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Autore: Btsuga_D    22/06/2019    9 recensioni
[COMPLETA] Nello slang giovanile, "Hook-up" é il famoso rimorchio senza impegno. L'accordo riguarda la possibilità di fare sesso senza che ci sia un sentimento sottostante. Suga, famoso Idol e rapper del gruppo BTS, è conosciuto per le sue "scappatelle di una notte" con le sue fan. La sua regola numero uno: tutto è concesso, tranne i baci sulla bocca. Per delle sfortunate circostanze, Kang Yorin è costretta a dover andare ad un fan-sign dei BTS al posto della sua migliore amica, venendo subito notata dal bel rapper. Yorin accetterà la sua offerta o resterà fedele alla sua regola numero uno, donarsi solo all'uomo che ama?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hook-Up
❖ Explosion
WARNING: SMUT, DISAGIO



🔽🔽🔽  


Ero sdraiato su quel letto matrimoniale con le braccia spalancate e il respiro affannato. Guardavo il soffitto mentre la ragazza dai capelli rossi si dava da fare per compiacermi, inginocchiata tra le mie gambe. I suoni osceni che uscivano dalla sua bocca a contatto con il mio membro eretto mi riempivano le orecchie e mi soddisfacevano quasi quanto il piacere che mi stava donando.
 
Quando mi resi conto di essere quasi al limite, raddrizzai la schiena e mi ritrovai seduto sul bordo del letto. Osservai la sua testa rossa che andava su e giù, a ritmo con la sua mano che scivolava lungo la mia intimità. Tenevo le labbra socchiuse per far uscire i leggeri ansimi che mi risalivano la gola mentre la osservavo dall’alto in basso. Non appena i nostri occhi s’incontrarono, strinsi alcune delle sue ciocche cremisi tra le dita, adattando il movimento della sua bocca a quello del mio bacino che si spingeva contro di lei.
 
Buttai la testa all’indietro e chiusi gli occhi mentre continuavo a dondolarmi in avanti, spingendo sempre più in profondità. Sentivo le gocce di sudore scivolarmi lungo il collo e finirmi sul petto nudo, bagnando la catenina d’argento che mi ricadeva sui pettorali. La obbligai ad aumentare il ritmo finché i miei sospiri non si fusero con i suoi gemiti. Poi la costrinsi ad alzarsi in piedi.
 
Non le diedi neanche il tempo di riprendersi. L’afferrai per i fianchi e la buttai sul materasso, nello stesso punto in cui ero seduto prima. La feci voltare, così da avere il suo sedere contro la mia erezione, ed entrai in lei senza troppi complimenti. Iniziai con un ritmo veloce già dalla prima spinta e i suoi gemiti mi riempirono nuovamente le orecchie.
 
Volevo solo perdermi nel piacere. Nient’altro. Avevo bisogno di staccare la spina oppure sarei impazzito. Yorin mi aveva fatto incazzare con i suoi discorsi del cazzo e non avevo potuto fare a meno di vendicarmi. Perciò quella ragazza sotto di me era lì solo per fare un dispetto a Yorin. Quanto ero caduto in basso? Prima almeno facevo sesso per me stesso, ora scopavo solo per farla ingelosire. Ma ingelosire di cosa, poi? Quella fottuta ragazzina non sarebbe mai venuta a letto con me, neanche se fossi stato l’ultimo uomo sulla faccia della terra.
 
Per colpa sua, l’umanità si sarebbe estinta.
 
I gemiti della rossa si facevano sempre più disperati man mano che aumentavo il ritmo delle spinte. Appoggiai una mano sul retro del suo collo e cominciai a diventare più irruento, ma la mia mente se ne andò altrove, come sempre nell’ultimo periodo.
 
Lo sguardo di Yorin era impresso nei miei pensieri. Aveva fatto come le avevo detto, portandomi la rossa che ora mi stavo sbattendo senza pietà, ma i suoi occhi delusi prima di andarsene mi avevano fatto male al cuore. Non avrei mai voluto deluderla, ma il mio orgoglio era più forte di qualsiasi altra cosa. Esattamente come il suo.
 
Già, era questa la verità. Eravamo due orgogliosi del cazzo e avremmo continuato a stuzzicarci finché uno dei due non sarebbe esploso. E io ero quasi arrivato al limite.
 
Mollai la presa sulla rossa e mi lasciai cadere sul letto, interrompendo quell’amplesso che non avevo più voglia di portare a termine. Che cazzo mi stava succedendo?
 
«Oppa?» mi chiamò la tipa mentre mi massaggiavo la faccia con entrambe le mani. «Che succede? Ho… Ho sbagliato qualcosa?»
 
Ridacchiai. «No,» la tranquillizzai, decidendomi a voltare la testa per guardarla. «No, sono io che sto sbagliando tutto.» Le osservai il volto. Era davvero carina. «Tu sei bellissima, dico sul serio. Il problema sono io.»
 
«È per quella ragazza di prima?»
 
Ok, ora sì che ero sorpreso. «Chi?»
 
«Ma sì, quella che mi ha portato qui. La tua assistente.» Si mordicchiò il labbro inferiore e fece ciondolare i piedi dietro di sé visto che era sdraiata a pancia in giù. Distolsi lo sguardo e lei ridacchiò. «Dai, Oppa. Si vede lontano un miglio che le muori dietro. Stavi facendo di tutto per farla ingelosire, e credo che tu ci sia riuscito alla grande. Non hai visto che faccia ha fatto quando mi hai trascinato nella tua stanza e le hai chiuso la porta in faccia?» Inclinò la testa e poggiò il mento contro la sua mano mentre continuava a guardarmi. «Cavolo, che invidia. Vorrei tanto essere lei.»
 
Mio Dio. Ma era davvero così evidente che volessi portarmela a letto?
 
«Si nota così tanto?» domandai, incapace di guardarla negli occhi. Quella ragazzina stava riuscendo a mettermi in soggezione. Non era mai successo.
 
