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Autore: MatsuFla    15/06/2019    1 recensioni
E se esprimendo un desiderio ad un stella cadente questo si avverasse catapultandoti in una nuova vita completamente diversa?
È quello che è successo a Mickey, o forse no?!
Ispirato al film "The Family Man" (*)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 4/8 - Secondo Giorno - parte seconda

Contrariamente ad ogni previsione riusciamo a tenerci addosso tutti i vestiti finché non arriviamo a casa, ma non appena varchiamo la porta volano dappertutto lungo il tragitto fino alla nostra camera. Il letto è ancora disfatto dalla sera prima e quando Ian mi spinge giù energicamente atterro sul mucchio di lenzuola arrotolate, le butto via facendole cadere sul pavimento un attimo prima che lui mi raggiunga. Rimane in bilico su di me all'altezza del bacino con un braccio su entrambi i lati del mio corpo fremente.
È fottutamente sexy!
Ma rimuovo immediatamente il pensiero cercando di concentrarmi su quello che sta per succedere quando lo vedo abbassarsi lentamente con un sorriso malizioso sulle labbra. Piego le gambe sui talloni e le divarico leggermente, questo è tutto il permesso di cui la testarossa ha bisogno per dare il via ad un fitto percorso di morsi e baci lungo la mia coscia, mentre io inizio a tremare impaziente sotto di lui. Stringo gli occhi, respiro profondamente e lascio cadere la testa all'indietro sul cuscino.
"Oh cazzo!" Ansimo, le mie gambe tremano, il mio petto si solleva irregolarmente e quando finalmente si concentra sul punto che più brama attenzioni inarco i fianchi per incontrare la sua bocca.
Tengo gli occhi chiusi, afferrando le lenzuola con entrambe le mani mentre Ian mi prende in giro con la sua lingua.
"Cazzo, cosa stai facendo là sotto?" Domando in un bisbiglio alzando la testa per vedere cosa sta succedendo e lui si ferma immediatamente.
"Lo sai benissimo... è il tuo gioco preferito!" Dice divertito fissandomi con i suoi fari verdi e io annuisco esitante, permettendogli di andare avanti e farmi tutto quello che gli pare. Blocchiamo i nostri sguardi mentre la testa di Ian si muove su e giù tra le mie gambe e le sue mani vagano incontrollate, le espressioni e i rumori che emette sono travolgenti, sento il formicolio espandersi dal basso ventre a tutto il corpo e crollo nuovamente sul cuscino pronunciando continuamente il suo nome come una preghiera. La mia reazione chiaramente piace al rosso che compiaciuto torna al suo lavoro con più impegno.
Non ho idea di cosa mi stia facendo ma è fottutamente fantastico!
Lo sento dappertutto... le sue labbra, la sua lingua, le sue mani... e voglio di più, avverto il bisogno di sentirlo ancora più in profondità, così inizio a dondolarmi lentamente contro le sue lunghe dita già dentro di me. Lui lo prende come un suggerimento e applica un po' più di pressione, andando più forte di prima e mandandomi completamente in estasi.
"Ian, sto per..." Sospiro con un filo di fiato per avvertirlo che non sono in grado di resistere oltre, ma lui non sembra intenzionato a fermarsi e con un'ultima incredibile combo tra dita e lingua raggiungo l'apice  del piacere.
Questo è troppo, non ce la faccio più, con un gemito forte e spezzato mi libero sentendo il liquido caldo coprire il mio stesso ventre. Dopo alcuni momenti, in cui cerco di riprendermi da uno degli orgasmi più intensi che abbia mai avuto, la testa di Ian fa capolino tra le mie gambe e sembra divertirsi a guardarmi mentre mi calmo.
"Cazzo, Ian!"
"È stato bello, Mick. Ti è piaciuto?" Chiede ancora un po' senza fiato. 
"Sì, cazzo, mi è piaciuto!" È una bugia, l'ho amato. Non ho mai provato niente di così bello prima.
"Ma che cazzo era?"
"Il tuo regalo di anniversario!" Risalendo tiene le labbra incollate alla mia pelle posando dei baci o lasciando dei segni fino a ritrovarci faccia a faccia quando mi mostra quel fottuto sorriso meraviglioso e sfrontato che mi fa rabbrividire.
È così dannatamente bello, cazzo!
"Mickey..." Respira, ansimandomi contro la pelle. Si appoggia sul mio corpo e io lo afferro da dietro il collo tirandolo più vicino per catturare le sue labbra irresistibili.
