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Autore: Yume No Akuma    24/06/2019    0 recensioni
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Avevano ricevuto una chiamata del tutto consueta per loro: un tentativo di rapina finito male, con una vittima e alcuni ostaggi sequestrati in un appartamento. Il Comandante aveva incaricato loro di occuparsene dopo che le trattative erano fallite, ma le cose avevano preso una strada differente da quella sperata.
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• gavin reed x rk900 | angsty/fluff | malexmale •
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gavin Reed, RK 900
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo iniziò a girare sempre più velocemente, in maniera frenetica e confusionaria, così tanto da iniziare a fare... male. Nines non riusciva quasi a respirare, eppure i suoi bio-componenti erano perfettamente funzionanti e non aveva subito alcun danno... allora perché sentiva quel dolore così lancinante, come se qualcuno lo stesse trafiggendo alla schiena?

 

"Battito in calo, non riusciamo a fermare l'emorragia! Bisogna trasportarlo immediatamente all'ospedale!"

 

Mai nella sua breve vita aveva provato delle sensazioni tanto sgradevoli e disgustose, almeno fino a quel momento. Inutile e impotente, ecco come si sentiva mentre trasportavano il suo partner sopra l'ambulanza senza che lui potesse fare qualcosa per aiutarlo o per impedire che tutto ciò accadesse.

 

Le sue mani erano sporche di sangue.

 

Avevano ricevuto una chiamata del tutto consueta per loro: un tentativo di rapina finito male, con una vittima e alcuni ostaggi sequestrati in un appartamento. Il Comandante aveva incaricato loro di occuparsene dopo che le trattative erano fallite, ma le cose avevano preso una strada differente da quella sperata.

 

'Perché? Perché... l'ha fatto?'

 

Nines sarebbe dovuto morire quella sera, una pallottola in fronte e poi il vuoto, ma Gavin aveva deciso di impedirlo e adesso quel proiettile aveva attraversato il suo addome, senza fermarsi e lasciando così che il sangue fluisse incontrollatamente.

 

Nines non sarebbe voluto morire, ma sarebbe stata una vera tortura vivere senza il suo collega. Sarebbe rimasto solo per la prima volta dopo un anno intero, in quel momento si rese minimamente conto di come sarebbe stato vivere senza l'unica persona che aveva avuto fiducia in lui.

 

Quello era sangue umano.

 

Prima che potesse processare altri pensieri, però, Nines fu fatto salire - quasi forzatamente - su una macchina della polizia e trasportato in ospedale a sua volta.

 

Non voleva andare, non si sentiva affatto pronto ad affrontare il suo collega. Si sarebbe sicuramente arrabbiato, gli avrebbe detto che era un "incompetente pezzo di plastica" e che era colpa sua, il che era vero. O forse no, perché poteva essere già... morto...

 

Nuovamente, una coltellata alla schiena, e poi un'altra. Quei pensieri facevano ancora più male proprio perché venivano da dentro, proprio perché Nines sapeva di non aver potuto fare niente per impedirlo.

 

Qualche tempo prima un altro poliziotto era morto. Un caso crudele, una sfortuna inaspettata, cose che succedono in quel mondo, ma ora non riusciva a pensarla così se a rischiare era Gavin.

 

Erano finalmente diventati "amici", non poteva finire così... non dopo tutto quello che era successo in un anno.

 

Quando arrivò in ospedale, Hank e Connor  erano già lì. Lo guardarono sconvolti, dispiaciuti e rammaricati. Nessuno dei due lo abbracciò.

 

Era ancora coperto di sangue.

 

"Hanno portato Gavin in sala operatoria, è molto grave..."

 

Hank disse solo questo, per poi allontanarsi dai due androidi e cercare maggiori informazioni su quello che era successo quella sera e sulle condizioni di salute del detective. Entrò in una zona ancora vietata agli androidi, nonostante il cambiamento che c'era stato ormai un anno prima.

 

Connor, invece, rimase vicino al suo simile, che per lui era però un fratello, un migliore amico e con il quale aveva un legame molto simile a quello che gli esseri umani avevano fra di loro.

