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Autore: LadyDP    22/06/2019    0 recensioni
I super sayan sono figure leggendarie, a cui tutti guardano con meraviglia ed ammirazione.
Ma cosa succederebbe se i nostri guerrieri umani scoprissero che esiste anche una forma chiamata "Super Umano"?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Crilin, Tenshinhan, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta, Lunch/Tenshinhan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina presto, Tien si avviò verso il suo dojo, felice della sua condizione, più felice di prima di partire. Gli bastava quello che aveva. Gli bastava ora davvero, era felice nel suo piccolo.

 

 

Mentre era ancora in volo, si imbattè in una figura confusa. I suoi tre occhi da lontano non riuscivano inizialmente a scorgerla, ma poi fu chiaro. Era Gohan.

 

 

“ALT” esclamò il sayan.

 

 

“Io devo farti un discorso, Tien”

 

 

“Che cosa c’è, Gohan?”

 

 

“…

 

Sappi che mi fa molto male, da amico, vedervi così umiliati e sconfitti. E sappi che non accetto di essere un super sayan solo per il sangue di mio padre.

 

Sento che se fossi nato umano, questo sarebbe stato il mio destino in qualunque caso.

 

Chiunque fosse stato mio padre, anche il più debole degli uomini, bene, questo non poteva impedirmi di combattere ed arrivare a migliorarmi talmente tanto da ottenere questo risultato.

 

 

Non è il mio sangue, ad essere super, Tien.

 

Sono io.

 

Voi siete umani -io sono umano e voglio che sappiate quello che penso.

 

Il vostro limite, come diceva Crillin, non è nella forza, né nelle vostre paure.

 

È nella vostra testa.

 

Ma questo limite, in realtà, non c’è. Capisci?”

 

Tien cercò di superarlo, per continuare per la sua strada.

“Ho da fare, Gohan. Lasciami passare”

 

“Dammi ascolto, Tien. Solo ascolto”

 

Tien si fermò, e decise che glielo doveva, dopo quell’anno.

 

“Noi sayan non ci saremo per sempre.

 

Forse i nostri geni vivranno nei nostri discendenti, ma arriverà un momento, nella storia, in cui il sangue sayan sarà andato perduto.

 

I miei nipoti saranno dei sayan, ma i loro nipoti lo saranno molto meno.

 

 

Un giorno, tutti i sayan saranno umani, come voi”

 

 

Quella frase gli spezzò il fiato. Pur non significando granchè da sola, pur nella sua ovvietà.

 

 

“Ci sarete solo voi, Tien, un giorno. Non è solo una questione di orgoglio.

 

Voi dovete farcela da soli”

 

 

“e se capire questo non è quello che vi manca a raggiungere la forma Super, allora no,

 

non è roba per voi”Crillin era di turno al suo lavoro come poliziotto.

 

Era fermo sulla sua moto allo stop, in mezzo alla strada, e stava rimuginando su tutta quella storia.

 

Lui faceva l’eroe dei piccoli, forse era quello il suo posto.

 

Ma se era il suo massimo, allora forse sarebbe stato felice solo accettandolo.

 

 

Lui era Crillin, il poliziotto umano, forse era quella la fine della storia.

 

Dalla visiera del suo casco, Crillin osservò un elicottero volare pericolosamente vicino a dei palazzi, e questo lo mise in allarme.

 

Un piccolo oggetto cilindrico venne lasciato cadere dall’elicottero, e subito la situazione si delineò nella sua testa.

 

Una bomba. Un attacco terroristico.

 

 

Di colpo decine di elicotteri apparvero sopra di lui, tutti diretti nelle vicinanze del primo.

 

Crillin trasalì, mollò la moto e nel panico generale cominciò a correre verso una centralina.

 

Doveva chiamare qualcuno. Goku, serviva Goku. O Vegeta, Gohan, o..

 

L’uomo alzò lo sguardo verso il cielo, brandendo il telefono e lasciando il numero mezzo decifrato.

 

 

Qualcosa in lui scattò.

 

 

Qualcosa gli disse che erano finiti i tempi in cui doveva invocare l’aiuto dei sayan.

 

 

Dopotutto aveva seguito un allenamento intensivo di un anno, doveva essere in forma.

 

Forse ce l’avrebbe fatta. O forse..

 

Esitò.

 

“..

ma che dico forse” strinse i denti.

 

Un moto di orgoglio degno di un sayan lo investì, e a pugni stretti si mise in posizione di attacco.

 

Lanciò via il casco, e si concentrò sulle sue emozioni. Non erano decifrabili, era solo una forza unica e misteriosa a muoverlo.

 

 

Un grido di battaglia si librò in aria, proveniente da lui stesso-si stupì di sé stesso ma non si fermò.

 

 

La sua rabbia esplose tutta in quell’attimo, i suoi occhi stavano tornando verdi e le sue sopracciglia erano ormai bionde.

 

I suoi occhi si stavano assottigliando come quelli di Launch, quando diventava cattiva.

 

I suoi muscoli si gonfiarono leggermente, e non esitò a librarsi in volo, ed a posarsi di fronte agli elicotteri.

 


Senza un solo grammo di paura.

 

 

Spalancò le mani di fronte all’attacco di fronte a sé, ed una nuova potenza fuoriuscì dalle sue mani.

 

Era una luce di colore verde. Verde come la Forza pura.

 

 

°°°

 

Yamcha si preparava ad entrare in campo, battendo la mazza da baseball per terra.

