Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Free air    25/07/2009    2 recensioni
"Remus Lupin combatteva, fino alla fine. Sentiva che uno dei mangiamorte sarebbe presto stato il suo ultimo avversario, sapeva che la morte era accanto a lui ad attendere un buon momento per finirlo. Scoprì di non avere paura." Si può morire, se c'è qualcosa per cui combattere. Solo vaghi accenni ai pairing.
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una breve one shot sulla morte di Remus, della quale non si sa nulla purtroppo. Solo vaghi accenni ai pairing. Lasciate un commento, se vi va.

 

 

SOMETHING TO FIGHT FOR

 

Remus Lupin combatteva da eroe.

Si librava agile tra uno spiraglio di luce e l’altro, mancava gli incantesimi come ballasse una danza leggiadra, riusciva a proteggere gli alleati vicini e ad evitare che venissero colpiti.

Pensava a sua moglie, allora. La vedeva in lontananza, ogni tanto schivare un colpo oppure gridare con la bacchetta puntata. In lui si faceva strada un misto di orgoglio e amore, era caldo, e leniva le sue ferite, almeno superficialmente. Pensava che poche ore prima l’aveva stretta per quella che sarebbe stata, con ogni probabilità, l’ultima volta.

E intanto teneva d’occhio ogni spostamento degli avversari, ogni minimo movimento; gli sembrava quasi di percepire i loro sguardi di ghiaccio sotto le maschere. Si gettò davanti ad una ragazza per evitare che un getto di luce verde la colpisse. Non poteva avere più di diciotto anni. Tremava incontrollabilmente, perdeva sangue da più parti. Lui aveva fatto quanto doveva. Le rivolse uno sguardo di incoraggiamento, poi si rialzò, risoluto, e vide con stupore che lei faceva lo stesso. Tornarono a combattere.

Remus Lupin pensava ancora a sua moglie quando il cielo si frantumò e ricadde su di lui, e le sue ferite si lacerarono. Stava cercando di ricordare con precisione il suo profumo, per evocare un Patronus. Fu un attimo: i suoi occhi incrociarono due maghi che combattevano più in là; uno di loro continuava a scagliare Avada Kedavra da ogni parte. E poi sua moglie irruppe sulla scena, duellando con la donna che aveva già contribuito ad uccidere una parte di Remus.

Bellatrix Lestrange era veloce, saettante: rideva mentre cercava in tutti i modi di portare a termine il suo compito, mentre cercava la gratitudine di un padrone che mai avrebbe ricambiato il suo amore, mentre scagliava l’ennesimo anatema mortale verso sua nipote. E l’ennesimo si rivelò quello giusto. Nello stesso istante in cui il primo spiraglio di luce verde schizzava dalla bacchetta della donna, il Patronus di Remus era corso verso Tonks: troppo tardi, perché l’incantesimo l’aveva già centrata, aveva già spento i suoi occhi e gettato un’ombra densa su tutti i colori del suo essere.

Tonks ricadde all’indietro, e pesantemente urtò il suolo; Remus si sorprese a pensare, da qualche parte dentro di se, che non era mai stata delicata. Cercò di urlare o disperarsi, ma non c’era tempo per il dolore.

 

Remus Lupin combatteva per uccidere.

