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Autore: Arashi_art    17/06/2019    2 recensioni
Diana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 anni dopo per caso o per volere del destino? Diana non sa che lui è diventato un idol di fama internazionale e quale sarà la sua reazione?
Si creeranno situazioni ambigue e scopriranno entrambi a loro spese quanto siano cambiati in questi anni.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vecchio e Nuovo

2019

{Diana}


Mi guardai nel riflesso dello specchio e mi riconobbi a stento. I boccoli viola mi ricadevano pigri sulle spalle, gli occhiali tondi lasciavano intravedere le finte iridi marroni e la mascherina celava la mia bocca carnosa.

Ero pronta ed il mio cuore galoppava come un cavallo in corsa.

Mi diressi verso l'edificio con Arianna che scalpitava dietro di me, era stata veramente gentile ad accompagnami. Aveva preso due piccioni con una fava, visto che voleva realmente partecipare alla fansign. Ero rimasta in contatto con lo staff dell'agenzia in modo da poter camuffarmi meglio tra le Army esaltate, soprattutto per non farmi scoprire prima del momento giusto.

Poco prima dell’inizio dell’evento scrissi un messaggio a Jimin per augurargli un buon lavoro e lui mi rispose subito ringraziandomi. Non appena entrarono tutti e sette, davanti al lungo tavolo, sorrisi sotto i baffi e mi feci più piccola in modo da non incrociare i loro sguardi. Erano meravigliosi, l'uno accanto all'altro nei loro completi di tutti i colori, mentre salutavano i presenti. Jimin mi tolse il fiato con il tuo look total black ed i capelli rosa acceso, come il mio primo giorno alla Big Hit.

Ancora faticavo a credere che quel meraviglioso essere umano avesse scelto me tra milioni di abitanti sulla Terra.

Quasi dimenticai il bigliettino che avevo in una mano, troppo rapita dal fascino del mio ragazzo. Mi avevano affidato un numero verso la fine dell'infinita coda che si era creata per incontrare i "nostri" idoli. Lanciai uno sguardo dietro per controllare che Arianna fosse ancora lì, semi nascosta dietro ad un gruppetto di ragazzine urlanti. Entrambe indossavamo persino un berretto con la visiera in modo da non farci riconoscere quando la fila diminuiva. Non mi ero mai ritrovata in mezzo a così tante Army, tutte in preda all'esaltazione, che commentavano uno ad uno i membri. Risi moltissimo ascoltando le loro conversazioni, ma rimasi in disparte per non dare troppo nell’occhio.

- Jimin-oppa! - urlò all’improvviso una ragazza poco più avanti di me, ma lui sorrise appena in imbarazzo.

Oca. Pensai tra me e me.

Non ero mai stata gelosa delle fan, era piuttosto ridicolo esserlo, ma quella volta fu inevitabile. Però sorrisi al pensiero che nessuna avrebbe avuto l’esclusiva su di lui, come me. Quando la fila si fece più piccola davanti a me, mi voltai verso Arianna che alzò un pugno timido per incoraggiarmi. Sentivo le gambe molli come se fossero di gelatina, mi erano mancati tutti.

Salii i pochi scalini con il cuore che minacciava di uscirmi dal petto e mi inginocchiai davanti al lungo tavolo capeggiato da Namjoon. Tolsi il berretto e la mascherina cautamente mentre gli porgevo l’album rosa immacolato. Nel farlo, puntai il polso verso lui in modo tale da mostrargli il piccolo tatuaggio sul mio polso sinistro. Lui guardò distrattamente in quella direzione e poi posò gli occhi sorpresi su di me. Sembrò riconoscermi solo in quel momento e spalancò la bocca come se volesse gridare a squarciagola che fossi tornata. Il mio indice ammonitore si posizionò prontamente sulle mie labbra per fargli capire di tacere.

- Ma che ci fai qui? - mi chiese sottovoce.

- È una sorpresa, soprattutto per Jimin. - ammiccai.

Autografò il fronte della copertina scura, poi la passò ad Hoseok che mi lanciò un sguardo confuso. Sentii gli occhi inumidirsi quando mi disse “Bentornata” con un gran sorriso e la voce dolce. Seduto accanto a lui c’era Taehyung che mi riconobbi subito, anche se stavo piangendo come una fontana. Intrecciò le mie dita con le sue grandi e mi regalò il suo tipico sorriso furbo.

- Lo farai morire. - disse piano.

Trascinai l’album con i tre autografi verso il successivo: Jin. Tentavo di asciugarmi le lacrime con la manica della maglietta senza risultato, così lui mi porse un fazzoletto. Per fortuna Jimin era concentrato sulla ragazza davanti a lui e non si accorse assolutamente di me. Quando la fan andò verso Jungkook, Jimin prese il cellulare per scattarsi un selfie nel frattempo.

- Jimin, questa Army sta piangendo a dirotto. Trattala bene, mi raccomando. - Jin fece l’occhiolino mentre scivolavo davanti al mio ragazzo.

- Quando mai ho trattato male...- iniziò Jimin, ma si bloccò non appena mi rivolse lo sguardo.

