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Autore: Mr Lavottino    21/06/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Quindi adesso che si fa? Ad essere sincero non ho ancora capito perché ci siamo intromessi in quella sparatoria.- l'euforia generale si spense dopo un'oretta passata per strada. Scott, che non la smetteva di fare domande su domande, aveva pian piano iniziato a preoccuparsi, mentre Zoey era rimasta impassibile.
- Dobbiamo andare in un bar ad incontrare una certa persona. Tutto il casino che abbiamo fatto prima è stato per permettergli di agire.- spiegò finalmente Duncan. Per tutto quel tempo non aveva detto nulla riguardo al suo "complice", che aveva agito nell'ombra e che aveva contribuito alla riuscita del suo piano.
- Di chi si tratta?- domandò Zoey, con fare curioso. Non poteva trattarsi né di Dj e né di Harold, che erano le uniche due persone che il punk le aveva presentato in ambito "lavorativo", quindi era più che certa si trattasse di un estraneo.
- Un mio vecchio amico, diciamo che aiutava spesso me, Geoff e Dj nelle nostre scorribande. Era il cervello del gruppo.- un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto, si perse in quei piacevoli ricordi per una ventina di secondi che per lui durarono un'eternità.
Gli venne in mente quando avevano "rapinato" il negozio di caramelle vicino casa di Dj, o quando Geoff "prese in prestito" la macchina di suo padre e per poco non la ridussero in mille pezzi.
Tutti questi dolci pensieri avevano ora una punta di amaro sul fondo, poiché sapeva che il biondo non c'era più. Strinse ancora di più la presa sul volante e riprese a concentrarsi sulla strada, erano quasi arrivati ed a breve avrebbe avuto la sua vendetta.
- Quindi è un criminale come te?- scherzò Scott, tirandogli una frecciatina.
- No, anzi, lui ha deciso di non fare più il lavoro sporco con noi, ci aiuta solo quando ne abbiamo veramente bisogno.- decise di non stare al suo gioco e gli rispose seriamente, lasciandolo stupito.
- E il luogo di incontro dov'è?- la rossa stava controllando la cartina con il suo telefono. Stavano andando verso Churchill, ma non sembrava quella la meta.
- In un bar ad una ventina di minuti da qui. Siamo quasi arrivati.- dette una rapida occhiata al foglietto che aveva in tasca, rischiando di sbandare ed andare fuori strada, tanto per essere sicuro dell'indirizzo che il suo complice gli aveva dato.
- Bene, quindi fra poco quest'avventura giungerà al termine.- disse Scott sbuffando con fare sollevato.
- Fossi in te non sarei così allegro, siamo dei criminali ricercati dalla polizia. Dopo che avremo finito con MacLean dobbiamo scappare lontano da questo posto.- Duncan aveva già previsto anche la sua fuga, però, per colpa dei vari eventi, aveva dovuto allungare i tempi e si era ritrovato a doverla accantonare sempre di più.
- Vero...- il rosso scosse la testa, ricordandosi che ormai per loro era impossibile farsi vedere in giro - Beh, mi toccherà andare a Las Vegas o in qualche posto del genere, così me la potrò spassare alla grande.- aveva un grosso sorriso in volto, che fino a quel momento non aveva mai mostrato.
- Ti vedo di buon umore.- lo incalzò Zoey, notando la sua allegria. Solo in quel momento Scott decisa di contenersi e, dopo essersi schiarito la gola, ritornò alla sua solita espressione arrabbiata e menefreghista.
- Sì, come no. Tu piuttosto, che intenzioni hai? Non sei del mestiere, quindi per te scappare qua e in là sarà molto più difficile.- le chiese il rosso, lanciandole un'occhiata.
- Beh... non ci ho mai pensato. Ho sempre pensato che, una volta finita questa storia, sarei potuta tornare a casa senza problemi, ma in effetti avete ragione voi. Mi toccherà abituarmi a questo stile di vita. - pronunciò quelle parole con una semplicità che lasciò i due di stucco.
