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Autore: irYsblackeyes    19/06/2019    0 recensioni
Quando credi di essere un individuo potente, perfetto, che riesce a controllare tutto e tutti, ti senti un Dio.
Pensi di poter manipolare le menti delle persone, di poter giocare con coloro che per natura possiedono un carattere fragile e buono.
Con il passare del tempo però ti accorgi che ciò che hai e ciò che fai non ti bastano più. Cerchi di più, ma più in là di così non puoi andare e di conseguenza, riversi tutta la tua cattiveria e la tua incapacità di accontentarti, sulle persone più deboli di te.
Ma se anche questo, ad un certo punto, non ti bastasse più?
Ti affidi alla droga più potente che riesca annebbiare i tuoi sensi pur di non doverti fermare a pensare a ciò che sei diventato.
Ma cosa succede ancora, se il tuo modo di vivere di colpo ti scaraventa nel mondo "reale" e ti porta quindi a confrontarti con i comuni esseri umani?
Cosa succede se da "Dio" quale eri, per motivi non decisi da te, ti ritrovi a diventare un comune mortale?
E cosa succede se l' unica persona che in qualche modo può aiutarti a galleggiare è la stessa persona che ha subito abusi e
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Cosa stai combinando in questi giorni, Meier?-

Mi giro sbalordito verso il mio fido amico e collega Koch. Quando scandisce in quel modo il mio cognome, significa solo una cosa: è intenzionato ad affrontare un discorso serio.

Rimango per un attimo interdetto muovendo le labbra senza riuscire ad emettere alcun suono. "Cosa sto combinando?"

-... in che senso? Cosa sto combinando...-

Il mio stato catatonico rende tutto surreale dato che quasi nessuno riesce a lasciarmi senza parole per più di tre secondi. Con una lentezza incredibile, quasi per darmi il tempo di riflettere sulla risposta corretta da dargli, estrae una sigaretta, se la porta alle labbra, la accende, inspira ed espira il fumo appoggiandosi alla parete in legno della torretta dove da ore stiamo montando di guardia.

Il piccolo abitacolo, nonostante sia aperto ai lati, trasuda calore, condensa e sudore. Fa caldo sotto la divisa oggi, fin troppo per la stagione in cui siamo e sembra che il mio fedele amico dagli occhi di ghiaccio abbia deciso di cogliere l'occasione di questo snervante turno per farmi il terzo grado. Non mi piace essere sotto interrogatorio.

Da giorni un'incredibile ansia mi attanaglia. Due settimane fa, preso dai fumi dell'alcol ho abusato di quella ragazzina ed il mio terrore ora è che qualcuno in qualche modo lo abbia potuto scoprire. Tra tutte le persone che spero non vengano mai a conoscenza di questo mio imperdonabile sbaglio, uno è proprio lui: il mio migliore amico. Ne perderei immediatamente la stima ma la cosa peggiore è che so bene che sarebbe in grado di uccidermi con le sue mani. Con tutte le donne appetitose che vi sono al "bordello" proprio con una di quelle "schifose" dovevo sfogare la mia voglia? Mi maledico.

Mi tolgo il cappello e mi accarezzo la testa sudata sospirando pesantemente quasi a buttare fuori un agglomerato di pietre e lava incandescente infilato in gola.

Koch, non sentendomi parlare, inizia a sogghignare a testa bassa. Lo guardo con la coda dell'occhio, teso come non mai. Il mio volto è una maschera di paura. Ma come è possibile che io provi questo terrore? E' possibile eccome, so fin troppo bene di aver commesso un grave errore.

Terminato di ridere, tira su col naso prima di parlare.

- A me lo puoi dire ... - si gira di scatto verso di me ed i suoi occhi freddi e seri mi trafiggono l'anima. Come può rendermi così vulnerabile? Il peso di aver fatto qualcosa di sbagliato, il peso di essermi mischiato con quel topo di fogna mi indebolisce così tanto di fronte allo sguardo freddo ed indagatore del mio amico. Tutto scorre veloce, ecco il terrore che prende possesso di me, le mani che tremano, le membra che iniziano a diventare molli e dolenti, le ginocchia che cedono, i conati silenziosi a vuoto, il sudore freddo che inizia a stillare dalla mia pelle e la testa che gira. Cado, rassegnato e sudato sulla sedia appoggiando il gomito destro sul ginocchio. Lascio andare per terra il cappello che tengo nella mano sinistra e adagio la testa pesante e sudata sul palmo della mano destra facendomi sfuggire un gemito.

Koch, serio più del solito, respira un'altra boccata di tabacco sbuffandola dal naso. Picchietta ad occhi bassi la sigaretta lasciando cadere la cenere nel vuoto. Io sono quella cenere, sto precipitando nel vuoto.

-Damien Meier...- pronuncia il mio nome scandendo ogni lettera. Lo guardo supplichevole. I miei occhi gelatinosi gli implorano di arrivare al dunque, ho mal di pancia, stringo gli addominali per sentire meno dolore e faccio un lungo respiro. Mi faccio schifo. Per tutto. Dove è finito quell'orco che ero fino a pochi minuti fa? Può, la paura della morte, ridurti in questo stato pietoso?

-Non vi è nulla di male a divertirsi un po' ...- sussurra.

"Ma tu ti sei divertito con la persona sbagliata" " E pagherai per questo " "Mi hai deluso amico mio" "Con un topo di fogna" "Vergognati" "Sarà mio piacere ucciderti con le mie mani" "Mi fa vomitare solo l'idea di avere accanto un individuo che ha avuto a che fare con una di quelle fetenti creature"

La mia mano sinistra sale per coprirmi il volto, mi voglio nascondere dietro i miei stessi sporchi palmi, non riesco quasi più a controllare gli organi che mi si stanno rivoltando nel corpo per la paura, non riesco nemmeno a capire se il mio cuore stia battendo o no.

-Finalmente ti sei deciso a frequentare il "bordello" – mi sussurra mettendomi una mano sulla spalla sorridendo, poi, osservandomi bene e notando il mio volto bianco e sudato come uno straccio che ha appena pulito un pavimento aggiunge – Damien non vi è nulla di male a cedere ai sapori della carne. Non crucciarti in questo modo. Tutti noi frequentiamo il bordello. E' nostra disposizione-

Mi appoggio molle allo schienale della seggiola in legno sputando per terra la saliva acida che è risalita dal mio stomaco. Cerco di recuperare il mio normale e profondo tono di voce.

-Come fai a dire che sto frequentando il bordello?- come fa a sostenere fiero questa tesi anche se totalmente errata?

-La fiamma della lussuria e del peccato arde nelle tue iridi color pece...-

-Che conclusione "intelligente " Koch – ironizzo sollevato. Del mio amico posso dire tutto: e' sadico, cattivo e crudele ma l'intuito bhè... non è una delle sue migliori qualità.

Mi sorride freddo appoggiandosi anche lui allo schienale della scomoda e dura seggiola che abbiamo a disposizione e sbuffa l'ultima boccata di fumo.

- Ricordati solo una cosa, crudele amico mio ...- mi rammenta lanciando nel vuoto la sigaretta ancora accesa -Non fare in modo che la tua nuova perversione verso le carni ti porti a mischiarti con qualche putrida stella gialla perché ti giuro che provvederò io stesso a spegnerti mozziconi incandescenti sul corpo fino a non lasciarne un millimetro libero. Quando si tratta di stelle gialle io non guardo in faccia nemmeno ad un amico-

Rabbrividisco in risposta alla sua minaccia perché so che tutto quello che ha appena detto, è vero.

   
 
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