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Autore: Mr Lavottino    25/06/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Il sonno di Duncan venne interrotto da un raggio di sole filtrato dalla finestra. Il punk, innervosito dalla luce, si portò le mani sul volto e, lentamente, si alzò. Si rese conto solo dopo qualche secondo di essere in un luogo a lui sconosciuto.
Si tirò su e, lentamente, spostò lo sguardo su tutto ciò che c'era nella stanza: due sedie, un tavolino, un comodino, un frigorifero, degli scaffali, Courtney, un magazzino ed una tenda color crema.
Dovette effettuare quel procedimento più volte prima di rendersi conto che c'era qualcosa che non andava. E no, quella cosa non era il colore delle tende, bensì la presenza della castana in quella stanza. L'investigatrice era seduta su una sedia ed aveva in mano un libro, che stava leggendo con un'espressione indifferente.
- Finalmente ti sei svegliato. Ce ne hai messo di tempo.- appoggiò l'oggetto sul tavolo ed intrecciò le braccia al petto guardandolo male. Quello si limitò a sbadigliare e a stropicciarsi gli occhi, ancora troppo addormentato per comprendere bene la situazione.
- Che cos'è, un brutto sogno?- domandò, rischiando quasi di slogarsi la mascella per colpa dello sbadiglio.
- No, sono proprio io. In carne ed ossa. - Duncan sentì un'occhiataccia penetrargli nelle vene, segno che la ragazza non aveva intenzione di scherzare.
- Che diavolo ci fai qui.- quando il punk prese piena coscienza, scattò in piedi ed indietreggiò di qualche passo fino ad andare con la schiena addosso al muro, il cui contatto con la schiena lo fece rabbrividire dal freddo.
- Se non fosse stato per me a quest'ora saresti morto.- gli rinfacciò lei, ricevendo uno sguardo perplesso come risposta - Ti ho tirato fuori da quel locale prima che potessero ammazzarti, abbi un po' di riconoscenza. Mi sono fatta un sacco di strada per portarvi qui.- Courtney sospirò violentemente, per poi guardarlo fisso negli occhi. Sembrava tutt'altro che felice di vederlo e allo stesso tempo era evidente che si stesse trattenendo per evitare di saltargli addosso per spaccargli la faccia.
- Ah, giusto, eravamo in quel bar...- Duncan si toccò la fronte, mentre i pensieri di ciò che era accaduto in quel luogo gli ritornavano in testa - Gli altri dove sono? Zoey, Noah...- si guardò intorno alla ricerca di qualcun altro, ma senza risultato.
- Io e la mia squadra siamo riusciti a recuperare solo te ed il rosso. Lui è di là sul letto.- immediatamente il punk andò nell'altra stanza e vi trovò Scott disteso sul letto matrimoniale a pancia in sotto.
- Zoey e Noah dove sono?- domandò, con il cuore che gli batteva in gola.
- Alejandro li ha presi come ostaggi. Non appena siamo arrivati noi sono scappati e non hanno fatto in tempo a portare via anche voi, siete stati fortunati.- si alzò per prendere un bicchiere d'acqua, che sorseggiò lentamente mentre lo guardava.
- Merda!- Duncan dette un pugno al divano con forza e digrignò i denti violentemente - Dove sono andati?- domandò, seppur sembrasse più un ordine.
- Modera i toni, ti ricordo che sei davanti ad un'ispettrice.- la castana lo guardò con un'espressione offesa, mantenendo gli occhi marroni fissi contro i suoi.
- Ah, giusto, tu mi sbatterai in galera.- concluse, grattandosi i capelli scompigliati - Almeno assicurati di riportare indietro quei due sani e salvi, altrimenti...- non terminò la frase, ma il suo sguardo le lasciò intuire ciò che voleva farle intendere.
- No, criminale dei miei stivali. O meglio, non ora.- sentendo quelle parole il punk mutò espressione facciale, passando dal minaccioso al sorpreso - Non pensavo sarei mai arrivata a questo punto, ma ho bisogno di te e del delinquente nell'altra stanza. Per ovvi motivi non posso mandare i miei uomini a morire contro Alejandro, ma voi due sì. - spiegò, avvicinandosi e puntandogli l'indice contro.
- Vuoi farmi ammazzare da quell'idiota ispanico?- protestò lui, seppur fosse conscio di non avere altre alternative.
- Ti sto dando un'opportunità per renderti utile. A me serve Noah, a te la rossa. Collaborando potremmo riuscire ad ottenere entrambi ciò che vogliamo. Tutto qui.- la castana portò le braccia sui fianchi e lo guardò con sguardo neutrale.
- Ha già un piano?- chiese, facendole capire fosse d'accordo con lei.
- Più o meno. Posso aiutarvi a raggiungere Alejandro, ma poi dovrete sbrigarvela voi.- la castana estrasse il telefono e vi si perse per qualche secondo, per poi passarglielo.
- Che cos'è?- domandò lui. Sullo schermo, diventato di color blu scuro, c'erano dei puntini rossi che si muovevano su quella che sembrava essere una cartina stradale.
- Un rintracciatore per GPS, ogni macchina della polizia ne ha uno. Alejandro e i suoi si stanno dirigendo a Winnipeg e con tutta probabilità sono diretti verso il covo di MacLean.- con dei rapidi gesti delle dita gli fece capire tutto, ottenendo poi dei cenni di assenso da parte sua.
- Scusa, ma se sapete già tutto non potete mandare una squadra dell'FBI o altra roba del genere?- ribatté lui, ingenuamente.
- Non ti facevo così idiota. Più della metà dei poliziotti sono corrotti, chiedere aiuto non farebbe che aumentare i problemi.- il punk la guardò male, venendo però ignorato.