- Lo dici come se fosse una cosa normale...- disse fra se Duncan, venendo però sentito dalla ragazza.
- È stata una scelta mia, ero consapevole dei rischi sin dall'inizio.- concluse lei, stendendosi contro il sedile.
- Allora vorrà dire che ti terrò d'occhio io. - la rossa portò subito lo sguardo verso di lui e sgranò gli occhi. Seppur non volesse ammetterlo più di tanto, e già la sera prima in hotel aveva fatto fatica a parlarle, si sentiva in colpa verso di lei, dunque quello fu l'unico modo che gli venne in mente per potersi far perdonare.
- Eh? Che cosa intendi dire?- chiese prontamente Zoey, sporgendosi verso di lui, il tutto mentre Scott seguiva il discorso dalla postazione dietro tenendo l'orecchio pronto per ascoltare le loro parole perché, seppur tendesse a negarlo, era un grande amante del gossip.
- Toh, manca solo una decina di minuti. Siamo quasi arrivati.- Duncan cambiò argomento, troppo imbarazzato per andare avanti con quelle linee di dialogo.
Il viaggio procedette senza intoppi fino alla fine. Giunsero davanti ad un piccolo bar che, data la presenza di solo due macchine, Scott e Zoey intuirono essere quello giusto. Era una struttura di media dimensione, con il tetto spiovente e delle pareti colorate di un giallino crema.
Aveva una decina di tavolini fuori ed era tutto addobbato con piante e piccole lanterne nere, ovviamente spente. I tre parcheggiarono ed il punk fece cenno ai due di seguirli dentro. L'interno era ben addobbato, con qualche tavolo sparso qua e là e la presenza di quadri su ogni parete.
- Dov'è il tuo amico?- domandò Scott, notando come il locale fosse completamente vuoto. Duncan si guardò in giro per qualche secondo, senza riuscire a vederlo, dunque emise un forte fischio.
- Per di qua.- una voce, a loro sconosciuta, li invitò a procedere verso destra. I tre seguendo quell'indicazione si trovarono davanti al famoso "complice" di Duncan. Era un indiano dai folti capelli marroni e dallo sguardo morto, con addosso una completo nero ed una ricetrasmittente sul petto, tanto che mai avrebbero detto potesse essere un conoscente del punk.
- Ma lui è...- sussurrò Zoey, senza però venir sentita. Aveva già visto quel ragazzo nelle foto che Dj aveva in casa ed era quasi sempre presente.
- Allora, Noah, come va? Grazie ancora per aver lanciato quella bomba fumogena ad Ottawa, senza di te a quest'ora saremmo tutti e tre in gabbia- il punk si mise a sedere davanti a lui su un divanetto in pelle.
- Suppongo tutto bene, ho solo rischiato la vita in una sparatoria e sono dovuto scappare di corsa da Nipigon. Direi quindi che non c'è male.- rispose ironicamente, alzando le spalle. Portò poi lo sguardo su Scott e Zoey ed accennò un lieve sorriso - E tu avevi intenzione di catturare MacLean con questa squadra? Mi deludi, ti facevo più scaltro.- lo derise infine, facendo arrabbiare i diretti interessati.
- Ho preso quello che il convento passava.- ribatté Duncan, facendo innervosire ancora di più i due - Comunque, lui dov'è?- andò dritto al sodo, guardandosi intorno con lo sguardo.
- Te lo porto subito. Dawn, vieni qua.- disse Noah. Sentendo quel nome, tutti e tre rimasero spiazzati. Videro la bionda arrivare da dietro un angolo con lo sguardo basso e con una pistola fra le mani puntata contro un individuo incappucciato.
- Lei che ci fa qui!?- urlò Scott, alzandosi in piedi.
- Calmati, bifolco. La ragazzina mi ha pregato per poter venire con me. È stata così assillante che alla fine ho dovuto cedere.- spiegò l'indiano, per poi rivolgere un'occhiata verso la bionda per intimarla a parlare.
