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Autore: MatsuFla    19/06/2019    1 recensioni
E se esprimendo un desiderio ad un stella cadente questo si avverasse catapultandoti in una nuova vita completamente diversa?
È quello che è successo a Mickey, o forse no?!
Ispirato al film "The Family Man" (*)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 5/8 - Terzo Giorno - parte prima

Svegliato dal suono della sveglia mi stiracchio pigramente senza disturbarmi ad aprire gli occhi, faccio scivolare il braccio sul materasso accanto a me e sobbalzo sorpreso di non trovarci Ian. Non faccio in tempo a farmi nessuna domanda che lo vedo sbucare da dietro la porta con in grembo tante scatoline d'asporto di cibo cinese.
"Oggi, per colazione, la casa offre avanzi riscaldati al microonde!" Posa tutto sul letto e viene a sedersi accanto a me porgendomi una forchetta e dei tovaglioli.
"Non è che per caso è avanzata anche una birra?"
"Mickey, avevi promesso... niente birra, almeno prima di mezzogiorno."
"Mh... ma oggi ne ho proprio bisogno." Mugugno strofinandomi gli occhi assonnati.
"Sul tavolo in cucina ci sono le medicine per Etta... dal lavoro ho rubato la crema scalda muscoli che voleva... e non dimenticarti di passare a prenderle il muffin alla crusca." Continuiamo a mangiare piuttosto in fretta mentre io ridacchio incredulo di sentirgli dire quelle parole, decisamente più concentrato su altro, specialmente quando poi lui siede sul bordo del letto, pronto per andare a fare la doccia... ma io ho qualcosa di molto diverso in mente.
"Toglitelo dalla testa, Mickey!" Dice lui capendo subito le mie intenzioni quando lo ributto giù sul letto tirandolo per le spalle.
"Mickey... farai tardi!" Piagnucola mentre gli strofino il naso sul collo poi, continuando a tenerlo bloccato sul materasso, gli salgo a cavalcioni con un balzo e lo bacio.
Cristo, è ancora più irresistibile quando sa di pollo alle mandorle!
"Scusa, oggi non lavori?" Chiede con il respiro già pesante.
"Quella fogna è mia, faccio quello che mi pare. E oggi me ne sto a casa, cazzo."
Comincio a dondolare duramente contro di lui per fargli capire che ormai ho deciso e che protestare sarebbe solo un'inutile spreco di tempo ed energie. Ian sembra afferrare il messaggio e sussurrando un 'porca troia' si arrende completamente.
Visto che ci tiene tanto a guardare la mia cazzo di faccia mentre scopiamo farò in modo che non riesca a pensare a nient'altro per tutto il fottuto giorno!

Me ne sto beatamente steso sul letto a godermi i postumi dell'intesa mattinata di sesso e riprendere tranquillamente fiato mentre mi gusto lo spettacolo del culo di Ian che mi sgambetta intorno mentre si prepara per andare a lavoro.
"Cazzo, quanto sei sexy con quella divisa!" Lo afferro dalla cintura con una mano e lo attiro verso il letto, intrappolandolo tra le mie gambe.
"Non andare a lavoro neanche tu oggi. Rimaniamo a casa a scopare tutto il giorno, oppure no... facciamo quello che vuoi tu, ma stiamocene un po' da soli." Cerco di convincerlo facendo gli occhi da cucciolo anche se a me non vengono decisamente bene come a lui, intanto inizio a slacciargli furtivamente qualche bottone della camicia.
"Non posso, ho preso già un giorno libero ieri per l'anniversario." Mi scaccia le mani e si riabbottona goffamente mentre cerca di sembrare irremovibile.
"Dovrei essere già lì. Sue mi farà il culo." Sgrana gli occhi guardando l'orologio.
"Posso farlo io!" Insisto con un sorriso malizioso mentre gli palpeggio le natiche.
"Mickey, mi hai sfinito! Vado a lavorare così potrò riposarmi..." Scoppiamo a ridere entrambi, poi lui mi fa scivolare le dita tra i capelli e stringendoli forte mi tira la testa all'indietro costringendomi a guardarlo, allo stesso tempo si avvicina a me facendomi poggiare il mento tra i suoi addominali e grattandomi delicatamente la testa continua.
"Buona giornata, Mick. Ci vediamo tra otto ore." Sporgendosi in avanti ci scambiamo un bacio dolce ma eccitante, uno di quelli che non potrò mai dimenticare!
"Abbiamo tutta la vita per stare insieme." Bisbiglia piano sulle mie labbra prima di rimettersi dritto. Distratto da quel bacio mozzafiato abbasso la guardia per un momento e lui subito ne approfitta per sfuggire alla mia presa, velocemente afferra la giacca ed esce dalla stanza lasciandomi solo a fissare il vuoto.
"No, non ce l'abbiamo." Sussurro amareggiato lasciandomi cadere all'indietro sul letto.

