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Autore: QueensOfFandom94    17/06/2019    0 recensioni
Amanda si rende conto dei suoi sentimenti per il bel detective solo quando ormai pare essere troppo tardi....
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amanda Rollins, Odafin Tutuola, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una sera come tante a casa Rollins. 
Jesse stava disegnando davanti al televisore, mentre sua madre stava apparecchiando la tavola e il detective Carisi era impegnato ai fornelli.  
Il ritratto perfetto della famiglia perfetta. 
- Scusa...- fece Amanda prendendo i piatti dalla credenza per poi posarli sul tavolo. 
- Di cosa?- fece Sonny usando il mestolo per girare ed evitare così che gamberetti e zucchine  si attaccassero alla padella.
- Ti sfrutto sempre.- fece Amanda - Con Jesse... e so che di solito non intendi questo con inviti a cena...- no, decisamente non aveva nulla a che vedere con un invito a cena.
Di solito, un invito a cena implicava che era il padrone di casa a preparare la tavola e qualcosa di gustoso per i suoi ospiti...ed impedire tassativamente al suddetto ospite di fare qualunque cosa che non fosse mettersi comodo e aspettare pazientemente e al massimo portavano una torta gelato o qualunque altra cosa per contribuire...
In casa di Amanda era tutt'altro. 
Quando invitava a cena il detective Carisi, era lui che si occupava di cucinare e tirar fuori dei piatti che avrebbero fatto invidia a molti ristoranti e l'aiutava anche a prendersi cura di Jesse, le faceva il bagno, la calmava quando si metteva a piangere per farla dormire un po', e giocava spesso con lei. 
Si prendeva cura di loro, come solo il più dolce e delicato degli amanti e il più affettuoso dei padri poteva fare. 
Più di una volta in quelle serate era stata tentata, invece di prendergli il cappotto ed accompagnarlo alla porta e di ringraziarlo per l'amico che era... di chiedergli di restare e di chiudere la serata, ma aveva sempre resistito a quella tentazione. 
Teneva molto a Carisi. Quando Nick aveva lasciato la polizia, aveva pensato che non sarebbe riuscita ad affezionarsi ad un collega allo stesso modo in cui si era affezionata a lui...  e invece c'era riuscita. 
Ed era anche riuscita ad alzare la posta. 
Sonny era l'uomo più dolce e gentile che avesse mai conosciuto... il classico esempio di come certe regole avessero un'eccezione. Come quella che diceva che gli uomini erano tutti uguali e se ti stavano troppo attorno e si dimostravano gentili ed affabili era solo perchè si aspettavano di essere ''adeguatamente ricompensati''. Lui non era così. 
Era una persona che trovava gioia ed appagamento quando aveva la consapevolezza che gli altri attorno a lui fossero felici, che mai chiedeva o si aspettava qualcosa in cambio. Da piccola non aveva mai creduto alle fiabe e che esistesse davvero un uomo disposto ad uccidere un drago per provare alla sua bella il suo amore...  ma per lui era disposta a crederci.
Solo che come era consapevole di non essere la donna più facile del mondo con cui avere a che fare, era anche conscia  che Sonny si trovava nella posizione per poter scegliere chiunque.
Ed una madre single, con un vissuto di giocatrice d'azzardo, alcolismo, con una famiglia non proprio normale e che era dovuta andare via da Atlanta per la nomea di ''ragazza facile'' perchè nessuno era disposto a credere che avesse subito una violenza, non era certo l'opzione più promettente di Tinder.
Sonny meritava tranquillità, stabilità, e qualcuno che lo rendesse felice... e se lei si conosceva bene, presto o tardi, avrebbe rovinato tutto. Di sicuro avrebbe detto o fatto qualcosa che gli avrebbe fatto dire '' Non ce la faccio, io mollo'', e non osava nemmeno pensare a cosa sarebbe successo in ufficio dopo la rottura. 