- È vero. La verità è che... mi sento in colpa per ciò che vi ho fatto, quindi ho deciso di aiutare Noah. - disse, senza riuscire ad alzare lo sguardo da terra.
- Dawn... è davvero gentile da parte tua.- Zoey cercò di essere la più carina possibile, non era mai stata in grado di provare rancore contro le altre persone, ma Scott non volle sentire ragioni.
- Ci hai quasi fatto ammazzare!- protestò, alzando le mani al cielo. La verità è che non voleva più entrare in contatto con lei, poiché finiva per sentirsi in colpa ogni volta che la guardava.
- Lo so... e mi dispiace.- unì le mani davanti alla faccia, cercando di far capire quanto fosse dispiaciuta di ciò che aveva fatto.
- Sentite, le questioni sentimentali lasciamole per dopo. È lui?- Duncan interruppe quelle discussione e tornò a parlare delle "cose importanti".
- Dawn, portalo qua.- la bionda seguì l'ordine di Noah e portò l'uomo incappucciato sui divanetti, dove lo costrinse a sedersi. L'indiano afferrò il sacco che aveva in testa e glielo tolse, rivelando a tutti la sua identità.
- MacLean!?- dissero all'unisono Zoey e Scott, completamente presi alla sprovvista dalla cosa.
- Esatto, MacLean. - ripeté Duncan con un sorriso tutt'altro che felice in volto. Finalmente era arrivato il momento della sua vendetta.
- Ma... come... perché...- il rosso balbettò qualche parola sconnessa, senza riuscire a comprendere bene la sua situazione.
- Penso sia arrivato il momento di spiegarvi cos'è che abbiamo fatto precisamente oggi.- disse Duncan, ottenendo un cenno positivo da parte di Noah - Dovete sapere che lui lavora per la polizia. Ieri sera mi ha contattato per dirmi che ci sarebbe stato un assalto contro il gruppo di MacLean a Nipigon, quindi abbiamo elaborato un piano.- prese il contenitore dello zucchero e qualche altro oggetto sul tavolo per simulare la scena e cercare di essere più chiaro, ma non fece altro che fare ancora più confusione - Il piano era questo: nel bel mezzo della sparatoria saremmo dovuti intervenire noi per distrarre entrambe le fazione, così Noah avrebbe avuto tutto il tempo di prendere MacLean e scappare qui.- spiegò, spostando gli oggetti sul tavolo.
- La fai troppo semplice! Come è possibile che lui da solo sia riuscito a prenderlo in ostaggio?- domandò Zoey, visibilmente stranita dalla versione del moro.
- Ovviamente non ero solo, con me c'erano alcuni poliziotti che attualmente stanno tenendo d'occhio la situazione da fuori. Ho aspettato che almeno la metà degli uomini dei criminali fossero morti, poi mi sono diretto assieme ad una squadra speciale verso il camion dove sapevo fosse MacLean. L'aiuto di Dawn è stato essenziale, grazie a lei sono riuscito a mettere al tappeto tutte le sue guardie e in meno di cinque minuti ho lasciato la zona. - a terminare la spiegazione fu l'indiano, che rivolse una rapida occhiata alla bionda.
- Mi volete spiegare perché cazzo sono qui!?- per la prima volta Chris si intromise nella conversazione. Era ancora visibilmente stordito e confuso.
- Ti dice niente il nome Geoff Gordon?- a prendere l'iniziativa fu Noah. L'uomo ci pensò un po', dopodiché parlò.
- Non particolarmente.- rispose, con un sorriso strafottente in volto.
- Figlio di puttana! Te lo faccio ricordare io!- Duncan fece per andargli addosso, ma venne prontamente bloccato da Scott.
- Ah, ora ricordo. È quello scommettitore accanito che ho fatto ammazzare, giusto? Che idiota, pensava di svignarsela con tutti i prestiti che gli avevo fatto. Decisamente un uomo di poco gusto.- quelle parole furono di troppo. Nemmeno il rosso riuscì a fermare il punk che, liberatosi dalla sua presa, colpì MacLean con un pugno in faccia facendolo finire per terra.
