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Autore: Justice Gundam    18/06/2019    3 recensioni
Versione rivista e corretta della mia precedente fanfiction. Nella dimensione dove hanno origine tutti i sogni dell'umanità, un essere malvagio sta accumulando un potere immenso, allo scopo di oltrepassare la barriera che divide il sogno e la realtà, e invadere il nostro mondo. Solo Sonic e i suoi compagni potranno fermarlo, con l'aiuto di qualche nuovo compagno...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Thorndyke, Knuckles the Echidna, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Sonic X: Gate of Your Dreams
Una fanfiction crossover (Sonic X / NiGHTS Into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 04 - Strani presagi

 

Roccia. Un'immensa distesa di roccia e terra arida, intervallata qua e là solo da alcuni arbusti, e da cumuli di erbacce rinsecchite che rotolavano qua e là spinti dal vento, l'unica cosa ad offrire un pò di sollievo in quel clima soffocante.

Così poteva essere descritta la secca prateria della regione circostante Station Square. Un'ampio ed impressionante, quanto suggestivo, panorama quasi desertico, tipico degli ampi spazi del Nord America, che si estendeva fin dove lo sguardo di un uomo poteva vedere e per chilometri oltre. Tuttavia, per quanto vuoto il panorama potesse sembrare, era proprio in questi ampi spiazzi che si trovavano importanti laboratori, centri di ricerca, e sedi di altri importanti organi del governo... che in quei tempi, dopo l'arrivo di Sonic sulla Terra, erano stati particolarmente indaffarati. Tra questi, si trovava una grande pista di automobilismo utilizzata dal 'Team Speed', la squadra speciale di mantenimento dell'ordine guidata dal famoso Sam Thorndyke, come percorso di prova per le loro nuove vetture... o, per usare la definizione coniata dal capogruppo stesso, i loro nuovi gioiellini!

E quel giorno, diversi tecnici erano presenti ai margini della pista, affiancati da complessi macchinari per la misura della velocità, dell'accelerazione e di altri importanti parametri di valutazione. Era il momento di collaudare un nuovo motore, le cui prestazioni sarebbero state, a detta del team di sviluppo, molto superiori a quelle dei modelli impiegati fino a quel momento.

Ovviamente, nulla di tutto questo importava particolarmente a Sonic... per lui, quel collaudo - e, per conseguenza quasi immediata, la sfida che Sam gli aveva lanciato - era semplicemente una scusa per dare nuovamente mostra della sua velocità al leader del Team Speed! In quel momento, i due bolidi erano impegnati in un acceso testa a testa su un tratto di rettilineo, che stavano percorrendo a delle velocità finora mai raggiunte su quella pista di prova. Dense nubi di polvere sollevata dall'asfalto incandescente si levavano ai fianchi dei due corridori, che continuavano a tentare di superarsi erodendo al rivale centimetro su centimetro...

Sonic guardò al proprio fianco e incrociò lo sguardo di Sam, che aveva staccato per una frazione di secondo gli occhi dal cruscotto della macchina, un dinamico bolide giallo e rosso che sembrava quasi avvolto dalle fiamme. Un gesto di silenziosa sfida e al tempo stesso di intesa... uno sguardo che sembrava affermare la decisione di ognuno di loro di dare del proprio meglio, senza lasciare all'altro vita facile!

"Heh. Devo ammetterlo, Sam, questo tuo nuovo motore mi sta costringendo ad impegnarmi!" disse tra sè il porcospino blu, dal cui punto di vista il paesaggio circostante si era ridotto ad indistinti lampi multicolore. "Siamo vicini alla linea del traguardo, e ancora non sono riuscito a staccarti... beh, credo che sia venuto il momento di fare sul serio!"

Quasi in risposta, anche il leader del Team Speed fece un sorrisetto, mentre riportava la sua attenzione sulla strada e sul cruscotto che ormai segnava una velocità ben superiore ai trecento chilometri orari. "Ti ho stupito, Sonic? E non hai ancora visto tutto quello di cui il mio nuovo motore è capace! Aspetta che ti mostri la sua tenuta di strada anche alle massime velocità! Bene, adesso è il momento di superarti... e di reclamare il titolo di più veloce di Station Square!"

Come se avessero risposto ad uno stesso ordine, i due contendenti eseguirono un'improvvisa accelerazione e scattarono verso l'ultima curva prima dell'arrivo, talmente veloci da essere quasi impossibili da seguire ad occhio nudo! Tutto ciò che i tecnici al lato della pista videro furono due scie, una rossa e gialla e una blu, che sfrecciarono rumorosamente accanto a loro, eseguirono una svolta perfetta... e si fiondarono verso il traguardo! Ma, ancora una volta, fu Sonic che, con un'improvvisa esplosione di potenza, sorpassò il rivale e arrivò per primo, alzando entrambe le braccia in aria e facendo il segno di vittoria con le dita!