Neanche metto piede nella lavanderia che subito Fiona inizia a bombardarmi con le sue chiacchiere.
"Dov'eri finito? Credevo che non saresti più venuto. Sei in ritardo!" Squittisce con la voce più acuta del solito.
"Hey, bellezza!" Mi rivolgo a Etta ignorando di proposito la Gallagher.
"Ecco le tue medicine, della crema scalda muscoli e un muffin alla crusca." Tiro fuori uno per uno gli articoli dalla busta consegnandoli alla vecchia che sorride contenta.
"Sei così dolce con me, Wendell. Sono la ragazza più fortunata del mondo."
"Beh, è il minimo che possa fare dopo il selvaggio volo di passione in cui mi hai coinvolto ieri sera." Provo a prenderla un po' in giro, giusto per capire cosa ci trova di divertente il finto Mickey... e poi perché il sesso mattutino mi mette sempre di buon umore!
"Oh, Signore. Sono stata così brava?" Chiede incredula, sorridendo soddisfatta.
"Sei stata una tigre!" Grido euforico facendola esaltate ancora di più.
"Grazie!" Dice entusiasta, con gli occhi che le brillano.
In effetti, devo ammettere che è divertente ed è decisamente meglio di quando mi prende a colpi di scopa in testa.
"Mi fa piacere vedere che sei tornato alle tue solite battute ma devo avvertirti che al Patsy's c'è Margo che ti aspetta da più di venti minuti!" Bofonchia preoccupata Fiona.
"Chi cazzo è Margo?"
"La stronza che vuole comprare la lavanderia. Ti sei dimenticato del vostro appuntamento?" Con la testa mi fa cenno di seguirla mentre torna alla caffetteria, io le vado dietro e una volta entrati mi indica il tavolo dove mi aspetta la tipa del North Side.
"Salve. Siedi." Esordisce vedendomi arrivare e io prendo posto difronte a lei.
"Vorrei rilevare la tua attività." Arriva subito al dunque mentre una delle cameriere scosciate di questo posto mi serve un caffè dopo aver riempito la tazza mezza vuota del suo boss.
"Vuoi comprare la lavanderia?"
"Il palazzo è mio e sto rilevando tutte le attività che ancora non possiedo."
"L'ho appena comprata."
"Secondo i registri pubblici l'hai comprata per ottantamila dollari... io te la pagherò centomila." Parla spedita senza scomporsi minimamente nel suo bel completo costoso.
"Tu ci guadagni ventimila dollari e io ti risparmio la pena di gestire quella discarica."
Discarica?
Non sarà il massimo dell'eleganza, o della pulizia, o dell'efficienza ma chiamarla discarica mi sembra eccessivo!
Se non fosse una donna l'avrei presa già a calci in quel suo culo milionario!
"Centomila sono tanti per quello schifo. Il 25% dei guadagni in due mesi. Sul serio hai intenzione di rifiutare? Cos'è che ti trattiene, Milkovich?"
"Ho promesso ad Etta Tesdale un posto dove vivere se avesse venduto a me."
"Chi?" Enfatizza sarcasticamente affinché non mi sfugga che in realtà non le importa assolutamente nulla, di chiunque si tratti è solo un ostacolo di cui sbarazzarsi.
"L'anziana da cui ho comprato. Sta lì con i suoi gatti. Sta tutti i giorni sulla sua sedia. Dove andrebbe?"
"Beh puoi prendere i suoi gatti e la sua sedia... e metterla in una casa di riposo. Probabilmente non noterebbe neanche la differenza. Li fanno anche giocare a bingo e si divertono." Incrocia rigidamente le braccia sul tavolo, dev'essere dura riuscire a stare seduta con un enorme bastone ficcato nel culo!
Non sarò un magnate degli affari ma non sono neanche tanto stupido da non capire che se la stronza insite tanto vuol dire che la mia 'discarica' vale più di quanto vuole farmi credere.
"Sto iniziando a guadagnarci. Perché dovrei vendere se mi sta andando bene?"
"Sei più sveglio di quel che sembri." Mostrando finalmente qualche piccolo segno di cedimento, che cerca di nascondere dietro la tazza del caffè, beve mentre continua con un tono meno saccente.
"Ok, cosa proponi? Centoventi mila?"
"È che non credo che la mia coscienza mi permetterebbe di vendere."
Forse mi sono spinto troppo oltre... quanto può risultare credibile parlare di coscienza per un tipo del South Side con delle minacce tatuate sulle dita?
"Hai fatto delle ricerche, vero? Sto risanando l'intero quartiere. Quindi te ne darò centosessanta mila... che è il doppio di quello che hai pagato tu. O accetti, oppure andrò a risanare qualche altro quartiere di merda. E ce ne sono parecchi da queste parti."
Cazzo, centosessanta mila bigliettoni per quella discarica!
Porca troia, io e Ian potremmo spassarcela un bel po' con tutti quei soldi!
Non mi lascia aprire bocca, tanto ormai ha capito che piega ha preso il nostro incontro.
"Non devi rispondere oggi. Andrà bene anche domani." Finisce il suo caffè e con un sorriso non più tanto spavaldo fissa i suoi occhi scuri nei miei.

