Capitolo
15: Andare fino in
fondo
Inferno
Confine
Settore Est, venerdì,
21:30
“E
non spingere! Siamo 543
prima di te!” informò, scocciato, l'individuo con
l'aureola in testa, al tizio
dietro di lui, il quale sbuffò, visibilmente, scocciato.
Era
da 36 ore che era in coda,
ma nessuno si decideva ad andare avanti... anzi, si era persino
aggiunta della
gente dietro di lui!
Sapeva
che quel posto era un
vero e proprio inferno... ma, in fondo, sapeva che le cose andavano
così, in
quel magazzino, ma non si lamentava.
Ciò
che era custodito in quel
posto era così prezioso che tutte le anime dannate di quella
sezione facevano
la fila, letteralmente.
“Scusa,
Vegeta... ma sei
proprio sicuro che questo sia il metodo più rapido per
rubare quei biglietti?”
domandò, un po' dubbiosa, l'anima con i capelli a forma di
palma e la
cicatrice, la quale si trovava, assieme ai suoi due compagni, in fondo
alla
fila ed erano, praticamente, gli ultimi, al tizio con la barba e i
capelli a
fiamma, il quale rispose, prontamente e con sicurezza:
“Certo, terza classe.
Grazie al mio piano, otterremo tutto ciò che vogliamo in
poco tempo. Te lo dico
io.”
Nonostante
la sicurezza del
compagno, Bardack era ancora parecchio sospettoso: “Ma noi
siamo in coda. E ultimi,
per giunta.”
“Proprio
per questo ce la
faremo.” rispose, ancora una volta, il re, con un sorriso di
vittoria.
Bardack
e Kohra si diedero
un'occhiata dubbiosa.
Proprio
come aveva previsto
Vegeta, quel piano sembrava, ai due saiyan, assurdo e senza senso.
Come
potevano pensare di
salvare Broly se stavano in fila?!
Vegeta
sembrò indovinare il
loro pensiero, in quanto dichiarò: “Capirete tutto
quando...”
Non
riuscì a terminare la
frase che si sentirono degli spari e un urlo: “Allarme!!! Al
ladro!!!”
“Ehi,
sparano!” si lasciò
sfuggire Bardack, il quale, assieme a Kohra, si voltò in
direzione del baccano
mentre Vegeta non si degnò nemmeno di voltarsi, come se la
cosa non lo
riguardasse minimamente.
Dalla
recinzione, uscì fuori
un'anima con una scatoletta di ferro mentre, tra i vari rumori di spari
si
sentiva un urlo: “Fermatelo!!!”
Vedendo
la cosa, le anime in
fila esclamarono: “Il primo della fila ce l'ha fatta!
“Ha rubato i biglietti!”
“E' stato il primo della fila!” “Ora
tocca a noi!”
Il
fortunato che aveva rubato
i biglietti, infatti, non poté fare molta strada
perché il secondo della fila
gli diede una botta in testa con un manganello e, mentre gli prendeva
la
scatola, esclamò: “Fermo! Eh eh! I biglietti sono
miei!”
“Miei, vorrai dire!”
esclamò il terzo della fila, colpendolo a sua volta e
prendendogli la scatola.
Ma
nemmeno lui poté cantare
vittoria a lungo perché il quarto lo colpì a sua
volta e gliela rubò, prima di
essere messo KO dal quinto e così via.
Nel
bel mezzo della notte, si
udivano colpi e frasi di questo tipo: “No! Sono miei!
Ohi!”
“Miei,
invece! Ouch!”
“Macché!
Miei! Urgh!”
Alla
fine, la scatola con al
suo interno i biglietti della discordia finì nelle mani del
penultimo della
fila, il quale, prima ancora di rendersene bene conto, si
beccò un pugno in
testa dal sovrano dei saiyan, il quale, rivolto ai suoi compagni
d'avventura,
dichiarò, soddisfatto: “E questo è
l'ultimo! Visto che conviene essere in
fondo?” “Altroché!” riconobbe,
divertito, Bardack.
Vegeta
non si smentiva mai.