"Sì! E ancora una volta, il più veloce sono io!" esclamò il porcospino blu mentre decelerava. Pochi metri dietro di lui, anche la macchina di Sam iniziò a rallentare con un rombo cupo, quasi delusa dal fatto di essersi lasciata sfuggire la vittoria a così poco dal traguardo... Dopo qualche secondo, entrambi si fermarono, accolti dagli applausi dei tecnici che avevano concluso le misurazioni.

La cabina della velocissima macchina di Sam, ora parcheggiata al lato della pista, si aprì con un leggero sibilo, e il suo conducente, vestito della tuta da gara in dotazione ai membri del Team Speed, ne scese giù sgranchendosi le gambe. Pur essendo un pò deluso per la sconfitta, la sua espressione non era nè arrabbiata nè abbattuta, e si avvicinò a Sonic per fargli le congratulazioni.

"Beh, Sonic, tanto di cappello... mi hai battuto di nuovo!" commentò, mentre lui e il porcospino blu si scambiavano una stretta di mano. "Cavolo, e pensare che questa volta ero convinto di vincere io, con tutte le migliorie che abbiamo fatto al motore..."

Sonic strizzò un occhio con aria sbarazzina. "Hehehee... Comunque mi hai dato del filo da torcere, Sam! La tua macchina è davvero migliorata molto dall'ultima volta, e per un attimo ho davvero pensato che avresti vinto tu! Dovrò allenarmi di più in questo giorni, se vorrò vincere la prossima sfida!" rispose.

"Eh, ma per quello ci vorrà un pò di tempo..." rispose Sam. "Avremmo bisogno di diverse settimane per modificare ancora la nostra vettura, quindi... per un pò, immagino che ti sarò costretto a lasciarti in pace!" Rise tra sè della battuta, poi, ricordandosi del motivo per cui quella gara era stata fatta, si rivolse ad alcuni dei tecnici a bordo pista, che avevano appena finito di stampare i risultati delle loro osservazioni. "Allora, ragazzi, com'è andato il test?"

"A meraviglia, Thorndyke!" gli rispose uno degli operatori, mentre leggeva i risultati su un foglio. "Le prestazioni del nuovo motore modificato sono state superiori alle aspettative! Non soltanto in termini di velocità, ma anche di accelerazione e tenuta di strada! Non soltanto, ma anche i consumi si sono dimostrati più contenuti di quanto osassimo sperare... abbiamo davvero creato un motore portentoso, a quanto sembra!"

"Già... peccato non abbastanza portentoso da battere Sonic..." mormorò tra sè il giovane pilota. "Okay, ragazzi, tra un attimo vengo anch'io a visionare i risultati. Allora, Sonic... per questa volta, riconosco che sei ancora tu il più veloce! Ma ricordati che non ho rinunciato... e che la prossima volta sarò io a tagliare il traguardo per primo!"

Sonic sghignazzò con aria convinta. "Hehehee... questo è tutto da vedere, caro il mio Sam Speed! La prossima volta avrò anch'io i miei bravi assi nella manica da sfoderare!" rispose. "Comunque, per oggi mi sono divertito, è stata una bella gara! Ci si vede, gente, alla prossima!". Con queste parole, Sonic rivolse un segno di vittoria ai tecnici del Team Speed e a quello che era stato il suo avversario nella gara, e si diresse verso l'uscita del percorso di prova, seguito dai saluti del personale.

Poi, una volta uscito, Sonic ricominciò a correre, come se la gara di poco prima non fosse stata altro che un piccolo esercizio di riscaldamento, e infilò ad alta velocità la rovente strada asfaltata che attraversava la prateria, scomparendo in un lampo di luce blu dagli occhi dei presenti! Sentì di nuovo l'inebriante sensazione del vento che gli fischiava attorno mentre correva, e vide i contorni del paesaggio attorno a lui farsi sempre più indistinti man mano che la sua velocità aumentava... ah, che cosa avrebbe fatto senza il brivido di correre sempre più? Quella sì che era vita! Sempre in movimento... sempre nel bel mezzo dell'azione... mai un momento di noia, perchè non ce n'era il tempo... quella indescrivibile e bellissima sensazione di libertà... di vita! Assieme ai suoi amici, questa era la cosa più preziosa per lui, e la cosa che non avrebbe scambiato con niente al mondo... Finchè Sonic the Hedgehog avesse avuto un luogo libero dove scatenare la sua incontenibile voglia di correre, non ci sarebbe stato porcospino più felice di lui!

Appena un minuto dopo, il riccio era già quasi arrivato alla periferia di Station Square, ancora fresco come una rosa. La città, con i suoi grattacieli e le sue mille attività, occupava buona parte del suo orizzonte, e dietro di lui si estendeva la prateria da cui stava uscendo in quel momento. Sonic rallentò appena un pò, quel tanto che bastava a permettergli di osservare il paesaggio, e voltò la testa alla propria sinistra, puntando lo sguardo verso un elemento del paesaggio che fino a diersi giorni prima non c'era, e che sarebbe parso davvero fuori posto in quel contesto... un'isola che galleggiava a diversi metri dal terreno, dominata da una grande montagna frastagliata e ricoperta da lussureggianti foreste. Un sorrisetto si dipinse sulle sue labbra mentre ripensava a quell'amico-rivale che, lui ne era sicuro, si trovava ancora lì, a fare la guardia al suo prezioso Master Emerald...