«Che entrambi volete saltarvi addosso? Cavolo, sì! La vostra attrazione sessuale si sente da chilometri. Ero davvero a disagio quando continuavate a lanciarvi quegli sguardi.»
 
«Quali sguardi?»
 
Ridacchiò ancora. «Di due che si vogliono strappare i vestiti di dosso.»
 
Stavolta scoppiai a ridere. Non ce la facevo più. «Yorin che vuole strapparmi i vestiti di dosso?» ripetei incredulo. «Semmai vuole strapparmi gli occhi dalle orbite dato che pensa che io la stia usando per poter riavere sua sorella.» Strinsi forte i pugni e mi sedetti sul bordo del letto con la testa china. «Fottuta ragazzina. Come può anche solo pensare una cosa del genere? Tra lei e sua sorella c’è un abisso. Sono una l’opposto dell’altra.»
 
«Fossi in te glielo direi.»
 
Sollevai la testa. «Cosa?»
 
«Che sei innamorato di lei.»
 
Non scoppiai a ridere solo perché ero rimasto troppo scioccato. La guardai negli occhi finché non capii che stava dicendo sul serio. «Io? Innamorato di Yorin?» La rossa annuì come se fosse una cosa ovvia. «È solo attrazione fisica... Niente di più.»
 
«Sì, certo. Continua a ripetertelo finché non ne sarai convinto.»
 
Sollevai un sopracciglio. Mi stava forse prendendo per il culo? La rossa si alzò e recuperò i suoi vestiti sparsi per la stanza. Si rivestì sotto il mio sguardo confuso e si avviò verso la porta.
 
«Dove vai?» le domandai alzandomi a mia volta. Afferrai il jeans appallottolato ai miei piedi e lo indossai prima che potesse aprire la porta. Si voltò a guardarmi mentre recuperava la sua borsa.
 
«Me ne torno a casa. Contro questa Yorin ho già perso in partenza. E poi il tuo telefono continua a vibrare. Ti saranno arrivati come minimo dieci messaggi.» Guardai il mio cellulare abbandonato sul comodino, e in effetti aveva ragione. Lo schermo si era appena illuminato. «Stammi bene, Min Yoongi. Spero che tu riesca a fare chiarezza nel tuo cuore.» Afferrò l’Army Bomb e me la sventolò davanti al naso come se volesse incoraggiarmi. «Fighting!»
 
«Non… Non te la sei presa perché non abbiamo finito?» le domandai indicando il letto sfatto alle nostre spalle. «Non mi piace lasciare insoddisfatta una ragazza. Se vuoi posso farti venir-»
 
«No no no!» mi bloccò subito. «Il sesso lo accetto, ma la carità no. Piuttosto, va’ a compiacere la tua bella. Sono sicura che in quel caso sarà divertente per entrambe le parti.»
 
Sbuffai. «È troppo orgogliosa per farsi toccare da me. E io sono troppo orgoglioso per provarci di nuovo con lei. Siamo a un punto morto.»
 
«L’orgoglio scoppia quando c’è di mezzo la passione.»
 
La seguii in corridoio e mi appoggiai contro lo stipite della porta mentre la guardavo andar via. «Non hai bisogno di un passaggio? Il mio bodyguard potrebbe-»
 
«No no! Casa mia non è molto distante,» mi bloccò ancora una volta. «Ah, e per la cronaca, sono una laureanda in psicologia.» Mi fece l’occhiolino mentre io sgranavo gli occhi per la sorpresa. «E indovina un po’? Sono la migliore del mio corso.»
 
Se ne andò così, lasciandomi con mille dubbi e diecimila domande. Io… innamorato di Yorin? Ammetto che con lei mi comportavo in modo davvero strano. Ero geloso dei miei compagni, correvo alla velocità della luce quando aveva bisogno di me e sentivo il costante bisogno di consolarla quando era triste. Avrei sempre voluto vederla sorridere…
 
Cazzo. Ma tra tutte le ragazze che c’erano, dovevo proprio andare a scegliere una fottuta strizzacervelli? Non ne fai mai una giusta, Min Yoongi. Mai.
 
Sospirai e decisi di lasciar perdere per salvaguardare l’ultimo neurone che mi era rimasto. Tornai nella mia stanza e afferrai il cellulare dal comodino, scorrendo tra i vari messaggi che erano arrivati nella nostra chat di gruppo.
 
[Come fanno le mietitrebbie?]
 
«Il Leader Dei Porno
Qualcuno mi spiega perché Jungkook
sta ballando su quel fottuto tavolo?
 
«Sole scassa-minchia
Jungkook? Chi è Jungkook?
Io non conosco nessun Jungkook
 
«WorldWide_RompiCazzo
Io l’ho sempre detto che abbiamo sbagliato ad educarlo
È tutta colpa dell’influenza negativa di Jimin!
 
«Sole scassa-minchia
A proposito di Jimin,
qualcuno di voi l’ha visto?
 
«Il Leader Dei Porno
Anche Suga non si è ancora fatto vedere
Gli avevo detto di presentarsi alle nove in punto
Stiamo facendo una figuraccia con gli altri invitati
 
«WorldWide_RompiCazzo
Starà ancora procreando
con la donna di fuoco
 
«Sole scassa-minchia
Oppure si è addormentato
 
«quellochesacontarefinoaTre
Eeeeeehyyyy rrrrrrrrrragazziiiii
Come bUtta?
 
«Il Leader Dei Porno
Jimin!
E tu da dove diavolo stai scrivendo?
 
«quellochesacontarefinoaTre
Da sssotto i l tavOl o
 
«WorldWide_RompiCazzo
Codice Rosso
Ritirata
Ripeto, ritirata
 
«Il Leader Dei Porno
Non possiamo andarcene
nel bel mezzo del party!
 