Il modo in cui mi bacia mi fa dimenticare di tutto.
"Mick..." Ian ricomincia e interrompe i baci, ci guardiamo l'un l'altro per qualche istante prima che lui parli di nuovo con espressione così intensa da provocarmi la pelle d'oca su tutto il corpo.
"Ti amo, Mickey." 
Il cuore mi batte così forte nel petto che potrebbe esplodere, nonostante mi sembri di cadere a pezzi, cazzo, non mi sono mai sentito così bene. 
"Ma non dare di matto!" Aggiunge subito sbuffando una risata.
"Ian, io-" Per impedirmi di proseguire fa scivolare sulle mie labbra il pollice della mano con la quale mi sta accarezzando la guancia.
"Sssh, non dire niente." Dice prima di baciarmi dolcemente.
Quando penso che sia tutto, all'improvviso lo sento... Ian inizia a sfregarsi sempre con maggior prepotenza contro il mio culo.
"Ancora?" Ridacchio maliziosamente, sfiancato ma compiaciuto.
"Perché? La cosa ti crea problemi?" Replica spavaldo spingendosi ancora di più tra le mie natiche.
"No, non me ne crea ora e non me ne ha mai creati... ma ho bisogno di un attimo di pausa, mi devo ancora riprendere!" Cerco di fingermi infastidito ma il sorriso che ho stmpato in faccia raggiunge le orecchie.
"Certo, come no. Come se non ti conoscessi..." Strofina il naso nell'incavo del mio collo e ride.
Un piccolo sorriso mi tira all'angolo della bocca. E, cazzo, c'è qualcos'altro che ricomincia già a tirare!
Fa scivolare la mano lentigginosa sul materasso finché non trova la mia tatuata e le dita si allacciano immediatamente insieme, l'accompagna verso l'alto per poi tenerla bloccata delicatamente sulla mia testa e contro il materasso. Il cuore sobbalza quando mi rendo conto che Ian intende mantenere questa posizione per scopare.
Non che ricordi una sola volta in cui il sesso con Ian non sia stato meno che memorabile ma improvvisamente vado nel panico sentendomi completamente vulnerabile di fronte a lui.
Troppo vicini, troppo romantico e sdolcinato, troppo intimo... troppo bello.
"Santo cielo, sei così incredibile." Sussurra entusiasta Ian, con il respiro lacero e pesante. Io mi sento andare a fuoco, ma non sono in grado di rispondere in nessun altro modo che divaricando un po' di più le gambe per fargli spazio. Rabbrividisco al solo pensiero, sono eccitato e spaventato allo stesso tempo.
Cerco di non pensare troppo, il ché non è molto difficile, dato che l'unico pensiero che riesco a formulare ora è il bisogno di averlo dentro di me, subito!
Ci guardiamo senza fiatare con gli occhi pieni di desiderio e l'attimo dopo mi bacia ancora, le labbra si uniscono, le lingue si toccano, i battiti si sincronizzano.
Lo vedo sollevarsi e poi lentamente abbassarsi sul mio corpo, ansimando tra i denti lo sento entrare dentro di me con un solo affondo... in un secondo il resto del mondo sparisce, ci siamo solo noi e l'urgenza di fonderci insieme. 
"Ok, muoviti!" Bisbiglio bisognoso, già pronto grazie al mio regalo di anniversario di poco fa. Ian obbedisce immediatamente, iniziando a muoversi molto lentamente.
"Oh mio-" Prova a dire, ma si interrompe non riuscendo a trattenere il gemito più dolce che io abbia mai sentito.
Il ritmo lento non dura molto a lungo, le spinte diventano sempre più dure e profonde e io sento l'esigenza di baciarlo immediatamente per rendere perfetta questa sensazione mozzafiato.
"Ian!" Gemo contro la sua bocca, chiudendo gli occhi.
"Guardami!" Me lo chiede suonando distrutto e io mi costringo a farlo.
È tutto così strano, ma in un modo fottutamente buono!
Cazzo, amo questa posizione!
Amo vedere la sua faccia durante il sesso e amo vederlo cadere a pezzi con ogni spinta.
Lascio che Ian si porti una delle mie gambe sulla spalla, così da poter diventare ancora più profondo, se possibile. Cazzo, voglio solo questo, averlo dentro il più a fondo possibile.
L'ansimare di Ian diventa più acuto, i suoi gemiti più forti mentre colpisce con precisione perfetta il mio punto sensibile a passo incessante. Non riesco a smettere di guardarlo mentre si muove, schiudendo le labbra in un grugnito compiaciuto dopo l'altro. Mi mordo il labbro inferiore tra i denti rendendomi conto che, nonostante il fantastico orgasmo di poco fa, sono tornato già duro grazie anche alla doppia frizione piacevole e bagnata tra il mio ventre appiccicaticcio e gli addominali scolpiti di Ian.
