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Autore: MayaPatch    22/06/2019    1 recensioni
Prima parte di una serie comprendente "Ark: Aberration", "Ark: Extinction" e "Ark: Genesis"
Aurora è una sopravvissuta che si troverà suo malgrado ad indagare tra i misteri dell'isola per scoprirne la storia nascosta e il suo scopo. Ma sta accadendo qualcosa. Quel posto sta cambiando.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sì, chiedo immensamente perdono per il tempo che ho fatto passare, ma sono agli sgoccioli con gli esami e la tesi! Davvero, non ho avuto modo per ritagliarmi un po' di tempo per scrivere! Però, sappiate che mi sono divertita molto con questo capitolo! Immagino la faccia di chi sa già tutto e di chi invece sta scoprendo queste cose man mano!
NOTA: so che il busto va indossato solo i primi giorni per dare più stabilità alle costole rotte. Va poi rimosso così che la frattura posso guarire senza rischi.

Ark-cap5 by MayaPatch

I giorni successivi all'attacco passarono letargici. Anche il clima sembrava accompagnare questo stato d'animo con nuvole grigie. Il Jerboa di Lex strofinava le zampette sulle orecchie, guardava verso l'alto e annusava l'aria, ma la pioggia non arrivava. Lex gli accarezzava il capo scompigliandogli il pelo. Al di fuori di Terra Bruciata e Ragnarok, la percezione del Jerboa non era molto precisa e passavano giorni prima che la sua previsione si avverasse. Lex camminava per il villaggio, si stava dirigendo in infermeria per aggiornarsi sulle condizioni di Jenny. La ragazza era stata ricoverata con tre costole rotte e una frattura scomposta alla tibia destra. Aurora e Giselle andavano a trovarla spesso per chiacchierare e tenerla su di morale. E un'altra persona da tirare su di morale era Nick. Lex lo aveva visto più volte gironzolare per il villaggio, fermarsi e poi riprendere la passeggiata, come un fantasma. Era molto taciturno e passava ore seduto sulla rupe che dava sulla spiaggia, cosa insolita per una persona attiva come lui.

«Ehi, bionda!» esclamò Lex non appena fu nella stanza di Jenny.

«Ehi, moro...» Mormorò lei con l'entusiasmo di un Titanosauro colpito alla testa. Era distesa sul letto, laSenza titolo-1 by MayaPatch gamba era  immobilizzata e le costole erano tenute ferme da un busto rigido. I capelli, non più regolarmente tinti, stavano recuperando il naturale colore biondo.

«Dove sono quelle due?» chiese il ragazzo non vedendo nessuno.
Solitamente a quell'ora Aurora e Giselle si trattenevano lì.

Jenny si passò una mano tra i capelli «Credo siano andate da Nick. Ma scommetto che Giselle se ne starà nascosta ad osservarlo più che parlargli. Quei due hanno bisogno di un bel calcio spronatore. Se non facciamo qualcosa, lei continuerà a sognarlo e lui non si accorgerà mai di niente!»

Lex ghignò «Prima o poi si presenterà l'occasione.»

Jenny lo guardò con perplessità «È questa l'occasione, genio! Giselle potrebbe consolarlo un po'.» esclamò facendo un gesto volgare molto eloquente con le mani.

Il ragazzo si portò una mano sul volto, perplesso. Jenny non perdeva mai la sua malizia «Oh, ti prego...»

«Ascoltami, invece!» ghignò lei «Prima di tutto, deve perdere il suo imbarazzo. Superato questo scoglio, il resto verrà da sé! Una bella spinta credo basterà. E intendo letteralmente.»

Lex la fissava con perplessità «Dovrei davvero spingerla?»

Jenny gli fece un occhiolino «Questo mi ricorda perché andiamo d'accordo, io e te. Come e quando, non conta. Deve riuscire a parlargli anche in questi momenti.»

Lex sospirò, rassegnato «Va bene... ma se poi mi uccide mi avrai sulla coscienza.»