Molto
probabilmente, sarebbero
stati in grado di assaltare quel magazzino e sistemare quelle anime da
strapazzo ma ci avrebbero impiegato molto tempo, oltre che un bello
spreco di
energia e il rischio che finissero nei guai con la legge... eppure
Vegeta era
stato in grado di creare un piano, all'apparenza assurdo e senza alcuna
speranza, in grado di ottenere i biglietti senza troppo sforzo.
Dopotutto,
era per questo che
era il loro re...
“Aspettate
un attimo, dovrei
avere qualcosa per aprirla...” fece Vegeta ma Kohra le
tirò un bel pugno,
rompendo la serratura e aprendo la scatola.
“Come
non detto.” fu tutto
quello che disse Vegeta, con un leggero tono scocciato.
Quella
lì non aveva proprio
alcun concetto della misura...
Kohra
tirò fuori dalla scatola
tre biglietti e fece un sorriso di trionfo.
Grazie
a quei biglietti,
avrebbe raggiunto e salvato Broly molto presto...
Mentre
la donna osservava i
biglietti, piena di speranze, Vegeta fece per prendere la scatola.
Se
avesse venduto quei
biglietti, avrebbe potuto guadagnare qualcosa...
Sfortunatamente,
essa venne
presa da Bardack che la lanciò verso il magazzino ed
atterrò proprio dall'altra
parte della rete metallica.
“Ma
sei matto?!” gli urlò,
adirato, il sovrano e Bardack rispose, con calma: “Ci
servivano solo tre
biglietti. Io sono contrario a fare questa roba, a differenza tua che
da vivo
rapinavi persino i morti, ma per questa volta ho fatto un'eccezione
perché c'è
una persona in pericolo e voglio salvarla. Però, il resto
dei biglietti torna
da dove è venuto.”
Vegeta
fece per dirgliene
quattro ma l'urlo di Kohra li fece smettere all'istante:
“Piantatela di
litigare, brutti idioti! Guardate che ho una fretta del diavolo, in
quanto mio
figlio rischia di morire da un momento all'altro!”
I
due fecero uno sbuffo poi si
alzarono in volo e seguirono Kohra.
“In
ogni caso, i biglietti
sono nostri!” dichiarò, soddisfatto, Bardack
mentre la donna, con un
sorrisetto, annuiva: “Certo! Eh eh! E sapremo usarli come si
deve!”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
21:36
Broly
venne colpito dal pugno
di Beerus prima che se ne rendesse bene conto.
Sentì
che gli si mozzava il
fiato.
Il
dolore era davvero
atroce...
“Sei
già sfinito per un misero
pugno?” lo provocò Beerus “Guarda che,
in confronto a quello che sta per
arrivarti, non è proprio niente...”
Dopo
avergli detto ciò,
infatti, cominciò a pestarlo violentemente allo stomaco e,
poi, gli lanciò un
pugno sulla guancia, così potente da farlo cadere per terra.
“Allora
che ti avevo detto?”
lo sfidò il dio, divertito, e Broly, per tutta risposta, si
rialzò in piedi.
“Mh?
Sei ancora tutto intero?
Sei davvero robusto, te lo concedo.” dichiarò
Beerus, prima di fiondarsi contro
il nemico per riprendere la sua battaglia.
Broly
si mise ad ansimare
profondamente.
Quello
era davvero forte...
ma, in ogni caso, non aveva alcuna intenzione di arrendersi e di venire
sconfitto!
Doveva
vendicare suo padre!
A
qualunque costo!
Inferno
Aeroporto
del Settore Est,
venerdì, 21:40
“Bene.
Secondo l'orario
partiremo tra cinque minuti e il computer afferma che il nostro aereo
possiede
anche la prima classe. Forse questo viaggio non sarà una
perdita totale...”
meditò Vegeta guardando il gigantesco tabellone elettronico
davanti a loro ma
Bardack gli ricordò: “Vegeta, i nostri biglietti
sono per la classe turistica.”
“E
secondo te, l'ultimo re dei
saiyan deve stare in una misera classe turistica?”
“Se
non hai un biglietto per
la prima dovrai accontentarti.”