"Heh. Quel testone di Knuckles... ma perchè non si prende una vacanza una volta tanto, mi chiedo io..." si disse tra sè, continuando ad osservare Angel Island che si librava nel cielo...

 

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In cima alla grande collina che dominava l'isola galleggiante di Angel Island sorgeva, maestoso e incrollabile, un grande tempio in stile azteco, ultimo ricordo di un'antica razza di echidna che aveva plasmato la storia del pianeta Mobius - il pianeta natale di Sonic e dei suoi compagni. Un grande tempio che custodiva al suo interno il più incredibile tesoro di quella gloriosa popolazione... il Master Emerald, il più grande e potente degli Smeraldi del Caos, leggendarie gemme dotate di misteriosi poteri che, a seconda dei casi, avevano minacciato l'umanità di distruzione o l'avevano salvata più di una volta, in tempi recenti. Ora, con le minacce di Chaos e di BioLizard finalmente terminate, la pace era tornata anche sull'isola fluttuante, e gli Smeraldi erano di nuovo al loro posto... il che significava che anche il loro legittimo guardiano era tornato al suo posto, per svolgere la missione che gli era stata affidata fin da prima che fosse nato...

L'echidna Knuckles, ultimo rappresentante dell'antica razza creatrice degli Smeraldi, era in piedi vicino alla grande scalinata sopra la quale il Master Emerald, una colossale gemma di colore verde intenso, giaceva su un'ampio altare di marmo bianco, circondato da quattro grandi colonne... come ogni giorno, ligio al suo dovere, era lì per svolgere il suo compito, impedire a chiunque di avvicinarsi alla gemma più potente che l'universo avesse mai visto. I suoi occhi neri gettavano sguardi tutt'attorno, alla ricerca di potenziali minacce, mentre il vento soffiava nei suoi lunghi aculei rossi. Anche soltanto guardandolo distrattamente, si poteva capire che era completamente concentrato sulla sua missione di guardiano... e come dargli torto? Le recenti crisi, che avevano quasi messo in ginocchio il pianeta, lo avevano reso ancora più guardingo di quanto non fosse normalmente...

Certo, doveva ammettere Knuckles, ora che BioLizard era stato distrutto, e il Dr. Eggman non dava più notizie di sè - cosa che poteva voler dire che stava tramando qualcosa, ma che per il momento dava a tutti il tempo di tirare un pò il fiato... - la situazione pareva molto più calma. Niente più robot ad attaccarlo, niente più pazzoidi in cerca di potere o di vendetta... e niente più ragazze-pipistrello di sua conoscenza a cercare di rubare le preziose gemme, concluse con un breve sogghigno che per un attimo spezzò la sua espressione seria ed imperturbabile. Ora il suo compito come guardiano era diventato decisamente tranquillo... quasi noioso, dopo tutto quello che aveva passato. L'echidna, in quelle situazioni, non poteva fare a meno di sentire uno strano formicolio in fondo al suo petto... quanto tempo passava, di solito, tra le varie occasioni in cui era costretto ad abbandonare il suo posto di guardiano? Sicuramente molto... abbastanza da far girare la testa ad una persona normale, ora che Knuckles ci pensava. Quanti avrebbero avuto la forza d'animo e la volontà di restare là, su un'isola sperduta nel cielo, per mesi... anni... per fare la guardia all'ultimo reperto di una razza estinta? Ma era un compito che non poteva essere affidato a nessun altro che a lui, Knuckles... un compito della massima importanza, per fare sì che nessun megalomane assetato di potere cercasse di impadronirsi del puro, inadulterato potere del caos... un potere abbastanza grande da modificare completamente la geografia di un pianeta... piegare lo spazio e il tempo... provocare catastrofi di dimensioni inimmaginabili!

Quello che era successo di recente era già una prova più che sufficiente della pericolosità di questo potere, e non era il caso di darne altre. Per questo Knuckles doveva proseguire con il suo compito con ancora maggiore dedizione... e poi, perchè quello era il suo destino, che a lui piacesse o no la sua vita era vincolata a quella di Angel Island e del Master Emerald... una consapevolezza che a volte faceva male, era vero... ma il suo senso del dovere era sempre stato più forte di ogni impulso di ribellione...

Un momento!