In risposta, la bionda ghignò « Anche io ti voglio tanto bene! Su, ora va' e fa' il tuo dovere! Io rimango qui a riposare. Queste maledette costole non mi lasciano dormire. Ma ne è valsa la pena. Oohhh, sì.» si strofinava le mani mentre ridacchiava con perfidia.

Mini-HLNA Skin (Genesis Part 1) by MayaPatch

«E se poi cado?» si lamentò Giselle davanti ad una perplessa Aurora. Rimanevano a debita distanza dal capo tribù così da non essere notate.

«Perché dovresti cadere?»

«Perché Lex ha ragione. Sono un disastro! Balbetto e cado... per la miseria chi... Lex!» esclamò la pirata dopo aver ricevuto una pacca sulla spalla.

«Andrà benone. Ma, se permetti, sarebbe prima il mio turno. Devo chiedergli delle informazioni.» disse Lex. Si alzò e incamminò verso il grande albero sotto cui era seduto Nick. In quei giorni, aveva riflettuto tanto mentre andava alla ricerca di altri piedistalli. Aurora non gli aveva riferito molto, ma aveva capito che qualcosa in quel posto stava cambiando. Altro su cui riflettere era la pericolosità dei Teschi Rossi. E, a riguardo, solo Nick poteva fare chiarezza. Quello era il momento giusto per chiedergli qualche informazione.

Lex fu alle spalle del castano, inspirò profondamente e si sedette al suo fianco mentre mormorava un “Ciao”, ricambiato «Per ora sembra tutto tranquillo. Dovresti toglierti quella roba di dosso.»

Nick accennò un sorriso tirato «Forse non sembra, ma la tuta Tek isola molto bene. Ed è comoda.»

«Già, non so molto su questa... roba. Ecco...» iniziò Lex con incertezza «Senti, mi hai detto che è difficile tenere testa ai Teschi. Inoltre le Torrette Tek non hanno sparato perché quei furboni si sono tenuti a distanza. Hai almeno qualche altra idea su come difenderci?»

Nick guardava la superficie calma del mare, come sovrappensiero «No. Ma per il momento non attaccheranno. Prima di tutto, i Campi di Forza che ho installato funzionano come il mio scudo. Poi si stanno preparando per qualcosa di grosso e non so di cosa si tratti. Ho qualche sospetto, ma devo verificare. Se così sarà, non so cosa potrebbe accadere.»

«Capisco...» mormorò Lex con una punta di delusione nella voce «Beh, però sarebbe opportuno pensare a qualcosa. Insomma… queste tute, che debolezze hanno? Avete un casco, immagino che il gas non vi nuoccia.»

«Infatti. Ci permette anche di respirare sott'acqua.»

«Quindi bisogna pensare a qualcos'altro, che so, l'elettricità? Il fuoco? Dubito che, se ti colpisce un fulmine, la tuta non subisca danni. Essendo poi di metallo, probabilmente il fuoco potrebbe almeno danneggiarla.»

Non si rese conto che Nick lo osservava sospettoso «Che cosa stai macchinando?»

Lex asserì rapidamente «Nulla, sono solo curioso. Magari possiamo inventarci nuovi modi per contrastarli. Quindi non solo torrette, ma anche qualcosa di più maneggevole, non so.»

Il capo tribù non sembrava per nulla convinto «Beh, il fuoco potrebbe essere una buona opzione. Non so come reagisca la tuta a diretto contatto con esso. Sinceramente, non ho mai dovuto affrontare situazioni del genere. I Teschi non avevano accesso a questa tecnologia prima. Ma mai avrei pensato che anche loro se ne sarebbero interessati, vista la difficoltà nell'ottenerla.»

