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Autore: Arashi_art    24/06/2019    1 recensioni
Diana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 anni dopo per caso o per volere del destino? Diana non sa che lui è diventato un idol di fama internazionale e quale sarà la sua reazione?
Si creeranno situazioni ambigue e scopriranno entrambi a loro spese quanto siano cambiati in questi anni.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Epilogo pt 1


3 anni dopo


{Diana}


I BTS continuavano a far sognare milioni di Army in tutto il mondo, ma la scadenza del loro contratto si avvicinava sempre di più. Ancora nessuno sapeva cosa avrebbero deciso e forse tutti cercavano di non pensare ad un eventuale scioglimento. Avevano trascorso troppi anni insieme, condiviso troppe emozioni e traguardi che era difficile immaginarli ognuno per la sua strada.

A parte questo, io e Jimin avevamo trovato la nostra armonia, nonostante il nostro passato alquanto turbolento, ma non potevamo essere più felici. Un anno dopo il mio ritorno a Seoul, l'agenzia aveva deciso di ufficializzare la nostra relazione onde evitare un bombardamento mediatico e, per fortuna, era stata accolta abbastanza bene dai fan. Da quel momento, però avevamo dovuto sacrificare ancora di più i nostri piccoli momenti di svago, perchè venivamo assaliti dai fan non appena mettevamo piede fuori di casa. Era stato un periodo piuttosto stressante per entrambi, ma ci eravamo sostenuti a vicenda fino in fondo e non eravamo mai crollati. Abitavamo sempre nel solito appartamento che avevamo persino pensato di vendere per cercarne uno più grande, ma vi eravamo troppo affezionati. Quella casa aveva assistito al nostro incontro, ai nostri litigi, alla nascita del nostro amore, quindi non potevamo lasciarla così facilmente. E poi c'erano gli altri ragazzi a pochi passi da noi, sempre pronti ad ascoltarci. Erano parte integrante della nostra vita, non riuscivo ad immaginare la nostra quotidianità senza di loro. Inoltre avevo un'altra persona accanto che non mi sarei mai aspettata: Arianna. Dopo quella notte di fuoco con Yoongi, il giorno della fansign di tre anni prima, aveva fatto la pazzia di trasferirsi nella capitale sudcoreana per inseguire il suo amore. All'inizio il rapper non l'aveva presa benissimo perchè era piuttosto diffidente al riguardo, ma stavano insieme ormai da due anni con i loro alti e bassi; sapevo che prima o poi anche loro avrebbero trovato un loro equilibrio.

Per quanto riguarda gli altri cinque, non avevano avuto relazioni serie, soprattutto per il poco tempo che avevano a disposizione. Speravo solo che ognuno di loro potesse essere felice un giorno perchè nessuno se lo meritava più di loro.

- Perchè stai sorridendo come una stupida? - scherzò Jimin seduto di fronte a me con i suoi grandissimi occhiali scuri.

- Niente, stavo solo pensando ai ragazzi. - ammisi facendo spallucce.

- Cioè, siamo io e te da soli a Busan e tu pensi a loro? Potrei quasi essere geloso. - finse il broncio prima di buttare giù una manciata di noodle piccanti.

- Porta rispetto, sono più grande di te in questo momento.

- Oh, hai ragione. Bisogna trattare con cura le vecchie. - 

Si beccò una pacca sulla mano che gli fece scivolare via le bacchette. Mi lanciò un'occhiata maligna perchè aveva appena rischiato di schizzarsi tutta la camicia bianca. Guardai verso il porto, ricco di barche ed edifici enormi, il mare ondeggiava tranquillo sotto il sole primaverile e non potei fare a meno di ricordare il nostro primo bacio. Quel momento era talmente vivido ed intenso nella mia mente che sembrava essere passato solo pochi mesi da allora. Sorrisi di nuovo verso Jimin che si stava scattando un selfie con le dita in segno di vittoria.