Knuckles spalancò improvvisamente gli occhi, con aria sorpresa. Cos'era quella strana sensazione che aveva provato? Come mai, all'improvviso... quel sentore come di una scarica elettrica nei meandri della sua mente? Come avesse voluto avvertirlo di un pericolo... ma, guardandosi attorno, Knuckles si accorse che non c'era nulla! Rapidamente, l'echidna rosso alzò lo sguardo verso il cielo, ben sapendo che i pericoli potevano venire da lì... e anzi, di solito venivano proprio da lì... ma ancora una volta, ad accogliere il suo sguardo non fu altro che l'immensità dell'azzurro, intervallata soltanto da nubi bianche che si spostavano lentamente. No, non c'era assolutamente nulla... nulla che minacciasse di avventarsi sulla gigantesca e preziosa gemma... ma allora cosa...

Knuckles si voltò di scatto, di nuovo verso il Master Emerald che ormai costituiva la vista a lui più familiare... e, con sua grande sorpresa, lo vide emettere una lieve luminescenza del colore dell'acqua marina, a malapena visibile contro i raggi di sole che inondavano l'altare nel quale era incastonato! Il guardiano corrugò la fronte con preoccupazione e cominciò a salire lentamente le scale che portavano alla grande gemma. Una volta superato l'ultimo gradino, rimase lì in piedi per qualche istante, guardando lo strano fenomeno per cercare di capire di cosa si trattasse... e si avvicinò al Master Emerald, appoggiando una mano guantata e armata di spuntoni su una delle facce lucenti...

L'echidna si concentrò al massimo, escludendo temporaneamente il mondo esterno per entrare in comunicazione con gli spiriti contenuti nel Master Emerald. Una tenue luce verde occupò la sua visuale, intervallata qua e là solo da alcuni scintillii argentati, e una strana ma confortevole sensazione di calore avvolse il suo corpo, che per qualche secondo venne circondato da un'aura luminosa dello stesso colore del grande smeraldo. Alle orecchie di Knuckles giunsero delle voci lontane, inclusa una voce femminile che l'echidna riconobbe quasi subito come quella di Tikal, la ragazza-echidna dagli aculei arancioni che gli era apparsa in diverse visioni diverso tempo prima, quando Chaos stava per risvegliarsi. Knuckles si rilassò, facendosi prendere per un istante da un vago sentimento di rimpianto per il suo popolo perduto... poi, però, drizzò di nuovo le orecchie. Di qualunque cosa gli volevano parlare gli spiriti del Master Emerald, era sicuramente molto importante, e non poteva permettersi di distrarsi...

Le parole gli arrivarono, almeno inizialmente, come un confuso mormorio, nel quale Knuckles non riusciva a distinguere alcuna parola... poi però, lentamente ma progressivamente, cominciò a sentire più chiaro... sempre più chiaro... e a sentire l'avvertimento che gli spiriti gli stavano dando... per diversi istanti, l'echidna rimase fermo al suo posto, i suoi sensi soprannaturali tesi al massimo in modo da non perdersi neanche una parola...

L'ultima cosa che sentì, prima che il contatto si interrompesse, fu un ultimo, sibillino avvertimento da parte di Tikal...

"Non da questo mondo... nè da fuori..." riuscì a dire la dolce voce della vestale, prima che Knuckles si risvegliasse con uno scatto quasi impaurito. La luce smeraldina che avvolgeva il suo corpo e i suoi sensi fisici scomparve di colpo, lasciando l'echidna rosso in piedi vicino all'altare del Master Emerald. Il mondo esterno riprese forma attorno a lui, e Knuckles riuscì di nuovo a sentire il vento soffiare sulla sua pelle, e i raggi del sole sul suo corpo. Scosso per un istante dall'improvvisa interruzione del contatto psichico, sbattè gli occhi mentre riprendeva lucidità... poi, scosse la testa e sospirò, ripetendosi mentalmente le parole che aveva sentito.

"Ugh... 'Qualcosa sta arrivando, qualcosa di molto pericoloso'... accidenti, c'era proprio bisogno di una nuova minaccia in arrivo proprio adesso..." ringhiò. "E il peggio è... che nemmeno il Master Emerald riesce a dirmi un granchè a riguardo... Proprio non capisco cosa voleva dire... 'non viene da questo mondo, nè da fuori di esso...'. E... e allora da dove?"

Già, da dove... Sapeva troppo poco di questa nuova minaccia per poterci fare qualcosa, al momento... ma si impose di stare all'erta. Fino a quel momento, le predizioni del Master Emerald non avevano mai sbagliato... e non c'era motivo di ritenere che questo fosse il caso...

