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Autore: Myriru    15/06/2019    1 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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Renée era pensierosa in quei ultimi giorni. Oscar credette per qualche momento che la stesse deliberatamente ignorando e fu difficile per André cercare di dissuaderla da tali pensieri.
«Mi spieghi perché hai iniziato a credere che ti stia ignorando? »
«Non lo so, è solo una sensazione. Non credo di averle fatto nulla di male ma molte volte ignora la mia voce e i miei “richiami”, evita di restare da sola con me e preferisce restare o in camera o uscire. Con te è diversa, è sempre la solita ragazza allegra e spensierata… forse è per questo che non te ne accorgi. Me l’ha fatto notare Rosalie, pensava avessimo litigato »
Oscar abbassò lo sguardo ferita dalla superficialità del compagno e maledisse la gonna che era costretta ad indossare per via della gravidanza. André abbassò le spalle e la guardò per alcuni istanti in silenzio e rifletté sulle parole della compagna. In effetti lo aveva notato, ma credeva fosse solo la sua immaginazione. Forse doveva parlare con sua figlia e chiarire quella situazione particolare.
«Mi dispiace, proverò a parlare »
Disse dolcemente regalandole un sorriso. La donna abbassò lo sguardo, coprì le spalle con uno scialle caldo e gli diede le spalle, lasciando vagare lo sguardo oltre la finestra. Stava piovendo a dirotto.
«Forse dovresti parlare con Enora »
Sussurrò Oscar e André trasalì, sgranò gli occhi per lo stupore e si alzò di scatto dalla sedia, facendola cadere dietro di sé. Era impallidito di colpo e la guardò allibito per qualche istante. Oscar teneva il capo basso e la mano poggiata sul braccio, gli sembrò per qualche istante assente.
«Oscar… ma cosa…?! »
La voce gli uscì strozzata e lei finalmente alzò lo sguardo su di lui.
«Sono tornata! »
L’arrivo improvviso di Renée lo fece tornare alla realtà. Tremò e deglutì a vuoto. Si girò lentamente verso la porta chiusa della loro camera e fece alcuni respiri profondi per calmare il battito forsennato del suo cuore.
Dopo qualche istante mosse qualche passo verso la porta e indugiò qualche istante prima di aprirla. Voltò appena il capo ma nascose ai suoi occhi l’espressione del suo viso.
«Enora è morta, non posso parlare con i morti »
Oscar schiuse le labbra e tentò di avvicinarsi a lui ma André uscì in fretta dalla stanza, lasciandola sola.
 
