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Autore: Nephertiti    20/06/2019    0 recensioni
* Sequel di "Girl of light"
E' trascorso un mese da quando Mitsuko ha varcato la soglia d'ingresso di villa Sakamaki.
Il suo rapporto con i sei fratelli sembra aver raggiunto un equilibrio.
E mentre la ragazza si gode le vacanze estive, qualcuno la osserva nell'ombra.
L'arrivo di una nuova famiglia di vampiri porterà a galla nuove verità sul conto di Mitsuko.
Lei è molto più di una sposa sacrificale e lo scoprirà ben presto a sue spese.
***
Non è necessario aver visto entrambe le stagioni dell'anime, tuttavia sarebbe il caso di leggere la mia prima fanfiction.
La trama si intreccia appena con le vicende di "Diabolik lovers more blood"
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo 6 -Pain-

 

 Osservai la parete tempestata di pugnali di varie misure e trasalii.
Il mio sguardo vagò da Azusa alle lame affilate, ogni cellula del mio corpo gridava: corri!
“Ti piacciono?” s'informò il vampiro con un tono dolce, appena udibile, come quello di un fanciullo.
Peccato mi avesse appena mostrato una collezione che i tiratori di coltelli avrebbero invidiato.
Come avevo imparato a fare davanti le stranezze dei Sakamaki, mentii.
“Si.”
“Sono tutti miei...- mi spiegò Azusa - ma questo è il mio preferito.” disse, mostrandomene uno dal manico marrone scuro, il più semplice rispetto agli altri, e anche più piccolo.
“Questo è un regalo dei miei amici. Justine lo usava sempre su di me.”

 Con orrore, capii chi gli aveva procurato quelle ferite, eppure Azusa ricordava quella vicenda con una sorta di gioiosa malinconia.
“Se ti tagliassi, torneresti ad essere felice?”

 Impulsivamente indietreggiai e scossi con vigore il capo: come poteva pensare che il dolore mi avrebbe procurato felicità?
Dalla sua espressione, seppi che non comprendeva la mia reazione, come se fosse assolutamente normale ferirsi.
Tra tutti i vampiri, mi mancava quello autolesionista e mi chiesi che problemi avessero gli altri Mukami...

 Possibile fossero tutti stati vittime di traumi infantili?
Solo io ero cresciuta illesa, benchè avessi vissuto come preda e assistito all'assassinio di mia madre?
Ricordai di aver preferito sei sadici vampiri, al mio padre adottivo, e mi resi conto che anch'io dovevo avere dei problemi mentali.

 “Allora... Perchè non tagli me?”
Spalancai la bocca nel momento in cui Azusa mi diede il pugnale, voleva davvero essere infilzato?
No, non ero violenta e soprattutto non l'avrei ferito senza un motivo valido.
“Non capisco perchè dovrei farlo.” risposi semplicemente, restituendo l'arma al vampiro, che la prese con un velo di tristezza.
“Pensavo fossimo amici.”
“Gli amici non si tagliano a vicenda.”
Lessi nello sguardo dell'altro una certa confusione, doveva essere cresciuto con tutt'altri pensieri.
Infatti iniziò a srotolare una delle bende che aveva sul braccio e notai la lunga cicatrice che percorreva la pelle bianca, come un fulmine nella notte.
“Vedi? Sta guarendo, ma non voglio che Justine scompaia...” mormorò Azusa, più a se stesso che a me.

 Vidi il pugnale scendere lentamente sulla carne e rimasi pietrificata, mentre il sangue sgorgava dalla ferita riaperta.
D'impulso gli strappai l'arma dalle mani, incontrando però una certa resistenza: fu per questo che la lama finì per fendere anche il palmo della mia mano.
Il coltello ricadde a terra, producendo un sinistro rumore metallico, dovuto allo scontro con il pavimento: la mattonella si sporcò di rosso.
Osservai il taglio di un acceso cremisi sulla carne e notai gli occhi del vampiro illuminarsi.
Premuta contro il muro, mi guardavo intorno alla ricerca di qualsiasi cosa con cui difendermi: la porta era troppo lontana, non ce l'avrei fatta a raggiungerla.

 Ma Azusa mi era già addosso, teneva ben salda la mano ferita e la osservava estasiato.
Per un momento mi ricordò decisamente Kanato e pensai mi avrebbe morso il polso, come minimo.
Invece si portò la mano sul petto, incurante del fatto che il mio sangue gli sporcasse la camicia.
“Fa male?”
“Sì.”
Potei scorgere invidia nei suoi occhi spenti.
“Dev'essere bello. Non è una sensazione piacevole?”
Scossi il capo: non era affatto piacevole, sentivo la pelle bruciare e sapevo che, se non l'avessi disinfettata, mi sarebbe venuta un'infezione.
“Azusa, devo medicarla.”
Il vampiro mi fissò interrogativo, come se non comprendesse le mie parole, e tenne stretta la mano al suo petto.
Mi sfuggii un grugnito.
“Non sono un vampiro, devo pulirla e fasciarla se voglio guarire.” spiegai pazientemente.
Infine Azusa allentò la presa e scostò la mano dal petto, osservò il taglio a lungo.
Poi tirò fuori la lingua e leccò il sangue che colava dal polso, risalendo fino al centro del palmo.
Scioccata dal gesto, rimasi nuovamente inerme a fissare il vampiro mentre assaggiava la mia mano.
“Hai davvero un ottimo sapore Eva.”

