Le nuvole nere, più nere persino del cielo notturno, continuano a vomitare pioggia sopra il cimitero, ma almeno Bela sembra aver smesso di tossire l’acqua con cui il fantasma la stava facendo annegare; quell’arrogante ragazza tutta pelle e ossa, ladra, scaltra, avida ed egoista (ma, lo deve ammettere, intelligente e sicura di sé) è troppo debole per raggiungere la macchina, così Sam la solleva tra le braccia, ben sapendo che non sarà nello stile di lei riuscire a dire grazie.
Non gli importava se dall’ossessione sua e di Dean di sacrificarsi l’uno per l’altro sarebbero venuti solo sangue e sofferenza perché una vita senza suo fratello non avrebbe avuto alcun senso; cercare di farlo capire al trickster sarebbe stato impossibile, perché i sentimenti non vanno spiegati e compresi con la mente, ma solo sentiti col cuore, quindi lasciò che le lacrime scendessero dai suoi occhi senza vergogna e supplicò che lo facesse tornare, si sarebbe messo in ginocchio, se fosse servito; quando poté stringere di nuovo Dean tra le braccia si sentì come un mendicante a cui un bambino ha regalato un fiore.
Sam guarda fuori dal vetro appannato del motel: la luce pallida del giorno che muore troppo presto in questo periodo dell’anno e i candidi fiocchi di neve che si poggiano lievi sul cofano nero di Baby conferiscono un’aria triste a quello che sarà l’ultimo Natale di suo fratello; così Sam riporta i colori della sua segreta speranza nella stanza del motel: improvvisa un albero di Natale decorato con arbre magique rossi, gialli e blu e prepara dell’eggnog che li riscalderà.
Sam vorrebbe restare al fianco di suo fratello per tutta la notte e per tutte le notti che verranno perché il sedile dell’Impala è l’unico posto che è casa, ma sa che sarà l’ultimo viaggio insieme e può solo unire la sua voce a quella di Dean, immaginando, come quando erano bambini, di essere un cow boy che viaggia su un cavallo d’acciaio, ricercato vivo o morto.
Una piccola radura in mezzo a un bosco sembra il posto ideale per riposare con il vento che solletica l’erba verde, con il sole che riscalda il terreno e con il dolce canto degli uccelli a tenere compagnia; Sam posa la mano sulle due assi di legno che ha inchiodato insieme: «Ti servirà un corpo per quando riuscirò a riportarti indietro!».
NdA
Ciao a tutti!
In una raccolta su Sam, non potevo non fare riferimento anche al personaggio di Gabriel che si è svelato poco a poco e che ha conquistato tanti con le sue brevi apparizioni; il suo rapporto con il cacciatore aveva un enorme potenziale, purtroppo poco sfruttato.
La terza stagione è quella che ho vissuto più intensamente: mi sembrava, come Dean, di avere la spada di Damocle sulla testa, ed è stato bello riscriverne degli stralci dal punto di vista di Sam!
Grazie a chi mi lascia il suo pensiero e a chi legge!