         

"Allora... ci vediamo qui domani, diciamo alle nove... in punto?" Dopo il velato rimprovero per il mio ritardo di questa mattina, senza neanche aspettare una risposta di conferma da parte mia lascia il suo posto e si dirige verso la porta.
Saluta Fiona che è intenta a saldare un conto alla cassa, si limita a farle un cenno con la testa prima di uscire. La Gallagher schizza da dietro il bancone e mi raggiunge al tavolo, siede difronte a me e incrocia le braccia in trepidante attesa.
"Allora, che ti ha detto?" 
"Mi ha fatto un'offerta che non si può rifiutare." Mi mordicchio l'interno di una guancia rimanendo con lo sguardo assente, perso nei mille pensieri che mi frullano in testa.
"Mh mh, quindi stai pensando di vendere a Don Vito Corleone?"
Sento Fiona parlare ma non ci bado, vengo invece richiamato alla realtà dal vibrare del mio cellulare. Quando lo tiro fuori dalla tasca riesco a vedere sul display la notifica di un messaggio di Mandy, ma poi mi torna in mente che non conosco la cazzo di password.
"Sai qual è la mia password?" Interrompo qualsiasi cosa lei stia dicendo, tanto non stavo ad ascoltarla comunque, e agito il cellulare in aria per farle capire a cosa mi riferisco. Lei, mostrandosi confusa, alza un sopracciglio prima di rispondere.
"No, perché dovrei conoscerla?"
"Mah, dato che sei una ficcanaso..." Rido sotto i baffi vedendo con la coda dell'occhio la sua espressione stizzita mentre rimetto il cellulare in tasca.
"Il caffè è offerto dalla casa, giusto?" Senza lasciarle il tempo di rispondere mi alzo, pronto per andare via. Sono già diretto verso la porta quando sento Fiona chiamarmi.
"Ah, Mickey, ho buone notizie per il servizio a domicilio che volevi offrire. La lavanderia tra l'ottantatreesima e Racine è stata rimpiazzata da uno Shake Shack."
"La lavanderia di Patel ha chiuso?"
"Si, il tizio dice che puoi avere la loro clientela. Parliamo di circa 500 dollari. È venuto a cercarti questa mattina ma tu hai deciso di non presentarti a lavoro." Fa una piccola pausa e poi continua.
"Aveva il naso rotto e un occhio nero."
Conosco quello sguardo, come quello di uno sbirro in attesa di una confessione perché ti crede con le spalle al muro.
"Culo marrone avrà fatto incazzare qualcuno..." Ghigno disinteressato.
"Non credere che non sappia che c'è il tuo zampino dietro a tutto questo. Sono sicura che gli hai dato una grossa mano per convincerlo a vendere." Il tono inquisitorio di chi ha già deciso di avere ragione. E sinceramente non posso escludere che sia così, se è davvero opera mia probabilmente si è beccato anche un calcio nelle palle.
"Non faccio più cose del genere ormai. Sono una persona per bene ora, ricordi?" Rido nel vedere la faccia scettica di Fiona che fa di no con la testa rimanendo in silenzio.
"Ma comunque mangia curry se lo merita, picchia le prostitute e se ne va senza pagare!" Borbotto senza pensarci, ricordando l'ultimo incontro che ho avuto con lui.
"E tu come lo sai?" Chiede sorpresa lei strizzando gli occhi.
"Dai un'occhiata a Etta, io devo andare in un posto." Dico prima di uscire, lasciando per l'ennesima volta la maggiore dei Gallagher senza una risposta.