«Sole scassa-minchia
Volevo solo avvisarvi che
Jungkook è caduto dal tavolo
Casomai non ve ne foste accorti
 
«WorldWide_RompiCazzo
Sì, ma ora dov’è finito?
Non lo vedo più
 
«Maknae che tanto Maknae non è
Che botta
 
«quellochesacontarefinoaTre
Portatemi quel fottuto Min Yoongi!
 
«Taesoro D’Oriente
Avete visto com’è
bello il lampadario?
 
«Sole scassa-minchia
Non so se essere più scioccato per quello che ha scritto Jimin
o per Jungkook e Taehyung che se ne escono così dal nulla
 
«Taesoro D’oriente
Perché? Cos’avete contro
questo bellissimo lampadario?
 
«WorldWide_RompiCazzo
Assolutamente niente
Fa risaltare il colore perlato
della mia carnagione
 
«quellochesacontarefinoaTre
Dove diavolo è Min Yoongi???
 
«Il Leader Dei Porno
Vorremmo saperlo tutti quanti
Ed esci da sotto quel fottuto tavolo!
 
«WorldWide_RompiCazzo
Esatto! Altrimenti vengo
a prenderti per le orecchie!
 
«Maknae che tanto Maknae non è
Nooo le orecchie no
 
«WorldWide_RompiCazzo
Non stavo parlando con te!
 
«Sole scassa-minchia
Ma dov’è Yorin?
 
«quellochesacontarefinoaTre
DOV’È QUEL PUTTANIERE DEL CAZZO
 
«WorldWide_RompiCazzo
Eccola
 
«Il Leader Dei Porno
Mi state dicendo che Yorin è sotto
a quel maledetto tavolo con Jimin?
 
«Taesoro D’Oriente
Waaa, è così buio qua sotto!
 
«Sole scassa-minchia
Non solo con Jimin
 
«Maknae che tanto Maknae non è
Ho una botta enorme sul culo
 
«quellochesacontarefinoaTre
DOV’È MIN YOONGIIIII
 
«Maknae che tanto Maknae non è
YoRi n la smeti di freg armi il cell ul ar?
 
«Taesoro D’Oriente
Kookieee, anche tu conosci il
linguaggio degli alieni?????
 
«Maknae che tanto Maknae non è
Kook ie sarà Tua so rel la
 
«Taesoro D’Oriente
Ma Kookie non è mia sorella
 
«Maknae che tanto Maknae non è
Nean ke la M ia
 
«Taesoro D’Oriente
Jimin-ssi
Ridammi subito il cellulare
Conto fino a tre
 
«Maknae che tanto Maknae non è
Aspe m sto confond end o
Tu chi se i?
E io chi son o?
 
«quellochesacontarefinoaTre
MIN YOONGI TI DISTRUGGO
 
«Sole scassa-minchia
Quindi mi state dicendo che sono
tutti e quattro sotto a quel tavolo?
 
«WorldWide_RompiCazzo
Però sembra che si stiano divertendo
Che carini, i miei bambini!
 
«Il Leader Dei Porno
Carini e bambini un corno!
Ok, al mio tre corriamo più veloce della luce e li acciuffiamo
E poi via di corsa in macchina! Se qualcuno ci fa
qualche domanda lasciate parlare me
Voi limitatevi ad annuire come fate durante
le interviste quando non capite un cazzo
 
«Sole scassa-minchia
Quindi ce ne andiamo?
 
«WorldWide_RompiCazzo
Io l’avevo detto che dovevamo
battere in ritirata!
Perché nessuno ascolta mai
i saggi consigli dello Hyung?!
 
«Sole scassa-minchia
L’ultima volta che ho seguito un tuo consiglio
ho avuto mal di stomaco per tre giorni
 
«quellochesacontarefinoaTre
Ma quin di io chi son o?
 
Tu»
Ma con che cazzo di
gente ho a che fare?
 
Sul serio, ero allibito. La maknae line era di nuovo riuscita a dare spettacolo, ma non avrei mai immaginato che Yorin potesse unirsi a quel trio di pazzoidi. M’infilai una camicia a caso visto che la festa a quanto pare era saltata, e uscii dalla mia camera per dirigermi verso quella di Namjoon.
 
I messaggi erano stati inviati parecchi minuti prima, perciò dovevano essere già tornati in Hotel. Incrociai un membro dello Staff e mi avvisò che erano tutti nella Suite, da poco tornata disponibile. Bene, almeno Yorin avrebbe avuto un posto in cui dormire piuttosto che accontentarsi della terrazza. Lo ringraziai e mi diressi a passo spedito verso la mia meta. Quando fui davanti alla porta, tentennai non appena udii un chiasso infernale provenire dall’interno. Entrai e per poco non mi saltarono via i timpani.
 
«TI HO DETTO CHE NON È GIUSTO!» urlò Jimin in faccia a Jungkook. «Perché devo essere sempre io il più basso?! La prossima volta lo fai tu!»
 
«Va bene,» lo assecondò il maknae. «Allora la prossima volta mi taglio le gambe. Okay?»
 
«Finalmente ti sei degnato di farti vedere!» si alzò in piedi Namjoon riferendosi al sottoscritto. «Ti rendi conto che hai lasciato me, Hoseok e Jin-hyung ad occuparci di queste piccole pesti?»
 
«Almeno non ho fatto una figura di merda,» risposi osservando i volti strafatti dei tre maknae. «Perché cazzo li avete fatti bere? Lo sapete che si riducono in questo stato appena mandano giù una goccia d’alcol.»
 
«Non li abbiamo nemmeno visti,» intervenne J-Hope. «Riescono sempre a farcela sotto il naso.»
 
«O sotto il tavolo!» disse Seokjin scoppiando a ridere. Nessuno di noi si unì al suo divertimento. «Mio Dio, che persone tristi… Ridete! La vita è bella come Kim Seokjin!»
 
Sollevai gli occhi al cielo e mi guardai intorno, ma non riuscii a trovare la persona che m’interessava. «Dov’è Yorin?» domandai preoccupato. Dai messaggi inviati sulla chat di gruppo, avevo dedotto che fosse ubriaca quanto la maknae line. Cosa diavolo le era passato per la testa?
 