 

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La sera cominciava a scendere sulla metropoli di Station Square, tingendone i grattacieli con la sua tenue luce aranciata... e, dopo un pomeriggio passato a seguire le ultime lezioni e a fare i compiti assieme al suo terzetto di amici, Chris era sceso alla fermata dell'autobus vicino a casa sua e, dopo aver salutato l'autista e quei pochi suoi compagni rimasti a bordo, si incamminò verso i cancelli della villa, lo zaino ben sistemato sulle spalle. Era stata una bella giornata, tutto sommato... non solo aveva passato un buon pomeriggio con i suoi amichetti, anche se era per svolgere il loro lavoro scolastico, ma era anche venuto a sapere che la sua classe avrebbe fatto una gita! Una cosa che ormai non accadeva più da molto tempo, alla sua scuola! Mentre si avvicinava all'ingresso di casa, tirando fuori dalla tasca un telecomando e azionandolo per far aprire i cancelli automatici, Chris non resistette alla tentazione di sfilarsi dallo zaino il foglio con la dichiarazione di permesso. Con entusiasmo trattenuto, lesse quanto era scritto e sorrise, poi varcò l'ingresso e venne accolto immediatamente da Tails, Amy, Cream, Cheese e da nonno Chuck, che in quel momento si trovavano nel garage-hangar. Il volpino e l'anziano inventore interruppero i lavori che stavano facendo sul Tornado X, il super-tecnologico aeroplano di Tails, e andarono a passo spedito verso il ragazzino per salutarlo.

"Hey, guardate! Chris è tornato, e mi sembra molto contento!" notò Cream, prima di dirigersi verso il suo amico umano assieme ai suoi amici.

"Ehilà, Chris!" lo salutò Chuck, mentre il raggiante Chris lo abbracciava affettuosamente. "Ti vedo molto entusiasta oggi, nipotino mio! Cos'è, ci sono state delle belle novità oggi a scuola?". Dopo questa domanda, Chuck ricambiò l'abbraccio del nipote, che sollevò la testa e annuì, per poi mostrargli il foglio che gli avevano dato a scuola.

"Sì, nonno! Guarda qui!" rispose Chris con entusiasmo. "La scuola ha organizzato una gita scolastica per la settimana prossima! Andremo a visitare una città abbastanza lontana da qui, che però dicono sia molto bella, che proprio in quei giorni festeggerà l'anniversario della fondazione! Si chiama Twin Seeds!"

"Una gita scolastica? Ma è una notizia grandiosa!" rispose Chuck mentre riceveva il foglio del permesso dalla mano tesa del nipotino e iniziava a leggerlo. Amy, Cream e Tails si alzarono sulle punte dei piedi per leggere a loro volta, mentre il piccolo Cheese svolazzò attorno a Chuck e diede un'occhiata al foglio.

"La città di Twin Seeds? Non ne ho mai sentito parlare..." commentò Amy, dopo aver dato una scorsa all'avviso.

Cream storse il nasino. "Nemmeno io... signor Chuck, lei per caso sa qualcosa di più di questa città?" chiese, con il suo usuale tono educato.

L'anziano inventore staccò gli occhi dal foglietto per rispondere alla domanda. "Sì, ragazzi, ho sentito dire qualcosa, un pò di tempo fa... non è una città grande ed indaffarata come Station Square, ma fa la sua figura, e dicono che sia un bel posto in cui vivere. E' stata fondata ancora nel secolo scorso, e anzi, se non ricordo male, dovrebbe aver festeggiato il suo centenario due anni fa. E' stato un evento di cui si è parlato molto."

Chris annuì. "Hmm... sì, mi ricordo, anche se un pò vagamente. Hanno fatto una celebrazione in gran stile, con carri, musica... e tutto il resto!"

"Però, interessante..." commentò Tails. "E per l'anniversario, faranno un'altra festa di questo tipo?"

"Sì, grosso modo... in scala ridotta rispetto a due anni fa, ma comunque sarà bello assisterci, no?" rispose Chris. "Tra l'altro, abbiamo sentito dire che la sera del secondo giorno delle celebrazioni, ci sarà un piccolo concerto all'aria aperta, dove si esibirà una sorta di celebrità locale, adesso non so i dettagli... comunque, nonno, che ne dici? Posso andare, vero?"

"Naturalmente!" rispose Chuck, implicando che la risposta fosse ovvia. "Ho la sensazione che tu e i tuoi amichetti avrete di che divertirvi!"

La piccola Cream alzò lo sguardo speranzosa. "E... possiamo venire anche noi? Mi piacerebbe tanto tanto vedere una nuova città... anche a te, Cheese, non è vero?" chiese.

"Chao! Chao!" le rispose la buffa creaturina azzurra.

Chris strizzò un occhio. "E qui arrivano le notizie migliori, ragazzi! Ho chiesto al professor Stuart se potevate venire anche voi e Sonic... e lui mi ha detto di sì! Non è fantastico?"

La notizia fece saltare di gioia i simpatici animaletti: Cream e Cheese si abbracciarono ballando dalla gioia, Tails alzò il braccio in aria ed esultò, mentre Amy strinse i pugni davanti a sè ed arrossì, già immaginandosi un romantico appuntamento con Sonic sotto un cielo stellato e le mille luci della città...

"Yuhuuu! Evviva, Cheese! Andiamo a Twin Seeds!" esclamò Cream, al settimo cielo.

Chris ridacchiò delle scenette di festeggiamento... poi fece una domanda, riportando l'attenzione di tutti al presente. "Hmm... e a proposito di Sonic, nessuno di voi sa dove sia? Non è ancora tornato?" chiese, guardandosi attorno per vedere se per caso il suo amico blu non stesse arrivando proprio in quel momento.