 

A Nines faceva male la testa, i pensieri gli pulsavano e sbattevano nella mente come biglie di un flipper, il suo LED era rimasto per tutto il tempo di un rosso acceso e luminoso, come un vago segno di quello che stava provando.

 

Era rosso come il sangue degli esseri umani.

 

"Devi dirmi cosa è successo, Nines. Cosa ti hanno fatto? Volevano sparare a Gavin o a te? Lui si è messo in mezzo?»

 

Connor parlava in maniera calma, cauta, ma non troppo distaccata. Sembrava quasi che stesse parlando a sua volta con un mal intenzionato, sembrava fin troppo guardingo... come se avesse paura di una reazione violenta e improvvisa dell'altro androide.

 

"Lasciami stare, Connor."

 

Lo intimò l'altro. Non voleva parlare di quello che era successo, voleva solamente aspettare e sapere come stesse il suo partner, gli importava solo di questo e di null'altro. Sentiva i suoni e le voci in maniera ovattata, l'unico suono che udiva era il fluire del proprio sangue, il battito del proprio cuore e lo scorrere dei propri pensieri.

 

Non voleva restare solo, ma soprattutto non voleva vivere senza Gavin.

 

"Gavin rischia di morire, è vero, ma tu devi dirmi cosa è successo!"

 

Rispose nuovamente l'altro, questa volta alzando la voce, perdendo quel contegno che lo caratterizzava. Avevano visto le foto, vedeva lui e i suoi vestiti sporchi... doveva per forza essere capitato qualcosa di grave.

 

"Non ho nulla da dirti, non è successo nulla."

 

Nines si stava agitando. Non era mai stato tanto nervoso, ma soprattutto non capiva il motivo di tanto disagio. Si sentiva sporco, un mare di disgustose sensazioni lo avevano colpito tutte nello stesso momento.

 

Però, non poteva sfuggire da quello che aveva fatto.

 

"Hai ucciso una persona a mani nude, Nines, era un criminale ma tu lo hai ucciso, sai cosa potrebbe succederti? Almeno dimmi perché lo hai fatto!"

 

A quel punto, RK900 si alzò in piedi di scatto, facendo indietreggiare con un sobbalzo "suo fratello minore". Inizialmente la sua espressione era dura, molto dura, ma lentamente iniziò a scomporsi in una smorfia di dispiacere e rammarico. Strinse i pugni così forte che alcune gocce di sangue blu andarono a finire sul pavimento.

 

"Io... io lo amo."

 

Disse solamente, lasciando Connor sbigottito, confuso. Amarlo? Da quando? Quei due litigavano ogni volta che ne avevano occasione, si sopportavano a mala pena e l'unica cosa che li teneva insieme era il rispetto, ma anche la dipendenza, reciproco. Cosa e come era cambiato adesso? Ma soprattutto, da quando Nines provava amore?

 

Anche lui aveva stretto un forte legame con Hank, ma questo era molto diverso dall'amore di cui parlava l'altro.

 

Prima che Connor potesse replicare, però, Nines si lasciò andare al racconto come un'incontrollata tempesta.

 

"Quel rapinatore aveva capito del nostro arrivo ed era uscito dall'appartamento per aspettarci. Aveva legato ben stretti gli ostaggi, non sarebbero fuggiti. Sono andato per primo e me lo sono ritrovato davanti; mi ha puntato la pistola alla testa. Avrei potuto trovare un modo veloce per evitarlo e disarmarlo, ma Gavin ha agito d'impulso e lo ha attaccato. Hanno iniziato a lottare e quell'uomo gli ha sparato. In quel momento io... ho solo pensato di dover evitare che sparasse ancora, ma ero così infuriato che... be', l'ho ucciso."

 

Fece una pausa, poi guardò di nuovo Connor, questa volta un po' più stizzito e infastidito. Non erano conclusioni a cui sarebbe potuto giungere da solo? Aveva avuto per forza bisogno della sua confessione?

 

Nines si allontanò da lì, adesso voleva solo stare da solo e magari trovare un modo per lavare via quel sangue dai suoi abiti.

 

Prima, però, Connor lo interpellò ancora.

 

"Da quando-"

 

"Da quando sono un deviante? Da sempre, proprio come te."