“Ho
i miei sistemi per
ottenerlo. Se vuoi stare nella classe turistica stacci, ma io me ne
vado nella
prima!”
“Nella
prima classe si mangia
bene?” domandò Kohra e, prima che Vegeta potesse
bloccarlo, Bardack ammise:
“Certo, se è la prima significa che le cose sono
migliori.”
“Allora
ci vengo anch'io! Usa
i tuoi sistemi per farmi finire in prima classe!”
Vegeta
fece uno sbuffo.
Maledetta
rompiscatole
selvaggia...
Bardack
rimase in silenzio.
Non
gli andava per niente di
stare in prima classe ma era meglio non dividersi, anche
perché c'era il
rischio di perdersi e di sprecare un mucchio di tempo prezioso...
“A
questo punto, non mi rimane
che andare con voi nella prima classe!” mugugnò il
ragazzo prendendo una
manciata di patatine dal sacchetto che aveva in mano e mangiandosele
con gusto.
Vegeta
fece un ringhio
soffocato.
Non
sarebbe mai riuscito a
starsene tranquillo... lui detestava terribilmente dover viaggiare con
qualcuno... gli dava fastidio!
Inoltre,
il piano che aveva
progettato, ossia quello di svignarsela di nascosto, era sfumato.
Kohra
non gli avrebbe mai
permesso di farla franca e scappare, permettendo così che il
suo povero tesoro
morisse... cominciava a pentirsi amaramente di aver spedito quel
moccioso su
quel pianeta desolato, Vampa...
All'epoca
gli era sembrata una
buona idea ma adesso...
E
chi se lo aspettava che
quella madre a tempo pieno di Kohra facesse un pandemonio simile per
poterlo
salvare?!
E,
poi, la colpa era di quel
deficiente del suo uomo, Paragas che l'aveva fatto finire in quel
casino... ma
lui che centrava?!
“Va
bene... voi aspettate qui
mentre io mi sistemo con quel tipo lì.”
dichiarò Vegeta, indicando un tizio in
divisa dietro ad un bancone, per poi dirigersi verso di lui e
cominciando a
parlare con energia, anche se i due compagni non riuscivano a sentirlo
a causa
della lontananza.
Bardack,
pertanto, si limitò a
tornare al suo pacchetto di patatine ma, quasi subito, si accorse che
Kohra lo
osservava con curiosità.
“Scommetto
che vuoi le mie
patatine.” indovinò il saiyan e la ragazza
annuì: “Sì, dammele!”
“Facciamo
così: io ti do il
pacchetto ma tu, in cambio, mi riveli un certo segreto.”
“Quale
segreto?”
Bardack
diede una veloce
occhiata a Vegeta, per assicurarsi che stesse ancora litigando, poi,
abbassando
la voce, disse: “Vegeta ha accettato di venire con noi solo
perché l'hai
minacciato di rivelare un suo segreto. Di solito è lui che
ricatta gli altri...
e io sono proprio curioso di sapere qual'è il più
grande e imbarazzante segreto
del re dei saiyan.”
“D'accordo,
apri bene le
orecchie: sto per farti una confessione colossale.”
Inferno
Settore
Est, venerdì, 21:41
“Bene!”
esultò la giovane
ragazza chiudendo il rubinetto della vasca e, dopo essersi svestita,
scivolò
nell'acqua calda piena di schiuma.
Sorrise
soddisfatta.
Era
proprio ciò che ci voleva
dopo una dura giornata... in fondo, era pur sempre una fanciulla e,
come tale,
doveva mantenersi pulita, anche se era morta da parecchi anni...
Mentre
si lavava con una
spazzola, sentì il telefono vicino alla vasca suonare
rumorosamente.
Sbuffando
prese la cornetta e
domandò, scocciata: “Pronto?”
“Chi
diavolo ti ha dato il permesso
di rivelare i miei segreti?!” le domandò,
iraconda, una voce maschile
dall'altra parte della cornetta.
Sbuffò,
scocciata.
Possibile
che quando voleva
rilassarsi, c'era sempre qualche scocciatore?!
Lui,
poi, era il peggiore di
tutti...