- Dai non ti preoccupare...- fece Sonny -meglio che stare a casa a mangiare da solo... e poi almeno ho una scusa valida per cucinare davvero.-
- Ah, pure tu quindi sei tipo da asporto e pizza a domicilio?- fece Amanda - non ti ci facevo.- 
- Sono un poliziotto, non uno chef, e a volte quando torno a casa sono talmente stanco da non aver nemmeno la forza per chiamare la pizzeria... per fortuna che c'è mia madre. E' fissata che lavoro troppo e così ogni domenica quando vado a pranzo o a cena dai miei mi da talmente tanta roba che mi basta per una settimana. 
Devo solo riscaldarla e la cena è pronta.- nel dir così assaggiò il sugo, per poi farlo assaggiare anche ad Amanda.
- E' buonissimo...- fece Amanda - un giorno dovrai insegnarmi a cucinare.- 
- Cominciamo fin da subito allora.- fece Sonny con un sorriso - Metti una pentola d'acqua a bollire, con un po' di sale.- 
Amanda annuì.
Prese una pentola, la riempì d'acqua e la mise su di un fornello acceso. 
Poi aprì lo sportello del mobile dove teneva i vari condimenti.... e si diede mentalmente dell'idiota.
- No.... ma che stupida...- fece Amanda.
- C'è qualche problema?- fece Sonny volgendo lo sguardo verso di lei. 
Amanda tirò fuori il pacco del sale. E sì, in effetti era sale.... ma quello da lavastoviglie.
Ottimo per pulire meglio piatti e stoviglie... ma assolutamente sconsigliato per condire gli alimenti. 
Sonny trattenne un sorriso - Per lo meno il cibo è pulito...- disse per poi prendere la giacca - spegni il sugo tra dieci minuti. Faccio un salto al negozio all'angolo.- 
- Mi compri anche il gelato, zio Sonny?- fece Jesse distraendosi per un attimo dai cartoni e dal suo disegno.
Glielo chiese con un tono così gentile ed un visetto così dolce che il poliziotto non potè nemmeno pensare di tenere in considerazione l'ipotesi di dirle di no. 
- Solo se mi prometti che mangerai il resto della cena.- fece il poliziotto con un sorriso. 
- Promesso, e come dice mamma ogni promessa è debito.-fece la bambina.
Sonny le schioccò un bacio sulla fronte prima di uscire di casa.
...
...
...
- Buonasera...- fece Sonny entrando nel negozio.
Il proprietario lo accolse.
- Oh, signor Carisi... che bello rivederla. Sua moglie e sua figlia, tutte e due bene?- 
Sonny lo guardò come per chiedergli di chi stesse parlando. Poi ricordò che spesso in quel negozio, era andato anche con Amanda e Jesse. E doveva ammetterlo, chiunque li vedesse assieme, poteva tranquillamente scambiarli per una famiglia felice. 
E doveva dirlo, non gli sarebbe dispiaciuto... essere qualcosa di più di un amico e un collega per Amanda...e adorava quella ragazzina, i momenti che passavano tutti e tre assieme proprio come se fossero una famiglia erano i più felici che lui ricordasse. 
Ma era un uomo che in mezzo a tutto l'ottimismo e l'incapacità di non riuscire a cercare una stilla di bontà nelle persone che incontrava, era anche un uomo molto realista.
Era convinto di non avere nessun diritto su Amanda e Jesse. In fondo... Jesse non era sua figlia, anche se niente lo avrebbe reso più felice... e non c'era niente che escludesse il fatto che un giorno il padre di quella bambina tornasse e chiedesse di far parte della sua vita. E lui chi era per impedire a Jesse di vedere suo padre? O di dire ad Amanda che non poteva stare e formare una famiglia con il padre di sua figlia? 
Suo padre gli aveva dato pochi insegnamenti pratici con cui non faceva a cazzotti, ma su una cosa aveva ragione.
A volte era bene accontentarsi di quello che si aveva e pensare che si era già fortunati così. 
E lui lo era. Essere suo amico, starle vicino, aiutarla come poteva con la bambina... gli bastava. Gli doveva bastare.
- Ehm.... veramente non sono mia moglie e mia figlia....- fece Sonny - ma stanno bene. Volevo un pacco di sale da cucina ed una vasca di gelato mista.-
- La servo subito.- fece il negoziante.