Proprio in quel momento, la mora spalancò di botto la porta del bagno. Strabuzzai gli occhi quando mi accorsi della minigonna che stava indossando. E quelle calze a rete da dove saltavano fuori? Non ricordavo di avergliele comperate.
 
«Eccoti qua,» mi disse incenerendomi con lo sguardo. Stava barcollando a destra e a sinistra. «Lo sai cosa cazzo sto passando per colpa tua?!»
 
Si lanciò contro di me, ma Taehyung l’afferrò al volo prima che potesse mettermi un dito addosso. La osservai allibito. «Wooo, calma leonessa!» le disse mentre Yorin cercava di liberarsi dalla sua presa. Per fortuna, quando era ubriaca non riusciva a controllare i suoi movimenti, altrimenti Tae sarebbe già finito sul pavimento. «Non puoi picchiare il nostro rapper. Soprattutto quello cazzuto! Che figura gli faresti fare?»
 
«Ma cazzuto un paio di palle!» urlò Yorin tirando calci nella mia direzione. «È solo uno stronzo bastardo. Ecco cos’è!! Vieni qui, ti faccio vedere come ti distruggo!!»
 
«Ehi, bimba,» la bloccai, leggermente alterato. «Vedi di darci un taglio. È da prima che continui a insultarmi.»
 
«Ah sì? Beh, ti conviene farci l’abitudine. Ho appena cominciato,» mi sfidò continuando a dimenarsi fra le braccia di Tae. «E bimba ci chiami qualcun altro, cocco! Vieni qui e risolviamo i nostri problemi una volta per tutte! Vediamo se hai le palle di avvicinarti!»
 
«Ma perché bisogna sempre risolvere tutto con la violenza?» domandò improvvisamente Seokjin. «Non sapete cosa vuol dire discutere civilmente?»
 
«Guarda che io non ho fatto niente,» mi difesi. «È lei che vuole ammazzarmi, non so per quale fottutissimo motivo!»
 
Namjoon incrociò le braccia al petto. «Beh, in realtà di motivi ce ne sarebbero tanti. E poi è ubriaca fradicia. Anch’io ti metterei le mani addosso se avessi in corpo più alcol che sangue.»
 
Lo guardai incredulo. «Ma oggi avete tutti deciso di bullizzarmi?»
 
«Tranquillo, Yoongi-hyung!» urlò all’improvviso Jimin piegando il braccio per mettere in mostra il suo bicipite. «Ti proteggerò io da Yorin! Tu resta dietro di me e vedrai che non ti succederà niente! Guarda che muscoli!»
 
«Ora sì che posso stare tranquillo.»
 
Hoseok si alzò in piedi e sbatté le mani per attirare la nostra attenzione. Persino Yorin smise di dimenarsi. «Okay, okay! Dato che dobbiamo aspettare che a quei quattro passi la sbornia, che ne dite d’ingannare il tempo giocando a qualcosa?»
 
«Io non ho la sbornia,» si lamentò Jungkook lasciandosi cadere di schiena sul pavimento. «Mai avuta!»
 
«Ehm, sì…» lo ignorò J-Hope. «Che ne dite del gioco della verità?»
 
«Intendi “obbligo o verità”?» domandò Seokjin con sguardo confuso.
 
«No, no. Solo verità. Con tutti questi pazzi in circolazione finirebbe per scapparci seriamente il morto.»
 
«Ok, ma la penitenza?» domandò Namjoon. «Se non rispondiamo, deve esserci una penitenza, giusto? E non credo che bere sia la soluzione migliore.»
 
«Invece della penitenza, che ne dite di una ricompensa?» urlò all’improvviso Tae. Anche lui si lasciò cadere a terra e trascinò con sé Yorin, che gli finì letteralmente addosso. Entrambi scoppiarono a ridere mentre lei cercava di alzarsi poggiando le mani sul suo petto. Distolsi lo sguardo e mi diressi verso il frigo-bar di quella maledetta Suite per cercare una bottiglia d’alcol. Avevo bisogno di bere.
 
«Ricompensa?» domandò J-Hope. «Che tipo di ricompensa?»
 
«Beh,» cominciò Tae portandosi un dito sulle labbra. «Chi è che vuole spogliarsi perché sente troppo caldo?» Lui, Yorin, Jimin e Jungkook alzarono subito la mano. «Okay. Allora, se noi quattro decidiamo di rispondere alla domanda, possiamo toglierci un indumento. Se non rispondiamo, ci teniamo i vestiti addosso.»
 
Mi andò quasi di traverso il sorso di vodka.
 
«Seee, tutti nudiiii!» urlò Jimin togliendosi la maglietta per lanciarla in faccia a Jungkook. Quest’ultimo tossì quando il vocalist, non contento, si buttò di peso sul suo stomaco.
 
«Tu non ti spogli,» ordinai alla ragazza appiccicata a Taehyung. La guardai storto. «È fuori discussione.»
 
Yorin mi restituì lo stesso sguardo incazzato. «Io faccio quello che mi pare, Min Yoongi. Non sei di certo mio padre!»
 
«No, ma sono il tuo Capo. Perciò non ti spogli.»
 
Quella stronza sogghignò. «Ma tu guarda… Se dici così mi viene ancora più voglia di farlo,» cinguettò strofinando la faccia contro la spalla di Tae. «Dovrei iniziare dalle scarpe?» Si aiutò con la punta del piede e se ne sfilò una, lanciandola nella mia direzione con un meraviglioso stacco di gamba. Poi fece la stessa cosa con l’altra.
 
Ma cosa avevo fatto di male per meritarmi una cosa del genere?
 
«E noi che invece non vogliamo spogliarci?» domandò Seokjin con una punta di scetticismo nella voce. «Le mie spalle sono patrimonio dell’umanità. Non vi aspetterete che le mostri ai quattro venti?»
 
