta di
più che sarebbe stato sempre così, anche a costo
della sua vita.