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Autore: Malasorte    16/06/2019    2 recensioni
Un corsaro leggendario e letale, una fanciulla dal viso d'angelo, segreti sepolti in un lontano passato...
Questa volta Captain Jack Sparrow non si troverà ad affrontare solamente una nuova avventura, ma qualcosa di ben più complesso. Sarà un fantasma uscito dai suoi ricordi a svelare, almeno in parte, il suo nebuloso passato, costringendolo a scelte divise tra orgoglio ed amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 4

"Una figura sfuggevole e un misterioso tatuaggio"

 

- Come sarebbe a dire che il locandiere non ha idea di dove sia, Gillette? - Norrigthon era decisamente infuriato.

Erano passati cinque giorni da quando aveva dato al suo sottoposto l'incarico di pedinare Malasorte, riferendogli tutto ciò che veniva a sapere sul suo conto, ma... nulla.

Il corsaro continuava ad apparire e sparire indisturbato ogni volta che lo desiderava, quasi fosse davvero un'apparizione diabolica. Nessuno riusciva a prevedere i suoi spostamenti e stargli dietro.

- Sono spiacente, Commodoro. - si scusò quello - Mister Obson, il padrone della taverna 'Gallo Nero', lo vede anche più raramente di noi. Non consuma lì i suoi pasti, e non chiede mai che gli venga risistemata la stanza. Le rare volte che compare, trattenendosi per un po', disdegna apertamente le profferente delle 'cameriere'.

Se non fosse stato per il decoro richiesto dalla sua posizione, l'ufficiale più alto in grado avrebbe volentieri sbuffato.
- Ho chiesto all'uomo di poter vedere la stanza dove alloggia il corsaro... - continuò Gillette - Vi regna l'ordine più completo, nulla lasciato in vista o fuori posto. Solamente il suo bagaglio mi è sembrato insolitamente scarno per qualcuno con l'intenzione di stabilirsi qui. Infatti ho notato un unico baule da viaggio di modeste dimensioni, con qualche cambio di vestiario, un paio di libri di nautica, una bussola, un sestante, e poco altro. - gli elencò deferente.

- E le armi?-

- Suppongo che possieda unicamente la pistola e la spada che aveva quando è venuto a richiedere le mie informazioni. - rispose – Probabilmente le porta sempre addosso. -

- E' assurdo! Il miglior corsaro del Re arriva qui senza una nave di sua proprietà, un bagaglio ridotto all'indispensabile, un paio d'armi, e dice di voler fare dei Caraibi la sua dimora poiché il congedo? - sbottò il Commodoro - Come pensa di vivere? Avete forse notato un forziere con dei lucchetti, o qualcosa che potrebbe sottintendere abbia a disposizione del denaro, se non qualche proprietà qui sull'isola, Gillette? -

Doveva esserci una spiegazione razionale a quel comportamento così strano.

Magari qualcosa a cui non ho ancora pensato.

- No, alcuno. Fra i suoi scarni oggetti personali non vi era nessun genere di documento, né quelli riguardanti la sua identità o le sue proprietà, né la 'Lettera di Corsa' che lo autorizza al suo mestiere. - spiegò l'ufficiale, cominciando a sua volta ad essere perplesso.

- Quindi abbiamo a che fare con un uomo che, oltre a non avere passato né futuro, ci mostra un presente a dir poco nebuloso. - fu l'analisi di Norrigthon - Sembra quasi di avere a che fare con un fantasma, e questo mi induce ancora più a diffidare di lui.-

- Credete che non eseguirà il suo compito, Commodoro? -

- Credo che il meglio sia aspettarci qualunque cosa, anche il tradimento, Gillette. Se un uomo arriva nei Caraibi ansioso di recidere ogni contatto con la vita che ha vissuto finora, rendendosi quasi sempre irreperibile, senza avere con se nulla che lo ricolleghi ad alcunché del suo passato, non è poi così sciocco supporre il peggio. Perfino che abbia l'idea di diventare un pirata furfante! -

- Ma... - il luogotenente era sconcertato.
Malasorte era di certo bizzarro, inquietante e sfuggevole, eppure era un uomo che si era guadagnato i favori della Corte e del Re, in poco meno di quattro anni. Accusarlo di voler ingrossare le file dei filibustieri se non del tutto assurdo era, quantomeno, prematuro!

- Ditemi piuttosto, la Velocity è stata preparata a dovere per l'inaugurazione? -

- Sì, certamente, Commodoro! E' tutto sistemato, i rinfreschi stanno per essere portati a bordo proprio ora, e tra circa due ore il Governatore e tutti gli invitati raggiungeranno il brigantino! -

- Molto bene allora, andate Gillette, e continuate a sorvegliare il nostro... ospite. -

- Agli ordini! - fece il saluto militare, quindi si girò e se ne andò, lasciando un Norrigthon sempre più innervosito e corrucciato, da solo nel suo ufficio.