Il
lato positivo era che se la
chiamava, Kohra doveva avergli rivelato che sapeva del suo piccolo
imbarazzante
segreto e lei era sempre contenta quando lui o un altro del suo popolo
di
barbari si trovasse nei casini...
“Non
pensavo di fare nulla di
male... anzi, ero convinta che ti fossi dimenticato di
Pinky...” ridacchiò la
giovane prima che la voce ribattesse: “Fatti i fatti
tuoi!”
Anche
se non poteva vederlo,
sapeva benissimo che era diventato rosso per la vergogna...
“In
ogni caso, sappi che per
colpa della tua bravata sono costretto a fare un viaggio da chiodi per
salvare
il figlio di una tizia che odio...” continuò la
voce, arrabbiata, e la giovane
non riuscì a trattenersi dall'interromperlo:
“Guarda che cambiare aria ti farà
sicuramente bene... soprattutto a quel tuo brutto
carattere...”
“Brutta
rompiscatole in
gonnella! Aspetta che torni da questo viaggio del cavolo e te le suono,
mi hai
capito?!”
La
ragazza strinse con rabbia
la cornetta.
Ma
chi diavolo si credeva di
essere quel dannato scimmione?!
“E
STA UN PO' ZITTO!!! GUARDA
CHE SONO IMPEGNATA IN UN'ATTIVITA' CHE PER ME E' DI VITALE
IMPORTANZA!!!
PERCIO' NON ROMPERE, CHIARO?!?!” gli strillò,
esasperata, la giovane,
chiudendo, rumorosamente e con rabbia, la conversazione.
Inferno
Aeroporto
del Settore Est, venerdì,
21:43
Vegeta
fece una smorfia di
rabbia.
Quella
strega gli aveva
sbattuto il telefono in faccia?!
Purtroppo,
il suo aereo stava
per arrivare e non aveva il tempo di ritelefonarle... ma si sarebbe
fatto
risentire, altroché!
Vegeta,
cercando di contenere
la sua rabbia, ritornò dai suoi compagni, sventolando i
biglietti che era
riuscito ad ottenere, unica consolazione: “Ok, è
tutto pronto. Possiamo
andare.”
Stava
per dirigersi allo scalo
quando notò che Kohra stava mangiando un pacchetto di
patatine che gli sembrava
familiare...
“Ma
quelle sono le patatine di
Bardack! Come mai te le ha date?” domandò,
incuriosito e sospettoso, il saiyan
e la ragazza, facendo le spallucce, dichiarò:
“Siamo diventati amici.”
Vegeta
lanciò uno sguardo
all'altro, il quale, dopo averlo guardato un attimo, chiuse gli occhi e
mise
una mano sulla bocca, come se stesse cercando, invano, di trattenere le
risate.
Seccato,
dichiarò, prima di
allontanarsi: “Beh, dì al tuo amico di smetterla
di fissarmi! Mi sta dando il nervoso!”
Una
volta che Vegeta si fu
allontanato, Kohra ricordò a Bardack: “Ehi, tu.
Avevi detto che saresti stato
perfettamente in grado di trattare Vegeta come al solito, nonostante
conoscessi
il suo segreto.”
“Scusa,
ma adesso che lo
conosco non riesco più a guardarlo senza
ridere...” ammise, divertito, il
saiyan per poi aggiungere: “Chi avrebbe mai immaginato che
l'orgoglioso, freddo
e spietato re dei saiyan avesse bisogno di un coniglietto rosa per
dormire
quand'era piccolo?! Nemmeno mio figlio Radish ne aveva
bisogno...”
“Proprio
per questo ha
accettato di aiutarmi a salvare mio figlio.”
I
tre saiyan si diressero
verso la pista, piena zeppa di aerei malridotti assieme alle altre
anime dell’inferno
e notarono numerosi orchi che, col megafono, davano un sacco
d’indicazioni ai
viaggiatori:
“Il
gruppo A venga da questa parte! Io sarò la vostra guida
nell’Inferno del settore ovest!”
“Restate
in fila, per cortesia, e non spingete.”