- Ah, fanculo! Parto subito.- disse, avviandosi verso la porta in tutta fretta.
- Forse faresti meglio a metterti qualcosa addosso.- lo derise lei, ridacchiando. Solo in quel momento il moro si rese conto di essere solamente in boxer.
- Ma che... sei stata tu?- domandò, con un pizzico di malizia in volto.
- Ovviamente no, ho fatto fare ai miei uomini.- Courtney afferrò i suoi vestiti, appoggiati su una delle sedie, e glieli lanciò per poi osservarlo mentre si vestiva.
- Questo mi riporta alla mente vecchi ricordi.- sussurrò, facendola irritare.
- Non posso farti fuori, ma posso benissimo mandarti a Winnipeg con la faccia gonfia.- gli puntò il pugno contro, mentre l'altro si limitò a ridere.
- Su, non esagerare. Piuttosto, ho bisogno di una macchina, qualche arma e un pieno. Ah, e anche qualche soldo non mi farebbe male.- finì di rivestirsi in due minuti e tornò serio.
- Ho già pensato a tutto. Prendi il tuo amico e vattene.- Duncan si avvicinò alla castana e le strappò il bicchiere di mano - Ehi, che diavolo fai?- protestò la castana. Il punk la ignorò e si diresse nell'altra stanza, seguito ovviamente da lei.
- Sveglia, coglione!- lanciò l'acqua addosso al rosso, che se la stava dormendo bellamente a pancia in su. Non appena il liquido gli venne versato addosso, Scott si tirò su di colpo andandosi a toccare il volto completamente zuppo.
- Ma che cazzo!- portò lo sguardo, arrabbiato, verso il moro.
- Muoviti, vestiti. Dobbiamo andare a Winnipeg.- gli disse, per poi lanciargli i suoi vestiti addosso. Quello esitò, ancora confuso.
- A fare che? Cazzo, Duncan, mi sono appena svegliato, non parlarmi così velocemente.- il rosso riuscì a dire quelle parole fra uno sbadiglio e l'altro, mentre l'altro roteava gli occhi indispettito.
- Vestiti e poi ti spiegherò tutto. Quell'Alejandro ha preso in ostaggio Noah e Zoey.- il punk si mise a sedere su una sedia presente nella stanza, attendendo impazientemente l'altro.
- Non solo loro due, ha anche catturato l'agente Medrek.- lo informò Courtney, ottenendo due reazioni completamente opposte da parte dei due. Duncan parve spaesato, mentre Scott assunse un'espressione fra il sorpreso e l'arrabbiato.
- E chi sarebbe?- domandò poi il punk, confermando il pensiero della castana.
- Ma come, ci hai viaggiato assieme e non ti ricordi già più di lei? Quanto sei idiota?- lo offese, arrabbiandosi davanti alla sua reazione annoiata da quelle parole.
- È Dawn. - tagliò corto Scott, mentre si infilava con una certa foga i pantaloni.
- Vacci piano con le offese!- protestò Duncan, mostrandogli il pugno.
- Sei un fottuto idiota.- la castana si toccò le tempie, disperata dal fatto che l'unica sua speranza fosse quell'individuo - Dawn Medrek, agente di polizia, ovvero la biondina che vi ha tradito ad Ottawa, ricordi?- Duncan spalancò la bocca e fece un cenno di assenso - Scott la conosce bene, vero?- Courtney conclusa il discorso con quella frase con il puro intento di stuzzicare il rosso, che si limitò a tenere lo sguardo basso.
- Andiamo, dobbiamo salvarla.- in meno di un minuto Scott finì di vestirsi e, senza pensarci due volte, si diresse verso la porta. Sentiva in cuor suo che doveva assolutamente evitare di farla morire, come se avesse un obbligo morale nei suoi confronti. Al bar, Dawn aveva chiesto scusa per il suo comportamento, mentre lui con lei non si era scusato.
Per questo doveva vederla un'ultima volta, per poterle chiedere perdono nel modo più appropriato.
Duncan fece per seguirlo, ma venne fermato per un braccio da Courtney.
- Che vuoi?- domandò, con fare seccato, sicuro che si sarebbe trattato di un'altra delle sue offese.
- Prendi questo.- gli diede un auricolare - Dobbiamo rimanere in contatto, vi darò alcune indicazione tramite questo. State attenti, Alejandro non è una persona normale, quindi prendete gli ostaggi ed andatevene immediatamente, intesi?- spiegò, guardandolo fisso negli occhi con un'espressione seria.
- D'accordo, farò come dici tu. - fu tentato di risponderle sarcasticamente come suo solito, però lo sguardo della castana gli fece capire che aveva preso sul serio quell'operazione.
- Duncan.- Courtney lo chiamò a se poco prima che varcasse la soglia dell'abitazione.
- Sì?- si voltò verso di lei, guardandola stranito.
- Buona fortuna, ne avrai bisogno.- sussurrò, facendosi a malapena sentire - Qua sotto troverai uno dei miei uomini, ti darà una macchina e tutto ciò che vi serve. Adesso andate.- detto ciò si limitò a rimanere ferma, senza nemmeno salutarli. Il punk si mise l'auricolare all'orecchio e, dopo averle fatto l'occhiolino, la guardò per un'ultima volta.
- Grazie mille.- a quelle parole seguì il rumore della porta e poi quello dei passi dei due mentre scendevano le scale.
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Beh, che dire... colpo di... scena? Non ne ho idea onestamente.
Comunque sia, il prossimo capitolo che uscirà è il mio preferito in assoluto, quindi... stay tuned!
   
 
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