"Vengo, cazzo Mickey, vieni con me." Il modo in cui si lamenta mi fa capire che anche lui è vicino. Un gemito soffocato gli squarcia la gola mentre il suo orgasmo cresce. Tiene ancora la mia mano stretta nella sua mentre l'altra la lascia scivolare giù tra le gambe e inizia ad accarezzarmi in tempo con le sue spinte mentre io faccio quello che posso per muovermi in sincrono con lui.
Quando Ian viene forte, lo sguardo sul suo volto è qualcosa che non ho mai visto prima, quegli occhi che mi trasmettono una strana sensazione... come se mi sentissi davvero... amato.
Lo guardo mentre si sfalda e la sua espressione naufragata mi trascina completamente oltre il limite.
Anche se i fianchi cominciano a balbettare non ferma le sue spinte durante il suo orgasmo fino a quando anche io non raggiungo il culmine avvinghiandomi stretto a lui, poi esausto si ferma completamente.
Entrambi respiriamo pesantemente mentre cerchiamo di calmarci dalle scosse di assestamento. Ci guardiamo e condividiamo un pigro, amorevole bacio. Non c'è lingua, né fame, solo affetto. È dolce e perfetto.
"Stai bene?" Chiede nervosamente, ancora ansimando.
Vorrei essere capace di spiegargli quanto è stato meraviglioso e sorprendente e che non mi sono mai sentito tanto felice prima d'ora, ma non ci riesco, le parole rimangono bloccate nella gola come sempre. Senza rispondere, semplicemente lo bacio e spero che lui riesca a capire comunque quello che provo anche senza parole.
Non ricordo di essermi mai sentito così vicino a qualcuno prima ed è fottutamente incredibile!
"Cazzo, è stata la scopata migliore di sempre!" Esclamo visibilmente appagato e felice, ancora con il suo corpo abbandonato sul mio.
"Lo dici ogni volta." Risponde sorridendo, mentre rivolge lo sguardo alle nostre dita ancora intrecciate sulla mia testa. Mi solleva la mano e portandosela alla bocca posa un tenero bacio sul dorso prima di sciogliere la presa per potersi sollevare e mettersi a sedere accanto a me.
"Dico sul serio!"
"Davvero? Meglio di quella volta che lo abbiamo fatto nel lago? O quella volta in ambulanza? O quando mi sono travestito da poliziotto sexy? E che ne dici di quella volta che abbiamo usato quei-"
"Smettila Ian, me lo stai facendo venire duro un'altra volta!" Lo colpisco con un buffetto sul petto e lui sbuffa una risata, poi continua ridacchiando ancora.
"Finto Mickey, non dire a mio marito che ti ho scopato."
Cazzo, potrei guardare il suo viso ogni fottuto secondo di ogni dannato giorno e non ne sarei mai stanco. Il 'finto Mickey' è proprio un cazzo di uomo fortunato!
"Sarà il nostro piccolo segreto."
"Quando pensi che tornerà? Mi manca sentirgli dire che mi ama." Cerca ancora di sembrare allegro, ma il suo sorriso amaro lo tradisce facendo trapelare tanta tristezza.
In questi due giorni ho fatto con Ian cose che mai mi sarei sognato di fare in tutta la mia fottuta vita, tutte le stronzate da fighetta che mi ero vietato di fare con chiunque.
Scopare faccia a faccia e mano nella mano, porca troia! Baci e tenerezze anche in pubblico... e rimanere stesi a guardare le fottute stelle!
Mi spaventa il potere che riesce ad esercitare su di me, con quegli occhi da cucciolo e quel maledetto sorriso sghembo... mi ha sempre fatto questo effetto, forse è per questo che lo allontanai quando iniziò a chiedermi di più, perché temevo che prima o poi avrei ceduto concedendogli ogni cosa mi avesse chiesto.
Quando ha detto che mi ama, però, ha tracciato un limite che non posso oltrepassare.
Quelle parole non erano per me, non sono io la persona che ama e non so se potrei mai diventarlo. Ma non ha nessuna importanza... tra un giorno tutto questo finirà e io tornerò alla mia fottuta vita lontano da Ian, posso solo godermi ogni cazzo di minuto in cui mi viene concesso di rimanere qui con lui.
"Tornerà presto." Questa volta sono io che cerco di nascondere la tristezza.