«Vale esattamente il contrario,» rispose Tae cominciando a muovere le braccia avanti e indietro come se fosse in mezzo alla neve. «Per voi la ricompensa sarà tenervi i vestiti addosso. Ci state?»
 
Yorin era in bilico sul petto del più piccolo, e il bruciore che sentii allo stomaco di certo non fu causato dal sesto sorso di vodka che mandai giù come se fosse acqua. Osservai con enorme fastidio le sue gambe imprigionate nelle calze a rete che sfregavano contro quelle di Taehyung, fasciate invece dai jeans. Mi andò il sangue al cervello e sospirai cercando di nascondere la mia frustrazione. Chissà chi diavolo le aveva dato quei vestiti. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
 
«Ok. Quindi chi comincia?» chiese Namjoon mentre ci sedevamo tutti in cerchio. «Qualcuno di voi ha una bottiglia?»
 
Mi scolai l’ultimo sorso di vodka e feci una smorfia a causa dell’alcol che mi stava bruciando la gola. «Tieni,» dissi lanciandola nella sua direzione. Nam l’afferrò al volo.
 
Il primo a doversi subire quella tortura fu Seokjin. La domanda venne posta ovviamente da Namjoon, che ci pensò un po’ su prima di aprire bocca. «Che cosa hai detto a Jungkook quando ieri notte gli hai fatto la ramanzina?»
 
Seokjin ridacchiò e incrociò le mani dietro la testa. Il maknae si accigliò all’istante.
 
«Che con le donne deve comportarsi da gentiluomo. Non può andarsene in giro mezzo nudo e pretendere che Yorin faccia finta di non vederlo. Magari è anche colpa nostra che l’abbiamo educato male, ma sappiamo bene che Jungkook ha sempre avuto paura di rapportarsi con il genere femminile. Magari ha reagito così perché-»
 
«Ma l’hai finita di sparare stronzate?» lo interruppe Jungkook con un occhio mezzo aperto e l’altro chiuso. Stava dondolando sul posto. «Non ti sopporto quando fai il sapientino. Sei noioso.»
 
Calò un silenzio improvviso, ma poi l’urlo sconvolto di Seokjin ci fece saltare tutti sul posto. «NOIOSO?! CON CHI CREDI DI PARLARE, MAKNAE INGRATO! IO SONO IL RE DELLE FREDDURE! Prova a ripeterlo se hai il coraggio!»
 
«Sei sapientino e noioso,» ribadì il più piccolo senza un briciolo di paura. «Sei diventato sordo per caso? Non è che stai invecchiando per davvero, Seokjin-hyung?»
 
Seokjin afferrò una delle scarpe abbandonate da Yorin e la lanciò dritta contro la faccia del maknae, che riuscì a schivarla nonostante fosse ubriaco. Il più piccolo scoppiò a ridere e il viso del maggiore si colorò di rosso per la rabbia.
 
«La prossima volta userò il mattarello!» sbraitò il più grande. «E con la tua faccia ci farò una pizza gigante!»
 
Per fortuna, Hoseok decise di mettersi in mezzo per calmare le acque. «Oook! Che ne dite di andare avanti? Giro io la bottiglia visto che Seokjin-hyung non sembra in grado di continuare.»
 
Mentre il più grande si lamentava ancora una volta dei giovani senza rispetto, il collo della bottiglia si fermò esattamente su di me. Cazzo. Guardai J-Hope che stava al mio fianco e lo fissai con la faccia di uno che stava per essere condannato a morte. Odiavo questo fottuto gioco.
 
«Perché hai fatto tardi al party?»
 
«Perché stavo scopando.»
 
I miei occhi guizzarono verso Yorin. Incontrai le sue pupille nere e minacciose che continuarono a fissarmi con sfida anche quando si attaccò al braccio di Taehyung. Deglutii e cercai di contenere il fastidio che mi stava risalendo il petto. Non ce la facevo più a vedere quei due appiccicati. Da quand’è che erano diventati così intimi? Mi era forse sfuggito qualcosa?
 
«E com’è stata questa scopata?» mi domandò Yorin continuando a fissarmi. Nei suoi occhi riuscivo ad intravedere un leggero velo di ebbrezza. «La rossa ti ha soddisfatto?»
 
«Oh sì,» controbattei senza neanche darle il tempo di finire la domanda. Poggiai il mento contro la mano e sogghignai. «Aveva una bocca fantastica.»
 
Il sorrisetto della ragazza svanì. Girai la bottiglia e stavolta finì per indicare il maknae.
 
«Jungkook?» lo chiamai dato che sembrava perso nel suo mondo. Quando fui sicuro che mi stesse ascoltando, gli feci la fatidica domanda. «Ti piace Yorin?»
 
Si voltarono tutti a guardarmi, compresa la diretta interessata che mi fulminò letteralmente con lo sguardo. Mi divertivo troppo a stuzzicarla.
 
Il maknae ridacchiò e le sue spalle rimbalzarono contro la maglietta larga che stava indossando. «Sì, ma lei ha detto che è un amore platonico.» Stavolta scoppiò a ridere. «Non è divertente? Un amore platonico!»
 
Quando guardai Yorin, stavolta non la beccai a fissarmi. Aveva distolto lo sguardo e si stava nascondendo contro il petto di Taehyung. Che diavolo era questa storia? Amore platonico? Jungkook si alzò in piedi e si sfilò la maglietta, lanciandola in un angolo della stanza. Rimase a petto nudo, con i pantaloni della tuta che lasciavano intravedere l’orlo delle sue mutande firmate. Barcollò leggermente e poi si rimise seduto, facendo girare malamente la bottiglia. Stavolta puntò Taehyung.
 
«La cosa più strana che tu abbia mai fatto.»
 