Dalla sua bacchetta partivano fiotti di luce verde, che in diverse occasioni centrarono dei mangia morte andando a paralizzare i loro ghingi invisibili. Combatteva per uccidere, e pensava a suo figlio. Gli aveva accarezzato i capelli blu elettrico, l’ultima volta che l’aveva tenuto in braccio. Suo figlio non meritava morti e vendette e luci verdi. Suo figlio aveva già perso sua madre. Pensò a Harry, e sentì forte dentro di sé la certezza che lui poteva davvero fermare quell’orrore. Stava uccidendo degli uomini senza quasi rendersene conto, due o forse dieci o forse venti, casualmente vedeva corpi accasciarsi di fronte a sé, e in realtà vicino a lui sentiva la risata del suo bambino, e negli occhi portava il suo sguardo innocente e curioso. La sua sete di vendetta si agitava e cresceva, e pungeva come le altre ferite, ma non riusciva comunque a sentirsi meglio. La morte partiva dalla sua mano e andava a segno, la stessa morte che portava nel cuore, da troppo tempo ormai. La rabbia abbaiava in lui e lo faceva divenire sempre più simile al lupo che ormai era parte del suo essere, e che ringhiava incantesimi e sferzava maledizioni con la stessa pungente ferocia di un paio di artigli. Sentiva il suo corpo esistere, amplificato; ogni sensazione, ogni emozione, lo scuoteva dalla più profonda fibra del suo essere, ed era un dolore acuto, perché in sé c’erano solo odio e disperazione. In un angolo, un angolo che proteggeva da tutto il resto, c’era sua moglie che cercava di far addormentare il loro bambino cantando. Prese quel ricordo e ci si aggrappò, mentre l’ennesimo mangia morte crollava ai suoi piedi come un burattino. Il dolore fisico prese a manifestare la sua presenza, come un urlo acuto di sottofondo che si aggiungeva all’orrore cieco. Da qualche parte, lontano, Tonks continuava a cantare.

 

Remus Lupin combatteva, fino alla fine.

Sentiva che uno dei mangia morte sarebbe presto stato il suo ultimo avversario, sapeva che la morte era accanto a lui ad attendere un buon momento per finirlo. Scoprì di non avere paura. Si sentiva in colpa per suo figlio, ma tutte le persone più importanti della sua vita erano ormai andate via, l’avevano abbandonato a sé stesso. Fu allora che permise alla ferita più grande di riaprirsi, un’ultima volta, e di fronte a lui gli sembrò di vedere il volto magnifico di un giovane ignaro ancora della sua fine, i capelli corvini lisci e sconvolgenti nella loro perfezione, gli occhi grigi e canzonatori, che parevano incitarlo ad andare fino in fondo. Con Sirius accanto a lui, la paura divenne solo un ricordo lontano. Non temeva la morte, perché era già morto da tempo, e molte volte. Era morto il bambino sereno che era in lui, quando un morso l’aveva trasformato in una bestia; era morto quando la guerra aveva spezzato la sua giovinezza; una parte di lui era sparita per sempre insieme a James e Lily, quando erano stati uccisi; e aveva sperato intensamente di morire quando, senza poter fare nulla per fermarlo, aveva visto Sirius sparire nel velo, i lineamenti che conosceva a menadito oscurati dal peso degli eventi della sua vita, la risata che era capace ogni volta di fargli venire i brividi solo un eco lontano della sua memoria. Aveva pregato di morire e non era accaduto, e intanto la sua anima se n’era andata via, in silenzio, ad inseguire il cane nero che spesso popolava i suoi sogni, a cercare di nuovo quegli occhi indagatori, quel sorriso beffardo. Si accorse che la morte era più vicina, quando i ricordi presero possesso di lui, mentre la realtà si faceva più sfocata, ed era quasi piacevole lasciarsi andare, e Sirius era il balsamo per ogni suo dolore.

 

Remus Lupin morì mentre naufragava nella gioia di tutta una vita.

Era perso tra le macchie d’inchiostro che otto mani avevano tracciato su di una pergamena stregata, quando capì di aver fatto un passo falso.

Stava ripercorrendo le orme imprecise di un cane e di un lupo, quando il suo incantesimo mancò l’avversario che lo sovrastava, lasciandolo indifeso.

Si consolava nella speranza di un mondo migliore stringendo con foga il suo migliore amico che da tempo aveva creduto perduto, quando il mangia morte alzò la bacchetta, pronto a scagliare l’anatema che l’avrebbe riportato da tutti i suoi cari.

Abbracciava stretta la sua famiglia, quando l’uomo che aveva di fronte pronunciò quelle due parole che conosceva così bene.

Infine, inseguiva un latrato in una notte buia, e l’aria era il suo respiro, e il prato era la sua pelle e si beava della compagnia della persona più importante della sua vita, quando l’incantesimo lo colpì.

Non ebbe il tempo di spostarsi, ma realizzò che stava morendo, e ne fu dannatamente felice.

“Arrivo”

Fu il suo ultimo pensiero.

                                                                                                                                                                                                                   

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Free air