Me ne sto qui impalato come un coglione da dieci minuti ormai, guardo il legno marcio davanti a me mentre decido se entrare o fare dietrofront e darmela a gambe.
La porta è aperta come sempre ma decido di bussare comunque, sperando di avere un po' di fortuna.
"Mickey?!"
Grazie al cielo è la Milkovich che speravo di incontrare!

         

Mia sorella Mandy rientra in casa e io la seguo cautamente fino a raggiungere il salotto.
"Perché diavolo hai bussato? Mi è preso un colpo, credevo fossero gli sbirri." Lei prosegue a camminare mentre io rimango fermo a dare un'occhiata in giro in modo circospetto. Ho abbastanza esperienza per sapere che, anche se sembra tutto tranquillo, in casa Milkovich non bisogna mai abbassare la guardia.
"Sei in ritardo, cazzo!" La sento dire stizzita dalla cucina.
"Ora sono qui, no?!" Dico assecondando la situazione, come ormai ho imparato a fare da quando vivo questo sogno allucinogeno.
"Perché cazzo non hai risposto al mio messaggio?"
"Dove sono gli altri?" Chiedo invece di risponderle.
"In giro."
"P-papà?"
"E io che cazzo ne so." Sbuffa scocciata servendo a tavola uova e salsicce per pranzo.
"Chi se ne frega di Terry. Raccontami di ieri, com'è andato l'anniversario?"
Ma che cazzo?!
Io e Mandy che mangiamo insieme per spettegolare come due fottute ragazzine sul cazzo di anniversario?
Questa è davvero una presa per il culo!
Sono sicuro che il nodo che mi stringe alla bocca dello stomaco in questo momento non dipende dall'aver invertito la colazione con il pranzo ma dal senso di grande turbamento che mi provoca questa situazione del cazzo.
"Vuoi sapere com'è andata? Abbiamo litigato e lui ha pianto come una fighetta!" Sbotto indispettito, finendo per essere più stronzo di quanto avrei voluto.
"Lo so, questo me lo ha detto. Dopo che te ne sei andato, lasciandolo nudo e solo, mi ha chiamata e siamo stati al telefono per più di un'ora a discutere su quanto tu sia incredibilmente stupido e di quanto lui meriti di meglio!"
"Grazie!" Ghigno sarcastico arricciando il naso.
"Volevo sapere cosa fosse successo in realtà... perché ti sei comportato da testa di cazzo mandando all'aria tutto quello che avevi organizzato?!"
"Mollami il culo, Mandy! Alla fine gli ho chiesto scusa e abbiamo scopato, testarossa può ritenersi più che soddisfatto!" Taglio corto imbarazzato da questa assurda conversazione e lei ringhia colpendomi sul braccio.
"Sei un coglione, Mickey!" 
Per quanto io abbia un legame molto forte con mia sorella, la mia vera sorella, non abbiamo mai parlato di certe cose in modo così aperto. Lei non sa che mi scopo i ragazzi... non sa che mi sono scopato Ian mentre fingeva di essere il suo ragazzo.
Ma è ovvio che questo Mickey abbia un rapporto più sincero con lei, anche se mi sembra di capire che pure in questa linea temporale Mandy preferisce fare squadra con Ian contro di me... certe cose non cambiano mai!
Vedendo lei così tranquilla difronte a questo argomento non posso fare a meno di chiedermi se anche la mia Mandy la prenderebbe allo stesso modo.
Improvvisamente l'atmosfera imbarazzante, ma in un certo modo quasi piacevole, viene brutalmente interrotta dalla porta d'ingresso che sbatte violentemente e dalla terrificante figura di Terry fottuto Milkovich che si presenta davanti a noi barcollando.
"Cazzo!" Urlo alzandomi di scatto mettendomi subito sulla difensiva.
"Perché questo finocchio del cazzo è in casa mia?" Sbraita l'ubriaco contro la figlia.