“I
posti sono numerati, ciascuno si sieda al proprio posto e si
allacci la cintura di sicurezza.”
“Certo
che questi aerei sono messi maluccio…”
commentò Kohra,
mentre Vegeta le rispondeva, seccatamente: “Siamo
all’inferno, mica al
paradiso, Kohra! Figuriamoci se dei criminali come noi avrebbero degli
aerei
nuovi di zecca…”
A renderlo di
cattivo umore era il sospetto che quelli del banco
l’avessero infinocchiato… se quegli aerei erano
ridotti così, di certo la Prima
Classe non doveva essere un granché…
“Dunque,
secondo il biglietto, il nostro aereo è… quello
lì.” Dichiarò
Bardack, indicando un piccolo aeroplano in fondo alla pista e
vedendolo, Vegeta
protestò: “Ma è quello messo peggio
dell’intero aeroporto!”
Nonostante
le lamentele di Vegeta,
i tre saiyan salirono sull'aereo e mentre prendevano posto, Vegeta
domandò a
Kohra: “Quando arriveremo in quel settore, sai come fare per
raggiungere il
mondo dei vivi?”
“Ho
quest'indirizzo.” annunciò
Kohra, tirando fuori dalla borsa un foglio di carta e mostrando ai
compagni un
annuncio pubblicitario.
“Guarda
che ci sono varie
possibilità che quell'annuncio non porti a
niente...” le fece notare Vegeta e
la ragazza insistette, decisa: “Non m'importa! Sono pronta a
tutto pur di
salvare mio figlio!”
“Sei
curiosa, Kohra... di
solito alle madri saiyan non interessa niente dei propri
figli...”
“Io
ho vissuto con gli animali
dopo che mi avevano abbandonata in mezzo alla foresta, convinti che
questo
sarebbe bastato a farmi fuori... è stata una femmina di una
specie pericolosa a
trovarmi e a proteggermi... aveva appena perso il suo cucciolo, in
quanto era
nato prematuro ed era caduta in depressione... poi ha trovato me, la
quale ero
sola ed ero appena stata abbandonata dai miei simili... mi amava e mi
trattava
come se fossi una dei suoi cuccioli... nonostante fosse chiaro come il
sole che
ero totalmente diversa da lei e dalla sua specie... fu grazie a lei se
venni
accettata dai suoi simili.”
“Eh
già... quando ci fu
quell'attacco, tu sei stata l'unica a non aver paura di quell'animale e
tutti
sono rimasti increduli quando ti sei messo tranquillamente ad
accarezzarlo e
quello strofinava il suo gigantesco muso su di te.”
“Certo,
era mio fratello.”
“Piuttosto
grosso tuo
fratello...” commentò Bardack mentre Vegeta
affermava: “Mi sorprende che ti
avesse riconosciuta...”
“Non
è mica tanto strano.
Spesso mia madre mi dava un sacco di fratellini o sorelline... mi sono
sempre
occupata di loro come potevo ma la mamma ci accudiva, giocava sempre
con noi,
mangiavano tutti insieme, da piccoli con il suo latte mentre da grandi
con la
carne cacciata da lei, ci facevamo sempre le coccole e ci difendeva
sempre
dalle altre bestie pericolose che ci volevano uccidere e mangiare,
soprattutto
io, dato che ero una saiyan e, per istinto, mi consideravano qualcosa
da
mangiare. Poi, anche volte, volavamo tutti insieme nel cielo blu. Io,
all'epoca, non sapevo volare, quindi salivo in groppa alla mamma e
spesso mi sdraiavo
sul suo manto soffice e mi addormentavo, cullata dal vento e dai versi
di mia
madre e dei miei fratelli e sorelle. Lei non era la donna che mi ha
messa al
mondo ma per me è sempre stata mia madre... credo che sia
grazie a lei e alle
sue cure se do una così grande importanza alla salvezza di
mio figlio... forse
è una cosa strana per i saiyan ma per me è la
cosa più normale del mondo.”
I
due saiyan rimasero in
silenzio a osservarla.