 

Nines andò così in uno dei bagni, senza farsi vedere cercò di lavare via quello che poteva, soprattutto dalle sue mani. Si diresse poi verso una delle rampe di scale dell'ospedale, un posticino abbastanza nascosto e lontano da occhi indiscreti.

 

Si sedette lì e portò le gambe al petto, quasi a voler scomparire dal mondo intero.

 

'Sei uno stupido, Gavin Reed. Perché l'ha fatto? Lui non prova quello che provo io, non aveva alcun motivo per farlo.'

 

Nines aveva visto cosa era successo a Connor prima che lui lo salvasse, sapeva cosa succedeva agli androidi quando smettevano di controllare loro stessi, per questo aveva deciso che non avrebbe commesso gli stessi errori. Mostrare emozioni, se queste ci sono, era sbagliato. Provare amore verso un essere umano era sbagliato.

 

Eppure lui era finito nella stessa trappola di tutti gli altri.

 

Ricordava la sera in cui era finalmente stato libero, quando "la schiavitù" era finita, eppure anche in quel momento non si era sentito per nulla meglio; se è possibile, si era sentito più spaventato di prima.

 

Da quel momento, lui e Gavin si erano avvicinati sempre di più, ma era stato vederlo con altre persone che aveva smosso qualcosa dentro RK900. Aveva cercato per settimane di capirlo e quando aveva finalmente compreso cosa provava...

 

Quella sera, stranito dai suoi comportamenti, Gavin gli aveva chiesto cosa non andasse e dopo l'ennesima discussione, nata dall'evidente disparità caratteriale dei due, Nines aveva finalmente detto cosa succedeva.

 

Gavin lo aveva guardato con gli occhi sgranati, ogni espressione era sfuggita dal suo volto e l'androide aveva avuto paura che quella potesse essere la fine, ma poi il Comandante li aveva chiamati e così avevano rimandato la discussione a più tardi.

 

Troppo tardi, forse.

 

Il tempo passò in maniera inesorabile, fino a quando non fu Hank a richiamare Nines, sapendo esattamente dove si sarebbe potuto nascondere.

 

"Hanno finito l'intervento, ora puoi vederlo."

 

Non disse altro, ma questo bastò per far scattare di nuovo in piedi l'altro, che lo seguì fino alla stanza dove era stato trasportato il suo collega.

 

Gavin era steso sul lettino, con il camice e alcuni macchinari attaccati al suo corpo per monitorare i parametri.

 

Vederlo così fece sentire ancora peggio Nines, che però era anche grato a Hank per aver convinto i medici a farlo entrare.

 

Si avvicinò al suo collega e si mise seduto al suo capezzale, poiché era ancora addormentato.

 

Prese la sua mano con estrema delicatezza e la strinse appena, cercando un contatto con lui. Non avevano nemmeno avuto il tempo per parlare.

 

L'androide sperava solo che l'altro si svegliasse. Avrebbe preferito una bella ramanzina piuttosto che tutto ciò. Quelle sensazioni lo stavano ancora trafiggendo, non gli piaceva sentirsi così, affatto. Si sentiva ancora soffocare, come se stesse lentamente perdendo ogni contatto con quello che succedeva intorno a sé.

 

Dopo poco, però, le dita di Gavin si strinsero intorno alla sua mano, risvegliandolo dal suo stato confusionario e sfiorandolo come una ventata d'aria fresca.

 

"... stupido pezzo di plastica..."

 

Biascicò il detective, e in quel momento sul volto di Nines si dipinse il sorriso più raggiante che potesse fare, un'espressione che ancora non aveva mai decorato il suo viso.

 

Forse anche per questo, dopo aver aperto a mala pena gli occhi, Gavin arrossì.

 

"Scusa, scusa, scusa! Dovevo stare più attento, dovevo accertarmi che quel tizio non fosse nei paraggi, dovevo... proteggerti. E non... non dovevo uccidere quell'uomo."

 

La sua voce era molto più insicura e parlava velocemente, mentre continuava a stringere la mano del suo partner, senza che questo la ritirasse.

 

"Smettila di blaterare, mi fai venire il mal di testa!"

 

Rispose Gavin, per poi sospirare. La sua voce era ancora bassa e un po' rotta dall'anestesia, ma stava meglio di quanto si sarebbe aspettato.

