ari è laureata in criminologia,e si è appena trasferita a Detroit per una missione in particolare, la devianza. Deve eliminarla prima che i social media se ne accorgono ce la farà?

Dopo la protesta pacifista di Markus e gli altri androidi, Connor affronta le emozioni derivate dalla sua devianza in modo abbastanza drastico: sta ad Hank cercare di aiutarlo a comprendersi meglio.
Dalla storia:
"Gli androidi sono, o vorrebbero essere?
Senza umani, gli androidi cosa potrebbero essere?
La devianza è scatenata da paura, ansia ma allo stesso tempo forte affetto per gli esseri umani.
Un uomo, senza il suo dio, sarebbe spoglio? Chi è un dio?"

Aver risvegliato la parte sopita di se stesso, liberandosi dai blocchi imposti dalla sua programmazione iniziale, aveva reso evidente che c'era molto di più, di quello che gli era stato impiantato e di ciò che poteva imparare grazie al suo infinito archivio e alla possibilità di ricercare informazioni in pochi istanti: non era affatto vicino ad afferrare davvero l'animo umano.
[Connor/Hank]

Nines non era molto felice della situazione in cui si trovava: seduto sul divano di Hank, con Sumo che mordeva un giocattolo pieno di bava sulle scarpe lucide, appena comprate, mentre ascoltava con attenzione la lunga ed interminabile ramanzina del Tenente sulle “api e i fiori”.
Più volte Hank gli aveva urlato di ascoltarlo o gli aveva rifilato uno scappellotto quando gli aveva fatto delle domande e non aveva la ben che minima idea di che cosa rispondere, boccheggiando come un pesce fuor d’acqua.
Sospirando pesantemente, rispose all’ennesima domanda del Tenente, guadagnando l’ennesimo scappellotto e un burbero rimprovero. Aveva sbagliato risposta, per la ventesima volta in dieci minuti.

Sospirando pesantemente, Gavin afferrò il bicchiere di vodka che la barista gli stava offrendo con fare ammiccante, mentre gli faceva l'occhiolino e gli sorrideva sensualmente.
Aveva sempre amato le donne così: tutte curve e sensuali, ma da quando aveva conosciuto Nines non riusciva a godersi una vista così eterea nemmeno se pregava ogni divinità che conosceva perché l'androide continuava ad apparirgli in testa, come se fosse una specie di avvertimento per ricordargli che non poteva e non doveva mandare a puttane anche quella relazione.
Aveva avuto ogni tipo di relazione, ogni tipo di partner ma la lattina della CyberLife era qualcosa di magnifico e speciale, a tratti anche surreale, e non voleva perderlo perché aveva fatto il coglione una sera dopo un litigio abbastanza cruento, che era terminato con l'androide a dormire a casa di Anderson.

- Nines, amore, se non lo volessi non sarei qui, idiota di una lattina!-
Ghignando, l'androide afferrò il guinzaglio attaccato al collare e lo tirò leggermente, avvicinando il castano a sé, accarezzandogli il volto, prima di stringere la presa intorno al suo mento, guardandolo dritto negli occhi, con fare possessivo e dominante.
- Come si dice quando vuoi qualcosa, Gav?-
- Per favore ... Padrone ...?-
- È una domanda o un'affermazione?-
- Un affermazione, Padrone.-

[Bad Ending Route]
Il mio occhio sinistro si aprì dopo molto tempo. Uno scenario tetro si mescolava in mille sfumature di grigio e nero tra le quali, di tanto in tanto, brillava una luce cupa, ma che pareva naturale. Non ebbi bisogno di abituarmi ad essa, tanto fioca quale era, ma mi volle un po' per capire che mi trovavo disteso sulla schiena a fissare un cumulo di pericolanti macerie che mi pendevano sulla testa.

- Ti odio- sussurrò Nines, mordendo l'orecchio di Gavi una seconda volta, continuando a muoversi come posseduto dal demonio, come lo avrebbe definito l'umano, se solo non fosse intento a gemere e a mugolare dal piacere.
- M-mi ami.-
Gemendo rumorosamente, il Detective venne, crollando sul tavolo: le gambe molli ed incapaci di sostenere il suo peso, il fiato affannato e un lieve rossore che gli impreziosiva il volto.
Senza esitazione, Nines lo sollevò e lo mise a sedere sul tavolo degli interrogatori, osservandolo negli occhi, quasi preoccupato di aver esagerato.
- Ti odio ...-
- No, mi ami.- lo baciò, dolcemente e con delicatezza gli afferrò il retro della nuca, avvicinandolo a se, posizionandosi fra le gambe dell'essere umano, abbracciandolo con il suo braccio libero, in modo amorevole e affettuoso.

Quel tipo di convinzione, lo aveva anche reso scettico verso le persone che incontrava nella sua vita, anche solo per un attimo: la fiducia, per esempio, non era qualcosa che concedeva facilmente. Non su due piedi come un ingenuo.
[Connor/Hank]

Ricordava distintamente lo zucchero filato nelle mani di Cole, il sorriso da bambino che con qualche dente mancante il figlio teneva orgogliosamente addosso e il palloncino che uno dei tanti Jerry del Pirates' Cove gli aveva donato, quando lo aveva visto vestito da pirata, perché Cole amava i pirati.

Connor sa molte cose, ma ne capisce molte meno. Sembrerebbe un ossimoro, invece è pura veridicità.
Ad esempio, Connor sa che servono più di trentasei grammi di alcol puro, affinché un uomo adulto cominci a sentirne l’effetto, eppure non comprende perché Gavin si ostini a bere quantità immonde di alcolici.
{Pairing: ConnorxGavin | Avvertimenti: Established Relationship | Contesto: Post!Ending}

«Hank, cosa sono i sogni?» Connor lo aveva chiesto un giorno come un altro, con quel suo atteggiamento tipicamente artificiale che non faceva ben comprendere ciò che lo spingeva, se non la mera curiosità.
[pre Connor/Hank] ~ Scritta per il "Writober" indetto da Fanwriter.it!

Connor guardava spesso Hank; lo faceva perché pensava di poterlo comprendere, o quantomeno capirlo nelle sue abitudini e nei suoi gesti.
[Connor/Hank] ~ Scritta per il "Writober" indetto da Fanwriter.it!

«Hank?» la voce di Connor lo raggiunse dalla porta aperta, inducendolo a socchiudere ancora una volta gli occhi e voltare appena la testa, in modo da intravedere la figura dell'androide. Era a proprio agio malgrado l'abbigliamento dismesso, troppo grande per lui, ma a Hank quella visione provocò un piacevole brivido e un pigro sorriso che assomigliava più a una smorfia.
[Connor/Hank] ~ Scritta per il "Writober" indetto da Fanwriter.it! || Scritta per la challenge "Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo" indetta da Torre di Carta

«Hank?»
«Che c’è?»
«Hai del sangue sulla bocca.»
Hank si passa la lingua sulle labbra e, assaggiato il sapore ferreo del sangue, borbotta un improperio tra sé e sé.
Storia partecipante all'VIII edizione della "Corsa delle 24 ore" indetta sul forum "La Torre di Carta"