Come Lex aveva intuito, il Tek era qualcosa di esclusivo. Solo i migliori potevano ottenerlo e non di rado Nick aveva mostrato le sue capacità. Si alzò e si stiracchiò «Allora credo che sia giunto il momento di riflettere sul da farsi. Se il fuoco è una buona opzione, vedremo quanto varrà al momento opportuno.» portò le mani ai fianchi e guardò il mare lasciando che il vento gli scompigliasse un po' i capelli.

«Non vuoi dirmi che stai architettando, vero?» Nick era ancora seduto,  ma non guardava il suo interlocutore.

«No. Non so nemmeno da dove iniziare.» ed era vero. Aveva un piano ma non sapeva se avrebbe funzionato. In passato, gli era già balenato per la testa, voleva un loro Uovo ed allevarne il piccolo. Sapeva che era possibile. I Nomadi di Terra Bruciata avevano imitato Raia, la prima persona ad aver mai allevato e cavalcato una Viverna. Ora ne possedevano uno stormo numeroso e lo usavano per proteggersi dai predoni. Lex sospirò al pensiero di ciò che gli aspettava «Beh, ti saluto. Non restare troppo a lungo qui o farai la muffa. O dovremo staccarti con una pala!»

«Non c'è rischio, tranquillo. Non amo stare fermo troppo a lungo.»

«Beh, mi assenterò un po' allora. Se mi assicuri che sarà tutto calmo, credo che una settimana mi basterà.»

«Ragnarok?»

«Sì, quel posto è pieno di risorse senza le problematiche di Terra Bruciata. Controllerò le torrette prima di andare.»
salutò Nick e tornò dalle ragazze. Giselle era ancora lì che borbottava. Lex passò oltre, ma si fermò dietro di lei «Ricordati che il vino è un ottimo mezzo per socializzare. So che ne hai sempre un po' con te. Usalo.» le consigliò maledicendosi di aver dato retta a Jenny. Le poggiò le mani sulle spalle.

«Che cosa stai facendo? No... Lex.. no... Fermo!» protestava lei a bassa voce.

Il ragazzo la spingeva per le spalle verso il capo tribù fino a quando non la spintonò più forte e la lasciò «Mi ringrazierai.» disse e corse agilmente da Aurora.

Giselle barcollò. Non cadde, ma ormai era troppo vicina a Nick che si voltò e la salutò.

Prima che il capo tribù potesse notarli, Lex prese la mano di una confusa Aurora e la portò via «Sbrighiamoci prima che si rovini tutto!» esclamò. Si nascose dietro un albero e si accucciò tra i cespugli «Mi accerto che vada tutto liscio e poi me ne vado. E tu comunica a Jenny l'esito del piano. È una cosa che avrebbe dovuto fare lei: darle una spinta. Cioè... lasciamo stare.» notò l'espressione confusa della giovane dai capelli rossi e si sentì stupido.

Aurora guardò prima lui e poi Giselle, che si sforzava di essere naturale «Almeno non è caduta di sotto.» commentò mentre l’amica si sedeva finalmente al fianco del capo tribù.

«Te la immagini?» commentò Lex sghignazzando insieme alla rossa «Sarebbe stato epico e disastroso insieme. E Jenny mi avrebbe ucciso.»

«Direi più Giselle, visto che l'hai spinta tu. Jenny sarebbe la sua seconda vittima.» fece notare Aurora.

«Sì ma io sono stato manipolato. Sono innocente.»

Aurora lo guardava con sufficienza «Certo...» poi si illuminò in volto e afferrò il polso del ragazzo «Visto che Nick è occupato, posso parlarti dell'ologramma.»

Lex non si aspettava che se ne sarebbe ancora ricordata e che avrebbe voluto parlargliene «Beh...»

«So che Nick non vuole, ma vorrei capire.» aggiunse lei con serietà.

Il biondo diede un rapido sguardo ai due seduti sotto l'albero. Giselle aveva carpito il senso del suo suggerimento e aveva offerto a Nick un bicchiere riempito della miscela speciale dei Corsari. Sospirò «Ok, anche io ho qualcosa da dirti. Ma facciamo in fretta, prima che il capo torni ai suoi doveri. Andiamo.»