 

"Non è colpa tua, sono i rischi del mestiere. Pensi che io non abbia mai ucciso nessuno? A volte devi prendere una decisione velocemente, anche se questo comporta mettere fine alla vita di una persona. Però hai salvato la mia e quella di tutti gli ostaggi in quella casa. Hai agito come un essere umano, il che comporta dei compromessi. Certo, ti beccherai una bella ramanzina dal Comandante, ma quell'uomo aveva già ucciso una persona e ha rischiato di uccidere anche me... non sei tu l'assassino qui."

 

Quelle parole sorpreso davvero Nines. Davvero gli esseri umani si comportavano in quella maniera? Non era un assassino? In effetti, Gavin aveva dimostrato di essere pronto anche a uccidere se questo significava salvare le persone intorno a lui, anche se spesso questo non lo faceva dormire tranquillo la notte. Forse il destino di quel criminale era già segnato, forse sarebbe morto in ogni caso ma RK900 non era un essere umano... non avrebbe dovuto farlo.

 

"Preferivi forse farti sparare in testa?"

 

Chiese retoricamente il giovane uomo, voltando lo sguardo verso un altro angolo della stanza, come se non riuscisse a sostenere lo sguardo spaesato e confuso del suo collega.

 

La stanza rimase in silenzio per ancora parecchio tempo, almeno fino a quando Nines non decise di rispondere a quella domanda, seppur implicitamente.

 

"Magari avrei evitato di darti ulteriori problemi."

 

Gavin si voltò di scatto verso di lui e questo gli provocò una fitta alla testa, che però ignorò prontamente. L'anestesia doveva farsi da parte adesso.

 

"Problemi? Certo, di problemi me ne hai dati parecchi, ma se non avessi voluto averti intorno, ti avrei cacciato già da tempo!"

 

Sbuffò lui, spazientito da quel comportamento, ma anche estremamente grato al suo collega per averlo salvato e portato in salvo in tempo.

 

- "... ma quello che provo potrebbe essere un problema troppo grande per te."

 

- "Chi te lo dice? Smettila di comportarti come una lattina senza cervello! Pensavi che non lo avessi già capito? È da settimane che ti comporti come un totale imbecille."

 

- "Eh...?"

 

- "Hai capito bene, sapevo già tutto. Come vedi non è stato un problema, tu, però, sei troppo strano e stavo aspettando che me lo dicessi. Non mi pare di averti allontanato, volevo solo vedere cosa avresti fatto."

 

- "Quindi... quindi a te sta bene? Però... non capisco... cosa dovrei fare adesso?"

 

- "Fai quello che vuoi, idiota! Ti sto solo dicendo che a me sta bene così, però devi smetterla di fare tutto da solo, come se non ci fosse nessuno che tiene a te."

 

Questo significava che... anche lui provava le stesse cose? O forse doveva ancora capirlo? Non riusciva a comprendere appieno le sue parole, forse lo avrebbe fatto con il tempo, ma adesso la cosa più importante era che Gavin fosse in salvo.

 

Si alzò dalla sedia e lo abbracciò improvvisamente, senza però fargli troppo male, senza stringerlo.

 

"Stai attento, o mi riaprirai la ferita!"

 

Disse l'altro, ma ben presto si arrese a quella stretta e la ricambiò con le poche forze che aveva.

 

Quel contatto era diverso da tutti gli altri, aveva un significato totalmente nuovo per entrambi.

 

Nines si allontanò appena dal suo partner, lo guardò con i suoi enormi occhi color ghiaccio e sentì qualcosa rompersi definitivamente dentro di sé, come una catena che lo teneva imprigionato.

 

Per la prima volta si sentì davvero libero, per la prima volta sentì di poter davvero fare ciò che lo avrebbe fatto sentire meglio.

 

Adesso non aveva paura di affrontare le conseguenze del suo gesto, sapeva di aver fatto davvero quello che poteva, di esser giunto alla conclusione migliore... tutto grazie a lui.

 

Avvicinò le sue labbra a quelle di Gavin e gli lasciò un bacio leggero e quasi impercettibile.

 

I due si guardarono e non dissero nulla, poi si baciarono ancora, ancora e ancora.

  
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