«Dormire sotto le stelle insieme a Yorin, su una scomodissima panchina.» Mi andò la saliva di traverso e dovetti tossire per riprendere a respirare. «Però è stato divertente, vero?» domandò scompigliando i capelli della ragazza, che annuì convinta. Poi si staccò leggermente da lei per potersi sfilare la maglietta. Rimase con una canottiera nera che gli lasciava scoperte le braccia e le spalle.
 
Avevo voglia di alzarmi e mandare tutto a fanculo. Come se non bastasse, la vodka stava cominciando a fare effetto. Mi girava la testa e non riuscivo a concentrarmi su ciò che avevo davanti. Meglio, perché altrimenti avrei strozzato prima Taehyung e poi quella fottuta ragazzina. Mi ero preoccupato tutta la notte di Jungkook, ma alla fine avrei dovuto fare attenzione al mio compagno di stanza.
 
Ora capivo perché quei due erano diventati inseparabili.
 
La bottiglia si fermò su Yorin e si guardarono entrambi negli occhi, più brilli che mai. Taehyung sorrise e Yorin lo seguì a ruota, facendomi contorcere lo stomaco per il fastidio. Non riuscivo a guardarli.
 
«Hmm, vediamo,» disse Taehyung ispezionando la faccia di Yorin come se avesse potuto leggervi la domanda. «Ci sono! Il tuo primo bacio?»
 
Spostai lo sguardo su Yorin, notevolmente interessato. Lei cominciò a ridacchiare talmente forte che si ritrovò a rotolare sul pavimento. Era di fronte a me, perciò riuscivo a vederle le gambe sinuose e perfette. Cazzo, quanto avrei voluto passarci le mani e sentire ogni centimetro della sua pelle. Quelle calze avrei potuto sfilargliele a morsi.
 
«Ieri sera, con Jeon Jungkook.»
 
Mi paralizzai sul posto. Avevo persino smesso di respirare mentre la mascella di Seokjin stava quasi per schiantarsi sul pavimento.
 
«Era il tuo primo bacio?!» domandò sconvolto Jungkook, appena ripresosi da uno dei suoi momenti di estraniamento dalla realtà. «Diamine, ecco perché eri tanto scioccata. Ho fatto una fatica enorme a ficcarti la lingua in bocca!»
 
Prima che potessi rendermene conto, ero già balzato in piedi e mi stavo dirigendo a passo spedito verso il maknae. Qualcuno mi afferrò per le spalle, impedendomi di fare chissà che cosa visto che non lo sapevo nemmeno io.
 
«Calma, calma,» disse Namjoon tirandomi per la camicia, cercando di farmi indietreggiare. «Sei ubriaco, Hyung. Non fare cose di cui potresti pentirti.»
 
«Ti stacco la testa, Jeon Jungkook,» sibilai minaccioso, mantenendo il tono della voce a un livello veramente basso. Lo stavo guardando come se avessi voluto mangiarmelo per colazione. «Mettile un altro dito addosso e te la vedrai con me. Sono stato chiaro?!»
 
«Scusa, Hyung, ma perché ti scaldi tanto?» chiese il maknae indurendo lo sguardo. Non mi aveva mai guardato così. «Non me la sono mica portata a letto. A te interessa soltanto questo, no?»
 
Smisi di dimenarmi per la sensazione di vuoto che sentii riecheggiarmi nel petto. Io… davvero volevo solo portarmela a letto? Poi, dopo un attimo di smarrimento, presi a dibattermi più forte di prima. Cosa diavolo voleva saperne lui? Non era nemmeno interessato alla vera Yorin! Lo avrei ridotto in poltiglia. Lo avrei stritolato finché di lui non sarebbe rimasta neanche la polvere. J-Hope accorse in aiuto di Namjoon, e non so come riuscirono a farmi rimettere di nuovo seduto. La testa mi girava da morire, ma quando sollevai gli occhi, non potei fare a meno di rimanere senza fiato.
 
Yorin si stava sbottonando la camicetta e ormai aveva tutto il reggiseno in bella vista. Un reggiseno di pizzo nero.
 
«E tu che cazzo stai facendo?!» urlai, e lei si fermò. «Sei completamente impazzita?!»
 
«Ho risposto alla domanda. Mi tolgo un indumento come hanno fatto tutti gli altri,» rispose acida. «O forse preferisci che mi tolga questa?»
 
Spostò le mani e si abbassò leggermente l’orlo della minigonna, facendo intravedere le mutandine nere. «No. No no, ferma!» urlai facendole segno di smettere immediatamente ciò che stava facendo. Deglutii. «Non ti azzardare.»
 
«Okay. Ultimo giro e poi a nanna! A quanto pare abbiamo tutti bisogno di farci una bella dormita,» disse J-Hope in modo frustrato facendo segno a Yorin di girare la bottiglia. Io e la mora continuammo a guardarci in cagnesco mentre la bottiglia di vetro ruotava su se stessa, fermandosi ovviamente sul sottoscritto.
 
Yorin incrociò le braccia al petto e inclinò leggermente la testa. L’occhio mi cadde più volte sul suo seno fasciato perfettamente dal pizzo nero, ma non perché avessi chissà quali pensieri lussuriosi. In quel momento, volevo solo che si coprisse. Non sopportavo che gli altri potessero vedere una parte tanto intima del suo corpo. Mi dava fastidio.
 
«Non ho niente da chiederti,» disse Yorin. «Fammela tu la domanda.»
 
La guardai sorpreso. Io? Una domanda a lei?
 
«Dimmi la verità. Ti ecciti quando ti tocco?»
 
Non stavo ragionando. Per niente. Eppure mi ero approfittato di quell’occasione per farmi dire la verità, incurante che avessimo un pubblico ad ascoltarci. Volevo una risposta sincera, e volevo che uscisse dalle labbra di Yorin. Volevo sapere se quell’attrazione tra noi esisteva davvero (come aveva detto la rossa) o me l’ero semplicemente immaginata. Niente più bugie. Niente più menzogne.
 
«Cazzo, sì,» rispose Yorin, e potei giurare di aver perso definitivamente il fiato. «Mi eccito eccome.»
 