Mentre l'uomo stava per fare il conto al poliziotto, entrò un altro cliente. Aveva circa vent'anni, che per molti sarebbe sembrato il '' tipico teppistello di strada maniaco dell'hip hop'', ed un'espressione sconvolta in viso.
Tremava, aveva gli occhi quasi fuori dalle orbite... l'inquietudine divenne così alta da poterla tagliare con un coltello.
Il negoziante sbuffò annoiato.
- Amico, qui non vendiamo alcolici....-
- QUESTA E' UNA RAPINA!- fece il ragazzo estraendo la pistola.
Il negoziante d'istinto alzò le mani,con aria terrorizzata - Calmo....- 
- METTI I SOLDI NELLA BORSA E CHIUDI IL BECCO!!!- urlò ancora il ragazzo. 
Sonny gli si avvicinò con cautela.
- Ascolta.... non ti conviene farlo.- fece il poliziotto.
Il ragazzo gli puntò contro la pistola, sbraitando e urlando - TU FATTI GLI AFFARI TUOI!- 
Sonny lo guardò male. Nella squadra aveva la fama di essere il '' poliziotto buono'', quello che riusciva a far parlare i criminali perchè riusciva ad entrare nella loro psiche e a volte a convincerli che la pensava esattamente come loro... ed era molto semplice quando a volte gli assassini erano migliori delle vittime e prima ancora che se ne rendessero conto avevano intrapreso un cammino che non avrebbero mai voluto cominciare... a volte invece era costretto a fare buon viso a cattivo gioco.
Aveva sempre creduto che la comprensione, il dialogo e l'empatia fossero armi più efficaci delle urla e delle minacce di punizioni corporali... anche se a volte questa sua convinzione era messa a dura prova, quando si trovava davanti a pedofili e stupratori che l'avrebbero rifatto dopo nemmeno due ore.
O in quel momento. 
- Hai ragione. Ti vuoi ammazzare? Non sono fatti miei.- fece Carisi - ma non sono nemmeno fatti di un uomo onesto che si alza alle sei tutte le mattine per dar da mangiare alla sua famiglia.... se ti vuoi ammazzare con quella schifezza...- fece osservando i buchi sulle braccia del rapinatore. Dieci a uno che avrebbe usato i soldi di quella rapina per correre a bucarsi dal primo spacciatore che sarebbe riuscito a trovare - facciamo una cosa: non hai ancora rubato niente e non hai ancora ammazzato o ferito nessuno.... sei ancora in tempo.
Esci da quella porta e non tornare. Anzi.... prova a cogliere l'occasione per rimettere a posto la tua vita.- 
- SMETTILA, STAI ZITTO,CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!!!- fece il rapinatore.
Successe tutto in un attimo.
Prima ancora che se ne rendesse conto, il dito gli scivolò sul grilletto della pistola...
Bang!
Sonny strabuzzò gli occhi per il dolore. Istintivamente si toccò il fianco sinistro, dove era esploso un dolore lancinante, e quando si guardò il palmo della mano lo vide coperto di una sostanza vischiosa e rossa... le gambe iniziarono a cedere come se fossero fatte di acqua e farina... i suoni iniziarono a farsi ovattati, distanti, come se qualcuno lo avesse buttato in una vasca piena d'acqua. 
- MA CHE HAI FATTO, LO HAI AMMAZZATO?!?!?- 
- NO! NON VOLEVO... E' STATO UN INCIDENTE!!!!- 
...
...
...
- Fermo polizia!- fece Fin entrando con un paio di agenti. Era sulla via del ritorno a casa quando aveva trovato la strada chiusa per dei lavori in corso. Aveva dovuto prendere un'altra strada e aveva trovato un incidente tra una macchina e una moto e aveva deciso di dare una mano ai colleghi della pattuglia quando avevano sentito lo sparo.
Gli venne quasi un infarto quando vide chi c'era a terra ferito.
- Carisi...- fece il detective sbiancando per poi lanciare un'occhiata di fuoco al rapinatore - Ma che hai fatto?!? Che accidenti hai fatto?!?!- 
- E' lui che si è messo di mezzo... è colpa sua!- cercò di difendersi quello, mentre gli agenti lo ammanettavano. 