 

 

______________________

 

 

- L'Inaugurazione del Velocity? - Alexis storse il naso, non aveva alcuna voglia di prendere parte a quella 'noiosissima sfilata di parrucche imbiancate di boratalco, e trine e merletti inondate di profumo', come l'aveva appena ribattezzata.

- Sì, esattamente. Tra poco meno di due ore il brigantino salperà dal porto per il giro inaugurale, che durerà fino al tramonto, concluso da delle salve di cannone e... -

- … dallo sfoggio delle eccelse doti militari e marinare del soporifero Commodoro Norrigthon! - concluse l'altra ricevendo un'occhiata tagliente dalla cugina, prontamente ripagata da uno dei suoi migliori sorrisi impertinenti - Vuoi forse contraddirmi Lizzy? Proprio tu, che non hai avuto la minima esitazione o scrupolo nel rinunciare ad un cotale esempio di qualità virili, per fidanzarti con il tuo adorato William? - proseguì in un tono ancora più sarcastico, riuscendo perfettamente nell'intento di metterla in visibile imbarazzo.

- Sei davvero impossibile! Hai la lingua più tagliente di una spada! - la rimproverò - Comunque sia mio padre, in qualità di Governatore, deve fare il discorso inaugurale e visto che tu, fino a prova contraria, fai parte della famiglia, sei costretta a venire con noi. Che ti piaccia o meno! Per ciò, vestiti! - le intimò andando lei stessa al suo guardaroba.

Scorse rapidamente gli abiti della cugina e ne scelse uno di un celeste intenso che le depose in grembo.

- Questo? - chiese l'altra mentre osservava perplessa l'abito, che le era stato proposto, rifinito con delicati pizzi bianchi e un complicato ricamo a intreccio di fili blu scuro sul corpino.

- Sì, quello. E' sufficientemente elegante e semplice, perfetto per l'occasione. -

- Non è la sua adeguatezza il problema, Lizzy. Quest'abito mi è stato confezionato più di tre anni fa, per il mio diciassettesimo compleanno... - sospirò.

- E allora? -

- Allora dubito di riuscire ancora a entrarci! Francamente non mi ero nemmeno resa conto che fosse stato inserito fra i miei bagagli, ma una cosa è certa: sono molto cresciuta da allora.-

Elizabeth analizzò con aria scettica la cugina che le stava di fronte con solo la sottoveste addosso.

Quanto può essere cresciuta in tre anni?

Alexis aveva una figura snella, scattante e aggraziata. Era di una manciata di centimetri più alta di Elizabeth e, nonostante questo, aveva la vita egualmente sottile.
Nel complesso era decisamente graziosa, sebbene non potesse contare su curve procaci, proprio come colei che la stava esaminando.
Somigliava per lo più ad un'adolescente, sebbene non si potesse negare che, nonostante la mancanza di formosità, avesse tutto ciò che poteva renderla femminile e gradita ad occhi maschili.
Ancor di più se sapientemente valorizzate da un bustino, un bell'abito e un'adeguata acconciatura.

L'abito poteva ancora essere della misura cugina con il necessario accorgimento.

Affinché Alexis non avesse dubbi su ciò che stava pensando, decretò impietosa : - Il vestito ti andrà più che bene con indosso il corsetto! -

- Che cosa?! - ringhiò indignata l'altra, guardandola come se fosse impazzita - Sai benissimo che non porto mai il corsetto! Lo detesto quasi più di te! Proprio tu, sangue del mio sangue, che solo pochi mesi prima fa hai rischiato di annegare e soffocare per colpa di quella trappola infernale, vuoi costringermi ad indossarlo?! -

- Precisamente! - sorrise lei con l'aria di chi aveva scelto appositamente quel castigo. In quel modo l'impulsività di Alexis sarebbe stata tenuta a freno e avrebbe rimpianto la sua insolenza.

- Avanti, appoggiati al paravento! - le ordinò Elizabeth - Te lo legherò io stessa, così sarai sicura che, seppur non comoda, eviterai il soffocamento! -

La rossa era a dir poco furiosa, eppure non voleva causare ulteriori fastidi allo zio e alla cugina. Era l'unica a non essere pronta, quindi, ingoiando l'orgoglio, si girò appoggiandosi al paravento con entrambe le mani, permettendo così alla cugina di sistemarle il bustino cominciando a chiuderlo.