          

"Vuoi le uova o no, papà?" Risponde lei rimanendo decisamente troppo tranquilla, limitandosi a roteare gli occhi al cielo prima di continuare.
"Se smetti di fare lo stronzo ti faccio anche le salsicce."
"Si, si, va bene, va bene." Biascica quel demonio di mio padre e trascinandosi verso il frigo mi fa sobbalzare passandomi accanto.
"Ma io non mangio insieme al succhiacazzi!" Predica ancora dopo aver preso una birra, mi punta un dito contro e ancora più traballante mi si avvicina minaccioso. Io stringo i pugni pronto a colpirlo se solo si avvicina di un altro passo, ma lui avanzando devia la traiettoria verso il tavolo.
"Non voglio starlo a guardare mentre mangia le salsicce come un frocio." Ruba il mio piatto e barcollando verso la sua camera senza voltarsi continua a parlare.
"Ormai sarà diventato un esperto a furia di stare con quello sfondaculi con i capelli rossi." Si chiude la porta alle spalle e Mandy sbuffa sollevata mentre si alza per prepararmi un altro piatto.
"Tutto qui?" Sussurro confuso e disorientato.
"Che c'è? Se non vi pestate ogni volta non ti senti soddisfatto?" Mandy toglie un paio di salsicce dalla piastra e le posa sgraziatamente sulle uova, poi tornando al tavolo mi serve il piatto e mi invita a sedermi con un cenno della testa.
"Con il passare degli anni diventa più tollerante... o forse solo più pigro. Oggi è abbastanza ubriaco da lasciar perdere. Fallo anche tu!"
Sono ancora lontano dall'essere rilassato, ma torno a sedere al mio posto.
"C'è sempre tempo per riempire la casa di altri fottuti buchi nelle pareti." Continua a bofonchiare lei con la bocca piena di uova.
"Ora mangia quelle stupide salsicce, voglio vedere se sei davvero così bravo come dice Ian." Sorride maliziosamente e quasi sputa fuori il cibo dalla bocca cercando di trattenere le risate quando la fulmino con lo sguardo, profondamente a disagio a parlare così liberamente con mio padre nella stanza accanto.
Vengo distratto un'altra volta dal cellulare che mi vibra in tasca, lo tiro fuori e lo poso spazientito sul tavolo prima di riprendere a mangiare. Con la coda dell'occhio vedo Mandy allungare una mano e afferrare il telefono di soppiatto.
"Che fai?"
"Perché non rispondi mai al cellulare, cazzone? Hai un sacco di chiamate e messaggi non visualizzati." Si lagna smanettandoci un po' con le sue dita ossute.
"Che stronzo!" Squittisce d'un tratto, facendomi sobbalzare.
"Eh?"
"Quando è a lavoro non mi risponde mai, dice che non può stare al cellulare... ma per il suo maritino il tempo lo trova!"
"Di che cazzo parli?"
"È un messaggio di Ian, scemo, dice di farti trovare pronto per quando torna a casa perché ha voglia di hot dog!" Lancia il telefono sul tavolo con un'espressione nauseata sul volto.
"Siete disgustosi!"
Non so se sono più imbarazzato perché Mandy ha letto quel messaggio, o indignato del fatto che Ian non abbia mandato una foto del suo hot dog per farmi felice!
Appena l'immagine dell'uccello di palle di fuoco sparisce dalla mia mente, lasciandomi così libero di tornare a pensare lucidamente, rifletto su cosa è appena successo.
"Conosci la mia password?" 
"È la stessa da anni... zero, quattro, dodici, sedici."
Si, cazzo! Zero, quattro, dodici, sedici... memorizzata!
"Anche la foto sul display è sempre la stessa. Non ti stanchi mai di vedere tuo marito che ti fa il dito medio ogni volta che guardi il cellulare?"
Poso gli occhi sul cellulare ancora illuminato e non riesco a trattenere un sorriso.
Finito questo imbarazzante ed interminabile pranzo lascio casa Milkovich felice di non aver rivisto più mio padre, che probabilmente è svenuto sul pavimento della sua stanza con la faccia nel piatto di uova.
   
 
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