Amore,
sopraggiunge anche a te,
certe notti d'infausta
angoscia, o magari
col pigro schiudersi ad
un giorno di bagliore
immenso le palpebre,
il dubbio impellente
e viscoso qual fumo,
d'esser di qualche dio
dispettoso lo svago,
o della natura, che
tutto può, un curioso
esperimento e breve?
E allora, accade
anche a te di non aver
più lieve il sonno oppure
di stringere pregando
gli occhi, quasi che così
potessi allontanare
in eterno il mattino?
Non ti tormenta, e lo
stomaco avvilisce,
questo senso di realtà
lisa dall'ordinaria
certezza, in una di
queste ore tarde o
mattutine, di dover
perire? Ma nel nulla,
nel nulla amore, così,
come niente, nel nulla...
E non t'infuria che poi,
quella stessa spietata
natura, o quel dio
che di noi allegro si
burla, ebbe a comandare
che costruissimo con
inesorabile affanno
e inguaribile strazio,
quelle cose intorno a noi
che pure un dì, una
notte, cesseranno e
non saranno che nulla?
Pure loro, amore,
come noi, così: nulla...
Ma dì tu adesso, se
l'orecchio come me hai
teso triste, dì, te ne
prego: se così potessi
arrestare lo scempio
toccatoci in sorte,
scambieresti, amore,
per lo spirito libero
di una gazzella, l'arte?