         

"Scusa, Mick. Non era un rimprovero, non ce l'ho con te. Era solo-" Piagnucola mortificato.
Mi dispiace che si senta in colpa per qualcosa di cui in realtà il colpevole sono io, ma in questo momento non mi va minimamente di affrontare l'argomento.
"Non preoccuparti. Va bene." Lo interrompo bruscamente.
"Mickey..."
"Ora dormiamo, ok? Sono stanco." Spengo l'abat-jour sul mio comodino e tiro su le coperte fino al mento.
"Buonanotte." Dico poi voltandogli le spalle.
"Buonanotte." Sussurra lui non la voce spezzata che fa tremare il mio cuore del cazzo, ma rimango immobile finché anche lui non si rintana sotto le coperte rimanendo nella sua metà del letto senza il minimo contatto tra di noi.
Fare sesso è un ottimo modo per tenere la testa libera da tutto, il passatempo più incredibile ed efficace per distrarsi. Ma ora che il buio e il silenzio mi avvolgono, sdraiato in questo letto, inizio ad annegare nei mille pensieri e sensazioni che mi inondano impedendomi quasi di respirare.
Ho bisogno di una pausa, di svuotare la testa prima che esploda. Devo fare qualcosa...
Appena Ian si addormenta scendo piano dal letto e sgattaiolo fuori dalla stanza.

Il rumore di passi che si avvicinano mi risvegliano dal leggero sonno che mi teneva ricurvo in modo scomposto sul tavolo della cucina.
"Che ore sono?" Farfuglio con la voce impastata mentre mi passo una mano sugli occhi assonnati.
"Quasi mezzanotte." Risponde Ian avvicinandosi. Dà un'occhiata incuriosita ai fogli sparsi su tutto il tavolo e prendendo posto accanto a me continua ridacchiando.
"Fai i compiti?"
"Si. Stavo cercando di capire quanto mi ci vorrebbe per guadagnare diecimila dollari alla lavanderia. Dopo essere arrivato ai tre anni credo che il mio cervello si sia spento da solo."