"No, sinceramente... è da stamattina che non lo vediamo!" rispose Tails, storcendo leggermente il naso. "So che aveva una corsa con lo zio Sam, proprio stamattina... ma poi è rimasto fuori, e probabilmente è andato a correre da qualche parte... comunque, spero che ritorni presto, è già tardino..."

La risposta non stupì Chris. Dopo tanti mesi in cui lui e Sonic erano stati amici, ormai il ragazzino sapeva quanto Sonic tenesse alla sua libertà, e alla gioia di correre per gli spazi più aperti e sconfinati...

"Capisco..." commentò. "Vabbè, in fondo lui è fatto così, fa le cose un pò a modo suo..."

Un lieve rombo, che arrivò improvvisamente dalla lontananza e crebbe rapidamente di intensità, raggiunse le sue orecchie e quelle dei presenti, facendoli voltare verso i cancelli ancora semiaperti del giardino. Non ci voleva molto a capire di chi si trattasse... come se parlare di lui lo avesse in qualche modo evocato, Sonic stava facendo 'ritorno alla base', lasciandosi dietro l'ormai classico polverone che si sollevava ogni volta che lui sfrecciava alla velocità del suono... Quando il rombo dei suoi rapidi passi cominciava a farsi sempre più forte, il porcospino blu frenò sollevando un suono acuto e stridente, simile a quello dei pneumatici sull'asfalto... e infine, una volta rallentato fino a raggiungere la giusta velocità, balzò agilmente sopra il cancello e atterrò con eleganza dall'altra parte, mettendosi su un ginocchio come un supereroe per fare un pò di scena ed attutire l'atterraggio.

"Ehilà, Sonic! Stavamo giusto pensando a te!" esclamò Tails, vedendo il suo amico che si rialzava e si scrollava gli aculei con fare vanitoso mentre rivolgeva un segno di vittoria ai suoi amici...

Poi, tutte le sue arie vennero rovinate da Amy che, come era suo solito, raggiunse di corsa il suo eroe e gli saltò al collo abbracciandolo stretto!

"SONIC! Bentornato! Cominciavamo a pensare che non saresti arrivato per cena!" esclamò la simpatica riccia rosa, mentre il porcospino blu cercava di mantenere l'equilibrio. "Allora, com'è andata? Hai vinto la gara, vero?"

"Ugh... A-Amy... apprezzo molto l'entusiasmo... ma così mi stritoli!" esclamò Sonic, mezzo soffocato dall'abbraccio della sua fan numero uno! Quando Amy mollò la presa, scusandosi per l'eccessivo impeto che ci aveva messo, Sonic recuperò la sua classica aria da dritto e fece il segno dell'okay. "Ebbene sì, ho vinto io, come al solito... però Sam è venuto preparato, devo ammetterlo! La sua nuova macchina mi ha costretto a fare sul serio..." Poi, Sonic si incamminò verso gli altri suoi amici, e li salutò alzando una mano. "Ehilà, ragazzi! Eccomi di ritorno! Allora, com'è stata la giornata?"

"Ho delle grandi notizie, Sonic!" rispose Chris. "Per la prossima settimana, la scuola ha in programma una gita di due-tre giorni ad una città di nome Twin Seeds, che si trova a qualche decina di chilometri da Station Square... e se vuoi venire anche tu, il professor Stuart ha detto che sei il benvenuto! Allora, che ne dici?"

Il porcospino blu sbattè gli occhi, un pò sorpreso dalla notizia. "Una... gita in un'altra città, hai detto? Hmmm... l'hanno data con scarso anticipo, la notizia! Comunque... beh, perchè no? In fondo, si tratta pur sempre di un posto nuovo da vedere... okay, ragazzi, contate pure su di me!"

"Grandioso! Allora, la prossima settimana andiamo tutti a Twin Seeds!" esclamò Tails, alzando un pugno in aria. "Chissà quante cose interessanti ci saranno da vedere..."

Amy assunse un'aria trasognata. "E magari ci sarà anche qualche posticino romantico in cui appartarci noi due, eh, Sonic?" disse, avvicinandosi all'imbarazzato porcospino blu con dei cuoricini rosa che le svolazzavano attorno. Sonic alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come mai non si era aspettato una reazione simile da parte della sua aspirante fidanzata...

Tails, Chuck e Chris risero tra sè della scenetta tra i due 'piccioncini'... prima che l'anziano inventore si schiarisse la gola. "Ehm... comunque, se volete qualcosa di interessante da vedere, so che lì a Twin Seeds c'è un edificio che vale la pena di visitare... la Twin Seeds Tower, conosciuto per la forma particolare della sua cupola superiore. Dicono che quella torre sia stata il primo nucleo attorno al quale si è poi formata l'intera città. Adesso non ricordo i particolari, ma... si dice che attorno a quella zona si sono verificati strani fenomeni, proprio prima della fondazione, e in occasione del centenario... ovviamente, è una specie di leggenda metropolitana a cui non è il caso di dare troppo peso!"