Oh no... ci risiamo.
Mi ero arresa ormai, non avrebbero mai imparato il mio nome.

 “Azusa!”
Sia io che il vampiro sobbalzammo, sentendo il tono imperioso di Ruki.
Il primo inditreggiò a capo chino, come un ladro colto con le mani nel sacco.
Io ritrassi la mano dolorante.
“Non è così che funziona.” gli ricordò il fratello.
Ma a cosa si riferiva esattamente?

 M'incitò a seguirlo con un semplice sguardo e mossi dei passi incerti nella sua direzione.
Prima di uscire, mi rivolsi all'altro vampiro.
“Anche se non ti ho ferito, siamo amici lo stesso.”
Non sapevo precisamente perchè l'avessi detto, ma sentivo che a quel ragazzo mancava affetto, succhiasangue o meno era anche lui un essere vivente -o quasi-.
Sorrise appena e bastò.

 ***

 Seduta su una sedia del salone, attendevo impaziente che Ruki tornasse: mi aveva chiesto, o meglio ordinato, di restare lì, ed avevo eseguito il comando.
Iniziavo ad essere troppo passiva, riflettei tra me e me.
Neppure con i Sakamaki ero tanto accondiscendente...

 La furia si smorzò non appena vidi il moro tornare con in mano del disinfettante e delle garze.
Lo guardai meravigliata: in quella magione non la smettevano mai di stupirmi, ed era uno stupore positivo, in confronto a tutto quello che, in casa Sakamaki, mi aveva scioccata.
“Non credere che m'importi qualcosa di te.”
Il suo tono arrogante m'irritò.

 
Neanche ai Sakamaki importava nulla di me, eppure mi avevano salvata da una psicopatica dalle unghia smaltate.
Sebbene adesso non avesi la più pallida idea di dove fossero.
O se avessero intenzione di cercarmi.
“Lo faccio solo perchè il tuo sangue è prezioso.” continuò Ruki.
E quando versò l'alcool sulla ferita, cacciai un urletto.
Non mi sfuggii certo l'espressione gongolante del vampiro e giurai vendetta: quel piccolo ghigno malcelato gli sarebbe costato caro.
“Vuoi spiegarmi perchè il mio sangue è così prezioso, di grazia?”
“A te non interessa.”
“E' il mio sangu-”
Ruki strinse con forza la benda intorno alla mia mano e chiusi gli occhi dal dolore.
Quando li aprii di nuovo, sentii che andava meglio, tuttavia il moro aveva tirato le dita vicino alle sue labbra.
Sembrava stesse annusando un buon profumo, considerato lo sguardo trasognato.
Aveva le labbra dischiuse e i canini appena visibili fuoriuscivano dal labbro superiore, pronti ad addentare.

 “Come hai fatto a tapparle la bocca? Non la smette mai di borbottare!”
Stavolta fu Yuma a richiamare la nostra attenzione: Ruki si sollevò con uno scatto fulmineo e raccolse quella sorta di kit del pronto soccorso.
“Il bestiame ha solo bisogno delle maniere forti per essere addomesticato.”
Inviperita, anch'io scattai in piedi: “Il bestiame ha un nome!”
“Infatti, Ruki, lei non è bestiame è una gattina masochista.
Un Kou, spuntato dal nulla, mi avvolse le spalle con le sue braccia e si avvicinò al mio orecchio: “Non è vero M-Neko-chan?
Un brivido mi percorse la schiena, deglutii a vuoto.
“Cos'è, vi siete messi d'accordo per ridere di me?”
Mi divincolai a fatica dall'abbraccio del biondo: “Se non vi dispiace, io andrei a letto.”
Ruki non mi degnò affatto d'attenzione, Yuma continuò a ridere prepotente e Kou mi fece un occhiolino.

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Chiedo immensamente perdono per il ritardo. Svariate volte ho tentato di pubblicare il capitolo ma c'è sempre stato qualche inconveniente che mi ha costretto a rimandare. Tuttavia mi farò perdonare, il capitolo successivo è già pronto, dunque pubblicherò tra una settimana precisa.

 E dunque cosa ve ne pare di questo capitolo? A livello di trama, tutto rimane avvolto nel mistero, ma iniziamo a prendere confidenza con i nuovi vampiri e a conoscere le loro storie.
Il passato di Azusa ha traumatizzato anche me, credo che i produttori dell'anime abbiano subito anche loro qualche trauma infantile!
Ad ogni modo fatemi sapere cosa ne pensate, cosa vi aspettate che succeda.
Ringrazio coloro che hanno messo lamia storia tra le preferite/seguite e ricordate e i lettori silenziosi, incitandovi come al solito a lasciarmi una vostra opinione, che per me conta molto. Anche in messaggio privato.

A presto, Nephy-

 P.s. vi lascio le immagini dei Mukami. Fino ad ora non lo avevo fatto perchè confesso di aver dimenticato come si inserivano le immagini, ma alla fine ci sono riuscita!

 





   
 
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