Uscirono dal loro nascondiglio. Mentre.Lex controllava le torrette, Aurora gli raccontava del messaggio «Cosa credi voglia dire? A me non è sembrato molto sensato. Insomma, parla del tempo che passa?»

Il biondo ascoltava, sapeva già tutto. Era andato appositamente in giro alla ricerca di quell'ologramma con la scusa di pattugliare la zona «Posso farti una domanda, prima che io risponda?»

«Certo.»

Era il momento di capire. Non era mai riuscito ad inquadrare quella ragazza. Lo incuriosiva questo suo interesse per i diari, non sapeva nemmeno se fidarsi «Perché ti interessano queste cose? Insomma, sei stata avvertita, ma hai continuato a seguirmi per discuterne con me. Perché?»

Aurora sembrò indecisa, ma la sua risposta aveva un tono di voce così sicuro che lo sorprese «Voglio sapere.» gli disse «Perché sono qui? Perché so delle cose per le quali non ho memoria? Cosa facevo prima? Che cos'è questo impianto? E gli obelischi? Sospetto che questi ologrammi celino una risposta. Tu sei l'unico che sa qualcosa, o di più. Non so a chi rivolgermi. Gli altri mi sembrano completamente disinteressati mentre Nick ha solo cercato di intralciarmi.»

«Beh...» iniziò Lex « Gli altri vogliono solo vivere tranquilli e questo gli basta. In un contesto simile, non è cosa da poco. Nei Difensori, i membri sono quasi tutte persone soccorse. Per quanto riguarda Nick, credo che sappia molto più di quanto non dica, forse anche più di me. Ma credo che qualcosa lo turbi e allora preferisce zittire ogni iniziativa a riguardo. Dal canto mio, non so più dove cercare. Ho passato dieci anni della mia permanenza a cercare, ma sento che mi manca qualcosa. E credo che proprio Nick abbia quello che cerco o almeno che sappia dove si trova.»

«Dieci anni?» esclamò Aurora con stupore «Ed io che pensavo che questo pensiero mi ossessionasse. Ma comunque sia, cosa devi dirmi? Magari riusciamo a mettere insieme i pezzi.»

Lex si guardò attorno e mostrò alla ragazza due fogli «Sono andato in giro e ho trovato queste due. Sono segnate dal mio Impianto come dieci e tredici. Ciò significa che ce ne sono altre. Quella che hai trovato tu è la quattro.»

Aurora guardava i fogli con grande interesse «Perché scrivere se puoi leggerle dall'Impianto?»

«Mi è più comodo ordinare le idee. Dall'Impianto devi selezionarle tutte manualmente, così invece ho sempre tutto sotto occhio e posso rifletterci più a lungo. Poi, sinceramente, gli ologrammi sono luminosi e attirano troppa attenzione. Ma leggi quello che è scritto in queste due note. Alcune cose che dice mi fanno riflettere. E ormai sono sicuro che mi manca davvero qualche diario. Ma non so dove trovarli.»

«Forse non hai cercato a dovere.» suggerì Aurora.

Lex inarcò un sopracciglio, pensieroso «No. Devono essere in un posto che non posso raggiungere, non normalmente almeno. Credimi se ti dico che ho cercato ovunque. Ormai conosco questo posto. Ho fatto anche i dovuti conti. Sull'Isola mi mancano una nota ciascuno. Se le cose funzionano come credo, su Terra bruciata ce ne sono Trenta e le ho tutte. Qui me ne manca una per ciascuna. Inoltre, mi manca la pagina in cui Helena parla della scelta di un Deserto...»

«Aspetta un secondo.» lo interruppe Aurora «Di che parli? Raia e Dahkenya?»