///@///
 
«Vi sono arrivate delle lettere! Me le ha date monsieur Cyril »
«Ah, grazie Renée »
La ragazza porse le lettere al padre con un sorriso forzato e André le prese con cura, poggiandole poi sul tavolo.
«Va tutto bene? Di solito vi fiondate a leggere le lettere che vi arrivano e, se non ci riuscite, chiedete a me o Oscar di leggervele »
«Al momento non sono importanti. Vorrei parlarti di una cosa »
Disse pacato mentre prendeva posto accanto al tavolo. Renée alzò un sopracciglio e si accomodò vicino a lui e poggiò la mano sulla sua.
«Va tutto bene? »
«Forse dovrei chiederlo io a te »
L’uomo la guardò negli occhi e la ragazza si ricompose sulla sedia, poggiò il dorso sullo schienale e abbassò lo sguardo.
«Ho notato che ultimamente sembri un po’ distante, soprattutto anche con Oscar… è successo qualcosa che non so? »
«No, va tutto bene. Non abbiamo litigato, anzi non mi ha fatto proprio nulla Oscar »
Disse con tono fermo e André non distolse lo sguardo dal suo viso.
«Non mi sembra che vada tutto bene, ho visto come ti comporti con lei »
«Oggi è il compleanno di mia madre »
André restò di stucco, sapeva così poco della madre di sua figlia e se ne vergognò a morte. Abbassò lo sguardo, il non sapere nulla sulle condizioni attuali di Enora lo feriva tremendamente e per Renée non doveva essere facile. La possibilità che fosse morta da tempo non era da scartare, Renée sembrava al quanto certa della sua morte.
«Non lo sapevo »
«Non sai molte cose di lei »
«Renée io… »
«Non è giusto padre! Alcune volte penso al perché non ho vissuto da sempre con il mio vero padre! Mi chiedo perché mia madre abbia dovuto crescermi da sola con quel mostro! Mi vergogno di pensare che Oscar non merita tutto questo perché non è vero! Perché vi vedo e penso che siate perfetti insieme ma non posso credere che mia madre non abbia potuto avere quest’opportunità in vita! Me ne vergogno perché Oscar non lo merita questo mio risentimento perché non ha fatto nulla per meritarlo! E mi sento in colpa perché se non fossi nata molte cose non sarebbero successe! »
Renée si era alzata di colpo e aveva iniziato ad urlare con quanto fiato aveva in corpo. André aveva aspettato pazientemente che finisse di sfogare la sua rabbia in silenzio, senza cercare di interromperla o di placare la sua ira. Appena la ragazza si calmò tornò a sedersi e si asciugò delle lacrime velocemente con il dorso della mano.
«Sai… quando ho conosciuto tua madre avevo più o meno diciannove anni e lei doveva averne diciotto o diciassette, non ricordo. Abbiamo parlato, ci siamo conosciuti in quella locanda che non osi neanche guardare quando ci passiamo davanti. - lo disse con un piccolo sorriso sulle labbra e la ragazza arrossì -  E’ vero, non era un lavoro dignitoso ma se si ha fame si fa di tutto »
«Non riesco a sopportarlo lo stesso, lo trovo disgustoso! »
«Ricordo che il proprietario quando mi vedeva era sempre felice. Diceva che Enora non lavorava più per gli altri, ma solo con me. Sarà rimasto deluso quando avrà scoperto che in realtà io e tua madre parlavamo tutta la notte »
«Per avermi concepito non avrete parlato ogni notte »
«Mi piaceva tua madre, era una persona magnifica e bellissima. Non sai quante volte io abbia provato a farla andare via da quel posto per portarla con me. Ma lei ha sempre rifiutato, forse perché si era affezionata alle sue amiche. Non tutte le prostitute sono come ti immagini tu »
Disse sorridendo, quella conversazione era al limite dell’assurdo! Renée lo guardò per alcuni istanti, alcuni goccioloni stavano bagnando le sue guance lentigginose e André si alzò, le prese delicatamente il braccio, e la strinse in un dolce abbraccio paterno.
«Tua madre un giorno è sparita. Ho provato a cercarla anche a Lille, dove mi disse di essere nata, ma lì non la trovai. Se avessi saputo della gravidanza, se avessi pensato almeno per un istante cosa sarebbe potuto accadere, non le avrei permesso di scappare e sì… vi avrei rese felici entrambe »
«Mi dispiace… »
«Non deve dispiacerti, va tutto bene. Se hai bisogno di parlare fallo, non spaventarti né di me né di Oscar che ti vuole un bene dell’anima »
«Anch’io le voglio bene… le voglio davvero tanto bene…! »
André lasciò un piccolo bacio sulla fronte della figlia e le accarezzò dolcemente i capelli, lasciò che liberasse le lacrime e la strinse di più a sé. Oscar abbozzò un debole sorriso, abbassò leggermente lo sguardo e chiuse senza farsi notare la porta della camera da letto.
«Sei davvero un padre perfetto, André… »
 
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«Ti sono arrivate delle lettere, lo sai vero? »
Chiese Oscar notando alcune carte sul tavolino vicino alla porta d’ingresso. Renée rise.
«Sì, se ne sarà sicuramente dimenticato! Sono arrivate ieri! »
«H avuto altro da fare ieri pomeriggio »
André alzò le spalle e con un dolce sorriso si avvicinò alla compagna e prese le lettere che gli stava porgendo. Sussurrò un debole merci e iniziò a leggere il contenuto di ogni lettera con devota attenzione.
«Sempre le solite cose, eh? »
Disse stanco e sorrise nervosamente.
«Oggi devi aiutarmi a prendere il bucato, è pesante e non riesco a piegarmi per prendere la cesta »
Le dice lentamente Oscar senza guardarla e Renée annuisce.
«Certo, non è un problema »
André osservò per qualche istante le due riorganizzare insieme la cucina e non riuscì a non pensare a quanto fosse imprevedibile la vita.
“Tu che fino a un annetto fa comandavi soldati… ora sei una semplicissima donna di casa… con un vestito… incinta… assurdo!”
Mentre rideva tra sé e sé lesse l’ultima lettera che aveva tra le mani. Si alzò velocemente e si avvicinò rapido ad Oscar.
«Io devo andare, non aspettatemi per pranzare »
«Cosa? »
Diede un bacio rapido alla donna sulle labbra e uno sulla fronte alla figlia e uscì di corsa da casa, nascondendo il biglietto nella tasca della giacca.
   
 
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