- Lexy per favore spostati i capelli! Non vedo quello che faccio! -

- A giudicare da come stai stringendo e tirando non è la vista il tuo principale impiccio! - brontolò l'altra raccogliendo con le mani la lunga massa di boccoli fulvi, sistemandola su una spalla in modo da liberare la schiena e la nuca.

- Oddio! -

- Che c'è? Hai visto un topo? - Alexis lo chiese con il tono esasperato di chi si aspetta ogni genere di banale, quanto inutile, contrattempo.

- No, no, niente del genere. E' solo che... Beh, non rammentavo il tuo tatuaggio! - sospirò Elizabeth mentre analizzava l'insolita figura impressa alla base del collo della cugina.

Era un disegno di un blu molto scuro, tendente al nero, non più grosso di sette o otto centimetri.

Nessuna ragazza di buona famiglia avrebbe dovuto sfoggiare un tale segno, poiché da sempre i tatuaggi erano i marchi distintivi di pirati e galeotti, ma per quanto ne sapeva Elizabeth quello che solcava la pelle della cugina aveva un significato speciale. In qualche modo era legato alla madre che la ragazza non aveva mai conosciuto.

Era stato collocato nel punto in cui il collo si univa alla schiena, fra le scapole, una posizione facile da celare ad occhi curiosi, sia lasciando parte dei capelli sciolti, sia semplicemente con un abito o uno scialle.

A riprova di questo c'era l'unica altra volta in cui l'aveva scorto, quasi tredici anni prima, quando Alexis aveva afferrato un paio di forbici e si era tagliata impietosamente i capelli a pochi centimetri dalla nuca, per far dispetto ad un'istitutrice particolarmente ingiusta e al padre sempre assente.

L'Ammiraglio Swann era andando in collera gridando alla figlia ogni sorta di rimprovero per il suo gesto, affermando che quel marchio era orrido ed abbietto al pari della donna che l'aveva messa al mondo.

Inutile dire quanto quelle parole così dure e inattese avessero sconvolto le due bambine. Dopo quel giorno, nessuna di loro si era più azzardata a sollevare la questione del tatuaggio alla presenza di sir Robert, poiché era ovvio gli riportasse alla mente un ricordo denso di rabbia. Forse un oscuro segreto su quella madre di cui Alexis non aveva potuto conoscere il volto.

Rivedendolo ora Elizabeth notò l'incredibile somiglianza con il tatuaggio di un'altra persona, visto da lei almeno un paio di volte.

Sì, non posso sbagliarmi!

Il disegno che solcava il polso destro di Capitano Jack Sparrow e quello sulla schiena della cugina erano pressoché identici.

In entrambi c'era il simbolo del sole e il passerotto dalle ali spiegate. L'unica differenza erano le onde del mare, da cui il sole sorgeva o forse tramontava, che su Alexis era stato sostituito da un intreccio di rovi e spine.

Che questa differenza abbia un significato? I tatuaggi sono legati tra loro?

Liz non riusciva a darsene spiegazione e sapeva che interpellare la cugina in proposito sarebbe stato inutile, poiché ne sapeva quanto lei.
L'unica opzione sensata era parlarne a Will, con cui avrebbe escogitato un modo per Jack.

Probabilmente il pirata era l'unico in grado di far luce su quel mistero.

- Se è per questo lo dimentico molto di frequente anche io, cuginetta! - le rispose l''oggetto dei suoi studi, distogliendola dai suoi piani.

- Già, lo immagino. - commentò per poi concentrarsi su altro - Il corsetto e il vestito sono a posto, vuoi che ti sistemi i capelli? -
Elizabeth si allontano di qualche passo, dando modo alla cugina di girarsi e guardarsi allo specchio posto contro la parete di fronte.
Ringraziò che Alexis fosse distratta dallo studiarsi, impedendole di accorgersi dell'inquietudine che l'aveva assalita per via di tutte quelle domande senza apparente risposta.

- No, grazie, finisco io. - declinò la sua offerta quella - Li acconcierò come al mio solito, con solo il pettinino di madreperla a trattenere indietro le ciocche più ribelli . - cosa che fece poco dopo.
Alexis le sorrise e prendendo il suo visibile nervosismo per impazienza le suggerì: - Raggiungi il tuo Will! Ho sentito la porta aprirsi poco fa, e scommetto che è lui! - lquindi si sedette sul divanetto per allacciarsi le scarpe.
Elizabeth non perse tempo a seguire il suo consiglio, uscendo dalla stanza per ricevere il suo innamorato e metterlo a parte di ciò che aveva in mente.

 

 

Continua...

 

   
 
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