Fin corse dal collega, a terra che cercava di tamponare l'emorragia con le mani. 
- QUALCUNO CHIAMI UN'AMBULANZA!!!- urlò il poliziotto per poi spostare le mani di Carisi per vedere meglio la ferita. 
Si ritrovò le mani piene di sangue nel giro di pochi secondi. Non riusciva a vedere se e quali organi erano stati colpiti, c'era troppo sangue - Oh merda...-  si chinò per dirgli - Carisi? Carisi, riesci a sentirmi?
Ascolta... se mi senti, se riesci a capire quello che dico... prova a muovere le gambe. Ok?- 
Sonny strinse gli occhi e tentò alla meglio di scalciare.
- Okokok.... ascoltami. L'ambulanza sta arrivando... devi respirare più piano, ok?- 
- Non.... ci.... riesco....- fece Sonny.
- SI che ci riesci.- fece Fin togliendosi il giaccone per premerlo sulla ferita. Sonny urlò. Il dolore che pareva andar scemando si fece più forte in quel momento - Lo so. Scusami... ma va fatto.
Ascolta... lo so che è difficile, ma devi respirare più lentamente...- fece Fin mantenendo costante la pressione - Dobbiamo rallentare l'emorragia... se respiri più piano il cuore batterà più lentamente ed uscirà meno sangue.
Puoi farlo? Per te stesso, per le persone che ti vogliono bene...- 
Sonny annuì debolmente e iniziò a respirare più lentamente, cercando di gestire sia il dolore che la paura che aveva in quel momento. Quando era entrato in polizia... sapeva quello a cui andava incontro... che avrebbe potuto sopravvivere a mille sparatorie con i peggiori delinquenti e finire ammazzato mentre era di pattuglia sulla super-strada. C'erano state un paio di occasioni in cui aveva davvero avuto paura che ormai la sua vita fosse arrivata al capolinea... come quando l'ex sergente Cole gli aveva puntato una pistola in faccia in un tentativo solitario di liberare un ostaggio... ricordava di aver avuto freddo, paura, nausea e di aver pregato con tutte le forze di svenire... sapeva di dover morire, e che in quel lavoro essere ucciso sul posto di lavoro era facile come prendere l'influenza in autunno.....ma in cuor suo aveva sempre sperato di non essere cosciente quando ciò sarebbe successo.
Per non dover fare i conti con la paura, il dolore, il sentirsi svanire mano a mano che passavano i secondi, la consapevolezza che non avrebbe rivisto mai più le persone che aveva amato... 
- Così, bravissimo....- fece Fin mentre i paramedici entravano con la barella. Uno dei due lo prese per le spalle, l'altro per le caviglia.
- OK. Al tre mettiamolo sulla barella... uno... due... tre.- fece il capo per poi metterlo sulla lettiga, strappandogli un gemito di dolore. 
...
...
...
- Mamma, io ho fame.- fece Jesse. 
Amanda guardò l'orologio. Sonny era uscito da quasi un'ora.
Un'ora per arrivare al negozio e comprare il sale. Non le tornava molto, ma cercò di pensare alle mille possibilità che c'erano per giustificare quel ritardo assurdo. L'aver trovato il negozio chiuso, la difficoltà nel trovare parcheggio, troppa gente in negozio o qualche cliente eccessivamente pignolo che stava bloccando la fila... 
Insomma, potevano esserci mille motivi, uno più valido dell'altro per giustificare un ritardo... e non sempre doveva finire in tragedia e con un bagno di sangue. 
- Lo so tesoro... lo zio Sonny tornerà presto... nel frattempo che ne dici di...- non fece in tempo a finire la frase che il cellulare squillò. 
- Questo deve essere lui...- pensò a voce alta - Carisi? Non per metterti fretta ma Jesse ha fame...- la bionda perse circa dieci anni di vita.
Dall'altro capo del telefono non c'era Sonny. 
C'era Fin, con una notizia che le aveva gelato il sangue nelle vene. 
   
 
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