         

"Così tanto?"
"Già." Sbuffo io stiracchiandomi le braccia.
"Che ci fai sveglio?" Chiede preoccupato dopo qualche minuto di silenzio.
"Non riuscivo a dormire." Sussurro con aria stanca mentre mi passo le mani tra i capelli poi, prima che lui possa dire qualcosa, butto fuori quello che mi passa per la testa tutto d'un fiato.
"E se vendessi la lavanderia e con i soldi ce la filassimo via da qui?"
"Sì, scappiamo in Messico!" Ridacchia lui, chiaramente senza prendermi sul serio.
"No, molto più lontano... dove nessuno potrebbe mai più trovarci."
La mia espressione seria lo spaventa e la sua voce trema per l'agitazione.
"Che succede, Mick?"
"Pensi mai... a cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente tra di noi? Se per qualche motivo non stessimo insieme... come credi che sarebbe andata?"
Le sue sopracciglia rosse gli schizzano su per la fronte, sorpreso dalla domanda. Rimane con lo sguardo perso nel vuoto a pensarci e poi dopo pochi secondi risponde.

         

"Beh, io sarei in prigione per qualche cazzata da bipolare e tu... saresti in prigione per qualche cazzata da Milkovich!" La sua risata scioglie la tensione che si era creata e anche io mi ritrovo a ridere divertito all'idea dei nostri culi in delle tute gialle da carcerati.
"Entrambi in prigione? È così che ci vedi?"
"Si, e tu ti faresti mettere nella mia stessa cella perché non riesci a starmi lontano."
"Come no, sarebbe sicuramente il contrario!"
Continuiamo a ridere finché lui non torna serio mantenendo però un'aria dolce e sicura.
"Non esiste futuro in cui non siamo insieme, Mick. Siamo destinati." Mi guarda dritto negli occhi e per un momento credo di esserne convinto anche io.
"Io torno a dormire, vieni a letto anche tu." Dopo essersi alzato in piedi mi viene ancora più vicino e mi posa un tenero bacio sulla testa.
"Arrivo tra due minuti." Sussurro prima di vederlo sparire in corridoio.
Poso i gomiti sul tavolo e stringo forte la testa tra le mani, cerco di respirare profondamente per calmare il battito accelerato e sopprimere quel senso di angoscia che ogni secondo di più mi schiaccia il petto e mi soffoca.
Scatto sulle gambe e in un secondo sono sul vialetto, scalzo e con addosso solo i pantaloni del pigiama, in pasto al freddo gelido di Chicago.
"Hey, puoi sentirmi?" Alzo gli occhi al cielo e resto in attesa.
"Porta il tuo culo qui, ho bisogno di parlarti!" Quasi imploro con la voce spezzata. Rimango qualche minuto nel silenzio della notte ma non ottengo nessuna risposta. Provo a fischiare, nella speranza che magari quello sia davvero il modo giusto per richiamare la sua attenzione... ma niente. Sento la rabbia prendere il sopravvento e inizio ad urlare ed imprecare facendo abbaiare i cani dei vicini.
"Non sei la mia fottuta guida? Allora fai il tuo lavoro, cazzo!" Guardo le nuvole di vapore provocate dal mio respiro pesante e irregolare dissolversi nell'aria fredda, così come le mie parole rimaste inascoltate.
"Fatti vedere, figlio di puttana!" Un ultimo appello disperato prima di perdere le speranze. Rientro in casa e raggiungo Ian, tremante e freddo come il ghiaccio, mi infilo nel letto e mi raggomitolo accanto a lui svegliandolo. Senza protestare ne fare domande Ian mi accoglie tra le braccia e mi tiene stretto finché non mi calmo.

Io non me ne andrò. Resto qui. Resto con lui.
   
 
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