- Ti avvicini ai trent'anni, ma sei sempre lo stesso. -

- Lo faccio solo per gli Army. - rispose soddisfatto e finalmente ci alzammo dal tavolo del ristorante.

I genitori di Jimin ci accolsero a braccia aperte, era davvero da molto tempo che non li vedevamo. Jimin era tornato nella nostra città natale qualche volta per salutarli, mentre io andavo sempre in Italia in quei periodi. Quel giorno, il mio compleanno, avevamo deciso di mantenere la nostra lontana promessa. Così prendemmo due bici e pedalammo verso il viale alberato che non vedevamo da tredici anni.

Tutto sembrava essere stato congelato nel tempo, ogni ciliegio era al suo posto, carico di fiori rosa. Mi pentii subito di non essere più stata lì perchè sentii un'emozione unica nel suo genere invadermi tutto il corpo. Posammo le bici sul ciglio della strada e rividi noi due adolescenti correre verso il prato sommerso di petali in preda all'entusiasmo. Jimin mi prese per mano e si fermò proprio dove mi aveva detto della sua partenza. Quella volta non avrei lontanamente immaginato come sarebbe diventata la mia vita e soprattutto che il destino mi guidasse di nuovo tra le sue braccia. Posai la testa sulla spalla dell'uomo che volevo al mio fianco per tutta la vita e non sentii nemmeno un accenno di tristezza, ero felice di fronte a quelle fronde che danzavano sotto la brezza primaverile. Non c'era bisogno di parlare, il silenzio diceva molto di più: raccontava tutte le emozioni che agitavano i nostri cuori. Jimin protese una mano in silenzio mentre i piccoli petali ondeggiavano pigri verso l'erba.

- Dai, non crederai... - mi bloccai con la bocca aperta quando un fiorellino si posò sul suo palmo con delicatezza.

Ricordai quando rimasi con la mano tesa invano, come se tutti i fiori volessero evitare il mio tocco, come se avessero voluto negarmi anche quella lieve speranza di rivederlo. Ma la ragazzina che si sentiva sola ed abbandonata dal suo migliore amico, non c’era più da molto tempo.

- Perché abbiamo aspettato così tanto? - chiese mentre cercava di incastrare il fiore tra i miei capelli.

- Perché siamo due idioti. - risposi e lo lasciai giocherellare con le mie ciocche come faceva sempre.

Mi spinse dolcemente e per un po’ tornammo quei due bambini che non avrebbero mai immaginato di amarsi ogni giorno di più.


 

- Si sta facendo freddo, forse è meglio se ci sbrighiamo. - disse Jimin rivolgendo lo sguardo verso il cielo tinto dai caldi colori del tramonto.

- Non c'è bisogno di correre. - lo rimproverai cercando di farlo rallentare.

Raggiungemmo le biciclette e lui montò in sella pieno di energie come un ragazzino. - Vediamo chi arriva prima? Il perdente lava i piatti per una settimana! - disse entusiasta.

- Ehm...non credo che sia una buona idea. -

Jimin mi guardò perplesso perchè mi conosceva fin troppo bene da sapere che non avrei mai rifiutato una sfida.

- Ti senti male? -

- Ecco...non credo che sia molto salutare pedalare così veloce per una donna incinta. - sorrisi con un'espressione ingenua.

Il suo viso si trasformò in una maschera sconvolta, tanto che mollò la presa sul manubrio e la bicicletta cadde di lato sull'asfalto con un rumore metallico.

- Cosa hai detto? Mi stai prendendo in giro? -

- Volevo aspettare il momento giusto per dirtelo, ma...credo che sia proprio questo. - mi grattai la nuca quasi in imbarazzo.

Lui stropicciò le labbra carnose e si avvicinò a me lentamente come se potessi esplodere da un momento all'altro; mi faceva solo una grande tenerezza.

- Da quanto...? - sussurrò, quando si fermò di fronte a me.

