Film > The Amazing Spider-Man
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Autore: kamy    19/06/2019    1 recensioni
Peter, come Spiderman, sta venendo addestrato dallo Shield per fare parte della nuova generazione di super-eroi protettori della Terra. Il suo nuovo addestratore, però, è addirittura l'agente Romanoff. Riuscirà il ragnetto a non finire intrappolato nelle maglie della vedova nera?
Partecipa alla fanfiction challenge II.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Parker
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scritto col prompt de I prompt del lunedì per il Giardino di Efp.

Prompt di B.P.: "Peter va con la sua classe a teatro a vedere il balletto russo de Lo schiaccianoci, Natasha fa parte del corpo di ballo per una missione sotto copertura".

 

Cap.12 La danza del ragno

 

Il cielo si stava oscurando, mentre s’illuminavano i grandi tabelloni con le locandine. Le macchine passavano rumorosamente nella strada davanti al teatro.

“Ragazzi, non correte e non spintonatevi. Non fatemi pentire di avervi portato a teatro” disse Peter con tono severo, raddrizzandosi gli occhiali.

“Sì, prof” disse una ragazza con i capelli blu, facendosi un selfie.

“In fondo chi non apprezza il balletto russo” si lamentò un giovane di colore, roteando gli occhi. Un compagno gli fece eco ridacchiando.

Peter li richiamò: “Siate meno sarcastici”.

“Lo ammetta, lo schiaccianoci è una favola per bambini” disse un ragazzo dai corti capelli biondi, quasi rasati.

Le luci colorate sempre più luminose si riflettevano nelle porte a vetri del teatro.

“Salite sul pullman, vi raggiungo” l’incalzò Peter.

“Deve parlare con quella ballerina sexy?” gli chiese una sua allieva, masticando rumorosamente una chewin-gum. Indicando una donna che usciva dal teatro, con una sciarpa al collo.

“Meno battute, è una vecchia amica” disse Peter, mentre il pulmino apriva rumorosamente le proprie ante. Si era parcheggiato davanti a loro.

< Quanti anni sono passati? Quanto tempo è che non ci vediamo? Eppure mi sembra ieri, mi riporta a giorni più felici. Quando lo SHIELD esisteva, quando mi sembrava tutto meraviglioso. Ero un po’ l’Harry Potter dei primi libri, quando ancora crede che il mondo della magia sia un sogno > pensò.

Gli allievi ridacchiarono, Peter seguì con lo sguardo i movimenti della sua classe.

Natasha giocherellò con una collana che le impreziosiva il collo sottile, indossava un ampio cappello, che le copriva in parte i lunghi capelli. Erano biondo platino, ma i boccoli avevano ancora dei riflessi vermigli.

“Come va, Parker?” domandò Romanoff a bassa voce.

Peter si voltò verso di lei, mentre il pulmino chiudeva le porte con gli studenti dentro.

“Era dai tempi dell’addestramento che non ti vedevo” proseguì lei.

Peter si massaggiò il collo.

“Va. Ho avuto momenti peggiori” rispose, scrollando le spalle.

Gli occhi di Natasha vagarono nei negozi tutt’intorno, scorgendo un ristorante.

“Anche io… Alle volte ancora guardo il telefono e penso che Clint non mi chiamerà come ai vecchi tempi” sussurrò la ballerina. < Sarei dovuta saltare e morire io. Non ho più avuto il coraggio di guardare negli occhi la sua famiglia >. Avvertì una fitta al cuore e rabbrividì, sentendo uno spiffero gelido scendere lungo le sue spalle.

Peter espirò rumorosamente dal naso, serrando gli occhi.

“C’è stato un lungo periodo in cui vedevo Mr. Stark ovunque. Non è facile perdere un mentore come lui, lasciava sempre una traccia di sé in ogni cosa di questo mondo…

Mi hanno detto che ora gestisci da sola gli Avengers” le disse.

Natasha annuì. “Ho saputo che ti sei sposato” gli rispose.

“Divorziato. MJ ed io non ci siamo più ripresi dopo… l’aborto”. Peter si mordicchiò il labbro, spostando lo sguardo. “Faccio ancora il super-eroe, ma pago le bollette come insegnante”. Guardò la figura sottile di lei, stretta in un abito argenteo dal generoso decolté.

“Io sono qui in missione, sotto copertura. Chiamami Natalie” soffiò lei al suo orecchio.

“Lo immaginavo, Natalie.

Sai, sei bella come ricordavo…” disse Peter, sentendo le orecchie in fiamme.

“Ci provi ancora con me? Sei recidivo con le ‘rosse’” disse Natasha, camminandogli intorno ancheggiando. Le sue labbra si piegavano sinuose e piene.

“Da ragazzo ho ricevuto un bacio. Come uomo, ora, spero di ottenere anche il tuo cuore” rispose Peter. Scrutò una macchina allontanarsi, da essa proveniva una melodia fragorosa e fastidiosa.

< Ci meritiamo entrambi di avere una chance di ricominciare. Ti ho visto per sbaglio su quel palco, ma non voglio perdere la chance anche questa volta > pensò.

“Vediamoci questa sera, fuori dal lavoro, al bar vicino al teatro e si vedrà” promise Natasha.

< Come hai fatto a notarmi in seconda fila? A causa della mia caviglia non sono più la prima ballerina, non sono al centro della scena. Non lo so neanche nella vita, ho perso l’unica famiglia che io abbia mai conosciuto.

Ogni tanto m’incontro con Cap, o meglio, l’anziano vecchietto che è diventato, e tra i due la più nostalgica sono io > pensò.

“Grazie” disse Peter.

Natasha lo guardò raggiungere il pullman, e salirci. Il mezzo richiuse le porte e partì, mentre i rumori della città si confondevano con il tubo di scarico del mezzo, ed il brusio di voci concitate degli studenti.

 

  
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