- Io ti ammazzo!- lo prese per il collo e lo tirò su, guardandolo fisso negli occhi con un'espressione rancorosa.
- Non so se hai ben chiara la situazione, ma non sei particolarmente simpatico a questo criminale da strapazzo, dunque fossi in te smetterei di dire cazzate.- Noah, che alle reazioni violente dell'amico era abituato, rimase impassibile e guardò il gangster, ancora sollevato da terra.
- Va bene, va bene, ho capito. Cosa volete da me? Soldi?- lentamente Duncan lo mise giù, mentre un sorriso poco raccomandabile apparve sul suo viso.
- Oh, no. - sussurrò, per poi estrarre una pistola dalla cintura e puntargliela contro - Voglio solo farti fuori, pezzo di merda!- alla vista dell'arma Chris sbiancò, mentre un clima di tensione si espanse per tutta la sala.
- No, Duncan, non farlo!- Zoey, che sentiva il cuore in gola per via dell'ansia, si alzò in piedi cercando di far ragionare il moro - Uccidendolo non risolverai niente!- provò a convincerlo, ma era ben conscia che non sarebbe stato facile.
- Se posso dire la mia, penso che la tua amica abbia...- anche Noah provò a parlargli, ma il punk zittì tutti quanti.
- Zitti! Non voglio sentire altre cazzate. Ho deciso che lo ammazzerò, qui e adesso!- tolse la sicura dall'arma e gliela puntò contro la testa. Chris stava tremando fortissimo, conscio che a breve sarebbe passato all'altro mondo.
- Ti prego, non farlo! Ti darò tutto ciò che vuoi.- tentò un ultimo e disperato approccio con Duncan, facendolo infuriare ancora di più.
- Il tuo sangue, ecco cosa voglio. Oppure la tua testa, per me non fa differenza.- gli appoggiò l'arnese sulla fronte, ignorando le sue parole di pietà e il piccolo gridolino che emise quando l'arma toccò la sua pelle.
- Sul serio, Duncan. Non fare cazzate.- Zoey provò ad avvicinarsi al punk con dei piccoli passi. Solo in quel momento si rese conto che per quanto il moro stesse cercando di mantenere il sangue freddo, in realtà stava tremando come una foglia. Nemmeno lui era sicuro di ciò che stava facendo, e sentiva due voci distinte nel suo subconscio che lo inducevano a fare due cose completamente opposte.
La prima era quella che lo invitava a premere il grilletto senza pensarci due volte. In quel modo avrebbe vendicato Geoff e si sarebbe potuto sentire realizzato, oltretutto con quel gesto avrebbe messo fine ad una delle più importanti famiglie gangster del Canada.
La seconda era invece il seme del dubbio. Avrebbe scommesso tutti i soldi che aveva ottenuto dalla rapina che il motivo per cui sentiva tale voce era Zoey. La presenza della rossa ed i suoi continui discorsi buonisti avevano avuto un effetto su di lui.
- Duncan, calmati. Ti ho portato MacLean perché te lo aveva promesso, ma secondo me è meglio sbatterlo in galera. Ucciderlo non farà altro che aggravare la tua situazione.- Noah, approfittando di quell'attimo d'esitazione del punk, provò a farlo ragionare.
Il moro trasse un profondo respiro, chiuse gli occhi e si concentrò. La voglia di conficcargli una pallottola nel cranio era tantissima, eppure aveva la paura di non sentirsi appagato nemmeno dopo aver compiuto tale gesto. Cosa avrebbe fatto Geoff se fosse stato lì? Probabilmente lo avrebbe risparmiato, era sempre stato buono e non si sarebbe mai permesso di togliere la vita a qualcuno in quel modo.
Però lui non era Geoff. Nella sua vita si era macchiato di un sacco di reati, ma mai aveva ucciso una persona. Aveva dato per scontato che una volta giunto il momento di vendicarsi si sarebbe limitato a sparare e a farla finita, eppure alla fine si era rivelato tutto più difficile.