Chiusi gli occhi e poi li riaprii, sbattendo più volte le palpebre. Che cosa aveva detto? «Scusa, puoi… Puoi ripetere?» le domandai incredulo. Di sicuro avevo sentito male, oppure era la vodka di prima che mi stava annebbiando il cervello. Dovevo proprio smetterla di bere.
 
Lo sguardo di Yorin s’intensificò, e quando si alzò in piedi per venirmi incontro, mi alzai anch’io, leggermente barcollante. Non me l’aspettai, ma quando fu a un passo da me, mi spintonò il petto e fui costretto ad indietreggiare per non perdere l’equilibrio. La guardai spaesato. Che diavolo stava facendo?
 
«Volevi che fossi sincera? Bene, allora sturati le orecchie, perché non ho intenzione di trattenermi!» mi urlò a un centimetro dalla faccia. Il cuore mi stava battendo all’impazzata, e nonostante volessi fare qualcosa, qualsiasi cosa, non riuscivo a muovermi. Ero paralizzato dai suoi occhi di ghiaccio.
 
«Bene ragazzi, è arrivato il momento di sloggiare,» disse Namjoon caricandosi in spalla Jimin, che si era addormentato come un sasso sul pavimento. «Datevi una mossa. Qui dentro si respira un’aria pesante.»
 
Si alzarono tutti in silenzio, ma io non riuscivo a distogliere lo sguardo dagli occhi fieri di Yorin. Erano così limpidi e puri che avrei potuto sguazzarci dentro. La porta si chiuse con un leggero tonfo, lo stesso che fece il mio cuore quando la mora dischiuse le labbra e riprese a parlare.
 
«Vuoi che sia sincera?» ripeté senza aspettare la mia risposta. «Bene, allora lo sarò. Niente più segreti. Niente più menzogne. Giusto?» Aveva gli occhi appannati dall’alcol, ma proprio per questo sapevo che mi avrebbe detto la verità. «Sono gelosa. Sono gelosa marcia di quella stupida ragazzina che ti sei portato a letto. Mi viene il nervoso solo a pensare alle tue mani che toccano un’altra donna, che la accarezzano… E lo sai qual è la cosa divertente?» Sorrise amaramente. «Che io dovrei essere innamorata di Jongin. Eppure non faccio altro che pensare a te, un maledetto bastardo puttaniere che vuole solo scoparmi!»
 
«Yorin…» cercai di toccarla, ma lei indietreggiò, neanche le avessi marchiato a fuoco la pelle.
 
«Congratulazioni, Min Yoongi. Hai ottenuto quello che volevi,» disse mentre i suoi occhi si riempivano di risentimento. «Immagino che adesso ti sentirai soddisfatto. La ragazza che desideri portarti a letto, quella inarrivabile e cinica, muore dalla voglia di sentirsi tua. Dire che mi sento patetica è poco, eppure non posso farci niente, perché ogni volta che ti ho vicino, ho come l’impressione che il cuore possa schizzarmi fuori dal petto! Non so che trucchetto hai usato, ma complimenti, ha funzionato alla grande!» Ero perso. Ero completamente perso nei suoi occhi e nelle sue parole. Non riuscivo neanche ad aprire bocca per darle una risposta soddisfacente. «Ho appena ammesso a me stessa che mi piaci, e ciò significa che ho perso contro il mio fottutissimo orgoglio. Spero che tu te ne renda conto!»
 
Mi lasciò lì, nella camera matrimoniale di quella Suite mentre apriva la porta del bagno e se la richiudeva alle spalle. Dentro di me c’erano così tante emozioni contrastanti che sarei potuto esplodere. Mi veniva da piangere. Mi sentivo euforico, eccitato, confuso. Incredulo. Non mi era mai successo di stare così per una donna.
 
Volevo scappare via, ma volevo anche sfondare la porta di quel maledetto cesso e ritrovare i suoi occhi imbarazzati e allo stesso tempo sinceri. E infatti è quello che feci.
 
Irruppi nel bagno e guardai Yorin attraverso il riflesso nello specchio. Stava cercando di calmarsi, inutilmente. Non avevo mai provato una sensazione simile prima d’ora, nemmeno con Yoona. Sentivo un bisogno disperato di starle vicino. Volevo stringerla tra le mie braccia e sussurrarle quelle parole di cui mi sarei sicuramente pentito una volta tornato sobrio. Peccato che in quel momento non poteva fregarmene di meno.
 
E allora capii. Capii che la rossa ci aveva preso alla grande.
 
Cercai di camminare dritto e mi accostai alla sua piccola figura, che pur di non guardarmi in faccia continuava a fissare il suo riflesso. «Guardami,» le ordinai con voce profonda, trapassandola quasi con lo sguardo. «Ti ho detto guardami.»
 
«Non voglio farlo,» mi rispose assottigliando gli occhi per la rabbia. «Non lo farò,» aggiunse con più decisione.
 
Poggiai entrambe le mani sul marmo del lavandino e inclinai la testa per convincerla a guardarmi in faccia. «Perché no?»
 
«Perché so come andrà a finire!» urlò stringendo sia gli occhi che i pugni, come se avesse voluto ignorare il fatto che fossi lì vicino a lei. «E non posso permetterlo.»
 
«Stai di nuovo mentendo a te stessa, Yorin. Non farlo.»
 
«E tu stai solo cercando di ottenere quello che vuoi!» urlò voltandosi finalmente a guardarmi. Aveva gli occhi pieni di lacrime. «Pensi che sia stupida? Ora che hai intravisto uno spiraglio, farai di tutto per sbattermi su quel letto. Mi sento già abbastanza patetica così, Min Yoongi, perciò perché cazzo non mi lasci in pace?!»
 