Lex si rese conto che stava correndo, troppe informazioni tutte in una volta. Riordinò i pensieri. Non confonderle le idee era la cosa migliore da fare «Allora. Ci sono quattro diari, scritti da quattro persone. Attraverso le loro parole, ho ricostruito le loro vite qui sull'Isola. Per qualche arcano motivo, due di queste sono finite su Terra Bruciata. Helena, una di queste, parla di una stazione spaziale o qualcosa del genere. Inizialmente, non davo peso ai diari, ma, quando mi capitò tra le mani quella nota, iniziai ad indagare. Le note di questo posto non mi dicono molto sulla sua natura, ma quelle di Terra Bruciata hanno davvero molte informazioni. Alcune mi spaventano, a dirla tutta. Non penso sia saggio dirti tutto adesso, non c'è tempo e devo andare su Ragnarok per sbrigare una faccenda. Ma prima finisco con queste torrette. Mentre le controllo, leggi cosa c'è scritto sui fogli che ti ho dato.»

Aurora annuì e leggeva le note a voce non troppo alta «Allora, la decima Dice:

Il Sistema esiste da eoni. Considerando tutte le variabili, si è adattato bene. Proprio come te, ha arrancato per raggiungere questo obiettivo, e ha incontrato molti ostacoli. Tuttavia la scala è più larga. Lo sforzo è maggiore.
In una creatura organica, l'invecchiamento può rallentare i riflessi e intorpidire il pensiero. Ma non con il Sistema. La velocità e l'efficienza dei suoi calcoli non sono un dubbio. Qualcuno potrebbe discutere che siano loro il problema.

Se una funzione ha una possibilità dello 0,0001% di provocare un errore, ma ciò accade solo una decina di volte, è più un'aberrazione. Ma un trilione di volte? Allora è inevitabile. Più tempo, più errori. Una goccia diventa un rivolo. Un rivolo diventa un'inondazione.

Come ho detto, Tutto ha una fine. Il Sistema non fa eccezione.”

Lex si spostò alla torretta successiva «Cosa hai capito da questo messaggio e dall'informazione che ti ho dato prima?»

Aurora guardava ancora il foglio «Io...»

«Rifletti.» le consigliò lui.

«Parla di qualcosa che esiste da tanto tempo, ma che non funziona più a dovere?»

Lex sorrise «Ci stai arrivando. Continua. Cosa ti ho detto sul diario di Helena?»

Aurora guardò di nuovo il foglio «Intendi dire la cosa della Stazione spaziale?» ricevette un cenno di assenso e per qualche secondo calò il silenzio. Poi, all'improvviso, il volto della ragazza si illuminò e gli occhi si spalancarono «Lex, questo posto è gestito da un'intelligenza artificiale?»

«Bingo!» rispose Lex «Alberi che riappaiono al loro posto dopo un giorno. Tu che sei ritornata invece di morire. Questi Obelischi che, a parte portarti in bocca a creature pericolose, non so a cosa servano. Addirittura, pare fungano da armi. C'è qualcosa di molto grosso dietro e gli Impianti che abbiamo ne fanno parte. No, noi ne facciamo parte.»

«E scoprire cosa potrebbe aiutarci a capire tutto quanto.» continuò Aurora per lui con la voce che tremava.

In quel momento, Lex sentì di aver trovato qualcosa che gli mancava: qualcuno con cui parlare e scambiare pareri. Si lasciò sfuggire un sorriso soddisfatto, non riusciva a crederci «Leggi anche l'altro messaggio. Ecco, in quello non ho capito niente, o quasi. Parla di un altro posto. E non è questo.»

Aurora annuì e passò al foglio successivo e lo lesse:

Una volta che la tua caduta è completa, stai vicino ai santuari. Al loro interno, piccoli nuclei di vita fioriscono ancora in un altrimenti sterile giardino. Al di fuori delle loro sfere di influenza, troverai un infinito mare di decadenza, governato da ombre e morte.

Il primo di questi santuari è la Grande Città. Sebbene non sia più una grande metropoli, al suo posto cresce una giungla, e potresti trovare un modico riparo tra le sue mura.