"Strani fenomeni, eh?" ripetè Sonic. "E non hanno investigato, quelli del governo? Quando sono arrivato io sulla Terra, sembravano tutti pronti ad accogliermi..."

Chuck ci pensò un pò su... "Beh, in effetti qualche indagine è stata svolta... i notiziari avevano dato qualche notizia, anche se frammentaria... ma non è mai stato trovato nulla, e a distanza di due anni dall'ultima volta, non si è più verificato nulla di sospetto... quindi, immagino che le autorità abbiano deciso di lasciar cadere il tutto. Ad ogni modo, non è mai stata data conferma di alcun evento particolare, perciò..."

"E' una storia molto interessante, signor Chuck..." commentò la piccola Cream, che ancora più dei suoi compagni sembrava interessata a quello che il signor Thorndyke stava dicendo. "Non vedo l'ora di andarla a vedere, questa torre..."

"Hehehee... già, ti capisco... ma adesso, credo che sia ora di rientrare! Oggi abbiamo lavorato un bel pò, tra modifiche e tutto il resto..." rispose Chuck, facendo cenno al nipote e ai simpatici animaletti di seguirlo in casa. "Su, Chris... metti giù la cartella e prepariamoci per la cena! Oggi Ella, Amy e Cream si sono date parecchio da fare in cucina... quindi credo ci aspetti qualcosa di delizioso!"

Un collettivo cenno di assenso rispose al signor Thorndyke, e il gruppetto di amici iniziò lentamente a dirigersi verso l'ingresso della grande villa, con Sonic e Chris una volta tanto in coda. Fu proprio in quel momento che, mentre il ragazzino osservava il suo amico blu incamminarsi dietro al nonno e agli altri, gli venne in mente di fargli una domanda... una domanda che gli era ronzata in testa fin da quella mattina, e che per qualche motivo non voleva lasciarlo in pace...

"Scusa, Sonic..." iniziò Chris, attirando l'attenzione del riccio blu. "Non vorrei essere troppo curioso, ma... c'era una cosa che volevo chiederti..."

"Prego, Chris... chiedimi pure quello che vuoi!" rispose Sonic, chiedendosi dove volesse andare a parare il suo amico umano.

Chris annuì, e fece un breve sorriso. "Grazie... ehm, niente... volevo solo sapere se di recente... nell'ultima settimana, tanto per dire... avevi fatto qualche sogno strano... che ti ha fatto porre delle domande... non... non ti è mai successo? Oddio, mi rendo conto che è una domanda un pò strana, ma..."

Sonic corrugò leggermente la fronte. Sì, in effetti Chris non aveva torto... era una domanda alquanto inusuale da parte sua. E, riflettè Sonic, non era propriamente il tipo di domanda che si faceva per pura e semplice curiosità...

"Beh... no, nessun sogno particolare!" replicò, un pò spaesato. "Come mai me lo chiedi? Stai ancora pensando a quel sogno di cui mi hai parlato stamattina, vero?"

Chris storse un pò il naso. Doveva immaginarlo, che Sonic avrebbe capito l'antifona... e la sua mente tornò allo strano sogno che aveva fatto quella notte, e alla creatura simile ad un folletto, Nights, che gli aveva rivolto quelle parole sibilline... e aveva fatto una raccomandazione a Chris prima di dire il suo nome e volarsene via... chissà perchè quel sogno era sembrato così realistico al piccolo erede dei Thorndyke, e perchè continuava a tornargli in mente... come se si trattasse di una cosa molto importante...

Dopo aver riflettuto per qualche istante, Chris sospirò e rivolse un sorriso a Sonic. "Beh, sì, in effetti stavo pensando proprio a quello che ho fatto di recente... era un sogno davvero strano, ma alla fine... beh, era solo un sogno, no? Nulla di cui preoccuparsi! Anzi, scusa se ti ho fatto questa domanda... obiettivamente, era un pò stupida..."

"Va bene, se lo dici tu..." rispose Sonic con un'alzata di spalle. "Ora forza, torniamo a casa!"

 

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Nello stesso momento, in un luogo infinitamente vicino e al tempo stesso lontano dalla Terra...

Il luogo chiamato Spring Valley era considerato un paradiso persino rispetto ai parametri di Nightopia, il favoloso Mondo dei Sogni che esisteva in parallelo con la Terra: pianure verdi che non finivano mai, disseminate di fiori dagli infiniti colori... ruscelli mormoranti che si destreggiavano tra le rocce, puri come cristallo liquido... montagne innevate che si levavano verso un cielo azzurrissimo, le cui cime si perdevano tra le nuvole... strane isole di terra fluttuanti nell'aria, su alcune delle quali erano stati costruiti dei suggestivi mulini a vento... un vento fresco di primavera, che spargeva per ogni dove bellissimi petali multicolori... e tutt'attorno, le buffe creature del Mondo dei Sogni che passavano il loro tempo cantando e giocando assieme senza il minimo pensiero, scivolando sopra gli arcobaleni e lasciandosi dietro una pioggia di polvere scintillante. I colori vivaci che riempivano l'atmosfera, le espressioni di allegria, le dolci melodie che trasmettevano un senso di pace incredibile... tutto pareva coordinato e organizzato in modo da rendere il luogo il più idilliaco possibile!