- Da tre mesi, sono stata brava a nasconderlo. Ancora non si vede niente. - ammiccai fiera di me.

Mi fissò intensamente per qualche istante e non riuscii a decifrare le sue emozioni, ma all'improvviso mi prese il viso tra le mani e mi baciò con forza. In quei tre mesi mi ero chiesta come avrebbe reagito alla notizia, in fondo non ne avevamo mai parlato, soprattutto a causa di quel brutto episodio con Pietro. Non potevo sapere se si sentisse pronto per fare il padre e nemmeno se fosse il momento adatto per avere un figlio, però ero certa che sarebbe stato un padre meraviglioso.

Quando avevo scoperto la gravidanza, ero corsa da Arianna perché ero molto spaventata. Grazie a lei, ero riuscita a trasformare quella paura in gioia ed avevo deciso di aspettare qualche mese prima di dirlo a Jimin. E Con a quel gesto capii che era felice, infatti sorrise sulle mie labbra tenendomi stretta e così sospirai di sollievo.

- E' il tuo compleanno, ma sei stata tu a farmi un regalo stupendo. -

Quasi mi commossi sentendo quelle parole e tutti i dubbi che avevo volarono via insieme alla brezza leggera.

Per tutto il tragitto di ritorno, mi trattò come un malato in riabilitazione: qualsiasi sforzo facessi, controllava che stessi bene. Si preoccupò persino per il volo e dovetti quasi minacciarlo di morte per farlo smettere. Sull'aereo non parlammo d'altro e lui sembrava veramente entusiasta, quella sua allegria era davvero appagante.

- Dovremmo decidere il nome. - disse dopo aver posato la mano sulla mia pancia per la milionesima volta.

- Non sappiamo nemmeno se sia maschio o femmina. -

- Potremmo pensare ad un nome neutro, così andrà bene in qualsiasi caso. -

Non aveva tutti i torti, allora iniziai a pensare a qualunque cosa avesse un significato per noi due, quando un'idea si formulò nella mia mente.

- Che ne dici di Young? Significa fioritura, in qualche modo è vicino ai fiori di ciliegio. -

Vidi i suoi occhi accendersi di esaltazione, poi disse. - Solo Young? Dovremmo aggiungere qualcos'altro. -

Ci scambiammo uno sguardo d'intesa e, come se fossimo telepatici, decidemmo silenziosamente quale sillaba avremmo aggiunto. Entrambi non vedevamo l'ora di dare quella notizia ai ragazzi, eravamo troppo curiosi di vedere le loro reazioni. Infatti quella sera stessa invitammo tutti e sei nel nostro appartamento per un dopocena tranquillo, o almeno a loro facemmo credere questo. Erano tutti stanchi come sempre, ma non avevano rifiutato il nostro invito. Arianna era in Italia in quel periodo ed avrei voluto che fosse lì con noi per assistere all'annuncio. Si erano ammassati in salotto tranne Tae e Jungkook che si erano alzati per offrire le birre ai loro amici e poi mi porse una bottiglia.

- Non bevo stasera. - Tutti mi guardarono come se avessi detto una bestemmia in aramaico antico.

- Hai deciso di disintossicarti dall'alcool? - mi schernii Namjoon sorridendo dietro ai suoi occhiali tondi, sembrava davvero che fossi diventata un’alcolizzata.

- Ecco..io e Jimin dobbiamo dirvi una cosa. - annunciai cogliendo la palla al balzo.

- Vi sposate? Finalmente! - urlò Hoseok e tutti iniziarono ad applaudire.

Jimin rise di gusto e gli disse che erano fuori strada, così tutti tornarono a guardarmi con aria confusa.