Lo salutai agitando la mano sinistra in modo da avere il tatuaggio in bella vista. Appoggiò il cellulare sul tavolo con un gesto lento mentre mi studiava ogni parte del viso. Una scia luminosa come una coda di una cometa passò, solcando sue iridi scure. I suoi denti bianchi strinsero il labbro inferiore mentre portava verso di se l’album con le mani tremanti.

- Diana... - sillabò muto.

Sorrisi in silenzio mentre una valanga di lacrime mi travolse le guance. Volevo lanciarmi sul tavolo, fregandomene delle persone presenti, per sentire di nuovo le sue labbra morbide sulle mie.

- Possiamo confrontare le nostre mani? - chiesi con la voce spezzata.

Allungai la destra e la incastrai con la sua minuta: il solo tocco delle sue dita mi scosse ogni cellula epiteliale. Nessuno di noi parlò mentre la penna firmava tremolante e poi scrisse qualcosa su un biglietto che venne subito nascosto tra le pagine dell'album. Arrivai di fronte a Jungkook che rimbalzò i suoi occhi su di me e su Jimin, come se stesse guardando una partita di tennis.

- Sembri una bambina, ti prenderò in giro per sempre. - mi schernii per risollevarmi il morale.

Ero troppo felice per poter smettere di piangere, avevo sognato quel giorno per troppo tempo. Yoongi mi sorrise come non aveva mai fatto da quando ci conoscevamo, sembrava un'altra persona.

- Ti sei drogato prima di venire qui? - domandai ridendo.

- Bene, non dimostrerò più niente d’ora in poi. - rispose offeso.

Avrei voluto strapazzargli le guance, invece mi limitai ad agitare le dita a mo' di saluto. Scesi i gradini e poi controllai la mia amica che si era appena seduta di fronte a Namjoon. Una guardia mi fece uscire dalla stanza senza essere notata, dopo avergli ricordato chi fosse Arianna per lasciarla passare. Salutai lo staff nei camerini ed attesi la fine dell’evento con ansia. La mia complice arrivò qualche minuti dopo in preda all’euforia, così saltellammo insieme come due bambine sui tappeti elastici. Non riuscivo a stare ferma, dovetti percorrere il corridoio più volte nel tentativo di smaltire la frenesia.

Volevo vedere Jimin.

- Cosa ti ha detto? - chiese Arianna dopo avermi bloccata per le spalle.

- Niente, era senza parole. Ma mi ha lasciato questo. - rivolsi il bigliettino che avevo trovato in mezzo alle pagine del photobook.

"Come faccio ad aspettare la fine della fansign? Sei crudele, me la pagherai."

Mi strofinò le braccia con un sorriso tenero sul volto, ma ripresi a consumare le mattonelle del pavimento.

Poi lo vidi, all’inizio del corridoio con il fiato corto. Portò una mano sulla bocca come se non credesse nella mia presenza. Strinse le palpebre finché le lacrime non scesero copiose sulle dita paffute. Le sue spalle iniziarono a sussultare mentre chinava la testa verso il basso. La sua reazione mi inchiodò sul posto impedendomi di raggiungerlo. Tutta l’agitazione che avevo inglobato, si era riversata sulle mie gambe che si sentirono schiacciate da quella forza.

- Avete intenzione di rimanere così? Va’ da lui. - mi riscosse Arianna.

Avevo vissuto quei sei mesi aspettando quel momento, eppure non riuscivo a muovermi. Tutto d’un tratto corse verso di me, mi prese il viso tra le mani e finalmente mi baciò. Il sapore dolce delle sua labbra era mescolato a quello salato delle lacrime, era qualcosa di nuovo insieme a qualcosa che avevo già assaporato. Vecchio e nuovo si intricarono come le nostre bocche che non si curarono delle persone circostanti. Ci guardammo più volte senza distinguere l'uno i dettagli dell'altro perchè eravamo troppo vicini. Tutti i miei cinque sensi erano focalizzati su di lui come il giorno del nostro primo bacio in riva al mare.

- Smettila di piangere. - mormorai sulle sue labbra.

- Ma stai piangendo anche te. - rispose piano ispirando con il naso.

Le nostre fronti si scontrarono dolcemente ed io chiusi gli occhi assaporando il tocco delle sue mani sulle mia guance. Aumentai la presa sulla sua vita per non lasciarlo andare, non volevo più allontanarmi.

 

"Sometimes my dreams come true." - Dream Glow









 

Eccomi di nuovo!!
La fine di questa storia si sta davvero avvicinando...sigh
Ho scritto un epiologo piuttosto lungo che ancora devo decidere come dividere, ma devo 
pubblicare un altro capitolo prima: il pov di Jimin ovviamente.
Spero che l'incontro tra i due vi abbia soddisfatto, è una parte che ho pensato fin da 
subito e ho voluto lasciarla così. 
L'album in questione è Persona come avrete capito, ma quando ho scritto questo capitolo ancora 
non si sapeva niente di niente ahahhaha 
Grazie a tutti davvero, mi avete accompagnata per così tanto tempo e ne sono felicissima <3
A presto!!

-Arashi-

   
 
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