Sia per colpa delle voci che sentiva nella sua testa, sia per quelle che arrivavano alle sue orecchie.
- Noah e Zoey hanno ragione, non fare stupidaggini.- anche Dawn si aggiunse a quel vocio insistente, al punto che per poco non rischiò di urlargli contro per chiedere silenzio.
- Scott, digli qualcosa anche tu. - la rossa provò a trascinare il ragazzo nella faccenda, che fino a quel momento si era limitato ad impedire che il punk uccidesse Chris di botte, ma questo si dimostrò esitante.
- Fa quello che ti pare, basta che ti sbrighi. Non abbiamo molto tempo da perdere.- Sia Dawn che Zoey lo guardarono male, ma lui non se ne curò - A me non interessa ciò che ne fa di questo bastardo, d'altronde era il mio datore di lavoro, a me è indifferente.- concluse, rimettendosi a sedere.
- Ah, fanculo!- urlò Duncan, per poi gettare la pistola contro il tavolino con forza - Portatemelo via da davanti. Non lo voglio più vedere.- si coprì il volto con una mano mentre con gli faceva cenno di allontanarsi. Il volto di Zoey, così come quello di Noah e Dawn, si illuminò con un sorriso sincero, che però il punk non poté vedere.
- Va bene. Allora lo porterò in questura.- l'indiano fece per alzarsi e per rimettere il cappuccio all'ostaggio, ma una voce familiare lo interruppe.
- No, chico, credo che lui lo prenderò io. D'altronde è il mio obiettivo.- da dietro l'angolo spuntò fuori Alejandro assieme ad una decina di poliziotti dietro di lui. Tutti i presenti nella stanza sbiancarono in volto, mentre l'ispanico rivolse loro un saluto palesemente ironico.
- Alejandro?- Noah rimase spiazzato dalla sua presenza, tanto che spalancò gli occhi, mentre Scott rimase a bocca aperta per una decina di secondi. L'ispanico gli rivolse un'occhiata carica d'odio, dopodiché lanciò sul tavolo un lettore GPS.
- Ottima idea quella di nascondere il lettore dentro ad un'altra macchina, peccato che non abbia funzionato. Oh, c'è anche il traditore.- assottigliò lo sguardo e lo puntò prima contro l'indiano, poi contro il rosso, che si limitò a portare gli occhi verso il pavimento.
In quel momento Duncan stava maledicendo se stesso per aver lanciato via la sua pistola, seppur poco potesse fare per contrastare tutti gli uomini del castano.
- Adesso mi prendo MacLean. E tu - indicò Noah con un dito - verrai assieme a me. - fece per avvicinarsi, ma il detective scoppiò in una grossa risata.
- E se io non volessi venire?- domandò sfidandolo con lo sguardo.
- Beh, in tal caso...- provò a puntare l'arma contro di lui, ma una bomba stordente cadde nel bel mezzo del locale portando la squadra dell'ispanico a sparare. Duncan provò a raccogliere la pistola, però il fumo lo fece svenire.
Sentì le forze mancargli e riuscì a malapena a tenere gli occhi aperti. Allungò la mano per prendere la pistola, ma la vista si annebbiò completamente e, dopo qualche secondo, perse coscienza. L'unica cosa che sentì furono le urla di Zoey che, disperata, stava gridando il suo nome.
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Dite che sto mettendo troppi colpi di scena?
Nah.
Ebbene sì, Noah e Duncan solo "best friend forever". Magari rileggendo i vecchi capitoli potrete notare qualche dettagliuccio che ho messo qua e in là, nel quale accennavo a questa cosa.
Duncan risparmia MacLean e tutti felici e contenti, insomma, siamo giunti all'epilogo.
But, ehi, l'arrivo di Alejandro (villain principale di questo arco narrativo) spiazza tutti!
Chissà cosa accadrà? Lo scopriremo martedì prossimo!
   
 
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