Poi,
però, la ragazza,
grattandosi i capelli ribelli, dichiarò, con noncuranza:
“Però, non mi
aspettavo che quando aspetti un bambino, diventi grassa... è
stata una vera
sorpresa.”
Vegeta
sgranò gli occhi,
sorpreso da quell'affermazione, per poi domandare: “Ma
scusa... tu non sapevi
che le donne incinte...?!”
“Certo
che non lo sapevo!”
“Ma
sei una donna! Queste cose
le dovresti sapere!”
“Senti,
quando mia madre
aspettava i cuccioli, non mi ero mai accorta che diventasse grassa! Ho
imparato
da lei altre cose ma di certo non questo!”
“E
cosa... cosa hai pensato
quando hai notato che ti stava crescendo la pancia?”
“Beh,
all'inizio pensavo che
avessi mangiato troppo e che sarei diventata come una di quei saiyan
grassi o
che avessi inurgitato per sbaglio qualcosa di vivo, dal momento che
sentivo
muoversi qualcosa dentro di me... poi, un giorno, Paragas mi ha
raggiunto e
quando mi ha vista mi ha domandato se non stessi aspettando un bambino.
Così è
saltato fuori che ero incinta.”
“Non
faccio commenti...” fu
tutto quello che dichiarò Vegeta.
Sapeva
che Kohra non era
normale ma fino a quel livello... però era anche vero che
aveva vissuto in una
foresta fin dalla giovinezza...
“Ma
sul serio le donne
diventano grasse quando aspettano i bambini?”
domandò, incredulo, Bardack e,
ancora una volta, Vegeta rimase senza parole.
Non
era possibile... anche
lui?!
“Ma
tu non hai due figli?”
domandò il sovrano, cercando di contenersi, e l'altro
rispose: “Certo. Perché?”
“E
non ti sei mai accorto di
come diventava tua moglie durante la gravidanza?!”
“E
come potevo? In entrambe le
occasioni, Gine m'informava che avremmo avuto un figlio alla vigilia
della mia
partenza per una campagna militare e quando tornavo il bambino era
già nato da
un pezzo. Però, adesso che mi ci fai pensare, avevo notato
che Gine era
diventata leggermente grassa durante la sua seconda
gravidanza…”
Vegeta
era senza parole.
Ma
solo lui era l'unico sano
di mente in quel gruppo di sbandati?!
Finalmente,
l'aereo decollò e,
mentre volavano, Bardack non continuava a guardare fuori dal finestrino
il
panorama, tanto da commentare: “Urca, che
spettacolo… però che strano… come fa
a volare una cosa così grande se non è
biologica?”
“Bifolco.”
Lo apostrofò
Vegeta, guardandolo in malo modo, distogliendo lo sguardo dalla rivista
offerta
dal personale di volo, per poi sbuffare: “Ah…
il nostro aereo è un
catorcio! Perché ci è toccato prendere questo?! I
sedili sono scomodi, le
cinture ruvide e le riviste di tre secoli fa! Accidenti… io
volevo viaggiare su
uno di quelli moderni, con la prima classe che è davvero una
prima classe…”
“In
effetti, questo coso è molto più lento di mia
madre… comincio
a non poterne già più!” ammise la voce di
Kohra, seduta nel sedile dietro di loro, la quale poi
domandò ai due: “Manca
molto? Quando si arriva?”
“Non
ne so niente, Kohra!
Rilassati una buona volta e goditi il viaggio!” le rispose,
scocciato, Vegeta.
Sfortunatamente,
la frase non
sembrò affatto calmare Kohra.
La
giovane donna, infatti, si
alzò dal suo posto e cominciò a camminare nel
corridoio, visibilmente irritata.
“Ma
dove sta andando?” si
domandò Bardack e Vegeta, guardando dal finestrino, rispose,
scocciato: “Ma chi
se ne importa!”
Kohra
si diresse verso una
porta e, una volta aperta, scoprì che era arrivata nella
sala comandi.
“Manca
molto? Quando si
arriva?” domandò la ragazza e il povero pilota
sobbalzò per la sorpresa e lo
spavento.
