Cap.23
Intermezzo
“Non è bellissima?” chiese Kakaroth con
tono sognante.
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Penso di essermi innamorato di lei. O almeno Crilin mi ha detto che
quello che provo si chiama amore.
Potrebbe
funzionare tra noi?
Siamo
troppo diversi, anche nel modo di vedere la vita.
Ho
visto troppe cose negative per riuscire immediatamente ad immaginare
una
vita futura con lei. Prima dobbiamo sconfiggere la lucertola e poi si
vedrà.
Vediamo,
intanto, se il mio “fratellone” mi può
dare qualche consiglio in
merito > rifletté Kakaroth.
“Si,
una bellezza non convenzionale, anche se… se solo sapesse
stare
zitta, sarebbe meglio…” rispose stizzoso il
principe.
“Di
chi stai parlando?” chiese Kakaroth, sporgendo la testa. Vide
l’altro
saiyan arrossire e ridacchiò. “Io non parlavo di
Bulma”.
“Un’altra
parola e ti prendo a testate” lo minacciò Vegeta,
posandogli la
fronte sulla sua.
<
Sono felice che qualcosa lo distragga. Non m’interessa se mi
guarda
furibondo, non ce la faccio più a vederlo così
abbattuto.
Soffre
perché non è riuscito a salvare ciò
che rimaneva della nostra gente,
della nostra ‘famiglia’, quando un tempo
già non aveva potuto fare niente per
il nostro pianeta e il nostro popolo > pensò
Kakaroth, strofinando la fronte
contro quella spaziosa del maggiore, che gli passò la mano
nella zazzera mora.
“Dai,
dimmi i tuoi guai” lo invogliò Vegeta,
allontanandosi da lui.
<
Accidentaccio, il moccioso riesce sempre ad ammorbidirmi >
pensò.
“Vedi,
lei non è solo bellissima. All’inizio pensavo
fosse una ninfa, ma in
realtà è la principessa di un regno in fiamme.
Insomma, il suo castello è
avvolto da un fuoco magico ed eterno, e lei è dovuta
scappare. Perciò sa
combattere, anche se…”. Iniziò a
parlare a raffica Kakaroth.
****
<
Ero così preso dai miei guai, che non mi sono accorto che si
è
richiuso di nuovo nella sua apatia.
Dannazione!
Siamo guerrieri, la vita l’affrontiamo combattendo, non
lasciandoci
sopraffare > pensò Kakaroth.
“Cambiando
discorso. Guarda lì” disse, indicando Piccolo
addormentato
abbracciato con Chichi.
Erano
vicini al fuoco, mentre Bulma s’intravedeva attraverso una
finestra
della casa capsula che aveva evocato.
Crilin
era intento a ravvivare il falò con dei legnetti.
“Ripetimi
come si chiama quella ‘moretta’”
indagò Vegeta.
Kakaroth
si grattò un sopracciglio.
<
Umh, sento puzza di fratello geloso…
Mi
chiedo come l’avrebbero presa Radish e Turles se avessero
sentito Crilin
parlami dell’amore. Probabilmente mi avrebbero preso in giro
per essere caduto
vittima di una cosa simile > rifletté.
“Chichi.
Ha un significato nella lingua saiyan?” domandò.
“Umh,
no Kakaroth, non abbiamo nomi così.
In
ogni caso, tieni la testa al suo posto. Abbiamo cose più
importanti da
fare” lo richiamò Vegeta.
“Suppongo
tu non ti sia mai innamorato” disse Kakaroth, grattandosi una
guancia. Si udiva lo scricchiolio delle fiamme.
“Tsk,
moccioso, io sono superiore a queste cose” ribatté
Vegeta, piccato.
Kakaroth
si sdraiò per terra a faccia in su, le braccia sotto la
testa.
<
Non che le donne alla base inspirassero amore. Quella pazza di Zangya
mi rimarrà eternamente impressa >
rifletté.
“Quella
Bulma, però, non mi sembra ti lasci indifferente. Vuoi dirmi
che è
solo qualcosa di fisico?” domandò Kakaroth. Un
ki-blast gli venne lanciato
contro, lo afferrò con la mano, soffocandolo tra le dita.
“Non
sarà una terrestre a distrarmi dalla nostra missione.
Io
sono il principe dei saiyan, non mi abbasserò al livello di
una razza
così inferiore” ribatté Vegeta.
<
Ci risiamo con le sue manfrine. Sono tutte cose che ha imparato a
memoria, ma sprofondano in lui come dei cunei fastidiosi.
Cercare
di fargli avere una vita e come cercare di de-programmare un
computer.
Non
che io sia da meno, cammino e mi muovo sempre come se fossi un soldato
impegnato in una marcia militare. Ho dovuto forzarmi per imparare a
fermarmi, a
godermi un tramonto o un paesaggio.
Questo
pianeta Terra, poi, lo trovo particolarmente meraviglioso >
pensò
Kakaroth.
“Lo
sai che non ci sono più donne della nostra razza? Con questo
ragionamento rischiamo l’estinzione.
Approfittane,
“fratellone”. Non ti ha tolto gli occhi di dosso
nemmeno per
un secondo”.
Fu
costretto a saltare all’indietro, evitando una decina di
onde,
schivandole ridacchiando.
“Non
chiamarmi fratellone” sbottò Vegeta, scuotendo il
capo, abbassando la
mano ancora brillante di energia. Le gote arrossate e gli occhi
liquidi. “Smettila
con questi discorsi, o mi farai arrabbiare veramente” lo
rimbrottò.
<
Eccolo, ora mi guarda con quell’aria da cane bastonato. Cerca
di non
far vedere come abbassa gli occhi depresso. Sa che un saiyan non
può farsi
vedere così…
Anche
se… Ha passato tutto il giorno sospirando sognante a quella
ragazzina
dai capelli mori.
Sorrideva
in modo strano, adulto. Non avrei mai potuto pensare di vedere il
mio ‘fratellino’ innamorato.
Ho
così paura che soffra, che tutto non vada come vorrebbe. Non
saprei
proprio cosa fare se lo ferissero. Non posso proteggerlo dai suoi
sentimenti
> rifletté.
“Andiamo
a dormire, ora” ordinò.