 

Non appena si alzò in piedi, però, si accorse che c’era un’insolita agitazione tra gli spalti.

 

 

La gente si alzava, correva, gridava.

 

 

“Hanno bloccato l’entrata, hanno bloccato l’entrata!!” gridava una delle guardie dello stadio.

 

 

Anche i giocatori caddero nel panico.

 

 

“Chi ha bloccato l’entrata, chi?!” chiese Yamcha, allarmato.

 

 

“Dei criminali armati, minacciano di far esplodere lo stadio se non lasciamo dei soldi in mezzo al campo, e non usciamo a mani alzate”

 

Yamcha osservò la scena di donne e bambini che fuggivano in preda al terrore, uomini che cercavano di evacuare le loro famiglie.

 

 

Yamcha lasciò andare la mazza, e si avvicinò al centro del campo.

 

 

“NESSUNO LASCI UN SOLO CENTESIMO” ordinò, alzando le braccia.

 

 

Non aveva un microfono, ma tutti lo sentirono. La sua voce aveva acquisito una nuova potenza. Lo si poteva udire fino all’ultima fila.

 

 

“E che cosa pensi di fare, pagliaccio?!” chiese qualcuno a gran voce.

 

 

 

Yamcha non ci stava pensando, stava solo agendo.

 

 

Afferrò con entrambe le mani l’erba sintetica, e mentre, senza saperlo, stava raggiungendo la stessa trasformazione di Crillin, sollevò lo stadio, prese a volare e senza troppa fatica, lo lasciò andare mentre era sospeso molto in alto.

 

 

Con una velocità inaudita si spostò sotto allo stadio, e lo tenne su.

 

Yamcha guardò in basso, verso i criminali che minacciavano le entrate.

 

 

“Questa gente non si tocca, andate a giocare da un’altra parte” li minacciò.

 

 

Il gruppo piuttosto numeroso di persone, sbiancati e terrorizzati, corse via senza armi in mano, ma venne fermato ai lati della città dal corpo di polizia.

 

 

Ad un tratto, accanto a lui, apparve Trunks.

 

 

“Trunks! Che ci fai qui, eri alla partita?”

 

“Sei un grande, zio Yamcha!” esclamò il piccolo, esaltato.

 

“Vuoi che ti aiuto a riportarlo a terra?”

 

 

Rendendosi conto di essersi trasformato, Yamcha aquisì una certa sicurezza cosciente.

 

“Credo..credo di potercela fare da solo. Grazie, ragazzo”

 

e pian piano si abbassò in volo, tra le urla di gioia della gente dentro allo stadio.

 

 

Yamcha non li ascoltava nemmeno.

 

 

°°°

 

Il villaggio di Tien nutriva una certa rivalità con un villaggio adiacente, con cui i rapporti erano sempre stati comunque pacifici e civili.

 

Ma quel giorno il nuovo, giovane capovillaggio dei rivali si era evidentemente svegliato di malumore, perché Tien si accorse, appena sveglio, che per le strade imperversava il panico scatenato dai soldati del suo esercito.

 

 

Un attacco militare.

 

 

Tien scese per le strade, ed in molti ineggavano al suo aiuto, il grande Maestro Tensing, per salvarli.

 

Certo, quei soldati non erano pochi, e la sua sicurezza era sufficiente a portarlo ad affrontarli, ma si accorgeva che stavano diventando pian piano sempre di più, e che non si trattava solo dei soldati del villaggio nemico, ma anche di molti alleati.

 

Tien rabbrividì al calcolo che aveva ottenuto nella sua mente. Dovevano essere migliaia.

 

 

Non era così forte, e il suo coraggio andò affievolendosi.

 

 

“Tien, che cosa succede là fuori?”chiese un’impaurita Launch, uscendo.

 

“LAUNCH, STAI DENTR-”

 

 

Un soldato afferrò Launch e se la mise sulla spalla, mentre lei chiamava aiuto gridando.

 

 

“No, LAUNCH!”

 

 

Tien corse dietro a gran velocità a quell’uomo, ma una decina gli si bloccò davanti.

 

 

La rabbia lo investì a tal punto che decise che non c’era tempo per pensare a sé stesso.

 

Sarebbe morto provandoci, al massimo.

 

 

 

Tien unì le mani a triangolo, e in pochi secondi, ricorse ad un Cannone dell’Anima multiplo, che colpì tutti i soldati con un singolo colpo, vincendo la battaglia da solo.

 

 

Il guerriero cadde a terra.

 

 

Launch, avendo visto la scena, gli corse incontro.

 

Era diventata bionda.

 

 

“No, TIEN! Quella è una mossa letale, non dovevi, non..” prese a piangere.

 

 

Ma Tien non era morto, era solo un po' frastornato dalla potenza del suo colpo, ma stava bene.

 

Ma la cosa che colpiva di più Launch, erano i suoi occhi, ora spalancati e verdi, e le sue sopracciglia chiare, i suoi occhi assottigliati, e il fatto che fosse...in generale diverso.

 

“Launch, aiutami a tirarmi su” disse semplicemente, immune a qualunque emozione.

 

 

 

La donna tornò blu.

 

“Ci hai salvati”

 

 

“È vero” disse, quasi indifferente. Quella trasformazione cambiava anche l’atteggiamento delle persone, li rendeva inscafibili, inscalfibili guerrieri eccezionali.

 

   
 
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