Aveva
appena ripreso fiato che
Kohra uscì dalla stanza e cominciò a chiedere a
tutti i passeggeri: “Manca
molto? Quando si arriva?”
Vedendola,
Vegeta si mise una
mano sulla fronte per poi sussurrare, esasperato:
“Sarà un viaggio molto
lungo...”
Terra
Terra
dei ghiacci, venerdì,
21:50
“Mi
spiace ma quando raggiungo
il 100%, nessuno è più in grado di battermi...
anche se ammetto che sei stato
un avversario davvero niente male...” ammise Beerus
osservando il suo
avversario, il quale era steso per terra, sconfitto.
Il
dio allungò la mano davanti
a sé e preparò una sfera d'energia viola,
aggiungendo: “Non ho mai incontrato
un avversario che mi ha messo più in crisi di te... dopo
Whis, sei il nemico
più forte con cui abbia mai combattuto... anche se adesso ti
distruggerò, sappi
che ti sei guadagnato il mio rispetto...”
Dopo
aver detto quelle parole,
lanciò con tutta la sua forza la sfera, urlando:
“Addio e a mai più
rivederci!!!”
Ma,
proprio quando la sfera
stava per colpirlo, il saiyan aprì gli occhi e, con un urlo
disumano, venne
avvolto da un'energia verde che fece allontanare la sfera.
“Ma
cosa...?!” esclamò Beerus
mentre Broly continuava ad urlare.
Non
avrebbe perso contro
l'assassino di suo padre... sarebbe stato lui a sconfiggerlo!
Sarebbe
andato fino in fondo
per ottenere la sua vendetta.
“Oh,
cielo.” commentò Whis a
quello spettacolo e, sentendo quell'affermazione, Bulma gli
domandò,
preoccupata: “Che succede?”
“Beh,
credo che il pensiero di
essere sconfitto, abbia appena fatto rompere il suo guscio personale
dei suoi
limiti.”
“E
questo è un bene?”
“Se
per bene intendi che la
sua forza, adesso, è molto superiore a quella di Lord Beerus
e che sarebbe
capace, da solo, di distruggere questo pianeta e ucciderci tutti con un
semplice pugno... allora sì. E' un bene.”
Mentre
Bulma faceva una
smorfia di paura e sgomento, Broly smise di urlare e il suo aspetto
fece
tremare i suoi avversari.
La
sua corazza si era
frantumata in mille pezzi, rivelando il suo torso nudo e pieno zeppo di
cicatrici, il quale sembrò diventare più
massiccio e muscoloso mentre i capelli
diventavano verdi.
Prima
che Beerus poté capire
che diamine fosse successo all'avversario, Broly gli si parò
davanti e, con una
sfera d'energia verde generata dal suo petto, lo colpì in
pieno, facendolo
arretrare.
Beerus
rimase esterrefatto.
Quell'attacco
era davvero
potentissimo.
Senza
dargli un attimo di
tregua, Broly colpì Beerus con una ginocchiata in pieno
stomaco e, mentre il
dio della distruzione tentava di riprendere fiato, il saiyan lo
afferrò per la
testa e la lanciò contro una roccia, distruggendola.
Prima
che Beerus potesse
rialzarsi, Broly lo prese per la coda e cominciò a sbatterlo
da tutte le parti.
“Beerus
è in difficoltà!
Dobbiamo aiutarlo!” esclamò Trunks ma Whis,
prontamente, lo bloccò: “Pessima
idea.”
“Eh?!
Che intendi Whis?”
“Beerus
è molto più resistente
di quello che voi crediate. Potrà tranquillamente resistere
per più di due
ore.”
“E...
non dovremmo aiutarlo?”
“Certo.
Ma penso che sarebbe
molto più fruttuoso se tu, l'altro Trunks e Tarble ve ne
resistiate qui
tranquillamente a riprendere fiato. Così, quando
combatterete di nuovo, sarete
al massimo dell'energia mentre Broly, al contrario, sarà
molto stanco. Inoltre,
potrete avere l'opportunità di studiare il suo stile. Che ne
pensate?”
I
diretti interessati si
guardarono negli occhi, increduli...
Forse
l'idea di Whis non era
tanto male...