«Perché io TI AMO, fottuta ragazzina!!» esplosi, avvicinandomi per urlarglielo dritto in faccia. Mi sentii il cuore libero come non mai. «Sono pazzo di te, chiaro?! E non me ne frega un cazzo se pensi che te lo stia dicendo solo per scoparti! Non me ne frega un cazzo se mi odierai ancora più di prima! Detestami quanto vuoi, ma io almeno sarò a posto con la coscienz-»
 
Mi beccai lo schiaffo più doloroso della mia vita, precisamente sulla guancia sinistra. Rimasi con la testa girata, gli occhi sgranati e le labbra dischiuse per l’incredulità. Il cuore mi faceva male tanto batteva veloce. Strinsi forte gli occhi e buttai fuori l’aria per darmi una calmata. Ero incazzato peggio di una bestia.
 
«Yorin…» cominciai voltando lentamente il viso verso di lei, gli occhi ancora serrati per contenere la mia collera. Mi stavano tremando le mani dal nervoso. «Vedi di darci un taglio… Mi stai davvero rompendo il cazzo con questi schiaffi di merd-»
 
Venni zittito dalle sue labbra, che si schiantarono contro le mie con una foga che mi fece quasi cadere all’indietro. Mi aggrappai ai suoi fianchi e non feci passare neanche mezzo secondo prima di ricambiare il suo bacio. Cominciai a divorarla nello stesso modo in cui lei stava divorando me. Pezzo dopo pezzo, bacio dopo bacio. Come se lei fosse la mia fonte d’ossigeno.
 
Mi spinse brutalmente all’indietro e la mia schiena cozzò contro la porta alle mie spalle. Non m’importò del dolore, poiché mi stavo beando della sua lingua che stava dichiarando guerra alla mia. Cercavamo di prevalere l’uno sull’altra mentre le nostre mani vagavano sui nostri corpi caldi ed eccitati. Quando le sue dita trovarono la mia camicia, capii che non ero l’unico ad essere impaziente. Tirò talmente forte da far saltare via almeno tre bottoni, scoprendomi la maggior parte del petto. Giurai di aver sentito recidersi anche la stoffa della camicia.
 
La mia eccitazione arrivò alle stelle quando mi graffiò vogliosamente i pettorali, sfiorando con le dita il profilo dei miei capezzoli. Intensificai il bacio e stavolta toccò a me spingerla contro il muro e intrappolarla tra le mie braccia. Quando le sue spalle urtarono violentemente la parete, udii il suo ansimo nella mia bocca, ma anche un tremendo frastuono, forse dovuto a tutti i prodotti per il bagno che avevamo fatto cadere giù dal mobiletto. Ridacchiammo entrambi mentre continuavamo a far intrecciare le nostre lingue, seguendo il dolce ritmo della nostra passione.
 
Abbandonai le sue labbra e mi avventai sul suo collo per lasciarle tanti piccoli morsi sulla pelle. Continuai a scendere e arrivai al suo reggiseno, strappandole di dosso la camicetta mezza aperta che stava ancora indossando. Lo feci con talmente tanta irruenza che la sentii sobbalzare contro il mio petto, poi le accarezzai i fianchi ormai nudi e mi riappropriai delle sue labbra mentre lei non smetteva neanche per un secondo di farmi capire quanto le piacessero le mie attenzioni.
 
I suoi gemiti erano musica per le mie orecchie.
 
Con una manata, mi sbarazzai di quel poco che era rimasto sul marmo del lavandino. Le bottigliette di profumo finirono in frantumi sul pavimento, così come il portasapone di ceramica e il portafiori di cristallo. Afferrai Yorin per le cosce e la sollevai, sbattendola brutalmente sul marmo freddo del lavandino. Ci salii anch’io, sovrastandola con il mio corpo rovente a causa dell’eccitazione. Mi sistemai fra le sue gambe mentre la guardavo negli occhi, e in essi intravidi la mia stessa passione, la stessa che mi stava incendiando il cuore.
 
La volevo. La volevo come non avevo mai voluto nessun’altra.
 
Yorin mi passò una mano tra i capelli neri e strinse talmente forte da farmi male, ma dalla mia bocca uscì solo un gemito roco ed eccitato. Accarezzai il suo corpo in modo lascivo finché non arrivai a palparle un seno. Lo stritolai nella mia mano mentre passavo la lingua nell’incavo del suo petto, facendole inarcare la schiena per il piacere. Yorin dischiuse le labbra, e allora ne approfittai per infilarle nuovamente la lingua in bocca, gesto che sembrò apprezzare visto che mugolò soddisfatta.
 
«Fermami ora perché dopo sarà troppo tardi,» le sussurrai sulle labbra gonfie a causa dei miei baci e morsi. «Se vuoi che mi fermi, dimmelo adesso.»
 
Mi passò le mani sulle spalle e mi aiutò a togliermi la camicia che avevo ancora addosso. L’indumento mi scivolò lungo le braccia e Yorin mi artigliò la pelle della schiena con le unghie. Quel leggero bruciore mi fece gemere sulle sue labbra.
 
«Non fermarti.»
 
E in quel momento, mi resi conto che il bruciore all’altezza dello stomaco non era semplice eccitazione, ma le ali svolazzanti di centinaia di farfalle che mi stavano portando dritto in paradiso.
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ᗩngolo.ᗩutore
Aspettavo da tempo di scrivere questo capitolo e finalmente ce l'ho fatta ❤ La maknae line ubriaca ha avuto finalmente il suo comeback 😂 E grazie a qualche bicchiere di troppo, alla fine Yoongi è esploso, così come Yorin.

Non so voi, ma io adoro questo loro punzecchiarsi ❤ Si stanno facendo travolgere dalla passione e spero davvero che non distruggano l'intera stanza come stanno già facendo. Prevedo un conto molto salato da parte dell'hotel, ma tanto i BTS sono ricchi sfondati 😂😂

Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto e se vi va lasciatemi anche una stellina ⭐Non vi farò aspettare troppo per il prossimo capitolo 😏 Un bacione e alla prossima 😘

Instagram: btsuga_d

   
 
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