Gli altri ti saranno più familiari, solo per le torri che troverai al loro centro. Queste sono la fonte del loro potere- gli Obelischi. Non sono gli stessi che conosci, non così avanzati, ma è prevedibile. Sono un modello più vecchio. Precursori, o più giustamente: prototipi.”

Lex controllò l'ultima torretta e si volse ad una Aurora, che lo fissava in attesa di risposte «Io credo che, con questi ologrammi, stiamo raccogliendo informazioni che Nick non ha ancora. E di ciò te ne ringrazio. Mi hai messo tu questa pulce nell'orecchio e andare di persona è stato il mio primo pensiero.»

«Ma, se Nick è stato su Terra Bruciata, sa quello che sai tu.» puntualizzò Aurora.

«Sicuramente. Semplicemente, credo che se abbia teorizzato qualcosa in passato. Questi ologrammi potrebbero arricchire ciò che sa. Ma credo anche che abbia visto o scoperto altro. Questi ologrammi vanno avanti per indovinelli, diciamo. Ci parlano di cose che dobbiamo capire e, per farlo, bisogna scavare a fondo, leggere i diari. Qualcosa mi dice che c'è un collegamento, ma devo capire di cosa si tratta. Per ora, ho solo il sentore che anche il Tek sia collegato in qualche modo.»

Aurora sembrò esitare, guardava i fogli e poi il terreno sottostante «Po- potremmo lavorarci insieme.» disse in fine.

Lex rifletté «Non so se sia una buona idea. Cioè, mi fa piacere, non fraintendermi. Ma Nick è già abbastanza sospettoso. Non vorrei che finissi nei guai. Tra me e Nick il rapporto non è così teso, ma lui si aspetta sempre che io faccia qualche mossa sbagliata per rimproverarmi. Non vorrei che lo facesse con te. Io sono al sicuro perché aiuto con le difese e posso essere utile. Non credo possa cacciarti, ma nel dubbio… »

Aurora sembrò non accettare scuse  «Ormai mi hai detto delle cose importanti, non mi tiro indietro. Inizierò le ricerche da sola se necessario.»

«Non te lo consiglio. Alcuni di questi diari sono nascosti in luoghi molto pericolosi. Io stesso ho avuto grandi difficoltà a reperirli. Un paio mi sono stati dati dai vecchi membri della ciurma di Giselle. Per loro visitare le grotte sottomarine era quasi un divertimento. Ma io non sarei mai stato capace di farlo. »

La ragazza esibì un sorrisetto «Quindi, mi darai tu le trascrizioni. Non avrò corso alcun pericolo e le mie lacune saranno colmate. Facile!»

Lex tirò un lungo sospiro per raccogliere tutta la pazienza che aveva «Sei piccolina, ma la tua testardaggine è enorme.»

Aurora gli rispose con un altro sorriso, un misto tra l'innocente e il sarcastico «Lo prendo come un sì?»

Il biondo si appoggiò alla torretta e valutò i pro e i contro, Aurora era intelligente e sveglia, su questo era sicuro, ma temeva una reazione di Nick. Quindi prese una decisione «Facciamo così, quando torno da Ragnarok ne discutiamo con più calma. C'è molta roba da sapere e non ho davvero tempo. Credo che tu possa aspettare fino ad allora, no?»

«Penso di sì. Al massimo entro di soppiatto in camera tua e ti rubo gli appunti!» esclamò lei scherzosamente.

Lex ghignò nervosamente. Non gli piaceva l'idea che qualcuno entrasse in camera sua. Doveva chiuderla a chiave prima di partire «Allora è fatta. Starò via una settimana, e non entrare in camera mia. Ti lascio Jerry prima di chiudere.»

**********
Capitolo finito! È venuto bello lunghetto! Sono davvero contenta del risultato! Ovviamente non so quanto dovrete aspettare per il prossimo, ma conto sulla vostra pazienza.

  
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