- Sono incinta. -

Fissai uno ad uno negli occhi mentre un silenzio indecifrabile calò nella sala, nemmeno i loro respiri si sentivano. Poi Hoseok si coprì la bocca e scoppiò a piangere proprio come un bambino. Jungkook era letteralmente sotto shock con la bocca spalancata, mentre Yoongi continuava a rimbalzare lo sguardo da me a Jimin, come se si stesse chiedendo in che modo funziona la riproduzione tra due mammiferi. Namjoon e Jin avevano gli occhi lucidi e cercavano di mantenere un certo contegno, mentre Taehyung rimase pietrificato con la bottiglia in mano.

- Devo preoccuparmi sul serio? - chiese Jimin rompendo il silenzio.

Finalmente si mossero all'unisono e mi bombardarono di domande, ma intravidi Tae che stava fissando sconvolto il pavimento. Lasciai tutti i ragazzi andare da Jimin e mi sedetti accanto a lui per capire cosa lo tormentasse così tanto.

- C'è qualcosa che non va? -

Inclinò la testa verso di me sorridendomi. - No, per niente. Sono contentissimo per voi, non mi aspettavo per niente una cosa del genere. Sai quanto adoro i bambini, no? Un giorno spero di essere felice come voi due. -

Non c'era tristezza nella sua voce, mi aveva sempre detto che ci ammirava come un modello da seguire. Aveva sempre fatto di tutto per spingerci tra le braccia dell'altro ed in parte era stato anche merito suo. Per questo io e Jimin avevamo pensato ad un modo per ringraziarlo di tutto l'amore che ci aveva dimostrato ed io dovevo scusarmi per avergli chiesto di mentire anni prima.

- Sicuramente trovai la persona giusta, quando meno te lo aspetti. - posai una mano sulla sua, grande e sottile, e lui mi ringraziò sottovoce.

Poi Jimin alzò la voce per sovrastare il vociare dei suoi compagni, così io e Tae ci alzammo dal divano.

- Vuoi dire tu come si chiamerà? Me lo stanno chiedendo in continuazione. -

Guardai il ragazzo che avevo accanto, tirai fuori un biglietto scritto a mano e lasciai che lo leggesse ad alta voce.

- Taeyoung. -

Tae spalancò gli occhi scuri incredulo perchè quel nome si pronunciava esattamente come il suo, anche se aveva un significato diverso e speciale. Si portò una mano sugli occhi mentre una smorfia di commozione increspò le sue labbra ed iniziò a singhiozzare. Lo abbracciai dolcemente mentre tutti ridevano e lasciavano delle flebili pacche sulle spalle di Jimin.

- Io...non so cosa dire. - mormorò lui con la voce soffocata dalle mia braccia.

- Non dire niente. Sarai lo zio Tae di Tae. - Risi mentre lui affondava il viso bagnato tra le mie braccia.

- Grazie. - disse infine.

Sorrisi al mio ragazzo che contraccambiò felice e poi ci stringemmo in unico abbraccio di gruppo come una vera famiglia. Nostro figlio o figlia avrebbe avuto un padre meraviglioso e sei zii altrettanto fantastici, poteva considerarsi il bambino più fortunato del mondo ed io la persona più amata di chiunque altro.











Allooooora
So che il capitolo è molto più lungo degli altri, ma non sapevo davvero come spezzarlo.
Dopo una lunga riflessione ho deciso di non pubblicare il capitolo che avevo detto.
Mi sembrava sufficiente passare al finale, anche perchè era un episodio poco rilevante. 
Anticipo che il prossimo sarà quello conclusivo di sicuro. 
Ebbene ho voluto fare questo regalino ad Arianna visto che ha aiutato Diana XD
E pure a Tae che mi è sempre sembrato il più romanticone ahhaha

Sinceramente non avrei mai pensato che riuscissi a sviluppare un finale del genere, 
mi riferisco alla gravidanza di Diana, ma l'ho proprio immaginato così e lasciato tale. 
Spero che vi faccia un po' emozionare come ha emozionato me mentre lo scrivevo. 
Grazie a tutti come sempre <3
Ci vediamo presto per il finale ;;

-Arashi- 

 

   
 
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