In mezzo a tutti questi spettacoli, la vista di una strana creatura simile ad un folletto, vestita di una tuta intera dai colori vivaci e di un cappello viola a due punte, che planava con grazia tra le nuvole non stupiva nessuno degli abitanti del Mondo dei Sogni. Ordinaria amministrazione, per loro... ma per Nights, quello non era esattamente un momento di rilassatezza. Per quanto trovasse sempre meraviglioso sentire il vento che gli sibilava attorno... guardare il paesaggio dall'alto, ammirandone tutte le meraviglie... in quel momento aveva una missione da compiere, e non poteva permettersi di sprecare altro tempo. Se quanto aveva percepito era vero, lo spaventoso reame di Nightmare stava per fare la sua mossa...

Lo spirito dei sogni guardò con i suoi grandi occhi azzurri una meravigliosa cascata che si gettava da un picco innevato, e si incantò per un istante a guardare le luci iridate che gli spruzzi intessevano a mezz'aria. Era più di un secolo che assisteva a spettacoli simili, e ancora non si era abituato del tutto alla loro meraviglia...

"Certo, non c'è davvero paragone con il luogo in cui vivevo prima... e ancora mi chiedo come mai gli altri si ostinino a voler vivere là..." disse tra sè, eseguendo poi una spettacolare virata, seguita da un avvitamento e una cabrata. "Però adesso... il dovere mi chiama, con mio rammarico! Devo trovare Elliot e Claris... mettermi in contatto con loro e avvertirli di quanto sta accadendo. Accidenti, e io che speravo di non dover coinvolgere anche loro in questa storia. Beh, a questo punto, è inevitabile, avrò bisogno anche del loro aiuto per rimettere a posto le cose..."

Mentre Nights seguiva il filo dei suoi pensieri... improvvisamente, senza che nulla facesse presagire che ciò sarebbe accaduto, il vento fresco che spirava attorno a lui cessò di colpo, e i petali colorati che stava portando con sè fluttuarono verso terra senza più forza. Sotto i suoi occhi stupiti, le pale dei mulini a vento galleggianti girarono sempre più lentamente... e infine si fermarono, mentre le voci degli abitanti di Nightopia si zittirono, facendo luogo ad un cupo, innaturale silenzio che male si addiceva a quel posto paradisiaco. Persino il cielo sembrò scurirsi, e i piccoli corsi d'acqua rallentarono il loro corso, come se la natura stessa avesse paura di qualcosa di indefinito e terribile che stava per accadere...

A Nights non poteva certo sfuggire un simile cambiamento di atmosfera, e l'espressione spensierata sul suo volto cambiò all'istante in una smorfia di disappunto. Quella sensazione sgradevole... quell'improvvisa oppressione che percepiva, aleggiante su quella pianura fino ad un attimo prima così spensierata... era qualcosa che lui conosceva bene, e per quale provava la stessa repulsione che un fumatore pentito potrebbe avere per una sigaretta accesa vicino a lui. Sapeva che una cosa del genere, prima o poi, poteva accadere... ma non immaginava che l'avrebbero intercettato così presto...

Improvvisamente, qualcosa si diresse a tutta velocità verso di lui! Con la coda dell'occhio, Nights riuscì a vedere un lampo di luce viola provenire da sopra e dietro di lui... e soltanto i suoi riflessi, rapidi al punto da sembrare inumani, lo salvarono quando una sfera energetica nera, dai minacciosi riflessi viola, volò verso di lui! Con un rapido scarto a mezz'aria, Nights evitò il colpo, che proseguì la sua corsa ed esplose, in un lampo di tenebre, contro la fiancata di un'isola galleggiante a diverse centinaia di metri di distanza... poi, si alzò di quota e si voltò con allarme verso il punto da dove l'attacco era venuto...

Ad accoglierlo, con suo estremo disappunto, ci pensò una figura incredibilmente simile a lui, e allo stesso tempo completamente diversa. Una figura che Nights sperava di rivedere il più tardi possibile... un folletto vestito come lui, ma i cui abiti sfoggiavano dei colori tetri, un mosaico stupendo e terrificante di nero e rosso... e quegli occhi gelidi come il ghiaccio, che mostravano tutta la malizia che bruciava nel suo cuore...

"Reala..." sibilò Nights.

Il folletto oscuro, la mano ancora estesa verso di lui nella posa in cui aveva scagliato l'attacco di poco prima, gli rispose con un sorriso che non aveva nulla di amichevole.

"Era da un pò che non ci si vedeva, Nights... sporco traditore!"

 

CONTINUA...

 

  
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